×

Usamos cookies para ayudar a mejorar LingQ. Al visitar este sitio, aceptas nuestras politicas de cookie.


image

Salvatore racconta, #83 – 5 scrittrici italiane del XX secolo che dovresti conos

#83 – 5 scrittrici italiane del XX secolo che dovresti conos

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato l'8 ottobre 2022.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

Ti è mai venuto in mente di chiederti quali sono i libri italiani più famosi e tradotti nel mondo?

A me è capitato di pensarci tante volte. Un po' per curiosità personale, un po' perché nella mia vita professionale mi occupo di lingua italiana e di libri. E alla fine ho trovato una lista che mi sembra abbastanza attendibile. Fatta di classici eterni e di casi letterari estemporanei.

Al primo posto? Beh, naturalmente, la Divina Commedia. Un'opera che non appartiene solo alla letteratura italiana, ma alla cultura mondiale.

Al secondo posto c'è un altro classico, anche se più moderno. In un certo senso, anche questo è un libro universale. Appartiene a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo. È Pinocchio, di Carlo Collodi! La storia del burattino più famoso del pianeta.

E dopo? Chi c'è? Un autore che fa parte a tutti gli effetti della letteratura. Si tratta di Umberto Eco, che ha conquistato il mondo con il suo thriller medievale ambientato in un monastero benedettino. Sto parlando ovviamente de Il nome della rosa.

Infine, c'è il libro più recente di tutti. O meglio, la serie di libri. Una tetralogia che ha conquistato il mondo. La storia di due ragazze napoletane degli anni ‘Cinquanta che crescono insieme in un'Italia che cambia con loro e attorno a loro. Se non conosci i libri, quasi sicuramente conosci la serie tv che ne è stata tratta. È L'amica geniale, di Elena Ferrante. Un'autrice che nessuno sa davvero chi sia o che faccia abbia. Voci di corridoio del mondo dell'editoria dicono che sia lo pseudonimo di un altro famoso scrittore napoletano, qualcuno dice che invece sia sua moglie, ma in realtà tutto questo non importa.

Elena Ferrante, che esista davvero o no, è la scrittrice italiana più famosa nel mondo oggi.

E dietro di lei?

La letteratura italiana è piena di scrittrici importanti, alcune molto conosciute, altre un po' dimenticate, altre ancora che hanno preso polvere sugli scaffali per tanto tempo e che oggi vengono riscoperte.

Oggi vi parlo di cinque di loro. Cinque scrittrici che ci hanno lasciato libri belli e importanti, e che hanno vissuto vite che ci raccontano l'Italia in profondità. Una cosa che su Salvatore racconta è molto apprezzata.

Spero che troverete nomi e titoli che vi incuriosiranno. Non saranno letture facili, all'inizio, perché la lingua che usano a volte è un po' datata. Ma la potenza letteraria e le emozioni che sanno esprimere sono senza tempo.

Scrittrice numero 1 – Natalia Ginzburg

Ginzburg. Che cognome curioso, non è vero? Non sembra italiano. E in effetti non lo è. Quella che oggi conosciamo come Natalia Ginzburg prima del matrimonio era nota come Natalia Levi, nata a Palermo nel 1916 e poi cresciuta a Torino.

Il padre di Natalia, Giovanni Levi, era un ebreo triestino. Non praticante, forse persino ateo, ma pur sempre ebreo. Una cosa che nell'Italia del fascismo non era un ottimo biglietto da visita. Tanto più che Giuseppe Levi, oltre che ebreo, era pure un convinto oppositore del regime.

La giovane Natalia insomma nasce in una famiglia con le idee chiare e, crescendo, le fa sue. Da adulta, le conferma anche. Sposando un intellettuale di origine russa che vive e lavora a Torino. Si chiama Lev, ma tutti lo chiamano Leone. Leone Ginzburg. Anche lui è di famiglia ebraica e questo, con il tempo che passa, è un'altra promessa di guai.

