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Impact Girl di Cecilia Sardeo, Dalla Visione all'Azione, con Francesca Cavallo - YouTube

Dalla Visione all'Azione, con Francesca Cavallo - YouTube

C: Sta per iniziare una nuovissima puntata di Impact Girl. La protagonista di questa

puntata è niente meno che Francesca Cavallo, imprenditrice, regista teatrale e scrittrice

conosciutissima in quanto autrice del best seller mondiale Storie della Buonanotte per

Bambine Ribelli, che è stato tradotto ormai in 47 lingue e ha venduto oltre un milione

di copie. In questa puntata, breve ma molto intensa, parleremo di mindset, di strategia

a di raggiungimento degli obiettivi e molto molto altro. Quindi bando alle ciance tuffiamoci

nel cuore di questa nuovissima puntata

[Musica]

Allora Francesca, lasciami innanzitutto dire che sono molto emozionata perché ti seguo

da un sacco, seguo quello che fai, seguo chi sei, seguo le cause per cui ti batti con grande

entusiasmo sulle piattaforme social, di cui ci saranno la sfilza di riferimenti sotto

la nostra puntata, ma voglio partire con il chiederti qual cosa che secondo me in molti

si chiedono quando guardano i tuoi profili. Tu ti definisci una media entrepreneur, un'imprenditrice

media se dovessimo tradurla insomma letteralmente in italiano. Spiegaci che cos'è e come ci

si diventa! F: Un imprenditore media è un'imprenditrice

che lavora nel campo della comunicazione e che cerca, nel mio caso che diciamo mi definisco

un'imprenditrice/attivista media che usa i mezzi di comunicazione per portare avanti

delle battaglie, dei messaggi e per diciamo ricavarsi da vivere attraverso i mezzi di

comunicazione. C: E in un certo senso possiamo dire che Storie

della Buonanotte per Bambini Ribelli e è un progetto che rientra potrebbe essere proprio

considerato l'esempio di un progetto di successo che rientri in questo obiettivo cioè quello

di utilizzare i media come mezzo per battersi per una causa giusto?

F: Sì sì diciamo che Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli è arrivato all'interno

di un mio percorso personale che però illustra secondo me è molto bene in quale modo ampio

io intendo media acqua cioè a che cosa penso quando dico mi diano perché io prima di Storie

della Buonanotte per Bambini Ribelli ho creato un'azienda, insieme alla mia ex socia Elena

Favilli, che si chiama Timbuctu che faceva App per bambini. Prima di quello avevo fondato

una compagnia teatrale e prima di quello avevo fondato un festival di Teatro Internazionale.

Per cui diciamo che il modo in cui guardo ai mezzi di comunicazione molto molto più

ad ampio spettro di quello che normalmente si definisce come media. Storie della Buonanotte

per Bambini Ribelli è arrivato diciamo al culmine di un percorso che è durato tanti

anni in cui ho avuto modo di testare. Alcune cose che avevo capito dell'ecosistema mediatico

su vari paesi, sull'italia dove ovviamente dove sono cresciuta, dove ho vissuto fino

a 26-27 anni e poi sugli Stati Uniti dove mi sono spostata nel 2000 nel 2012 con Tibuctu.

C: Quindi hai cambiato spesso mi sembra di capire anche fronte di lavoro per quanto poi

rientrasse sempre nello stesso ambito più ampio, più macro. E ti sei mai sentita, da

un punto di vista imprenditoriale, come se stessi disperdendo le tue energie? Hai mai

avuto la sensazione o ti sei mai detta: “forse dovrei piuttosto concentrarmi su una cosa

è fare solo quella” oppure no? F: Tutti i giorni mi sento questo disperdendo

le mie energie. Credo che sia una condizione ineluttabile perché quella cosa che mi ha

insegnato Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli è che purtroppo la sensazione che

si ci si sta un po' disperdendo finché non si trova una cosa che va a bomba e a un

certo punto fa da traino a tutto il resto, è molto difficile dire mi concentro soltanto

su una cosa, perché quando si ha una varietà di progetti e non si sa bene (perché questa

è la natura di chi fa l'imprenditore) non si sa bene quale funzionerà quale andrà

poi a portare il fatturato alla fine dell'anno è molto difficile avere focus, perché uno

dice non posso mettere tutte le mie uova cioè non posso fare tutte le mie scommesse su un

solo progetto perché poi se quello non va in porto ovviamente uno si ritrova in difficoltà.

Per cui non credo che bisogna colpevolizzarsi quando si fanno diverse scommesse su diversi

progetti ma bisogna avere poi l'intelligenza di capire quando ce n'è uno che fa da traino

di chiudere tutto il resto e di puntare tutto su quello che sta facendo da traino, questo

sì, però devo dire che è molto più facile farlo quando c'è un chiaro traino all'interno

di un progetto imprenditoriale perché finché questa cosa -almeno nella mia esperienza non

è avvenuta- è sempre stato molto difficile dire “ok, ci concentriamo soltanto su questo”.

C: Sai qual è la mia sfida più grande a volte da questo punto di vista? Il fatto di

chiedermi ma non è che non sta avvenendo quella sorta di esplosione che desidero su

tot fronti o anche su un fronte perché mi sto dedicando a troppi fronti? Come fai a

capire se il traino non sta accadendo perché stai disperdendo le tue energie o se non sta

accadendo perché effettivamente è solo una questione di tempo? Questa tra l'altro una

delle domande che arrivano più spesso da chi ci segue.

F: Io credo che il discrimine sia unicamente il fatto che le cose, qualsiasi cosa, uno

faccia devono essere fatte bene. Se uno sta facendo tante cose male quello è un segnale

che non c'è qualcosa che non va, che una si sta diciamo illudendo di essere in movimento

e sta agendo più per horror vacui che non per necessità di dover mettere al mondo delle

cose. Allora credo che più che altro io guarderei in questi termini che le cose che si fanno

possono essere tante, si possono fare tante scommesse però quelle che si fanno devono

essere fatte bene, devono essere fatte a un livello che ci dà soddisfazione e che ci

fa sentire che quello che stiamo facendo è fatto in un modo che dice qualcosa di noi

e del modo in cui a noi piace lavorare. Perché quando invece si fanno troppe cose e ci si

lamenta del fatto che non si riesce a fare niente bene allora quello è il segnale che

bisogna cambiare strada, perché nel momento in cui uno fa l'imprenditore la cosa principale

che sta rivendicando è di lavorare secondo i suoi termini, ovviamente nella misura in

cui la realtà lo consente, però quello che si fa all'interno dei tuoi temi ti deve dare

soddisfazione e deve essere un livello di qualità che ti fa sentire orgoglioso del

tuo lavoro, anche se poi non incontra magari, può essere che non incontri il favore del

pubblico, perché questo diciamo c'è una grande dimensione anche anche legata alla

fortuna, ovviamente al momento.. però se le cose non vengono fatte con cura e se non

si fanno bene si impara anche poco, ci si frustra e basta. E questo da questo bisogna

proteggersi perché comunque il più possibile bisogna difendersi dalla necessità di trovare

soddisfazione per il proprio lavoro nel riconoscimento che viene dagli altri perché finché uno

rincorre questa sensazione dice adesso mi fa schifo quello che sto facendo ma avrà

un senso se un domani avrò successo di pubblico allora di quello è un segnale molto forte

che si sta lavorando in modo sbagliato perché io sono diciamo uno delle ragioni per le quali

io sono riuscito a resistere così a lungo il percorso di costruzione del valore di Timbuktu

e per arrivare poi a storia della portante per me ne ribelli che il io avevo pubblicato

sei libri prima di Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli e quasi 12 app per cui

diciamo è arrivato il diciannovesimo prodotto è stato una cosa che è arrivata diciamo

ad avere quel successo lì ma il motivo per cui sono riuscita ad arrivare a quel punto

è stato che io ho provato un enorme soddisfazione in tutte le cose che ho fatto in mezzo, anche

quando non hanno incontrato il successo di pubblico che io desideravo, perché ho fatto

le cose con cura ho fatto delle cose in cui credevo e ho imparato sentivo che mi stavo

arricchendo nel corso dell'esperienza per cui il successo diciamo è stata una cena

su una torta ma la torta io me la stavo godendo da tempo.

