Crisi Italia: la ricetta di Carlo Cottarelli per politica e economia
In Italia c'e la crisi! Eh si! E' ormai un decennio che ci siamo abituati a sentire
quotidianamente che c'è la crisi. Ma che cosa significa "la crisi"? E come mai in
italia è ancora in crisi mentre altri paesi europei sembrano aver superato il
periodo di difficoltà economica partita nel 2008 e 2009?
Te lo spiego in questo video!
Ciao sono Giorgio, fondatore di GPInvest, e ogni settimana ti forniscono
idee e strumenti per migliorare la gestione del tuo denaro e raggiungere i
tuoi obiettivi finanziari, quindi se l'argomento ti interessa
valuta l'idea di iscriverti a questo canale youtube oppure venirci a trovare
all'interno del gruppo facebook GPInvest Community. Qualche settimana fa sono
andato alla presentazione di questo libro di Carlo Cottarelli intitolato:
I sette peccati dell'economia italiana. Ho appena iniziato a leggerlo ma durante la
presentazione Cottarelli ha spiegato molto chiaramente i punti principali del
libro e per questo ho deciso di condividere con te. Soprattutto in questo
momento politico in cui il governo movimento 5 Stelle-Lega è appena
naufragato e Cottarelli è appena stato incaricato da Mattarella per formare un
nuovo governo, o meglio sto registrando questo video il
29 di maggio 2018, e spero che la data della pubblicazione
tra una decina di giorni circa, non ci siano altre novità sconvolgenti
nella politica italiana che cambiano il senso del video, come è già stato per il
video della settimana scorsa quando ti ha parlato di spread. Lo trovi qui in
alto oppure nella descrizione di questo video.
Innanzitutto! Chi è Carlo Contarelli? Cottarelli è un economista che ha
lavorato per diverso tempo al Fondo Monetario Internazionale,
nel 2013 è stato poi nominato dal governo Letta commissario straordinario
per la revisione della spesa pubblica guadagnandosi il soprannome di mister
forbici, ed alla fine del 2017 direttore dell'osservatorio sui conti pubblici
italiani dell'Università Cattolica di Milano.
L'osservatorio pubblica periodicamente sul suo sito e sulla pagina facebook dei
contenuti che spiegano il funzionamento della pubblica amministrazione e
dell'economia italiana e sono contenuti di grande valore facilmente
comprensibili. Ti suggerisco calorosamente di darci un'occhiata.
Probabilmente avrai già sentito il nome di Cottarelli perché il suo documento
sulla spending review, la revisione della spesa, era un documento molto ben fatto
che però un precedente governo non ha avuto il coraggio di mettere in pratica.
Quindi Cottarelli è un grande esperto di conti pubblici italiani e anche
un'esperienza internazionale che lo rende quindi un economista di grande
peso da seguire con attenzione. In questo libro Cottarelli certa di analizzare
perché l'economia italiana non riesca ad uscire dalla crisi almeno con la spinta
dimostrata dalle altre nazioni europee. Secondo Cottarelli, infatti, esistono
alcuni ostacoli molto ingombranti, che lui definisce i sette peccati capitali,
che bloccano il nostro paese. Di questi, te li anticipo sono: Evasione Fiscale,
Corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia,
il crollo demografico, il divario nord e sud ed infine argomento abbastanza odierno la difficoltà a convivere con l'euro. Perché in un canale di finanza
personale parliamo di politica economica di uno stato? Te lo spiegherò e lo capirai in modo
abbastanza chiaro alla fine del video. Sei pronto con le note dolenti? Bene,
iniziamo! Il primo peccato capitale è l'evasione fiscale. In italia l'evasione
dell'Iva si aggira attorno al 26-27%, in Svezia per capirsi è 0. Va
beh, ma quelli sono svedesi. Ok, ma la media europea è 11-12%.
Quindi in Italia si evade l'Iva il doppio della media europea.
Ok, continuare a dire sì ma anche gli altri evadono.
Ecco, numeri alla mano si dimostra essere una sciocchezza, perché, sì, anche
gli altri ma molto meno degli italiani. Cottarelli riporta un dato sconvolgente:
Se dal 1980 l'italia avesse ridotto di 1/8 l'evasione fiscale
oggi avremo in debito pubblico più basso di quello della Germania. Non si parla di
ridurla della metà ma di un ottavo e avremo la meta del debito pubblico.
