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Salvatore racconta, #70 – La seconda guerra mondiale dell’Italia

#70 – La seconda guerra mondiale dell'Italia

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 9 luglio 2022.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

Quanto ci può mettere un popolo a cambiare carattere?

Dipende da cosa intendiamo per popolo, da cosa intendiamo, per cambiare e da cosa intendiamo per carattere.

Siamo qui per studiare italiano e quindi ci viene naturale dire ‘gli italiani' come un concetto universale.

Ma ovviamente gli italiani non sono tutti uguali tra loro. E non sono uguali a quelli di tanti anni fa.

L'Italia è cambiata molto nel tempo. In particolare, tra il 1939 e il 1945. Cioè, tra l'anno in cui è iniziata e l'anno in cui è finita la seconda guerra mondiale.

In mezzo, un periodo di tempo breve.

Eppure, quei sei anni hanno cambiato gli italiani.

All'inizio della guerra, avevano un re, e non avrebbero mai immaginato di avere una repubblica.

E alla fine della guerra l'idea di avere un re, e soprattutto quel re, sembrava inimmaginabile.

All'inizio della guerra, c'erano personaggi trattati come eroi e simboli considerati sacri.

E alla fine della guerra quegli stessi personaggi vengono trattati da traditori e quei simboli come cose di cui vergognarsi.

All'inizio della guerra, sembrava che essere italiani fosse un grido di battaglia per imporre le proprie idee, la propria cultura e il proprio ruolo nel mondo.

E alla fine della guerra, sembrava che essere italiani fosse voler vivere tranquilli, lavorare duro e andare in chiesa la domenica. Senza fare troppo rumore.

Naturalmente, tutte queste cose riguardavano la maggioranza delle persone. E la maggioranza non vuole mai dire tutte le persone.

Nonostante ciò, è interessante parlare di quello che è successo in mezzo a questi cambiamenti. E cosa li ha causati.

I traumi di una guerra non si possono ignorare, ma si devono affrontare.

E oggi lo facciamo con la seconda guerra mondiale dell'Italia.

Quando scoppia la seconda guerra mondiale, con l'invasione nazista della Polonia nel settembre del 1939, l'Italia è sotto una dittatura fascista.

Il re Vittorio Emanuele III formalmente è in carica, ma tutto il potere è nelle mani del partito fascista e del suo principale dirigente, Benito Mussolini.

Quando comincia la guerra, Mussolini governa l'Italia da circa tredici anni. Un periodo in cui ha represso ogni opposizione e in cui ha costruito una retorica, secondo la quale l'Italia ha il diritto e anche il dovere di dominare sul mediterraneo. Come faceva l'antico impero romano.

È un'idea che in Italia piace a molti. Soprattutto a quelli a cui non è andata giù la fine della prima guerra mondiale. Quando l'Italia era tra i Paesi vincitori, ma ha ottenuto pochi degli obiettivi che aveva all'inizio. E si era ritrovata alla fine più povera, più arrabbiata e più affamata.

Mussolini ha saputo cavalcare questi sentimenti negativi per prendere il potere. E ora ha la possibilità di mantenere le promesse di gloria di cui ha parlato tanto.

A iniziare la guerra è stata la Germania nazista di Adolf Hitler, di cui l'Italia è una grande alleata. Perché, nonostante alcune differenze, fascismo e nazismo sono due facce della stessa medaglia. E hanno idee simili sulla guerra.

L'Italia però non partecipa subito. Mussolini prima vuole tastare il terreno. Nonostante i fiumi di retorica sulla potenza economica e militare dell'Italia, i dirigenti fascisti sanno bene che l'esercito cade a pezzi e l'economia non è in grado di sostenerlo. Dunque all'inizio, l'Italia resta a guardare.

Quando poi sembra evidente a tutti che Hitler ha le carte in regola per conquistare l'Europa, Mussolini decide che è il momento di muoversi. È necessario combattere per ottenere nuovi territori quando tutto sarà finito. Sembra che lo stesso Mussolini abbia detto con cinismo: “ho solo bisogno di alcune migliaia di morti per sedermi al tavolo della pace”.

È così che, il 10 giugno del 1940, l'Italia entra in guerra a fianco della Germania nazista.

Quali sono gli obiettivi bellici dell'Italia? L'obiettivo minimo è annettere l'Istria e la Dalmazia, obiettivi già durante la prima guerra mondiale, e al momento appartenenti alla Jugoslavia.

