Episodio 3 - Gli stivali del diavolo (2)
“Vi ho voluto tanto bene, mi dispiace che le cose finiscano così”. Addio. E ha chiuso il telefono.
Federico e sua moglie Kaempet, allarmati, chiamano la polizia.
E nel momento in cui stavano entrando hanno visto la Francesca scavalcare dal balcone del quinto piano….
E volare giù.
Il caso degli abusi nella bassa modenese si apre con il lancio nel vuoto di una madre. Sarà solo la prima di una serie di morti. Ma per le psicologhe e le assistenti sociali di Mirandola, il suicidio di Francesca Ederoclite è solo la conferma della sua colpevolezza.
Secondo la testimonianza di Dario, infatti, la donna e i suoi vicini, gli Scotta, portavano anche i loro figli in appartamenti tra Massa Finalese e Mirandola, dove li consegnavano per qualche ora a degli sconosciuti in cambio di soldi.
Dario fa riferimento in particolare ad un episodio avvenuto il Natale precedente. Racconta che Francesca aveva portato lui e Marta a casa di un pedofilo di Massa, che si chiamava Giorgio. E quando Valeria Donati gli aveva chiesto chi fosse, lui lo aveva identificato come “un sindaco”, che abita nella casa “vicino al campanile”.
Un uomo alto circa 1,70, con i capelli grigio scuri, con gli occhiali, un po' grassottello. Aggiunge che portava delle scarpe “con i tacchi”.
Dario ha molta paura di questo Giorgio e anche di Francesca, perchè dice che assiste alle violenze senza fare niente.
Gli inquirenti fanno dei controlli. Il sindaco di Massa non si chiama Giorgio e non corrisponde alla descrizione fatta da Dario. Scatta la caccia all'uomo. I presunti membri della banda già identificati nel frattempo finiscono sotto processo. Le loro storie sono ormai sui giornali da diverse settimane. Romano e Adriana Galliera, il figlio Igor, i loro amici Maria Rosa Busi e Alfredo Bergamini, tutti di Massa, e le due famiglie di Mirandola, Federico e Kaempet Scotta e la defunta Francesca Ederoclite. Otto persone. Sette rinvii a giudizio.
Con questo primo gruppo ristretto si apre il cosiddetto Procedimento Pedofili della Bassa. Ora, vi anticipo subito che la storia giudiziaria di questa vicenda è molto, molto intricata e assolutamente non lineare. Perciò sarò costretto a semplificarla in modo da renderla comprensibile a tutti.
Il processo che sta per iniziare durerà quasi 17 anni e ci entreranno più di venti di persone, in momenti e in contesti diversi. Ognuno di loro avrà una sua storia e un suo destino.
Quello che accomuna tutti sono le accuse fatti dai bambini.
Messi sotto torchio dagli inquirenti, gli imputati continuano a negare ogni cosa..
L'unico ad aver ammesso alcuni fatti è stato Igor che aveva confessato di essersi fatto toccare da Dario, a detta sua su consiglio dell' avvocato, per evitare una condanna troppo dura. Siamo a fine estate del 1997, Dario non vede la sua famiglia naturale da ben 6 mesi. Sua madre affidataria Antonia, lo porta due volte alla settimana, dalla psicologa Valeria Donati. Dario ormai la conosce bene e si fida di lei, tanto da confessarle cose che non riesce a dire alla mamma.
Infatti un giorno prende coraggio e racconta a Valeria cosa succedeva la notte, quando i Galliera lo svegliavano, lo mettevano in macchina e lo portavano in un cimitero.
Ecco cosa racconta Valeria Donati ad Andrea Claudiani, il PM assegnato al caso:
Dario ha detto che “avevano fatto un funerale ai bambini”, che lui sospettava fosse “finto”, pur non essendone sicuro. Ha aggiunto che lui, Elisa e Marta erano stati chiusi dai grandi in una cassa che aveva una croce sopra; e che avevano pianto poiché avevano molta paura in quanto all'interno delle casse “era buio e lui non riusciva ad uscire perché il coperchio era troppo pesante”. Dario ha detto che in questo modo erano stati tutti “trasformati nei figli del diavolo” e che i grandi gli avevano detto che “il diavolo sta in cielo e prende tutto il fuoco”. Inoltre ha detto che era presente a questo fatto “il sindaco con la tunica”, e che mentre i bambini erano nelle casse, i grandi da fuori si sentivano ridere.