C: Bellissima prospettiva e un sacco di spunti pratici praticamente in un'unica non in un'unica

frase ma insomma in poche frasi. A proposito di qualità del lavoro: com'è che si lanciano

3 delle campagne di crowdfunding di maggior successo nella storia dell'editoria ?

F: C'è un sacco di lavoro di preparazione da fare. C'è un sacco di studio, io ho passato

innumerevoli ore su Kickstarter a studiare tutte le campagne che avevano funzionato di

più e tutte quelle che non avevano funzionato, cercando di capire quale fosse il comune denominatore

di quelle che avevano funzionato, com'erano strutturati i rewards delle campagne (mi dispiace

che uso molte parole in inglese però è una cosa della quale che ho imparato in inglese

quindi mi è difficile tradurre al volo in italiano..) quindi come erano strutturati

rewards, come era fatto il video qual'era l'arcata narrativa dei video che funzionavano

ho guardato tanti video di campagna anche che non funzionavano per capire dove mi annoiavo,

che cosa trovavo inefficace io come sostenitrice potenziale di quella campagna. E poi sulla

base di quello ho seguito, abbiamo fatto un grosso lavoro con Elena di costruzione di

un pubblico prima del lancio della campagna, perché avevamo lanciato questa newsletter

che si chiamava “Good Night Stories for Rebels Girls” nella quale davamo ogni due

settimane una storia legata a un personaggio femminile del quale i genitori potessero parlare

i loro figli a tavola, insomma la sera. Con la costruzione del pubblico di questa newsletter

ci eravamo preparati diciamo un terreno fertile che aveva manifestato un'esigenza e che

fosse pronto a comprare il libro non appena la campagna fosse stata pubblicata. Per cui

c'è stato un'attenta costruzione che è stata di mesi precedente al lancio della campagna.

Questo è un errore che moltissimi fanno, ovviamente tante persone mi vengono a chiedere

consiglio quando lanciano le campane di Kickstarter e molto spesso lo fanno tipo il giorno dopo

o due giorni dopo averla lanciata. Perché diciamo che per molte persone c'è questa

idea, completamente sbagliata, che la campagna si metta in piedi un po nel modo più velocemente

cioè più velocemente possibile e poi ci si occupi di come far arrivare le persone

per farti dare i soldi dopo che l'ha lanciata. E non c'è niente di più sbagliato perché

il 90 per cento del lavoro veramente il 90 per cento va fatto prima del lancio. Per darvi

un'idea nello script del video della prima campagna di Kickstarter ci sono ci sono stati

10 iterazioni dello script, poi ho iniziato a montare a fare dei diciamo dei montaggi

molto diciamo anche registrandomi che parlavo al computer per vedere se tornava l'arcata

del video e poi a mano a mano abbiamo invece registrato le immagini vere, quindi sia scrittura

diciamo in uno script vero che poi scrittura video e poi piano piano è arrivata a una

solidificazione del video finale, del quale però l'altro errore che molto spesso la gente

fa e che investe un sacco di soldi nel prendere un videomaker che ti venga a fare le immagini

fighe mentre sia il video uno che il video 2 delle campagne di Storie della Buonanotte

per Bambini Ribelli che hanno raccolto rispettivamente quasi 700.000 e quasi 900.000 dollari sono

stati girati con un Iphone e montati con Imovie da me. Quindi questa è un'altra cosa cioè

se avete 10 euro da spendere sul video spendetene 9 sullo script e uno sul video perché è

molto molto importante avere molto chiaro il messaggio più che avere delle immagini

particolarmente fighe. Quindi diciamo ci sono tutta una serie di cose per le quali concentrandosi

sulla sostanza e quindi l'altro errore che molto spesso la gente fa è di pensare che

Kickstarter o i siti di crowfunding siano dei siti tipo di beneficenza. Per cui se io

ti convinco di quanto è importante per me fare questo progetto allora tu di sicuro mi

darai dei soldi e non funziona così. La gente sui siti di crowdfunding decide di sostenere

le campagne perché dicono qualcosa di loro non perché dicono qualcosa di te creatore.

Per cui nel sostenere una campagna bisogna tenere presente qual è la motivazione della

persona che la sosterrà. Cioè sostenere questa campagna dirà qualcosa di me sostenitore

come persona? Per questo non tutti i progetti vanno bene per Kickstarter ci sono dei progetti

che magari poi diventeranno straordinari però non incontrano quell'incrocio di fattori

che vanno bene per Kickstarter o per il Indigogo o altre piattaforme di crowdfunding per cui

c'è da fare un'analisi molto onesta, non tutti i progetti vanno bene per cui e questo

non è un indicatore della qualità del progetto è solo un indicatore della strada da scegliere

per fare fundraising per quel progetto in particolare. Quindi se il nostro progetto

incontra una serie di fattori tra i quali per esempio la novità, la rilevanza rispetto

al ciclo di news di quel momento, il tipo, per esempio i libri sono particolarmente difficili

da promuovere su Kickstarter perché è molto difficile raccontare un libro un libro come

Good Night Stories for Rebel Girls funzionava perché c'era una formula molto chiara,

non c'era una storia di un romanzo, per esempio da raccontare, non c'era una storia anche

di un libro illustrato da raccontare, era una formula molto molto chiara con una missione

definita con un uso ..kickstarter non dimentichiamo è una piattaforma tecnologica per cui il

tipo di utenti che sono su Kickstarter sono abituati a ragionare sui prodotti che vedono

in termini di utilità. Storie della buonanotte per bambine ribelli aveva un'utilità ciò

era un libro da leggere la sera quando mettevi a letto i tuoi bambini che dava a te la possibilità

di crescere nell'epoca di Trump delle bambine che in qualche modo fossero protette dalla

storia di queste donne nei loro sogni quando andavano a dormire. Questa è una value proposition

chiarissima e fortissima per il genitore che non dice nulla della mia necessità di Francesca

Cavallo di creare questo libro e dice tutto della tua necessità di sostenitore di avere

questo libro è casa tua. Questo è stato un passaggio diciamo nella comunicazione del

progetto molto molto molto importante che molti artisti spesso non sono disposti a fare

perché si sentono diminuiti come artisti se mettono da parte il proprio ego. Nella

mia visione del mondo io mi sento diciamo sminuita come artista se le persone non vedono

le cose che creo. Per cui tutto quello che posso fare, anche se significa mettere da

parte il mio nome diciamo, pur di far arrivare nelle case delle persone quello che scrivo

e quello che creo è più importante per cui questo mi aiuta a ragionare sulle cose che

creo dal punto di vista di chi poi le fruirà. C: Quali sono le difficoltà più importanti

che vi siete trovate a superare soprattutto una volta che il libro era finito, le campagne

sono andate come sono andate a quel punto ci sono degli ostacoli che avete comunque

dovuto superare nonostante aveste già raggiunto un buonissimo riscontro?

