×

Utilizziamo i cookies per contribuire a migliorare LingQ. Visitando il sito, acconsenti alla nostra politica dei cookie.


image

Mattinate Napoletane, 11 - SCIROCCO

11 - SCIROCCO

La mattinata umida e malinconosa, senza raggio di sole, moriva tristamente nelle ultime luci fredde e annebbiate dell'imbrunire. A' rumori che nel giorno l'aria spessa e pesante aveva ammortiti, alla vita della mattina piena di movimento, di voci, di strepiti, che il tempo uggioso avea resi come sordi e sfiniti, succedeva adesso, dopo un paio d'ore d'ozio snervante, l'impaziente rivoluzione della sera, che pareva volesse reagire a quel torpore durato così a lungo tra l'aspettare invano i soliti piccoli avvenimenti e il raggomitolarsi con lo spirito e il corpo in un malessere d'insofferenza che la giornata metteva ne' muscoli e nel sangue. Alle quattro era venuta giù un po' d'acquerugiola fina e diaccia, che filtrava i brividi nell'ossa, e a guardarla si sarebbe detto che fosse bigia come il cielo e piagnucolosa come un'ostinazione di bimbo malaticcio. Laggiù, in piazza S. Ferdinando, i cocchieri del posto bestemmiavan sottovoce, la testa insaccata fra le spalle, il tappetino della vettura sulle ginocchia strette.

—Che, divertimento ah?—La gente s'era scordata d'andare in carrozza. Ognuno casa sua la teneva a quattro passi, e poi col sole che c'era veniva la voglia di farsela una passeggiata co' piedi nelle pozzanghere.—E così la giornata se ne scivolava…—Ohè?… vengo? vengo?…

Ora tutte le fruste schioccavano; qualche signore dal marciapiedi di faccia voltava gli occhi a destra e a manca, aspettando che spuntasse una carrozzella di passaggio per risparmiare un paio di soldi, che, tanto si sa, quelle del posto non si muovono se non le trattate a dovere e voglion la corsa intera per

quattro passi come le hanno avvezzate i signori ricchi che portano il collo stretto nel solino, lo staio sulle orecchie e vanno a Chiaia senza sporcare i

cuscini, con lo palme delle mani sulle cosce. Ma intanto con quel tempo e con quella scarsezza il posto s'arrendeva, lasciandosi fare.—Otto soldi al Museo—diceva il signore—Datemi mezza lira—E l'altro duro: Otto soldi.— Il cocchiere ci pensava un pezzo prima di decidersi a pigliarlo per quella miseria, ma intanto come il signore s'impazientiva e faceva per voltargli le spalle, e allora con un santa pazienza lo chiamava: —Sentite… andiamo… salite.

Dal posto i compagni stavano a guardare, seguendo con gli occhi il battibecco, indovinandone le offerte e le transazioni. Lui pel sacrificio che aveva fatto si sfogava con la povera bestia, la quale scotendosi tutta con un balzo alla prima frustata incollerita che le toglieva il pelo, rabbrividiva di sorpresa e di dolore. E mentre nel pigliar l'aire dava una strappannata al panciere, lui ritto in serpa, mangiandosi la lingua, scoteva la mano all'aria due volte, e spiegava le dita a mostrare ai compagni quanti soldi pigliasse. Le ombre scendevano rapidamente: dalle basi rotonde de' fanali, di cui la fiamma a gasse si dondolava leggermente fra i vetri appannati, la striscia nera della colonnina si proiettava ad angolo su i marciapiedi umidi, e in cima la lanterna ingrandiva smisuratamente, spandendosi. C'era poi, sopra l'insegna di un magazzino, il grande orologio di Riccio, che luceva da tutte e due le facce, pallido come la luna, e faceva venir la malinconia, malgrado vi fossero sopra due grandi ali dorate come quelle degli angioli a lato dell'altare maggiore. Allungandosi lo sguardo arrivava sino al principio della scesa del Gigante; laggiù il verde cupo degli alberi si fondeva col cielo tutto d'un pezzo, nero come il carbone. Ma nello spiazzato innanzi alla gran massa del palazzo reale, tutti i lumi s'eran data la posta come ogni sera, e assieme ai fanali grandi a cinque rami, di sotto alle colonne del peristilio, le lampade a bomba rischiaravano la piazza deserta e silenziosa, ove pareva che andasse a morire nell'immensità del vuoto tutto il romorio di Toledo. In questa brutta serata di marzo, come sonarono le sette all'orologio di piazza Dante, tanto debolmente che appena lui potette seguirne i rintocchi, Manlio si

decise ad uscire. Dopo aver leggiucchiate le prime pagine di un romanzo nuovo, di cui si era annoiato a morte, fra le cinque e le sei di sera s'era buttato sul letto, volendo gustare, per la prima volta dopo un mese, la voluttà del sonno a quell'ora. Così tra l'appisolarsi e il rimaner cogli occhi aperti per un pezzetto a guardar nel soffitto le ragnatele lasciate in pace, stette un'ora buona, in forse se dovesse uscire o rimanersene a casa, ora che il tempo minacciava.

