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Il deserto dei Tartari - Dino Buzzati, EXTRA 1 La vita. (NO AUDIO)

EXTRA 1 La vita. (NO AUDIO)

La vita.

Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino, nei pressi di Belluno, nella villa cinquecentesca di proprietà della famiglia. I genitori dell'autore risiedono stabilmente a Milano, in piazza San Marco 12. Il padre, professor Giulio Cesare, insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia e alla Bocconi di Milano. La madre, Alba Mantovani, veneziana come il marito, è l'ultima discendente della famiglia dogale Badoer Partecipazio.

Dino Buzzati, dopo aver frequentato il ginnasio Parini di Milano, si iscrive alla facoltà di Legge, laureandosi il 30 ottobre 1928 con una tesi su "La natura giuridica del Concordato". Qualche mese prima era stato assunto al "Corriere della Sera" come addetto al servizio di cronaca. Sin dalla giovinezza si manifestano gli interessi, i temi e le passioni del futuro scrittore, ai quali resterà fedele per tutta la vita: la montagna, il disegno, la poesia. Durante l'estate del 1920 comincia le prime escursioni sulle Dolomiti; inizia a scrivere e a disegnare affascinato dalle illustrazioni fantastiche di Arthur Rackham; legge Dostoevskij ed è attratto dall'egittologia. Nel dicembre dello stesso anno scrive il suo primo testo letterario, "La canzone delle montagne". Sempre nel 1920 muore il padre per un tumore al pancreas ed egli, a soli 14 anni, comincia a nutrire il timore di essere colpito dallo stesso male. Nel 1927 frequenta la Scuola allievi ufficiali a Milano. Tiene un Diario su cui, a parte una breve interruzione fra il 1966 e il 1970, annota impressioni, motivi, giudizi, fino a nove giorni prima dell'evento finale; la cronaca e la stessa morte si affiancano ai temi citati prima per trasformarsi in altrettanti "luoghi" della sua attività di scrittore. Nel 1931 inizia la collaborazione al settimanale "Il popolo di Lombardia" con note teatrali, racconti e soprattutto come illustratore e disegnatore. Nel 1933 esce il suo primo romanzo, "Bàrnabo delle montagne" e, due anni dopo, pubblica "Il segreto del bosco vecchio".Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto de "Il deserto dei Tartari" all'amico Arturo Brambilla perché lo consegni a Leo Longanesi, che stava preparando una nuova collezione per Rizzoli denominata il "Sofà delle Muse". Su segnalazione di Indro Montanelli, questi accetta la pubblicazione del nuovo romanzo di Buzzati; tuttavia, in una lettera, Longanesi prega l'autore di cambiare il titolo originario "La fortezza", per evitare ogni allusione alla guerra ormai imminente. Il 12 aprile dello stesso anno si imbarca a Napoli sulla nave "Colombo" e parte per Addis Abeba, come cronista e fotoreporter, inviato speciale del "Corriere della Sera"; l'anno successivo parte dallo stesso porto come corrispondente di guerra sull'incrociatore "Fiume"; partecipa così, seppure come testimone, alle battaglie di Capo Teulada e di Capo Matapan e ai due scontri della Sirte, inviando i suoi articoli al giornale: e sarà sua anche la "Cronaca di ore memorabili" apparsa sulla prima pagina del "Corriere della Sera" il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione. Nello stesso anno esce "La famosa invasione degli orsi in Sicilia", disegnata dall'autore e l'"operetta didascalica in chiave di umorismo fantastico" "Il libro delle pipe", redatta ed illustrata in stile ottocentesco e realizzata in collaborazione con il cognato Eppe Ramazzotti. Nel 1949 esce il volume di racconti "Paura alla Scala" e nel giugno dello stesso anno è inviato dal "Corriere della Sera" al seguito del Giro d'Italia. Questi articoli saranno poi riuniti in un volume a cura di Claudio Marabini nel 1981. Nel 1950 l'editore Neri Pozza di Vicenza stampa la prima edizione degli 88 pezzi di "In quel preciso momento", una raccolta di note, appunti, racconti brevi e divagazioni e, quattro anni dopo, esce il volume di racconti "Il crollo della Baliverna", col quale vincerà, ex-aequo con Cardarelli, il Premio Napoli. Nel 1955 Albert Camus adatta per il pubblico francese il copione di "Un caso clinico", che viene rappresentato a Parigi per la regia di Georges Vitaly; il primo ottobre dello stesso anno viene rappresentato a Bergamo il racconto musicale "Ferrovia sopraelevata", con le musiche di Luciano Chailly. Nel gennaio 1957 sostituisce temporaneamente Leonardo Borgese come critico d'arte del "Corriere della Sera". Lavora anche per la "Domenica del Corriere", occupandosi soprattutto dei titoli e delle didascalie. Compone alcune poesie, che entreranno a far parte del poemetto "Il capitano Pic".

