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Vagabondaggio by Giovanni Verga, 1 - Vagabondaggio

1 - Vagabondaggio

Nanni Lasca, da ragazzo, non si rammentava altro: suo padre, compare Cosimo, che tirava la fune della chiatta, sul Simeto, con Mangialerba, Ventura e l'Orbo; e lui a stendere la mano per riscuotere il pedaggio. Passavano carri, passavano vetturali, passava gente a piedi e a cavallo d'ogni paese, e se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume. Prima compare Cosimo aveva fatto il lettighiere. E Nanni aveva accompagnato il babbo nei suoi viaggi, per strade e sentieri, sempre coll'allegro scampanellìo delle mule negli orecchi. Ma una volta, la vigilia di Natale - giorno segnalato - tornato a Licodia colla lettiga vuota, compare Cosimo trovò al Biviere la notizia che sua moglie stava per partorire. - Comare Menica stavolta vi fa una bella bambina, - gli dicevano tutti all'osteria. E lui, contento come una Pasqua, si affrettava ad attaccare i muli per arrivare a casa prima di sera. Il baio, birbante, che lo guardava di mal'occhio, per certe perticate che se l'era legate al dito, come lo vide spensierato, che si chinava ad affibiargli il sottopancia canterellando, affilò le orecchie a tradimento - jjj! - e gli assestò un calcio secco.

Nanni era rimasto nella stalla, a scopare quel po' d'orzo rimasto in fondo alla mangiatoia. Al vedere il babbo lungo disteso nell'aia, che si teneva il ginocchio colle due mani, e aveva la faccia bianca come un morto, volle mettersi a strillare. Ma compare Cosimo balbettava: - Va' a pigliare dell'acqua fresca, piuttosto. Va' a chiamare lo zio Carmine, che mi aiuti -. Accorse il ragazzo dell'osteria col fiato ai denti. - O ch'è stato, compare Cosimo? - Niente, Misciu. Ho paura di aver la gamba rotta. Va' a chiamare il tuo padrone piuttosto, che mi aiuti -. Lo zio Carmine andava in bestia ogni volta che lo chiamavano: - Che c'è? Cos'è successo? Non mi lasciano stare un momento, santo diavolone! - Finalmente comparve sulla porta, sbadigliando, col cappuccio sino agli occhi.- Cos'è stato? Ora che volete? Lasciate fare a me, compare Cosimo -.

Il poveraccio lasciava fare, colla gamba ciondoloni, come se non fosse stata più roba sua. - Questa è roba della Gagliana, - conchiuse lo zio Carmine, posandolo di nuovo in terra adagio adagio. Allora compare Cosimo sbigottì, e si abbandonò sul ciglione, stralunato.

- Sta' zitto, malannaggia! che gli fai la jettatura, a tuo padre! - esclamò lo zio Carmine, seccato dal piagnucolare che faceva Nanni, seduto sulle calcagna.

Cadeva la sera, smorta, in un gran silenzio. Poi si udirono lontano le chiese di Francofonte, che scampanavano.

- La bella vigilia di Natale che mi mandò Domeneddio! - balbettò compare Cosimo, colla lingua grossa dallo spasimo.

- Sentite, amico mio, - disse infine lo zio Carmine, che sentiva l'umidità del Biviere penetrargli nelle ossa. - Qui non possiamo farvi nulla. Per muovervi di come siete adesso, ci vorrebbe un paio di buoi.

- Che mi lasciate così, in mezzo alla strada? - si mise a lamentarsi compare Cosimo.

- No, no, siamo cristiani, compare Cosimo. Bisogna aspettare lo zio Mommu per darci una mano. Intanto vi manderò un fascio di fieno, e anche la coperta della mula, se volete. Il fresco della sera è traditore, qui nel lago, amico mio. Tredici anni che compro medicine!

- Ha la malaria nella testa il padrone, - disse poi Misciu, il ragazzo della stalla, tornando col fieno e la coperta. - Non fa altro che dormire, tutto il giorno -.

Intanto sopra i monti spuntava la prima stella; poi un'altra, poi un'altra. Compare Cosimo, sudando freddo, col naso in aria, le contava ad una ad una, e tornava a lamentarsi:

- Che non giunge mai compare Mommu? Che mi lasciate qui stanotte, cristiani?

- Tornerà, tornerà, non dubitate, - rispondeva Misciu accoccolato su di un sasso, col mento nelle mani.

- È andato a caccia pel Biviere. Alle volte passano mesi e settimane senza che lo veda anima viva. Ma ora ch'è Natale deve venire per prendere la sua roba -. E il ragazzo, mentre ciaramellava, s'andava appisolando anche lui, col mento sulle mani, raggomitolato nei suoi cenci. - Viene di notte, viene di giorno, secondo va la caccia. Quando si mette alla posta delle anatre, lo zio Carmine gli lascia la chiave sotto l'uscio. Poi dorme di giorno, o va a vendere la selvaggina di qua e di là; ma la sua roba l'ha sempre qui, nella stalla, appesa al capezzale: il cavicchio pel fucile, il cavicchio per la carniera, ogni cosa al suo posto. Tanti anni che sta qui. Lo zio Carmine dice ch'era ancora giovane... - Quando compare Cosimo tornava a lamentarsi, il ragazzo trasaliva, quasi lo svegliassero, e poi tornava a borbottare, come in sogno. Nanni, stanco di singhiozzare, sbarrava gli occhi nel buio. Tutt'a un tratto scappò una gallinella, schiamazzando. - O zio Mommu! - si mise a chiamare Nanni ad alta voce. Dopo si spandeva un gran silenzio, nella notte.

- Sono io! - disse infine Misciu. - Non risponde per non spaventar le anatre. Poi ci ha fatta l'abitudine, a quella vita, e non parla mai -. Però si udiva già il fruscìo dei giunchi secchi, e il tonfo degli scarponi dello zio Mommu, che sfangava nel greto.

- Qua, zio Mommu! C'è compare Cosimo che gli è successo un accidente -. Lo zio Mommu stava a guardare, al barlume che faceva la lanterna di compare Carmine, tutto intirizzito e battendo le palpebre, con quel naso a becco di jettatore. Poi sollevarono il lettighiere al modo che diceva lo zio Carmine, uno sotto le ascelle e l'altro pei piedi. - Cristo! come vi pesano le ossa, compare Cosimo! - sbuffava l'oste, per fargli animo con qualche barzelletta. E lo zio Mommu, mingherlino, barellava davvero come un ubbriaco, sotto quel peso.

- Ah, che vigilia di Natale mi ha mandato Domeneddio! - tornava a dire compare Cosimo, steso alfine nello strapunto come un morto.

- Non ci pensate, compare Cosimo, che ora la Gagliana vi guarisce in un batter d'occhio. Bisogna andare a chiamarla, compare Mommu, nel tempo stesso che andate a Lentini per vendere la vostra roba -.

Il vecchietto acconsentì con un cenno del capo, e mentre si preparava a partire, legandosi in testa il fazzoletto, e assettandosi la bisaccia in spalla, l'oste continuava: - È meglio di un cerusico la Gagliana! Vedrete che vi guarirà in meno di dire un'avemaria. State allegro, compare Cosimo; e se non avete bisogno d'altro, vado a far la vigilia di Natale anch'io con quei quattro maccheroni. - E tu che non vuoi mangiare un boccone? - chiese il lettighiere, voltandosi al suo ragazzo che non si moveva di lì, smorto, colle mani in tasca, e il viso sudicio dal piangere che aveva fatto.

- No, - rispose Nanni. - No, non ho più fame -.

- Povero figlio mio! che vigilia di Natale è venuta anche per te! -.

La Gagliana venne a giorno fatto, che lo zio Cosimo aveva il viso acceso e la gamba gonfia come un otre, talché bisognò tagliargli le brache per cavargliele, mentre la Gagliana, per modestia, si voltava dall'altra parte, cogli occhi bassi, preparando intanto ogni cosa lesta lesta: bende, stecche, empiastri, con certe erbe miracolose che sapeva lei. Poi si mise a tirare la gamba come un boia. Da principio compare Cosimo non diceva nulla, sudando a grosse gocce, e ansimando quasi facesse una gran fatica. Ma poi, tutt'un tratto, gli scappò un grande urlo, che fece drizzare a tutti i capelli in testa. - Lasciatelo gridare, che gli fa bene! Compare Cosimo faceva proprio come una bestia quando le si dà il fuoco. Talché lo zio Carmine s'era alzato per vedere anche lui coi suoi occhioni assonnati. E Nanni strillava che pareva l'ammazzassero. - Sembrate un ragazzo, compare Cosimo, - gli diceva l'oste. - Non vi hanno detto di star tranquillo? Foste in mano di qualche cerusico, pazienza!

- Stava fresco, Dio liberi! - saltò su la vecchia, come se l'avessero punta. - Per lo meno gli avrebbero tagliata la gamba a questo poveretto. Io non ho mai tagliato neppure un pelo in vita mia, grazie a Dio! Tutta grazia che mi dà il Signore! Ora state tranquillo, compare Cosimo, che non avete più bisogno di nulla -.

Ella sputava sul ginocchio enfiato l'empiastro che andava masticando; metteva le stecche e stringeva forte le bende, senza badare agli - ohi! - ciarlando sempre come una gazza. E quand'ebbe terminato si nettò le mani nella criniera ispida e grigia, che le faceva come una cuffia sporca sulla testa. - Sembra un diavolo quella strega! - ammiccava l'oste allo zio Mommu, il quale stava a guardare col naso malinconico, seduto sullo strapunto, le gambe penzoloni, e sgretolando a poco a poco il suo pane nero. Lo zio Cosimo s'era lasciato andare di nuovo supino, col viso stralunato e lucente di sudore, accarezzando colla mano il suo ragazzo, e balbettando che non era nulla. - Ora chi mi paga? - domandò infine la Gagliana.

- Non dubitate, che sarete pagata, - rispose il poveraccio più morto che vivo. - Venderò il mulo, se così vorrà Dio, e vi pagherò, sorella mia! Com'era un bel giorno di Natale, col sole che veniva fin dentro la stalla, e le galline pure, a beccare qualche briciola di pane, la gente che era stata a sentir messa a Primosole si fermava a bere un sorso a metà strada, vedendo compare Cosimo sul pagliericcio dello stallatico, volevano sapere il come ed il perché. Poi davano un'occhiata ai muli in fondo alla stalla. L'oste li faceva vedere, fiutando la senseria: - Belle e buone bestie! Quiete come il pane! Un affare d'oro per chi le compra, se compare Cosimo, Dio liberi, rimane storpio -. Il baio voltava indietro il capo come se capisse, colla sua boccata di fieno in aria.

- No, no, ancora non sono in questo stato! - lagnavasi compare Cosimo dal fondo del suo giaciglio.

- Diciamo così per dire, compare Cosimo, state tranquillo. Nessuno vi vuol toccare la roba vostra, se non volete voi. Qui c'è paglia e fieno per i vostri muli, e potete tenerceli cent'anni -. Lo sventurato pensava a quello che si sarebbero mangiati i muli, di fieno e di stallaggio, e lamentavasi:

- Stavolta non gliela faccio più la dote per la mia bambina che mi è nata adesso!

- Ora gli si manda la notizia, a vostra moglie. La prima volta che lo zio Mommu andrà a Licodia per vendere la sua roba -.

Così lo zio Mommu portò la brutta notizia alla moglie di compare Cosimo, masticando le parole, e dondolandosi ora su di una gamba e ora sull'altra, che alla prima non si capiva nulla, nella casa piena di vicine, mentre si aspettava il marito pel battesimo. Comare Menica, poveretta, nella prima furia voleva balzare dal letto, in camicia com'era, e correre al Biviere, se non era il medico che si mise a sgridarla: - Come le bestie, voialtri villani! Non sapete cosa vuol dire una febbre puerperale!

- Signore don Battista! Come posso fare a lasciare quel poveretto fuorivia, in mano altrui, ora ch'è in quello stato?... - E voi non vi movete! - appoggiava comare Stefana. - Vostro marito andrete a trovarlo poi. Temete che scappi?

- Date retta al medico, - aggiunse la Cilona. - Compare Cosimo è in mano di cristiani. Lo vedete qui, questo poveretto, che è venuto apposta? E lo zio Mommu accennava di sì con il capo, ritto dinanzi al letto, battendo gli occhi, non sapendo come fare per voltare le spalle ed andarsene per le sue faccende.

Indi la convalescenza, il baliatico, il bisogno dei figliuoli; e il tempo era passato. Compare Cosimo, quando infine la Gagliana gli aveva detto di alzarsi, era rimasto su di una sedia, alla porta dello stallatico, con una gamba più corta dell'altra. - Così com'è non ve la lasciavano neppure, se eravate in mano del cerusico! - gli disse la Gagliana per consolarlo.

I muli stessi se li mangiò metà lei e metà la stalla. Quando il povero zoppo, alla porta dell'osteria, vide Nunzio della Rossa che si portava via la sua lettiga, si mise a sospirare: - Queste campanelle non le udrò più! E lo zio Carmine anche lui disse:

- Che diavolo rimpiangete! Quel baio birbante che vi azzoppò a quel modo? Intanto bisognava pensare a buscarsi da vivere, lui e il suo ragazzo; e adesso ch'era conciato a quel modo per le feste, voleva essere un mestiere facile, di quelli poco pane e poca fatica. «Se hai un guaio, dillo a tutti». Lo zio Carmine, ch'era un buon diavolaccio, ne parlava con questo e con quello, e come seppe che uno della chiatta, lì vicino, era morto di malaria, disse subito a compare Cosimo: - Questo è quello che fa per voi -.

E tanto disse e tanto fece, per mezzo anche dello zio Antonio, l'oste di Primosole, lì accanto al Simeto, che il capoccia della chiatta chinò il capo e disse di sì anche lui. D'allora in poi compare Cosimo rimase a tirar la fune, su e giù pel fiume; e con ogni conoscente che passava, mandava sempre a dire a sua moglie che sarebbe andato a vederla, un giorno o l'altro, e la bambina pure. - Verrò a Pasqua. Verrò a Natale -. Mandava sempre a dire la stessa cosa; tanto che comare Menica ormai non ci credeva più; e Nanni, ogni volta, guardava il babbo negli occhi, per vedere se dicesse davvero.

Ma succedeva che a Pasqua e a Natale s'aveva sempre una gran folla da tragittare; talché quando il fiume era grosso c'erano più di cinquanta vetture che aspettavano all'osteria di Primosole. Il capoccia della chiatta bestemmiava contro lo scirocco e levante che gli toglieva il pan di bocca, e la sua gente si riposava: Mangialerba, bocconi, dormendo sulle braccia in croce; Ventura, all'osteria; e l'Orbo cantava tutto il giorno, ritto sull'uscio della capanna, a veder piovere, guardando il cielo cogli occhi bianchi. Comare Menica avrebbe voluto andarvi lei, a Primosole, almeno per vedere suo marito e portargli la bambina, ché il padre non la conosceva neppure, quasi non l'avesse fatta lui. - Andrò appena avrò presi i denari del filato, - diceva essa pure. - Andrò dopo la raccolta delle ulive, se mi avanza qualche soldo -.

Così passava il tempo. Intanto comare Menica fece una malattia mortale, di quelle che don Battista, il medico, se ne lavava le mani come Pilato.

- Vostra moglie è malata malatissima, - venivano a dirgli lo zio Cheli, compare Lanzare, tutti quelli che arrivavano da Licodia; e compare Cosimo stavolta voleva correre davvero, a piedi, come poteva.

- Prestatemi due lire per la spesa del viaggio, padron Mariano -.

Ma il capoccia rispondeva:

- Aspettate prima se vi portano un buona notizia. Alle volte, intanto che voi siete per via, vostra moglie guarisce, e voi ci perdete la spesa del viaggio -. L'Orbo invece consigliava di far dire una messa alla Madonna di Primosole, ch'è miracolosa. Finché giunse la notizia che da comare Menica c'era il prete. - Vedete se avevo ragione? - esclamò padron Mariano. - Cosa andavate a fare, se non c'era più aiuto? La bambina se l'era tolta in casa comare Stefana, per carità; e compare Cosimo era rimasto a Primosole col sul ragazzo. Tanto, l'Orbo gli diceva che, coll'aiuto di Dio, poteva vivere e morire alla chiatta al pari di lui, che vi mangiava pane da cinquant'anni. E ne aveva vista passare tanta della gente! Passavano conoscenti, passavano viandanti che nessuno sapeva donde venissero, a piedi, a cavallo, d'ogni nazione, se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume. - Come l'acqua del fiume stesso che se ne andava al mare, ma lì pareva sempre la medesima, fra le due ripe sgretolate: a destra le collinette nude di Valsavoia, a sinistra il tetto rosso di Primosole; e allorché pioveva, per giorni e settimane, non si vedeva altro che quel tetto tristo nella nebbia. Poi tornava il bel tempo, e spuntava del verde qua e là, fra le rocce di Valsavoia, sul ciglio delle viottole, nella pianura, fin dove arrivava l'occhio. Infine veniva l'estate, e si mangiava ogni cosa, il verde dei seminati, i fiori dei campi, l'acqua del fiume, gli oleandri che intristivano sulle rive, coperti di polvere. La domenica, cambiava. Lo zio Antonio, che teneva l'osteria di Primosole, faceva venire il prete per la messa, e mandava Filomena, la sua figliuola, a scopare la chiesetta, e a raccattare i soldi che i devoti vi buttavano dentro dal finestrino, per le anime del Purgatorio. Accorrevano dai dintorni, a piedi, a cavallo, e l'osteria si riempiva di gente. Alle volte arrivava anche il Zanno, che guariva di ogni male, colle sue scarabattole; o don Tinu, il merciaiuolo, con un grande ombrellone rosso, e schierava la sua mercanzia sugli scalini della chiesa, forbici, temperini, nastri e refe d'ogni colore. Nanni si affollava insieme agli altri ragazzi per vedere. Ma suo padre gli diceva sempre: - No, figliuolo mio, questa roba è per chi ha denari da spendere -.