Natalia e Leone vivono per un paio d'anni a Torino dove lui collabora con la casa editrice Einaudi e lei muove i primi passi della sua carriera letteraria. Nel 1940, il regime mussoliniano decide che un ebreo antifascista non può lavorare in una casa editrice e lo manda al confino. Cioè, lo costringe a vivere in un paese piccolissimo in Abruzzo, lontano dal suo ambiente, isolato da tutti. Era una cosa che il fascismo faceva per punire gli oppositori e renderli inoffensivi. Natalia, in quegli anni duri e di paura, pubblica il suo primo romanzo, naturalmente sotto pseudonimo, e poi è costretta a fermarsi per un po'. Nel 1944, nel pieno della guerra, i fascisti arrestano, torturano e uccidono suo marito Leone. Lei si trova improvvisamente sola, madre di quattro figli, in un'Italia devastata dalla guerra civile, e armata solo della sua penna.

Per fortuna, dopo la guerra, il mondo intellettuale si ricorda di lei e le garantisce le condizioni per vivere di scrittura. E lei lo fa, scrivendo uno dopo l'altro una serie di romanzi e racconti che oggi sono parte della storia della letteratura italiana. Ginzburg non è una scrittrice leggera, nei suoi romanzi ci sono la storia, la vita, la politica. E anche lei decide di fare politica. Prima come attivista e militante, poi anche come deputata. Nel 1986 si candida alle elezioni e entra in parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Il suo libro più famoso ancora oggi è Lessico famigliare, un libro di memorie con cui ha vinto il più prestigioso riconoscimento letterario italiano, il Premio Strega. È un libro in cui attraversa tutta la sua stessa vita, e in particolare gli anni del fascismo e della guerra. Una prospettiva unica, scritta con grande talento letterario, che ci permette di attraversare le pagine più buie del XX secolo.

Scrittrice numero 2 – Elsa Morante

Quattro anni più vecchia di Natalia Ginzburg è Elsa Morante, destinata a diventare una delle figure più importanti della vita culturale italiana della seconda metà del XX secolo.

Romana, originaria del quartiere popolare di Testaccio, Morante comincia a scrivere da ragazzina, anche se il vero esordio letterario arriva quando è adulta e quando entra nei circoli letterari della capitale. Lì dove incontra uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana, e che per diversi anni sarà anche suo marito, Alberto Moravia.

Moravia e Morante lasciano Roma nel 1943, per paura di essere arrestati dai nazisti, e si rifugiano in un paesino del sud del Lazio, una regione chiamata Ciociaria. Da quell'esperienza, Moravia trae l'ispirazione per il suo famoso romanzo La ciociara, diventato anche un leggendario film con Sophia Loren. Anche Elsa userà quell'esperienza e quelle ambientazioni per il suo libro più importante.

Si chiama La storia ed è la vicenda struggente di una donna romana del popolo che, durante la guerra, viene stuprata da un soldato tedesco e da quell'esperienza ha un figlio. Il piccolo Useppe. Che da un lato le ricorda l'orrore della violenza subita, ma dall'altro è l'unico simbolo di vita che le rimane mentre la guerra distrugge attorno a lei. Un libro che nella letteratura italiana non ha eguali.

Scrittrice numero 3 – Dacia Maraini

Dacia Maraini è di vent'anni più giovane di Morante e Ginzburg, ma questo non vuol dire che il grande evento del XX secolo non l'abbia toccata. È figlia di una donna siciliana di origini nobili e proprietaria di terre sull'isola. Il padre invece è fiorentino, fa l'antropologo ed è un appassionato orientalista. Per questo motivo, quando Dacia è una bambina, passa l'infanzia in Giappone, all'epoca Paese alleato dell'Italia fascista. Le cose vanno bene fino al 1943. Dacia ha appena sette anni, e in quell'anno il governo italiano esce dalla guerra e dall'alleanza con tedeschi e giapponesi. Il che significa che gli italiani in Giappone sono nemici e traditori. La famiglia Maraini finisce in un campo di concentramento dove ne vedrà di cotte e di crude. Due anni in cui patisce la fame, prima di potere tornare in Italia. Prima di stabilirsi definitivamente a Firenze e poi a Roma, dove diventerà anche lei compagna di Alberto Moravia, Maraini passa qualche anno in Sicilia dalla famiglia della madre.