Questo grava chiaramente su chi le tasse le paga perché se non le paghi chi
se ne frega. Giusto? Il cuneo fiscale medio per le persone è di
circa il 45% secondo i dati riportati da Cottarelli, ma per chi paga
le tasse, il cuneo fiscale sarà il 52%.
C'è quindi un circolo vizioso che si genera. Il secondo peccato capitale è la
corruzione. Nella classifica di Transparency International che monitora il fenomeno
della corruzione siamo in area 60-esima posizione al mondo.
Tra le ultime posizioni dei paesi sviluppati, ma abbiamo anche toccato la
settantesima posizione. Cioè, per intenderci, davanti a noi non ci sono
solo i soliti bravi tedeschi e svizzeri, eccetera,
ma c'è anche l'Uruguay, il Botswana, la Namibia, la Romania eccetera.
La corruzione, oltre a essere un problema morale è un problema per le casse dello
stato perché lo stato paga molto più dell'importo delle tangenti. Non si
costruiscono le opere pubbliche che servono alla
crescita ma quelle che massimizzano le mazzette in circolazione. La corruzione,
poi, distorce la competitività, perché non vincono le imprese migliori, ma vincono
quelle che parlano più mazzette. Insomma tutte cose che ben sapiamo ma che in
Italia non cambiano. Il terzo peccato capitale dell'economia italiana secondo
Cottarelli è la burocrazia. L'Italia si posiziona il cinquantesimo
posto nel mondo nel Doing Business Index, indicatore della facilità di avviare nuove imprese
e di fare appunto business all'interno di uno stato. Perché la burocrazia frena
l'economia italiana? Se sei un imprenditore non hai bisogno
che te lo spieghi. Se non lo sei parla con qualche tuo amico che ha un'attività
e senti cosa ne pensa. Sarà una chiacchierata illuminante nel corso di
compilare i moduli su moduli per richiedere permessi che non arrivano mai.
Insomma il costo della burocrazia in generale per le piccole e medie imprese
è di circa 31 miliardi all'anno. Se le imprese sprecano tempo a compilare
dei moduli e a non produrre i loro beni e servizi,
questo è un costo di cui non beneficia nessuno, ma che semplicemente aumenta i
costi di produzione delle imprese italiane e quindi ne riduce profitti.
Cottarelli fa un esempio eclatante. Per aprire la gelateria Grom, presente,
abbastanza nota, come marchio, a Tokyo è servito un anno per aprirla a Roma ne
sono serviti sette è facile intuire come questo fenomeno limiti la possibilità di
crescita delle imprese italiane. Il quarto peccato capitale dell'economia
italiana, secondo Cottarelli e la lentezza della giustizia. In Italia,
un processo civile dura in media 7 anni e 8 mesi per i tre gradi di giudizio.
C'è stato un leggero miglioramento di recente per il primo e il secondo grado
il terzo grado in compenso si è allungato. Complessivamente tutti e tre i gradi
sette anni e mezzo. Ti starai chiedendo: E gli altri paesi europei? In Germania 2 anni e 5 mesi, Francia 3 anni,
Polonia un anno e quattro mesi. Come possano i polacchi farcela in un anno e
quattro mesi ha davvero dell'incredibile, ma questi sono i dati a parte gli
scherzi il punto è che l'incertezza del diritto blocca la crescita.
Dopotutto come si fa a investire se non hai la certezza del diritto.
Quando si investe, come ormai ne avrai sentito di armi migliaia di volte,
c'è sempre una componente di rischio, intrinseca nell'investimento stesso, se
a ciò devi aggiungere che se c'è un problema devi aspettare otto anni per
avere una sentenza, è chiaro che molti investitori stranieri preferiscono altri
stati in cui non c'è rischio di lasciare un investimento bloccarsi a causa della
giustizia, è facile intuire che se i capitali esteri non vengono investiti in
Italia ci sono meno risorse circolanti nell'economia, e quindi meno crescita per
tutti. Il quinto peccato capitale dell'economia italiana e la scarsa
natalità da cui deriva il calo demografico che lento e inesorabile
prosegue da 50 anni. Il tasso di fertilità negli anni sessanta era 2.5
figli per donna, adesso è tra 1,3 e 1,4 figli per donna.