Gli altri invece comperavano: bottoni, tabacchiere di legno, pettini di osso, e Filomena frugava dappertutto colle mani sudice, senza che nessuno le dicesse nulla, perché era la figliuola dell'oste. Anzi un giorno don Tinu le regalò un bel fazzoletto giallo e rosso, che passò di mano in mano. - Sfacciata! - dicevano le comari. - Fa l'occhio a questo e a quello per amor dei regali! - Un giorno Nanni li vide tutti e due dietro il pollaio, che si tenevano abbracciati. Filomena, che stava all'erta per timore del babbo, si accorse subito di quegli occhietti che si ficcavano nella siepe, e gli saltò addosso colla ciabatta in mano. - Cosa vieni a fare qui, spione? se stai a raccontare quel che hai visto, guai a te, veh! - Ma don Tinu la calmava con belle maniere: - Non lo strapazzate quel ragazzo, comare Mena, ché gli fate pensare al male -.

Però Nanni non poteva levarsi dagli occhi il viso rosso di Filomena, e le manacce di don Tinu che brancicavano. Quando lo mandavano a comperare il vino all'osteria, si piantava dinanzi al banco della ragazza, che glielo mesceva colla faccia tosta, e lo sgridava: - Guardate qua, cristiani! Non gli spuntano ancora i peli al mento, quel moccioso, e ha già negli occhi la malizia! Nanni voleva far lo stesso colla Grazia, la servetta dell'osteria, quando andavano insieme a raccoglier l'erbe per la minestra, lungo il fiume. Ma la fanciulla rispondeva:

- No. Tu non mi dai mai niente -.

Essa invece gli portava, nascoste in seno, delle croste di formaggio, che gli avventori avevano lasciato cadere sotto la tavola, o un pezzetto di pane duro rubato alle galline.

Accendevano un focherello fra due sassi, e giocavano a far la merenda. Ma Nanni finiva sempre il giuoco col buttar le mani sulla roba, e darsela a gambe. La ragazzetta allora rimaneva a bocca aperta, grattandosi il capo. E alla sera si buscava pure gli scapaccioni di Filomena, che la vedeva tornare spesso colle mani vuote. Nanni, per risparmiarsi la fatica, le arraffava anche la sua parte di cicoria o di finocchi selvatici.

Poi, il giorno dopo, giurava colle mani in croce che non l'avrebbe fatto più. E la poverina ci tornava sempre, appena lo vedeva da lontano, coi capelli rossi in mezzo alle stoppie gialle; si accostava quatta quatta, e gli si metteva alle calcagna come un cane. Quand'essa arrivava piagnucolando ancora per le busse che s'era buscate all'osteria, Nanni per consolarla le diceva: - E tu perché non scappi, e te ne vai a casa tua? Egli raccontava che aveva la sua casa anche lui, laggiù al paese, e i parenti e ogni cosa: di là da quelle montagne turchine; ci voleva una giornata buona di cammino, e un giorno o l'altro ci sarebbe andato. - Pianta i tuoi padroni e l'osteria, e te ne scappi a casa tua -. La ragazzetta ascoltava a bocca aperta, colle gambe penzoloni sul greto asciutto, guardando attonita là dove Nanni le faceva vedere tante belle cose, oltre i monti turchini. Infine si grattava il capo, e rispondeva:

- Non so. Io non ci ho nessuno -.

Egli intanto si divertiva a tirar sassi sull'acqua; o cercava di far scivolare Grazia giù dalla sponda, facendole il solletico. Poi si metteva a correre, ed egli la inseguiva a zollate. Andavano pure a scovare i grilli dalle tane, con uno sterpolino; o a caccia di lucertole. Nanni sapeva coglierle con un nodo scorsoio fatto in cima a un filo di giunco sottile; dentro al cerchietto che formava il nodo spuntava una bella campanella lucente, e le povere bestioline, assetate in quell'arsura, si lasciavano adescare. In mezzo alla gran pianura riarsa il fiume s'insaccava come un burrone enorme, fra le rive slabbrate. - Mostrava le ossa, - brontolavano quelli della chiatta. Talché anche i poveri diavoli ci si arrischiavano a guado, qualche miglio più in su. Tanti baiocchi levati di bocca a quegli altri poveri diavoli che stavano colla fune in mano tutto il giorno, sotto il solleone. E litigavano fra di loro, a digiuno. Nanni allora per un nulla si buscava delle pedate anche da suo padre, sciancato com'era. Di tanto in tanto passava una frotta di mietitori, che tornavano al mare, bianchi di polvere, e si calavano nel greto, uomini e donne, colle gambe nude, raccomandandosi ai loro santi, nel dialetto forestiero. Poi nell'afa della strada, diritta diritta, si vedeva venire da lontano il polverone che accompagnava qualche carro, o spuntava dall'altra parte la sonagliera mezza addormentata di un mulattiere. L'Orbo, che non aveva nessuno al mondo, e se l'era girato tutto, diceva: - Quello lì viene da Catania, quest'altro da Siracusa -. E sempre cuor contento, lui, raccontava agli uomini stesi bocconi le meraviglie che aveva visto laggiù, lontano lontano. E Nanni ascoltava intento, come aveva fatto la Grazia ai racconti che lui sballava, con delle allucinazioni di vagabondaggio negli occhi stanchi di vedere eternamente l'osteria dello zio Antonio, che fumava tutta sola, nella tristezza del tramonto. Ma chi gli mise davvero la pulce nell'orecchio fu il Zanno, una volta che lo chiamarono per lo zio Carmine al Biviere. Fin da Pasqua di Rose, i viandanti che venivano a passar la notte allo stallatico, e non lo vedevano, come al solito, a portar la paglia dal fienile o a riscuotere lo stallaggio, dicevano: - E compare Carmine? - Zio Mommu lo mostrava con un cenno del capo, lungo disteso nel pagliericcio, sotto un mucchio di bisacce; e Misciu, col cappuccio in capo, mangiato dalle febbri anche lui soggiungeva: - Ha la terzana -. Alle volte, quando alla voce riconosceva un conoscente, lo zio Carmine rispondeva con un grugnito: - Son qua. Sono ancora qua -.

Erano quasi sempre le stesse facce stanche che si vedevano passare, dinanzi al lumicino moribondo appeso al travicello, e tiravano fuori dalla bisaccia la scarsa merenda, accoccolati su di un basto, masticando adagio adagio. Lo zio Carmine non brontolava più, non si moveva più dalla sua cuccia, zitto e cheto. Soltanto quando udiva fermarsi alla porta una vettura, rizzava il capo come poteva, per amor del guadagno, e chiamava:

- O Misciu! Però non potevano lasciarlo morire a quel modo, come un cane. Ventura, Mangialerba, e spesso anche compare Cosimo, tirandosi dietro la gamba storpia, venivano apposta da Primosole, e stavano a guardare compare Carmine lungo disteso, con la faccia color di terra, come un morto addirittura. Infine risolvettero di chiamargli la Gagliana, quella vecchietta che faceva miracoli, a venti miglia in giro.

- Vedrete che la Gagliana vi guarirà in un batter d'occhio, - andavano dicendo a lui pure. - È meglio di un dottore quel diavolo di donna. Cosa ne dite, compare Carmine? Compare Carmine non diceva né sì né no, pensando al denaro che si sarebbe mangiato la Gagliana. Però nel forte della febbre tornava a piagnucolare:

- Chiamatemi pure la Gagliana, senza badare a spesa. Non mi lasciate morire senza aiuto, signori miei! La Gagliana la battezzò febbre pericolosa, di quelle che è meglio mandare pel prete addirittura. Giusto era sabato, e passava gente che tornava al paese. Tutto ciò gli rimase fitto in mente, a Nanni ch'era andato a vedere anche lui: i curiosi che dall'uscio allungavano il collo verso il moribondo; la Gagliana che cercava nelle tasche il rimedio fatto apposta, brontolando; e il malato che guardava tutti ad uno ad uno, cogli occhi spaventati. L'Orbo, a canzonare la Gagliana che non sapeva trovare il rimedio, le domandava: - Cosa ci vuole per farmi tornare la vista? Lo zio Carmine morì la notte istessa. Peccato! perché la domenica poi si trovò a passare il Zanno, il quale ci aveva il tocca e sana per ogni male! nelle sue scarabattole. Lo menarono appunto a vedere il morto. Ei gli toccò il ventre, il polso, la lingua, e conchiuse: - Se c'ero io, lo zio Carmine non moriva! Raccontava pure molte cose dei miracoli che aveva fatto, tale e quale come la Gagliana, dei paesi che aveva visti, e come Nanni ascoltava a bocca aperta, gli piacque quel ragazzetto, e gli disse, accarezzandogli i capelli rossi:

- Vuoi venire con me? Mi porterai la balla e ti farai uomo.

- Egli ha tutt'altra balla da portare! - sospirò compare Cosimo; e pensava nel tempo stesso che se gli succedeva una disgrazia, come quella di compare Carmine, il suo ragazzo restava in mezzo a una strada.

C'era anche l'oste di Primosole, il quale maritava Filomena con Lanzise, uomo dabbene che non sapeva nulla, e tornavano tutti da Lentini pel contratto, gli sposi, compare Antonio ed altra gente. Lanzise era uno che ci aveva il fatto suo, terra, buoi, e un pezzo di vigna lì vicino alla Savona, dicevano.

Il matrimonio fece chiasso. Talché venne anche don Tinu a vender roba pel corredo. La sera mangiava all'osteria come al solito. Non si sa come, a motivo di un conto sbagliato, attaccarono lite collo zio Antonio, e don Tinu gli disse: - becco! Compare Antonio era un omettino cieco d'un occhio, che al vederlo non l'avreste pagato un soldo. Però si diceva che avesse più di un omicidio sulla sua coscienza, e a venti miglia in giro gli portavano rispetto. Al sentirsi dire quella mala parola sul mostaccio da don Tinu, il quale aveva una faccia di minchione, andò a staccare lo schioppo dal capezzale, per spifferar le sue ragioni anche lui, mentre la moglie, che la malaria inchiodava in fondo a un letto da anni ed anni, rizzatasi a sedere in camicia, strillava:

- Aiuto che s'ammazzano, santi cristiani! E Filomena, per dividerli, buttava piatti e bicchieri addosso a don Tinu, gridando:

- Birbante! ladro! scomunicato!

- Che vi pare azione d'uomo cotesta, compare Antonio? - rispose don Tinu più giallo del solito. - Io non ho altro addosso che questo po' di temperino. - Avete ragione, - disse lo zio Antonio. - Vi risponderò colla stessa lingua che avete in bocca voi -. E andò a posare lo schioppo senza aggiunger altro.

Più tardi Nanni andava all'osteria per il vino, quando vide venirsi incontro don Tinu tutto stralunato, che si guardava attorno sospettoso. - Tè due soldi, - gli fece, - e và a dire a compare Antonio che l'aspetto qui, per quella faccenda che sa lui. Ma che nessuno ti veda, veh! La sera trovarono compar Antonio lungo disteso dietro una macchia di fichidindia, col suo cane accanto che gli leccava la ferita. - Che è stato, compare Antonio? Chi vi ha dato la coltellata? Compare Antonio non volle dirlo. - Portatemi sul mio letto, per ora. Se poi campo ci penso io; se muoio ci pensa Dio.

- Questo fu don Tino che me l'ammazzò! - strillava la moglie. - L'ha mandato a chiamare con Nanni dello zoppo! E Filomena badava a ripetere:

- Birbante! ladro! scomunicato!

Compare Cosimo, che aveva una gran paura della giustizia, se la prese anche lui col suo ragazzo, il quale si ficcava in quegli imbrogli.

- Se ti metto le mani addosso voglio romperti le ossa! - andava gridando.

E Nanni perciò se ne stava alla larga, dall'altra parte del fiume, col ventre vuoto, come una bestia inselvatichita. Grazia lo vide da lontano, coi capelli rossi, dietro l'abbeveratoio a secco, e corse a raggiungerlo. - Ora me ne vado col Zanno, - disse lui, - e alla chiatta non ci torno più -.

Poscia, rassicurato a poco a poco, vedendo che dietro il muro non spuntava lo zio Cosimo col bastone, si mise a sgretolare la sponda dell'abbeveratoio, tutta fessa e scalcinata, un sasso dopo l'altro, e dopo li tirava lontano; mentre la ragazzetta stava a guardare. Tutt'a un tratto s'accorsero che il sole era tramontato, e la nebbia sorgeva tutt'intorno, dal fiume e dalla pianura. - Senti! - disse Grazia. - Lo zio Cosimo che chiama! Nanni se la diede a gambe senza rispondere, e lei s'affannava a corrergli dietro, colla vesticciuola tutta sbrindellata che svolazzava sulle gambette nude. Camminarono un bel pezzo, e infine si trovarono soli, nella campagna buia, col cuore che batteva forte, lontano lontano dalla capanna delle chiatte, dove si udiva ancora cantare l'Orbo. Era una bella notte piena di stelle, e dappertutto i grilli facevano cri-cri nelle stoppie. Come Nanni si fermò, vide Grazia che gli veniva dietro.

- E tu dove vai? - le disse.

Essa non rispose. E tornarono a udirsi i grilli tutt'intorno. Non si udiva altro. Solo il fruscìo del grano in spiga al loro passaggio; e appena si fermavano ad ascoltare cadeva un gran silenzio, quasi il buio si stringesse loro ai panni. Di tanto in tanto correva una folata di ponente caldo, come un'ombra, sull'onda del seminato. Allora Grazia si mise a piangere.

Passava un vetturale coi suoi muli; e la piccina a piagnucolare:

- Portateci al paese, vossignoria, per carità! Il mulattiere, ciondoloni sul basto, borbottò qualche parola mezzo addormentato, e tirò di lungo. E i due fanciulli dietro. Arrivarono a uno stallatico, e si accoccolarono dietro il muro ad aspettare il giorno.

Quando Dio volle spuntò l'alba, e un gallo si mise a cantare d'allegria sul mucchio di concime. Da un sentierolo fra due siepi sbucò un vecchietto, con una bisaccia piena in spalla. Aveva la faccia buona, e Grazia gli domandò:

- Per andare al paese, vossignoria, da che parte si va? Lo zio Mommu accennò di sì col capo, e seguitò per la sua via, col naso a terra. Si misero dietro a lui, che andava a vendere la sua roba al paese, e arrivarono sulla piazza che era giorno chiaro. C'era già una donnicciuola imbacuccata in una mantellina bianca, la quale vendeva verdura e fichidindia. Delle altre donne entravano in chiesa. Davanti lo stallatico salassavano un mulo; e dei contadini freddolosi stavano a guardare, col fazzoletto in testa e le mani in tasca. In alto, nel campanile già tutto pieno di sole, la campana sonava a messa.

Essi andarono a sedere tristamente sul marciapiede, accanto al vecchietto con cui erano venuti, e che s'era messo a vender anatre e gallinelle che nessuno comprava, aspettando il Zanno che non veniva neppur lui. Il tempo passava, e passava anche della gente che veniva a comprare la verdura dalla donnicciuola colla mantellina, pesandola colle mani. Da una stradicciuola spuntarono due signori, col cappello alto, passeggiando adagio adagio, e si fermarono a contrattare lungamente, toccando la roba colla punta del bastone, senza comprar nulla. Poi venne la serva della locanda a prendere una grembialata di pomodori. Sulla piazza facevano passeggiare innanzi e indietro il mulo salassato. Infine lo speziale chiuse la bottega, mentre sonava mezzogiorno.

Allora lo zio Mommu tirò dalla bisaccia un pane nero, e si mise a mangiarlo adagio adagio con un pezzo di cipolla. Vedendo i due ragazzi che guardavano affamati, gliene tagliò una gran fetta per ciascuno, senza dir nulla. Infine raccolse la sua mercanzia, e se ne andò a capo chino, com'era venuto. Ora rimanevano soli e sconsolati. Si presero per mano e arrivarono sino alla fontana ch'era in fondo al paesetto. Per la strada che scendeva a zig zag nella pianura arrivava gente a ogni momento. Donne che venivano ad attinger acqua, vetturali che abbeveravano i muli, e coppie di contadini che tornavano dai campi, chiacchierando a voce alta, colle bisacce vuote avvolte al manico della zappa. Poi una mandra di pecore, in mezzo a un nuvolo di polvere. Un frate cappuccino, che tornava dalla cerca, saltò a terra da una bella mula baia, schiacciata sotto il carico, e si chinò a bere alla cannella, tutto rosso, sguazzando nell'acqua la barbona polverosa. Quando non passava alcuno, venivano delle cutrettole a saltellare sui sassi, in mezzo alla fanghiglia, battendo la coda. Lontano si udiva la cantilena dei trebbiatori nell'aia, perduta in mezzo alla pianura che non finiva mai, e cominciava a velarsi nelle caligini della sera. E in fondo, come un pezzetto di specchio appannato, il Biviere.