E poi c'è l'obiettivo di andare a fondo nei Balcani e arrivare fino in Grecia, conquistare Atene e le isole che per secoli sono state colonie veneziane.

Infine, naturalmente, allargare la presenza italiana in Africa. Se hai ascoltato l'episodio 50, saprai che già allora l'Italia controllava i territori delle attuali Libia, Etiopia, Eritrea e Somalia. Entrare in guerra era un modo per strappare altre terre alle rivali, come per esempio le attuali Algeria e Tunisia, all'epoca controllate dalla Francia.

La guerra italiana inizia proprio contro la Francia. Non in Africa, ma sulle Alpi.

Mussolini decide di cominciare con i piedi di piombo perché è consapevole dello stato dell'esercito, anche se poi i giornali italiani scrivono titoli pieni di retorica parlando di vittorie incredibili.

Quando la Francia, infine, si arrende, Mussolini prende coraggio e decide di programmare azioni militari italiane autonome nei Balcani, in Nord Africa e in Grecia.

Pensa che ora avrà la strada spianata. In realtà, si sbaglia di grosso.

Perché in Africa i francesi ormai sono caduti, ma i britannici danno filo da torcere alle ambizioni italiane. Mentre nei Balcani e in Grecia, la resistenza locale è forte e non si riesce ad avanzare. Più volte, Hitler è costretto a mandare truppe tedesche a salvare la pelle ai suoi alleati.

Si arriva al punto che in Germania si chiedono se hanno fatto davvero bene ad allearsi con l'Italia. Ma ci sono cose più importanti a cui pensare, come per esempio l'inizio dell'attacco all'Unione Sovietica. A cui partecipa anche l'Italia. Perché Mussolini è di nuovo convinto che la vittoria sia a un passo e che l'Italia debba esserci quando arriverà quel momento.

E in Italia nel frattempo che succede? Le persone convinte che il fascismo sia una catastrofe sono sempre di più e provano a organizzarsi clandestinamente. Certo, Mussolini e i suoi sono saldi al comando, ma qualcosa inizia a scricchiolare.

Soprattutto perché diventa evidente che la guerra sta andando male. Sono arrivati gli americani adesso e, insieme ai britannici, sono riusciti a riconquistare il nord Africa. Questo vuol dire che sono a un passo dalla Sicilia.

E alla fine succede l'inevitabile. Il 10 luglio del 1943, mentre migliaia di soldati italiani sono dispersi chissà dove in Russia, le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia e iniziano l'invasione dell'Italia.

Nei mesi successivi, le prime bombe americane cadono sulle città. Napoli, Foggia, Roma.

Gli italiani, che fino a quel momento non avevano visto la guerra in casa, cominciano ad avere paura. Molta paura.

Il re Vittorio Emanuele III, che fino a quel momento è stato praticamente un fantoccio nelle mani di Mussolini, infine decide di prendere la situazione in mano e mette il dittatore spalle al muro.

Lo costringe alle dimissioni da capo del governo, lo fa arrestare e trasportare in una prigione in mezzo alle montagne.

Il nuovo capo del governo sarà il maresciallo Pietro Badoglio. Che ha il compito di arrendersi agli angloamericani e uscire dalla guerra. Lo fa con un proclama ufficiale che viene annunciato l'8 settembre del 1943.

Da lì, comincia letteralmente un'altra storia.

Con il proclama dell'8 settembre, l'Italia è ufficialmente uscita dalla guerra. Questo fa sì che gli angloamericani a sud avanzano facilmente perché l'esercito italiano si è arreso.

Come reagiscono invece i tedeschi? Sono furiosi, si sentono traditi dagli alleati e decidono di vendicarsi.

Il re e il governo capiscono che ci saranno problemi e il 9 settembre si trasferiscono in fretta e furia a Brindisi, in Puglia.

Nel resto d'Italia, in dieci giorni, i soldati tedeschi entrano come un coltello nel burro. L'esercito italiano non sa come reagire, nessuno dà ordini, nessuno sa cosa fare. Sono nemici? Sono alleati? Chi sono questi tedeschi?

Fatto sta che all'improvviso, tutta l'Italia centro-settentrionale è occupata dai tedeschi e quella meridionale è libera, in teoria, controllata dagli americani ma con il re e il governo legittimi.

La guerra non è ancora finita. Anzi, in un certo senso, in Italia è appena iniziata.

