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Memorie di Adriano - Yourcenar, 7. TACCUINI DI APPUNTI (3) (NO AUDIO)

7. TACCUINI DI APPUNTI (3) (NO AUDIO)

Nota del 1949: più cerco di fare un ritratto somigliante, più m'allontano dal libro e dall'uomo che potrebbe piacere; solo qualche amatore dei destini umani comprenderà.

Oggi il romanzo divora tutte le forme; poco a poco si è costretti a passarci. Questo studio sul destino d'un uomo che si chiamò Adriano nel Diciassettesimo secolo sarebbe stato una tragedia; all'epoca del Rinascimento, un saggio.

Questo libro è il condensato d'un'opera enorme elaborata per me sola. Avevo preso l'abitudine di scrivere ogni notte quasi automaticamente il risultato di queste lunghe visioni provocate, durante le quali mi inserivo nell'intimità d'un altro tempo. Prendevo nota dei minimi gesti, delle parole più insignificanti, delle sfumature più impercettibili; le scene che nel libro attuale sono riassunte in due righe, erano descritte nei minimi particolari, quasi le vedessi al rallentatore; queste specie di resoconti, se li avessi aggiunti gli uni agli altri, avrebbero prodotto un volume di qualche migliaio di pagine. Ma ogni mattina davo alle fiamme il lavoro notturno; scrissi così un grandissimo numero di meditazioni molto astruse e qualche descrizione abbastanza oscena.

L'uomo appassionato di verità, o, se non altro, di esattezza, il più delle volte è in grado di accorgersi, come Pilato, che la verità non è pura. Ne conseguono, mescolate alle affermazioni dirette, alcune esitazioni, sottintesi, deviazioni che uno spirito più convenzionale non avrebbe avuto; in certi momenti, rari peraltro, m'è accaduto persino di sentire che l'imperatore mentiva. In questi casi, bisognava lasciare che mentisse, come noi tutti.

Come sono grossolani quelli che dicono: «Adriano sei tu»; ancor di più lo sono coloro che si meravigliano che si sia scelto un soggetto così remoto e straniero. Lo stregone che si taglia il pollice al momento di evocare le ombre sa che esse obbediranno al suo appello soltanto perché lambiscono il proprio sangue; e sa, o dovrebbe sapere, che le voci che gli parlano sono più sagge e più degne d'attenzione che le sue grida.

Non ho tardato molto ad accorgermi che scrivevo la vita d'un grand'uomo; e di conseguenza, un maggior rispetto della verità, una maggiore attenzione, e, da parte mia, un maggior silenzio.

In un certo senso, ogni vita raccontata è esemplare; si scrive per attaccare o per difendere un sistema del mondo, per definire un metodo che ci è proprio. Ma non è meno vero che le biografie in genere si squalificano per una idealizzazione o una denigrazione a qualunque costo, per particolari esagerati senza fine o prudentemente omessi; anziché comprendere un essere umano, lo si costruisce.

Non perder mai di vista il grafico di una esistenza umana, che non si compone mai, checché si dica, d'una orizzontale e due perpendicolari, ma piuttosto di tre linee sinuose, prolungate all'infinito, ravvicinate e divergenti senza posa: che corrispondono a ciò che un uomo ha creduto di essere, a ciò che ha voluto essere, a ciò che è stato.

Qualunque cosa si faccia, si ricostruisce sempre il monumento a proprio modo; ma è già molto adoperare pietre autentiche.

Ogni essere che ha vissuto l'avventura umana sono io.

Il Secondo secolo m'interessa perchè fu, per un periodo molto lungo, quello degli ultimi uomini liberi; per quel che ci riguarda, siamo già molto lontani da quel tempo.

Il 26 dicembre del 1950, una sera gelida sulle rive dell'Atlantico, nel silenzio quasi polare dell'Isola dei Monti Deserti, negli Stati Uniti, ho cercato di rivivere il caldo soffocante d'un giorno di luglio del 138 a Baia, il peso del lenzuolo su gambe pesanti e stanche, il mormorio quasi impercettibile d'un mare senza marea che di tanto in tanto raggiunge un uomo tutto preso dai rumori della sua agonia. Ho cercato di spingermi fino all'ultimo sorso d'acqua, l'ultimo collasso, l'ultima immagine. L'imperatore non ha più che da morire.