Nel 1958 escono "Le storie dipinte", presentate in occasione della personale di pittura dello scrittore inaugurata il 27 novembre alla Galleria Re Magi di Milano. Le sue opere continuano ad essere rappresentate in teatro, alla radio e in seguito alla televisione. L'8 giugno del 1961 muore la madre e due anni dopo egli scriverà la cronaca interiore di quel funerale nell'elzeviro "I due autisti". Seguono anni di viaggi come inviato del giornale: a Tokio, a Gerusalemme, a New York, a Washington e a Praga, dove visita "le case di Kafka", l'autore al quale la critica lo ha sempre affiancato. Libri, mostre e rappresentazioni di Buzzati compaiono sempre più spesso sulle cronache. Nel 1970 gli viene assegnato il premio giornalistico "Mario Massai" per gli articoli pubblicati sul "Corriere della Sera" nell'estate 1969, a commento della discesa dell'uomo sulla Luna. Il 10 marzo di quell'anno va in onda alla televisione francese "Le chien qui a vu Dieu", di Paul Paviot, dall'omonimo racconto di Buzzati. In settembre si espongono alla Galleria "Naviglio" di Venezia le tavole di ex-voto di Santa Rita, da lui dipinte. Il 27 febbraio 1971 viene rappresentata a Trieste l'opera in un atto e tre quarti del maestro Mario Buganelli dal titolo "Fontana", tratta dal racconto "Non aspettavamo altro". L'editore Garzante pubblica, con l'aggiunta di didascalie, gli ex-voto dipinti da Buzzati: "I miracoli di Val Morel". L'8 novembre esce su "Oggi" una lunga intervistainchiesta sulle "eterne domande della fede". In novembre espone i suoi quadri alla Galleria "Lo Spazio" di Roma. Nella stessa occasione viene presentato un volume di critica a lui dedicato dal titolo "Buzzati pittore". Esce presso Mondadori il volume di racconti ed elzeviri "Le notti difficili". Sarà l'ultimo curato dall'autore. Il primo dicembre visita per l'ultima volta la casa di San Pellegrino per il "supremo addio". Sette giorni dopo esce sul "Corriere della Sera" l'ultimo elzeviro: "Alberi". Lo stesso giorno viene ricoverato alla clinica "La Madonnina" di Milano. Il 28 gennaio 1972, mentre fuori imperversa una bufera di vento e di neve, Buzzati muore a Milano con la dignità coraggiosa di un suo famoso personaggio de "Il deserto dei Tartari".


EXTRA 1 La vita. (NO AUDIO) EXTRA 1 Life. (NO AUDIO)

La vita.

Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 a San Pellegrino, nei pressi di Belluno, nella villa cinquecentesca di proprietà della famiglia. I genitori dell'autore risiedono stabilmente a Milano, in piazza San Marco 12. Il padre, professor Giulio Cesare, insegna Diritto internazionale all'Università di Pavia e alla Bocconi di Milano. La madre, Alba Mantovani, veneziana come il marito, è l'ultima discendente della famiglia dogale Badoer Partecipazio.