- Guarda com'è lontano! - disse Nanni col cuore stretto.

Il sole era già tramontato; ma non sapevano dove andare, e rimanevano aspettando, l'uno accanto all'altra seduti sul muricciuolo, nel buio. Infine si presero per mano e tornarono verso l'abitato. Nelle case luccicava ancora qualche finestra; però i cani si mettevano a latrare, appena i due ragazzi si fermavano presso a un uscio, e il padrone minaccioso gridava: - Chi è là? La fanciulletta scoraggiata buttò le braccia al collo di Nanni.

- No! No! - piagnucolava lui, - lasciami stare -.

Trovarono una tettoia addossata a un casolare, e vi passarono la notte, tenendosi abbracciati per scaldarsi. Li svegliò lo scampanìo del paese in festa, che il sole era già alto. Mentre andavano per via, guardando la gente che usciva vestita in gala, scorsero in piazza don Tinu il merciaiuolo, colle sue scarabattole di già in mostra, sotto l'ombrellone rosso. - Signore don Tinu, - gli disse Grazia tutta contenta. - Benvenuto a vossignoria! Don Tinu si accigliò e rispose:

- O tu chi sei? Io non ti conosco -.

La fanciulletta si allontanò mogia mogia. Ma don Tinu vide il ragazzetto, che guardava da lontano timoroso, e gli disse:

- Tu sei quello dell'osteria del Pantano, lo so. - Sissignore, don Tinu, - rispose Nanni col sorriso d'accattone. E tutto il giorno gli ronzò intorno, affannato, sul marciapiede. Quando vide che don Tinu raccoglieva la sua mercanzia, e stava per andarsene, si fece animo, e gli disse:

- Se mi volete con voi, vossignoria, io vi porterò la roba.

- Va bene, - rispose don Tinu. - Ma la tua compagna lasciala stare pei fatti suoi, ché non ho pane per tutti e due -.

Grazia scorata, si allontanò passo passo, colle mani sotto il grembiule, e poi si mise a guardare tristamente dall'altra cantonata, mentre Nanni se ne andava dietro al merciaiuolo, curvo sotto il carico. Un buon diavolaccio, quel don Tinu. Sempre allegro, anche quando gli lasciava andare una pedata o uno scapaccione. In viaggio gli raccontava delle barzellette per smaliziarlo e ingannare la noia della strada a piedi. Oppure gli insegnava a tirar di coltello, in qualche prato fuori mano. - Così ti farai uomo, - gli diceva.

Giravano pei villaggi, da per tutto dov'era la fiera. Schieravano in piazza la mercanzia, su di una panchetta, e vociavano nella folla. C'erano trecconi, bestiame, gente vestita da festa; e il Zanno che faceva veder l'Ecceomo, e si sbracciava a vendere empiastri e medaglie benedette, a strappare denti, e a dire la buona ventura, ritto su un trespolo, in un mare di sudore. I curiosi facevano ressa intorno, a bocca aperta, sotto il sole cocente. Poi veniva il santo colla banda, e lo portavano in processione. Dopo, tutta la giornata, le donne stavano sugli usci, cariche d'ori, sbadigliando. La sera accendevano la luminaria e facevano il passaggio.

Don Tinu ripeteva:

- Se restavi alla chiatta, con tuo padre, le vedevi tutte queste cose, di'? Capitarono anche una volta al paese di Nanni, il quale non ci si raccapezzava più, dopo tanto tempo, e passando davanti alla sua casa vide un ballatoio che non ci era prima, e della gente che non conosceva, e vi stava pei fatti suoi. Cercò anche dei parenti. Il fratello, Pierantonio, era lontano, camparo alle Madonìe, laggiù verso la marina; e la sorella, Benedetta, s'era maritata, un buon partito che le aveva procurato comare Stefana, dotandola coi suoi denari, e facevano tutti una famiglia, in una bella casa nuova, col terrazzino e il letto col cortinaggio, che quasi non volevano lasciarvi entrare quel vagabondo. Pure donna Stefana, per politica, come seppe chi era e donde veniva, gli fece dar da colazione, pane vino e companatico, in un angolo della tavola, che egli subito disse grazie, perché le due donne sembrava che gli contassero i bocconi, sua sorella ritta sull'uscio colle mani sul ventre e l'orecchio teso per sentire se capitava il marito, guardando di sottocchio donna Stefana come fosse sulle spine. - No e sì - sì e no. - Le parole cascavano di bocca, e il pane e il companatico pure. Toccarono appena del babbo e del fratello che erano lontani, uno di qua e l'altro di là, e tacquero subito perché poco avevano da dire, dopo tanto che non si erano visti. Benedetta anzi non aveva neppure conosciuto il babbo, come fosse figlia del peccato.

- Questa povera orfanella, - disse forte donna Stefana, - non ha avuto nessuno al mondo, né amici né parenti. Dillo tu stessa, figliuola mia. Se non ero io, come ti trovavi? Benedetta disse di sì, con un'occhiata riconoscente. Poi guardò il fratello, e chinò gli occhi. Infine gli chiese se contava di fermarsi molto, in paese, dandogli del voi, sempre cogli occhi bassi. Donna Stefana invece gli ficcava addosso i suoi, quasi volesse frugarlo sotto i panni, con certe occhiate sospettose che covavano le posate. Appena fuori dell'uscio si sentì dar tanto di catenaccio dietro le spalle. - Queste son cose che succedono, - disse poi don Tinu, quando seppe com'era andata la visita alla sorella. - Il mondo è grande, e ciascuno pei fatti suoi -.

Andavano pel mondo, di qua e di là, per fiere e per villaggi, sempre colla roba in collo, sicché infine una volta capitarono a Primosole, dopo tanto tempo. - Ora ti faccio vedere tuo padre, s'è ancora al mondo, - disse don Tinu. Nanni non voleva, fra la vergogna e la paura; ma il merciaio soggiunse:

- Lascia fare a me, che le cose le so fare -.

E andò avanti a prevenire compare Cosimo ch'era sempre lì, alla chiatta, su di un piede come le gru. - Ecco vostro figlio Nanni, compar Cosimo, che è venuto apposta per baciarvi le mani -.

Lo zio Cosimo aveva la terzana, e stava lì, al sole, appoggiato alla fune, col fazzoletto in testa, aspettando la febbre. - Che il Signore t'accompagni, figliuol mio, e ti aiuti sempre -. Adesso ch'era stremo di forza, gli venivano i lucciconi agli occhi, vedendo che bel pezzo di ragazzo s'era fatto il suo Nanni. Costui narrava pure di Benedetta e del fratello, ch'era stato a cercarli; e il padre, tutto contento, scrollava, tentennava il capo, colla faccia sciocca. Una miseria, in quella chiatta: Ventura partito per cercar fortuna altrove; Mangialerba più che mai sotto i piedi della sua donnaccia, becco e bastonato, e l'Orbo sempre lo stesso, attaccato alla fune come un'ostrica e allegro come un uccello, che cantava nel silenzio della malaria, guardando il cielo cogli occhi bianchi. - Con me vostro figlio girerà il mondo, e si farà uomo. - ripeteva don Tinu. Anche lo zio Antonio, poveretto, non era più quello di prima, e stava lì, sull'uscio dell'osteria, inchiodato dalla paralisi sulla scranna, a salutar la gente che passava, colla faccia da minchione, per tirare gli avventori. - Benedicite, vossignoria. Che non mi riconoscete più, zio Antonio? - gli disse il merciaiuolo fermandosi a salutarlo. Lo zio Antonio accennava di sì col capo, come pulcinella. Allora don Tinu trasse fuori un bel sigaro e glielo mise nelle mani che tremavano continuamente, posate sulle ginocchia.

Ma l'altro scosse il capo, accennando di no, che non poteva. Don Tinu, per cortesia, gli chiese infine di sua moglie, e di comare Filomena, che non si vedevano, nell'osteria deserta; e il vecchio, colle mani tremanti, accennò di qua e di là, lontano, verso il camposanto e verso la città. Per bere un sorso, dovettero sgolarsi a chiamare un ragazzaccio che compare Antonio s'era tirato in casa, onde fare andare l'osteria, e arrivò dall'orticello abbandonato, tutto sonnacchioso, fregandosi gli occhi, insaccato in un giubbone vecchio dello zio Antonio che gli arrivava alle calcagna. - Abbiamo fatto un'opera di carità, - osservò don Tinu nel pagare il vino bevuto. - Statevi bene, compare Antonio -.

Così era fatto don Tinu, colle mani sempre aperte, quando ne aveva, e il cuore più aperto ancora. Gli piaceva ridere e divertirsi, e aveva amici e conoscenti in ogni luogo. Spesso lasciava Nanni al negozio, diceva lui, e correva a godersi la festa di qua e di là colle comari (aveva comari da per tutto). Appena arrivava in un paese lo mandavano a chiamare di nascosto, e gli facevano trovare il desco apparecchiato dietro l'uscio, mentre il marito era alla processione colla testa nel sacco. Finché une volta, per la festa del Cristo, a Spaccaforno, portarono don Tinu a casa su di una scala, come un Ecceomo davvero.

Era stata Grazia che era venuta a chiamarlo: - Signore don Tinu, vi aspettano dove sapete vossignoria -.

Don Tinu esitava, grattandosi la barba. Non che avesse paura, no. Ma quella ragazza allampanata gli portava la jettatura, c'era da scommettere. Lei intanto rimaneva sull'uscio della bottega, sorridendo timidamente, col viso nella mantellina rattoppata. Nanni che da un pezzo non la vedeva, le disse:

- O tu come sei qui?

- Son venuta a piedi, - rispose Grazia, tutta contenta che le avesse parlato. - Son venuta a piedi da Scordia e Carlentini, perché laggiù morivo di fame. Ora fo i servizi a chi mi chiama -.

S'era fatta grande, tanto che la vesticciuola sbrindellata non arrivava a coprirle del tutto le gambe magre; colla faccia seria e pallida di donna fatta che ha provato la fame: e due pèsche fonde e nere sotto gli occhi. Nanni che stava leccando col pane il piatto di don Tinu le disse:

- Tè; ne vuoi? - Ma Grazia si vergognava a dir di sì.

- Io sto con don Tinu, e faccio il merciaiuolo, - aggiunse Nanni.

Ad un tratto egli si fece serio, guardandola fiso.

- Entra! La ragazza esitava, intimidita da quegli occhi. Nanni ripeté:

- Entra, ti dico! sciocca! E la tirò pel braccio chiudendo l'uscio. Ella obbediva tutta tremante. Poi gli buttò le braccia al collo.

- Tanto tempo che ti volevo bene! E ricominciò a narrar la storia del suo misero vagabondaggio: la fame, il freddo, le notti senza ricovero, gli stenti e le brutalità che aveva sofferto; seduta sulla balla della mercanzia, colla schiena curva, le braccia abbandonate sulle ginocchia, ma gli occhi lucenti di contentezza adesso, e una gran gioia che le si spandeva infine sul viso sbattuto e scarno.

- Sai, tanto tempo che ti volevo bene! Ti rammenti? quando s'andava tu ed io per l'erbe della minestra a Primosole? e l'isolotto che lasciava il fiume quando era magra? e quella notte che abbiamo dormito insieme dietro un muro, sulla strada di Francofonte? Poi, quando tu te ne sei andato con don Tinu, e non sapevo che fare, né dove andare... Quella donna che vendeva i fichidindia, vedendomi ogni giorno a frugare nel mondezzaio, fra le bucce e i torsi di lattuga, mi dava ora una crosta di pane ed ora qualche cucchiaiata di minestra. Ma essa pure dovette andarsene, quando finì il tempo dei fichidindia, ed io partii con quello che faceva gente per la raccolta delle ulive, laggiù al Leone. Presi le febbri e mi mandarono all'ospedale. Dopo non mi vollero più perché dicevano che mi mangiavo il pane a tradimento. Sono stata anche a dissodare, dov'hanno fatto quella gran piantagione di vigne, al Boschitello; e ho lavorato allo stradone, e ci sarei tuttora a mangiar pane, se non fosse stato pel soprastante... - S'interruppe, facendosi rossa, e guardò Nanni timorosa. Ma a costui non gliene importava nulla. Le disse solo:

- Vattene ora, ché sta per tornare il mio padrone -.

La poveretta si lasciava spingere verso l'uscio, col capo chino sotto la mantellina rattoppata, balbettando: - Non ci ho colpa, ti giuro, per la Madonna Addolorata! Cosa potevo fare? Egli era il soprastante... Tu non c'eri più!... Non sapevo dov'eri nemmeno... - Sì, sì, va bene. Adesso vattene, ché sta per venire don Tinu, - ripeteva lui allungando il collo fuori dell'uscio, di qua e di là della straduccia, come un ladro. Infine la ragazza se ne andò adagio adagio, rasente al muro.

Poco dopo portarono a casa il merciaiuolo colle ossa rotte; ché lo zio Cheli, per combinazione, tornando prima del solito, aveva trovato don Tinu che gli faceva il pulcinella in casa.

Il Zanno nel medicare il merciaiuolo andava predicando:

- Coi villani ci vuole prudenza, don Tinu caro! ché son peggio delle bestie. Vetturali poi, Dio liberi!... Ogni volta, quando gli capitava male, don Tinu si sfogava dopo col ragazzo, a calci e scapaccioni; tanto che agli strilli accorrevano l'oste e i viandanti, e il Zanno gli diceva: - Non gli dar retta, figliuol mio, perché il tuo padrone dev'essere ubriaco -. Il Zanno invece se voleva ubriacarsi si chiudeva nella sua stanzetta, faccia a faccia colla bottiglia. Non gridava, non picchiava nessuno, sempre con quel risolino furbo sulla faccia magra; e le donne venivano a cercarlo a casa sua di soppiatto, verso sera, imbacuccate sino al naso, e chiudeva a catenaccio. Tutto il giorno sempre allegro, a strappar denti senza dolore, vendere empiastri e intascar soldi. Nanni, allorché lo incontrava per le piazze, nelle bettole, andando di qua e di là per fiere e per paesi, gli ripeteva:

- Vi rammentate, vossignoria, quando mi diceste se volevo venire con voi a fare il Zanno, quella volta che morì lo zio Carmine, allo stallatico del Biviere? Il Zanno fingeva di non capire, perché non voleva aver questioni con don Tinu; ma infine, messo alle strette, si lasciò scappare:

- Bè, se il tuo padrone ti manda via, io non ci ho difficoltà a pigliarti con me -.

Nanni se la legò al dito, e la prima volta che il merciaio si sciolse la cinghia per menargli la solfa addosso, gli disse brusco:

- Don Tinu, lasciamo stare la cinghia, vossignoria, ché se no stavolta finisce male.

- Ah, carogna! e rispondi anche! Ti farò vedere io come finisce!...

- Lasciate stare la cinghia, don Tinu, o finisce male, vi ho detto -.

E mise la mano in tasca.

Don Tinu ch'era stato il suo maestro e gli vide la faccia pallida, mutò subito registro: - Ah, così rispondi al tuo padrone? Ora ti lascio morir di fame. Pigliati la tua roba, e via di qua -.

Nanni raccolse i quattro cenci nel fazzoletto e conchiuse:

- Benedicite a vossignoria -.

E se ne andò a trovare il Zanno.

- Bada che qui si guarda e non si vede: si ode e non si sente: si ha bocca e non si parla - gli disse il Zanno per prima cosa. - Se hai giudizio starai bene; se hai la lingua lunga andrai a darla ai cani, come quel re che aveva le orecchie lunghe e non poteva tenere una cosa sullo stomaco. Io non faccio chiacchiere né chiassi come don Tinu, bada! Marcia, torna e sparisci! E bravo chi ti trova! Menavano una vita allegra, ma sempre coll'orecchio teso e un piede in aria. Di notte, se picchiavano all'uscio, era un lungo tramestìo, un ciangottare dietro l'uscio, un andare e venire prima di tirare il catenaccio. Poi Nanni udiva il suo padrone che parlava con qualcuno sottovoce nell'altra stanza, e pestare nel mortaio; oppure erano strilli e pianti soffocati. Una notte, che non poteva chiudere occhio, vide dal buco della serratura il Zanno che intascava dei soldi, e una che gli parve Grazia, bianca come la cera vergine, la quale se ne andava barcollando.

Ma il Zanno, appena gli chiese se era davvero Grazia, montò in furia come una bestia.

- Tu sei troppo curioso, figliuol mio, e un giorno o l'altro ti finisce male -. E gli finì male davvero, per un altro motivo. Un giorno, per la festa dell'Immacolata, appena rizzarono il trespolo sulla piazza di Spaccaforno, vennero gli sbirri e li acciuffarono tutti e due, cogli unguenti e gli elisiri, e li portarono al Criminale, accusati d'infanticidio. Ma allorché il Zanno vide Grazia sullo scanno, accusata insieme a loro, si mise a giurare e spergiurare colle mani in croce che non l'aveva mai vista né conosciuta, com'è vero Iddio! Ma c'erano testimoni che avevano visto quella ragazza con Nanni tempo fa, quando egli era passato un'altra volta da Spaccaforno con don Tinu il merciaio, nella settimana santa, anzi egli aveva chiuso l'uscio. Grazia, più morta che viva, balbettava:

- Signor giudice, fatemi tagliare la testa, ché sono una scellerata! Prima feci il peccato e poi non seppi far la penitenza -.

