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Podcast Italiano subtitled, A word that SHOULD exist in Italian but doesn't (anymore) [Learn Italian, with subs]

A word that SHOULD exist in Italian but doesn't (anymore) [Learn Italian, with subs]

Ma in italiano come si dice "bad"?

Oppure "malo" in spagnolo, "shlecht" in tedesco, "плохой" in russo?

Beh, tante persone che stanno muovendo i primi passi nell'italiano oppure che sanno un po' di spagnolo

potrebbero avere la tentazione di dire "malo".

E se ci pensate ha senso: abbiamo gli avverbi di modo, "bene" e "male"

e quindi perché non gli aggettivi "buono" e "malo"?

Ma in italiano, a differenza dello spagnolo, non è così, e quindi l'aggettivo "malo" non si usa più.

Non voglio dire che non esista, ma non si usa più.

Perché in passato si usava.

Come sempre per capire l'origine di questo aggettivo che non abbiamo più dobbiamo tornare al latino,

e in latino si diceva "malus". "Malus", "mala", "malum", maschile, femminile, neutro.

"Malus" era un aggettivo ed era il contrario di "bonus".

Da "malus" si formava l'avverbio, perché un modo di fare l'avverbio in latino era mettendo una "e" al posto del suffisso

quindi "male", "in maniera cattiva" potremmo dire.

Ma nella storia dell'italiano "malo", "mala" si usavano molto molto frequentemente.

Facciamo un esempio. Prendiamo il caro, vecchio - questa volta - Dante,

spesso definito "padre della lingua italiana".

Nel "Convivio", un'opera di Dante dove ci sono sia prosa che poesia a un certo punto Dante parla del volgare,

il volgare inteso come la lingua del popolo, quindi non il latino, la lingua che parlano le persone.

E difende il volgare, attaccando tutte le persone, tutti gli intellettuali, tutti i letterati che non usano il volgare,

che criticano il volgare solamente perché, secondo Dante, non lo sanno usare bene.

E dice: "sì come lo mal fabbro biasima lo ferro appresentato a lui".

Che sarebbe: "così come il fabbro incapace, che non è bravo, critica lo strumento che gli viene dato".

"E lo malo citarista biasima la cetera", "il chitarrista poco bravo, incapace anche lui, critica la cetra*"

(notate tra l'altro "citarista", "chitarrista", "cetera", "chitarra")

"credendo di dare la colpa del mal coltello e del mal sonare",

quindi "credendo di dare la colpa del coltello fabbricato male e del suonare male" rispettivamente al ferro e alla cetra* e levarla a sé, togliendola a sé.

Quindi dice: "chi si rifiuta di usare il volgare perché sostiene che non sia buono è come un fabbro

che non sa usare il martello e critica il martello. O meglio, era coltello, ma vabè, avete capito.

E facendo un salto in avanti di qualche secolo vediamo Manzoni, nel primo romanzo, di fatto,

della letteratura italiana, "I Promessi Sposi". Vediamo questa frase che dice:

"mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo".

Ora non vi spiego la trama de "I Promessi Sposi", però vediamo anche qui

"mala cosa", quindi "brutta cosa nascere povero".

Quindi ancora nel 1800, nel XIX (diciannovesimo) secolo, si utilizzava questo aggettivo.

Ora, io non so cosa sia successo (magari qualcuno di voi lo sa, magari qualche italiano che studia

filologia romanza o qualcosa del genere sa dirmelo), per qualche motivo questo aggettivo ha smesso di essere usato.

E oggi non si usa più. Ma allora che cosa diciamo al posto di "malo"? Beh diciamo tante cose, in realtà,

ci sono tanti aggettivi, ci sono tante locuzioni che possiamo impiegare.

Vorrei soffermarmi sulle due principali, sui due principali aggettivi, che sono "brutto" e "cattivo" e sulla loro origine.

Ecco, "brutto" deriva da "bruto", e "bruto" deriva a sua volta da "brūtus" in latino.

Cerco di pronunciarlo alla maniera latina.

Un bruto è una persona rozza, una persona poco sofisticata, poco intelligente, se vogliamo.

questo è un bruto, una persona rozza.

Pensate alla parola "brutale", oppure alla "forza bruta".

"Brutto" in realtà è più un giudizio estetico, quindi una persona brutta, un edificio brutto, una voce brutta.