Questo libro non è dedicato a nessuno. Avrebbe dovuto esserlo a G. F.; lo sarebbe stato, se non fosse quasi indecente mettere una dedica personale in testa a un'opera dalla quale volevo, soprattutto, cancellare me stessa. Ma le dediche, anche le più lunghe, sono pur sempre un modo inadeguato e banale di onorare un'amicizia così poco comune. Quando cerco di definire questo bene che mi è stato donato da anni, dico a me stessa che un simile privilegio, benché tanto raro, non può tuttavia essere unico; che a volte deve pur succedere che nell'avventura d'un libro riuscito o nell'esistenza d'uno scrittore fortunato, ci sia stato qualcuno, un poco in disparte, che non lascia passare la frase inesatta o debole che per stanchezza vorremmo lasciare; qualcuno capace di rileggere con noi fino a venti volte, se è necessario, una pagina incerta; qualcuno che va a prendere per noi sugli scaffali delle biblioteche i grossi volumi nei quali forse troveremo ancora una indicazione utile, e si ostina a consultarli ancora quando la stanchezza ce li aveva già fatti richiudere; qualcuno che ci sostiene, ci approva, alle volte ci contraddice; che partecipa con lo stesso fervore alle gioie dell'arte ed a quelle della vita, ai lavori dell'una e dell'altra, mai noiosi e mai facili; e non è né la nostra ombra né il nostro riflesso e nemmeno il nostro complemento, ma se stesso; e ci lascia una libertà divina ma, al tempo stesso, ci costringe ad essere pienamente ciò che siamo. "Hospes comesque".

Apprendo nel dicembre del 1951 la morte recente dello storico tedesco Wilhelm Weber, nell'aprile del 1952 quella dell'erudito Paul Graindor, i lavori dei quali mi hanno molto servito. In questi giorni ho parlato con due persone, G. B. e J. F., i quali hanno conosciuto a Roma l'incisore Pierre Gusman nell'epoca in cui era intento a disegnare con passione le località della Villa. Sentimento di appartenere a una specie di "Gens Aelia", di far parte della folla di segretari del grand'uomo e partecipare a quella veglia della guardia imperiale montata da umanisti e poeti, i quali si danno il turno attorno a un grande ricordo. Così si forma, attraverso il tempo, (e accade lo stesso, senza dubbio, degli specialisti di Napoleone, degli innamorati di Dante) una cerchia di spiriti attratti dalle stesse simpatie, pensosi degli stessi problemi.

I Blazius, i Vadius esistono; il loro grosso cugino Basile è ancora in piedi. Una volta - una volta sola - m'è accaduto di trovarmi colpita da quel miscuglio di insulti e facezie da caserma, di citazioni tronche o abilmente deformate per far dire alle nostre frasi la scempiaggine che non dicevano; argomenti capziosi, sostenuti da affermazioni al tempo stesso vaghe e abbastanza perentorie perché possa crederci il lettore rispettoso dei titoli accademici e che non ha né tempo né voglia di documentarsi personalmente su le fonti. Cose che caratterizzano un determinato genere, una determinata specie, fortunatamente assai rara. Quanta buona volontà, al contrario, da parte di tanti eruditi che, in un'epoca di specializzazione forsennata come la nostra, avrebbero potuto benissimo disdegnare in blocco qualsiasi tentativo di ricostruzione letteraria che rischiava di invadere il loro campicello... Moltissimi di loro spontaneamente hanno voluto disturbarsi per rettificare una frase, confermare un particolare, esporre una ipotesi, agevolare una ricerca ulteriore... Troppi, perché io possa esimermi dal rivolgere qui il mio ringraziamento amichevole a questi lettori benevoli: ogni libro ristampato deve qualcosa alle persone perbene che l'hanno letto.

Fare del proprio meglio. Rifare. Ritoccate impercettibilmente ancora questo ritocco. «Correggendo le mie opere, - diceva Yeats, - correggo me stesso».

