#5: La voce di Vegeta, Marshall e Gordon Ramsay [1]
MICHELE: Buongiorno, buon pomeriggio e buonasera.
Io sono Michele e questo è il podcast in italiano di LingQ.
Oggi avremo il piacere di conoscere Gianluca Iacono,
un famoso doppiatore italiano
che ha prestato la sua voce a personaggi molto popolari di serie TV
come Vegeta di Dragon Ball, Marshal Eriksen di "How I met your mother",
Gordon Ramsay.
Ha lavorato anche in tantissime serie Tv,
film, videogiochi.
Insomma, una persona che ha un'esperienza molto grande,
circa 30 anni, se non di più.
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Benvenuti in questo nuovo episodio in italiano del podcast di LingQ.
Oggi avrò il piacere di parlare con Gianluca Iacono.
Un famoso doppiatore italiano che ha prestato la sua voce
a personaggi molto popolari di serie TV
come Vegeta di Dragon Ball,
Marshal Eriksen di "How I met your mother",
e Gordon Ramsay, lo chef inglese famosissimo
in tutti i suoi programmi in Tv.
Intanto grazie mille di essere qui, per me è un onore.
GIANLUCA: Grazie a te, piacere mio. Bentrovato e bentrovati.
MICHELE: Oggi avremo il piacere di conoscere un po' meglio
il percorso di Gianluca, il suo mestiere
perché questo mestiere è molto importante in Italia.
Forse in alcuni Paesi questo è meno comune,
però in Italia è molto popolare.
Ovviamente hai un sacco di fan che ti seguono.
GIANLUCA: Sì, parecchi.
MICHELE: È una cosa comune, non solo te.
Abbiamo tantissimi doppiatori famosi in Italia e Gianluca è uno di questi.
Hai più di 30 anni di esperienza alle spalle.
GIANLUCA: Esatto, sì.
Poi da quando ho deciso di diventare social
perché prima non lo ero,
questo è certo che poi ti apre al pubblico.
Sono più famoso di altri anche perché ho deciso di far vedere
la mia brutta faccia agli altri. MICHELE: Ma dai!
MICHELE: Però sì, perché lavorando nel mondo del doppiaggio
la faccia è una cosa che non si vede
ed entrando nel mondo dei social
si riesce a capire chi ci sta dietro tutto questo lavoro.
Io partirei con la prima domanda dell'intervista.
Come è iniziato il tuo percorso in questo lavoro di doppiatore?
GIANLUCA: Ti dico una cosa che ho già detto altre volte ma ripeto volentieri.
Nel senso che tendenzialmente, ma nel mio caso sicuramente perché lo so,
diciamo che non mi reputo un doppiatore.
Io mi reputo un attore.
Un doppiatore di per sé non esisterebbe.
È come dire "io sono un musicista jazz".
Sì, ma sono un musicista.
È un po' la stessa cosa.
Quando ho cominciato nemmeno sapevo cosa fosse il doppiaggio.
Anche perché io sono del 1970, ho iniziato a studiare dizione nel 1982.
Quindi ho iniziato a fare le primissime cose, RAI, doppiaggio, che ero piccolissimo.
Avevo 13 nel 1983.
Non esisteva internet, non c'erano i social.
Nessuno sapeva cosa fosse il doppiaggio, a meno che tu non fossi un doppiatore
o un amico di doppiatori.
La mia idea ovviamente...
la mia indole era quella di recitare in generale,
di fare l'attore, cosa che poi ho fatto.
Mia madre ha captato qualcosa,
quindi si è detta la classica cosa "o lo portiamo da uno bravo
oppure gli facciamo fare qualcosa che ha che fare con la recitazione".
Non hanno scelto lo psichiatra ma una scuola di dizione.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Poi recitazione e poi è arrivato il doppiaggio
quasi subito, ma mischiato a tante altre cose,
al teatro, alla radio.
MICHELE: C'è stato prima un percorso formativo, hai studiato dizione,
hai studiato recitazione anche.
Prima di fare questo lavoro.
GIANLUCA: È obbligatorio.
Per fare doppiaggio nello specifico è ancora più importante.
Già quando uno fa teatro viene per imparare a usare la voce, parlare in dizione.
Ma quando sei al microfono, dove tutto è talmente preciso al dettaglio
la tecnica è fondamentale, l'aspetto dizione and company.
MICHELE: Certo. Quindi qual è stata la prima volta che hai messo piede in una sala doppiaggio?
