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Podcast Italiano subtitled, Doppie FANTASMA in italiano? Il raddoppiamento fonosintattico [Learn Italian, with subs]

Doppie FANTASMA in italiano? Il raddoppiamento fonosintattico [Learn Italian, with subs]

Tutto "apposto".

Tutto "a... posto", "apposto". Ma... ma come si scrive? Beh, se avete una minima conoscenza della lingua italiana sapete che si scrive "a posto", due parole staccate.

Ok, e come si pronuncia?

Beh, in italiano standard si pronuncia [appósto], con una doppia. "Apposto". Quindi "a posto" come "tutto ok" e "apposto" come "ho apposto una firma", dal verbo "apporre" hanno la stessa identica pronuncia. E oggi vedremo il perché di questo strano fenomeno di pronuncia. [apposto] è la forma corretta. E se mi sente una persona del Centro o del Sud dell'Italia

non si sorprende minimamente, perché ha sempre detto [appósto]. Ma se mi sente una persona del Nord potrebbe pensare che io sia leggermente pazzo. Perché "a posto" sono due parole staccate, quindi [apósto].

Però in italiano standard la pronuncia dovrebbe essere proprio questa, [appósto], ma non solo in "a posto", anche in altre combinazioni come

"tu sei", [tussèi], [kevvuòi], [offàtto], [dʒàddétto]. E tante altre.

Ma quindi ci sono delle doppie "fantasma"? Da dove escono? Da dove arrivano?

Questo fenomeno si chiama "raddoppiamento fonosintattico" e so che sembra difficile,

ma non vi preoccupate, non vi spaventate, è meno difficile di quanto sembri indicare il nome. Il raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno dell'italiano standard, quindi significa che

è presente nella dizione, nel modo in cui parlano gli attori di teatro, i doppiatori,

tutte le persone che cercano di imparare questo modo di pronunciare l'italiano, come anche me. Io cerco di parlare in dizione da qualche tempo.

Ho dedicato un video alla dizione, magari vi può interessare.

La dizione si basa sul fiorentino, e quindi questo fenomeno che c'è nel fiorentino

c'è anche nell'italiano standard, nella dizione standard. Ma questo non è un fenomeno esclusivo del fiorentino, è un fenomeno dei dialetti

del Centro e del Sud.

Ma è un fenomeno che è totalmente assente nei dialetti del Nord Italia,

quindi questa è una differenza importante.

Ok, ma come funziona esattamente?

Non è che possiamo mettere doppie a caso e tutto va bene.

No, ci sono delle parole dopo le quali la parola successiva inizierà

con una consonante raddoppiatea. Cioè, delle parole che fanno raddoppiare la prima

consonante della parola dopo. Ok?

Sono tre categorie di parole.

La prima categoria sono i monosillabi forti.

Allora, un monosillabo è una parola che ha una sola sillaba.

Fanno parte dei monosillabi forti tutta una serie di parole.

Per esempio i monosillabi che hanno un accento sulla vocale, quindi per esempio "può", oppure "già", "è", il verbo "essere", quindi [èvvéro], [pwoddàrsi], [dʒaffàtto],

ma anche tanti monosillabi che non hanno l'haccento, quindi "a"/"ha", "che", "chi", "ho",

quindi per esempio [keffài], [kissèi], [arróma], [oddétto].

Ci sono monosillabi deboli, come per esempio gli articoli.

Non diciamo [lappersóna], diciamo [lapersóna], senza raddoppiamento,

ma diciamo [oddétto], [kisséi], [dʒaffàtto].

Poi ci sono le parole più lunghe di una sillaba che sono tronche, cioè l'accento cade sull'ultima sillaba, quindi per esempio "virtù", "caffè", "città".

Quindi per esempio [kaffèllùngo], o [kaffèllatte].

Oppure una [tʃittàggrande]. Ma anche il futuro, quindi "sarò", per esempio, "saro", "avrò", "io [sarokkapàtʃe], oppure il passato remoto, "partì",

"l'uomo [partissùbito].

E poi ci sono altre parole che non rientrano in queste due categorie, che sono parole

speciali come "come","dove", "qualche" e "sopra". Quindi [komemmé], oppure [kwalkevvòlta].