Molti sostengono che i giovani d'oggi non facciano figli perché c'è la crisi,
ci sono meno soldi in tasca ed è più difficile mantenere un nuovo componente
della famiglia. In realtà Cottarelli dimostra che con la
crisi economica il tasso di natalità è calato, ma solo di 0.1 figli per donna, un
calo piuttosto modesto, in altre parole la crisi ha avuto un effetto piuttosto
limitato, quello che è interessante è che il vero crollo della natalità da 2.1 a
1.45 è dovuto a ragioni sociali, la generazione dei miei genitori quindi
chi ha tra il 65 e 75 anni anche detti baby boomers, non ha fatto figli o meglio
ne ha fatti molto meno rispetto ai loro genitori, i miei nonni. Questo drastico
cambiamento della demografia italiana ha un profondo impatto ad esempio sulle
pensioni, come vi ho spiegato in un video di
qualche settimana fa, che poi trovare qui in alto oppure nella descrizione di
questo video. La scarsa natalità è un problema che c'è solo in italia? Ma
figuriamoci, c'è anche in Svezia ad esempio. Ma in Svezia,
c'è un sussidio fino a 15 mesi di maternità senza alcuna perdita di
reddito per la donna. Il problema della scarsa natalità quindi è un problema
culturale che può essere risolto con politiche sociali, dando incentivi alle
famiglie, il problema è che queste politiche
costano un mucchio di soldi, e al momento con l'attuale situazione del debito
pubblico italiano non ci sono le risorse per poterle finanziare gli 80€ per
bimbo del governo Renzi, secondo Cottarelli sono solo dei palliativi, e
non sono sufficienti per invertire questo trend.
Al di là delle pensioni, che effettua sulla nostra società un invecchiamento
della popolazione? Diversi studi dimostrano che popolazioni
con meno giovani in percentuale hanno una minore crescita della produttività.
Perché? Perché le innovazioni, solitamente, sono promosse dai giovani, giusto? Ma
siamo ora al sesto peccato capitale italiano, che è il
divario tra il nord e il sud del paese. Cottarelli riporta come al momento
dell'unità d'Italia, il reddito pro capite tra nord e sud fosse circa uguale.
Il problema si è creato dopo. Nel 1951 il reddito del sud era già la metà circa di
quello del nord. Negli anni 70 c'è stata una leggera ripresa ma adesso siamo
tornati ad un divario tra il 30 e il 40%.
I dati dimostrano che tutti i peccati capitali citati in questo libro, quindi,
evasione fiscale, corruzione, burocrazia, lentezza della giustizia,
il calo demografico, sono peggiori al sud rispetto che al nord.
Questo fa sì che inevitabilmente il sud contribuisca in modo molto marginale
alla crescita del paese. Se il reddito pro capite tra il nord e
sud fosse uguale questi sono i dati che riporta
Cottarelli complessivamente l'italia avrebbe un reddito pro capite per
persona uguale a quello della Francia. L'ultimo
peccato capitale dell'economia italiana è relativo all'euro. Il rallentamento
della crescita italiana arriva proprio in concomitanza con l'introduzione
dell'euro. Ma la tesi di Cottarelli e che questo rallentamento non sia il
risultato dell'introduzione dell'euro come moneta in se, ma dall'incapacità
italiana, della sua politica di interpretare il cambiamento del sistema
economico italiano, in un sistema europeo. Nelle immagini che puoi vedere, che è la
migliore che sono riuscito a fare durante l'evento, sono riportati i costi
di produzione per unità di prodotto dal 2000 ad oggi. Quindi, in altre parole, quanto
costa a produrre in Italia un determinato bene o servizio. In italia
la competitività è sempre stata scarsa, è storicamente scarsa. Ma prima
dell'introduzione dell'euro, quando c'era la lira bastava svalutare
la moneta dei confronti del resto del mondo per recuperare competitività.
Entrando nell'euro, questa possibilità è venuta meno. Nei primi dieci anni
dall'introduzione dell'euro, i costi di produzione della Germania
sono stati più o meno costanti, invece d'italia sono aumentati del 25%.