Manlio: un bel nome, di cui doveva la romanità severa alla madre buona e intelligente che s'era ridotta in provincia a seguire il marito e c'era rimasta perchè lui contava di raggranellare il suo po' di sostanza, vendendo dei fondi che da assai tempo lacerava a furia di liti l'ostinato accanimento di tre eredi, fra i quali egli era primo. Con le buone parole, co' sacrificii e la pazienza lui si era fitto in capo di spuntar la faccenda e le cose andavano bene. La signora Maria scriveva al figliuolo, ogni settimana, lettere piene di cuore e di rimpianti, promettendo, a rassicurarlo, che sarebbe tornata subito, arrischiando timidamente, con una dolcezza di parole che nascondevano la severità, dei piccoli ammonimenti nei quali tremava, inconsapevole, il suo grande amore di madre lontana. Manlio, leggendole, si commoveva. Ora la

solitudine, che fra tutte le sue vaghe aspirazioni di fanciullo nervoso, era stato sempre il desiderio più intenso, lo spaventava, rimettendogli innanzi agli

occhi il ricordo di certe sere calme d'inverno, quando la pioggia batteva a' vetri ed essi chiacchieravano sottovoce nel tepore della stanza, mentre il padre leggeva la gazzetta e fumava. Nei brevi momenti di silenzio, quando la signora Maria s'era lasciata scappare una maglia della calza che lavorava, s'udiva dal lettuccio il respiro uguale della bimba che dormiva con una manina sul petto. Che sere! Lui raccontava i suoi progetti, si animava facendo mille castelli in aria, lasciandosi trasportare, gesticolando sottovoce e la brava donna sorrideva, contemplandolo tutta pensosa, e le maglie della calza scappavano. Ma eran sogni d'oro quelli che lo cullavano allora; dormiva sino a giorno tutto d'un fiato sotto la coltre doppia che, a volte, quando non aveva ancor chiusi gli occhi, sentiva a rimboccarglisi sotto al mento dalle mani leggere della madre… Questo pensava Manlio in quella sera di marzo, smaniando sul letto, che scricchiolava, voltandosi da tutte le parti come se fosse sulle spine. All'ultimo, mentre l'oscurità empiva la stanzuccia e lui non vedeva altro se non di faccia, il vano della porta anche più nero dell'ombra, una strana inquietitudine lo prese. Quasi gli venne paura che da un momento all'altro, così, solo com'era, in quel silenzio, in quella oscurità avesse a mancargli la vita. Quando si levò, cercando tentoni i fiammiferi, le mani gli tremavano e durava fatica a tirar su il flato.

—Impossibile—mormorò, com'ebbe acceso il lume e gli tornò l'animo— impossibile….. Questa è vita che non può durare…

Si vestì e scese. Mettendo il piede nella strada si ricordò di non aver preso il paracqua. Stette un momento in forse se dovesse risalire o tirar via facendone a meno, tanto era un'acqueruggiola minuta che non faceva male e poi rifar daccapo settanta gradini era una cosa che lo seccava abbastanza. Si mise in cammino, scendendo per Toledo, con le mani in tasca e la testa china, tutto pensoso. Che si sentisse dentro lui stesso non lo sapeva: era un malessere, un'oppressione, un'insofferenza, che lo rendevano odioso a se stesso; fra tutto lo impensieriva ora come un intuito delle disillusioni che gli toccherebbe a sopportare; indovinava le aspettative insoddisfatte, cui da un momento all'altro si troverebbe di contro nella sua piccola vita serale, della quale si faceva il conto che il tempo cattivo dovesse romper le abitudini. Difatti entrando nel caffè ove gli amici erano soliti a raccogliersi accanto alla gran tavola di marmo, trovò ch'essa era deserta, e andò a sedervi aspettandoli. Chiese il caffè e gli parve addirittura acqua calda; lo sorbì tutto d'un sorso dopo averlo fatto raffreddare, non volendo avere la pazienza di centellinarlo col gusto che ci pigliava ogni sera. Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia.