Ripeto, questa è la pronuncia nell'italiano standard. Ok, ma da dove vengono questi strani raddoppiamenti, queste consonanti fantasma? Perché "hoddetto", non è un po' strano? Ovviamente l'origine è da ricercarsi

nella lingua latina!

Sì, perché questo alla fine è un fenomeno di assimilazione. Che cos'è un'assimilazione?

Beh, intanto cosa vuol dire "assimilare"?

"Assimilare" significa "rendere simile a sé stesso".

Quindi facciamo un esempio che secondo me è molto chiaro.

La parola "admittō" in latino, che in italiano diventa "ammetto". Vediamo un'assimilazione perché la "m" di "mittō" assimila la "d",

e in italiano abbiamo "ammetto".

E questo non succede in altre lingue romanze. Quindi in spagnolo diciamo "admito",

o in francese "admets". Anche in inglese c'è "admit", che viene dal francese.

La "d" quindi non sparisce, mentre in italiano sparisce, ed è un fenomeno molto molto

comune, questa assimilazione, all'interno delle parole.

Quindi per esempio noi non diciamo "facto", che deriva da "factum" in latino,

diciamo "fatto", perché la "c" viene assimilata dalla "t". Oppure non diciamo "obtenere", diciamo "ottenere" perché la "b" viene assimilata

dalla "t", anche se deriva dal latino obtinēre e in spagnolo si dice

"obtenir", e in francese anche "obtenir".

Ci sono tantissime parole in italiano che hanno una doppia all'interno e quella doppia è proprio causata da un'assimilazione di questo genere. Quindi ok, "ammettere", ma se noi abbiamo una "d" e una "n" ma al confine

tra due parole, quindi "ad mē", "ad mē" in latino. Beh, "ad mē" in latino diventa in fiorentino "a (m)me" [ammé] perché succede la stessa cosa che succede in "ammettere", quindi "a (m)me".

Quindi la differenza tra "ammettere" e "a me" è che "ammettere" è una parola, "a me" due parole. Però il fenomeno che succede è lo stesso, in un caso dentro la parola, nell'altro caso tra due parole.

Ed è proprio quest'ultimo il raddoppiamento fonosintattico.

Oppure prendiamo il verbo latino advenīre, o "adwenīre", con la pronuncia classica

che usavano i Romani.

In italiano questo diventa "avvenire", quindi la "d" si assimila. Ok.

Però se noi prendiamo "ad vōs", o "ad wōs" che succede?

Beh, in fiorentino succede che dobbiamo dire "a (v)voi". Oppure la combinazione "trēs canēs" in latino diventa "tre (c)cani" in italiano,

come l'Enciclopedia Treccani. Perché la "s" viene assimilata dalla "c" subito dopo.

Ma anche con le parole tronche, come città, che abbiamo visto prima, per esempio

"città" deriva dal latino "cīvitа̄tem" oppure "ciwītа̄tem", che in proto-italiano

diventa "cittade", in italiano antico è ancora "cittade". Ecco, questa "de" si assimila e per questo "città" vuole un raddoppiamento.

"Città (g)grande", perché sarebbe "cittade grande", "città (g)grande".

No? Quello spazio viene riempito, viene compensato dal raddoppiamento.

Quindi questa è l'origine del fenomeno. C'è un'assimilazione.

Però noi vediamo che in realtà questo fenomeno in italiano succede, si verifica anche con delle parole che in latino non finivano per consonante, quindi non c'è stata nessuna assimilazione. Per esempio, "tu" che deriva dal latino "tū"

Oppure "chi" che deriva dal latino "quī".

E quindi come si spiega "tu (s)sei" oppure "chi (s)sei"?

Beh, praticamente è successo che così tante parole che avevano accento alla fine

oppure avevano una sola sillaba,

quindi l'accento cadeva su quella sillaba,

così tante di queste parole causavano il raddoppiamento a causa di un'assimilazione

che le persone inconsciamente hanno iniziato a pensare

che la causa non fosse un'assimilazione che loro non percepivano

ma fosse proprio il fatto che l'ultima sillaba era accentata,

una sorta di rianalisi, no?