Dall'esperienza siciliana verrà fuori il suo romanzo più famoso, Bagheria. Che prende il titolo da una città vicino a Palermo famosa per le sue ville. Il libro parla di Sicilia senza filtri. Racconta la semplicità e la povertà del popolo, ma anche il paternalismo a volte violento di certi uomini vicini alla famiglia e soprattutto del modo in cui le famiglie ricche siciliane – come quella di sua madre – avevano in qualche modo permesso e anzi incoraggiato la formazione della mafia.

Scrittrice 4 – Goliarda Sapienza

Da una quasi siciliana, a una siciliana in carne e ossa. Goliarda Sapienza è una scrittrice meno conosciuta delle tre che l'hanno preceduta, ma ultimamente si parla molto di lei e dei suoi libri. È in atto una vera e propria riscoperta della sua opera. Nata a Catania da genitori di simpatie socialiste e di idee molto progressiste anche in campo sociale. Nella Sicilia del 1924, delle vere e proprie mosche bianche.

Da ragazza, Goliarda non pensa alla carriera letteraria, ma sogna di fare l'attrice. Anche se poi scopre abbastanza presto che ha più talento con la penna che sul palcoscenico o davanti alla videocamera. Ha una vita travagliata, conosce la povertà e anche la prigione. Viene arrestata per un furto e passa vari mesi nel carcere romano di Rebibbia. In poche parole, conosce la vita nel modo più profondo, ed è quello che poi trasmette in letteratura.

Il suo romanzo più famoso è uscito postumo, cioè quando lei era già morta. Scritto nel 1976, è arrivato ai lettori solo nel 1998. Si chiama L'arte della gioia e basta leggerne poche pagine per capire perché nel 1976 non sarebbe stato mai possibile pubblicarlo in Italia. È un romanzo la cui protagonista, un alter-ego dell'autrice, vive una vita dissoluta e senza valori. Passionale, impulsiva, a volte persino violenta e senza scrupoli. E inoltre, una donna che vive la sua sessualità in modo aperto e scandaloso, e non solo per gli standard degli anni '70 italiani. È probabilmente il primo grande romanzo italiano in cui si parla apertamente di omosessualità femminile.

Scrittrice 5 – Fernanda Pivano

Con quest'ultimo nome forse ho un po' barato. Ma spero perché mi perdonerete. In che senso? Perché Fernanda Pivano, che pure ha scritto alcuni libri farina del suo sacco, è più famosa e importante come traduttrice che come scrittrice. Detta senza mezzi termini, senza di lei in Italia non avremmo conosciuto molta della grande letteratura americana. Genovese e di buona famiglia, comincia a leggere romanzi americani che il suo professore del liceo (Cesare Pavese, un altro grandissimo scrittore italiano) le porta di straforo, cioè di nascosto. Perché, ancora una volta, sono gli anni del fascismo, gli americani sono i nemici e quindi tutto quello che è americano è illegale. Fernanda già da ragazza si appassiona alla lingua inglese, alla letteratura americana e inizia a tradurre. Prima per gioco, senza poter nemmeno pensare di pubblicare. Poi per professione. Porta la sua firma la prima traduzione in italiano di Addio alle armi di Ernest Hemingway. E poi sempre lei porta in Italia Scott Fitzgerald, William Faulkner ma soprattutto i poeti e gli scrittori della beat generation.

Pivano diventa presto la pioniera non solo della letteratura americana classica, ma anche dei contemporanei e in particolare della cultura psichedelica. Negli anni '70 italiani, il periodo della controcultura, della rivoluzione giovanile e della lotta per i diritti civili, Fernanda Pivano è sempre presente come simbolo culturale riconosciuto. Nel 1971, il cantautore Fabrizio De André, che forse conosci se ascolti Salvatore racconta dagli inizi, ha pubblicato uno dei suoi dischi più belli. Non al denaro, né all'amore né al cielo. Liberamente ispirato all'Antologia di Spoon River di Egdar Lee Masters. Chi l'aveva tradotta in italiano? Proprio lei, Fernanda Pivano.

Forse i suoi libri non sono così conosciuti, ma l'impronta della sua penna di traduttrice nella cultura italiana del XX secolo è molto profonda. Indelebile.