"Brutto" è il contrario di "bello". "Bello", "brutto".

Tuttavia usiamo "brutto", così come usiamo anche l'antonimo, "bello",

anche quando stiamo parlando di cose, per esempio, artistiche, come un film, una canzone, un quadro. Noi non diciamo che un libro è buono, ma diciamo che un libro è "bello", o al contrario, un libro è "brutto".

Una canzone è brutta / bella.

Quindi se diciamo "un libro brutto" non è che stiamo per forza dicendo che l'aspetto esteriore,

estetico del libro è brutto.

Magari sì, il contesto ci aiuta a capire che stiamo dicendo,

più probabilmente, comunque, ci stiamo riferendo al contenuto del libro, quindi [stiamo dando] un giudizio complessivo.

Poi c'è la parola cattivo, che ha un'origine interessante, perché deriva dalla locuzione in latino (in realtà latino medievale, quindi in ambiente, diciamo, cristiano, ecclesiastico) captīvus diabolī,

cioè prigioniero del diavolo.

Pensate ad altre parole come "catturare", oppure "cattività", che hanno questo senso di "prigionia", di "imprigionare".

La prima accezione di "cattivo" è un significato morale, come anche "buono", del resto.

Una persona "buona" e una persona "cattiva".

Mentre "una persona brutta" è una persona che non è bella, ma attenzione,

perché se io dico "una brutta persona" è tutta un'altra cosa. "Una brutta persona" è una persona che

non ci sta molto simpatica, una persona cattiva, una persona antipatica, una persona immorale, una brutta persona.

Quindi la posizione dell'aggettivo in italiano è importante.

E "cattivo" si usa anche in altri contesti, che non fanno riferimento necessariamente alla moralità, per esempio

quando parliamo di "gusti" e di "sapori". Un gelato può essere "cattivo", una pasta alla carbonara può essere "cattiva",

che non vuol dire che è "immorale", anche se vedendo come la fanno in alcuni paesi del mondo potremmo dire che è quasi immorale.

Però viene utilizzata in questo caso semplicemente per descrivere la qualità, il gusto.

In realtà la verità è questa, che in tanti casi voi non potrete tradurre letteralmente "bad" oppure "malo"

con "brutto" o "cattivo", perché spesso si usano anche altre parole e spesso si usano anche delle locuzioni.

Noi possiamo dire che qualcosa non è un granché.

"Non è un granché" significa che qualcosa non è eccezionale, è mediocre.

Possiamo anche dire che un attività "fa male". In inglese "smoking is bad", in italiano "fumare fa male".

Se parliamo di un'abilità possiamo dire "scarso", oppure "incapace".

Sono scarso a calcio, oppure sono incapace a calcio, oppure "[sono scarso/incapace] a giocare a calcio".

Oppure possiamo dire addirittura "pessimo". "Pessimo" deriva lui stesso dal latino.

In latino il paradigma era "malus", "peior", "pessimus", come in inglese "bad", "worse", "worst".

"Malus" non c'è più, praticamente. "Peior" [è diventato [peggiore], "pessimus" [è diventato] "pessimo".

Quindi "pessimo" si può anche dire, ma è superlativo, quindi molto molto forte.

Se parliamo di dolore possiamo dire che il dolore è "forte", oppure "intenso", ma non è "cattivo" come in inglese,

che (meglio: in cui) si dice "the pain is really bad".

Una situazione può essere "grave", in alcuni casi "brutta".

A volte possiamo usare tante parole. Possiamo dire che "le notizie sono brutte", "brutte notizie",

ma anche "cattive notizie" e, perché no, "pessime notizie" oppure "gravi notizie".

In sostanza, ricordatevi che il significato originario di "brutto" è estetico e il significato originario di "cattivo" è morale.

Ma poi in realtà bisogna vedere caso per caso, parola per parola.

Quindi bisogna rendersi conto delle "collocazioni",

insieme a quali altre parole e in quali contesti si usano questi aggettivi o queste locuzioni.

Quindi serve ed è importanteesporsi alla lingua, , come dico sempre, e il modo migliore per farlo è... utilizzando LingQ. Bella questa transizione, eh?

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Ma la cosa di cui volevo parlarvi oggi è del fatto che potete utilizzare LingQ anche sulla vostra... sul vostro dispositivo mobile.