Era stato per la disperazione, dacché tutti la scacciavano come un cane malato... e per la vergogna anche... Sì, perché no? dopo che Nanni l'aveva mandata via, e cominciava a capire il male che aveva fatto... Fu una notte, nel casolare abbandonato dietro il ponticello, che prima serviva pei lavoranti della strada... Una notte che pioveva... e le pareva di morire, lì, sola e abbandonata... E non sapeva come fare, con quella creaturina abbandonata al par di lei... Poi, quando non l'udì più vagire, e la vide tutta bianca, si strascinò sino al burrone, là, nella cava delle pietre, e l'avvolse nel grembiule, prima, povere carni tenere d'innocente! Ma Nanni non sapeva nulla, com'è vero Dio. Non s'erano più visti... Potevano andare loro stessi, a vedere lì nella cava delle pietre, vicino al casolare, giù dal ponticello... Così Grazia andò in galera, ma loro se la cavarono colla sola paura della forca, il Zanno e l'aiutante. Però il Zanno fece voto a Dio e al Cristo di Spaccaforno che giovani non ne voleva più alla cintola, com'è vero Gesù Sacramentato! Nanni girò ancora un po' di qua e di là, finché spinto dalla fame tornò a Primosole, dove almeno ci aveva qualcuno. Trovò che suo padre era sotto terra, e l'Orbo guidava lui la chiatta, asciutto come un osso. Giusto c'era Filomena, che cominciava a farsi vecchia, e nessuno la voleva per quella storia di don Tinu e gli altri sdruccioloni che si erano scoperti dopo; la Filomena adesso gli diceva ogni volta: - Io ci ho la mia roba, grazie a Dio, e il marito che volessi prendere starebbe come un principe -.

L'Orbo, che faceva da mezzano per un bicchier di vino, aiutava: - L'ho vista io con questi occhi. - Per me, - rispose alfine Nanni, - se voi siete contenta, sono contento io pure -.

E si fece il nido come un gufo. Di correre il mondo ne aveva abbastanza ora, e badava a mangiare e bere colla moglie e gli avventori, che tenevano allegra la casa e lasciavano dei soldi nel cassetto. Ogni tanto gli portavano la notizia:

- Sapete, zio Giovanni? vostro fratello gli è successo un accidente -. Oppure:

- Gnà Benedetta, vostra sorella, ha avuto un altro maschio -.

Tale e quale come suo padre, che aveva messo radici a Primosole, dopo che era rimasto zoppo, e venivano a dirgli sin lì quel che succedeva al mondo di qua e di là.

Un giorno, dopo anni e anni, in mezzo a una torma di mietitori, vide passare anche una vecchia che neppure il diavolo l'avrebbe più riconosciuta, mangiata com'era dalla fame e dagli strapazzi, la quale gli disse: - Che non mi riconoscete più, compare Nanni? Sono Grazia, vi rammentate? Ma egli la mandò subito via per paura di Filomena che ascoltava dal letto, come aveva fatto l'altra volta per paura del padrone che stava per venire. Ora voleva godersi tranquillamente la sua pace e la provvidenza che il Cielo mandava, insieme alla moglie che gli aveva dato Dio. E se si trovavano a passare il Zanno oppure don Tinu, che ora gli portavano rispetto, e lasciavano anche loro bei soldi all'osteria, soleva dire con la moglie, o con chi c'era: - Poveri diavoli! Costoro vanno ancora pel mondo a buscarsi il pane!


1 - Vagabondaggio 1 - Wandern 1 - Wandering 1 - L'errance 1 - ワンダリング 1 - Zwerven 1 - Deambulação

Nanni Lasca, da ragazzo, non si rammentava altro: suo padre, compare Cosimo, che tirava la fune della chiatta, sul Simeto, con Mangialerba, Ventura e l'Orbo; e lui a stendere la mano per riscuotere il pedaggio. Nanni Lasca erinnerte sich als Junge an nichts anderes: seinen Vater Cosimo, der auf dem Simeto mit Mangialerba, Ventura und dem Orbo das Seil des Lastkahns zog; und er streckt die Hand aus, um die Maut zu kassieren. Nanni Lasca, as a boy, did not remember anything else: his father, Cosimo, who was pulling the barge's rope on the Simeto with Mangialerba, Ventura and the Orbo; and he to extend his hand to collect the toll. Nanni Lasca, enfant, ne se souvenait de rien d'autre : son père, le compare Cosimo, tirant la corde de la péniche, sur le Simeto, avec Mangialerba, Ventura et Orbo ; et lui tendant la main pour percevoir le péage. Nanni Lasca fiúként nem emlékezett semmire: apja, Cosimo jelenik meg, aki a bárkány kötélét húzta a Simeto-ra a Mangialerba, a Ventura és az Orbo mellett; és kinyújtotta a kezét, hogy beszedje az útdíjat. Nanni Lasca, em criança, não se lembrava de mais nada: o seu pai, comparado com Cosimo, a puxar a corda da barcaça, no Simeto, com Mangialerba, Ventura e Orbo; e ele a estender a mão para cobrar a portagem. Нанни Ласка, будучи мальчиком, не помнил ничего другого: его отец, сравни Козимо, тянущий канат баржи на Симето вместе с Манджалербой, Вентурой и Орбо; и он, протягивающий руку для сбора пошлины. Passavano carri, passavano vetturali, passava gente a piedi e a cavallo d'ogni paese, e se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume. Wagen fuhren vorbei, Kutscher fuhren vorbei, Menschen aus allen Ländern kamen zu Fuß und zu Pferd vorbei, und sie zogen hinaus in die Welt, auf beiden Seiten des Flusses. Wagons passed by, coachmen passed by, people passed on foot and on horseback from every country, and they went off into the world, on both sides of the river. Les voitures passent, les cochers passent, les gens à pied et à cheval de tous les pays passent, et ils font le tour du monde, de ce côté-ci et de l'autre côté du fleuve. Passavam carruagens, cocheiros, pessoas a pé e a cavalo de todos os países, e davam a volta ao mundo, de um lado e do outro do rio. Prima compare Cosimo aveva fatto il lettighiere. Zuerst scheint Cosimo ein Wurf gewesen zu sein. First appears Cosimo had been a litterist. Auparavant, Cosimo avait travaillé dans les ordures ménagères. Anteriormente, Cosimo tinha sido um trabalhador da lixeira. E Nanni aveva accompagnato il babbo nei suoi viaggi, per strade e sentieri, sempre coll'allegro scampanellìo delle mule negli orecchi. Und Nanni hatte seinen Vater auf seinen Reisen begleitet, über Straßen und Wege, immer mit dem fröhlichen Klingeln der Maultiere im Ohr. Και ο Νάνι είχε συνοδεύσει τον πατέρα του στα ταξίδια του, σε δρόμους και μονοπάτια, πάντα με το χαρούμενο κουδούνισμα των μουλαριών στα αυτιά του. And Nanni had accompanied his father on his travels, along roads and paths, always with the cheerful ringing of the mules in his ears. Et Nanni avait accompagné son père dans ses voyages, le long des routes et des chemins, avec toujours à l'oreille le joyeux cliquetis des mules. E Nanni tinha acompanhado o pai nas suas viagens, por estradas e caminhos, sempre com o alegre bater das mulas nos ouvidos. И Нанни сопровождал отца в его путешествиях, по дорогам и тропинкам, всегда с веселым звоном мулов в ушах. Ma una volta, la vigilia di Natale - giorno segnalato - tornato a Licodia colla lettiga vuota, compare Cosimo trovò al Biviere la notizia che sua moglie stava per partorire. Aber einmal, an Heiligabend – einem besonderen Tag –, als er mit einer leeren Sänfte nach Licodia zurückkehrte, fand Compare Cosimo im Biviere die Nachricht, dass seine Frau kurz vor der Geburt stand. But once, on Christmas Eve - a marked day - when he returned to Licodia with an empty litter, Compare Cosimo found at the Biviere the news that his wife was about to give birth. Mais une fois, la veille de Noël - un jour signalé - étant revenu à Licodia avec une litière vide, le comparse Cosimo apprit à la Bivière que sa femme était sur le point d'accoucher. Mas, uma vez, na véspera de Natal - um dia relatado -, tendo regressado a Licodia com uma liteira vazia, compara Cosimo com a notícia, na Biviere, de que a sua mulher estava prestes a dar à luz. - Comare Menica stavolta vi fa una bella bambina, - gli dicevano tutti all'osteria. "Comare Menica is making you a beautiful child this time," everyone told him at the tavern. - Comare Menica te fera une gentille petite fille cette fois-ci", lui ont dit toutes les personnes présentes dans la taverne. - Desta vez, o Comare Menica vai fazer-te uma menina bonita", disseram-lhe todos os presentes na taberna. E lui, contento come una Pasqua, si affrettava ad attaccare i muli per arrivare a casa prima di sera. Und er, glücklich wie ein Osterfest, beeilte sich, die Maultiere anzugreifen, um vor Abend nach Hause zu kommen. Et lui, heureux comme une moule, se dépêche d'atteler les mules pour rentrer à la maison avant la tombée de la nuit. E ele, feliz da vida, apressou-se a atrelar as mulas para chegar a casa antes do anoitecer. Il baio, birbante, che lo guardava di mal'occhio, per certe perticate che se l'era legate al dito, come lo vide spensierato, che si chinava ad affibiargli il sottopancia canterellando, affilò le orecchie a tradimento - jjj! Der Braune, Schlingel, der ihn wegen gewisser Perticas, die ihm an den Finger gebunden waren, mit bösem Auge ansah, als er ihn sorglos sah, der sich bückte, um seinen Gurt singend festzunageln, spitzte verräterisch seine Ohren - jjj! The bay, rascal, who looked at him with a bad eye, for certain perticas that he had tied it to his finger, as he saw him carefree, who bent down to pin his girth singing, sharpened his ears treacherously - jjj! Le bai, coquin, qui le regardait d'un œil méfiant, à cause de certaines perles qu'il avait attachées à son doigt, en le voyant insouciant, se pencher pour lui poser la sangle en chantant, aiguisa perfidement ses oreilles - jjj ! O baio, malandro, que o olhava com desconfiança, por causa de certas perticulas que tinha atado no dedo, ao vê-lo despreocupado, inclinando-se para lhe pôr a cinta a cantar, aguçou as orelhas traiçoeiramente - jjj! Гнедой, плутоватый, настороженно поглядывавший на него из-за каких-то перышек, которые он завязывал на пальце, увидев, как он беззаботно, наклонившись, чтобы наложить подпругу, поет, предательски заострил уши - jjj! - e gli assestò un calcio secco. - und gab ihm einen kräftigen Tritt. - και του έδωσε μια απότομη κλωτσιά. - And dealt him a sharp kick. - et lui a donné un coup de pied. - e deu-lhe um pontapé rápido.

Nanni era rimasto nella stalla, a scopare quel po' d'orzo rimasto in fondo alla mangiatoia. Nanni war im Stall geblieben und hatte die kleine Gerste weggefegt, die am Boden der Krippe übriggeblieben war. Η Νάνι είχε μείνει στο στάβλο, σκουπίζοντας το κριθαράκι που είχε απομείνει στο κάτω μέρος της φάτνης. Nanni had remained in the stable, sweeping up the little barley left at the bottom of the manger. Nanni était resté dans l'étable, bousculant le peu d'orge qui restait au fond de la mangeoire. Нанни оставалась в сарае, сминая то немногое, что осталось от ячменя на дне яслей. Al vedere il babbo lungo disteso nell'aia, che si teneva il ginocchio colle due mani, e aveva la faccia bianca come un morto, volle mettersi a strillare. Als er sah, wie sein Vater im Hof ausgestreckt lag, sein Knie mit beiden Händen hielt und sein Gesicht so weiß wie ein toter Mann war, wollte er schreien. Seeing his father stretched out in the yard, holding his knee with both hands, and his face as white as a dead man, he wanted to scream. Lorsqu'il vit son père allongé dans la cour de la ferme, se tenant le genou à deux mains, le visage blanc comme un mort, il eut envie de crier. Quando viu o pai deitado no pátio da quinta, segurando o joelho com as duas mãos, com a cara branca como um morto, teve vontade de gritar. Ma compare Cosimo balbettava: - Va' a pigliare dell'acqua fresca, piuttosto. But compare Cosimo stammered: - Go get some fresh water instead. Mais Cosimo balbutia : - Va plutôt chercher de l'eau fraîche. Mas, comparativamente, o Cósimo gaguejou: - Vai buscar água fresca. Va' a chiamare lo zio Carmine, che mi aiuti -. Vai buscar o tio Carmine para me ajudar -. Accorse il ragazzo dell'osteria col fiato ai denti. The tavern boy rushed in with bated breath. Le tavernier se précipite à l'intérieur en retenant son souffle. O rapaz da taberna apressou-se a entrar com a respiração suspensa. - O ch'è stato, compare Cosimo? - Ou quem é que foi, o camarada Cosimo? - Niente, Misciu. - Nada, Misciu. Ho paura di aver la gamba rotta. I'm afraid I have a broken leg. Receio que a minha perna esteja partida. Va' a chiamare il tuo padrone piuttosto, che mi aiuti -. Vai chamar o teu mestre, para que ele me ajude -. Lo zio Carmine andava in bestia ogni volta che lo chiamavano: - Che c'è? L'oncle Carmine devient fou furieux chaque fois qu'on l'appelle : - Quoi ? O tio Carmine ficava furioso sempre que o chamavam: - O quê? Cos'è successo? O que é que aconteceu? Non mi lasciano stare un momento, santo diavolone! They won't let me stay for a moment, holy devil! Eles não me deixam em paz nem por um momento, por amor de Deus! - Finalmente comparve sulla porta, sbadigliando, col cappuccio sino agli occhi.- Cos'è stato? - Finally he appeared at the door, yawning, hood up to his eyes. - What was that? - Enfin, il apparut dans l'embrasure de la porte, bâillant, le capuchon remonté sur les yeux.- Qu'est-ce que c'était ? - Por fim, apareceu à porta, bocejando, com o capuz à altura dos olhos... O que foi isto? Ora che volete? O que é que quer agora? Lasciate fare a me, compare Cosimo -. Leave it to me, Comrade Cosimo -. Deixe isso comigo, camarada Cosimo.

Il poveraccio lasciava fare, colla gamba ciondoloni, come se non fosse stata più roba sua. The poor guy let it go, leg dangling, as if it was no longer his stuff. Le pauvre homme s'est laissé faire, la jambe pendante, comme si elle n'était plus la sienne. - Questa è roba della Gagliana, - conchiuse lo zio Carmine, posandolo di nuovo in terra adagio adagio. - Ce sont les affaires de Gagliana", conclut l'oncle Carmine, en reposant lentement l'objet sur le sol. Allora compare Cosimo sbigottì, e si abbandonò sul ciglione, stralunato. Then compare Cosimo was startled, and he abandoned himself on the ledge, dazed. Le comparse Cosimo chancelle alors et s'abandonne sur le rebord, désemparé.

- Sta' zitto, malannaggia! - Shut up, damn it! - Taisez-vous, bon sang ! che gli fai la jettatura, a tuo padre! what are you jetting him, to your father! que vous abandonniez votre père ! - esclamò lo zio Carmine, seccato dal piagnucolare che faceva Nanni, seduto sulle calcagna. - s'exclame l'oncle Carmine, agacé par les jérémiades de Nanni, assis sur ses talons.

Cadeva la sera, smorta, in un gran silenzio. Le soir tombe, morne, dans un grand silence. Poi si udirono lontano le chiese di Francofonte, che scampanavano. Then the churches of Francofonte were heard in the distance, ringing. Puis les églises francophones se font entendre au loin, en chantant.

- La bella vigilia di Natale che mi mandò Domeneddio! - balbettò compare Cosimo, colla lingua grossa dallo spasimo.

- Sentite, amico mio, - disse infine lo zio Carmine, che sentiva l'umidità del Biviere penetrargli nelle ossa. - Listen, my friend,‖ Uncle Carmine finally said, feeling the moisture of the Biviere seeping into his bones. - Qui non possiamo farvi nulla. - Here we cannot do anything to you. Per muovervi di come siete adesso, ci vorrebbe un paio di buoi. Pour se déplacer comme vous le faites actuellement, il faudrait une paire de bœufs.

- Che mi lasciate così, in mezzo alla strada? - si mise a lamentarsi compare Cosimo.

- No, no, siamo cristiani, compare Cosimo. Bisogna aspettare lo zio Mommu per darci una mano. Intanto vi manderò un fascio di fieno, e anche la coperta della mula, se volete. En attendant, je vous enverrai une botte de foin, ainsi que la couverture de la mule, si vous le souhaitez. Il fresco della sera è traditore, qui nel lago, amico mio. La fraîcheur du soir est traîtresse ici dans le lac, mon ami. Tredici anni che compro medicine!

- Ha la malaria nella testa il padrone, - disse poi Misciu, il ragazzo della stalla, tornando col fieno e la coperta. - Non fa altro che dormire, tutto il giorno -.