E quindi questo fenomeno è stato poi esteso ad altre parole

dove ciò non doveva e non dovrebbe accadere.

Non so se è chiaro.

Quindi per questo "tu (s)sei" o "chi (s)sei".

È stata fatta quindi inconsciamente un'analogia con altre parole

e questo è affascinante, sono fenomeni che ovviamente si verificano inconsciamente,

però è molto molto interessante studiarli.

Ok, quindi questo raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno solo del parlato, no?

Cioè non... non si scrive?

Non è proprio così, perché in italiano c'è una lunga lunga serie di parole che si dicono "univerbate",

cioè parole che in origine erano due parole, dei composti

che si sono uniti, che si sono univerbati, che si sono fusi, possiamo dire.

Quindi, per esempio, "appena", "apposta", "davvero", "eppure", "frattempo", come "nel frattempo",

"sebbene", "soprattutto", "chissenefrega" e anche tantissime altre parole.

E se andiamo a vedere, sono delle parole in cui c'è un monosillabo,

uno di quelli della lista di prima,

e poi un'altra parola.

E quindi logicamente si doveva verificare e si verificava un raddoppiamento,

cioè "a + pena" diventava "appena" e questo si riflette anche nel modo in cui si scrive.

Noi effettivamente scriviamo il raddoppiamento fonosintattico,

perché per noi oramai "appena" o "davvero" o "oppure" sono una parola sola, non due parole,

le percepiamo come una parola.

E tra l'altro, anche quando diciamo "dimmi" oppure "dammi" oppure "vacci" —

ecco, questi sono degli imperativi che sono dei monosillabi.

"Di'" è un imperativo, "va'", "vacci", "va'".

Ecco, questi imperativi sono collegati con dei pronomi,

ma dato che sono dei monosillabi causano il raddoppiamento.

Per questo diciamo "dimmi" e "dammi", mentre in spagnolo no, non c'è questo, si dice "dime" e "dame".

Ok, quindi questo è un fenomeno del Centro-Sud e dei dialetti del Centro-Sud e anche l'italiano

che di fatto è un dialetto del Centro che è diventato un po' più importante degli altri.

Ma nei dialetti del Nord questo fenomeno è totalmente assente.

Anzi, nei dialetti del Nord solitamente il fenomeno è contrario,

cioè si tolgono tutte le doppie.

Però quando al Nord abbiamo (dico abbiamo perché io sono di Torino, del Nord),

abbiamo imparato l'italiano, abbiamo imparato a pronunciare le doppie quando le doppie sono scritte,

quindi nessun italiano settentrionale avrebbe dei problemi a dire "sebbene"

oppure "eppure" oppure... oppure "oppure", anche "oppure"!

Lo vediamo scritto, lo pronunciamo e non abbiamo problemi

a parte magari qualche persona molto anziana con un accento molto forte

che anche in queste parole potrebbe avere difficoltà a pronunciare la doppia

e la tendenza a non dire la doppia.

Però non abbiamo problemi generalmente.

Tuttavia, per noi il raddoppiamento fonosintattico è qualcosa di alieno,

non diremmo... non diremmo mai "a (r)Roma", diremmo "a Roma",

non diremmo mai "a (p)Parma" ma "a Parma",

però diciamo "appena".

Non diremmo mai "se (b)bevi", no? "Se (b)bevi" ma diciamo "sebbene",

quindi noi le doppie le facciamo quando le vediamo scritte,

perché per noi nei dialetti del Nord questo fenomeno non è... non esiste

e quindi non è naturale nemmeno quando parliamo italiano.

Tra l'altro, se vi interessa vi lascio un link che vi manda al DOP,

il Dizionario di ortografia e pronunzia (pronunzia!) dove potete andare a verificare se c'è un raddoppiamento,

quindi vedete: se una parola ha questo "+", il più significa che è necessario fare un raddoppiamento,

quindi è un modo di verificare se si deve fare oppure no, o almeno nella dizione.

Questo che significa?

Che ora dovete imparare a fare tutti questi raddoppiamenti,

sia che voi siate stranieri sia che voi siate italiani?