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Grazie a LingQ per aver sponsorizzato questo episodio.

L'ultima cosa che volevo dire è che "malo" in realtà non è del tutto morto,

perché "malo " in realtà sopravvive in alcuni fossili, in alcune espressioni fisse,

che si sono fissate in una certa maniera.

Per esempio "a malapena". "Fabio non ha mangiato niente, ha mangiato a malapena un pezzo di pane".

"A malapena" significa "facendo fatica", "facendo un grande sforzo", "a malapena".

A volte si scrive tutto attaccato, come "malapena", ma a volte si scrive staccato.

Per esempio: "prendere una persona a male parole". Se una persona ti prende a male parole ti sta insultando,

ti sta trattando male.

Si può essere "in mala fede", che significa "fare qualcosa di ingannevole" in maniera consapevole,

"essere consapevolmente ingannevoli", "essere in mala fede".

Se il tempo fuori è brutto si può parlare di "mal tempo".

Siamo arrivati alla fine di questo video, ma volevo ancora farvi una domanda.

Se siete stranieri volevo chiedervi: vi creano difficoltà queste parole, "brutto", "cattivo"?

Magari provate anche a fare qualche esempio di frase nei commenti sotto e riuscirò proverò a correggerle.

Chiedo anche agli italiani che mi seguono di correggere qualche frase, per aiutare i nostri amici stranieri.

Mentre se siete italiani: quali altri modi di tradurre "bad" o di tradurre "malo", dallo spagnolo, vi vengono in mente?

Detto questo io voglio ringraziare tutte queste persone che sostengono il progetto, il Podcast Italiano Club.

Sul Podcast Italiano Club questa settimana farò un episodio in cui parlerò di un po' di cose che non ho potuto dire in questo video,

tra cui anche tante altre parole come quelle che abbiamo visto, "malapena", "male parole", ecc.

Ce ne sono davvero tante in italiano, quindi parlerò di queste, magari vi interessa se state imparando l'italiano.

E niente, grazie per il sostegno. Ci vediamo nel prossimo video. Alla prossima. Ciao!


A word that SHOULD exist in Italian but doesn't (anymore) [Learn Italian, with subs] Ein Wort, das es im Italienischen geben SOLLTE, aber nicht (mehr) gibt [Italienisch lernen, mit Untertiteln]. A word that SHOULD exist in Italian but doesn't (anymore) [Learn Italian, with subs]. Una palabra que DEBERÍA existir en italiano pero que (ya) no existe [Learn Italian, with subs]. Uma palavra que DEVERIA existir em italiano, mas não existe (mais) [Aprenda italiano, com subs].

Ma in italiano come si dice "bad"?

Oppure "malo" in spagnolo, "shlecht" in tedesco, "плохой" in russo?

Beh, tante persone che stanno muovendo i primi passi nell'italiano oppure che sanno un po' di spagnolo

potrebbero avere la tentazione di dire "malo".

E se ci pensate ha senso: abbiamo gli avverbi di modo, "bene" e "male"

e quindi perché non gli aggettivi "buono" e "malo"?

Ma in italiano, a differenza dello spagnolo, non è così, e quindi l'aggettivo "malo" non si usa più.

Non voglio dire che non esista, ma non si usa più.

Perché in passato si usava.

Come sempre per capire l'origine di questo aggettivo che non abbiamo più dobbiamo tornare al latino,

e in latino si diceva "malus". "Malus", "mala", "malum", maschile, femminile, neutro.

"Malus" era un aggettivo ed era il contrario di "bonus".

Da "malus" si formava l'avverbio, perché un modo di fare l'avverbio in latino era mettendo una "e" al posto del suffisso

quindi "male", "in maniera cattiva" potremmo dire.

Ma nella storia dell'italiano "malo", "mala" si usavano molto molto frequentemente.

Facciamo un esempio. Prendiamo il caro, vecchio - questa volta - Dante,

spesso definito "padre della lingua italiana".

Nel "Convivio", un'opera di Dante dove ci sono sia prosa che poesia a un certo punto Dante parla del volgare,

il volgare inteso come la lingua del popolo, quindi non il latino, la lingua che parlano le persone.

E difende il volgare, attaccando tutte le persone, tutti gli intellettuali, tutti i letterati che non usano il volgare,

che criticano il volgare solamente perché, secondo Dante, non lo sanno usare bene.