Cominciava a dolergli la testa; gli occhi, in quella nebbia, che il fumo dei sigari spandeva nel locale chiassoso, gli s'intorbidivano, e gli diventavan piccoli. A un momento, mentre uno spilungone di maestro di musica batteva sconciamente sui tasti del pianoforte, egli sentì il colpo secco e la vibrazione, per un secondo, d'una corda che si spezzava facendo «zin!», cosa che gli accapponò la pelle. S'alzò guardando all'orologio sul pancone del principale; erano le nove, gli amici non sarebbero più venuti.

E, lentamente, con le labbra strette, infilò la porta che riusciva sulla piazzetta innanzi al Municipio. Pioveva sempre allo stesso modo. Lui si mise a camminar dritto avanti a sè, non sapendo che via pigliare per tornare a casa più presto, ora a piccoli passi, ora affrettandoli per trovarsi subito fra le sue quattro mura. E camminando si rodeva dentro con gli amici che non eran venuti, con la umana leggerezza che dimentica tutto, con sè stesso che era tanto ingenuo da contare su tutti. Avrebbe voluto che i compagni avessero indovinata la sua solitudine in quella sera, avrebbe voluto che fra essi uno solo almeno avesse pensato a farsi trovare per tenergli compagnia.

I suoi nervi in quel momento avevano acquistata una tensione straordinaria. Gli scoppi rumorosi delle fruste, quando gli passavano accosto le vetture, lo irritavano, bestemmiava sottovoce, sbuffando, come inciampava nell'oscurità col piede in una rotaia di tranvai che lo sbalzava da un lato, sorprendendolo dolorosamente. La luce dei magazzini gli abbagliava gli occhi; a volte sentiva fra le spalle come delle punture di aghi, che gli davano per un momento l'irritazione d'una bestia inquieta. Ora si trovava di faccia al teatro S. Carlo. Entrò lentamente sotto il porticato. Si fermò a leggere un cartellone mezzo lacerato che pendeva a uno de' muri. S'accorse che sotto a quel muro una persona, che lui conosceva molto da vicino, stava tranquillamente accendendo un sigaro. Si adocchiarono nello stesso momento; Manlio s'accostò, con la mano stesa. —Buonasera, signor Roberto.

—Buonasera, Manlio; come va?

—Eh!—disse lui, facendo spallucce—Son seccato…

L'altro, passando il sigaro nell'angolo delle labbra, fece per incamminarsi. Manlio gli tenne dietro, stringendoglisi accosto. Gli pareva, che quegli non gli avesse detto addio per stare un po' assieme, e intanto già s'annoiava della compagnia. Costui era un uomo in su i quaranta, scriveva per i giornali, era tenuto in

molta stima nel suo paese e godeva d'una certa fama di serietà che lo onorava. Quella sera aveva l'aria d'uno cui è capitato un guaio e, piccolo piccolo com'era, col gran cappello su gli occhi, il bavero del soprabito alzato, faceva quasi compassione. Dopo un momento di silenzio, camminando sempre, disse:

—Dove andate?

—A casa.

—Che brutto tempo!…—fece l'altro, senza guardarlo in faccia. —Tempo canaglia…—rispose Manlio, coi denti stretti.

Vi fu un altro momento di silenzio, poi, lentamente, quello del sigaro mormorò con un risolino forzato:

—Come mi vedete ho perduto poco fa duecento franchi.

—Ah?—fece Manlio, senza commuoversi, come se non avesse capito bene. Poi non vi fu più una parola. Il signor Roberto camminava tutto astratto, a

capo basso, studiandosi di mettere il piede sempre nel mezzo delle lastre del selciato, provando una piccola contrarietà quando per inavvertenza gli capitasse tra le commessure. Manlio non vedeva l'ora di toglierselo d'accosto. Ora una collera sorda lo irritava contro quest'uomo che perdeva duecento lire come se niente fosse e se ne andava passeggiando in una serata come quella. E l'altro, mentre badava stupidamente a regolare il piede in modo che si trovasse sempre nel mezzo del lastrone, pregava tutti i santi perchè mandassero via questo giovinotto pittimoso, del quale la muta e pesante compagnia gli cadeva addosso come un incubo. Così per venti minuti di cammino, tornando a poco a poco ciascuno alle sue idee nere, quasi non accorgendosi più della loro vicinanza, non aprirono bocca. A un punto, sul marciapiedi poco discosto dalla casa di Manlio, una donna, una signora bellissima, sola, stretta in un lungo sciallo nero, alta, pallida, fiera, passò loro accosto. Fu come una visione.