No, non dovete farli, a meno che non vogliate proprio padroneggiare, perfezionare la dizione.

Non è assolutamente necessario, però ritengo sia interessante

e... e questo anche vi aiuta a capire perché diciamo "davvero", "sebbene", "eppure"

ma anche "dimmi" e "dammi" e tutte queste cose.

Ora, ho delle domande sia per gli stranieri sia anche per la minoranza di italiani che mi segue.

Allora, se siete stranieri: conoscevate questo fenomeno, l'avete mai notato?

Magari l'avete notato ascoltando persone del Centro-Sud.

E vi consiglio anche di provare a notarlo

e notare le differenze tra un italiano, per esempio, di Roma e un italiano del Nord.

Anche qui su YouTube!

Se guardare Alberto Arrighini, per esempio, che è di Brescia, del Nord e quindi non ha i raddoppiamenti

e se guardate, per esempio, Lucrezia Oddone che è di Roma e quindi ha tutti questi raddoppiamenti.

E se siete italiani voglio invece chiedervi:

conoscevate dell'esistenza di questo fenomeno? Esiste nel vostro italiano regionale

e esiste come l'ho descritto io o magari non esiste con alcune parole?

Perché, per esempio, ci sono delle differenze.

Si dice che "da" e "dove" necessitino il raddoppiamento,

ma in realtà secondo me è una cosa che ormai si fa solamente a Firenze,

nemmeno nell'italiano standard si dice "da (d)dove" oppure "da (f)Firenze" o "da (q)quando"

oppure "di dove (s)sei?"

Solamente i fiorentini direbbero così.

O forse i toscani, non lo so, però ditemi voi

e se c'è qualcuno che ha anche delle correzioni e ne sa più di me

siete liberi di commentare come sempre.

Detto questo io vi ringrazio per la cortese attenzione.

Voglio ancora parlarvi del mio Patreon, della mia... del mio Podcast Italiano Club su Patreon.

Se state imparando l'italiano vi potrebbe interessare il mio club

perché è un luogo dove potete ricevere dei contenuti bonus, dove potete...

che vi permette di entrare a far parte di un gruppo Telegram

dove chiacchieriamo di italiano e di tante altre cose.

Oramai è il principale modo in cui riesco a guadagnare da questo progetto

quindi grazie di cuore a tutte le persone che mi sostengono.

E andare a dare un'occhiata se vi può interessare.

Un enorme abbraccio ai miei patrons, ai miei sostenitori.

E un grazie a tutti per aver visto questo video.

A (p)presto! "A (p)presto", non "a presto".

Ciao!


Doppie FANTASMA in italiano? Il raddoppiamento fonosintattico [Learn Italian, with subs] Phonotaktische Verdopplung im Italienischen? Il raddoppiamento fonosintattico [Italienisch lernen, mit Untertiteln]. DOUBLE GHOST in Italian? Phonosyntactic doubling [Learn Italian, with subs] ¿Duplicación fonotáctica en italiano? Il raddoppiamento fonosintattico [Aprender italiano, con subs]. Duplicação fonotáctica em italiano? Il raddoppiamento fonosintattico [Aprenda italiano, com subs].

Tutto "apposto". Alright".

Tutto "a... posto", "apposto". Ma... ma come si scrive? Everything "in ... place", "fine". But ... but how do you spell it? Beh, se avete una minima conoscenza della lingua italiana sapete che si scrive Well, if you have a minimal knowledge of the Italian language, you know that it is written "a posto", due parole staccate. "alright", two words apart.

Ok, e come si pronuncia? Ok, and how do you pronounce it?

Beh, in italiano standard si pronuncia [appósto], con una doppia. "Apposto". Well, in standard Italian it is pronounced [appósto], with a double. "Alright". Quindi "a posto" come "tutto ok" e "apposto" come "ho apposto una firma", dal verbo "apporre" hanno la stessa identica pronuncia. E oggi vedremo il perché di questo strano fenomeno di pronuncia. And today we will see the reason for this strange phenomenon of pronunciation. [apposto] è la forma corretta. E se mi sente una persona del Centro o del Sud dell'Italia [affixed] is the correct form. And if a person from central or southern Italy hears me

non si sorprende minimamente, perché ha sempre detto [appósto]. he is not surprised in the least, because he has always said [appósto]. Ma se mi sente una persona del Nord potrebbe pensare che io sia leggermente pazzo. Perché "a posto" sono due parole staccate, quindi [apósto].