Intanto sopra i monti spuntava la prima stella; poi un'altra, poi un'altra. Compare Cosimo, sudando freddo, col naso in aria, le contava ad una ad una, e tornava a lamentarsi: Comparez Cosimo, en sueur froide, le nez en l'air, les a comptés un par un, et s'est remis à se plaindre :

- Che non giunge mai compare Mommu? - Ça ne vient jamais Mommu ? Che mi lasciate qui stanotte, cristiani? What are you leaving me here tonight, Christians?

- Tornerà, tornerà, non dubitate, - rispondeva Misciu accoccolato su di un sasso, col mento nelle mani. "He'll come back, he'll come back, don't doubt," replied Misciu crouched on a stone, with his chin in his hands. - Il reviendra, il reviendra, n'en doutez pas", répond Misciu, accroupi sur une pierre, le menton entre les mains.

- È andato a caccia pel Biviere. Alle volte passano mesi e settimane senza che lo veda anima viva. Ma ora ch'è Natale deve venire per prendere la sua roba -. E il ragazzo, mentre ciaramellava, s'andava appisolando anche lui, col mento sulle mani, raggomitolato nei suoi cenci. Et le garçon, tout en se châlant, s'assoupissait lui aussi, le menton sur les mains, recroquevillé dans ses haillons. - Viene di notte, viene di giorno, secondo va la caccia. - He comes in the night, he comes in the day, according to the hunt. Quando si mette alla posta delle anatre, lo zio Carmine gli lascia la chiave sotto l'uscio. When he goes to the duck post, Uncle Carmine leaves him the key under the door. Lorsqu'il se rend à la canardière, l'oncle Carmine laisse la clé sous la porte. Poi dorme di giorno, o va a vendere la selvaggina di qua e di là; ma la sua roba l'ha sempre qui, nella stalla, appesa al capezzale: il cavicchio pel fucile, il cavicchio per la carniera, ogni cosa al suo posto. Then he sleeps during the day, or he goes to sell game here and there; but his stuff always has it here, in the stable, hanging from the bedside: the peg for the gun, the peg for the game bag, everything in its place. Il dort ensuite pendant la journée, ou va vendre son gibier ici ou là ; mais il a toujours ses affaires ici, dans l'étable, accrochées à son chevet : le robinet pour le fusil, le robinet pour la boîte à viande, tout est à sa place. Tanti anni che sta qui. Lo zio Carmine dice ch'era ancora giovane... - Quando compare Cosimo tornava a lamentarsi, il ragazzo trasaliva, quasi lo svegliassero, e poi tornava a borbottare, come in sogno. When Cosimo appears he would complain again, the boy startled, as if they woke him up, and then he would grumble again, as if in a dream. Lorsque Cosimo revient se plaindre, le garçon grimace, comme s'il le réveillait, puis se remet à marmonner, comme dans un rêve. Nanni, stanco di singhiozzare, sbarrava gli occhi nel buio. Nanni, tired of sobbing, widened his eyes in the dark. Nanni, fatiguée de sangloter, cligna des yeux dans l'obscurité. Tutt'a un tratto scappò una gallinella, schiamazzando. All of a sudden a little hen ran away, cackling. Tout à coup, une jeune poule s'est échappée en caquetant. - O zio Mommu! - si mise a chiamare Nanni ad alta voce. Dopo si spandeva un gran silenzio, nella notte. After that there was a great silence in the night. Ensuite, un grand silence s'est répandu dans la nuit.

- Sono io! - disse infine Misciu. - Non risponde per non spaventar le anatre. - He doesn't answer so as not to frighten the ducks. - Il ne répond pas pour ne pas effrayer les canards. Poi ci ha fatta l'abitudine, a quella vita, e non parla mai -. Then he got used to that life, and he never talks -. Puis il s'est habitué, à cette vie, et il ne parle plus -. Però si udiva già il fruscìo dei giunchi secchi, e il tonfo degli scarponi dello zio Mommu, che sfangava nel greto. But there was already the rustle of the dry rushes, and the thud of Uncle Mommu's boots, which poured into the shore. Mais on entend déjà le bruissement des joncs secs et le bruit sourd des bottes de l'oncle Mommu qui s'enfoncent dans le ravin.

- Qua, zio Mommu! C'è compare Cosimo che gli è successo un accidente -. Lo zio Mommu stava a guardare, al barlume che faceva la lanterna di compare Carmine, tutto intirizzito e battendo le palpebre, con quel naso a becco di jettatore. L'oncle Mommu regardait la lueur de la lanterne du camarade Carmine, tout moite et clignant des yeux, avec son nez en jais. Poi sollevarono il lettighiere al modo che diceva lo zio Carmine, uno sotto le ascelle e l'altro pei piedi. Then they lifted the litter as Uncle Carmine said, one under the armpits and the other on the feet. Ensuite, ils ont soulevé le lit comme l'oncle Carmine l'a dit, l'un sous les aisselles et l'autre sur les pieds. - Cristo! come vi pesano le ossa, compare Cosimo! Comme tes os sont lourds, camarade Cosimo ! - sbuffava l'oste, per fargli animo con qualche barzelletta. - ricana l'aubergiste, pour le dérider avec une plaisanterie. E lo zio Mommu, mingherlino, barellava davvero come un ubbriaco, sotto quel peso. Et l'oncle Mommu, minuscule, s'étirait vraiment comme un ivrogne sous ce poids.

- Ah, che vigilia di Natale mi ha mandato Domeneddio! - tornava a dire compare Cosimo, steso alfine nello strapunto come un morto. Comrade Cosimo would say again, stretched out at the end like a dead man. - Le camarade Cosimo revient à la charge, s'allongeant finalement sur le dos comme un mort.

- Non ci pensate, compare Cosimo, che ora la Gagliana vi guarisce in un batter d'occhio. - Ne t'en fais pas, camarade Cosimo, la Gagliana te guérira en un clin d'œil. Bisogna andare a chiamarla, compare Mommu, nel tempo stesso che andate a Lentini per vendere la vostra roba -. You have to go and call her, appears Mommu, at the same time as you go to Lentini to sell your stuff. '

Il vecchietto acconsentì con un cenno del capo, e mentre si preparava a partire, legandosi in testa il fazzoletto, e assettandosi la bisaccia in spalla, l'oste continuava: The old man agreed with a nod of his head, and while he was getting ready to leave, tying his handkerchief on his head and putting his saddlebag on his shoulder, the innkeeper continued: Le vieil homme acquiesça d'un signe de tête et, alors qu'il se préparait à partir, nouant son mouchoir sur sa tête et mettant sa sacoche en bandoulière, l'aubergiste poursuivit : - È meglio di un cerusico la Gagliana! - La Gagliana vaut mieux qu'un céramiste ! Vedrete che vi guarirà in meno di dire un'avemaria. You will see that it will heal you in less than saying a Hail Mary. Vous verrez que cela vous guérira en moins de temps qu'il n'en faut pour dire un Ave Maria. State allegro, compare Cosimo; e se non avete bisogno d'altro, vado a far la vigilia di Natale anch'io con quei quattro maccheroni. Sois joyeux, camarade Cosimo, et si tu n'as besoin de rien d'autre, j'irai à la veillée de Noël avec ces quatre macaronis. - E tu che non vuoi mangiare un boccone? - chiese il lettighiere, voltandosi al suo ragazzo che non si moveva di lì, smorto, colle mani in tasca, e il viso sudicio dal piangere che aveva fatto. asked the litter, turning to his boy who did not move from there, dead, with his hands in his pockets, and his face filthy from the crying he had made. - demande le bedeau en se tournant vers son petit ami qui ne bouge pas de là, grimaçant, les mains dans les poches, le visage sali par les pleurs.

- No, - rispose Nanni. - No, non ho più fame -.

- Povero figlio mio! che vigilia di Natale è venuta anche per te! -.

La Gagliana venne a giorno fatto, che lo zio Cosimo aveva il viso acceso e la gamba gonfia come un otre, talché bisognò tagliargli le brache per cavargliele, mentre la Gagliana, per modestia, si voltava dall'altra parte, cogli occhi bassi, preparando intanto ogni cosa lesta lesta: bende, stecche, empiastri, con certe erbe miracolose che sapeva lei. La Gagliana came when uncle Cosimo had his face turned on and his leg swollen like a wineskin, so that his breeches had to be cut off to take them off, while Gagliana, out of modesty, turned away, with downcast eyes, preparing meanwhile, everything was quick: bandages, splints, plasters, with certain miraculous herbs that she knew. La Gagliana arriva quand le jour fut levé, et l'oncle Cosimo avait le visage rougeoyant et la jambe enflée comme une outre, de sorte qu'il fallut lui couper la culotte pour la faire sortir, tandis que la Gagliana, par pudeur, se détournait, les yeux baissés, préparant tout en hâte : bandages, attelles, empiastres, avec certaines herbes miraculeuses qu'elle connaissait. Poi si mise a tirare la gamba come un boia. Puis il a commencé à tirer sur sa jambe comme un bourreau. Da principio compare Cosimo non diceva nulla, sudando a grosse gocce, e ansimando quasi facesse una gran fatica. Au début, l'appariteur Cosimo ne dit rien, transpirant à grosses gouttes et haletant comme s'il luttait. Ma poi, tutt'un tratto, gli scappò un grande urlo, che fece drizzare a tutti i capelli in testa. - Lasciatelo gridare, che gli fa bene! - Let him scream, that's good for him! Compare Cosimo faceva proprio come una bestia quando le si dà il fuoco. Compare Cosimo did just like a beast when you set it on fire. Comparez Cosimo était comme une bête lorsqu'on lui mettait le feu. Talché lo zio Carmine s'era alzato per vedere anche lui coi suoi occhioni assonnati. Alors l'oncle Carmine s'est levé pour le voir lui aussi avec ses yeux endormis. E Nanni strillava che pareva l'ammazzassero. Et Nanni a crié qu'il avait l'air d'être tué. - Sembrate un ragazzo, compare Cosimo, - gli diceva l'oste. - Non vi hanno detto di star tranquillo? Foste in mano di qualche cerusico, pazienza! Vous étiez entre les mains de céramistes, patience !

- Stava fresco, Dio liberi! - Il était frais, libre de Dieu ! - saltò su la vecchia, come se l'avessero punta. - La vieille femme sursaute, comme si elle avait été piquée. - Per lo meno gli avrebbero tagliata la gamba a questo poveretto. At least they would have cut off this poor fellow's leg. - Au moins, ils auraient coupé la jambe de ce pauvre homme. Io non ho mai tagliato neppure un pelo in vita mia, grazie a Dio! I've never cut a single hair in my life, thank God! Tutta grazia che mi dà il Signore! Toute la grâce que le Seigneur me donne ! Ora state tranquillo, compare Cosimo, che non avete più bisogno di nulla -.

Ella sputava sul ginocchio enfiato l'empiastro che andava masticando; metteva le stecche e stringeva forte le bende, senza badare agli - ohi! She spit the poultice she was chewing on her swollen knee; he put on the splints and squeezed the bandages tightly, regardless of the - hey! Elle crache sur son genou essoufflé l'empyrée qu'elle est en train de mâcher ; elle met en place les attelles et resserre les bandages, sans se soucier de la - aïe ! - ciarlando sempre come una gazza. - toujours en train de jacasser comme une pie. E quand'ebbe terminato si nettò le mani nella criniera ispida e grigia, che le faceva come una cuffia sporca sulla testa. And when she had finished she wiped her hands on her bristly gray mane, which made her like a dirty bonnet on her head. Lorsqu'elle eut terminé, elle mit ses mains dans sa crinière grise et hirsute, qui était comme un bonnet sale sur sa tête. - Sembra un diavolo quella strega! - Elle ressemble à un diable, cette sorcière ! - ammiccava l'oste allo zio Mommu, il quale stava a guardare col naso malinconico, seduto sullo strapunto, le gambe penzoloni, e sgretolando a poco a poco il suo pane nero. - fit l'aubergiste à l'oncle Mommu, qui l'observait d'un œil méfiant, assis sur le strapunto, les jambes pendantes, et qui émiettait peu à peu son pain noir. Lo zio Cosimo s'era lasciato andare di nuovo supino, col viso stralunato e lucente di sudore, accarezzando colla mano il suo ragazzo, e balbettando che non era nulla. L'oncle Cosimo s'allongea de nouveau sur le dos, le visage déconcerté et luisant de sueur, caressant son garçon de la main et balbutiant que ce n'était rien. - Ora chi mi paga? - domandò infine la Gagliana.

- Non dubitate, che sarete pagata, - rispose il poveraccio più morto che vivo. - Venderò il mulo, se così vorrà Dio, e vi pagherò, sorella mia! Com'era un bel giorno di Natale, col sole che veniva fin dentro la stalla, e le galline pure, a beccare qualche briciola di pane, la gente che era stata a sentir messa a Primosole si fermava a bere un sorso a metà strada, vedendo compare Cosimo sul pagliericcio dello stallatico, volevano sapere il come ed il perché. As it was on a beautiful Christmas day, with the sun coming up inside the barn, and the hens as well, to peck a few crumbs of bread, the people who had been to hear put in Primosole stopped to take a sip halfway, seeing Cosimo on the pallet of the manure, they wanted to know how and why. Comme c'était un beau jour de Noël, que le soleil entrait dans la grange et que les poules picoraient elles aussi quelques miettes de pain, les gens qui étaient venus entendre la messe à Primosole s'arrêtèrent pour boire une gorgée à mi-chemin, voyant Cosimo sur le lit de paille du fumier, ils voulurent savoir comment et pourquoi. Poi davano un'occhiata ai muli in fondo alla stalla. L'oste li faceva vedere, fiutando la senseria: L'aubergiste les montre, flairant la sensualité : - Belle e buone bestie! Quiete come il pane! Un affare d'oro per chi le compra, se compare Cosimo, Dio liberi, rimane storpio -. A golden bargain for those who buy them, if Cosimo appears, God free, he remains crippled -. Une affaire en or pour celui qui les achète, si Cosimo apparaît, ce qu'à Dieu ne plaise, il reste infirme -. Il baio voltava indietro il capo come se capisse, colla sua boccata di fieno in aria. The bay turned his head back as if he understood, with his mouthful of hay in the air. Le bai tourna la tête en arrière comme s'il comprenait, avec une bouffée de foin dans l'air.

- No, no, ancora non sono in questo stato! - lagnavasi compare Cosimo dal fondo del suo giaciglio. - se plaint Cosimo depuis le fond de son lit.

- Diciamo così per dire, compare Cosimo, state tranquillo. - Let's say so, Compare Cosimo, don't worry. Nessuno vi vuol toccare la roba vostra, se non volete voi. Personne ne veut toucher à vos affaires si vous ne le souhaitez pas. Qui c'è paglia e fieno per i vostri muli, e potete tenerceli cent'anni -. Il y a ici de la paille et du foin pour vos mules, et vous pouvez les garder pendant cent ans -. Lo sventurato pensava a quello che si sarebbero mangiati i muli, di fieno e di stallaggio, e lamentavasi: Le malheureux pensa à la nourriture des mules, au foin et à la stabulation, et se plaignit :

- Stavolta non gliela faccio più la dote per la mia bambina che mi è nata adesso! - This time I will no longer give her the dowry for my little girl who was born to me now! - Cette fois-ci, je ne vais plus donner ma petite fille en dot !

- Ora gli si manda la notizia, a vostra moglie. - Now the news is being sent to your wife. - La nouvelle est maintenant envoyée à votre femme. La prima volta che lo zio Mommu andrà a Licodia per vendere la sua roba -. La première fois que l'oncle Mommu se rend à Licodia pour vendre ses affaires -

Così lo zio Mommu portò la brutta notizia alla moglie di compare Cosimo, masticando le parole, e dondolandosi ora su di una gamba e ora sull'altra, che alla prima non si capiva nulla, nella casa piena di vicine, mentre si aspettava il marito pel battesimo. C'est ainsi que l'oncle Mommu annonça la mauvaise nouvelle à la femme du compañero Cosimo, en mâchant les mots et en se balançant tantôt sur une jambe, tantôt sur l'autre, de sorte qu'au début on ne comprenait rien, dans la maison pleine de voisins, en attendant que son mari soit baptisé. Comare Menica, poveretta, nella prima furia voleva balzare dal letto, in camicia com'era, e correre al Biviere, se non era il medico che si mise a sgridarla: Mistress Menica, poor thing, in her first fury wanted to jump out of bed, in her shirt as she was, and run to the Biviere, if it wasn't the doctor who began to scold her: Comare Menica, la pauvre, dans sa première colère, voulut sauter du lit, en chemise, et courir à la Bivière, si ce n'était pas le médecin qui commençait à la gronder : - Come le bestie, voialtri villani! - Comme des bêtes, vous les paysans ! Non sapete cosa vuol dire una febbre puerperale! You don't know what a puerperal fever means!

- Signore don Battista! Come posso fare a lasciare quel poveretto fuorivia, in mano altrui, ora ch'è in quello stato?... How can I leave that poor fellow misled, in the hands of others, now that he is in that state? ... Comment puis-je laisser le pauvre petit bonhomme en cavale, entre les mains d'autres personnes, maintenant qu'il est dans cet état ? - E voi non vi movete! - And you don't move! - appoggiava comare Stefana. - supported Mistress Stefana. - Vostro marito andrete a trovarlo poi. - Votre mari lui rendra visite plus tard. Temete che scappi? Are you afraid that he will run away?

