Fallire è la cosa migliore che possa capitarci | Karim Musa | Yotobi | TEDxBarletta
Trascrizione: Vanessa G Revisore: Anna Cristiana Minoli
(Applausi)
Grazie mille.
Fallire è la cosa più bella che potrebbe capitarci,
se solo riuscissimo a normalizzarlo e ad accettarlo.
Io vedo i fallimenti un po' come una scena del crimine,
un cadavere per terra,
perché, mentre i successi e le vittorie
vengono esaltati e dimenticati immediatamente, i fallimenti no.
I fallimenti vengono analizzati al microscopio,
archiviati e tirati fuori in caso di necessità.
Per alzata di mano, quanti di voi possono sinceramente ammettere
di aver fallito almeno una volta nella vita?
Dio, facciamo schifo veramente, è una roba imbarazzante.
Però, quanti di quelli che hanno alzato la mano, tutti,
possono dire di aver accettato un fallimento?
Pochi, molto pochi.
La paura di fallire è talmente forte
che ne è addirittura spuntata fuori una sindrome.
In psicologia, la sindrome del fallito è quella costante sensazione
di non aver avuto successo in nulla
e di non avere la possibilità di cambiare la situazione,
facendo credere a chi ne soffre che tutto ciò che fa
o che dice sia sbagliato.
Può essere frutto di motivi immaginari, reali, ma il risultato sarà sempre
un senso di insoddisfazione, di sé stesso, della propria vita,
che spesso porta a sprofondare nella frustrazione e nella rinuncia.
Per questo motivo, le persone che hanno paura di fallire tendono ad evitare
i rischi e a non andare mai oltre la propria comfort zone,
cercando di vivere meglio, cercando di vivere uno stile di vita
molto, molto, molto tranquillo e molto normale, senza correre rischi.
Io ho fallito molto nella mia vita, ma non soffro della sindrome del fallito,
perché se sono qui a parlare ad un TEDx vuol dire che qualche successo l'ho avuto.
Ed infatti soffro della sindrome dell'impostore, che è quella sindrome
che ti fa pensare di non meritare il successo che hai.
E la sindrome del fallito e la sindrome dell'impostore
sono in mezzo a questo sandwich del cervello chiamato “pipponi mentali”.
(Risate)
Quindi, riassumendo, la pressione psicologica dovuta a un fallimento
porta le persone non solo a non provarci più
ma a non correre mai nessun rischio.
Qual è il posto, secondo voi, dove sperimentiamo
per la prima volta il fallimento?
Sicuramente, come molti di voi, come me, sarà a scuola o all'università.
Pensiamo a non aver superato un'interrogazione, a non aver superato
un esame o al fallimento per eccellenza: la bocciatura.
La bocciatura non è solo il fallimento di un obiettivo,
il fallimento dell'anno, non aver superato l'anno,
ma parte da quello.
È una spirale che non ha fine,
che chi non è stato bocciato non ne ha idea.
Fallisci l'obiettivo, deludi i tuoi genitori,
che sono qui in quarta fila,
ripeti l'anno in una classe di alunni che non hanno la tua età,
che sono più piccoli di te e che tu non conosci,
ti senti inadeguato e vieni costantemente giudicato e indicato come quello bocciato.
Ne so qualcosa perché ci sono passato, ma non sono mai arrivato a questo punto:
bocciato all'esame, si presenta a scuola e uccide l'insegnante a colpi di machete.
È un fatto tragico e non sono assolutamente d'accordo con i modi,
ma lo capisco molto bene, anche perché la bocciatura è il vero primo fallimento
che ti porti dietro per sempre.
Ma cosa succede quando riesci non solo a superarlo ma anche ad accettarlo,
un fallimento?
Gary Dahl è un pubblicitario a cui, nel 1975, viene in mente un'idea folle.
Nonostante nessuna banca voglia finanziargliela, dandola per fallita
in partenza, lui decide di ipotecare una seconda volta la sua casa
e, con i soldi fatti, comprare piccoli spazi pubblicitari in riviste e giornali
per vendere il suo prodotto.
La sua idea è quella di vendere come animale domestico
una pietra.
Pet rock, la “pietra domestica”.
Non ridere!
Almeno, questa pietra non sporca, non fa rumori,
e a nessuno frega niente se l'abbandoni in autostrada, nessuno.
(Risate)
L'idea però va a puttane, esattamente come tutte le banche avevano predetto.
Ma Dahl non si dà per vinto, non si lascia schiacciare da questo fallimento.
Con i suoi ultimi 200 dollari,
compra un piccolissimo spazio pubblicitario nel mese di novembre,
poco prima di Natale,
e riesce a vendere 1,5 milioni di pietre
che la gente ha regalato a Natale
come animale domestico.
Babbo Natale odia quei bambini che hanno ricevuto questa pietra.
Lui aveva un guadagno di 2 dollari per pietra
e, in poco più di due mesi, ha guadagnato 3 milioni di dollari
vendendo pietre.
Dahl è l'esempio di una persona che ha accettato l'idea di fallire
senza smettere di credere in quello che sapeva avrebbe funzionato.
Questo vuol dire che la paura ci pone dei limiti enormi, al punto di offuscare
la mente, tanto da farci credere che idee che potrebbero funzionare,
invece, non funzionerebbero mai.
Ma ci sono altri esempi di persone che hanno avuto un grande successo
partendo da un fallimento.
Negli anni '70,
un uomo vede un ciclone portare via tutta la polvere di legno da una segheria,
lasciandola completamente pulita.
Lui guarda questo evento e dice: “Sai che devo fare?
Voglio miniaturizzare quello che ho visto e venderlo nelle case di tutti”.