Però in italiano standard la pronuncia dovrebbe essere proprio questa, [appósto], ma non solo in "a posto", anche in altre combinazioni come

"tu sei", [tussèi], [kevvuòi], [offàtto], [dʒàddétto]. E tante altre.

Ma quindi ci sono delle doppie "fantasma"? Da dove escono? Da dove arrivano? So are there any double "ghosts"? Where did they come from? Where did they come from?

Questo fenomeno si chiama "raddoppiamento fonosintattico" e so che sembra difficile, This phenomenon is called "phonosyntactic doubling" and I know it sounds difficult,

ma non vi preoccupate, non vi spaventate, è meno difficile di quanto sembri indicare il nome. Il raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno dell'italiano standard, quindi significa che

è presente nella dizione, nel modo in cui parlano gli attori di teatro, i doppiatori, is present in diction, in the way theater actors, voice actors,

tutte le persone che cercano di imparare questo modo di pronunciare l'italiano, come anche me. Io cerco di parlare in dizione da qualche tempo.

Ho dedicato un video alla dizione, magari vi può interessare.

La dizione si basa sul fiorentino, e quindi questo fenomeno che c'è nel fiorentino

c'è anche nell'italiano standard, nella dizione standard. Ma questo non è un fenomeno esclusivo del fiorentino, è un fenomeno dei dialetti

del Centro e del Sud.

Ma è un fenomeno che è totalmente assente nei dialetti del Nord Italia, But it is a phenomenon that is totally absent in the dialects of Northern Italy,

quindi questa è una differenza importante. so this is an important difference.

Ok, ma come funziona esattamente? Ok, but how exactly does it work?

Non è che possiamo mettere doppie a caso e tutto va bene. It's not like we can randomly put doubles and everything is fine.

No, ci sono delle parole dopo le quali la parola successiva inizierà No, there are words after which the next word will begin

con una consonante raddoppiatea. Cioè, delle parole che fanno raddoppiare la prima with a doubled consonant. That is, words that double the first

consonante della parola dopo. Ok? consonant of the word after. Ok?

Sono tre categorie di parole. There are three categories of words.

La prima categoria sono i monosillabi forti. The first category is strong monosyllables.

Allora, un monosillabo è una parola che ha una sola sillaba.

Fanno parte dei monosillabi forti tutta una serie di parole.

Per esempio i monosillabi che hanno un accento sulla vocale, quindi per esempio "può", oppure "già", "è", il verbo "essere", quindi [èvvéro], [pwoddàrsi], [dʒaffàtto],

ma anche tanti monosillabi che non hanno l'haccento, quindi "a"/"ha", "che", "chi", "ho",

quindi per esempio [keffài], [kissèi], [arróma], [oddétto].

Ci sono monosillabi deboli, come per esempio gli articoli. There are weak monosyllables, such as articles.

Non diciamo [lappersóna], diciamo [lapersóna], senza raddoppiamento,

ma diciamo [oddétto], [kisséi], [dʒaffàtto].

Poi ci sono le parole più lunghe di una sillaba che sono tronche, cioè l'accento cade sull'ultima sillaba, quindi per esempio "virtù", "caffè", "città". it falls on the last syllable, so for example "virtue", "coffee", "city".

Quindi per esempio [kaffèllùngo], o [kaffèllatte].

Oppure una [tʃittàggrande]. Ma anche il futuro, quindi "sarò", per esempio, "saro", "avrò", "io [sarokkapàtʃe], oppure il passato remoto, "partì",

"l'uomo [partissùbito].

E poi ci sono altre parole che non rientrano in queste due categorie, che sono parole

speciali come "come","dove", "qualche" e "sopra". Quindi [komemmé], oppure [kwalkevvòlta].