Ieri, alla Villa, ho pensato alle mille e mille esistenze silenziose, furtive come quelle degli animali, inconsce come quelle delle piante: vagabondi dei tempi del Piranesi, saccheggiatori di ruderi, mendicanti, caprai, contadini che hanno preso alloggio alla meglio in un angolo di rifiuti, che si sono succeduti qui tra Adriano e noi.

Al termine d'un oliveto, G. ed io ci siamo trovate in faccia al giaciglio di vimini d'un pastore, in un corridoio antico sgombrato a metà: il suo attaccapanni di fortuna conficcato tra due blocchi di cemento romano; le ceneri ancora tiepide del suo focherello. Una sensazione di umile intimità, un poco analoga a quella che si prova al Louvre, dopo la chiusura, quando in mezzo alle statue si aprono le brande dei custodi.

[1958. Nulla da cambiare alle righe che precedono. L'attaccapanni del pastore, se non il suo giaciglio, è ancora là; G. ed io abbiamo sostato su l'erba di Tempe, tra le violette, in quel momento sacro dell'anno in cui tutto ricomincia, ad onta delle minacce che l'uomo dei nostri giorni fa pesare in ogni luogo su se stesso. Ma la Villa ha subito un cambiamento insidioso; non completo, certo: non si altera così rapidamente un complesso che è stato dolcemente distrutto e creato dai secoli; ma per un errore raro in Italia, alle ricerche e alle opere di consolidamento necessarie si sono aggiunti pericolosi «abbellimenti»; sono stati tagliati alcuni ulivi per far posto a un parcheggio indiscreto e ad un chiosco-bar tipo parco d'esposizione: cose che fanno del Pecile, della sua nobile solitudine una piazza della stazione. Una fontana di cemento disseta i passanti attraverso un inutile mascherone di stucco finto antico; un altro, ancor più inutile, adorna la parete della grande piscina, arricchita da una flottiglia di anatre; sono state copiate, anch'esse in stucco, statue da giardino greco- romane piuttosto banali, scelte tra reperti di scavi recenti: non meritavano né questo onore né questo disdoro. Sono copie, rifatte in un materiale volgare, gonfio, molle; collocate a caso su piedestalli danno al malinconico Canopo l'aspetto d'un angolo di Cinecittà, dove si è ricostruita per un film l'esistenza dei Cesari. Non c'è nulla di più fragile dell'equilibrio dei bei luoghi. Le nostre interpretazioni lasciano intatti persino i testi, essi sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo restauro imprudente inflitto alle pietre, una strada asfaltata che contamina un campo dove da secoli l'erba spuntava in pace creano l'irreparabile. La bellezza si allontana; l'autenticità pure].

Luoghi dove si è scelto di vivere, residenze invisibili che ci si è costruite a riparo del tempo. Ho abitato Tivoli, ci morirò forse, come Adriano nell'Isola di Achille.

No. Ho rivisitato la Villa ancora una volta; i suoi padiglioni fatti per l'intimità e la quiete, le sue vestigia d'un lusso senza fasto, il meno imperiale che fosse possibile, da ricco conoscitore che ha cercato di unire i piaceri dell'arte alla pace dei campi; al Pantheon, ho cercato il punto esatto dove si posò una macchia di sole un mattino, il 21 aprile; lungo i corridoi del Mausoleo, ho ripercorso il cammino funebre seguito tante volte da Cabria, da Celere e da Diotimo, gli amici degli ultimi giorni.

Ma non sento più la presenza immediata di quegli esseri, l'attualità di quei fatti; mi restano vicini ma ormai sono superati, né più né meno come i ricordi della mia esistenza. I nostri rapporti con gli altri non hanno che una durata; quando si è ottenuta la soddisfazione, si è appresa la lezione, reso il servigio, compiuta l'opera, cessano; quel che ero capace di dire è stato detto; quello che potevo apprendere è stato appreso.

Occupiamoci ora di altri lavori.