#83 – 5 scrittrici italiane del XX secolo che dovresti conos #83 - 5 italienische Schriftstellerinnen des 20. Jahrhunderts, die Sie kennen sollten #83 - 5 20th century Italian women writers you should know about #83 - 5 écrivaines italiennes du 20e siècle à connaître #83 - 5 escritoras italianas do século XX que deve conhecer

__Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato l'8 ottobre 2022.__

__Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.__

Ti è mai venuto in mente di chiederti quali sono i libri italiani più famosi e tradotti nel mondo?

A me è capitato di pensarci tante volte. Ich habe viele Male darüber nachgedacht. Un po' per curiosità personale, un po' perché nella mia vita professionale mi occupo di lingua italiana e di libri. E alla fine ho trovato una lista che mi sembra abbastanza **attendibile**. Fatta di classici eterni e di casi letterari **estemporanei**.

Al primo posto? First place? Beh, naturalmente, la Divina Commedia. Un'opera che non appartiene solo alla letteratura italiana, ma alla cultura mondiale.

Al secondo posto c'è un altro classico, anche se più moderno. In second place is another classic, albeit more modern. In un certo senso, anche questo è un libro universale. In a sense, this is also a universal book. Appartiene a tutti i bambini e a tutte le bambine del mondo. È Pinocchio, di Carlo Collodi! La storia del burattino più famoso del pianeta.

E dopo? Chi c'è? Wer ist da? Un autore che fa parte **a tutti gli effetti** della letteratura. Si tratta di Umberto Eco, che ha conquistato il mondo con il suo thriller medievale ambientato in un monastero benedettino. Sto parlando ovviamente de Il nome della rosa.

Infine, c'è il libro più recente di tutti. Schließlich gibt es noch das jüngste Buch von allen. O meglio, la serie di libri. Una tetralogia che ha conquistato il mondo. La storia di due ragazze napoletane degli anni ‘Cinquanta che crescono insieme in un'Italia che cambia con loro e attorno a loro. Die Geschichte zweier neapolitanischer Mädchen in den 1950er Jahren, die gemeinsam in einem Italien aufwachsen, das sich mit ihnen und um sie herum verändert. Se non conosci i libri, quasi sicuramente conosci la serie tv che ne è stata tratta. Wenn Sie die Bücher nicht kennen, kennen Sie mit Sicherheit die Fernsehserie, die auf ihnen basiert. È L'amica geniale, di Elena Ferrante. Es ist L'amica geniale, von Elena Ferrante. Un'autrice che nessuno sa davvero chi sia o che faccia abbia. Eine Autorin, von der niemand wirklich weiß, wer sie ist oder wie sie aussieht. **Voci di corridoio** del mondo dell'editoria dicono che sia lo pseudonimo di un altro famoso scrittore napoletano, qualcuno dice che invece sia sua moglie, ma in realtà tutto questo non importa. Gerüchte in der Verlagswelt besagen, dass es sich um das Pseudonym eines anderen berühmten neapolitanischen Schriftstellers handelt, manche sagen, es sei seine Frau, aber das ist alles nicht wichtig.

Elena Ferrante, che esista davvero o no, è la scrittrice italiana più famosa nel mondo oggi.

E dietro di lei?

La letteratura italiana è piena di scrittrici importanti, alcune molto conosciute, altre un po' dimenticate, altre ancora che hanno preso polvere sugli scaffali per tanto tempo e che oggi vengono riscoperte.

Oggi vi parlo di cinque di loro. Cinque scrittrici che ci hanno lasciato libri belli e importanti, e che hanno vissuto vite che ci raccontano l'Italia in profondità. Una cosa che su Salvatore racconta è molto apprezzata.

Spero che troverete nomi e titoli che vi incuriosiranno. Non saranno letture facili, all'inizio, perché la lingua che usano a volte è un po' **datata**. Ma la potenza letteraria e le emozioni che sanno esprimere sono **senza tempo**.

**Scrittrice numero 1 – Natalia Ginzburg**

Ginzburg. Che cognome curioso, non è vero? Was für ein seltsamer Nachname, nicht wahr? Non sembra italiano. E in effetti non lo è. Quella che oggi conosciamo come Natalia Ginzburg prima del matrimonio era nota come Natalia Levi, nata a Palermo nel 1916 e poi cresciuta a Torino.