F: Ma ci sono stati tanti ostacoli a partire dall'inizio cioè con l'esplosione della prima

campagna tieni presente che noi avevamo concluso la prima campagna a maggio il libro non era

ancora stato scritto né ancora stato illustrato c'erano soltanto 45 illustrazioni che avevamo

utilizzato per la campagna e il mockup del progetto grafico e la copertina. Questa era

tutto ciò che c'era noi non avevamo mai pubblicato un libro prima quindi la filiera di come si

pubblica un libro non c'era minimamente chiara, ne avevamo mai fatto prima dei liberi di oggetti

fisici alle persone, per cui non aveva una rete logistica che ci sostenesse. Con l'esplosione

della prima campagna di crowdfunding ci fu un profluvio di offerte da parte di grossissimi

editori tra i quali uno dei più grossi degli stati uniti che si offrì un anticipo di un

milione di dollari per comprare i diritti del libro e noi dicemmo di no. Dicemmo di

no perché pensavamo questa è l'occasione che noi abbiamo cercato di costruire un'azienda

nostra che riflettesse i valori nei quali nei quali crediamo. E quindi però scommetteremmo

su questa cosa che chiunque ci avrebbe detto che era folle di dire ok noi scriveremo questo

libro, troveremo uno stampatore e metteremo in piedi una rete logistica che entro novembre

ci consentirà di spedirlo a 13.000 persone sparse in 75 paesi e di farglielo arrivare

in tempo per Natale è in realtà cioè che è stato un lavoro contro il tempo nel quale

abbiamo sbagliato veramente poche cose devo dire. Riconosco adesso a vederlo col senno

di poi, perché poi ovviamente nel mentre ero così impegnata ad andare come un treno

che non avevo neanche il tempo di pensare quanto fosse folle quello che stavamo facendo.

Al di là della della visione artistica del progetto e quindi che ovviamente è stata

una cosa che poi lo ha fatto apprezzare così tanto nelle case, perché il fatto che i genitori

scrivessero lo devo leggere per conto mio prima di leggerlo mia figlia perché mi commuovo

segnava un punto assegnato un punto di svolta, si è riuscito ad insinuare nel cuore delle

persone, e questo perché è una grande fonte di orgoglio per me. Però c'è stato anche

una enorme intelligenza da un punto di vista organizzativo per mettere in piedi da zero

perché noi eravamo due persone che lavoravano dalla cucina di un appartamento con una stanza

da letto a Venice Beach e da lì abbiamo messo in piedi una rete che è riuscita a far arrivare

il libro in tutte le case e poi a passare da una prima stampa di 60mila voti e che comunque

per un editor inesistente e praticamente senza precedenti ad arrivare tre anni e mezzo dopo

con 4 milioni e mezzo di copie vendute e traduzioni in quasi 50 lingue.

C: So che forse ti chiedo troppo se ti chiedo una formula che non esiste perché se esistesse

sarebbe essere facile per tutti da replicare, ma ci sono dei non lo so 2, 3 step chiave

di in questo in questo in questo col sistema nella creazione di questo ecosistema che siete

riuscite a sviluppare che individui resti come milestones, come pietre miliari verso

poi il risultato che siete riusciti a raggiungere? F: Mah guarda per me la scoperta diciamo del

concetto di “reverse engineering” è stata fondamentale cioè il fatto di prendere un

risultato e di dire ok come faccio a disegnare a ritroso il processo per arrivare a quel

risultato? Questo concetto al quale sono stata esposta durante il periodo a five hundred

start, all'inizio di Timbuktu per me è stato proprio una svolta perché mi ha fatto capire

quanto molto spesso uno dice vagamente nella testa voglio arrivare a questo risultato e

poi però si perde una serie di passaggi per arrivarci e invece di dire per esempio, non

lo so voglio vendere mille copia del mio libro ok questo vuol dire che ipotizzando un convention

great realistico del 3% devo arrivare a far entrare in libreria o non lo so portare sulla

mia landing page quante fate poi la matematica, per per vendere mille cose con 3% ora al volo

non ha però di dire ok ho bisogno di fare entrare questo non sono centomila persone

sul mio sito. Per arrivare a far arrivare 100mila persone sul mio sito vuol dire che

devo avere questa copertura stampa allora uno si rende con chiara e realistico quell'obiettivo?

Riesco a mettere giù questa competenza? Come ci posso arrivare quali sono i modi in cui

posso disegnare questo percorso questo concetto cioè di pensare nello specifico alle agli

step che ti separano da un risultato è di capire come arrivarci sblocca una serie di

c'è un modo di pensare che non è whishfull thinking che non è “mi piacerebbe che succedesse

questo” ma è “come posso fare a disegnare un processo in modo che sia il più realistico

possibile che succeda questa cosa”, questa è la chiave diciamo. Perché altrimenti troppo

spesso uno dice vabbè io spero informino che succeda questa cosa e faccio un po'

le cose che mi vengono è però e questo lascia troppo un campo troppo aperto al caso alla

fortuna.. invece uno riconoscendo che la fortuna comunque ha sempre un ruolo deve cercare di

ridurre le occasioni in cui questa cosa può andare storta, anche perché ragionando in

questo modo si impara di più. Perché uno dice ok ho fatto questa cosa e mi ha portato

invece che il risultato y mi ha portato il risultato x che cosa vuol dire la prossima

e quindi anche senza accorgertene impari e progredisci da un punto di vista professionale.

Invece se uno semplicemente immagina delle cose e poi vede se non fai sostanzialmente

dei test non ti crei un percorso strutturato e molto difficile imparare sostanzialmente

anche dai propri errori perché è difficile capire che cos'è un errore cosa non lo è.

C: C'è una cosa che proprio alla luce di quelli che di questo processo che poi hai

portato avanti nel momento in cui hai sviluppato il avete sviluppato il progetto e alla luce

di una analisi retroattiva che immagino avrete fatto nel momento in cui vi siete voltati

indietro avete visto che cosa era successo, c'è una cosa che fareste diversamente, dovendo

ricominciare da zero per quanto riguarda il libro per le bambine ovviamente, quindi in

quel progetto specifico? F: Sì ci sono tante cose che farei diversamente.

Alcune importanti da un punto di vista di alcune cose da un punto di vista legale per

esempio farei gli strutturerà in un modo diverso il fatto è che se tu pensi che sono

passati soltanto tre anni e che io cioè tutto sommato per me l'ultimo anno è stato fuori

da Timbuktu perché a dicembre si è interrotta la collaborazione con contributi quindi di

fatto tutto questo è successo in due anni noi siamo passati da due a 26 persone dalla

nostra cucina a Venice Beach agli ad avere uffici a Los Angeles, New York e Londra uno

deve accettare ed è difficile questa cosa perché io poi sono abbastanza perfezionista,

deve accettare che ci sono delle cose che ti perdi ce ne sono tante che non mi sono

persa per strada però ce ne sono anche alcune che ti perdi quando s'è beccato in un vortice

di questo tipo. Ovviamente sono impari per la prossima volta non è che uno può fare

tutto giusto. Anche su questo bisogna darsi pace soprattutto noi donne che poi siamo tentate

di dire Ah vedi questo è il motivo per cui io non sono fatta per questa cosa è certa

quella con saperne esatto cerchiamo conferme di una cosa che la società cerca di inculcarci

del fatto che comunque prima di tutto anche se ci è andata bene soprattutto per fortuna

e non per altro. E poi che appena ci va una cosa un pochino male o tanto male lo prendiamo

come un segno che vedi dove chi vuoi prendere in giro.. invece niente. Questo è il percorso

e che è normale che sia così uno si perde alcuni pezzi alcuni sono importanti alcuni

sono non hanno alcuna alcuna conseguenza, vai avanti, che devi fare? Impari e quindi

di fare meglio la prossima volta.