7. TACCUINI DI APPUNTI (3) (NO AUDIO) 7. NOTEBOOKS (3) (NO AUDIO)

Nota del 1949: più cerco di fare un ritratto somigliante, più m'allontano dal libro e dall'uomo che potrebbe piacere; solo qualche amatore dei destini umani comprenderà. Note from 1949: The more I try to make a likeness portrait, the further I stray from the book and the man I might like; only some amateurs of human destinies will understand.

Oggi il romanzo divora tutte le forme; poco a poco si è costretti a passarci. Today the novel devours all forms; little by little one is forced to pass through it. Questo studio sul destino d'un uomo che si chiamò Adriano nel Diciassettesimo secolo sarebbe stato una tragedia; all'epoca del Rinascimento, un saggio. This study of the fate of a man who called himself Hadrian in the seventeenth century would have been a tragedy; at the time of the Renaissance, an essay.

Questo libro è il condensato d'un'opera enorme elaborata per me sola. This book is the condensation of an enormous work developed for me alone. Avevo preso l'abitudine di scrivere ogni notte quasi automaticamente il risultato di queste lunghe visioni provocate, durante le quali mi inserivo nell'intimità d'un altro tempo. I had got into the habit of writing every night almost automatically the result of these long provoked visions, during which I inserted myself into the intimacy of another time. Prendevo nota dei minimi gesti, delle parole più insignificanti, delle sfumature più impercettibili; le scene che nel libro attuale sono riassunte in due righe, erano descritte nei minimi particolari, quasi le vedessi al rallentatore; queste specie di resoconti, se li avessi aggiunti gli uni agli altri, avrebbero prodotto un volume di qualche migliaio di pagine. I took note of the smallest gestures, the most insignificant words, the most imperceptible nuances; the scenes, which in the current book are summarized in two lines, were described in great detail, as if you were seeing them in slow motion; these kinds of reports, if I had added them to each other, would have produced a volume of a few thousand pages. Ma ogni mattina davo alle fiamme il lavoro notturno; scrissi così un grandissimo numero di meditazioni molto astruse e qualche descrizione abbastanza oscena. But every morning I set the night work on fire; so I wrote a very large number of very abstruse meditations and some quite obscene descriptions.

L'uomo appassionato di verità, o, se non altro, di esattezza, il più delle volte è in grado di accorgersi, come Pilato, che la verità non è pura. The man who is passionate about truth, or, if nothing else, exactness, is more often than not able to realize, like Pilate, that the truth is not pure. Ne conseguono, mescolate alle affermazioni dirette, alcune esitazioni, sottintesi, deviazioni che uno spirito più convenzionale non avrebbe avuto; in certi momenti, rari peraltro, m'è accaduto persino di sentire che l'imperatore mentiva. From this, mixed with direct affirmations, some hesitations, implications, deviations that a more conventional spirit would not have had; at certain times, however rare, I even happened to hear that the emperor was lying. In questi casi, bisognava lasciare che mentisse, come noi tutti. In such cases, it was necessary to let him lie, as we all did.

Come sono grossolani quelli che dicono: «Adriano sei tu»; ancor di più lo sono coloro che si meravigliano che si sia scelto un soggetto così remoto e straniero. How crass are those who say, "Adrian is you"; even more so are those who marvel that such a remote and foreign subject was chosen. Lo stregone che si taglia il pollice al momento di evocare le ombre sa che esse obbediranno al suo appello soltanto perché lambiscono il proprio sangue; e sa, o dovrebbe sapere, che le voci che gli parlano sono più sagge e più degne d'attenzione che le sue grida. The sorcerer who cuts off his thumb when summoning shadows knows that they will obey his call only because they lap up his own blood; and he knows, or should know, that the voices that speak to him are wiser and more worthy of attention than his cries.

Non ho tardato molto ad accorgermi che scrivevo la vita d'un grand'uomo; e di conseguenza, un maggior rispetto della verità, una maggiore attenzione, e, da parte mia, un maggior silenzio. It did not take me long to realize that I was writing the life of a great man; and as a result, a greater respect for truth, greater attention, and, on my part, greater silence.