Ripeto, questa è la pronuncia nell'italiano standard. Ok, ma da dove vengono questi strani raddoppiamenti, queste consonanti fantasma? Okay, but where did these strange doublings come from, these phantom consonants? Perché "hoddetto", non è un po' strano? Ovviamente l'origine è da ricercarsi Pourquoi "hoddetto", n'est-ce pas un peu étrange ? Evidemment l'origine est à chercher

nella lingua latina!

Sì, perché questo alla fine è un fenomeno di assimilazione. Yes, because this is ultimately an assimilation phenomenon. Che cos'è un'assimilazione?

Beh, intanto cosa vuol dire "assimilare"?

"Assimilare" significa "rendere simile a sé stesso". "To assimilate" means "to make similar to oneself".

Quindi facciamo un esempio che secondo me è molto chiaro. So let's take an example that I think is very clear.

La parola "admittō" in latino, che in italiano diventa "ammetto". The word "admittō" in Latin, which in Italian becomes "admit". Vediamo un'assimilazione perché la "m" di "mittō" assimila la "d",

e in italiano abbiamo "ammetto".

E questo non succede in altre lingue romanze. Quindi in spagnolo diciamo "admito",

o in francese "admets". Anche in inglese c'è "admit", che viene dal francese.

La "d" quindi non sparisce, mentre in italiano sparisce, ed è un fenomeno molto molto The "d" therefore does not disappear, while in Italian it disappears, and it is a very much phenomenon

comune, questa assimilazione, all'interno delle parole. common, this assimilation, within words.

Quindi per esempio noi non diciamo "facto", che deriva da "factum" in latino,

diciamo "fatto", perché la "c" viene assimilata dalla "t". Oppure non diciamo "obtenere", diciamo "ottenere" perché la "b" viene assimilata

dalla "t", anche se deriva dal latino obtinēre e in spagnolo si dice

"obtenir", e in francese anche "obtenir".

Ci sono tantissime parole in italiano che hanno una doppia all'interno e quella doppia è proprio causata da un'assimilazione di questo genere. Quindi ok, "ammettere", ma se noi abbiamo una "d" e una "n" ma al confine

tra due parole, quindi "ad mē", "ad mē" in latino. Beh, "ad mē" in latino diventa in fiorentino "a (m)me" [ammé] perché succede la stessa cosa che succede in "ammettere", quindi "a (m)me".

Quindi la differenza tra "ammettere" e "a me" è che "ammettere" è una parola, "a me" due parole. Però il fenomeno che succede è lo stesso, in un caso dentro la parola, nell'altro caso tra due parole.

Ed è proprio quest'ultimo il raddoppiamento fonosintattico.

Oppure prendiamo il verbo latino advenīre, o "adwenīre", con la pronuncia classica

che usavano i Romani.

In italiano questo diventa "avvenire", quindi la "d" si assimila. Ok. In Italian this becomes "future", then the "d" is assimilated. Ok.

Però se noi prendiamo "ad vōs", o "ad wōs" che succede?

Beh, in fiorentino succede che dobbiamo dire "a (v)voi". Well, in Florentine it happens that we have to say "to (v) you". Oppure la combinazione "trēs canēs" in latino diventa "tre (c)cani" in italiano,

come l'Enciclopedia Treccani. Perché la "s" viene assimilata dalla "c" subito dopo.

Ma anche con le parole tronche, come città, che abbiamo visto prima, per esempio But also with the truncated words, such as city, which we have seen before, for example

"città" deriva dal latino "cīvitа̄tem" oppure "ciwītа̄tem", che in proto-italiano

diventa "cittade", in italiano antico è ancora "cittade". Ecco, questa "de" si assimila e per questo "città" vuole un raddoppiamento.

"Città (g)grande", perché sarebbe "cittade grande", "città (g)grande".

No? Quello spazio viene riempito, viene compensato dal raddoppiamento. No? That space is filled, it is compensated by doubling.

Quindi questa è l'origine del fenomeno. C'è un'assimilazione.