C: Io mi sono tirata giù un po di keyword la faccia sempre è in queste chiacchierate

che potrebbero in qualche modo riassumere a grandi linee, poi ovviamente tu le hai espresso

in maniera molto specifica le keylessons di questa nostra chiacchierata insieme. Allora

sicuramente ci vuole preparazione. Quindi il e l'effetto Wing in it, quindi l'improvvisazione,

senza un minimo di preparazione non è assolutamente consigliabile anche perché poi è quello

che ci porta molto probabilmente a non valutare attentamente il processo di cui parlavi di

reverse engineering per andare a capire quali sono le tappe per raggiungere il nostro obiettivo

e nel momento in cui siamo in balia degli eventi è un attimo scoraggiarci, pensando

appunto che siamo sfortunate o che non ce la possiamo fare. Hai parlato anche di pazienza

e di come appunto il tuo overnight success non si sa mai non si sa se è in realtà un

successo che tu hai coltivato e che non solo non era garantito, cosa che hai sottolineato,

sottolineando anche che è importante di staccarci da quello che poi è il modo in cui gli altri

potrebbero accogliere quello che facciamo, ma sottolineando anche che nel momento in

cui quel tipo di successo, legato al numero di copie vendute, legato a una certa una certa

notorietà che vogliamo il nostro progetto abbia, non può disconnettersi completamente

da un percorso che a volte una lunga gavetta. Anzi molto spesso una lunga gavetta. Hai parlato

anche di focus unito a coerenza quindi non necessariamente impazzire su una sola cosa

il rischiare in tutto e per tutto su quella ma allo stesso tempo riuscire a diluire le

nostre energie senza disperderle, riducendo poi inevitabilmente la qualità di quello

che facciamo. E poi hai parlato di eccellenza però con l'accettazione del fatto che qualche

errore si fa sempre e che col senno di poi l'importante è capire quali sono stati questi

errori e imparare da loro. Parlaci, per concludere questa nostra chiacchierata insieme, della

cosa più importante che stai portando avanti adesso e cioè Elfi al Quinto Piano, che immagino

sia la cosa più importante o una delle cose più importanti.

F: Sì sì è il primo progetto della mia nuova società, Elfi al quinto piano. La mia

nuova società si chiama Under Cats, come Under Dog ma con i gatti e con Under Cats

il progetto è di sviluppare properties originali che abbiano una forte traducibilità in tv

e cinema. Quindi mi piacerebbe molto diciamo.. io sono partita come regista teatrale nella

mia carriera, poi mi sono trasformata come imprenditrice tech poi sono tornato alla scrittura

con bambine ribelli e adesso vorrei diciamo un po' chiudere il cerchio e unire la mia

passione dei libri alla mia passione per la scrittura drammaturgica e per il cinema e

la televisione. Quindi Elfi al quinto piano è un blockbuster di Natale fatto libro, per

il momento, che ho deciso anche come omaggio sentimentale all'Italia e all'accoglienza

straordinaria che hanno trovato in Italia i miei progetti da sempre sostanzialmente,

quindi ho deciso di fare un'operazione inversa a quella di Bambine ribelli e di lanciarlo

in anteprima mondiale in Italia e poi l'anno prossimo invece sarà rilasciato nel resto

del mondo. Ed è una una fiaba di natale che ha diciamo come tema quello della leadership

morale dei bambini che è un tema molto nuovo un fenomeno che sarebbe stato impensabile

fino a due o tre anni fa perché se qualcuno ci avesse detto tre anni fa guarda parlerà

questa ragazzina e influenzerà l'agenda di governi in tutto il mondo e il dibattito pubblico

di diversi paesi mah io credo che molti di noi si sarebbero guardati dicendo ma non ci

metterei la mano sul fuoco. Invece questo è successo e succede sempre di più che i

bambini rivendichino una centralità nel dibattito pubblico di quello che deve succedere nei

nostri paesi e quali sono i parametri di una civiltà. E la stessa cosa succede in questa

avventura di natale nella quale i bambini che vivono in questa città apparentemente

perfetta che si chiama la città di R nella quale convivono persone di ogni razza di ogni

orientamento sessuale famiglie di tutti i tipi, però per queste questi adulti per proteggere

la perfezione della vita che hanno costruito hanno deciso che in questa città non deve

succedere mai niente di brutto. E per far succedere mai niente di brutto però fanno

in modo che in questa città non succede mai niente punto. Per non far succedere mai niente

si sono dati questa regola che mai e poi mai bisogna parlare con gli estranei perché tutte

le volte che tu parli con un estraneo succede qualcosa di inaspettato, e quindi può essere

buono può essere brutto. Ma i bambini si ribellano a questa cultura della diffidenza

fondano un canale radio clandestino e poi non voglio rivelare troppo della serie perché

è proprio una un'avventura molto divertente. Per cui si trasferisce questa famiglia nuova

che è formata da due mamme e tre bambini nella città di R. I bambini chiedono il regalo

questa radio a Babbo Natale perché poter comunicare con gli altri e da lì parte un

casino perché babbo natale ti chieda aiuto per impacchettare i regali per tutti i bambini

alla città, gli manda 10 elfi.. ma la bellezza di questa storia di Natale che la magia risolutiva

dell'avventura non viene computer né dagli elfi né da babbo natale che anzi si cacciano

in un macello inaudito, ma sono i bambini della città che riescono a salvare gli Elfi,

Babbo Natale e a restituire la città la gioia di vivere come una comunità... è illustrato

questa è una cosa simpatica è per me rappresenta un nuovo inizio io credo molto nel fatto che

quando si fanno le cose se si vogliono mettere al mondo determinati valori il processo per

costruirli per costruire un prodotto debba seguire gli stessi valori che poi il prodotto

deve incarnare. Anche se molte di queste cose il pubblico non le vedrà mai però in realtà

le percepisce, nel senso che ogni prodotto ha una sua carica energetica che si costruisce

nel processo. Per cui, per esempio, Elfi al quinto piano, che per me è un nuovo inizio,

ho voluto prendere come illustratrice un artista di 18 anni che viene da un paesino di 7 mila

abitanti nel sud dell'Austria e questo è il suo primo libro. Per cui volevo che non

fosse un nuovo inizio per me ma che lo fosse anche per qualcun altro e sono molto contenta

dell'apprezzamento che sta ricevendo il suo lavoro perché è molto bello il fatto di

avere la possibilità di offrire la mia piattaforma per l'emersione di un altro artista.

C: Questo è bellissimo. Indica una coerenza a 360 gradi dentro e fuori ogni cosa che fai.

Domanda di rito ormai di queste chiacchierate passando dai bambini agli adulti c'è il nome

di una donna che diresti dovremmo intervistare dopo di te, che ammiri tantissimo?

F: Allora io nominerei Valeria Cifarelli che è la designer di la falegnama e designer

che ha fondato Controprogetto, che è stato un progetto straordinario alla Stecca degli

Artigiani, quando c'era Milano la Stecca degli Artigiani, che faceva tutti arredi anche per

locali così con materiali di risulta e adesso Valeria iniziato anche lei e che è un nuovo

inizio e ha fondato una nuova società che si chiama chiede e fa arredi distanze per

bambini che sono spettacolari, tipo stanze a tema nautico, a tema di aerei e veramente

è un progetto una specie di che a super immaginifico lei, tra l'altro è tarantina come me per

cui mi fa anche piacere segnalare un'altra donna un altro artista imprenditrice.

C: Grandiosa! Io ti ringrazio tantissimo Francesca per questa chiacchierata, è stata illuminate

da più punti di vista non solo strettamente imprenditoriali e ricordo alle Biz Girls in

ascolto che troverete tutti i punti salienti della puntata suddivisi minuto per minuto

sotto al video e l'audio che trovate all'interno del sito Biz-academy.it/podcast

Grazie ancora Francesca, grazie mille! F: grazie ciao

C: Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a BizAcademy

puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it .