—Che bella donna!—mormorò Manlio, come parlando a se stesso.

—Bellissima…—sospirò l'altro, senza alzar gli occhi. Di colpo si guardarono, si tesero le mani contemporaneamente, stringendosele. Si erano fermati per un secondo.

—Addio—disse il signor Roberto.

—Addio—rispose Manlio.

Lentamente entrò nel palazzo ove abitava e si mise a salir le scale. Quando fu in casa, senza togliersi il soprabito umido, buttò sulla tavola il cappello a cencio, provando uno strano batticuore, un'emozione nuova e misteriosa. Tentò di mettersi a scrivere, pensando che questo dovesse distrarlo, compilando in mente, rannicchiato sulla seggiola innanzi al tavolino, una lettera alla mamma, piena di tenerezze e di sfoghi. Ma quando cercò intorno i fiammiferi si ricordò d'averli dimenticati al caffè. E innanzi a questa piccola contrarietà ebbe un momento di immensa disperazione. Si gettò bocconi sul lettuccio, mordendo nella furia il cuscino, torcendo le lenzuola nel pugno, singhiozzando.

Pioveva sempre, ma la pioggia non batteva ai vetri con lo stesso ritmo dolce delle lunghe serate in famiglia nè alcun lume nella stanzuccia poteva mostrargli la faccia pallida e sorridente della madre e in fondo, nella penombra, il lettuccio della piccola sorella dormente.

Così, in quella triste serata umida e tetra, in quello scompiglio nervoso che infuriava nel suo morale tormentandogli il fisico a scosse dolorose, egli, solo, solo nella sua amarezza, in quella oscurità fitta della cameretta, si mise a urlare come un pazzo.


11 - SCIROCCO 11 - SCIROCCO 11 - SCIROCUS

La mattinata umida e malinconosa, senza raggio di sole, moriva tristamente nelle ultime luci fredde e annebbiate dell'imbrunire. A' rumori che nel giorno l'aria spessa e pesante aveva ammortiti, alla vita della mattina piena di movimento, di voci, di strepiti, che il tempo uggioso avea resi come sordi e sfiniti, succedeva adesso, dopo un paio d'ore d'ozio snervante, l'impaziente rivoluzione della sera, che pareva volesse reagire a quel torpore durato così a lungo tra l'aspettare invano i soliti piccoli avvenimenti e il raggomitolarsi con lo spirito e il corpo in un malessere d'insofferenza che la giornata metteva ne' muscoli e nel sangue. Alle quattro era venuta giù un po' d'acquerugiola fina e diaccia, che filtrava i brividi nell'ossa, e a guardarla si sarebbe detto che fosse bigia come il cielo e piagnucolosa come un'ostinazione di bimbo malaticcio. At four o'clock a little drizzle of fine and cold water had come down, which filtered the chills in the bone, and looking at it it would have been said that it was bigia like the sky and whining like an obstinacy of sickly child. Laggiù, in piazza S. Ferdinando, i cocchieri del posto bestemmiavan sottovoce, la testa insaccata fra le spalle, il tappetino della vettura sulle ginocchia strette. Over there, in Piazza S. Ferdinando, the coachmen of the place swore softly, their heads stuffed between their shoulders, the carpet of the car on their tight knees.

—Che, divertimento ah?—La gente s'era scordata d'andare in carrozza. "What fun, ah?" People had forgotten to go by carriage. Ognuno casa sua la teneva a quattro passi, e poi col sole che c'era veniva la voglia di farsela una passeggiata co' piedi nelle pozzanghere.—E così la giornata se ne scivolava…—Ohè?… vengo? Everyone kept his house a few paces, and then with the sun that was there came the desire to take a walk with his feet in the puddles. "And so the day slipped away ..." Oh? ... I come? vengo?…