Però noi vediamo che in realtà questo fenomeno in italiano succede, si verifica anche con delle parole che in latino non finivano per consonante, quindi non c'è stata nessuna assimilazione. Per esempio, "tu" che deriva dal latino "tū"

Oppure "chi" che deriva dal latino "quī".

E quindi come si spiega "tu (s)sei" oppure "chi (s)sei"?

Beh, praticamente è successo che così tante parole che avevano accento alla fine

oppure avevano una sola sillaba,

quindi l'accento cadeva su quella sillaba,

così tante di queste parole causavano il raddoppiamento a causa di un'assimilazione

che le persone inconsciamente hanno iniziato a pensare

che la causa non fosse un'assimilazione che loro non percepivano

ma fosse proprio il fatto che l'ultima sillaba era accentata,

una sorta di rianalisi, no?

E quindi questo fenomeno è stato poi esteso ad altre parole And so this phenomenon was then extended to other words

dove ciò non doveva e non dovrebbe accadere.

Non so se è chiaro.

Quindi per questo "tu (s)sei" o "chi (s)sei".

È stata fatta quindi inconsciamente un'analogia con altre parole

e questo è affascinante, sono fenomeni che ovviamente si verificano inconsciamente,

però è molto molto interessante studiarli.

Ok, quindi questo raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno solo del parlato, no?

Cioè non... non si scrive?

Non è proprio così, perché in italiano c'è una lunga lunga serie di parole che si dicono "univerbate",

cioè parole che in origine erano due parole, dei composti that is, words that were originally two words, compounds

che si sono uniti, che si sono univerbati, che si sono fusi, possiamo dire. who have united, who have united, who have merged, we can say. qui se sont unis, qui se sont unis, qui ont fusionné, on peut dire.

Quindi, per esempio, "appena", "apposta", "davvero", "eppure", "frattempo", come "nel frattempo", So, for example, "just", "on purpose", "really", "yet", "in the meantime", like "in the meantime",

"sebbene", "soprattutto", "chissenefrega" e anche tantissime altre parole. "although", "above all", "who cares" and many other words too.

E se andiamo a vedere, sono delle parole in cui c'è un monosillabo, And if we go and see, they are words in which there is a monosyllable,

uno di quelli della lista di prima,

e poi un'altra parola.

E quindi logicamente si doveva verificare e si verificava un raddoppiamento,

cioè "a + pena" diventava "appena" e questo si riflette anche nel modo in cui si scrive. that is, "a + penalty" became "barely" and this is also reflected in the way in which it is written.

Noi effettivamente scriviamo il raddoppiamento fonosintattico,

perché per noi oramai "appena" o "davvero" o "oppure" sono una parola sola, non due parole,

le percepiamo come una parola. we perceive them as a word.

E tra l'altro, anche quando diciamo "dimmi" oppure "dammi" oppure "vacci" — And by the way, even when we say "tell me" or "give me" or "go there" -

ecco, questi sono degli imperativi che sono dei monosillabi. here, these are imperatives that are monosyllables.

"Di'" è un imperativo, "va'", "vacci", "va'".

Ecco, questi imperativi sono collegati con dei pronomi, Here, these imperatives are connected with pronouns,

ma dato che sono dei monosillabi causano il raddoppiamento.

Per questo diciamo "dimmi" e "dammi", mentre in spagnolo no, non c'è questo, si dice "dime" e "dame".

Ok, quindi questo è un fenomeno del Centro-Sud e dei dialetti del Centro-Sud e anche l'italiano

che di fatto è un dialetto del Centro che è diventato un po' più importante degli altri.

Ma nei dialetti del Nord questo fenomeno è totalmente assente. But in the dialects of the North this phenomenon is totally absent.

Anzi, nei dialetti del Nord solitamente il fenomeno è contrario, Indeed, in the dialects of the North the phenomenon is usually the opposite,

cioè si tolgono tutte le doppie. that is, all the doubles are removed.

Però quando al Nord abbiamo (dico abbiamo perché io sono di Torino, del Nord), But when in the North we have (I say we have because I'm from Turin, from the North),

abbiamo imparato l'italiano, abbiamo imparato a pronunciare le doppie quando le doppie sono scritte,

quindi nessun italiano settentrionale avrebbe dei problemi a dire "sebbene"

oppure "eppure" oppure... oppure "oppure", anche "oppure"!