- Date retta al medico, - aggiunse la Cilona. - Écoutez le médecin", ajoute Cilona. - Compare Cosimo è in mano di cristiani. Lo vedete qui, questo poveretto, che è venuto apposta? Le voyez-vous, ce pauvre homme, qui est venu exprès ? E lo zio Mommu accennava di sì con il capo, ritto dinanzi al letto, battendo gli occhi, non sapendo come fare per voltare le spalle ed andarsene per le sue faccende. And Uncle Mommu nodded yes, standing in front of the bed, blinking, not knowing how to turn his back and go about his business. Et l'oncle Mommu a hoché la tête, debout devant le lit, en clignant des yeux, ne sachant pas comment tourner le dos et vaquer à ses occupations.

Indi la convalescenza, il baliatico, il bisogno dei figliuoli; e il tempo era passato. Then the convalescence, the bath, the need for children; and the time had passed. Puis la convalescence, l'enfermement, le besoin d'enfants, et le temps a passé. Compare Cosimo, quando infine la Gagliana gli aveva detto di alzarsi, era rimasto su di una sedia, alla porta dello stallatico, con una gamba più corta dell'altra. Le Suave Cosimo, quand Gagliana lui avait enfin dit de se lever, était resté sur une chaise à la porte de l'écurie, une jambe plus courte que l'autre. - Così com'è non ve la lasciavano neppure, se eravate in mano del cerusico! - En l'état actuel des choses, ils ne vous laisseraient même pas l'avoir si vous étiez entre les mains du cérusier ! - gli disse la Gagliana per consolarlo.

I muli stessi se li mangiò metà lei e metà la stalla. The mules themselves ate half her and half the barn. Les mules elles-mêmes ont mangé la moitié d'elle et la moitié de l'étable. Quando il povero zoppo, alla porta dell'osteria, vide Nunzio della Rossa che si portava via la sua lettiga, si mise a sospirare: - Queste campanelle non le udrò più! When the poor lame, at the door of the tavern, saw Nunzio della Rossa taking away his litter, he began to sigh: "I will never hear these bells again!" Quand le pauvre boiteux, à la porte de l'auberge, vit Nunzio della Rossa emporter sa litière, il soupira : - Ces cloches, je ne les entendrai plus jamais ! E lo zio Carmine anche lui disse:

- Che diavolo rimpiangete! - What the hell do you regret! - Qu'est-ce que vous regrettez ? Quel baio birbante che vi azzoppò a quel modo? That mischievous bay that crippled you like that? Cette baie scélérate qui t'a handicapé comme ça ? Intanto bisognava pensare a buscarsi da vivere, lui e il suo ragazzo; e adesso ch'era conciato a quel modo per le feste, voleva essere un mestiere facile, di quelli poco pane e poca fatica. Meanwhile it was necessary to think about making a living, he and his boyfriend; and now that he was dressed up like that for the holidays, he wanted to be an easy job, of those little bread and little effort. En attendant, lui et son petit ami devaient penser à gagner leur vie ; et maintenant qu'il était d'humeur si festive, il voulait un travail facile, du genre avec peu de pain et peu de labeur. «Se hai un guaio, dillo a tutti». "Si vous avez un problème, parlez-en à tout le monde. Lo zio Carmine, ch'era un buon diavolaccio, ne parlava con questo e con quello, e come seppe che uno della chiatta, lì vicino, era morto di malaria, disse subito a compare Cosimo: L'oncle Carmine, qui était un bon petit diable, en parlait avec les uns et les autres, et quand il apprit qu'un des mariniers, tout près, était mort de la malaria, il en parla immédiatement au comparse Cosimo : - Questo è quello che fa per voi -.

E tanto disse e tanto fece, per mezzo anche dello zio Antonio, l'oste di Primosole, lì accanto al Simeto, che il capoccia della chiatta chinò il capo e disse di sì anche lui. And so much said and did so much, also through his uncle Antonio, by the host of Primosole, there next to the Simeto, that the foreman of the barge bowed his head and said yes too. D'allora in poi compare Cosimo rimase a tirar la fune, su e giù pel fiume; e con ogni conoscente che passava, mandava sempre a dire a sua moglie che sarebbe andato a vederla, un giorno o l'altro, e la bambina pure. - Verrò a Pasqua. Verrò a Natale -. Mandava sempre a dire la stessa cosa; tanto che comare Menica ormai non ci credeva più; e Nanni, ogni volta, guardava il babbo negli occhi, per vedere se dicesse davvero. He always sent saying the same thing; so much so that Comare Menica no longer believed in it; and Nanni, every time, looked his father in the eye, to see if he really meant it.

Ma succedeva che a Pasqua e a Natale s'aveva sempre una gran folla da tragittare; talché quando il fiume era grosso c'erano più di cinquanta vetture che aspettavano all'osteria di Primosole. But it happened that at Easter and at Christmas there was always a great crowd to be tragedy; so that when the river was big there were more than fifty cars waiting at the Primosole tavern. Il capoccia della chiatta bestemmiava contro lo scirocco e levante che gli toglieva il pan di bocca, e la sua gente si riposava: Mangialerba, bocconi, dormendo sulle braccia in croce; Ventura, all'osteria; e l'Orbo cantava tutto il giorno, ritto sull'uscio della capanna, a veder piovere, guardando il cielo cogli occhi bianchi. The foreman of the barge swore at the sirocco and east wind which took the bread out of his mouth, and his people rested: Mangialerba, face down, sleeping on their arms on the cross; Ventura, at the tavern; and the Orbo sang all day long, standing at the door of the hut, watching it rain, looking up at the sky with white eyes. Comare Menica avrebbe voluto andarvi lei, a Primosole, almeno per vedere suo marito e portargli la bambina, ché il padre non la conosceva neppure, quasi non l'avesse fatta lui. - Andrò appena avrò presi i denari del filato, - diceva essa pure. - Andrò dopo la raccolta delle ulive, se mi avanza qualche soldo -. - I'll go after the olive harvest, if I have some money left over -.

Così passava il tempo. So the time passed. Intanto comare Menica fece una malattia mortale, di quelle che don Battista, il medico, se ne lavava le mani come Pilato. Meanwhile, Comare Menica suffered a fatal disease, the kind that Don Battista, the doctor, washed his hands like Pilate.

- Vostra moglie è malata malatissima, - venivano a dirgli lo zio Cheli, compare Lanzare, tutti quelli che arrivavano da Licodia; e compare Cosimo stavolta voleva correre davvero, a piedi, come poteva.

- Prestatemi due lire per la spesa del viaggio, padron Mariano -.

Ma il capoccia rispondeva:

- Aspettate prima se vi portano un buona notizia. Alle volte, intanto che voi siete per via, vostra moglie guarisce, e voi ci perdete la spesa del viaggio -. L'Orbo invece consigliava di far dire una messa alla Madonna di Primosole, ch'è miracolosa. Finché giunse la notizia che da comare Menica c'era il prete. - Vedete se avevo ragione? - esclamò padron Mariano. - Cosa andavate a fare, se non c'era più aiuto? La bambina se l'era tolta in casa comare Stefana, per carità; e compare Cosimo era rimasto a Primosole col sul ragazzo. For heaven's sake, the little girl had taken it away from her house, Comare Stefana; and compare Cosimo had remained at Primosole with the boy. Tanto, l'Orbo gli diceva che, coll'aiuto di Dio, poteva vivere e morire alla chiatta al pari di lui, che vi mangiava pane da cinquant'anni. E ne aveva vista passare tanta della gente! And he had seen so many people pass by! Passavano conoscenti, passavano viandanti che nessuno sapeva donde venissero, a piedi, a cavallo, d'ogni nazione, se ne andavano pel mondo, di qua e di là del fiume. Acquaintances passed by, travelers passed by who no one knew where they came from, on foot, on horseback, from every nation, they went around the world, on both sides of the river. - Come l'acqua del fiume stesso che se ne andava al mare, ma lì pareva sempre la medesima, fra le due ripe sgretolate: a destra le collinette nude di Valsavoia, a sinistra il tetto rosso di Primosole; e allorché pioveva, per giorni e settimane, non si vedeva altro che quel tetto tristo nella nebbia. - Like the water of the river itself that went to the sea, but there it always seemed the same, between the two crumbling banks: on the right the bare hills of Valsavoia, on the left the red roof of Primosole; and when it rained, for days and weeks, nothing could be seen but that sad roof in the fog. Poi tornava il bel tempo, e spuntava del verde qua e là, fra le rocce di Valsavoia, sul ciglio delle viottole, nella pianura, fin dove arrivava l'occhio. Infine veniva l'estate, e si mangiava ogni cosa, il verde dei seminati, i fiori dei campi, l'acqua del fiume, gli oleandri che intristivano sulle rive, coperti di polvere. La domenica, cambiava. Lo zio Antonio, che teneva l'osteria di Primosole, faceva venire il prete per la messa, e mandava Filomena, la sua figliuola, a scopare la chiesetta, e a raccattare i soldi che i devoti vi buttavano dentro dal finestrino, per le anime del Purgatorio. Accorrevano dai dintorni, a piedi, a cavallo, e l'osteria si riempiva di gente. Alle volte arrivava anche il Zanno, che guariva di ogni male, colle sue scarabattole; o don Tinu, il merciaiuolo, con un grande ombrellone rosso, e schierava la sua mercanzia sugli scalini della chiesa, forbici, temperini, nastri e refe d'ogni colore. Nanni si affollava insieme agli altri ragazzi per vedere. Ma suo padre gli diceva sempre: - No, figliuolo mio, questa roba è per chi ha denari da spendere -. But his father always said to him: "No, my son, this stuff is for those who have money to spend."

Gli altri invece comperavano: bottoni, tabacchiere di legno, pettini di osso, e Filomena frugava dappertutto colle mani sudice, senza che nessuno le dicesse nulla, perché era la figliuola dell'oste. The others, on the other hand, bought buttons, wooden snuff boxes, bone combs, and Filomena rummaged everywhere with her dirty hands, without anyone saying anything, because she was the host's daughter. Anzi un giorno don Tinu le regalò un bel fazzoletto giallo e rosso, che passò di mano in mano. Indeed, one day Don Tinu gave her a beautiful yellow and red handkerchief, which passed from hand to hand. - Sfacciata! - dicevano le comari. - Fa l'occhio a questo e a quello per amor dei regali! - Un giorno Nanni li vide tutti e due dietro il pollaio, che si tenevano abbracciati. - One day Nanni saw them both behind the chicken coop, holding each other embraced. Filomena, che stava all'erta per timore del babbo, si accorse subito di quegli occhietti che si ficcavano nella siepe, e gli saltò addosso colla ciabatta in mano. - Cosa vieni a fare qui, spione? se stai a raccontare quel che hai visto, guai a te, veh! if you are telling what you saw, woe to you, veh! - Ma don Tinu la calmava con belle maniere: - Non lo strapazzate quel ragazzo, comare Mena, ché gli fate pensare al male -. But Don Tinu calmed her with fine manners: "Don't scramble that boy, comare Mena, because you make him think of evil."

Però Nanni non poteva levarsi dagli occhi il viso rosso di Filomena, e le manacce di don Tinu che brancicavano. But Nanni could not take Filomena's red face out of his eyes, and Don Tinu's groping hands. Quando lo mandavano a comperare il vino all'osteria, si piantava dinanzi al banco della ragazza, che glielo mesceva colla faccia tosta, e lo sgridava: - Guardate qua, cristiani! Non gli spuntano ancora i peli al mento, quel moccioso, e ha già negli occhi la malizia! Nanni voleva far lo stesso colla Grazia, la servetta dell'osteria, quando andavano insieme a raccoglier l'erbe per la minestra, lungo il fiume. Ma la fanciulla rispondeva:

- No. Tu non mi dai mai niente -.

Essa invece gli portava, nascoste in seno, delle croste di formaggio, che gli avventori avevano lasciato cadere sotto la tavola, o un pezzetto di pane duro rubato alle galline. Instead she brought him, hidden in her bosom, crusts of cheese, which the patrons had dropped under the table, or a piece of hard bread stolen from the hens.

Accendevano un focherello fra due sassi, e giocavano a far la merenda. Ma Nanni finiva sempre il giuoco col buttar le mani sulla roba, e darsela a gambe. But Nanni always ended the game by throwing his hands on the stuff and running away. La ragazzetta allora rimaneva a bocca aperta, grattandosi il capo. The little girl then remained open-mouthed, scratching her head. E alla sera si buscava pure gli scapaccioni di Filomena, che la vedeva tornare spesso colle mani vuote. And in the evening she also got the scapaccioni of Filomena, who often saw her return with empty hands. Nanni, per risparmiarsi la fatica, le arraffava anche la sua parte di cicoria o di finocchi selvatici. Nanni, to save himself the trouble, also grabbed her share of chicory or wild fennel.

Poi, il giorno dopo, giurava colle mani in croce che non l'avrebbe fatto più. E la poverina ci tornava sempre, appena lo vedeva da lontano, coi capelli rossi in mezzo alle stoppie gialle; si accostava quatta quatta, e gli si metteva alle calcagna come un cane. And the poor thing always went back, as soon as she saw him from a distance, with red hair in the middle of the yellow stubble; he would come up and down, and follow him like a dog. Quand'essa arrivava piagnucolando ancora per le busse che s'era buscate all'osteria, Nanni per consolarla le diceva: When she arrived still whimpering at the knocks she had received at the tavern, Nanni said to console her: - E tu perché non scappi, e te ne vai a casa tua? - And why don't you run away and go to your house? Egli raccontava che aveva la sua casa anche lui, laggiù al paese, e i parenti e ogni cosa: di là da quelle montagne turchine; ci voleva una giornata buona di cammino, e un giorno o l'altro ci sarebbe andato. He said that he too had his house, down there in the village, and his relatives and everything: beyond those blue mountains; it took a good day of walking, and someday he would go. - Pianta i tuoi padroni e l'osteria, e te ne scappi a casa tua -. - Plant your masters and the tavern, and you run away to your home -. La ragazzetta ascoltava a bocca aperta, colle gambe penzoloni sul greto asciutto, guardando attonita là dove Nanni le faceva vedere tante belle cose, oltre i monti turchini. The little girl listened with her mouth open, with her legs dangling on the dry shore, looking astonished at the place where Nanni showed her so many beautiful things, beyond the blue mountains. Infine si grattava il capo, e rispondeva:

- Non so. Io non ci ho nessuno -.

Egli intanto si divertiva a tirar sassi sull'acqua; o cercava di far scivolare Grazia giù dalla sponda, facendole il solletico. Poi si metteva a correre, ed egli la inseguiva a zollate. Andavano pure a scovare i grilli dalle tane, con uno sterpolino; o a caccia di lucertole. Nanni sapeva coglierle con un nodo scorsoio fatto in cima a un filo di giunco sottile; dentro al cerchietto che formava il nodo spuntava una bella campanella lucente, e le povere bestioline, assetate in quell'arsura, si lasciavano adescare. In mezzo alla gran pianura riarsa il fiume s'insaccava come un burrone enorme, fra le rive slabbrate. - Mostrava le ossa, - brontolavano quelli della chiatta. Talché anche i poveri diavoli ci si arrischiavano a guado, qualche miglio più in su. Tanti baiocchi levati di bocca a quegli altri poveri diavoli che stavano colla fune in mano tutto il giorno, sotto il solleone. E litigavano fra di loro, a digiuno. Nanni allora per un nulla si buscava delle pedate anche da suo padre, sciancato com'era. Nanni then for a moment also got kicked by his father, who was beaten as he was. Di tanto in tanto passava una frotta di mietitori, che tornavano al mare, bianchi di polvere, e si calavano nel greto, uomini e donne, colle gambe nude, raccomandandosi ai loro santi, nel dialetto forestiero. From time to time a flock of reapers passed by, returning to the sea, white with dust, and lowering themselves into the shore, men and women, with bare legs, commending themselves to their saints, in the foreign dialect. Poi nell'afa della strada, diritta diritta, si vedeva venire da lontano il polverone che accompagnava qualche carro, o spuntava dall'altra parte la sonagliera mezza addormentata di un mulattiere. Then in the heat of the road, straight ahead, you could see the dust coming from afar accompanying some wagon, or the half-asleep bell of a mule track appeared on the other side. L'Orbo, che non aveva nessuno al mondo, e se l'era girato tutto, diceva: - Quello lì viene da Catania, quest'altro da Siracusa -. E sempre cuor contento, lui, raccontava agli uomini stesi bocconi le meraviglie che aveva visto laggiù, lontano lontano. And always with a happy heart, he told the men stretched out face down on the wonders he had seen down there, far away. E Nanni ascoltava intento, come aveva fatto la Grazia ai racconti che lui sballava, con delle allucinazioni di vagabondaggio negli occhi stanchi di vedere eternamente l'osteria dello zio Antonio, che fumava tutta sola, nella tristezza del tramonto. And Nanni listened intently, as Grazia had done to the stories that he was getting high, with hallucinations of wandering in his eyes tired of eternally seeing Uncle Antonio's tavern, smoking all alone, in the sadness of the sunset. Ma chi gli mise davvero la pulce nell'orecchio fu il Zanno, una volta che lo chiamarono per lo zio Carmine al Biviere. But the one who really put the flea in his ear was Zanno, once they called him for his uncle Carmine al Biviere. Fin da Pasqua di Rose, i viandanti che venivano a passar la notte allo stallatico, e non lo vedevano, come al solito, a portar la paglia dal fienile o a riscuotere lo stallaggio, dicevano: - E compare Carmine? Ever since Rose's Easter, the wayfarers who came to spend the night at the manure, and didn't see him, as usual, carrying straw from the barn or collecting the stables, said: - And appears Carmine? - Zio Mommu lo mostrava con un cenno del capo, lungo disteso nel pagliericcio, sotto un mucchio di bisacce; e Misciu, col cappuccio in capo, mangiato dalle febbri anche lui soggiungeva: - Ha la terzana -. Alle volte, quando alla voce riconosceva un conoscente, lo zio Carmine rispondeva con un grugnito: - Son qua. Sono ancora qua -.