Dal momento che il bambino era visibilmente terrorizzato, aggiunge Antonietta gli ho chiesto che cosa lo spaventasse. Dario ha detto che lo avevano spaventato quando gli avevano detto che sarebbe “bruciato all'inferno.” Al cimitero c'erano tutti gli imputati, travestiti da animali feroci: la Rosa era la tigre, Francesca la pantera, Federico Scotta il Vampiro, Alfredo Bergamini il diavolo. Una volta celebrato il finto
funerale Dario racconta che gli adulti avevano bastonato i bambini, costringendoli poi a picchiarsi tra di loro. E racconta che gli avevano dato un gatto nero da uccidere. Lui non ci era riuscito e suo fratello, Igor, lo aveva finito con un coltello.
E a dirigere questo rito spettrale c'è di nuovo lui, Giorgio, il sindaco senza volto che abita accanto al campanile. LIVE ROSSI:
E lo definisce il sindaco perché è la persona che chiaramente ha nei suoi confronti autorità.
Questo era Pierfrancesco Rossi, uno dei primi avvocati ad entrare nel processo, difensore dei Galliera.
Ma nel corso degli incontri con la psicologa, che nel frattempo è affiancata anche dagli inquirenti, Dario inizia ad avere dei dubbi. D'altronde ha solo sette anni . Forse non è un sindaco, forse è un medico.
“Ma sei sicuro che sia un medico?” gli chiede Valeria Donati, “il medico non ha la tunica, il medico ha il camice”.
E chi è che ha la tunica e vive vicino al campanile? Non sarà mica il prete?
Live Avv Rossi:
E la persona che oltre a ogni evidenza è una persona da lui conosciuta dev'essere per forza Don Giorgio Govoni. Ve lo ricordate no?
La Donati conosce molto bene Don Giorgio….
Live Avv Rossi:
“Perché Don Giorgio Govoni ha dato la casa ai genitori e continua ad assisterli..ed ecco perché automaticamente il sindaco diventa il sacerdote.”
Un uomo insospettabile, amatissimo, sempre in giro con il suo famoso furgoncino bianco.
Nei comuni della Bassa Modenese Don Giorgio lo conoscono tutti. Nessuno fino ad allora aveva mai sospettato che dirigesse un gruppo di pedofili satanisti.
Che cos'è il satanismo? La maggior parte di noi conosce questo fenomeno solo attraverso dei cliché che arrivano dalla cultura popolare. Tutti abbiamo un immaginario più o meno comune del fenomeno. Ma è un immaginario nebuloso, una sorta di mosaico composto da flash di film horror che abbiamo visto, o dipinti in cui ci siamo imbattuti in un libro o in un museo, o rituali di cui abbiamo letto o sentito parlare alla tv.
Live: mix di parole “Satanismo”, “Satanico”, “Sataniche”, “Satana”...
Satana è uno dei nomi con cui identifichiamo il male. Il diavolo. E' un nome di antica origine ebraica, che letteralmente significa “avversario”. Nell'Antico Testamento compare all'inizio del terzo capitolo della Genesi sotto forma di serpente, quando convince Eva a far provare il frutto proibito ad Adamo. Ma è l'Apocalisse a raccontare le origini di questo personaggio, il capo degli angeli, che dopo essersi ribellato a Dio, finisce scaraventato sulla Terra. L'apostolo Giovanni lo descrive come una bestia nera con due corna di agnello sulla testa. E gli attribuisce un numero, il seicentosessantasei, che rappresenta una sequenza nascosta di lettere: il nome di un uomo. Secondo una delle interpretazioni della cabala ebraica, le sillabe criptate produrrebbero la sequenza Caesar Neron: il grande persecutore romano Nerone.
Uno dei più grandi esperti di satanismo in Italia e nel mondo è il sociologo Massimo Introvigne, che ha pubblicato diversi libri sul tema tra cui un tomo di oltre seicento pagine chiamato “Satanism, a Social History”, considerata una delle letture più approfondite e complete in circolazione.
Non starò ovviamente a raccontarvele tutte, ma la cosa più interessante è che Introvigne divide i satanisti in quattro categorie, o quadranti, come li chiama lui. Le prime due, quelle dei cosiddetti razionalisti e occultisti,
Live Introvigne: Non sono in realtà degli adoratori del male, si offenderebbero molto se qualcuno dicesse loro che adorano il male…
Per loro……….
Live Introvigne: Satana o Lucifero sono il simbolo della libertà
… che loro celebrano con rituali simili a spettacoli teatrali…
Live: per liberarsi dal condizionamento plurisecolare della religione che impedisce di godersi i tre grandi piaceri della vita: la sessualità, il potere e il denaro.