Dove hai lavorato proprio in uno studio di doppiaggio.
Su quale progetto iniziale? Quand'è che hai iniziato?
GIANLUCA: Il mio ricordo è dell'83.
Nell'82 feci il corso di dizione.
Il mio insegnante, che è un po' mentore, era un attore famoso
che a Torino aveva messo su questa scuola
e da lì sono usciti parecchi attori e non di Torino.
Tutti quelli che hanno lavorato nel teatro, nel cinema,
nel doppiaggio, tutto insieme, sono usciti da lì.
Dopo un annetto che io avevo imparato a parlare abbastanza in dizione,
mi ero tolto quell'accentaccio da torinese figlio di meridionali,
quindi una roba proprio...
che è la maggior parte dei bambini di Torino di quel periodo.
Cercavano dei bambini per fare doppiaggio
dei primi prodotti che arrivavano dalle Tv locali dell'epoca
perché parliamo dell'83.
Stava nascendo Fininvest, c'erano le prime televisioni private.
MICHELE: Certo.
GIANLUCA: Rai 1, Rai 2, Rai 3, finiva lì.
MICHELE: Poi è arrivata Mediaset.
GIANLUCA: Fininvest, all'epoca si chiamava Fininvest.
MICHELE: Ah, è vero.
Non ero ancora nato.
GIANLUCA: Col biscione.
E nascevano le prime televisioni private appunto.
Gold, Eurogoldest, non mi ricordo come si chiamavano...
Telelombardia, tutte le televisioni varie.
Io abitavo a Torino però.
Comunque queste televisioni vogliono dei prodotti.
Quindi compravano film anche di serie B, un po' di tutto...
...serie, sceneggiati.
E quindi mi trovai a doppiare questo bambino,
un bambino in un telefilm.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Mi ricordo quello, poi avrò fatto anche altre cose miste
Però all'inizio
ho rotto il ghiaccio con quello.
MICHELE: Ok, piccoli lavoretti insomma.
GIANLUCA: Esatto.
MICHELE: Per fare un po' di esperienza nel campo.
Il primo progetto serio qual è stato?
GIANLUCA: Il primo progetto serio
fra virgolette
è quando mi diedero un personaggio in una telenovela.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Andavano fortissimo, anche per tutti gli anni 90.
Facevano una telenovela, di quelle che andavano su Rete 4,
ammesso che si chiamasse già Rete 4, ma credo di sì,
una telenovela in cui facevo un personaggio.
Non era un protagonista, ma facevo un personaggio.
Anche lì ero acerbo come non so cosa,
però poi mi sono sciolto.
MICHELE: Ti sei sciolto.
GIANLUCA: Questo era Torino ovviamente.
Poi iniziai ad andare a Milano nel '90 tipo.
nel 1988/1989 intanto andavo a Milano
provavo a farmi sentire, facevo qualche brusio su "Sentieri",
la famosa soap opera.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Poi dal '90 al '91 andai in Merak Film.
Ero piaciuto e quindi ho iniziato a fare delle cose,
cartoni, serie Tv, ecc...
GIANLUCA: E poi da lì... MICHELE: E poi da lì...
GIANLUCA: Nel '93 ho fatto il mio primo personaggio in un anime,
nel '92 i Sailor Moon.
Tutto sempre alternandolo, però, con tanto teatro,
con tanto teatro cabaret, con un po' di progetti.
Per quello non mi reputo un doppiatore.
MICHELE: Certo.
GIANLUCA: Sono un attore che lavora molto nel doppiaggio.
MICHELE: Certo.
Secondo te un doppiatore ha più esperienza rispetto a un attore
a livello professionale?
Visto che un doppiatore sta dietro un leggio
e deve poi doppiare un personaggio.
Secondo me c'è più esperienza da questo punto di vista.
GIANLUCA: Diciamo che c'è una richiesta tecnica di un certo tipo.
Soprattutto sulla voce che è il veicolo con cui si recita.
Ci sono delle specifiche in più
che l'attore di teatro non ha necessità di avere.
Nel senso che quando si fa doppiaggio bisogna essere pulitissimi
nell'articolazione.
Un attore che dice "témpo" o "sénza" come si dice a Milano,
non se ne accorge nessuno.
Se li sbaglia tutti sì, ma ogni tanto sbaglia un accento non è che andrà...
Nel doppiaggio "sénza" non si può dire.
