I ask a polyglot to answer your questions (subs)
[Lucrezia] La prima domanda te la fa Alexandra, che ti chiede se hai
uno o due ricordi belli legati al fatto che tu parli varie lingue.
[Luca] Ok. Allora, sì, due cose da condividere: una è una storia d'amore e l'altra una storia di amicizia.
Noi siamo qua al Gianicolo, che bellissimo giusto qua sotto
a Trastevere, che un quartiere bellissimo di Roma,
mi ricordo che ero seduto in questa piazza che si chiama (Piazza) Santa Maria in Trastevere
dove le persone si riuniscono di solito anche di sera per bere e chiacchierare
e mi ricordo che a un certo punto, dietro di me, perché eravamo tutti seduti - io con i miei amici, e a un certo punto sento
un ruttone gigantesco che viene da una ragazza tra l'altro, mi giro, dico: "Oh, that's one loud burp!" in inglese, no?
Un rutto piuttosto fragoroso e questa ragazza si mette a ridere e mi chiede "ah ma tu sei americano?"
e io le dico "no, solo italiano" e da lì
l'amico che stava vicino è diventato uno dei miei migliori amici e questo grazie al fatto che ho detto "that's one loud burp"
in inglese in quel modo e poi quindi sono diventato amico. Io penso sempre che
siamo sempre circondati di persone che potenzialmente potrebbero diventare i nostri amici.
[Lucrezia] E la storia d'amore? [Luca] E la storia d'amore! La storia d'amore invece quando stavo a
Praga nel 2007 con due amici e ad un certo punto stavo nella hall di questo ostello e vedo tre ragazze francesi che stavano parlando fra loro,
cominciamo a parlare, in quei momenti scatta, no..ho detto "vous êtes françaises?", siete francesi?, e loro mi hanno chiesto appunto
"ma tu sei francese", "ma perché parli francese bene", bla bla e una di queste ragazze è diventata la mia
ragazza per cinque anni. Quindi è stato molto romantico
e molto bello grazie al francese e all'inglese.
[Lucrezia] Allora, la seconda domanda invece viene da Ilya, che ti chiede se la tua personalità cambia in base alla lingua che parli.
[Luca] Allora, io rispondevo sempre di sì, dicevo sempre che mi sento diverso
quando parlo un'altra lingua, ma secondo me non è proprio così, nel senso che secondo me quello che succede
è la seguente cosa: immaginatevi - io uso sempre questa metafora, la metafora del prisma. Il prisma viene colpito da una luce e si vedono le componenti primarie del prisma. Parlare tante lingue
per me è come mostrare i diversi lati della mia personalità, quindi sono sempre io, però la mia personalità è filtrata attraverso la cultura e il suono, il suono della lingua.
[Lucrezia] Allora la terza domanda è:
consiglieresti di imparare più lingue contemporaneamente?
[Luca] Io normalmente sconsiglio di imparare due lingue allo stesso tempo, perché
più lingue si imparano allo stesso tempo e più tempo ed energia dovresti impiegare. Io sono dell'idea che se vuoi imparare una lingua, la dovresti imparare
tutti i santi giorni. Quindi farne due tutti i santi giorni è difficile, punto primo. Punto secondo, se hai tempo da
investire nell'apprendimento delle lingue, hai un'esperienza pur sempre nell'apprendimento delle lingue e
diciamo non scegli due lingue che sono troppo simili, come l'italiano e lo spagnolo, il tedesco e l'olandese, il russo e il polacco,
allora potrebbe anche andare bene quindi la risposta è dipende da tutta una serie di circostanze.
Una cosa importante da evidenziare è che io sconsiglio
comunque di imparare due lingue troppo simili, perché di solito confliggono nella tua testa, perché hanno strutture simili, quindi il tuo cervello va a pescare
strutture simili e poi tu ti ingarbugli tutto mentalmente. [Lucrezia] E questo mi porta in realtà alla quarta domanda.
Allora, come fare appunto per non confondere lingue della stessa famiglia?