Noi come sempre ci sentiamo vediamo alla prossima puntata di Impact Girl [Musica]

Dalla Visione all'Azione, con Francesca Cavallo - YouTube From Vision to Action, with Francesca Cavallo - YouTube De la visión a la acción, con Francesca Cavallo - YouTube Od wizji do działania, z Francescą Cavallo - YouTube Da visão à acção, com Francesca Cavallo - YouTube От видения к действию, с Франческой Кавалло - YouTube

C: Sta per iniziare una nuovissima puntata di Impact Girl. La protagonista di questa

puntata è niente meno che Francesca Cavallo, imprenditrice, regista teatrale e scrittrice

conosciutissima in quanto autrice del best seller mondiale Storie della Buonanotte per

Bambine Ribelli, che è stato tradotto ormai in 47 lingue e ha venduto oltre un milione

di copie. In questa puntata, breve ma molto intensa, parleremo di mindset, di strategia

a di raggiungimento degli obiettivi e molto molto altro. Quindi bando alle ciance tuffiamoci

nel cuore di questa nuovissima puntata

[Musica]

Allora Francesca, lasciami innanzitutto dire che sono molto emozionata perché ti seguo

da un sacco, seguo quello che fai, seguo chi sei, seguo le cause per cui ti batti con grande

entusiasmo sulle piattaforme social, di cui ci saranno la sfilza di riferimenti sotto

la nostra puntata, ma voglio partire con il chiederti qual cosa che secondo me in molti

si chiedono quando guardano i tuoi profili. Tu ti definisci una media entrepreneur, un'imprenditrice

media se dovessimo tradurla insomma letteralmente in italiano. Spiegaci che cos'è e come ci

si diventa! F: Un imprenditore media è un'imprenditrice

che lavora nel campo della comunicazione e che cerca, nel mio caso che diciamo mi definisco

un'imprenditrice/attivista media che usa i mezzi di comunicazione per portare avanti

delle battaglie, dei messaggi e per diciamo ricavarsi da vivere attraverso i mezzi di

comunicazione. C: E in un certo senso possiamo dire che Storie

della Buonanotte per Bambini Ribelli e è un progetto che rientra potrebbe essere proprio

considerato l'esempio di un progetto di successo che rientri in questo obiettivo cioè quello

di utilizzare i media come mezzo per battersi per una causa giusto?

F: Sì sì diciamo che Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli è arrivato all'interno

di un mio percorso personale che però illustra secondo me è molto bene in quale modo ampio

io intendo media acqua cioè a che cosa penso quando dico mi diano perché io prima di Storie

della Buonanotte per Bambini Ribelli ho creato un'azienda, insieme alla mia ex socia Elena

Favilli, che si chiama Timbuctu che faceva App per bambini. Prima di quello avevo fondato

una compagnia teatrale e prima di quello avevo fondato un festival di Teatro Internazionale.

Per cui diciamo che il modo in cui guardo ai mezzi di comunicazione molto molto più

ad ampio spettro di quello che normalmente si definisce come media. Storie della Buonanotte

per Bambini Ribelli è arrivato diciamo al culmine di un percorso che è durato tanti

anni in cui ho avuto modo di testare. Alcune cose che avevo capito dell'ecosistema mediatico

su vari paesi, sull'italia dove ovviamente dove sono cresciuta, dove ho vissuto fino

a 26-27 anni e poi sugli Stati Uniti dove mi sono spostata nel 2000 nel 2012 con Tibuctu.

C: Quindi hai cambiato spesso mi sembra di capire anche fronte di lavoro per quanto poi

rientrasse sempre nello stesso ambito più ampio, più macro. E ti sei mai sentita, da

un punto di vista imprenditoriale, come se stessi disperdendo le tue energie? Hai mai

avuto la sensazione o ti sei mai detta: “forse dovrei piuttosto concentrarmi su una cosa

è fare solo quella” oppure no? F: Tutti i giorni mi sento questo disperdendo

le mie energie. Credo che sia una condizione ineluttabile perché quella cosa che mi ha

insegnato Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli è che purtroppo la sensazione che

si ci si sta un po' disperdendo finché non si trova una cosa che va a bomba e a un

certo punto fa da traino a tutto il resto, è molto difficile dire mi concentro soltanto

su una cosa, perché quando si ha una varietà di progetti e non si sa bene (perché questa

è la natura di chi fa l'imprenditore) non si sa bene quale funzionerà quale andrà

poi a portare il fatturato alla fine dell'anno è molto difficile avere focus, perché uno

dice non posso mettere tutte le mie uova cioè non posso fare tutte le mie scommesse su un

solo progetto perché poi se quello non va in porto ovviamente uno si ritrova in difficoltà.

Per cui non credo che bisogna colpevolizzarsi quando si fanno diverse scommesse su diversi

progetti ma bisogna avere poi l'intelligenza di capire quando ce n'è uno che fa da traino

di chiudere tutto il resto e di puntare tutto su quello che sta facendo da traino, questo

sì, però devo dire che è molto più facile farlo quando c'è un chiaro traino all'interno

di un progetto imprenditoriale perché finché questa cosa -almeno nella mia esperienza non

è avvenuta- è sempre stato molto difficile dire “ok, ci concentriamo soltanto su questo”.

C: Sai qual è la mia sfida più grande a volte da questo punto di vista? Il fatto di

chiedermi ma non è che non sta avvenendo quella sorta di esplosione che desidero su

tot fronti o anche su un fronte perché mi sto dedicando a troppi fronti? Come fai a

capire se il traino non sta accadendo perché stai disperdendo le tue energie o se non sta

accadendo perché effettivamente è solo una questione di tempo? Questa tra l'altro una

delle domande che arrivano più spesso da chi ci segue.

F: Io credo che il discrimine sia unicamente il fatto che le cose, qualsiasi cosa, uno

faccia devono essere fatte bene. Se uno sta facendo tante cose male quello è un segnale

che non c'è qualcosa che non va, che una si sta diciamo illudendo di essere in movimento

e sta agendo più per horror vacui che non per necessità di dover mettere al mondo delle

cose. Allora credo che più che altro io guarderei in questi termini che le cose che si fanno

possono essere tante, si possono fare tante scommesse però quelle che si fanno devono

essere fatte bene, devono essere fatte a un livello che ci dà soddisfazione e che ci

fa sentire che quello che stiamo facendo è fatto in un modo che dice qualcosa di noi

e del modo in cui a noi piace lavorare. Perché quando invece si fanno troppe cose e ci si

lamenta del fatto che non si riesce a fare niente bene allora quello è il segnale che

bisogna cambiare strada, perché nel momento in cui uno fa l'imprenditore la cosa principale

che sta rivendicando è di lavorare secondo i suoi termini, ovviamente nella misura in

cui la realtà lo consente, però quello che si fa all'interno dei tuoi temi ti deve dare

soddisfazione e deve essere un livello di qualità che ti fa sentire orgoglioso del

tuo lavoro, anche se poi non incontra magari, può essere che non incontri il favore del

pubblico, perché questo diciamo c'è una grande dimensione anche anche legata alla

fortuna, ovviamente al momento.. però se le cose non vengono fatte con cura e se non

si fanno bene si impara anche poco, ci si frustra e basta. E questo da questo bisogna

proteggersi perché comunque il più possibile bisogna difendersi dalla necessità di trovare

soddisfazione per il proprio lavoro nel riconoscimento che viene dagli altri perché finché uno

rincorre questa sensazione dice adesso mi fa schifo quello che sto facendo ma avrà

un senso se un domani avrò successo di pubblico allora di quello è un segnale molto forte

che si sta lavorando in modo sbagliato perché io sono diciamo uno delle ragioni per le quali

io sono riuscito a resistere così a lungo il percorso di costruzione del valore di Timbuktu

e per arrivare poi a storia della portante per me ne ribelli che il io avevo pubblicato

sei libri prima di Storie della Buonanotte per Bambini Ribelli e quasi 12 app per cui

diciamo è arrivato il diciannovesimo prodotto è stato una cosa che è arrivata diciamo

ad avere quel successo lì ma il motivo per cui sono riuscita ad arrivare a quel punto

è stato che io ho provato un enorme soddisfazione in tutte le cose che ho fatto in mezzo, anche

quando non hanno incontrato il successo di pubblico che io desideravo, perché ho fatto

le cose con cura ho fatto delle cose in cui credevo e ho imparato sentivo che mi stavo

arricchendo nel corso dell'esperienza per cui il successo diciamo è stata una cena

su una torta ma la torta io me la stavo godendo da tempo.

