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I nomi fanno il mondo - Gian Luca Favetto, 10. NELLA VALLE DI HAN

10. NELLA VALLE DI HAN

In un paese della valle di Han, di cui non ricordo il nome – racconta Carlton McGill, lo scrittore- li confondo i nomi, dice, i nomi delle città, delle persone, delle cose, li perdo, come perdo gli indirizzi, i numeri di telefono e gli occhiali, a volte; nella valle di Han, dunque, viveva un uomo di corporatura possente, ma dotato di una grazia e un'eleganza fuori dal comune. Era stato un marito premuroso. Aveva avuto due figlie e, a un certo punto, anche un genero e tre nipoti, che non aveva visto crescere, perché la sua famiglia, tutta la sua famiglia, anche la moglie, persino le sorelle, erano volati in Occidente.

Amministrava una piccola rendita, custodiva una grande biblioteca e non chiudeva mai casa: se qualcuno fosse tornato all'improvviso, avrebbe potuto entrare. Tutti i giorni leggeva, studiava e andava al fiume.

Tutte le sere apparecchiava il tavolo per la famiglia. A chi lo spiava attraverso i vetri, dava l'impressione di non mangiare mai solo. La notte, coricandosi, il vecchio Tuyen Quang ripiegava il lenzuolo anche sull'altra sponda del letto. La mattina, raccoglieva i capelli sul cuscino accanto al suo -dove da anni nessuno poggiava il capo.


10. NELLA VALLE DI HAN

In un paese della valle di Han, di cui non ricordo il nome – racconta Carlton McGill, lo scrittore- li confondo i nomi, dice, i nomi delle città, delle persone, delle cose, li perdo, come perdo gli indirizzi, i numeri di telefono e gli occhiali, a volte; nella valle di Han, dunque, viveva un uomo di corporatura possente, ma dotato di una grazia e un'eleganza fuori dal comune. Era stato un marito premuroso. Aveva avuto due figlie e, a un certo punto, anche un genero e tre nipoti, che non aveva visto crescere, perché la sua famiglia, tutta la sua famiglia, anche la moglie, persino le sorelle, erano volati in Occidente.

Amministrava una piccola rendita, custodiva una grande biblioteca e non chiudeva mai casa: se qualcuno fosse tornato all'improvviso, avrebbe potuto entrare. Tutti i giorni leggeva, studiava e andava al fiume.

Tutte le sere apparecchiava il tavolo per la famiglia. A chi lo spiava attraverso i vetri, dava l'impressione di non mangiare mai solo. La notte, coricandosi, il vecchio Tuyen Quang ripiegava il lenzuolo anche sull'altra sponda del letto. La mattina, raccoglieva i capelli sul cuscino accanto al suo -dove da anni nessuno poggiava il capo.