Perché per la prima volta davvero l'Italia è occupata. Dalle Alpi fino a Roma, da un esercito straniero. Il fatto che fino a poco tempo prima i tedeschi fossero alleati non è una consolazione, anzi. Rende il clima ancora più teso.

Nel frattempo, in un'azione degna di un film di James Bond, un gruppo di paracadutisti tedeschi arriva a liberare Mussolini. Hitler non è certo contento di lui, ma ne ha ancora bisogno.

Affida al suo vecchio alleato italiano il compito di costituire uno Stato nell'Italia centro-settentrionale occupata. Uno Stato collaborazionista, de facto espressione tedesca, per gestire il territorio e resistere agli americani da Sud. È la Repubblica Sociale Italiana, nota come Rsi o Repubblica di Salò, dal nome della città lombarda che diventa sede del governo.

Ricapitolando, a Sud c'è il regno d'Italia legittimo, con il re, il governo e i soldati americani che si preparano a continuare l'avanzata verso Roma. Al centro-nord c'è uno Stato-fantoccio creato da Hitler e gestito da Mussolini che governa il territorio per resistere ai nemici.

E gli italiani nel frattempo?

Sicuramente sono confusi. Al centro-nord, in particolare, devono prendere delle decisioni e scegliere da che parte stare.

La fine del fascismo ha colto tutti impreparati. Chi ci credeva, chi lo disprezzava, chi era abbastanza indifferente. Tutti sono sorpresi da quello che è successo.

Quelli che erano convinti sostenitori di Mussolini continuano a esserlo. Sono furiosi con il re e accettano di buon grado la nuova Repubblica Sociale Italiana, per la quale sono pronti a combattere.

Gli antifascisti invece, che per anni sono rimasti nell'ombra, prendono coraggio e si organizzano. Nasce la resistenza partigiana.

A prendere l'iniziativa sono i dirigenti dei partiti antifascisti rimasti clandestini per tutti quegli anni. In particolare, quelli del partito comunista italiano, quello più organizzato sul territorio, ma anche i cattolici, i socialisti e i liberali. Tutti insieme, nonostante le divergenze, contro un nemico unico: il fascismo.

È una vera e propria guerra civile, perché la resistenza in fondo combatte contro altri italiani, quelli che hanno creduto al fascismo e sono diventati repubblichini, ma è anche una guerra dura contro i nazisti che ormai non fanno sconti.

Gli ebrei italiani, che già avevano i loro seri problemi sotto il fascismo, ora sono in guai molto seri. I soldati tedeschi li cercano casa per casa per deportarli verso i campi di concentramento e di sterminio.

Inoltre, i tedeschi sono particolarmente vendicativi. A ogni azione compiuta dai partigiani contro di loro, rispondono con feroci azioni di rappresaglia.

Passano due anni durante i quali al centronord si combatte la guerriglia, gli angloamericani, e i loro alleati, procedono lentamente verso nord.

Nel 1944, alla fine della sanguinosissima battaglia di Montecassino, gli alleati riescono a superare le linee tedesche e a procedere verso nord. Nel frattempo, la Germania sta cedendo da tutti i lati.

Nei primi mesi del 1945, inizia la liberazione dell'Italia, città dopo città. Il 25 aprile di quell'anno, quando ormai è chiaro che i tedeschi e i repubblichini hanno perso, una radio libera di Milano manda in onda il proclama che ordina a tutti i nazifascisti rimasti di arrendersi.

Quattro giorni dopo, il 29 aprile, arriva l'annuncio ufficiale. La Germania nazista e la Repubblica di Salò si arrendono. La guerra è finalmente finita.

Esattamente un giorno prima, il 28 aprile, un gruppo di partigiani ha scoperto Mussolini che provava a scappare in Svizzera travestito da soldato tedesco, e lo ha fucilato. Il suo corpo è poi stato sullo sfondo di una Milano in macerie.

Come del resto, in macerie c'è tutta l'Italia. La guerra partigiana al nord e l'avanzata americana al sud hanno portato alla distruzione di strade, infrastrutture, fabbriche.

Tutto, letteralmente tutto, è da ricostruire. Non solo i palazzi, ma anche l'identità della nazione.

Cosa vogliono essere adesso gli italiani? Come farà un popolo indottrinato di fascismo per vent'anni a ritrovarsi ora antifascista?

E che ne sarà del re d'Italia? Quello che prima ha dato via libera al fascismo, poi lo ha fatto cadere, e infine è scappato dalla capitale lasciandola ai nemici?