C: Bellissima prospettiva e un sacco di spunti pratici praticamente in un'unica non in un'unica

frase ma insomma in poche frasi. A proposito di qualità del lavoro: com'è che si lanciano

3 delle campagne di crowdfunding di maggior successo nella storia dell'editoria ?

F: C'è un sacco di lavoro di preparazione da fare. C'è un sacco di studio, io ho passato

innumerevoli ore su Kickstarter a studiare tutte le campagne che avevano funzionato di

più e tutte quelle che non avevano funzionato, cercando di capire quale fosse il comune denominatore

di quelle che avevano funzionato, com'erano strutturati i rewards delle campagne (mi dispiace

che uso molte parole in inglese però è una cosa della quale che ho imparato in inglese

quindi mi è difficile tradurre al volo in italiano..) quindi come erano strutturati

rewards, come era fatto il video qual'era l'arcata narrativa dei video che funzionavano

ho guardato tanti video di campagna anche che non funzionavano per capire dove mi annoiavo,

che cosa trovavo inefficace io come sostenitrice potenziale di quella campagna. E poi sulla

base di quello ho seguito, abbiamo fatto un grosso lavoro con Elena di costruzione di

un pubblico prima del lancio della campagna, perché avevamo lanciato questa newsletter

che si chiamava “Good Night Stories for Rebels Girls” nella quale davamo ogni due

settimane una storia legata a un personaggio femminile del quale i genitori potessero parlare

i loro figli a tavola, insomma la sera. Con la costruzione del pubblico di questa newsletter

ci eravamo preparati diciamo un terreno fertile che aveva manifestato un'esigenza e che

fosse pronto a comprare il libro non appena la campagna fosse stata pubblicata. Per cui

c'è stato un'attenta costruzione che è stata di mesi precedente al lancio della campagna.

Questo è un errore che moltissimi fanno, ovviamente tante persone mi vengono a chiedere

consiglio quando lanciano le campane di Kickstarter e molto spesso lo fanno tipo il giorno dopo

o due giorni dopo averla lanciata. Perché diciamo che per molte persone c'è questa

idea, completamente sbagliata, che la campagna si metta in piedi un po nel modo più velocemente

cioè più velocemente possibile e poi ci si occupi di come far arrivare le persone

per farti dare i soldi dopo che l'ha lanciata. E non c'è niente di più sbagliato perché

il 90 per cento del lavoro veramente il 90 per cento va fatto prima del lancio. Per darvi

un'idea nello script del video della prima campagna di Kickstarter ci sono ci sono stati

10 iterazioni dello script, poi ho iniziato a montare a fare dei diciamo dei montaggi

molto diciamo anche registrandomi che parlavo al computer per vedere se tornava l'arcata

del video e poi a mano a mano abbiamo invece registrato le immagini vere, quindi sia scrittura

diciamo in uno script vero che poi scrittura video e poi piano piano è arrivata a una

solidificazione del video finale, del quale però l'altro errore che molto spesso la gente

fa e che investe un sacco di soldi nel prendere un videomaker che ti venga a fare le immagini

fighe mentre sia il video uno che il video 2 delle campagne di Storie della Buonanotte

per Bambini Ribelli che hanno raccolto rispettivamente quasi 700.000 e quasi 900.000 dollari sono

stati girati con un Iphone e montati con Imovie da me. Quindi questa è un'altra cosa cioè

se avete 10 euro da spendere sul video spendetene 9 sullo script e uno sul video perché è

molto molto importante avere molto chiaro il messaggio più che avere delle immagini

particolarmente fighe. Quindi diciamo ci sono tutta una serie di cose per le quali concentrandosi

sulla sostanza e quindi l'altro errore che molto spesso la gente fa è di pensare che

Kickstarter o i siti di crowfunding siano dei siti tipo di beneficenza. Per cui se io

ti convinco di quanto è importante per me fare questo progetto allora tu di sicuro mi

darai dei soldi e non funziona così. La gente sui siti di crowdfunding decide di sostenere

le campagne perché dicono qualcosa di loro non perché dicono qualcosa di te creatore.

Per cui nel sostenere una campagna bisogna tenere presente qual è la motivazione della

persona che la sosterrà. Cioè sostenere questa campagna dirà qualcosa di me sostenitore

come persona? Per questo non tutti i progetti vanno bene per Kickstarter ci sono dei progetti

che magari poi diventeranno straordinari però non incontrano quell'incrocio di fattori

che vanno bene per Kickstarter o per il Indigogo o altre piattaforme di crowdfunding per cui

c'è da fare un'analisi molto onesta, non tutti i progetti vanno bene per cui e questo

non è un indicatore della qualità del progetto è solo un indicatore della strada da scegliere

per fare fundraising per quel progetto in particolare. Quindi se il nostro progetto

incontra una serie di fattori tra i quali per esempio la novità, la rilevanza rispetto

al ciclo di news di quel momento, il tipo, per esempio i libri sono particolarmente difficili

da promuovere su Kickstarter perché è molto difficile raccontare un libro un libro come

Good Night Stories for Rebel Girls funzionava perché c'era una formula molto chiara,

non c'era una storia di un romanzo, per esempio da raccontare, non c'era una storia anche

di un libro illustrato da raccontare, era una formula molto molto chiara con una missione

definita con un uso ..kickstarter non dimentichiamo è una piattaforma tecnologica per cui il

tipo di utenti che sono su Kickstarter sono abituati a ragionare sui prodotti che vedono

in termini di utilità. Storie della buonanotte per bambine ribelli aveva un'utilità ciò

era un libro da leggere la sera quando mettevi a letto i tuoi bambini che dava a te la possibilità

di crescere nell'epoca di Trump delle bambine che in qualche modo fossero protette dalla

storia di queste donne nei loro sogni quando andavano a dormire. Questa è una value proposition

chiarissima e fortissima per il genitore che non dice nulla della mia necessità di Francesca

Cavallo di creare questo libro e dice tutto della tua necessità di sostenitore di avere

questo libro è casa tua. Questo è stato un passaggio diciamo nella comunicazione del

progetto molto molto molto importante che molti artisti spesso non sono disposti a fare

perché si sentono diminuiti come artisti se mettono da parte il proprio ego. Nella

mia visione del mondo io mi sento diciamo sminuita come artista se le persone non vedono

le cose che creo. Per cui tutto quello che posso fare, anche se significa mettere da

parte il mio nome diciamo, pur di far arrivare nelle case delle persone quello che scrivo

e quello che creo è più importante per cui questo mi aiuta a ragionare sulle cose che

creo dal punto di vista di chi poi le fruirà. C: Quali sono le difficoltà più importanti

che vi siete trovate a superare soprattutto una volta che il libro era finito, le campagne

sono andate come sono andate a quel punto ci sono degli ostacoli che avete comunque

dovuto superare nonostante aveste già raggiunto un buonissimo riscontro?