Ora tutte le fruste schioccavano; qualche signore dal marciapiedi di faccia voltava gli occhi a destra e a manca, aspettando che spuntasse una carrozzella di passaggio per risparmiare un paio di soldi, che, tanto si sa, quelle del posto non si muovono se non le trattate a dovere e voglion la corsa intera per Now all the whips popped; some ladies from the sidewalk facing their eyes turned left and right, waiting for a passing wheelchair to come out to save a couple of money, which, as you know, those of the place do not move if you do not treat them properly and want the race whole for

quattro passi come le hanno avvezzate i signori ricchi che portano il collo stretto nel solino, lo staio sulle orecchie e vanno a Chiaia senza sporcare i four steps as accustomed to them by the rich gentlemen who wear their necks tight in the solino, stay on their ears and go to Chiaia without dirtying the

cuscini, con lo palme delle mani sulle cosce. pillows, with the palms of the hands on the thighs. Ma intanto con quel tempo e con quella scarsezza il posto s'arrendeva, lasciandosi fare.—Otto soldi al Museo—diceva il signore—Datemi mezza lira—E l'altro duro: Otto soldi.— Il cocchiere ci pensava un pezzo prima di decidersi a pigliarlo per quella miseria, ma intanto come il signore s'impazientiva e faceva per voltargli le spalle, e allora con un santa pazienza lo chiamava: —Sentite… andiamo… salite.

Dal posto i compagni stavano a guardare, seguendo con gli occhi il battibecco, indovinandone le offerte e le transazioni. Lui pel sacrificio che aveva fatto si sfogava con la povera bestia, la quale scotendosi tutta con un balzo alla prima frustata incollerita che le toglieva il pelo, rabbrividiva di sorpresa e di dolore. He, for the sacrifice he had made, vented with the poor beast, who, shaking himself with a leap at the first angry whip that took her fur, shivered with surprise and pain. E mentre nel pigliar l'aire dava una strappannata al panciere, lui ritto in serpa, mangiandosi la lingua, scoteva la mano all'aria due volte, e spiegava le dita a mostrare ai compagni quanti soldi pigliasse. And while in taking the air he gave a tear to the waistcoat, he standing in a snake, eating his tongue, shook his hand in the air twice, and spread his fingers to show his companions how much money he got. Le ombre scendevano rapidamente: dalle basi rotonde de' fanali, di cui la fiamma a gasse si dondolava leggermente fra i vetri appannati, la striscia nera della colonnina si proiettava ad angolo su i marciapiedi umidi, e in cima la lanterna ingrandiva smisuratamente, spandendosi. C'era poi, sopra l'insegna di un magazzino, il grande orologio di Riccio, che luceva da tutte e due le facce, pallido come la luna, e faceva venir la malinconia, malgrado vi fossero sopra due grandi ali dorate come quelle degli angioli a lato dell'altare maggiore. Allungandosi lo sguardo arrivava sino al principio della scesa del Gigante; laggiù il verde cupo degli alberi si fondeva col cielo tutto d'un pezzo, nero come il carbone. Stretching his gaze he went as far as the beginning of the descent of the Giant; over there the dark green of the trees merged with the sky in one piece, black as coal. Ma nello spiazzato innanzi alla gran massa del palazzo reale, tutti i lumi s'eran data la posta come ogni sera, e assieme ai fanali grandi a cinque rami, di sotto alle colonne del peristilio, le lampade a bomba rischiaravano la piazza deserta e silenziosa, ove pareva che andasse a morire nell'immensità del vuoto tutto il romorio di Toledo. But in the displacement in front of the great mass of the royal palace, all the lights were given the post as every evening, and together with the large five-branched lights, under the columns of the peristyle, the bomb lamps illuminated the deserted and silent square where it seemed that all the hermitage of Toledo was going to die in the immensity of the void. In questa brutta serata di marzo, come sonarono le sette all'orologio di piazza Dante, tanto debolmente che appena lui potette seguirne i rintocchi, Manlio si Dante, so weakly that as soon as he could follow his tolls, Manlio did

decise ad uscire. decided to go out. Dopo aver leggiucchiate le prime pagine di un romanzo nuovo, di cui si era annoiato a morte, fra le cinque e le sei di sera s'era buttato sul letto, volendo gustare, per la prima volta dopo un mese, la voluttà del sonno a quell'ora. After reading the first pages of a new novel, of which he was bored to death, between five and six in the evening he threw himself on the bed, wanting to taste, for the first time in a month, the pleasure of sleeping in that hour. Così tra l'appisolarsi e il rimaner cogli occhi aperti per un pezzetto a guardar nel soffitto le ragnatele lasciate in pace, stette un'ora So between napping and remaining with his eyes open for a little while looking at the cobwebs left in peace in the ceiling, he stayed an hour buona, in forse se dovesse uscire o rimanersene a casa, ora che il tempo minacciava.