E infine, nel mondo che si sta per dividere in sfere d'influenza, con chi starà l'Italia?

La penisola è piena di soldati americani, ma c'è anche un forte partito comunista che guarda con favore all'Unione Sovietica.

Che succederà?

È una storia interessante, di cui parleremo un'altra volta.


#70 – La seconda guerra mondiale dell'Italia #Nr. 70 - Italiens Zweiter Weltkrieg #70 - Ο Δεύτερος Παγκόσμιος Πόλεμος της Ιταλίας #70 - Italy's World War II. #70 - La Segunda Guerra Mundial en Italia #70 - A Segunda Guerra Mundial em Itália

__Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 9 luglio 2022.__

__Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.__

Quanto ci può mettere un popolo a cambiare carattere? Wie lange kann es dauern, bis ein Volk seinen Charakter ändert?

Dipende da cosa intendiamo per popolo, da cosa intendiamo, per cambiare e da cosa intendiamo per carattere. Es kommt darauf an, was wir mit Menschen meinen, was wir mit Veränderung meinen und was wir mit Charakter meinen.

Siamo qui per studiare italiano e quindi ci viene naturale dire ‘gli italiani' come un concetto universale. Wir sind hier, um Italienisch zu lernen, und so ist es für uns selbstverständlich, "die Italiener" als universellen Begriff zu verwenden.

Ma ovviamente gli italiani non sono tutti uguali tra loro. E non sono uguali a quelli di tanti anni fa.

L'Italia è cambiata molto nel tempo. In particolare, tra il 1939 e il 1945. Cioè, tra l'anno in cui è iniziata e l'anno in cui è finita la seconda guerra mondiale.

In mezzo, un periodo di tempo breve. Dazwischen liegt eine kurze Zeitspanne.

Eppure, quei sei anni hanno cambiato gli italiani. Doch diese sechs Jahre haben die Italiener verändert.

All'inizio della guerra, avevano un re, e non avrebbero mai immaginato di avere una repubblica.

E alla fine della guerra l'idea di avere un re, e soprattutto quel re, sembrava inimmaginabile.

All'inizio della guerra, c'erano personaggi trattati come eroi e simboli considerati sacri.

E alla fine della guerra quegli stessi personaggi vengono trattati da traditori e quei simboli come cose di cui vergognarsi. Und am Ende des Krieges werden dieselben Personen als Verräter behandelt und diese Symbole als etwas, dessen man sich schämen muss.

All'inizio della guerra, sembrava che essere italiani fosse un grido di battaglia per **imporre** le proprie idee, la propria cultura e il proprio ruolo nel mondo. Zu Beginn des Krieges schien es, als sei das Italienischsein ein Schlachtruf, um die eigenen Ideen, die eigene Kultur und die eigene Rolle in der Welt durchzusetzen.

E alla fine della guerra, sembrava che essere italiani fosse voler vivere tranquilli, lavorare duro e andare in chiesa la domenica. Senza fare troppo rumore.

Naturalmente, tutte queste cose riguardavano la maggioranza delle persone. E la maggioranza non vuole mai dire tutte le persone.

Nonostante ciò, è interessante parlare di quello che è successo in mezzo a questi cambiamenti. Dennoch ist es interessant, darüber zu sprechen, was inmitten dieser Veränderungen geschah. E cosa li ha causati.

I traumi di una guerra non si possono ignorare, ma si devono **affrontare**. Die Traumata eines Krieges können nicht ignoriert werden, sondern müssen aufgearbeitet werden.

E oggi lo facciamo con la seconda guerra mondiale dell'Italia. Und heute tun wir dies mit dem Zweiten Weltkrieg in Italien.

Quando scoppia la seconda guerra mondiale, con l'invasione nazista della Polonia nel settembre del 1939, l'Italia è sotto una dittatura fascista.

Il re Vittorio Emanuele III formalmente è in carica, ma tutto il potere è nelle mani del partito fascista e del suo principale dirigente, Benito Mussolini.

Quando comincia la guerra, Mussolini governa l'Italia da circa tredici anni. Un periodo in cui ha represso ogni opposizione e in cui ha costruito una retorica, secondo la quale l'Italia ha il diritto e anche il dovere di dominare sul mediterraneo. Come faceva l'antico impero romano.