F: Ma ci sono stati tanti ostacoli a partire dall'inizio cioè con l'esplosione della prima

campagna tieni presente che noi avevamo concluso la prima campagna a maggio il libro non era

ancora stato scritto né ancora stato illustrato c'erano soltanto 45 illustrazioni che avevamo

utilizzato per la campagna e il mockup del progetto grafico e la copertina. Questa era

tutto ciò che c'era noi non avevamo mai pubblicato un libro prima quindi la filiera di come si

pubblica un libro non c'era minimamente chiara, ne avevamo mai fatto prima dei liberi di oggetti

fisici alle persone, per cui non aveva una rete logistica che ci sostenesse. Con l'esplosione

della prima campagna di crowdfunding ci fu un profluvio di offerte da parte di grossissimi

editori tra i quali uno dei più grossi degli stati uniti che si offrì un anticipo di un

milione di dollari per comprare i diritti del libro e noi dicemmo di no. Dicemmo di

no perché pensavamo questa è l'occasione che noi abbiamo cercato di costruire un'azienda

nostra che riflettesse i valori nei quali nei quali crediamo. E quindi però scommetteremmo

su questa cosa che chiunque ci avrebbe detto che era folle di dire ok noi scriveremo questo

libro, troveremo uno stampatore e metteremo in piedi una rete logistica che entro novembre

ci consentirà di spedirlo a 13.000 persone sparse in 75 paesi e di farglielo arrivare

in tempo per Natale è in realtà cioè che è stato un lavoro contro il tempo nel quale

abbiamo sbagliato veramente poche cose devo dire. Riconosco adesso a vederlo col senno

di poi, perché poi ovviamente nel mentre ero così impegnata ad andare come un treno

che non avevo neanche il tempo di pensare quanto fosse folle quello che stavamo facendo.

Al di là della della visione artistica del progetto e quindi che ovviamente è stata

una cosa che poi lo ha fatto apprezzare così tanto nelle case, perché il fatto che i genitori

scrivessero lo devo leggere per conto mio prima di leggerlo mia figlia perché mi commuovo

segnava un punto assegnato un punto di svolta, si è riuscito ad insinuare nel cuore delle

persone, e questo perché è una grande fonte di orgoglio per me. Però c'è stato anche

una enorme intelligenza da un punto di vista organizzativo per mettere in piedi da zero

perché noi eravamo due persone che lavoravano dalla cucina di un appartamento con una stanza

da letto a Venice Beach e da lì abbiamo messo in piedi una rete che è riuscita a far arrivare

il libro in tutte le case e poi a passare da una prima stampa di 60mila voti e che comunque

per un editor inesistente e praticamente senza precedenti ad arrivare tre anni e mezzo dopo

con 4 milioni e mezzo di copie vendute e traduzioni in quasi 50 lingue.

C: So che forse ti chiedo troppo se ti chiedo una formula che non esiste perché se esistesse

sarebbe essere facile per tutti da replicare, ma ci sono dei non lo so 2, 3 step chiave

di in questo in questo in questo col sistema nella creazione di questo ecosistema che siete

riuscite a sviluppare che individui resti come milestones, come pietre miliari verso

poi il risultato che siete riusciti a raggiungere? F: Mah guarda per me la scoperta diciamo del

concetto di “reverse engineering” è stata fondamentale cioè il fatto di prendere un

risultato e di dire ok come faccio a disegnare a ritroso il processo per arrivare a quel

risultato? Questo concetto al quale sono stata esposta durante il periodo a five hundred

start, all'inizio di Timbuktu per me è stato proprio una svolta perché mi ha fatto capire

quanto molto spesso uno dice vagamente nella testa voglio arrivare a questo risultato e

poi però si perde una serie di passaggi per arrivarci e invece di dire per esempio, non

lo so voglio vendere mille copia del mio libro ok questo vuol dire che ipotizzando un convention

great realistico del 3% devo arrivare a far entrare in libreria o non lo so portare sulla

mia landing page quante fate poi la matematica, per per vendere mille cose con 3% ora al volo

non ha però di dire ok ho bisogno di fare entrare questo non sono centomila persone

sul mio sito. Per arrivare a far arrivare 100mila persone sul mio sito vuol dire che

devo avere questa copertura stampa allora uno si rende con chiara e realistico quell'obiettivo?

Riesco a mettere giù questa competenza? Come ci posso arrivare quali sono i modi in cui

posso disegnare questo percorso questo concetto cioè di pensare nello specifico alle agli

step che ti separano da un risultato è di capire come arrivarci sblocca una serie di

c'è un modo di pensare che non è whishfull thinking che non è “mi piacerebbe che succedesse

questo” ma è “come posso fare a disegnare un processo in modo che sia il più realistico

possibile che succeda questa cosa”, questa è la chiave diciamo. Perché altrimenti troppo

spesso uno dice vabbè io spero informino che succeda questa cosa e faccio un po'

le cose che mi vengono è però e questo lascia troppo un campo troppo aperto al caso alla

fortuna.. invece uno riconoscendo che la fortuna comunque ha sempre un ruolo deve cercare di

ridurre le occasioni in cui questa cosa può andare storta, anche perché ragionando in

questo modo si impara di più. Perché uno dice ok ho fatto questa cosa e mi ha portato

invece che il risultato y mi ha portato il risultato x che cosa vuol dire la prossima

e quindi anche senza accorgertene impari e progredisci da un punto di vista professionale.

Invece se uno semplicemente immagina delle cose e poi vede se non fai sostanzialmente

dei test non ti crei un percorso strutturato e molto difficile imparare sostanzialmente

anche dai propri errori perché è difficile capire che cos'è un errore cosa non lo è.

C: C'è una cosa che proprio alla luce di quelli che di questo processo che poi hai

portato avanti nel momento in cui hai sviluppato il avete sviluppato il progetto e alla luce

di una analisi retroattiva che immagino avrete fatto nel momento in cui vi siete voltati

indietro avete visto che cosa era successo, c'è una cosa che fareste diversamente, dovendo

ricominciare da zero per quanto riguarda il libro per le bambine ovviamente, quindi in

quel progetto specifico? F: Sì ci sono tante cose che farei diversamente.

Alcune importanti da un punto di vista di alcune cose da un punto di vista legale per

esempio farei gli strutturerà in un modo diverso il fatto è che se tu pensi che sono

passati soltanto tre anni e che io cioè tutto sommato per me l'ultimo anno è stato fuori

da Timbuktu perché a dicembre si è interrotta la collaborazione con contributi quindi di

fatto tutto questo è successo in due anni noi siamo passati da due a 26 persone dalla

nostra cucina a Venice Beach agli ad avere uffici a Los Angeles, New York e Londra uno

deve accettare ed è difficile questa cosa perché io poi sono abbastanza perfezionista,

deve accettare che ci sono delle cose che ti perdi ce ne sono tante che non mi sono

persa per strada però ce ne sono anche alcune che ti perdi quando s'è beccato in un vortice

di questo tipo. Ovviamente sono impari per la prossima volta non è che uno può fare

tutto giusto. Anche su questo bisogna darsi pace soprattutto noi donne che poi siamo tentate

di dire Ah vedi questo è il motivo per cui io non sono fatta per questa cosa è certa

quella con saperne esatto cerchiamo conferme di una cosa che la società cerca di inculcarci

del fatto che comunque prima di tutto anche se ci è andata bene soprattutto per fortuna

e non per altro. E poi che appena ci va una cosa un pochino male o tanto male lo prendiamo

come un segno che vedi dove chi vuoi prendere in giro.. invece niente. Questo è il percorso

e che è normale che sia così uno si perde alcuni pezzi alcuni sono importanti alcuni

sono non hanno alcuna alcuna conseguenza, vai avanti, che devi fare? Impari e quindi

di fare meglio la prossima volta.