In un certo senso, ogni vita raccontata è esemplare; si scrive per attaccare o per difendere un sistema del mondo, per definire un metodo che ci è proprio. In a sense, every life recounted is exemplary; one writes to attack or defend a system of the world, to define a method that is our own. Ma non è meno vero che le biografie in genere si squalificano per una idealizzazione o una denigrazione a qualunque costo, per particolari esagerati senza fine o prudentemente omessi; anziché comprendere un essere umano, lo si costruisce. But it is no less true that biographies generally disqualify themselves by idealization or denigration at any cost, by endlessly exaggerated or prudently omitted details; instead of understanding a human being, they construct him or her.

Non perder mai di vista il grafico di una esistenza umana, che non si compone mai, checché si dica, d'una orizzontale e due perpendicolari, ma piuttosto di tre linee sinuose, prolungate all'infinito, ravvicinate e divergenti senza posa: che corrispondono a ciò che un uomo ha creduto di essere, a ciò che ha voluto essere, a ciò che è stato. Never lose sight of the graph of a human existence, which is never composed, no matter what they say, of one horizontal and two perpendicular, but rather of three sinuous lines, prolonged to infinity, close together and diverging without ceasing: which correspond to what a man has believed himself to be, to what he has wanted to be, to what he has been.

Qualunque cosa si faccia, si ricostruisce sempre il monumento a proprio modo; ma è già molto adoperare pietre autentiche. Whatever you do, you always reconstruct the monument in your own way; but it is already a lot to use authentic stones.

Ogni essere che ha vissuto l'avventura umana sono io. Every being who has experienced the human adventure is me.

Il Secondo secolo m'interessa perchè fu, per un periodo molto lungo, quello degli ultimi uomini liberi; per quel che ci riguarda, siamo già molto lontani da quel tempo. The Second Century interests me because it was, for a very long time, that of the last free men; as far as we are concerned, we are already a long way from that time.

Il 26 dicembre del 1950, una sera gelida sulle rive dell'Atlantico, nel silenzio quasi polare dell'Isola dei Monti Deserti, negli Stati Uniti, ho cercato di rivivere il caldo soffocante d'un giorno di luglio del 138 a Baia, il peso del lenzuolo su gambe pesanti e stanche, il mormorio quasi impercettibile d'un mare senza marea che di tanto in tanto raggiunge un uomo tutto preso dai rumori della sua agonia. On December 26, 1950, a frosty evening on the shores of the Atlantic, in the almost polar silence of Mount Desert Island in the United States, I tried to relive the sweltering heat of a July day in Bay 138, the weight of the sheet on heavy and tired legs, the almost imperceptible murmur of a tide-less sea that occasionally reaches a man all caught up in the noises of his agony. Ho cercato di spingermi fino all'ultimo sorso d'acqua, l'ultimo collasso, l'ultima immagine. I tried to push myself to the last sip of water, the last collapse, the last image. L'imperatore non ha più che da morire. The emperor has nothing but to die.