[Luca] Diciamo che, in generale, per evitare di confondere due lingue che sono simili, quello che faccio è la seguente cosa:
imparo una lingua sempre ad un livello che mi permette di
identificarmi con quella lingua. Finché non hai costruito quello che io definisco
"nucleo linguistico", non passo ad un'altra lingua simile. Se io imparassi da zero sia lo spagnolo sia il francese, sarebbe un disastro, punto primo.
Ma se io, per esempio, emigro in Spagna e già conosco il francese e parlo lo spagnolo tutti i giorni, l'errore da evitare è dimenticarsi il francese non usandolo mai. Quindi la risposta è, se vuoi
diciamo, per non confondere le due lingue, primo, devi stabilire due identità differenti per evitare anche di
perderle - dovresti cercare di usare tutte e due. Nella nostra testa ci sono due meccanismi: quello di immagazzinamento e quello di recupero; quando parli poco
una lingua, quel robottino che va a prendere le
informazioni si rompe e quindi non ti vengono più le parole in quella lingua. E poi un'altra cosa che faccio per evitare di confonderle è sostanzialmente stabilire un identità precisa in ogni lingua specifica.
[Lucrezia] Un'altra domanda è come fai a trovare persone con cui parlare le varie lingue? [Luca} Di persone ce ne stanno ovunque, qua ne passano a frotte. [Lucrezia] Sì, però la domanda era "consigli per una persona introversa".
[Luca] Ecco! Sì, perché io parlerei a chiunque! Cioè io mi giro e parlo. [Lucrezia] Però mettiti nei panni di una persona che è molto timida e introversa, come si fa? [Luca] Anzitutto, vorrei permettere questo. Io non so se credere al fatto che ci sono persone introverse o estroverse.
O meglio, ci sono sicuramente persone che sono più timide di altre, però il consiglio base è che - anche io ero timido,
non sembra, ma ero abbastanza introverso.
Secondo me, l'esperienza cambia le persone.
Ovviamente per cambiare dovresti un minimo buttarti. Per le persone particolarmente timide, quello che consiglierei di fare è fare le cose per gradi.
Ho letto di recente, in un commento che mi ha colpito, di una persona che ha scritto:
"Sono così timida che l'idea anche di assumere un insegnante su una piattaforma mi terrorizza".
Io invece direi che quella è l'opzione che uno potrebbe scegliere. E cioè:
Adesso, attualmente ci sono un sacco di
piattaforme che puoi utilizzare per cercare un insegnante che ti vada a genio e questo/a insegnante che ti va a genio
lo puoi vedere, puoi vedere una persona che parla, presentarsi, puoi vedere le
recensioni che vengono lasciate delle altre persone, se ti dà fiducia, secondo me dovresti prendere il coraggio a due mani
e fare una prima conversazione di 15-30 minuti con questa persona. Non è difficile,
sarai su Skype, sarai a casa tua.
[Lucrezia] Puoi riattaccare quando vuoi. [Luca] Se sei nel panico attacca e dici che dovevi andare di corsa al bagno.
Però eviterei di buttarsi in situazioni che ti stressano troppo, quindi prendere prima una situazione in cui puoi gestire
questa conversazione. Non devi per forza parlare nella lingua *che impari*, anche per rilassarti, poi se sei americano puoi parlare in inglese,
se invece parli un'altra lingua, parli nella tua lingua madre a quella persona - se quella persona parla quella lingua.
Importante è avere una lingua di tramite se è possibile, ti rilassi, comincia a dire le tue prime parole.
Appuntatevi, magari prima di parlare, qualcosa di cui volete parlare. "Voglio parlare di questo, questo e questo" in maniera tale che sapete di cosa parlate, perché sennò...
[Lucrezia] Come avanzare da un livello B2 a un livello C1?
Perché spesso ci si trova bloccati, no? Tra vari livelli.
Adesso noi parliamo di livelli per facilitare un po' la conversazione, per avere dei punti di riferimento.
[Luca] Come se fa? [Lucrezia] Esatto, come se fa a na vanti? [Luca] Come si fa ad andare avanti? Traduzione dal romanesco.