Manlio: un bel nome, di cui doveva la romanità severa alla madre buona e intelligente che s'era ridotta in provincia a seguire il marito e c'era rimasta perchè lui contava di raggranellare il suo po' di sostanza, vendendo dei fondi che da assai tempo lacerava a furia di liti l'ostinato accanimento di tre eredi, fra i quali egli era primo. Manlio: a beautiful name, of which he owed the severe Romanity to the good and intelligent mother who had reduced herself in the province to follow her husband and was there because he was counting on gathering up his bit of substance, selling funds that from a long time he tore apart the obstinate fury of three heirs, among whom he was first. Con le buone parole, co' sacrificii e la pazienza lui si era fitto in capo di spuntar la faccenda e le cose andavano bene. La signora Maria scriveva al figliuolo, ogni settimana, lettere piene di cuore e di rimpianti, promettendo, a rassicurarlo, che sarebbe tornata subito, arrischiando timidamente, con una dolcezza di parole che nascondevano la severità, dei piccoli ammonimenti nei quali tremava, inconsapevole, il suo grande amore di madre lontana. Manlio, leggendole, si commoveva. Ora la

solitudine, che fra tutte le sue vaghe aspirazioni di fanciullo nervoso, era stato sempre il desiderio più intenso, lo spaventava, rimettendogli innanzi agli

occhi il ricordo di certe sere calme d'inverno, quando la pioggia batteva a' vetri ed essi chiacchieravano sottovoce nel tepore della stanza, mentre il padre leggeva la gazzetta e fumava. Nei brevi momenti di silenzio, quando la signora Maria s'era lasciata scappare una maglia della calza che lavorava, s'udiva dal lettuccio il respiro uguale della bimba che dormiva con una manina sul petto. Che sere! Lui raccontava i suoi progetti, si animava facendo mille castelli in aria, lasciandosi trasportare, gesticolando sottovoce e la brava donna sorrideva, contemplandolo tutta pensosa, e le maglie della calza scappavano. He recounted his plans, got animated by making a thousand castles in the air, letting himself be carried away, gesturing softly and the good woman smiled, contemplating him completely thoughtful, and the mesh of the sock ran away. Ma eran sogni d'oro quelli che lo cullavano allora; dormiva sino But those who cradled him then were sweet dreams; slept until a giorno tutto d'un fiato sotto la coltre doppia che, a volte, quando non aveva ancor chiusi gli occhi, sentiva a rimboccarglisi sotto al mento dalle mani leggere della madre… Questo pensava Manlio in quella sera di marzo, smaniando sul letto, che scricchiolava, voltandosi da tutte le parti come se fosse sulle spine. All'ultimo, mentre l'oscurità empiva la stanzuccia e lui non vedeva altro se At the end, while the darkness filled the little room and he saw nothing else non di faccia, il vano della porta anche più nero dell'ombra, una strana inquietitudine lo prese. Quasi gli venne paura che da un momento all'altro, così, solo com'era, in quel silenzio, in quella oscurità avesse a mancargli la vita. Quando si levò, cercando tentoni i fiammiferi, le mani gli tremavano e durava fatica a tirar su il flato. When he got up, groping for the matches, his hands trembled and he struggled to pull the flate up.

—Impossibile—mormorò, com'ebbe acceso il lume e gli tornò l'animo— impossibile….. Questa è vita che non può durare…

Si vestì e scese. Mettendo il piede nella strada si ricordò di non aver preso il paracqua. Stette un momento in forse se dovesse risalire o tirar via facendone a meno, tanto era un'acqueruggiola minuta che non faceva male e poi rifar daccapo settanta gradini era una cosa che lo seccava abbastanza. He stood a moment in doubt if he had to go up or pull away without doing so, so much was a petite drizzle that didn't hurt and then going back seventy steps again was something that annoyed him enough. Si mise in cammino, scendendo per Toledo, con le mani in tasca e la testa china, tutto pensoso. Che si sentisse dentro lui stesso non lo sapeva: era un malessere, un'oppressione, un'insofferenza, che lo rendevano odioso a se stesso; fra tutto lo impensieriva ora come un intuito delle disillusioni che gli toccherebbe a sopportare; indovinava le aspettative insoddisfatte, cui da un momento all'altro si troverebbe di contro nella sua piccola vita serale, della quale si faceva il conto che il tempo cattivo dovesse romper le abitudini. That he felt inside himself did not know: it was a malaise, an oppression, an impatience, which made him hateful to himself; among all he worried him now as an intuition of the disillusionments he would have to endure; he guessed the unfulfilled expectations, which at any moment he would find himself against in his little evening life, of which he realized that bad weather had to break habits. Difatti entrando nel caffè ove gli amici erano soliti a raccogliersi accanto alla gran tavola di marmo, trovò ch'essa era deserta, e andò a sedervi aspettandoli. Chiese il caffè e gli parve addirittura acqua calda; lo sorbì tutto d'un sorso dopo averlo fatto raffreddare, non volendo avere la pazienza di centellinarlo col gusto che ci pigliava ogni sera. Nel caffè c'era una piccola orchestra che di colpo si mise a sonare un walzer fritto e rifritto, un'antipatia di musica frettolosa e saltellante, che mise una gaiezza stupida fra i consumatori. Lui, di faccia a un borghese, che batteva il tempo col cucchiaino nel vassoietto, si sentiva un formicolio nelle mani; gli avrebbe voluto buttar la chicchera in faccia. He, facing a bourgeois, who was beating time with a spoon in the tray, felt a tingling in his hands; he would have liked to throw the bean in his face.