Questo libro non è dedicato a nessuno. This book is not dedicated to anyone. Avrebbe dovuto esserlo a G. F.; lo sarebbe stato, se non fosse quasi indecente mettere una dedica personale in testa a un'opera dalla quale volevo, soprattutto, cancellare me stessa. It should have been to G. F.; it would have been, if it were not almost indecent to put a personal dedication at the head of a work from which I wanted, above all, to erase myself. Ma le dediche, anche le più lunghe, sono pur sempre un modo inadeguato e banale di onorare un'amicizia così poco comune. But dedications, even the longest ones, are still an inadequate and trivial way to honor such an uncommon friendship. Quando cerco di definire questo bene che mi è stato donato da anni, dico a me stessa che un simile privilegio, benché tanto raro, non può tuttavia essere unico; che a volte deve pur succedere che nell'avventura d'un libro riuscito o nell'esistenza d'uno scrittore fortunato, ci sia stato qualcuno, un poco in disparte, che non lascia passare la frase inesatta o debole che per stanchezza vorremmo lasciare; qualcuno capace di rileggere con noi fino a venti volte, se è necessario, una pagina incerta; qualcuno che va a prendere per noi sugli scaffali delle biblioteche i grossi volumi nei quali forse troveremo ancora una indicazione utile, e si ostina a consultarli ancora quando la stanchezza ce li aveva già fatti richiudere; qualcuno che ci sostiene, ci approva, alle volte ci contraddice; che partecipa con lo stesso fervore alle gioie dell'arte ed a quelle della vita, ai lavori dell'una e dell'altra, mai noiosi e mai facili; e non è né la nostra ombra né il nostro riflesso e nemmeno il nostro complemento, ma se stesso; e ci lascia una libertà divina ma, al tempo stesso, ci costringe ad essere pienamente ciò che siamo. When I try to define this good that has been given to me for years, I say to myself that such a privilege, though so rare, cannot nevertheless be unique; that sometimes it must still happen that in the adventure of a successful book or in the existence of a lucky writer, there has been someone, a little aside, who does not let pass the inaccurate or weak sentence that out of weariness we would like to leave behind; someone capable of rereading with us up to twenty times, if necessary, an uncertain page; someone who fetches for us on library shelves the large volumes in which we may still find a useful indication, and persists in consulting them again when fatigue had already made us close them up; someone who supports us, approves us, sometimes contradicts us; who participates with the same fervor in the joys of art and the joys of life, in the work of one and the other, never boring and never easy; and is neither our shadow nor our reflection nor even our complement, but himself; and leaves us a divine freedom but, at the same time, compels us to be fully what we are. "Hospes comesque". "Hospes comesque.

Apprendo nel dicembre del 1951 la morte recente dello storico tedesco Wilhelm Weber, nell'aprile del 1952 quella dell'erudito Paul Graindor, i lavori dei quali mi hanno molto servito. I learn in December 1951 the recent death of German historian Wilhelm Weber, in April 1952 that of scholar Paul Graindor, whose works have served me well. In questi giorni ho parlato con due persone, G. B. e J. F., i quali hanno conosciuto a Roma l'incisore Pierre Gusman nell'epoca in cui era intento a disegnare con passione le località della Villa. These days I spoke with two people, G. B. and J. F., who met engraver Pierre Gusman in Rome at the time when he was passionately intent on drawing the locations of the Villa. Sentimento di appartenere a una specie di "Gens Aelia", di far parte della folla di segretari del grand'uomo e partecipare a quella veglia della guardia imperiale montata da umanisti e poeti, i quali si danno il turno attorno a un grande ricordo. Feeling of belonging to a kind of "Gens Aelia," of being part of the crowd of secretaries of the great man and participating in that vigil of the imperial guard assembled by humanists and poets, who take turns around a great memory. Così si forma, attraverso il tempo, (e accade lo stesso, senza dubbio, degli specialisti di Napoleone, degli innamorati di Dante) una cerchia di spiriti attratti dalle stesse simpatie, pensosi degli stessi problemi. Thus a circle of spirits attracted by the same sympathies, thoughtful of the same problems, is formed through time (and the same happens, no doubt, as Napoleon's specialists, Dante's lovers).

I Blazius, i Vadius esistono; il loro grosso cugino Basile è ancora in piedi. The Blazius, the Vadius exist; their big cousin Basile is still standing. Una volta - una volta sola - m'è accaduto di trovarmi colpita da quel miscuglio di insulti e facezie da caserma, di citazioni tronche o abilmente deformate per far dire alle nostre frasi la scempiaggine che non dicevano; argomenti capziosi, sostenuti da affermazioni al tempo stesso vaghe e abbastanza perentorie perché possa crederci il lettore rispettoso dei titoli accademici e che non ha né tempo né voglia di documentarsi personalmente su le fonti. Once - just once - it happened to me to find myself struck by that mixture of insults and barrack-room facetiousness, of truncated or cleverly distorted quotations to make our sentences say the nonsense they did not say; captious arguments, supported by statements at once vague and peremptory enough for the reader who respects academic titles and has neither time nor desire to personally document sources to believe them. Cose che caratterizzano un determinato genere, una determinata specie, fortunatamente assai rara. Things that characterize a certain genus, a certain species, fortunately very rare. Quanta buona volontà, al contrario, da parte di tanti eruditi che, in un'epoca di specializzazione forsennata come la nostra, avrebbero potuto benissimo disdegnare in blocco qualsiasi tentativo di ricostruzione letteraria che rischiava di invadere il loro campicello... Moltissimi di loro spontaneamente hanno voluto disturbarsi per rettificare una frase, confermare un particolare, esporre una ipotesi, agevolare una ricerca ulteriore... Troppi, perché io possa esimermi dal rivolgere qui il mio ringraziamento amichevole a questi lettori benevoli: ogni libro ristampato deve qualcosa alle persone perbene che l'hanno letto. How much goodwill, on the contrary, on the part of so many scholars who, in an age of such frenzied specialization as ours, might well have disdained en bloc any attempt at literary reconstruction that risked encroaching on their field... A great many of them spontaneously wanted to bother to correct a sentence, confirm a detail, expose a hypothesis, facilitate further research... Too many, for me to refrain from addressing here my friendly thanks to these benevolent readers: every reprinted book owes something to the decent people who read it.