Lo vediamo scritto, lo pronunciamo e non abbiamo problemi

a parte magari qualche persona molto anziana con un accento molto forte apart from maybe some very old person with a very strong accent

che anche in queste parole potrebbe avere difficoltà a pronunciare la doppia

e la tendenza a non dire la doppia.

Però non abbiamo problemi generalmente.

Tuttavia, per noi il raddoppiamento fonosintattico è qualcosa di alieno, However, for us phonosyntactic doubling is something alien,

non diremmo... non diremmo mai "a (r)Roma", diremmo "a Roma",

non diremmo mai "a (p)Parma" ma "a Parma",

però diciamo "appena".

Non diremmo mai "se (b)bevi", no? "Se (b)bevi" ma diciamo "sebbene", We would never say "if (b) you drink", would we? "If (b) you drink" but we say "although",

quindi noi le doppie le facciamo quando le vediamo scritte,

perché per noi nei dialetti del Nord questo fenomeno non è... non esiste

e quindi non è naturale nemmeno quando parliamo italiano.

Tra l'altro, se vi interessa vi lascio un link che vi manda al DOP, Among other things, if you are interested I leave you a link that sends you to the DOP,

il Dizionario di ortografia e pronunzia (pronunzia!) dove potete andare a verificare se c'è un raddoppiamento,

quindi vedete: se una parola ha questo "+", il più significa che è necessario fare un raddoppiamento,

quindi è un modo di verificare se si deve fare oppure no, o almeno nella dizione.

Questo che significa?

Che ora dovete imparare a fare tutti questi raddoppiamenti,

sia che voi siate stranieri sia che voi siate italiani?

No, non dovete farli, a meno che non vogliate proprio padroneggiare, perfezionare la dizione.

Non è assolutamente necessario, però ritengo sia interessante It is not absolutely necessary, but I think it is interesting

e... e questo anche vi aiuta a capire perché diciamo "davvero", "sebbene", "eppure"

ma anche "dimmi" e "dammi" e tutte queste cose.

Ora, ho delle domande sia per gli stranieri sia anche per la minoranza di italiani che mi segue.

Allora, se siete stranieri: conoscevate questo fenomeno, l'avete mai notato?

Magari l'avete notato ascoltando persone del Centro-Sud.

E vi consiglio anche di provare a notarlo

e notare le differenze tra un italiano, per esempio, di Roma e un italiano del Nord.

Anche qui su YouTube!

Se guardare Alberto Arrighini, per esempio, che è di Brescia, del Nord e quindi non ha i raddoppiamenti

e se guardate, per esempio, Lucrezia Oddone che è di Roma e quindi ha tutti questi raddoppiamenti.

E se siete italiani voglio invece chiedervi:

conoscevate dell'esistenza di questo fenomeno? Esiste nel vostro italiano regionale

e esiste come l'ho descritto io o magari non esiste con alcune parole?

Perché, per esempio, ci sono delle differenze.

Si dice che "da" e "dove" necessitino il raddoppiamento, It is said that "from" and "where" need to be doubled,

ma in realtà secondo me è una cosa che ormai si fa solamente a Firenze, but in reality in my opinion it is something that is now only done in Florence,

nemmeno nell'italiano standard si dice "da (d)dove" oppure "da (f)Firenze" o "da (q)quando"

oppure "di dove (s)sei?"

Solamente i fiorentini direbbero così.

O forse i toscani, non lo so, però ditemi voi

e se c'è qualcuno che ha anche delle correzioni e ne sa più di me and if there is someone who also has corrections and knows more than me

siete liberi di commentare come sempre.

Detto questo io vi ringrazio per la cortese attenzione. Having said that, I thank you for your kind attention.

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quindi grazie di cuore a tutte le persone che mi sostengono.

E andare a dare un'occhiata se vi può interessare. And go and have a look if you are interested.

Un enorme abbraccio ai miei patrons, ai miei sostenitori.

E un grazie a tutti per aver visto questo video.

A (p)presto! "A (p)presto", non "a presto".

Ciao!