Cominciava a dolergli la testa; gli occhi, in quella nebbia, che il fumo dei sigari spandeva nel locale chiassoso, gli s'intorbidivano, e gli diventavan piccoli. His head was starting to ache; his eyes, in that fog, which the smoke of the cigars spread in the rowdy room, became cloudy, and became small to him. A un momento, mentre uno spilungone di maestro di musica batteva sconciamente sui tasti del pianoforte, egli sentì il colpo secco e la vibrazione, per un secondo, d'una corda che si spezzava facendo «zin!», cosa che gli accapponò la pelle. In a moment, while a lanky master of music beat unconsciously on the piano keys, he felt the sharp blow and the vibration, for a second, of a string that broke making "zin!", Which made his skin crawl . S'alzò guardando all'orologio sul pancone del principale; He got up looking at the clock on the principal's pancone; erano le nove, gli amici non sarebbero più venuti.

E, lentamente, con le labbra strette, infilò la porta che riusciva sulla piazzetta innanzi al Municipio. And slowly, with tight lips, he entered the door that he could on the small square in front of the Town Hall. Pioveva sempre allo stesso modo. It always rained the same way. Lui si mise a camminar dritto avanti a sè, non sapendo che via pigliare per tornare a casa più presto, ora a piccoli passi, ora affrettandoli per trovarsi subito fra le sue quattro mura. He started walking straight ahead, not knowing which way to go home sooner, now in small steps, now hurrying to find himself immediately within its four walls. E camminando si rodeva dentro con gli amici che non eran venuti, con la umana leggerezza che dimentica tutto, con sè stesso che era tanto ingenuo da contare su tutti. Avrebbe voluto che i compagni avessero indovinata la sua solitudine in quella sera, avrebbe voluto che fra essi uno solo almeno avesse pensato a farsi trovare per tenergli compagnia.

I suoi nervi in quel momento avevano acquistata una tensione straordinaria. Gli scoppi rumorosi delle fruste, quando gli passavano accosto le vetture, lo irritavano, bestemmiava sottovoce, sbuffando, come inciampava nell'oscurità col piede in una rotaia di tranvai che lo sbalzava da un lato, sorprendendolo dolorosamente. La luce dei magazzini gli abbagliava gli occhi; a volte sentiva fra le spalle come delle punture di aghi, che gli davano per un momento l'irritazione d'una bestia inquieta. The light from the warehouses dazzled his eyes; at times he felt between his shoulders like needle stings, which gave him for a moment the irritation of a restless beast. Ora si trovava di faccia al teatro S. Carlo. Entrò lentamente sotto il porticato. Si fermò a leggere un cartellone mezzo lacerato che pendeva a uno de' muri. S'accorse che sotto a quel muro una persona, che lui conosceva molto da vicino, stava tranquillamente accendendo un sigaro. Si adocchiarono nello stesso momento; Manlio s'accostò, con la mano stesa. They eyed each other at the same time; Manlio approached, with his hand stretched out. —Buonasera, signor Roberto.

—Buonasera, Manlio; come va?

—Eh!—disse lui, facendo spallucce—Son seccato… —Eh! —He said, shrugging — I'm annoyed…

L'altro, passando il sigaro nell'angolo delle labbra, fece per incamminarsi. The other, passing the cigar in the corner of his lips, started to walk. Manlio gli tenne dietro, stringendoglisi accosto. Gli pareva, che quegli non gli avesse detto addio per stare un po' assieme, e intanto già s'annoiava della compagnia. Costui era un uomo in su i quaranta, scriveva per i giornali, era tenuto in

molta stima nel suo paese e godeva d'una certa fama di serietà che lo onorava. Quella sera aveva l'aria d'uno cui è capitato un guaio e, piccolo piccolo com'era, col gran cappello su gli occhi, il bavero del soprabito alzato, faceva quasi compassione. That evening he had the air of someone who had trouble and, small as he was, with his hat on his eyes, the collar of his overcoat raised, he was almost pitying. Dopo un momento di silenzio, camminando sempre, disse:

—Dove andate?