Fare del proprio meglio. Doing one's best. Rifare. Redo. Ritoccate impercettibilmente ancora questo ritocco. Imperceptibly touch up this touch-up again. «Correggendo le mie opere, - diceva Yeats, - correggo me stesso». "By correcting my works," Yeats said, "I correct myself.

Ieri, alla Villa, ho pensato alle mille e mille esistenze silenziose, furtive come quelle degli animali, inconsce come quelle delle piante: vagabondi dei tempi del Piranesi, saccheggiatori di ruderi, mendicanti, caprai, contadini che hanno preso alloggio alla meglio in un angolo di rifiuti, che si sono succeduti qui tra Adriano e noi. Yesterday, at the Villa, I thought of the thousands and thousands of silent existences, furtive like those of animals, unconscious like those of plants: vagabonds from Piranesi's time, looters of ruins, beggars, goatherds, peasants who took lodgings at best in a corner of garbage, who succeeded each other here between Hadrian and us.

Al termine d'un oliveto, G. ed io ci siamo trovate in faccia al giaciglio di vimini d'un pastore, in un corridoio antico sgombrato a metà: il suo attaccapanni di fortuna conficcato tra due blocchi di cemento romano; le ceneri ancora tiepide del suo focherello. At the end of an olive grove, G. and I found ourselves facing the wicker bed of a shepherd, in an ancient corridor half cleared: his makeshift coat-hanger wedged between two blocks of Roman concrete; the ashes still lukewarm from his focherello. Una sensazione di umile intimità, un poco analoga a quella che si prova al Louvre, dopo la chiusura, quando in mezzo alle statue si aprono le brande dei custodi. A feeling of humble intimacy, somewhat analogous to the feeling at the Louvre, after closing, when in the midst of the statues the keepers' cots open.