Ogni regione ha la sua e non si può sbagliare in dizione
E inoltre, c'è poi il fatto di passare,
entrare nel personaggio con una velocità che non è richiesta in teatro.
Magari nel cinema un po' di più, però nel cinema ti studi la parte prima.
Nel doppiaggio no.
Nel doppiaggio entri, la vedi, la fai.
E devi capire subito che cosa stai facendo.
E magari in una giornata fai cinque personaggi.
Sei personaggi.
Una cosa che nel cinema non farai mai.
Ne fai cinque o sei in un anno.
MICHELE: Sì, sì. È vero.
Nel doppiaggio uno lavora tanto, può succederti in una settimana
di fare dieci personaggi diversi, perché magari tante cosine...
fai una cosa piccola, poi una grossa,
però magari fai un vampiro, un dottore, un pesce, un saiyan.
MICHELE: Esatto.
GIANLUCA: Quindi bisogna essere molto versatili
e avere una tecnica molto solida.
MICHELE: Sì, la dizione è fondamentale. Perché poi ovviamente
se ci pensiamo, quando guardo un film doppiato
mi concentro molto di più sulla dizione.
E questo contenuto viene distribuito in tutta Italia e deve avere un italiano standard.
Non può avere una cadenza regionale, lombarda, veneta.
GIANLUCA: Eh, certo.
Perché sarebbe un po' come se uno decidesse...
Negli Stati Uniti il doppiaggio di per sé, come c'è da noi, non c'è.
Ma è come se tu guardassi un film e un attore parlasse in texano, un altro...
MICHELE: Esatto.
GIANLUCA: In certi film lo fanno, ma per scelta di avere...
accenti diversi, come succede anche nei film italiani.
MICHELE: Sì, è vero.
GIANLUCA: Però se devi doppiare un cartone animato,
non credo che anche in America prendano uno con l'accento del Texas,
o con l'accento wisconsin.
È improbabile.
MICHELE: È vero, è vero.
GIANLUCA: Uno non deve riconoscere... perché se no entri subito... capito?
MICHELE: Sì.
GIANLUCA: Immaginati Vegeta in napoletano.
MICHELE: È stupendo.
Me lo potresti fare per favore?
Giusto due secondi, una battuta.
GIANLUCA: Maledetto Kaarat.
Ti ho detto un sacco di volte che non mi devi scassare le scatole.
Ora ti faccio un Big Bang Attack
e t'accappotto.
MICHELE: Esatto.
GIANLUCA: Diventa un'altra cosa
MICHELE: Dovresti fare un video su Youtube riguardo a questo.
Magari Vegeta con vari accenti italiani.
O Gordon Ramsay, o non so.
Sarebbe fighissimo.
GIANLUCA: È una cosa che dovevo fare.
Fra i tanti progetti ci sarebbe anche questo.
MICHELE: Esatto. Un Vegeta siciliano,
oppure veneto.
Sarebbe fighissimo, lo guarderei stravolentieri.
Ma cosa vuol dire essere doppiatore in Italia?
Quali sono i pro e i contro di questo lavoro in questo Paese, secondo te?
GIANLUCA: Considera che negli anni è anche un po' cambiato tutto.
Tanto quanto è cambiato il nostro Paese.
È cambiata l'economia, è cambiata la tecnologia.
Quindi anche questo lavoro.
Per forza di cose.
Quindi nel doppiaggio nello specifico
i pro sono sicuramente che è un lavoro molto bello.
Se uno è portato e gli piace è un lavoro appassionante doppiare.
È una specifica della recitazione
che è molto affascinante.
Infatti attrae un sacco di persone che vorrebbero studiare doppiaggio.
Il fatto di poter fare 1000 cose con la voce,
perché con la voce si possono fare un sacco di cose,
è molto affascinante.
I pro sono sicuramente che è un lavoro
che tutto sommato, una volta che entri, la difficoltà è quella di entrare.
Una volta che entri e sei consolidato come un bravo professionista affidabile,
si lavora abbastanza.
Poi dipende anche dove vivi.
Il doppiaggio in Italia si fa a Roma, Milano e Torino.
Ogni tanto c'è qualcosina qua e là, ma...
robe più solide sono lì.
MICHELE: Devi spostarti per fare questo lavoro.
Se non vivi a Roma, Milano o Torino. Esatto.
GIANLUCA: Magari ci sono scuole di doppiaggio nate un po' ovunque,
in Sicilia, in Campania, in altri posti.
Però chi la fa deve essere consapevole del fatto che poi deve decidere...