Le persone intorno a lui hanno detto: “Tu sei nato scemo, tu sei scemo”.
Mi stavano attaccando.
Ci vogliono, però, 5 anni e 5000 diverse versioni di piccoli fallimenti
per fare questa aspirapolvere.
E, quando finalmente lui ha un bel aspirapolvere da poter vendere,
nessuno glielo vuole distribuire.
Con qualche soldo, riesce ad aprire un mercato, prima, in Giappone,
poi, con i soldi che fa in Giappone, che vanno benissimo, in Inghilterra
e poi, dall'Inghilterra, arriva a tutto il mondo.
Quell'uomo è...
Manca una foto.
È James Dyson, il creatore della Dyson.
Non è lui James Dyson, assolutamente.
(Risate)
Lui, invece...
(Applausi)
Un applauso a Dyson, si è perso nelle foto.
Quanto a lui, invece, per fare un altro esempio,
nel 1959, un gruppo del Partito del Risorgimento Arabo Socialista
decide di preparare un attentato al primo ministro iracheno di allora,
al-Karīm Qāsim.
Questo gruppo non era proprio esperto in attentati,
era uno dei loro primi attentati.
Quindi, decidono di farlo
in una delle strade più trafficate di Baghdad.
Qasim sarebbe passato in mezzo con l'auto e loro si sarebbero divisi
metà da una parte e metà dall'altra parte della strada.
Dimenticandosi una minuzia, una quisquiglia, cioè che, se tu ti metti
metà da una parte, metà dall'altra, quando spari...
(Risate)
Qasim riesce a scappare,
loro si sparano tra di loro, e non solo:
il capo ideatore, il genio che ha creato questo attentato è nientepopodimeno che...
(Risate)
Saddam Hussein.
(Risate)
Se...
(Applausi)
Avete appena applaudito a Saddam Hussein.
Fate voi, fate voi. Io non vi ho detto niente.
Tanto registrano qua, son cazzi vostri.
Anche perché non tutti possono essere imprenditori di successo,
qualcuno si deve sacrificare e diventare un dittatore.
Ma tornando alla scienza, il fallimento non ha solo conseguenze psicologiche,
come abbiamo visto, ma anche fisiche.
Infatti, è causa di ansia e stress,
che portano il corpo a rilasciare cortisolo.
Ah, la foto è giusta.
Quando sperimentiamo una vittoria, il nostro corpo rilascia endorfine
che ci stimolano a impegnarci e ad andare avanti.
Il cortisolo, invece, è l'esatto opposto. È definito come l'ormone dello stress
e alimenta una risposta di fuga davanti a una situazione critica,
quindi ci fa peggiorare una situazione già stressante di suo.
Viene prodotto su impulso del sistema nervoso,
che aumenta l'accumulo di grassi nel sangue
e l'aumento di glicemia
nei momenti in cui all'organismo serve energia.
Alti livelli di cortisolo per lunghi periodi di tempo
possono anche danneggiare la parte del cervello associata all'apprendimento,
alla memoria e al controllo dello stress e possono portare a depressione, ansia
e problemi di cuore.
Quindi, se tu sei una persona già affetta da ansia sociale di tuo
e cammini per strada e qualcuno ti chiede che ore sono,
ti si alza il cortisolo, ti scoppia il cuore
muori lì sul marciapiede.
Pensa che brutto morire perché qualcuno ti ha chiesto l'ora.
Pensa che fallimento.
Per mantenere stabili i livelli di cortisolo, bisogna alleviare lo stress
e per farlo ci sono vari modi.
Per esempio, migliorando il proprio stile di vita,
il metodo fisico,
migliorare il proprio fisico e stile di vita,
fare esercizio fisico, adottare tecniche di rilassamento come lo yoga
o la meditazione, dormire il numero giusto di ore di notte,
non come stiamo facendo noi in questo momento,
e bilanciare il rapporto proteine/carboidrati,
cioè mangiare un po' meglio.
Oppure migliorare il proprio stato mentale.
Quindi, coltivando delle passioni, avere degli hobby e ridere,
molto ridere.
Ovviamente, in certe situazioni, ridere diventa un po' complicato.
Ma non vi preoccupate perché c'è una soluzione anche a quello.
Uno studio ha rivelato che il cervello e il nostro corpo
non riescono a capire esattamente la differenza tra la risata vera
e la risata finta.
Quindi,
quando voi siete a Natale, con quello zio che vi racconta quella barzelletta
un po' omofoba e voi ridete per evitare i problemi,
“Ah ah ah, zio, mannaggia la miseria!”,
il corpo rilascia comunque endorfine e abbassa i livelli di cortisolo,
perché il nostro cervello, ogni tanto, è un deficiente.
Questo vuol dire che, se noi riuscissimo ad accettare i fallimenti
e a normalizzarli nella società, il peso psicologico e il dolore fisico
sparirebbero e riusciremmo a riderne, creando endorfine invece che cortisolo.
Però, ora come ora, per il periodo storico e per i problemi personali, non è così.
Quindi, vi lascio con una cosa che potrebbe aiutarvi
nel caso vi sentiste sopraffatti da un fallimento.
C'è Pierino
(Risate)
che va dal papà e gli chiede: “Papà, se io prendo 10 a scuola, tu mi dai 10 euro?”
“Certo, Pierino.”
“Perfetto. E allora dammi 3 euro perché ho preso 3 in matematica”.
(Risate)
Avete riso ad una barzelletta su Pierino, nel 2022.
Per tutti quelli che non hanno riso, non vi preoccupate,
potete sempre fare finta.
Grazie mille.
(Applausi)
Grazie.