[1958. Nulla da cambiare alle righe che precedono. Nothing to change to the preceding lines. L'attaccapanni del pastore, se non il suo giaciglio, è ancora là; G. ed io abbiamo sostato su l'erba di Tempe, tra le violette, in quel momento sacro dell'anno in cui tutto ricomincia, ad onta delle minacce che l'uomo dei nostri giorni fa pesare in ogni luogo su se stesso. The shepherd's hanger, if not his bed, is still there; G. and I stood on the Tempe grass, among the violets, at that sacred time of the year when everything begins again, in spite of the threats that the man of our day makes everywhere weigh on himself. Ma la Villa ha subito un cambiamento insidioso; non completo, certo: non si altera così rapidamente un complesso che è stato dolcemente distrutto e creato dai secoli; ma per un errore raro in Italia, alle ricerche e alle opere di consolidamento necessarie si sono aggiunti pericolosi «abbellimenti»; sono stati tagliati alcuni ulivi per far posto a un parcheggio indiscreto e ad un chiosco-bar tipo parco d'esposizione: cose che fanno del Pecile, della sua nobile solitudine una piazza della stazione. But the Villa has undergone an insidious change; not complete, of course: one does not so quickly alter a complex that has been gently destroyed and created by the centuries; but for an error rare in Italy, dangerous "embellishments" have been added to the necessary research and consolidation works; some olive trees have been cut down to make way for an indiscreet parking lot and a kiosk-bar type of exhibition park: things that make the Pecile, its noble solitude a station square. Una fontana di cemento disseta i passanti attraverso un inutile mascherone di stucco finto antico; un altro, ancor più inutile, adorna la parete della grande piscina, arricchita da una flottiglia di anatre; sono state copiate, anch'esse in stucco, statue da giardino greco- romane piuttosto banali, scelte tra reperti di scavi recenti: non meritavano né questo onore né questo disdoro. A concrete fountain quenches the thirst of passers-by through a useless ancient faux stucco mask; another, even more useless, adorns the wall of the large swimming pool, embellished with a flotilla of ducks; rather banal Greco-Roman garden statues, also in stucco, have been copied, chosen from finds of recent excavations: they deserved neither this honor nor this disdain. Sono copie, rifatte in un materiale volgare, gonfio, molle; collocate a caso su piedestalli danno al malinconico Canopo l'aspetto d'un angolo di Cinecittà, dove si è ricostruita per un film l'esistenza dei Cesari. They are copies, remade in a vulgar, bloated, soft material; placed haphazardly on pedestals they give the melancholy Canopus the appearance of a corner of Cinecittà, where the existence of the Caesars was reconstructed for a film. Non c'è nulla di più fragile dell'equilibrio dei bei luoghi. There is nothing more fragile than the balance of beautiful places. Le nostre interpretazioni lasciano intatti persino i testi, essi sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo restauro imprudente inflitto alle pietre, una strada asfaltata che contamina un campo dove da secoli l'erba spuntava in pace creano l'irreparabile. Our interpretations leave even the texts intact, they survive our comments; but the slightest careless restoration inflicted on the stones, a paved road contaminating a field where grass had been sprouting peacefully for centuries create the irreparable. La bellezza si allontana; l'autenticità pure]. Beauty recedes; authenticity as well].

Luoghi dove si è scelto di vivere, residenze invisibili che ci si è costruite a riparo del tempo. Places where one has chosen to live, invisible residences one has built for oneself to shelter from time. Ho abitato Tivoli, ci morirò forse, come Adriano nell'Isola di Achille. I inhabited Tivoli, I will die there perhaps, like Hadrian in the Isle of Achilles.

No. Ho rivisitato la Villa ancora una volta; i suoi padiglioni fatti per l'intimità e la quiete, le sue vestigia d'un lusso senza fasto, il meno imperiale che fosse possibile, da ricco conoscitore che ha cercato di unire i piaceri dell'arte alla pace dei campi; al Pantheon, ho cercato il punto esatto dove si posò una macchia di sole un mattino, il 21 aprile; lungo i corridoi del Mausoleo, ho ripercorso il cammino funebre seguito tante volte da Cabria, da Celere e da Diotimo, gli amici degli ultimi giorni. I revisited the Villa once more; its pavilions made for intimacy and quiet, its vestiges of a luxury without pomp, the least imperial that was possible, as a wealthy connoisseur who sought to unite the pleasures of art with the peace of the fields; at the Pantheon, I searched for the exact spot where a spot of sunshine rested one morning, April 21; along the corridors of the Mausoleum, I retraced the funeral path followed so many times by Cabria, Celer and Diotimaeus, the friends of the last days.

Ma non sento più la presenza immediata di quegli esseri, l'attualità di quei fatti; mi restano vicini ma ormai sono superati, né più né meno come i ricordi della mia esistenza. But I no longer feel the immediate presence of those beings, the actuality of those events; they remain close to me but are now outdated, neither more nor less than the memories of my existence. I nostri rapporti con gli altri non hanno che una durata; quando si è ottenuta la soddisfazione, si è appresa la lezione, reso il servigio, compiuta l'opera, cessano; quel che ero capace di dire è stato detto; quello che potevo apprendere è stato appreso. Our relations with others have but a duration; when satisfaction has been obtained, lesson learned, service rendered, work accomplished, they cease; what I was able to say has been said; what I could learn has been learned.

Occupiamoci ora di altri lavori. Let us now deal with other work.