Il padre di Natalia, Giovanni Levi, era un ebreo triestino. Non praticante, forse persino ateo, ma pur sempre ebreo. Nicht praktizierend, vielleicht sogar atheistisch, aber dennoch jüdisch. Una cosa che nell'Italia del fascismo non era un ottimo biglietto da visita. Etwas, das im Italien des Faschismus keine besonders gute Visitenkarte war. Tanto più che Giuseppe Levi, oltre che ebreo, era pure un convinto oppositore del regime.

La giovane Natalia insomma nasce in una famiglia con le idee chiare e, crescendo, **le fa sue**. Da adulta, le conferma anche. Sposando un intellettuale di origine russa che vive e lavora a Torino. Si chiama Lev, ma tutti lo chiamano Leone. Leone Ginzburg. Anche lui è di famiglia ebraica e questo, con il tempo che passa, è un'altra promessa di guai. Außerdem stammt er aus einer jüdischen Familie, und das ist mit der Zeit ein weiteres Versprechen für Ärger.

Natalia e Leone vivono per un paio d'anni a Torino dove lui collabora con la casa editrice Einaudi e lei **muove i primi passi** della sua carriera letteraria. Nel 1940, il regime mussoliniano decide che un ebreo antifascista non può lavorare in una casa editrice e lo manda al **confino**. 1940 entschied das Mussolini-Regime, dass ein antifaschistischer Jude nicht in einem Verlag arbeiten könne, und schickte ihn ins Exil. Cioè, lo costringe a vivere in un paese piccolissimo in Abruzzo, lontano dal suo ambiente, isolato da tutti. Era una cosa che il fascismo faceva per punire gli oppositori e renderli **inoffensivi**. Natalia, in quegli anni duri e di paura, pubblica il suo primo romanzo, naturalmente sotto pseudonimo, e poi è costretta a fermarsi per un po'. Nel 1944, nel pieno della guerra, i fascisti arrestano, torturano e uccidono suo marito Leone. Im Jahr 1944, auf dem Höhepunkt des Krieges, verhafteten, folterten und töteten die Faschisten ihren Mann Leone. Lei si trova improvvisamente sola, madre di quattro figli, in un'Italia devastata dalla guerra civile, e armata solo della sua penna.

Per fortuna, dopo la guerra, il mondo intellettuale si ricorda di lei e le garantisce le condizioni per vivere di scrittura. E lei lo fa, scrivendo uno dopo l'altro una serie di romanzi e racconti che oggi sono parte della storia della letteratura italiana. Ginzburg non è una scrittrice leggera, nei suoi romanzi ci sono la storia, la vita, la politica. E anche lei decide di fare politica. Prima come attivista e militante, poi anche come deputata. Nel 1986 si candida alle elezioni e entra in parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Il suo libro più famoso ancora oggi è Lessico famigliare, un libro di memorie con cui ha vinto il più prestigioso riconoscimento letterario italiano, il Premio Strega. Sein bis heute bekanntestes Buch ist Lessico famigliare, ein Memoirenbuch, mit dem er den renommiertesten italienischen Literaturpreis, den Strega-Preis, gewann. È un libro in cui attraversa tutta la sua stessa vita, e in particolare gli anni del fascismo e della guerra. Una prospettiva unica, scritta con grande talento letterario, che ci permette di attraversare le pagine più buie del XX secolo. Eine einzigartige, mit großem literarischen Talent geschriebene Perspektive, die uns die dunkelsten Seiten des 20. Jahrhunderts durchschreiten lässt.

**Scrittrice numero 2 – Elsa Morante**

Quattro anni più vecchia di Natalia Ginzburg è Elsa Morante, destinata a diventare una delle figure più importanti della vita culturale italiana della seconda metà del XX secolo.