—A casa.

—Che brutto tempo!…—fece l'altro, senza guardarlo in faccia. —Tempo canaglia…—rispose Manlio, coi denti stretti. "Rogue time ..." Manlio replied, with clenched teeth.

Vi fu un altro momento di silenzio, poi, lentamente, quello del sigaro mormorò con un risolino forzato: There was another moment of silence, then slowly, that of the cigar murmured with a forced chuckle:

—Come mi vedete ho perduto poco fa duecento franchi. —As you see me, I lost two hundred francs a little while ago.

—Ah?—fece Manlio, senza commuoversi, come se non avesse capito bene. Poi non vi fu più una parola. Then there was no word. Il signor Roberto camminava tutto astratto, a

capo basso, studiandosi di mettere il piede sempre nel mezzo delle lastre del selciato, provando una piccola contrarietà quando per inavvertenza gli capitasse tra le commessure. Manlio non vedeva l'ora di toglierselo d'accosto. Ora una collera sorda lo irritava contro quest'uomo che perdeva duecento lire come se niente fosse e se ne andava passeggiando in una serata come quella. E l'altro, mentre badava stupidamente a regolare il piede in modo che si trovasse sempre nel mezzo del lastrone, pregava tutti i santi perchè mandassero via questo giovinotto pittimoso, del quale la muta e pesante compagnia gli cadeva addosso come un incubo. Così per venti minuti di cammino, tornando a poco a poco ciascuno alle sue idee nere, quasi non accorgendosi più della loro vicinanza, non aprirono bocca. A un punto, sul marciapiedi poco discosto dalla casa di Manlio, una donna, una signora bellissima, sola, stretta in un lungo sciallo nero, alta, pallida, fiera, passò loro accosto. Fu come una visione.

—Che bella donna!—mormorò Manlio, come parlando a se stesso.

—Bellissima…—sospirò l'altro, senza alzar gli occhi. Di colpo si guardarono, si tesero le mani contemporaneamente, stringendosele. Si erano fermati per un secondo.

—Addio—disse il signor Roberto.

—Addio—rispose Manlio.

Lentamente entrò nel palazzo ove abitava e si mise a salir le scale. Quando fu in casa, senza togliersi il soprabito umido, buttò sulla tavola il cappello a cencio, provando uno strano batticuore, un'emozione nuova e misteriosa. When he was at home, without taking off his wet overcoat, he threw the rag on the table, feeling a strange heartbeat, a new and mysterious emotion. Tentò di mettersi a scrivere, pensando che questo dovesse distrarlo, compilando in mente, rannicchiato sulla seggiola innanzi al tavolino, una lettera alla mamma, piena di tenerezze e di sfoghi. He tried to write, thinking that this should distract him, compiling in his mind, curled up on the chair in front of the table, a letter to his mother, full of tenderness and outbursts. Ma quando cercò intorno i fiammiferi si ricordò d'averli dimenticati al caffè. E innanzi a questa piccola contrarietà ebbe un momento di immensa disperazione. Si gettò bocconi sul lettuccio, mordendo nella furia il cuscino, torcendo le lenzuola nel pugno, singhiozzando. He threw himself face down on the bed, biting his pillow in fury, twisting the sheets in his fist, sobbing.

Pioveva sempre, ma la pioggia non batteva ai vetri con lo stesso ritmo dolce delle lunghe serate in famiglia nè alcun lume nella stanzuccia poteva mostrargli la faccia pallida e sorridente della madre e in fondo, nella penombra, il lettuccio della piccola sorella dormente. It was always raining, but the rain did not beat at the windows with the same sweet rhythm of the long family evenings, nor could any light in the closet show him the pale and smiling face of his mother and at the bottom, in the twilight, the little sister's dormant sleeping bed.

Così, in quella triste serata umida e tetra, in quello scompiglio nervoso che infuriava nel suo morale tormentandogli il fisico a scosse dolorose, egli, solo, solo nella sua amarezza, in quella oscurità fitta della cameretta, si mise a urlare come un pazzo. So, in that sad and gloomy evening, in that nervous turmoil that raged in his morale tormenting his physique with painful shakes, he, alone, only in his bitterness, in that thick darkness of the bedroom, began to scream like a madman.