Dino Buzzati, dopo aver frequentato il ginnasio Parini di Milano, si iscrive alla facoltà di Legge, laureandosi il 30 ottobre 1928 con una tesi su "La natura giuridica del Concordato". Dino Buzzati, after having attended the Parini high school in Milan, enrolled in the Faculty of Law, graduating on October 30, 1928 with a thesis on "The juridical nature of the Concordat". Qualche mese prima era stato assunto al "Corriere della Sera" come addetto al servizio di cronaca. A few months earlier he had been hired at the Corriere della Sera as a news officer. Sin dalla giovinezza si manifestano gli interessi, i temi e le passioni del futuro scrittore, ai quali resterà fedele per tutta la vita: la montagna, il disegno, la poesia. Durante l'estate del 1920 comincia le prime escursioni sulle Dolomiti; inizia a scrivere e a disegnare affascinato dalle illustrazioni fantastiche di Arthur Rackham; legge Dostoevskij ed è attratto dall'egittologia. Nel dicembre dello stesso anno scrive il suo primo testo letterario, "La canzone delle montagne". Sempre nel 1920 muore il padre per un tumore al pancreas ed egli, a soli 14 anni, comincia a nutrire il timore di essere colpito dallo stesso male. Nel 1927 frequenta la Scuola allievi ufficiali a Milano. In 1927 he attended the Officers' School in Milan. Tiene un Diario su cui, a parte una breve interruzione fra il 1966 e il 1970, annota impressioni, motivi, giudizi, fino a nove giorni prima dell'evento finale; la cronaca e la stessa morte si affiancano ai temi citati prima per trasformarsi in altrettanti "luoghi" della sua attività di scrittore. Nel 1931 inizia la collaborazione al settimanale "Il popolo di Lombardia" con note teatrali, racconti e soprattutto come illustratore e disegnatore. Nel 1933 esce il suo primo romanzo, "Bàrnabo delle montagne" e, due anni dopo, pubblica "Il segreto del bosco vecchio".Nel gennaio del 1939 consegna il manoscritto de "Il deserto dei Tartari" all'amico Arturo Brambilla perché lo consegni a Leo Longanesi, che stava preparando una nuova collezione per Rizzoli denominata il "Sofà delle Muse". Su segnalazione di Indro Montanelli, questi accetta la pubblicazione del nuovo romanzo di Buzzati; tuttavia, in una lettera, Longanesi prega l'autore di cambiare il titolo originario "La fortezza", per evitare ogni allusione alla guerra ormai imminente. Il 12 aprile dello stesso anno si imbarca a Napoli sulla nave "Colombo" e parte per Addis Abeba, come cronista e fotoreporter, inviato speciale del "Corriere della Sera"; l'anno successivo parte dallo stesso porto come corrispondente di guerra sull'incrociatore "Fiume"; partecipa così, seppure come testimone, alle battaglie di Capo Teulada e di Capo Matapan e ai due scontri della Sirte, inviando i suoi articoli al giornale: e sarà sua anche la "Cronaca di ore memorabili" apparsa sulla prima pagina del "Corriere della Sera" il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione. Nello stesso anno esce "La famosa invasione degli orsi in Sicilia", disegnata dall'autore e l'"operetta didascalica in chiave di umorismo fantastico" "Il libro delle pipe", redatta ed illustrata in stile ottocentesco e realizzata in collaborazione con il cognato Eppe Ramazzotti. Nel 1949 esce il volume di racconti "Paura alla Scala" e nel giugno dello stesso anno è inviato dal "Corriere della Sera" al seguito del Giro d'Italia. Questi articoli saranno poi riuniti in un volume a cura di Claudio Marabini nel 1981. Nel 1950 l'editore Neri Pozza di Vicenza stampa la prima edizione degli 88 pezzi di "In quel preciso momento", una raccolta di note, appunti, racconti brevi e divagazioni e, quattro anni dopo, esce il volume di racconti "Il crollo della Baliverna", col quale vincerà, ex-aequo con Cardarelli, il Premio Napoli. Nel 1955 Albert Camus adatta per il pubblico francese il copione di "Un caso clinico", che viene rappresentato a Parigi per la regia di Georges Vitaly; il primo ottobre dello stesso anno viene rappresentato a Bergamo il racconto musicale "Ferrovia sopraelevata", con le musiche di Luciano Chailly. Nel gennaio 1957 sostituisce temporaneamente Leonardo Borgese come critico d'arte del "Corriere della Sera". Lavora anche per la "Domenica del Corriere", occupandosi soprattutto dei titoli e delle didascalie. Compone alcune poesie, che entreranno a far parte del poemetto "Il capitano Pic".

Nel 1958 escono "Le storie dipinte", presentate in occasione della personale di pittura dello scrittore inaugurata il 27 novembre alla Galleria Re Magi di Milano. Le sue opere continuano ad essere rappresentate in teatro, alla radio e in seguito alla televisione. L'8 giugno del 1961 muore la madre e due anni dopo egli scriverà la cronaca interiore di quel funerale nell'elzeviro "I due autisti". Seguono anni di viaggi come inviato del giornale: a Tokio, a Gerusalemme, a New York, a Washington e a Praga, dove visita "le case di Kafka", l'autore al quale la critica lo ha sempre affiancato. Libri, mostre e rappresentazioni di Buzzati compaiono sempre più spesso sulle cronache. Nel 1970 gli viene assegnato il premio giornalistico "Mario Massai" per gli articoli pubblicati sul "Corriere della Sera" nell'estate 1969, a commento della discesa dell'uomo sulla Luna. Il 10 marzo di quell'anno va in onda alla televisione francese "Le chien qui a vu Dieu", di Paul Paviot, dall'omonimo racconto di Buzzati. In settembre si espongono alla Galleria "Naviglio" di Venezia le tavole di ex-voto di Santa Rita, da lui dipinte. Il 27 febbraio 1971 viene rappresentata a Trieste l'opera in un atto e tre quarti del maestro Mario Buganelli dal titolo "Fontana", tratta dal racconto "Non aspettavamo altro". L'editore Garzante pubblica, con l'aggiunta di didascalie, gli ex-voto dipinti da Buzzati: "I miracoli di Val Morel". L'8 novembre esce su "Oggi" una lunga intervistainchiesta sulle "eterne domande della fede". In novembre espone i suoi quadri alla Galleria "Lo Spazio" di Roma. Nella stessa occasione viene presentato un volume di critica a lui dedicato dal titolo "Buzzati pittore". Esce presso Mondadori il volume di racconti ed elzeviri "Le notti difficili". Sarà l'ultimo curato dall'autore. It will be the last edited by the author. Il primo dicembre visita per l'ultima volta la casa di San Pellegrino per il "supremo addio". Sette giorni dopo esce sul "Corriere della Sera" l'ultimo elzeviro: "Alberi". Lo stesso giorno viene ricoverato alla clinica "La Madonnina" di Milano. Il 28 gennaio 1972, mentre fuori imperversa una bufera di vento e di neve, Buzzati muore a Milano con la dignità coraggiosa di un suo famoso personaggio de "Il deserto dei Tartari".