È un'idea che in Italia piace a molti. Soprattutto a quelli a cui **non è andata giù** la fine della prima guerra mondiale. Insbesondere für diejenigen, denen das Ende des Ersten Weltkriegs nicht gefiel. Especially to those who did not like the end of World War I. Quando l'Italia era tra i Paesi vincitori, ma ha ottenuto pochi degli obiettivi che aveva all'inizio. When Italy was among the winning countries, but it achieved few of the goals it had in the beginning. E si era ritrovata alla fine più povera, più arrabbiata e più affamata. And she had eventually found herself poorer, angrier and hungrier.

Mussolini ha saputo **cavalcare** questi sentimenti negativi per prendere il potere. E ora ha la possibilità di mantenere le promesse di gloria di cui ha parlato tanto.

A iniziare la guerra è stata la Germania nazista di Adolf Hitler, di cui l'Italia è una grande alleata. Starting the war was Adolf Hitler's Nazi Germany, of which Italy is a major ally. Perché, nonostante alcune differenze, fascismo e nazismo sono **due facce della stessa medaglia**. E hanno idee simili sulla guerra.

L'Italia però non partecipa subito. Mussolini prima vuole **tastare il terreno**. Nonostante i fiumi di retorica sulla potenza economica e militare dell'Italia, i dirigenti fascisti sanno bene che l'esercito **cade a pezzi** e l'economia non è in grado di sostenerlo. Die faschistische Führung war sich trotz der stürmischen Rhetorik über die wirtschaftliche und militärische Stärke Italiens sehr wohl bewusst, dass die Armee zerfiel und die Wirtschaft nicht mehr aufrechterhalten werden konnte. Despite torrents of rhetoric about Italy's economic and military might, Fascist leaders know full well that the army is falling apart and the economy cannot sustain it. Dunque all'inizio, l'Italia resta a guardare. So at first, Italy stands by and watches.

Quando poi sembra evidente a tutti che Hitler **ha le carte in regola** per conquistare l'Europa, Mussolini decide che è il momento di muoversi. When it then becomes apparent to all that Hitler has the cards in his hand to conquer Europe, Mussolini decides it is time to move. È necessario combattere per ottenere nuovi territori quando tutto sarà finito. Sembra che lo stesso Mussolini abbia detto con cinismo: “ho solo bisogno di alcune migliaia di morti per sedermi al tavolo della pace”. Es scheint, dass Mussolini selbst zynisch sagte: "Ich brauche nur ein paar Tausend Tote, um mich an den Friedenstisch zu setzen".

È così che, il 10 giugno del 1940, l'Italia entra in guerra a fianco della Germania nazista.

Quali sono gli obiettivi bellici dell'Italia? L'obiettivo minimo è **annettere** l'Istria e la Dalmazia, obiettivi già durante la prima guerra mondiale, e al momento appartenenti alla Jugoslavia. The minimum goal is to annex Istria and Dalmatia, targets already during World War I, and currently belonging to Yugoslavia.

E poi c'è l'obiettivo di andare a fondo nei Balcani e arrivare fino in Grecia, conquistare Atene e le isole che per secoli sono state colonie veneziane. And then there is the goal of going deep into the Balkans and reaching as far as Greece, conquering Athens and the islands that were Venetian colonies for centuries.

Infine, naturalmente, allargare la presenza italiana in Africa. Se hai ascoltato l'episodio 50, saprai che già allora l'Italia controllava i territori delle attuali Libia, Etiopia, Eritrea e Somalia. Wenn Sie die Folge 50 gehört haben, wissen Sie, dass Italien schon damals die Gebiete des heutigen Libyens, Äthiopiens, Eritreas und Somalias kontrollierte. Entrare in guerra era un modo per strappare altre terre alle rivali, come per esempio le attuali Algeria e Tunisia, all'epoca controllate dalla Francia.

La guerra italiana inizia proprio contro la Francia. Non in Africa, ma sulle Alpi.

Mussolini decide di cominciare con **i piedi di piombo** perché è consapevole dello stato dell'esercito, anche se poi i giornali italiani scrivono titoli pieni di retorica parlando di vittorie incredibili. Mussolini beschloss, mit kalten Füßen zu beginnen, weil er sich des Zustands der Armee bewusst war, auch wenn die italienischen Zeitungen damals Schlagzeilen voller Rhetorik über unglaubliche Siege schrieben. Mussolini decides to start with lead feet because he is aware of the state of the army, even though Italian newspapers then write headlines full of rhetoric talking about incredible victories.

Quando la Francia, infine, si arrende, Mussolini prende coraggio e decide di programmare azioni militari italiane autonome nei Balcani, in Nord Africa e in Grecia.