E dice: "sì come lo mal fabbro biasima lo ferro appresentato a lui".

Che sarebbe: "così come il fabbro incapace, che non è bravo, critica lo strumento che gli viene dato".

"E lo malo citarista biasima la cetera", "il chitarrista poco bravo, incapace anche lui, critica la cetra*"

(notate tra l'altro "citarista", "chitarrista", "cetera", "chitarra")

"credendo di dare la colpa del mal coltello e del mal sonare",

quindi "credendo di dare la colpa del coltello fabbricato male e del suonare male" rispettivamente al ferro e alla cetra* e levarla a sé, togliendola a sé. puis «croire qu'il blâme le couteau mal fait et le mauvais son» respectivement sur le fer et la cithare * et le lui enlève, l'enlève à lui-même.

Quindi dice: "chi si rifiuta di usare il volgare perché sostiene che non sia buono è come un fabbro

che non sa usare il martello e critica il martello. O meglio, era coltello, ma vabè, avete capito.

E facendo un salto in avanti di qualche secolo vediamo Manzoni, nel primo romanzo, di fatto,

della letteratura italiana, "I Promessi Sposi". Vediamo questa frase che dice:

"mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo". "bad thing to be born poor, my dear Renzo". "mauvaise chose d'être né pauvre, mon cher Renzo".

Ora non vi spiego la trama de "I Promessi Sposi", però vediamo anche qui

"mala cosa", quindi "brutta cosa nascere povero".

Quindi ancora nel 1800, nel XIX (diciannovesimo) secolo, si utilizzava questo aggettivo.

Ora, io non so cosa sia successo (magari qualcuno di voi lo sa, magari qualche italiano che studia

filologia romanza o qualcosa del genere sa dirmelo), per qualche motivo questo aggettivo ha smesso di essere usato.

E oggi non si usa più. Ma allora che cosa diciamo al posto di "malo"? Beh diciamo tante cose, in realtà,

ci sono tanti aggettivi, ci sono tante locuzioni che possiamo impiegare.

Vorrei soffermarmi sulle due principali, sui due principali aggettivi, che sono "brutto" e "cattivo" e sulla loro origine.

Ecco, "brutto" deriva da "bruto", e "bruto" deriva a sua volta da "brūtus" in latino.

Cerco di pronunciarlo alla maniera latina.

Un bruto è una persona rozza, una persona poco sofisticata, poco intelligente, se vogliamo.

questo è un bruto, una persona rozza. c'est une brute, une personne grossière.

Pensate alla parola "brutale", oppure alla "forza bruta".

"Brutto" in realtà è più un giudizio estetico, quindi una persona brutta, un edificio brutto, una voce brutta.

"Brutto" è il contrario di "bello". "Bello", "brutto".

Tuttavia usiamo "brutto", così come usiamo anche l'antonimo, "bello",

anche quando stiamo parlando di cose, per esempio, artistiche, come un film, una canzone, un quadro. Noi non diciamo che un libro è buono, ma diciamo che un libro è "bello", o al contrario, un libro è "brutto".

Una canzone è brutta / bella.

Quindi se diciamo "un libro brutto" non è che stiamo per forza dicendo che l'aspetto esteriore,

estetico del libro è brutto.

Magari sì, il contesto ci aiuta a capire che stiamo dicendo,

più probabilmente, comunque, ci stiamo riferendo al contenuto del libro, quindi [stiamo dando] un giudizio complessivo.

Poi c'è la parola cattivo, che ha un'origine interessante, perché deriva dalla locuzione in latino (in realtà latino medievale, quindi in ambiente, diciamo, cristiano, ecclesiastico) captīvus diabolī,

cioè prigioniero del diavolo.

Pensate ad altre parole come "catturare", oppure "cattività", che hanno questo senso di "prigionia", di "imprigionare".

La prima accezione di "cattivo" è un significato morale, come anche "buono", del resto.

Una persona "buona" e una persona "cattiva".

Mentre "una persona brutta" è una persona che non è bella, ma attenzione,

perché se io dico "una brutta persona" è tutta un'altra cosa. "Una brutta persona" è una persona che

non ci sta molto simpatica, una persona cattiva, una persona antipatica, una persona immorale, una brutta persona.

Quindi la posizione dell'aggettivo in italiano è importante.