Proprio come gli adepti della Church of Satan, la Chiesa di Satana fondata in California da Anthony LaVey nel 1966, di cui all'inizio di questa puntata avete sentito una messa. (audiosottofondo messa satanica). Si tratta di un'organizzazione vera e propria, con uno statuto e una sede come quelle di molti altri gruppi religiosi. Poi però ci sono anche altre due categorie, sicuramente più tenebrose. Quello dei cosiddetti satinisti “anticosmici”…
Live Introvigne…Persone che invece adorano Satana perché adorano il male, e questo è un fenomeno relativamente recente che sostanzialmente si sviluppa nell'ambito di una frangia estrema del Black Metal. ...soprattutto in Svezia e Norvegia, dove negli anni '90 ci furono una serie di incendi di chiese e di omicidi commessi dai membri di alcune band locali, come quella dei Gorgoroth. Live: Poi aggiungerei un altro quadrante, che è quello dove si sono sviluppati i delitti più pericolosi, e cioè parlo di gruppi di minorenni con alle volte qualche maggiorenne che fanno un satanismo fai da te, propongono dei cocktail caserecci di sesso, droga e rituali fai da te che qualche volta sono letali.
Tutti gli omicidi, una ventina che nell'ultimo quarto di secolo che nell'ultimo quarto di secolo hanno interessato il mondo del satanismo, sono maturati in questo ambiente. Uno dei casi più eclatanti in Italia fu quello dello Bestie di Satana, un gruppo di giovani satanisti della provincia di Varese, che tra il 1998 e il 2004 uccisero tre loro coetanei e ne indussero al suicidio un quarto.
Introvigne però ci spiega che in verità, a differenza di quanto si tende a credere, il Satanismo è un fenomeno molto circoscritto.
Live: ogni volta che succede qualcosa c'è qualcuno che dice che in Italia ci sono 8000 sette sataniche, io gli chiedo sempre di fornirmi l'elenco.
Tra il 1997 e il 1998 però Valeria Donati, i colleghi psicologi, la polizia, e la procura ne hanno appena trovato uno nel cuore della bassa modenese, e le piccole vittime piano piano stanno rivelando tutto. Qualche mese dopo essere stata portata al cenacolo francescano, anche Marta, la figlia di Francesca, inizia a parlare.
Gli hanno comunicato che la mamma sia suicidato. Ma la bambina ora racconta che non era stata una brava madre. L'aveva venduta [?] a massa finalese a mirandola. Ma anche a loro vicina di casa, Federico Scotta. I racconti si arricchiscono, seduta dopo seduta. Sono dettagliati, precisi, ricchi di particolari. La bambina sta prendendo coraggio. Si sta, piano piano, aprendo. Sta svelando i segreti di quel mondo scuro e diabolico, ed i suoi addetti. E alla fine, anche lei si libera. Si. Veniva portata nei cimiteri. Sua mamma, Francesca, la compagna [?] notte, e la vendeva ad altri uomini e donne tra vestiti di animali. Marta racconta di aver vista anche dei cadaveri di sotterrati. Ha paura. Poi si chiude, e non riesce più ad andare avanti nei racconti. Il 16 marzo '98 però, arriva un nuovo caso per la psicologa Donati. Quello di un bambina di nove anni che i servizi sociali hanno appena portata via dalla scuola elementare di massa finalese.
E' la quinta. La chiameremo Margherita. E' la figlia di una coppia, Santo e Maria Giacco. Live: Pablo esce dalla macchina….apre la portiera, cammina e chiama “Santo! Come stai? Tutto bene?”.
Bene, bene. Bah, andiamo avanti. Che si dice?
Che si deve dire? Andiamo avanti
Che frutta c'hai? C'ho solo pesche. Perché ormai la frutta lo sto dando via. Poi c'ho le verdure. Vuoi le verdure?
I Giacco sono napoletani. Maria è di Casoria, Santo di Afragola. Sono arrivati a Massa Finalese negli anni settanta. Maria fa la casalinga, Santo gestisce una bancarella di frutta. Si sono sposati giovanissimi, a solo tredic'anni.
Nel 1998 hanno già sei figli, e qualche nipote. Margherita è la loro figlia più piccola, l'ultima arrivata. Ha 9 anni e ogni tanto gioca con una compagna di classe. Un giorno questa compagna racconta alla mamma che Margherita ogni tanto fa riferimenti espliciti al sesso, come se avesse visto qualcosa dentro casa sua. La mamma va subito a parlarne col preside della scuola, che contatta i servizi sociali di Mirandola. I genitori non sanno nulla. Dopo aver portato la bambina a scuola, quella mattina, Santo torna a casa.
Live Santo Giacco:
Sono venuti...Io mi stavo facendo la doccia. Bussano: “polizia”. Erano commissari in borghese. “Che è successo?”.
I Giacco scoprono che la figlia è stata portata via da scuola, senza altre spiegazioni. Maria, la mamma, comincia ad agitarsi.
“E io dicevo, 'io voglio mia figlia, dov'è mia figlia'"? E loro dicevano “non si preoccupi, sua figlia sta bene”, “sua figlia così”...
“Ci è caduto il mondo addosso, perché tutto all'improvviso eravamo convinti che l'avevano rapita.