Romana, originaria del quartiere popolare di Testaccio, Morante comincia a scrivere da ragazzina, anche se il vero esordio letterario arriva quando è adulta e quando entra nei circoli letterari della capitale. Die aus dem Arbeiterviertel Testaccio stammende Römerin begann schon als junges Mädchen zu schreiben, doch ihr eigentliches literarisches Debüt hatte sie erst als Erwachsene, als sie in die literarischen Kreise der Hauptstadt eintrat. Lì dove incontra uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana, e che per diversi anni sarà anche suo marito, Alberto Moravia. Dort lernte sie einen der bedeutendsten Schriftsteller der italienischen Literatur kennen, der auch für einige Jahre ihr Ehemann sein sollte: Alberto Moravia.

Moravia e Morante lasciano Roma nel 1943, per paura di essere arrestati dai nazisti, e si rifugiano in un paesino del sud del Lazio, una regione chiamata Ciociaria. Da quell'esperienza, Moravia trae l'ispirazione per il suo famoso romanzo La ciociara, diventato anche un leggendario film con Sophia Loren. Anche Elsa userà quell'esperienza e quelle ambientazioni per il suo libro più importante.

Si chiama La storia ed è la vicenda struggente di una donna romana del popolo che, durante la guerra, viene stuprata da un soldato tedesco e da quell'esperienza ha un figlio. Il piccolo Useppe. Che da un lato le ricorda l'orrore della violenza subita, ma dall'altro è l'unico simbolo di vita che le rimane mentre la guerra distrugge attorno a lei. Diese erinnert sie einerseits an die Schrecken der Gewalt, die sie erlitten hat, andererseits ist sie das einzige Symbol des Lebens, das ihr bleibt, während der Krieg alles um sie herum zerstört. Un libro che nella letteratura italiana **non ha eguali**. Ein Buch, das in der italienischen Literatur seinesgleichen sucht.

**Scrittrice numero 3 – Dacia Maraini**

Dacia Maraini è di vent'anni più giovane di Morante e Ginzburg, ma questo non vuol dire che il grande evento del XX secolo non l'abbia toccata. È figlia di una donna siciliana di origini nobili e proprietaria di terre sull'isola. Il padre invece è fiorentino, fa l'antropologo ed è un appassionato orientalista. Per questo motivo, quando Dacia è una bambina, passa l'infanzia in Giappone, all'epoca Paese alleato dell'Italia fascista. Le cose vanno bene fino al 1943. Dacia ha appena sette anni, e in quell'anno il governo italiano esce dalla guerra e dall'alleanza con tedeschi e giapponesi. Il che significa che gli italiani in Giappone sono nemici e traditori. La famiglia Maraini finisce in un campo di concentramento dove ne vedrà **di cotte e di crude**. Die Familie Maraini landet in einem Konzentrationslager, wo sie viel erleben wird. Due anni in cui patisce la fame, prima di potere tornare in Italia. Prima di stabilirsi definitivamente a Firenze e poi a Roma, dove diventerà anche lei compagna di Alberto Moravia, Maraini passa qualche anno in Sicilia dalla famiglia della madre.

Dall'esperienza siciliana verrà fuori il suo romanzo più famoso, Bagheria. Che prende il titolo da una città vicino a Palermo famosa per le sue ville. Il libro parla di Sicilia senza filtri. Racconta la semplicità e la povertà del popolo, ma anche il paternalismo a volte violento di certi uomini vicini alla famiglia e soprattutto del modo in cui le famiglie ricche siciliane – come quella di sua madre – avevano in qualche modo permesso e anzi incoraggiato la formazione della mafia.

**Scrittrice 4 – Goliarda Sapienza**

Da una quasi siciliana, a una siciliana in carne e ossa. Goliarda Sapienza è una scrittrice meno conosciuta delle tre che l'hanno preceduta, ma ultimamente si parla molto di lei e dei suoi libri. Goliarda Sapienza ist eine weniger bekannte Schriftstellerin als ihre drei Vorgängerinnen, aber in letzter Zeit wurde viel über sie und ihre Bücher gesprochen. È in atto una vera e propria riscoperta della sua opera. Nata a Catania da genitori di simpatie socialiste e di idee molto progressiste anche in campo sociale. Geboren in Catania als Sohn sozialistisch gesinnter Eltern mit sehr fortschrittlichen Ideen, auch im sozialen Bereich. Nella Sicilia del 1924, delle vere e proprie **mosche bianche**. Im Sizilien des Jahres 1924, echte weiße Fliegen.