Pensa che ora avrà **la strada spianata**. Er glaubt, dass die Straße nun asphaltiert werden wird. He thinks that now he will have the way paved. In realtà, **si sbaglia di grosso**.

Perché in Africa i francesi ormai sono caduti, ma i britannici **danno filo da torcere** alle ambizioni italiane. Denn in Afrika sind die Franzosen inzwischen gefallen, aber die Briten machen den italienischen Ambitionen einen Strich durch die Rechnung. Because in Africa the French have now fallen, but the British are giving Italian ambitions a run for their money. Mentre nei Balcani e in Grecia, la resistenza locale è forte e non si riesce ad avanzare. While in the Balkans and Greece, local resistance is strong and there is no advance. Più volte, Hitler è costretto a mandare truppe tedesche a **salvare la pelle** ai suoi alleati.

Si arriva al punto che in Germania si chiedono se hanno fatto davvero bene ad allearsi con l'Italia. It gets to the point where people in Germany are wondering if they were really right to ally with Italy. Ma ci sono cose più importanti a cui pensare, come per esempio l'inizio dell'attacco all'Unione Sovietica. A cui partecipa anche l'Italia. Perché Mussolini è di nuovo convinto che la vittoria sia a un passo e che l'Italia debba esserci quando arriverà quel momento. Denn Mussolini ist wieder davon überzeugt, dass der Sieg nur noch einen Schritt entfernt ist und dass Italien dabei sein muss, wenn es soweit ist. Because Mussolini is again convinced that victory is just a step away and that Italy must be there when that time comes.

E in Italia nel frattempo che succede? Le persone convinte che il fascismo sia una catastrofe sono sempre di più e provano a organizzarsi clandestinamente. Certo, Mussolini e i suoi sono saldi al comando, ma qualcosa inizia a **scricchiolare**. Natürlich haben Mussolini und seine Männer das Kommando, aber irgendetwas beginnt zu knarren.

Soprattutto perché diventa evidente che la guerra sta andando male. Sono arrivati gli americani adesso e, insieme ai britannici, sono riusciti a riconquistare il nord Africa. The Americans are here now, and together with the British, they have succeeded in retaking North Africa. Questo vuol dire che sono a un passo dalla Sicilia.

E alla fine succede l'inevitabile. Il 10 luglio del 1943, mentre migliaia di soldati italiani sono **dispersi** chissà dove in Russia, le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia e iniziano l'invasione dell'Italia.

Nei mesi successivi, le prime bombe americane cadono sulle città. Napoli, Foggia, Roma.

Gli italiani, che fino a quel momento non avevano visto la guerra in casa, cominciano ad avere paura. Molta paura.

Il re Vittorio Emanuele III, che fino a quel momento è stato praticamente un fantoccio nelle mani di Mussolini, infine decide di prendere la situazione in mano e mette il dittatore spalle al muro. König Viktor Emanuel III., der bis dahin praktisch eine Marionette Mussolinis war, beschließt schließlich, die Sache selbst in die Hand zu nehmen und den Diktator in die Schranken zu weisen.

Lo costringe alle dimissioni da capo del governo, lo fa arrestare e trasportare in una prigione in mezzo alle montagne.

Il nuovo capo del governo sarà il maresciallo Pietro Badoglio. Che ha il compito di arrendersi agli angloamericani e uscire dalla guerra. Lo fa con un **proclama** ufficiale che viene annunciato l'8 settembre del 1943.

Da lì, comincia letteralmente un'altra storia.

Con il proclama dell'8 settembre, l'Italia è ufficialmente uscita dalla guerra. Questo fa sì che gli angloamericani a sud avanzano facilmente perché l'esercito italiano si è arreso. Dies führt dazu, dass die Anglo-Amerikaner im Süden leicht vorrücken können, weil die italienische Armee kapituliert hat. This causes the Anglo-Americans in the south to advance easily because the Italian army has surrendered.

Come reagiscono invece i tedeschi? How do the Germans react instead? Sono furiosi, si sentono traditi dagli alleati e decidono di vendicarsi.

Il re e il governo capiscono che ci saranno problemi e il 9 settembre si trasferiscono in fretta e furia a Brindisi, in Puglia. Der König und die Regierung erkennen, dass es Probleme geben wird, und ziehen am 9. September eilig nach Brindisi in Apulien.