C: Io mi sono tirata giù un po di keyword la faccia sempre è in queste chiacchierate

che potrebbero in qualche modo riassumere a grandi linee, poi ovviamente tu le hai espresso

in maniera molto specifica le keylessons di questa nostra chiacchierata insieme. Allora

sicuramente ci vuole preparazione. Quindi il e l'effetto Wing in it, quindi l'improvvisazione,

senza un minimo di preparazione non è assolutamente consigliabile anche perché poi è quello

che ci porta molto probabilmente a non valutare attentamente il processo di cui parlavi di

reverse engineering per andare a capire quali sono le tappe per raggiungere il nostro obiettivo

e nel momento in cui siamo in balia degli eventi è un attimo scoraggiarci, pensando

appunto che siamo sfortunate o che non ce la possiamo fare. Hai parlato anche di pazienza

e di come appunto il tuo overnight success non si sa mai non si sa se è in realtà un

successo che tu hai coltivato e che non solo non era garantito, cosa che hai sottolineato,

sottolineando anche che è importante di staccarci da quello che poi è il modo in cui gli altri

potrebbero accogliere quello che facciamo, ma sottolineando anche che nel momento in

cui quel tipo di successo, legato al numero di copie vendute, legato a una certa una certa

notorietà che vogliamo il nostro progetto abbia, non può disconnettersi completamente

da un percorso che a volte una lunga gavetta. Anzi molto spesso una lunga gavetta. Hai parlato

anche di focus unito a coerenza quindi non necessariamente impazzire su una sola cosa

il rischiare in tutto e per tutto su quella ma allo stesso tempo riuscire a diluire le

nostre energie senza disperderle, riducendo poi inevitabilmente la qualità di quello

che facciamo. E poi hai parlato di eccellenza però con l'accettazione del fatto che qualche

errore si fa sempre e che col senno di poi l'importante è capire quali sono stati questi

errori e imparare da loro. Parlaci, per concludere questa nostra chiacchierata insieme, della

cosa più importante che stai portando avanti adesso e cioè Elfi al Quinto Piano, che immagino

sia la cosa più importante o una delle cose più importanti.

F: Sì sì è il primo progetto della mia nuova società, Elfi al quinto piano. La mia

nuova società si chiama Under Cats, come Under Dog ma con i gatti e con Under Cats

il progetto è di sviluppare properties originali che abbiano una forte traducibilità in tv

e cinema. Quindi mi piacerebbe molto diciamo.. io sono partita come regista teatrale nella

mia carriera, poi mi sono trasformata come imprenditrice tech poi sono tornato alla scrittura

con bambine ribelli e adesso vorrei diciamo un po' chiudere il cerchio e unire la mia

passione dei libri alla mia passione per la scrittura drammaturgica e per il cinema e

la televisione. Quindi Elfi al quinto piano è un blockbuster di Natale fatto libro, per

il momento, che ho deciso anche come omaggio sentimentale all'Italia e all'accoglienza

straordinaria che hanno trovato in Italia i miei progetti da sempre sostanzialmente,

quindi ho deciso di fare un'operazione inversa a quella di Bambine ribelli e di lanciarlo

in anteprima mondiale in Italia e poi l'anno prossimo invece sarà rilasciato nel resto

del mondo. Ed è una una fiaba di natale che ha diciamo come tema quello della leadership

morale dei bambini che è un tema molto nuovo un fenomeno che sarebbe stato impensabile

fino a due o tre anni fa perché se qualcuno ci avesse detto tre anni fa guarda parlerà

questa ragazzina e influenzerà l'agenda di governi in tutto il mondo e il dibattito pubblico

di diversi paesi mah io credo che molti di noi si sarebbero guardati dicendo ma non ci

metterei la mano sul fuoco. Invece questo è successo e succede sempre di più che i

bambini rivendichino una centralità nel dibattito pubblico di quello che deve succedere nei

nostri paesi e quali sono i parametri di una civiltà. E la stessa cosa succede in questa

avventura di natale nella quale i bambini che vivono in questa città apparentemente

perfetta che si chiama la città di R nella quale convivono persone di ogni razza di ogni

orientamento sessuale famiglie di tutti i tipi, però per queste questi adulti per proteggere

la perfezione della vita che hanno costruito hanno deciso che in questa città non deve

succedere mai niente di brutto. E per far succedere mai niente di brutto però fanno

in modo che in questa città non succede mai niente punto. Per non far succedere mai niente

si sono dati questa regola che mai e poi mai bisogna parlare con gli estranei perché tutte

le volte che tu parli con un estraneo succede qualcosa di inaspettato, e quindi può essere

buono può essere brutto. Ma i bambini si ribellano a questa cultura della diffidenza

fondano un canale radio clandestino e poi non voglio rivelare troppo della serie perché

è proprio una un'avventura molto divertente. Per cui si trasferisce questa famiglia nuova

che è formata da due mamme e tre bambini nella città di R. I bambini chiedono il regalo

questa radio a Babbo Natale perché poter comunicare con gli altri e da lì parte un

casino perché babbo natale ti chieda aiuto per impacchettare i regali per tutti i bambini

alla città, gli manda 10 elfi.. ma la bellezza di questa storia di Natale che la magia risolutiva

dell'avventura non viene computer né dagli elfi né da babbo natale che anzi si cacciano

in un macello inaudito, ma sono i bambini della città che riescono a salvare gli Elfi,

Babbo Natale e a restituire la città la gioia di vivere come una comunità... è illustrato

questa è una cosa simpatica è per me rappresenta un nuovo inizio io credo molto nel fatto che

quando si fanno le cose se si vogliono mettere al mondo determinati valori il processo per

costruirli per costruire un prodotto debba seguire gli stessi valori che poi il prodotto

deve incarnare. Anche se molte di queste cose il pubblico non le vedrà mai però in realtà

le percepisce, nel senso che ogni prodotto ha una sua carica energetica che si costruisce

nel processo. Per cui, per esempio, Elfi al quinto piano, che per me è un nuovo inizio,

ho voluto prendere come illustratrice un artista di 18 anni che viene da un paesino di 7 mila

abitanti nel sud dell'Austria e questo è il suo primo libro. Per cui volevo che non

fosse un nuovo inizio per me ma che lo fosse anche per qualcun altro e sono molto contenta

dell'apprezzamento che sta ricevendo il suo lavoro perché è molto bello il fatto di

avere la possibilità di offrire la mia piattaforma per l'emersione di un altro artista.

C: Questo è bellissimo. Indica una coerenza a 360 gradi dentro e fuori ogni cosa che fai.

Domanda di rito ormai di queste chiacchierate passando dai bambini agli adulti c'è il nome

di una donna che diresti dovremmo intervistare dopo di te, che ammiri tantissimo?

F: Allora io nominerei Valeria Cifarelli che è la designer di la falegnama e designer

che ha fondato Controprogetto, che è stato un progetto straordinario alla Stecca degli

Artigiani, quando c'era Milano la Stecca degli Artigiani, che faceva tutti arredi anche per

locali così con materiali di risulta e adesso Valeria iniziato anche lei e che è un nuovo

inizio e ha fondato una nuova società che si chiama chiede e fa arredi distanze per

bambini che sono spettacolari, tipo stanze a tema nautico, a tema di aerei e veramente

è un progetto una specie di che a super immaginifico lei, tra l'altro è tarantina come me per

cui mi fa anche piacere segnalare un'altra donna un altro artista imprenditrice.

C: Grandiosa! Io ti ringrazio tantissimo Francesca per questa chiacchierata, è stata illuminate

da più punti di vista non solo strettamente imprenditoriali e ricordo alle Biz Girls in

ascolto che troverete tutti i punti salienti della puntata suddivisi minuto per minuto

sotto al video e l'audio che trovate all'interno del sito Biz-academy.it/podcast

Grazie ancora Francesca, grazie mille! F: grazie ciao

C: Questo è tutto per la puntata di oggi. Spero di averti dato qualche utile spunto

che potrai implementare sin da subito. Se crescere un business in cui credi sul web

in modo autentico e proficuo è parte dei tuoi piani e non sei ancora entrata a BizAcademy

puoi farlo visitando il sito Biz-academy.it .

Noi come sempre ci sentiamo vediamo alla prossima puntata di Impact Girl [Musica]