E chiaro che se aumentano i costi di produzione rispetto ai competitors
europei e mondiali calano i margini. Si investe di meno e la
crescita si blocca. Ma come mai c'è stato questo calo di
competitività? Immagino ti starai chiedendo. Un po per inerzia, perché la
politica non è riuscita a trovare strumenti alternativi alla svalutazione
competitiva della moneta. Hai mai sentito parlare delle famose
riforme? Ecco, sono le riforme dello stato le vere responsabili dell'aumento di
competitività di un paese, perché riducono la burocrazia, snelliscono i
processi sociali, a tutto vantaggio dei costi di produzione per le imprese.
C'è chi sostiene che per recuperare competitività si debba uscire dall'euro.
Ti ho dato la mia opinione su euro e spread nel video che trovi qui in alto o
in descrizione. L'opinione di Cottarelli, che poi è anche la mia è che l'uscita
dall'euro potrebbe anche risolvere il problema ma sarebbe una mossa talmente
violenta da causare un vero shock finanziario.
Lo shock sarebbe talmente devastante, da rendere questa opzione difficilmente
percorribile. La sua opinione che la competitività italiana possa essere
recuperata lavorando sugli altri peccati capitali,
cioè sotto evasione, burocrazia, calo demografico, lentezza della giustizia e
divario nord e sud. Uscendo dall'euro si recupererebbe
competitività, ma al prezzo di una forte svalutazione della lira che porterebbe
ad un taglio drastico dei salari in termini reali, per non parlare poi degli
effetti su patrimonio, a ciò si aggiungerebbe il problema che
il debito pubblico italiano che comunque deve essere ripagato andrebbe ripagato
con una valuta più debole. Non è l'oggetto di questo video stimare gli
impatti di una simile apocalisse finanziaria e penso che nessuno sia
veramente in grado di quantificare correttamente,
complessivamente questi impatti. Certo è che ci sarebbe un periodo di forte
instabilità e nessuno sa per quanti anni potrebbe durare. Anni,
ma anche decenni. In conclusione ho trovato questa presentazione di
Cottarelli, chiaramente apolitica perché non si parla né di destra, né di sinistra,
né di cinque stelle, ma profondamente analitica e condivisibile. Cottarelli
ritiene che se riusciamo a ridurre corruzione, se riusciamo a ridurre
l'evasione, e quindi il cuneo fiscale sulle imprese,
se riusciamo a ridurre la burocrazia, saremo in grado di ridurre i costi di
produzione, recuperare competitività e quindi terreno perso a favore degli
altri paesi europei. Ci riusciremo? Cottarelli è ottimista e mi sento
anch'io di esserlo anche se consapevole che in Italia tendiamo a
muoverci sempre molto tardi e in modo scomposto rispetto ai nostri competitori
europei. Questo processo non sarà facile, ma
Cottarelli ritiene che sia possibile. E tu cosa ne pensi? Fammelo sapere
scrivendo un commento qui sotto. Queste sono tematiche davvero importanti
per un investitore. Dalla crescita economica
di uno stato dipendono tantissimi elementi legati alle nostre finanze personali.
Solo per citarne alcuni, il nostro reddito netto, quindi quello dopo le
tasse, la nostra pensione, eventuali incentivi
che riceviamo alla nascita di un figlio, eccetera. Insomma se vogliamo essere
investitori consapevoli, dobbiamo avere più o meno chiaro in che condizioni
versano le finanze del nostro stato. E poi questo ci permetterebbe anche di
essere elettori più consapevoli, ma questa è un'altra storia.
Spero che questo video ti abbia permesso di capire meglio le vere ragioni alla
base della crisi italiana, iniziata nel 2008-2009.
Se vuoi scoprire come diventare un investitore consapevole, di gestire il
tuo gruzzoletto in modo indipendente, dall'evoluzione economica dell'italia,
allora visita la pagina www.gpinvest.it/benvenuto. Guarda il mini corso
gratuito su come diventare un investitore consapevole. E adesso la
domanda del giorno: Condividi la visione di Cottarelli? Io
personalmente, sì. Quale pensi sia un peccato capitale su cui la politica
italiana dovrebbe concentrarsi il prima possibile? Fammelo sapere sempre
scrivendo un commento qui sotto. Se poi il video ti è piaciuto ti chiedo
gentilmente di farlo sapere cliccando mi piace al di sotto del video.
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Ti saluto e ci vediamo al prossimo video.