Nel resto d'Italia, in dieci giorni, i soldati tedeschi entrano come un coltello nel burro. L'esercito italiano non sa come reagire, nessuno dà ordini, nessuno sa cosa fare. Sono nemici? Sono alleati? Chi sono questi tedeschi?

Fatto sta che all'improvviso, tutta l'Italia centro-settentrionale è occupata dai tedeschi e quella meridionale è libera, in teoria, controllata dagli americani ma con il re e il governo legittimi. Plötzlich ist ganz Mittel- und Norditalien von den Deutschen besetzt, und Süditalien ist frei, theoretisch von den Amerikanern kontrolliert, aber mit einem rechtmäßigen König und einer rechtmäßigen Regierung. The fact is that suddenly, all of north-central Italy is occupied by the Germans and southern Italy is free, in theory, controlled by the Americans but with the king and government legitimate.

La guerra non è ancora finita. Anzi, in un certo senso, in Italia è appena iniziata.

Perché per la prima volta davvero l'Italia è occupata. Dalle Alpi fino a Roma, da un esercito straniero. Il fatto che fino a poco tempo prima i tedeschi fossero alleati non è una consolazione, anzi. Rende il clima ancora più teso. Dadurch wird das Klima noch angespannter.

Nel frattempo, in un'azione degna di un film di James Bond, un gruppo di paracadutisti tedeschi arriva a liberare Mussolini. In der Zwischenzeit trifft eine Gruppe deutscher Fallschirmjäger ein, um Mussolini zu befreien - eine Aktion, die einem James-Bond-Film würdig wäre. Hitler non è certo contento di lui, ma ne ha ancora bisogno. Hitler is certainly not happy with him, but he still needs him.

Affida al suo vecchio alleato italiano il compito di costituire uno Stato nell'Italia centro-settentrionale occupata. Er betraute seinen alten italienischen Verbündeten mit der Aufgabe, in dem besetzten Mittel- und Norditalien einen Staat zu errichten. Uno Stato **collaborazionista**, de facto espressione tedesca, per gestire il territorio e resistere agli americani da Sud. Ein kollaborierender Staat, de facto ein deutscher Ausdruck, soll das Gebiet verwalten und den Amerikanern im Süden Widerstand leisten. È la Repubblica Sociale Italiana, nota come Rsi o Repubblica di Salò, dal nome della città lombarda che diventa sede del governo.

Ricapitolando, a Sud c'è il regno d'Italia legittimo, con il re, il governo e i soldati americani che si preparano a continuare l'avanzata verso Roma. Zusammenfassend lässt sich sagen, dass sich im Süden das rechtmäßige Königreich Italien befindet, in dem sich der König, die Regierung und die amerikanischen Soldaten darauf vorbereiten, den Vormarsch auf Rom fortzusetzen. Al centro-nord c'è uno Stato-**fantoccio** creato da Hitler e gestito da Mussolini che governa il territorio per resistere ai nemici. Im nördlichen Zentrum gibt es einen von Hitler geschaffenen und von Mussolini geführten Marionettenstaat, der das Gebiet regiert, um den Feinden zu widerstehen.

E gli italiani nel frattempo?

Sicuramente sono confusi. Al centro-nord, in particolare, devono prendere delle decisioni e scegliere da che parte stare. Vor allem in der nördlichen Mitte müssen sie Entscheidungen treffen und sich für eine Seite entscheiden.

La fine del fascismo ha **colto** tutti **impreparati**. Das Ende des Faschismus hat alle unvorbereitet getroffen. Chi ci credeva, chi lo disprezzava, chi era abbastanza indifferente. Diejenigen, die es glaubten, diejenigen, die es verachteten, und diejenigen, denen es völlig gleichgültig war. Tutti sono sorpresi da quello che è successo.

Quelli che erano convinti sostenitori di Mussolini continuano a esserlo. Diejenigen, die überzeugte Anhänger von Mussolini waren, sind es auch heute noch. Sono furiosi con il re e accettano di buon grado la nuova Repubblica Sociale Italiana, per la quale sono pronti a combattere.

Gli antifascisti invece, che per anni sono rimasti nell'ombra, prendono coraggio e si organizzano. Stattdessen fassten die Antifaschisten, die jahrelang im Verborgenen gelebt hatten, Mut und organisierten sich. Nasce la resistenza partigiana.

