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I nomi fanno il mondo - Gian Luca Favetto, 40. I SENTIERI DEL MONDO

40. I SENTIERI DEL MONDO

Learco Finisterra era un uomo che camminava in fila indiana. Anche se non c'era nessuno con lui. Anche se nessuno lo precedeva e nessuno lo seguiva. Sempre in fila indiana. Come le formiche. Ma da solo. Con passo luminoso, raccontano i testimoni, e ondeggiante -una falcata che sembrava un raggio di sole.

Percorreva i suoi giorni come cammini obbligati. Ogni svolta era ad angolo retto, preciso: novanta gradi verso sud, verso est, verso nord, verso ovest.

Non esistevano curve nei suoi tragitti, soltanto incroci e linee rette per andare a comprare il giornale, arrivare al lavoro, raggiungere un appuntamento o passeggiare. Sempre a piedi. Rigorosamente a piedi. Una vita tutta a piedi lungo meridiani e paralleli, che considerava i sentieri del mondo.

Sono lì, esistono, segnalati nelle carte, tracciati appositamente dall'uomo -diventati la rete che tiene insieme la Terra. Tanto vale seguirli, usarli in qualche modo, diceva, non trascurarli, ché poi crescono le erbacce, e magari si cancellano.


40. I SENTIERI DEL MONDO 40. THE PATHS OF THE WORLD

Learco Finisterra era un uomo che camminava in fila indiana. Anche se non c'era nessuno con lui. Anche se nessuno lo precedeva e nessuno lo seguiva. Sempre in fila indiana. Come le formiche. Ma da solo. Con passo luminoso, raccontano i testimoni, e ondeggiante -una falcata che sembrava un raggio di sole.

Percorreva i suoi giorni come cammini obbligati. Ogni svolta era ad angolo retto, preciso: novanta gradi verso sud, verso est, verso nord, verso ovest.

Non esistevano curve nei suoi tragitti, soltanto incroci e linee rette per andare a comprare il giornale, arrivare al lavoro, raggiungere un appuntamento o passeggiare. Sempre a piedi. Rigorosamente a piedi. Una vita tutta a piedi lungo meridiani e paralleli, che considerava i sentieri del mondo.

Sono lì, esistono, segnalati nelle carte, tracciati appositamente dall'uomo -diventati la rete che tiene insieme la Terra. Tanto vale seguirli, usarli in qualche modo, diceva, non trascurarli, ché poi crescono le erbacce, e magari si cancellano.