E "cattivo" si usa anche in altri contesti, che non fanno riferimento necessariamente alla moralità, per esempio

quando parliamo di "gusti" e di "sapori". Un gelato può essere "cattivo", una pasta alla carbonara può essere "cattiva",

che non vuol dire che è "immorale", anche se vedendo come la fanno in alcuni paesi del mondo potremmo dire che è quasi immorale.

Però viene utilizzata in questo caso semplicemente per descrivere la qualità, il gusto.

In realtà la verità è questa, che in tanti casi voi non potrete tradurre letteralmente "bad" oppure "malo"

con "brutto" o "cattivo", perché spesso si usano anche altre parole e spesso si usano anche delle locuzioni.

Noi possiamo dire che qualcosa non è un granché. We can say that something is not that great. On peut dire que quelque chose n'est pas terrible.

"Non è un granché" significa che qualcosa non è eccezionale, è mediocre.

Possiamo anche dire che un attività "fa male". In inglese "smoking is bad", in italiano "fumare fa male".

Se parliamo di un'abilità possiamo dire "scarso", oppure "incapace". Si nous parlons d'une compétence, nous pouvons dire «pauvre» ou «incapable».

Sono scarso a calcio, oppure sono incapace a calcio, oppure "[sono scarso/incapace] a giocare a calcio".

Oppure possiamo dire addirittura "pessimo". "Pessimo" deriva lui stesso dal latino. Or we can even say "bad". "Bad" itself derives from the Latin.

In latino il paradigma era "malus", "peior", "pessimus", come in inglese "bad", "worse", "worst".

"Malus" non c'è più, praticamente. "Peior" [è diventato [peggiore], "pessimus" [è diventato] "pessimo".

Quindi "pessimo" si può anche dire, ma è superlativo, quindi molto molto forte.

Se parliamo di dolore possiamo dire che il dolore è "forte", oppure "intenso", ma non è "cattivo" come in inglese,

che (meglio: in cui) si dice "the pain is really bad".

Una situazione può essere "grave", in alcuni casi "brutta".

A volte possiamo usare tante parole. Possiamo dire che "le notizie sono brutte", "brutte notizie",

ma anche "cattive notizie" e, perché no, "pessime notizie" oppure "gravi notizie".

In sostanza, ricordatevi che il significato originario di "brutto" è estetico e il significato originario di "cattivo" è morale.

Ma poi in realtà bisogna vedere caso per caso, parola per parola.

Quindi bisogna rendersi conto delle "collocazioni",

insieme a quali altre parole e in quali contesti si usano questi aggettivi o queste locuzioni.

Quindi serve ed è importanteesporsi alla lingua, , come dico sempre, e il modo migliore per farlo è... utilizzando LingQ. Bella questa transizione, eh?

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e poi potete caricare i vostri, di contenuti, potete imparare utilizzando i vostri podcast preferiti,

se avete una trascrizione, e potete anche aggiungere l'audio, se avete l'audio.

Ma la cosa di cui volevo parlarvi oggi è del fatto che potete utilizzare LingQ anche sulla vostra... sul vostro dispositivo mobile.

Quindi i testi che leggete, o che importate, su cui state lavorando potete averli anche sul telefono, sul tablet,

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L'ultima cosa che volevo dire è che "malo" in realtà non è del tutto morto,

perché "malo " in realtà sopravvive in alcuni fossili, in alcune espressioni fisse,

che si sono fissate in una certa maniera.

Per esempio "a malapena". "Fabio non ha mangiato niente, ha mangiato a malapena un pezzo di pane". For example "barely". "Fabio ate nothing, he barely ate a piece of bread".

"A malapena" significa "facendo fatica", "facendo un grande sforzo", "a malapena".

A volte si scrive tutto attaccato, come "malapena", ma a volte si scrive staccato.

Per esempio: "prendere una persona a male parole". Se una persona ti prende a male parole ti sta insultando,

ti sta trattando male.

Si può essere "in mala fede", che significa "fare qualcosa di ingannevole" in maniera consapevole,

"essere consapevolmente ingannevoli", "essere in mala fede".

Se il tempo fuori è brutto si può parlare di "mal tempo".

Siamo arrivati alla fine di questo video, ma volevo ancora farvi una domanda.

Se siete stranieri volevo chiedervi: vi creano difficoltà queste parole, "brutto", "cattivo"?

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