A prendere l'iniziativa sono i dirigenti dei partiti antifascisti rimasti clandestini per tutti quegli anni. Die Führer der antifaschistischen Parteien, die in all den Jahren im Untergrund blieben, ergriffen die Initiative. In particolare, quelli del partito comunista italiano, quello più organizzato sul territorio, ma anche i cattolici, i socialisti e i liberali. Insbesondere die der Kommunistischen Partei Italiens, die vor Ort am stärksten organisiert ist, aber auch die der Katholiken, Sozialisten und Liberalen. Tutti insieme, nonostante le divergenze, contro un nemico unico: il fascismo.

È una vera e propria guerra civile, perché la resistenza in fondo combatte contro altri italiani, quelli che hanno creduto al fascismo e sono diventati repubblichini, ma è anche una guerra dura contro i nazisti che ormai **non fanno sconti**. Es ist ein echter Bürgerkrieg, denn der Widerstand kämpft im Wesentlichen gegen andere Italiener, die an den Faschismus glaubten und Republikaner wurden, aber es ist auch ein harter Krieg gegen die Nazis, die jetzt keinen Rabatt mehr geben.

Gli ebrei italiani, che già avevano i loro seri problemi sotto il fascismo, ora sono in guai molto seri. I soldati tedeschi li cercano casa per casa per deportarli verso i campi di concentramento e di sterminio.

Inoltre, i tedeschi sono particolarmente vendicativi. A ogni azione compiuta dai partigiani contro di loro, rispondono con feroci azioni di rappresaglia.

Passano due anni durante i quali al centronord si combatte la guerriglia, gli angloamericani, e i loro alleati, procedono lentamente verso nord.

Nel 1944, alla fine della sanguinosissima battaglia di Montecassino, gli alleati riescono a superare le linee tedesche e a procedere verso nord. 1944, am Ende der blutigen Schlacht von Monte Cassino, gelang es den Alliierten, die deutschen Linien zu durchbrechen und nach Norden vorzudringen. Nel frattempo, la Germania **sta cedendo** da tutti i lati. In der Zwischenzeit bricht Deutschland von allen Seiten zusammen.

Nei primi mesi del 1945, inizia la liberazione dell'Italia, città dopo città. Il 25 aprile di quell'anno, quando ormai è chiaro che i tedeschi e i repubblichini hanno perso, una radio libera di Milano manda in onda il proclama che ordina a tutti i nazifascisti rimasti di arrendersi. Am 25. April desselben Jahres, als klar war, dass die Deutschen und die Republikaner verloren hatten, sendete ein freier Radiosender in Mailand eine Proklamation, in der alle verbliebenen Nazifaschisten aufgefordert wurden, sich zu ergeben.

Quattro giorni dopo, il 29 aprile, arriva l'annuncio ufficiale. La Germania nazista e la Repubblica di Salò si arrendono. La guerra è finalmente finita.

Esattamente un giorno prima, il 28 aprile, un gruppo di partigiani ha scoperto Mussolini che provava a scappare in Svizzera travestito da soldato tedesco, e lo ha fucilato. Il suo corpo è poi stato sullo sfondo di una Milano in macerie. Seine Leiche befand sich dann im Hintergrund eines zerstörten Mailands.

Come del resto, in macerie c'è tutta l'Italia. La guerra partigiana al nord e l'avanzata americana al sud hanno portato alla distruzione di strade, infrastrutture, fabbriche. Der Partisanenkrieg im Norden und der Vormarsch der Amerikaner im Süden führten zur Zerstörung von Straßen, Infrastruktur und Fabriken.

Tutto, letteralmente tutto, è da ricostruire. Alles, buchstäblich alles, muss wieder aufgebaut werden. Non solo i palazzi, ma anche l'identità della nazione.

Cosa vogliono essere adesso gli italiani? Come farà un popolo **indottrinato** di fascismo per vent'anni a ritrovarsi ora antifascista?

E che ne sarà del re d'Italia? Quello che prima ha dato via libera al fascismo, poi lo ha fatto cadere, e infine è scappato dalla capitale lasciandola ai nemici?

E infine, nel mondo che si sta per dividere in sfere d'influenza, con chi starà l'Italia? Und schließlich, in einer Welt, die im Begriff ist, sich in Einflusssphären aufzuteilen, auf wessen Seite wird Italien stehen?

La penisola è piena di soldati americani, ma c'è anche un forte partito comunista che guarda con favore all'Unione Sovietica. Die Halbinsel ist voller amerikanischer Soldaten, aber es gibt auch eine starke kommunistische Partei, die der Sowjetunion wohlwollend gegenübersteht.

Che succederà?

È una storia interessante, di cui parleremo un'altra volta.