Da ragazza, Goliarda non pensa alla carriera letteraria, ma sogna di fare l'attrice. Anche se poi scopre abbastanza presto che ha più talento con la penna che sul palcoscenico o davanti alla videocamera. Ha una vita travagliata, conosce la povertà e anche la prigione. Viene arrestata per un furto e passa vari mesi nel carcere romano di Rebibbia. In poche parole, conosce la vita nel modo più profondo, ed è quello che poi trasmette in letteratura. Kurz gesagt, er kennt das Leben aus dem Effeff, und das gibt er dann in der Literatur wieder.

Il suo romanzo più famoso è uscito postumo, cioè quando lei era già morta. Scritto nel 1976, è arrivato ai lettori solo nel 1998. Si chiama L'arte della gioia e basta leggerne poche pagine per capire perché nel 1976 non sarebbe stato mai possibile pubblicarlo in Italia. È un romanzo la cui protagonista, **un alter-ego** dell'autrice, vive una vita dissoluta e senza valori. Es ist ein Roman, dessen Protagonist, ein Alter Ego des Autors, ein ausschweifendes Leben ohne Werte führt. Passionale, impulsiva, a volte persino violenta e senza scrupoli. E inoltre, una donna che vive la sua sessualità in modo aperto e scandaloso, e non solo per gli standard degli anni '70 italiani. È probabilmente il primo grande romanzo italiano in cui si parla apertamente di omosessualità femminile.

**Scrittrice 5 – Fernanda Pivano**

Con quest'ultimo nome forse ho un po' barato. Bei diesem Nachnamen habe ich vielleicht ein bisschen geschummelt. Ma spero perché mi perdonerete. In che senso? Perché Fernanda Pivano, che pure ha scritto alcuni libri **farina del suo sacco**, è più famosa e importante come traduttrice che come scrittrice. Denn Fernanda Pivano, die auch einige eigene Bücher geschrieben hat, ist mehr als Übersetzerin denn als Schriftstellerin bekannt und bedeutend. Detta senza mezzi termini, senza di lei in Italia non avremmo conosciuto molta della grande letteratura americana. Um es ganz klar zu sagen: Ohne sie hätten wir in Italien nicht viel von der großen amerikanischen Literatur kennengelernt. Genovese e di buona famiglia, comincia a leggere romanzi americani che il suo professore del liceo (Cesare Pavese, un altro grandissimo scrittore italiano) le porta **di straforo**, cioè di nascosto. Perché, ancora una volta, sono gli anni del fascismo, gli americani sono i nemici e quindi tutto quello che è americano è illegale. Fernanda già da ragazza si appassiona alla lingua inglese, alla letteratura americana e inizia a tradurre. Prima per gioco, senza poter nemmeno pensare di pubblicare. Zunächst zum Spaß, ohne überhaupt an eine Veröffentlichung zu denken. Poi per professione. Porta la sua firma la prima traduzione in italiano di Addio alle armi di Ernest Hemingway. Die erste italienische Übersetzung von Ernest Hemingways Farewell to Arms trägt seine Handschrift. E poi sempre lei porta in Italia Scott Fitzgerald, William Faulkner ma soprattutto i poeti e gli scrittori della beat generation.

Pivano diventa presto la pioniera non solo della letteratura americana classica, ma anche dei contemporanei e in particolare della cultura psichedelica. Negli anni '70 italiani, il periodo della controcultura, della rivoluzione giovanile e della lotta per i diritti civili, Fernanda Pivano è sempre presente come simbolo culturale riconosciuto. Nel 1971, il cantautore Fabrizio De André, che forse conosci se ascolti Salvatore racconta dagli inizi, ha pubblicato uno dei suoi dischi più belli. Non al denaro, né all'amore né al cielo. Nicht Geld, nicht Liebe, nicht Himmel. Liberamente ispirato all'__Antologia di Spoon River__ di Egdar Lee Masters. Chi l'aveva tradotta in italiano? Proprio lei, Fernanda Pivano.

Forse i suoi libri non sono così conosciuti, ma l'impronta della sua penna di traduttrice nella cultura italiana del XX secolo è molto profonda. **Indelebile**. Unauslöschlich.