Erano quasi sempre le stesse facce stanche che si vedevano passare, dinanzi al lumicino moribondo appeso al travicello, e tiravano fuori dalla bisaccia la scarsa merenda, accoccolati su di un basto, masticando adagio adagio. They were almost always the same tired faces that were seen passing by, in front of the dying little light hanging from the rafter, and they pulled the scanty snack out of the saddlebag, crouched on a saddle, chewing slowly and slowly. Lo zio Carmine non brontolava più, non si moveva più dalla sua cuccia, zitto e cheto. Uncle Carmine no longer grumbled, he no longer moved from his kennel, silent and still. Soltanto quando udiva fermarsi alla porta una vettura, rizzava il capo come poteva, per amor del guadagno, e chiamava: Only when he heard a carriage stop at the door did he raise his head as best he could, for the sake of gain, and call:

- O Misciu! Però non potevano lasciarlo morire a quel modo, come un cane. But they couldn't let him die like that, like a dog. Ventura, Mangialerba, e spesso anche compare Cosimo, tirandosi dietro la gamba storpia, venivano apposta da Primosole, e stavano a guardare compare Carmine lungo disteso, con la faccia color di terra, come un morto addirittura. Ventura, Mangialerba, and often Cosimo too, pulling his crippled leg behind him, came to Primosole on purpose, and stood looking at Compare Carmine, stretched out, with an earthy face, like a dead man. Infine risolvettero di chiamargli la Gagliana, quella vecchietta che faceva miracoli, a venti miglia in giro.

- Vedrete che la Gagliana vi guarirà in un batter d'occhio, - andavano dicendo a lui pure. - È meglio di un dottore quel diavolo di donna. Cosa ne dite, compare Carmine? Compare Carmine non diceva né sì né no, pensando al denaro che si sarebbe mangiato la Gagliana. Però nel forte della febbre tornava a piagnucolare:

- Chiamatemi pure la Gagliana, senza badare a spesa. - Call me the Gagliana, regardless of expense. Non mi lasciate morire senza aiuto, signori miei! La Gagliana la battezzò febbre pericolosa, di quelle che è meglio mandare pel prete addirittura. Giusto era sabato, e passava gente che tornava al paese. Tutto ciò gli rimase fitto in mente, a Nanni ch'era andato a vedere anche lui: i curiosi che dall'uscio allungavano il collo verso il moribondo; la Gagliana che cercava nelle tasche il rimedio fatto apposta, brontolando; e il malato che guardava tutti ad uno ad uno, cogli occhi spaventati. All this stuck in his mind, to Nanni who had also gone to see him: the curious who craned their necks from the door towards the dying man; Gagliana who was searching in her pockets for the remedy made on purpose, grumbling; and the sick man who was looking at everyone one by one, with frightened eyes. L'Orbo, a canzonare la Gagliana che non sapeva trovare il rimedio, le domandava: - Cosa ci vuole per farmi tornare la vista? Lo zio Carmine morì la notte istessa. Uncle Carmine died that same night. Peccato! perché la domenica poi si trovò a passare il Zanno, il quale ci aveva il tocca e sana per ogni male! nelle sue scarabattole. Lo menarono appunto a vedere il morto. They took him to see the dead man. Ei gli toccò il ventre, il polso, la lingua, e conchiuse: - Se c'ero io, lo zio Carmine non moriva! Raccontava pure molte cose dei miracoli che aveva fatto, tale e quale come la Gagliana, dei paesi che aveva visti, e come Nanni ascoltava a bocca aperta, gli piacque quel ragazzetto, e gli disse, accarezzandogli i capelli rossi:

- Vuoi venire con me? Mi porterai la balla e ti farai uomo.

- Egli ha tutt'altra balla da portare! - sospirò compare Cosimo; e pensava nel tempo stesso che se gli succedeva una disgrazia, come quella di compare Carmine, il suo ragazzo restava in mezzo a una strada.

C'era anche l'oste di Primosole, il quale maritava Filomena con Lanzise, uomo dabbene che non sapeva nulla, e tornavano tutti da Lentini pel contratto, gli sposi, compare Antonio ed altra gente. There was also the host of Primosole, who married Filomena with Lanzise, an honest man who knew nothing, and they all returned to Lentini for the contract, the spouses, Antonio and other people. Lanzise era uno che ci aveva il fatto suo, terra, buoi, e un pezzo di vigna lì vicino alla Savona, dicevano. Lanzise was one who had his own business, land, oxen, and a piece of vineyard there near the Savona, they said.

Il matrimonio fece chiasso. Talché venne anche don Tinu a vender roba pel corredo. So Don Tinu also came to sell stuff for the trousseau. La sera mangiava all'osteria come al solito. Non si sa come, a motivo di un conto sbagliato, attaccarono lite collo zio Antonio, e don Tinu gli disse: - becco! It is not known how, because of a wrong account, they attacked a quarrel with Uncle Antonio, and Don Tinu said to him: - beak! Compare Antonio era un omettino cieco d'un occhio, che al vederlo non l'avreste pagato un soldo. Però si diceva che avesse più di un omicidio sulla sua coscienza, e a venti miglia in giro gli portavano rispetto. But it was said that he had more than one murder on his conscience, and twenty miles around he was respected. Al sentirsi dire quella mala parola sul mostaccio da don Tinu, il quale aveva una faccia di minchione, andò a staccare lo schioppo dal capezzale, per spifferar le sue ragioni anche lui, mentre la moglie, che la malaria inchiodava in fondo a un letto da anni ed anni, rizzatasi a sedere in camicia, strillava: On hearing that bad word about the monster from Don Tinu, who had the face of an idiot, he went to take the gun off the bedside, to spread his reasons too, while his wife, who was nailed to the bottom of a bed by malaria. years and years, sitting up in her shirt, screamed:

- Aiuto che s'ammazzano, santi cristiani! E Filomena, per dividerli, buttava piatti e bicchieri addosso a don Tinu, gridando:

- Birbante! - Rascal! ladro! scomunicato!

- Che vi pare azione d'uomo cotesta, compare Antonio? - rispose don Tinu più giallo del solito. - Io non ho altro addosso che questo po' di temperino. - I have nothing else on but this bit of a penknife. - Avete ragione, - disse lo zio Antonio. - Vi risponderò colla stessa lingua che avete in bocca voi -. E andò a posare lo schioppo senza aggiunger altro.

Più tardi Nanni andava all'osteria per il vino, quando vide venirsi incontro don Tinu tutto stralunato, che si guardava attorno sospettoso. - Tè due soldi, - gli fece, - e và a dire a compare Antonio che l'aspetto qui, per quella faccenda che sa lui. Ma che nessuno ti veda, veh! La sera trovarono compar Antonio lungo disteso dietro una macchia di fichidindia, col suo cane accanto che gli leccava la ferita. In the evening they found Antonio lying stretched out behind a patch of prickly pears, with his dog beside him licking his wound. - Che è stato, compare Antonio? Chi vi ha dato la coltellata? Compare Antonio non volle dirlo. - Portatemi sul mio letto, per ora. Se poi campo ci penso io; se muoio ci pensa Dio. If I then take care of it, I'll take care of it; if I die, God thinks about it.

- Questo fu don Tino che me l'ammazzò! - This was Don Tino who killed him! - strillava la moglie. - L'ha mandato a chiamare con Nanni dello zoppo! - He sent for him with Nanni dello lame! E Filomena badava a ripetere: And Filomena was careful to repeat:

- Birbante! - Rascal! ladro! scomunicato!

Compare Cosimo, che aveva una gran paura della giustizia, se la prese anche lui col suo ragazzo, il quale si ficcava in quegli imbrogli.

- Se ti metto le mani addosso voglio romperti le ossa! - If I put my hands on you I want to break your bones! - andava gridando.

E Nanni perciò se ne stava alla larga, dall'altra parte del fiume, col ventre vuoto, come una bestia inselvatichita. And so Nanni stayed away, on the other side of the river, with an empty stomach, like a wild beast. Grazia lo vide da lontano, coi capelli rossi, dietro l'abbeveratoio a secco, e corse a raggiungerlo. Grazia saw him from afar, with red hair, behind the dry trough, and ran to join him. - Ora me ne vado col Zanno, - disse lui, - e alla chiatta non ci torno più -. "Now I'm off with the Zanno," he said, "and I'll never go back to the barge."

Poscia, rassicurato a poco a poco, vedendo che dietro il muro non spuntava lo zio Cosimo col bastone, si mise a sgretolare la sponda dell'abbeveratoio, tutta fessa e scalcinata, un sasso dopo l'altro, e dopo li tirava lontano; mentre la ragazzetta stava a guardare. Tutt'a un tratto s'accorsero che il sole era tramontato, e la nebbia sorgeva tutt'intorno, dal fiume e dalla pianura. - Senti! - disse Grazia. - Lo zio Cosimo che chiama! Nanni se la diede a gambe senza rispondere, e lei s'affannava a corrergli dietro, colla vesticciuola tutta sbrindellata che svolazzava sulle gambette nude. Nanni ran off without answering, and she was busy running after him, her tattered little dress fluttering on her bare legs. Camminarono un bel pezzo, e infine si trovarono soli, nella campagna buia, col cuore che batteva forte, lontano lontano dalla capanna delle chiatte, dove si udiva ancora cantare l'Orbo. Era una bella notte piena di stelle, e dappertutto i grilli facevano cri-cri nelle stoppie. Come Nanni si fermò, vide Grazia che gli veniva dietro.

- E tu dove vai? - le disse.

Essa non rispose. E tornarono a udirsi i grilli tutt'intorno. Non si udiva altro. Solo il fruscìo del grano in spiga al loro passaggio; e appena si fermavano ad ascoltare cadeva un gran silenzio, quasi il buio si stringesse loro ai panni. Only the rustle of the wheat in the ear as they pass; and as soon as they stopped to listen there was a great silence, as if the darkness was closing in on their clothes. Di tanto in tanto correva una folata di ponente caldo, come un'ombra, sull'onda del seminato. Allora Grazia si mise a piangere.

Passava un vetturale coi suoi muli; e la piccina a piagnucolare: A driver was passing by with his mules; and the little one to whimper:

- Portateci al paese, vossignoria, per carità! Il mulattiere, ciondoloni sul basto, borbottò qualche parola mezzo addormentato, e tirò di lungo. E i due fanciulli dietro. Arrivarono a uno stallatico, e si accoccolarono dietro il muro ad aspettare il giorno.

Quando Dio volle spuntò l'alba, e un gallo si mise a cantare d'allegria sul mucchio di concime. Da un sentierolo fra due siepi sbucò un vecchietto, con una bisaccia piena in spalla. An old man emerged from a path between two hedges with a full saddlebag over his shoulder. Aveva la faccia buona, e Grazia gli domandò:

- Per andare al paese, vossignoria, da che parte si va? Lo zio Mommu accennò di sì col capo, e seguitò per la sua via, col naso a terra. Si misero dietro a lui, che andava a vendere la sua roba al paese, e arrivarono sulla piazza che era giorno chiaro. C'era già una donnicciuola imbacuccata in una mantellina bianca, la quale vendeva verdura e fichidindia. Delle altre donne entravano in chiesa. Davanti lo stallatico salassavano un mulo; e dei contadini freddolosi stavano a guardare, col fazzoletto in testa e le mani in tasca. In alto, nel campanile già tutto pieno di sole, la campana sonava a messa.

Essi andarono a sedere tristamente sul marciapiede, accanto al vecchietto con cui erano venuti, e che s'era messo a vender anatre e gallinelle che nessuno comprava, aspettando il Zanno che non veniva neppur lui. Il tempo passava, e passava anche della gente che veniva a comprare la verdura dalla donnicciuola colla mantellina, pesandola colle mani. Da una stradicciuola spuntarono due signori, col cappello alto, passeggiando adagio adagio, e si fermarono a contrattare lungamente, toccando la roba colla punta del bastone, senza comprar nulla. Poi venne la serva della locanda a prendere una grembialata di pomodori. Sulla piazza facevano passeggiare innanzi e indietro il mulo salassato. Infine lo speziale chiuse la bottega, mentre sonava mezzogiorno.

Allora lo zio Mommu tirò dalla bisaccia un pane nero, e si mise a mangiarlo adagio adagio con un pezzo di cipolla. Vedendo i due ragazzi che guardavano affamati, gliene tagliò una gran fetta per ciascuno, senza dir nulla. Infine raccolse la sua mercanzia, e se ne andò a capo chino, com'era venuto. Ora rimanevano soli e sconsolati. Si presero per mano e arrivarono sino alla fontana ch'era in fondo al paesetto. Per la strada che scendeva a zig zag nella pianura arrivava gente a ogni momento. Donne che venivano ad attinger acqua, vetturali che abbeveravano i muli, e coppie di contadini che tornavano dai campi, chiacchierando a voce alta, colle bisacce vuote avvolte al manico della zappa. Poi una mandra di pecore, in mezzo a un nuvolo di polvere. Un frate cappuccino, che tornava dalla cerca, saltò a terra da una bella mula baia, schiacciata sotto il carico, e si chinò a bere alla cannella, tutto rosso, sguazzando nell'acqua la barbona polverosa. Quando non passava alcuno, venivano delle cutrettole a saltellare sui sassi, in mezzo alla fanghiglia, battendo la coda. Lontano si udiva la cantilena dei trebbiatori nell'aia, perduta in mezzo alla pianura che non finiva mai, e cominciava a velarsi nelle caligini della sera. E in fondo, come un pezzetto di specchio appannato, il Biviere.

- Guarda com'è lontano! - disse Nanni col cuore stretto.

Il sole era già tramontato; ma non sapevano dove andare, e rimanevano aspettando, l'uno accanto all'altra seduti sul muricciuolo, nel buio. Infine si presero per mano e tornarono verso l'abitato. Nelle case luccicava ancora qualche finestra; però i cani si mettevano a latrare, appena i due ragazzi si fermavano presso a un uscio, e il padrone minaccioso gridava: - Chi è là? La fanciulletta scoraggiata buttò le braccia al collo di Nanni.

- No! No! - piagnucolava lui, - lasciami stare -.

Trovarono una tettoia addossata a un casolare, e vi passarono la notte, tenendosi abbracciati per scaldarsi. Li svegliò lo scampanìo del paese in festa, che il sole era già alto. Mentre andavano per via, guardando la gente che usciva vestita in gala, scorsero in piazza don Tinu il merciaiuolo, colle sue scarabattole di già in mostra, sotto l'ombrellone rosso. - Signore don Tinu, - gli disse Grazia tutta contenta. - Benvenuto a vossignoria! Don Tinu si accigliò e rispose:

- O tu chi sei? Io non ti conosco -.

La fanciulletta si allontanò mogia mogia. Ma don Tinu vide il ragazzetto, che guardava da lontano timoroso, e gli disse:

- Tu sei quello dell'osteria del Pantano, lo so. - Sissignore, don Tinu, - rispose Nanni col sorriso d'accattone. E tutto il giorno gli ronzò intorno, affannato, sul marciapiede. Quando vide che don Tinu raccoglieva la sua mercanzia, e stava per andarsene, si fece animo, e gli disse:

- Se mi volete con voi, vossignoria, io vi porterò la roba.

- Va bene, - rispose don Tinu. - Ma la tua compagna lasciala stare pei fatti suoi, ché non ho pane per tutti e due -.

Grazia scorata, si allontanò passo passo, colle mani sotto il grembiule, e poi si mise a guardare tristamente dall'altra cantonata, mentre Nanni se ne andava dietro al merciaiuolo, curvo sotto il carico. Un buon diavolaccio, quel don Tinu. Sempre allegro, anche quando gli lasciava andare una pedata o uno scapaccione. In viaggio gli raccontava delle barzellette per smaliziarlo e ingannare la noia della strada a piedi. Oppure gli insegnava a tirar di coltello, in qualche prato fuori mano. - Così ti farai uomo, - gli diceva.

Giravano pei villaggi, da per tutto dov'era la fiera. Schieravano in piazza la mercanzia, su di una panchetta, e vociavano nella folla. C'erano trecconi, bestiame, gente vestita da festa; e il Zanno che faceva veder l'Ecceomo, e si sbracciava a vendere empiastri e medaglie benedette, a strappare denti, e a dire la buona ventura, ritto su un trespolo, in un mare di sudore. I curiosi facevano ressa intorno, a bocca aperta, sotto il sole cocente. Poi veniva il santo colla banda, e lo portavano in processione. Dopo, tutta la giornata, le donne stavano sugli usci, cariche d'ori, sbadigliando. La sera accendevano la luminaria e facevano il passaggio.