La domanda è un po' complessa e richiede un po' di articolazione,
ma cercherò di andare al punto. È normale innanzitutto, quello che hai detto tu è molto interessante, usiamo i livelli A1, B2, C2 come riferimento, ma sono etichette. In realtà lo spettro dell'apprendimento è uno spettro continuo, non è che tu salti da una zona ad un'altra
e improvvisamente fai "ah, ero A2 ieri, oggi sono B2". B2 significa - per dare un riferimento - che uno parla la lingua
fluentemente, cioè con disinvoltura. Ma questo non significa che hai una
padronanza totale della lingua, anzi, lungi dall'aver raggiunto un livello madrelingua. Il consiglio che do è molto semplice: tutti
si trovano prima o poi ad avere l'impressione di essere rimasti incastrati,
bloccati in un certo livello, non vi preoccupate.
del fatto di "oh, ma quand'è che raggiungo il livello successivo?",
perché se continuate a lavorare, ci arriverete. A patto che ogni volta che studiate una lingua, imparate la lingua,
abbiate in mente di fare qualcosa di leggermente diverso da quello che avete fatto il giorno prima.
Ci sono due tipi di pratiche: la pratica normale e quella deliberata. La pratica normale è semplicemente,
per esempio, per lo speaking "ok, vado su Skype, faccio una conversazione" oppure
parlo con te in francese ,parliamo per il gusto di parlare, cose che faresti normalmente quando si tratta di parlare,
leggere, eccetera, eccetera. Poi però c'è la pratica deliberata, un concetto inventato da un signore che si chiama Ericcson, che consiste
nell'usare la lingua - questo vale per tutte le abilità, ma in particolare per l'apprendimento delle lingue - usare la lingua in maniera tale da
progredire. Un esempio concreto: se io e te parliamo in francese
tutti i giorni così, certo migliori un po' perché comunque è pratica. Ma se io e te ci mettiamo su
Skype oppure facciamo una lezione 1-1 e tu decidi prima di cosa parlare, poi ti cerchi le parole, mi fai un
discorso, io ti do il feedback, ti correggo qui e lì, tu riascolti,
quello che hai fatto, ti auto-correggi, ci lavori sopra. La pratica deliberata significa
registrare, prepararsi, è un lavoro in più che ovviamente richiede una certa energia mentale, ma ti
spinge dove tu rimani incastrato. Quindi quello che io faccio con le lingue è lavorare poco tutti i giorni, ma mirato.
Quindi lo faccio con l'ungherese, lo faccio con il greco due volte a settimana,
però quando faccio quei trenta minuti, sono trenta minuti fatti bene, con una preparazione previa. [Lucrezia] Un lavoro consapevole.
[Luca] Bravissima. [Lucrezia] Siamo arrivati all'ultima domanda. In realtà non è una domanda, è un'affermazione.
Allora, l'input e l''output, l'importanza dell'equilibrio.
[Luca] La base dovrebbe essere l'input, perché più input fai e meglio è. Non puoi far uscire qualcosa se prima non
entra nelle orecchie, giusto? [Lucrezia] Esattamente.
[Luca] Grazie a internet
l'input lo puoi prendere ovunque, qualsiasi cosa che ti viene in mente.
Parlare o scrivere è un po' più difficile, perché per parlare puoi sempre parlare da solo, che è un ottimo consiglio, però parlare con qualcuno
significa avere un'interazione significativa, è quindi importante.
Direi che la risposta è:
dipende dalla zona di apprendimento in cui sei. Se sei un principiante io farei
l'80/90 per cento di input; se sei intermedio comincerei a fare un 70-30,
sempre 70 di input e 30 per cento di output. L'input è la cosa fondamentale,
l'output, una volta che cominci a parlare poi dipende da te, se vivi nel paese parlerai un sacco, se non vivi in quel
paese parlerei di meno, dipende dalle circostanze.
[Lucrezia] Perfetto, grazie!
[Luca] Prego! [Lucrezia] Grazie per aver risposto a queste domande.
[Luca] È stato un piacere. [Lucrezia] E spero che sia utile per voi, spero che sia utile
sia per quanto riguarda il contenuto sia per, diciamo, fare un piccolo esercizio di ascolto.
E vi abbiamo messo alla prova, perché abbiamo scelto un posto molto trafficato.
[Luca] Baci e abbracci dal Gianicolo. [Lucrezia] Ciao!