Don Tinu ripeteva:

- Se restavi alla chiatta, con tuo padre, le vedevi tutte queste cose, di'? Capitarono anche una volta al paese di Nanni, il quale non ci si raccapezzava più, dopo tanto tempo, e passando davanti alla sua casa vide un ballatoio che non ci era prima, e della gente che non conosceva, e vi stava pei fatti suoi. Cercò anche dei parenti. Il fratello, Pierantonio, era lontano, camparo alle Madonìe, laggiù verso la marina; e la sorella, Benedetta, s'era maritata, un buon partito che le aveva procurato comare Stefana, dotandola coi suoi denari, e facevano tutti una famiglia, in una bella casa nuova, col terrazzino e il letto col cortinaggio, che quasi non volevano lasciarvi entrare quel vagabondo. Pure donna Stefana, per politica, come seppe chi era e donde veniva, gli fece dar da colazione, pane vino e companatico, in un angolo della tavola, che egli subito disse grazie, perché le due donne sembrava che gli contassero i bocconi, sua sorella ritta sull'uscio colle mani sul ventre e l'orecchio teso per sentire se capitava il marito, guardando di sottocchio donna Stefana come fosse sulle spine. - No e sì - sì e no. - Le parole cascavano di bocca, e il pane e il companatico pure. Toccarono appena del babbo e del fratello che erano lontani, uno di qua e l'altro di là, e tacquero subito perché poco avevano da dire, dopo tanto che non si erano visti. Benedetta anzi non aveva neppure conosciuto il babbo, come fosse figlia del peccato.

- Questa povera orfanella, - disse forte donna Stefana, - non ha avuto nessuno al mondo, né amici né parenti. Dillo tu stessa, figliuola mia. Se non ero io, come ti trovavi? Benedetta disse di sì, con un'occhiata riconoscente. Poi guardò il fratello, e chinò gli occhi. Infine gli chiese se contava di fermarsi molto, in paese, dandogli del voi, sempre cogli occhi bassi. Donna Stefana invece gli ficcava addosso i suoi, quasi volesse frugarlo sotto i panni, con certe occhiate sospettose che covavano le posate. Appena fuori dell'uscio si sentì dar tanto di catenaccio dietro le spalle. - Queste son cose che succedono, - disse poi don Tinu, quando seppe com'era andata la visita alla sorella. - Il mondo è grande, e ciascuno pei fatti suoi -.

Andavano pel mondo, di qua e di là, per fiere e per villaggi, sempre colla roba in collo, sicché infine una volta capitarono a Primosole, dopo tanto tempo. - Ora ti faccio vedere tuo padre, s'è ancora al mondo, - disse don Tinu. Nanni non voleva, fra la vergogna e la paura; ma il merciaio soggiunse:

- Lascia fare a me, che le cose le so fare -.

E andò avanti a prevenire compare Cosimo ch'era sempre lì, alla chiatta, su di un piede come le gru. - Ecco vostro figlio Nanni, compar Cosimo, che è venuto apposta per baciarvi le mani -.

Lo zio Cosimo aveva la terzana, e stava lì, al sole, appoggiato alla fune, col fazzoletto in testa, aspettando la febbre. - Che il Signore t'accompagni, figliuol mio, e ti aiuti sempre -. Adesso ch'era stremo di forza, gli venivano i lucciconi agli occhi, vedendo che bel pezzo di ragazzo s'era fatto il suo Nanni. Costui narrava pure di Benedetta e del fratello, ch'era stato a cercarli; e il padre, tutto contento, scrollava, tentennava il capo, colla faccia sciocca. Una miseria, in quella chiatta: Ventura partito per cercar fortuna altrove; Mangialerba più che mai sotto i piedi della sua donnaccia, becco e bastonato, e l'Orbo sempre lo stesso, attaccato alla fune come un'ostrica e allegro come un uccello, che cantava nel silenzio della malaria, guardando il cielo cogli occhi bianchi. - Con me vostro figlio girerà il mondo, e si farà uomo. - ripeteva don Tinu. Anche lo zio Antonio, poveretto, non era più quello di prima, e stava lì, sull'uscio dell'osteria, inchiodato dalla paralisi sulla scranna, a salutar la gente che passava, colla faccia da minchione, per tirare gli avventori. - Benedicite, vossignoria. Che non mi riconoscete più, zio Antonio? - gli disse il merciaiuolo fermandosi a salutarlo. Lo zio Antonio accennava di sì col capo, come pulcinella. Allora don Tinu trasse fuori un bel sigaro e glielo mise nelle mani che tremavano continuamente, posate sulle ginocchia.

Ma l'altro scosse il capo, accennando di no, che non poteva. Don Tinu, per cortesia, gli chiese infine di sua moglie, e di comare Filomena, che non si vedevano, nell'osteria deserta; e il vecchio, colle mani tremanti, accennò di qua e di là, lontano, verso il camposanto e verso la città. Per bere un sorso, dovettero sgolarsi a chiamare un ragazzaccio che compare Antonio s'era tirato in casa, onde fare andare l'osteria, e arrivò dall'orticello abbandonato, tutto sonnacchioso, fregandosi gli occhi, insaccato in un giubbone vecchio dello zio Antonio che gli arrivava alle calcagna. - Abbiamo fatto un'opera di carità, - osservò don Tinu nel pagare il vino bevuto. - Statevi bene, compare Antonio -.

Così era fatto don Tinu, colle mani sempre aperte, quando ne aveva, e il cuore più aperto ancora. Gli piaceva ridere e divertirsi, e aveva amici e conoscenti in ogni luogo. Spesso lasciava Nanni al negozio, diceva lui, e correva a godersi la festa di qua e di là colle comari (aveva comari da per tutto). Appena arrivava in un paese lo mandavano a chiamare di nascosto, e gli facevano trovare il desco apparecchiato dietro l'uscio, mentre il marito era alla processione colla testa nel sacco. Finché une volta, per la festa del Cristo, a Spaccaforno, portarono don Tinu a casa su di una scala, come un Ecceomo davvero.

Era stata Grazia che era venuta a chiamarlo: - Signore don Tinu, vi aspettano dove sapete vossignoria -.

Don Tinu esitava, grattandosi la barba. Non che avesse paura, no. Ma quella ragazza allampanata gli portava la jettatura, c'era da scommettere. Lei intanto rimaneva sull'uscio della bottega, sorridendo timidamente, col viso nella mantellina rattoppata. Nanni che da un pezzo non la vedeva, le disse:

- O tu come sei qui?

- Son venuta a piedi, - rispose Grazia, tutta contenta che le avesse parlato. - Son venuta a piedi da Scordia e Carlentini, perché laggiù morivo di fame. Ora fo i servizi a chi mi chiama -.

S'era fatta grande, tanto che la vesticciuola sbrindellata non arrivava a coprirle del tutto le gambe magre; colla faccia seria e pallida di donna fatta che ha provato la fame: e due pèsche fonde e nere sotto gli occhi. Nanni che stava leccando col pane il piatto di don Tinu le disse:

- Tè; ne vuoi? - Ma Grazia si vergognava a dir di sì.

- Io sto con don Tinu, e faccio il merciaiuolo, - aggiunse Nanni.

Ad un tratto egli si fece serio, guardandola fiso.

- Entra! La ragazza esitava, intimidita da quegli occhi. Nanni ripeté:

- Entra, ti dico! sciocca! E la tirò pel braccio chiudendo l'uscio. Ella obbediva tutta tremante. Poi gli buttò le braccia al collo.

- Tanto tempo che ti volevo bene! E ricominciò a narrar la storia del suo misero vagabondaggio: la fame, il freddo, le notti senza ricovero, gli stenti e le brutalità che aveva sofferto; seduta sulla balla della mercanzia, colla schiena curva, le braccia abbandonate sulle ginocchia, ma gli occhi lucenti di contentezza adesso, e una gran gioia che le si spandeva infine sul viso sbattuto e scarno.

- Sai, tanto tempo che ti volevo bene! Ti rammenti? quando s'andava tu ed io per l'erbe della minestra a Primosole? e l'isolotto che lasciava il fiume quando era magra? e quella notte che abbiamo dormito insieme dietro un muro, sulla strada di Francofonte? Poi, quando tu te ne sei andato con don Tinu, e non sapevo che fare, né dove andare... Quella donna che vendeva i fichidindia, vedendomi ogni giorno a frugare nel mondezzaio, fra le bucce e i torsi di lattuga, mi dava ora una crosta di pane ed ora qualche cucchiaiata di minestra. Ma essa pure dovette andarsene, quando finì il tempo dei fichidindia, ed io partii con quello che faceva gente per la raccolta delle ulive, laggiù al Leone. Presi le febbri e mi mandarono all'ospedale. Dopo non mi vollero più perché dicevano che mi mangiavo il pane a tradimento. Sono stata anche a dissodare, dov'hanno fatto quella gran piantagione di vigne, al Boschitello; e ho lavorato allo stradone, e ci sarei tuttora a mangiar pane, se non fosse stato pel soprastante... - S'interruppe, facendosi rossa, e guardò Nanni timorosa. Ma a costui non gliene importava nulla. Le disse solo:

- Vattene ora, ché sta per tornare il mio padrone -.

La poveretta si lasciava spingere verso l'uscio, col capo chino sotto la mantellina rattoppata, balbettando: - Non ci ho colpa, ti giuro, per la Madonna Addolorata! Cosa potevo fare? Egli era il soprastante... Tu non c'eri più!... Non sapevo dov'eri nemmeno... - Sì, sì, va bene. Adesso vattene, ché sta per venire don Tinu, - ripeteva lui allungando il collo fuori dell'uscio, di qua e di là della straduccia, come un ladro. Infine la ragazza se ne andò adagio adagio, rasente al muro.

Poco dopo portarono a casa il merciaiuolo colle ossa rotte; ché lo zio Cheli, per combinazione, tornando prima del solito, aveva trovato don Tinu che gli faceva il pulcinella in casa.

Il Zanno nel medicare il merciaiuolo andava predicando:

- Coi villani ci vuole prudenza, don Tinu caro! ché son peggio delle bestie. Vetturali poi, Dio liberi!... Ogni volta, quando gli capitava male, don Tinu si sfogava dopo col ragazzo, a calci e scapaccioni; tanto che agli strilli accorrevano l'oste e i viandanti, e il Zanno gli diceva: - Non gli dar retta, figliuol mio, perché il tuo padrone dev'essere ubriaco -. Il Zanno invece se voleva ubriacarsi si chiudeva nella sua stanzetta, faccia a faccia colla bottiglia. Non gridava, non picchiava nessuno, sempre con quel risolino furbo sulla faccia magra; e le donne venivano a cercarlo a casa sua di soppiatto, verso sera, imbacuccate sino al naso, e chiudeva a catenaccio. Tutto il giorno sempre allegro, a strappar denti senza dolore, vendere empiastri e intascar soldi. Nanni, allorché lo incontrava per le piazze, nelle bettole, andando di qua e di là per fiere e per paesi, gli ripeteva:

- Vi rammentate, vossignoria, quando mi diceste se volevo venire con voi a fare il Zanno, quella volta che morì lo zio Carmine, allo stallatico del Biviere? Il Zanno fingeva di non capire, perché non voleva aver questioni con don Tinu; ma infine, messo alle strette, si lasciò scappare:

- Bè, se il tuo padrone ti manda via, io non ci ho difficoltà a pigliarti con me -.

Nanni se la legò al dito, e la prima volta che il merciaio si sciolse la cinghia per menargli la solfa addosso, gli disse brusco:

- Don Tinu, lasciamo stare la cinghia, vossignoria, ché se no stavolta finisce male.

- Ah, carogna! e rispondi anche! Ti farò vedere io come finisce!...

- Lasciate stare la cinghia, don Tinu, o finisce male, vi ho detto -.

E mise la mano in tasca.

Don Tinu ch'era stato il suo maestro e gli vide la faccia pallida, mutò subito registro: - Ah, così rispondi al tuo padrone? Ora ti lascio morir di fame. Pigliati la tua roba, e via di qua -.

Nanni raccolse i quattro cenci nel fazzoletto e conchiuse:

- Benedicite a vossignoria -.

E se ne andò a trovare il Zanno.

- Bada che qui si guarda e non si vede: si ode e non si sente: si ha bocca e non si parla - gli disse il Zanno per prima cosa. - Se hai giudizio starai bene; se hai la lingua lunga andrai a darla ai cani, come quel re che aveva le orecchie lunghe e non poteva tenere una cosa sullo stomaco. Io non faccio chiacchiere né chiassi come don Tinu, bada! Marcia, torna e sparisci! E bravo chi ti trova! Menavano una vita allegra, ma sempre coll'orecchio teso e un piede in aria. Di notte, se picchiavano all'uscio, era un lungo tramestìo, un ciangottare dietro l'uscio, un andare e venire prima di tirare il catenaccio. Poi Nanni udiva il suo padrone che parlava con qualcuno sottovoce nell'altra stanza, e pestare nel mortaio; oppure erano strilli e pianti soffocati. Una notte, che non poteva chiudere occhio, vide dal buco della serratura il Zanno che intascava dei soldi, e una che gli parve Grazia, bianca come la cera vergine, la quale se ne andava barcollando.

Ma il Zanno, appena gli chiese se era davvero Grazia, montò in furia come una bestia.

- Tu sei troppo curioso, figliuol mio, e un giorno o l'altro ti finisce male -. E gli finì male davvero, per un altro motivo. Un giorno, per la festa dell'Immacolata, appena rizzarono il trespolo sulla piazza di Spaccaforno, vennero gli sbirri e li acciuffarono tutti e due, cogli unguenti e gli elisiri, e li portarono al Criminale, accusati d'infanticidio. Ma allorché il Zanno vide Grazia sullo scanno, accusata insieme a loro, si mise a giurare e spergiurare colle mani in croce che non l'aveva mai vista né conosciuta, com'è vero Iddio! Ma c'erano testimoni che avevano visto quella ragazza con Nanni tempo fa, quando egli era passato un'altra volta da Spaccaforno con don Tinu il merciaio, nella settimana santa, anzi egli aveva chiuso l'uscio. Grazia, più morta che viva, balbettava:

- Signor giudice, fatemi tagliare la testa, ché sono una scellerata! Prima feci il peccato e poi non seppi far la penitenza -.

Era stato per la disperazione, dacché tutti la scacciavano come un cane malato... e per la vergogna anche... Sì, perché no? dopo che Nanni l'aveva mandata via, e cominciava a capire il male che aveva fatto... Fu una notte, nel casolare abbandonato dietro il ponticello, che prima serviva pei lavoranti della strada... Una notte che pioveva... e le pareva di morire, lì, sola e abbandonata... E non sapeva come fare, con quella creaturina abbandonata al par di lei... Poi, quando non l'udì più vagire, e la vide tutta bianca, si strascinò sino al burrone, là, nella cava delle pietre, e l'avvolse nel grembiule, prima, povere carni tenere d'innocente! Ma Nanni non sapeva nulla, com'è vero Dio. Non s'erano più visti... Potevano andare loro stessi, a vedere lì nella cava delle pietre, vicino al casolare, giù dal ponticello... Così Grazia andò in galera, ma loro se la cavarono colla sola paura della forca, il Zanno e l'aiutante. Però il Zanno fece voto a Dio e al Cristo di Spaccaforno che giovani non ne voleva più alla cintola, com'è vero Gesù Sacramentato! Nanni girò ancora un po' di qua e di là, finché spinto dalla fame tornò a Primosole, dove almeno ci aveva qualcuno. Trovò che suo padre era sotto terra, e l'Orbo guidava lui la chiatta, asciutto come un osso. Giusto c'era Filomena, che cominciava a farsi vecchia, e nessuno la voleva per quella storia di don Tinu e gli altri sdruccioloni che si erano scoperti dopo; la Filomena adesso gli diceva ogni volta: - Io ci ho la mia roba, grazie a Dio, e il marito che volessi prendere starebbe come un principe -.

L'Orbo, che faceva da mezzano per un bicchier di vino, aiutava: - L'ho vista io con questi occhi. - Per me, - rispose alfine Nanni, - se voi siete contenta, sono contento io pure -.

E si fece il nido come un gufo. Di correre il mondo ne aveva abbastanza ora, e badava a mangiare e bere colla moglie e gli avventori, che tenevano allegra la casa e lasciavano dei soldi nel cassetto. Ogni tanto gli portavano la notizia:

- Sapete, zio Giovanni? vostro fratello gli è successo un accidente -. Oppure:

- Gnà Benedetta, vostra sorella, ha avuto un altro maschio -.

Tale e quale come suo padre, che aveva messo radici a Primosole, dopo che era rimasto zoppo, e venivano a dirgli sin lì quel che succedeva al mondo di qua e di là.

Un giorno, dopo anni e anni, in mezzo a una torma di mietitori, vide passare anche una vecchia che neppure il diavolo l'avrebbe più riconosciuta, mangiata com'era dalla fame e dagli strapazzi, la quale gli disse: - Che non mi riconoscete più, compare Nanni? Sono Grazia, vi rammentate? Ma egli la mandò subito via per paura di Filomena che ascoltava dal letto, come aveva fatto l'altra volta per paura del padrone che stava per venire. Ora voleva godersi tranquillamente la sua pace e la provvidenza che il Cielo mandava, insieme alla moglie che gli aveva dato Dio. E se si trovavano a passare il Zanno oppure don Tinu, che ora gli portavano rispetto, e lasciavano anche loro bei soldi all'osteria, soleva dire con la moglie, o con chi c'era: - Poveri diavoli! Costoro vanno ancora pel mondo a buscarsi il pane!