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Furore del drago by Jacques Béziers, L’arte di semplificare

L'arte di semplificare

Prima di andare avanti nel racconto degli anni che seguirono, è necessario approfondire ancora il punto a mio avviso più importante, ossia come Bruce concepiva veramente la sua arte marziale.

Che fosse un atleta di altissimo livello e un insegnante di kung fu eccezionale l'abbiamo già visto. Ho solo accennato però al fatto che dal suo lavoro quotidiano stava sorgendo qualcosa di completamente nuovo. La tentazione di definirlo uno stile tutto nuovo è forte, ma così violerei uno dei comandamenti più importanti di Bruce riguardo il Jeet Kune Do. Per dirla con le sue parole, quello di cui sto per parlare è infatti “uno stile senza stile”. Quando ci si confronta su Bruce Lee con degli esperti, emerge subito il suo inconfondibile modo di combattere: rapido, preciso, inesorabile, in uno stato di perenne anticipo sull'avversario. Anticipare sempre l'avversario: è su questo aspetto che bisogna per prima cosa enfatizzare. Il sistema acquisì un nome verso il 1967, quando venne creato appunto il Jeet Kune Do, abbreviato spesso semplicemente con JKD. “La via del pugno che intercetta”, questo letteralmente il suo significato, doveva soddisfare la concezione rivoluzionaria di arte marziale di Bruce Lee.

Il suo approccio era come ho già accennato olistico, totale, capace di racchiudere in un gesto un'intera filosofia. Questo non è un libro che pretende di illustrare tecnicamente il Jeet Kune Do. Esistono moltissimi volumi sull'argomento, a partire dalle raccolte di manoscritti dello stesso Bruce, che meritano di essere almeno sfogliati già solo per le splendide illustrazioni realizzate di suo pugno. A me interessa unicamente cercare di cogliere e restituire l'essenza, lo spirito che ha animato il lungo e complesso percorso di ricerca di Bruce Lee, e che ha trovato la sua suprema sublimazione nel “metodo senza metodo”, per usare un'altra delle fulminanti espressioni del suo creatore. Nel suo “metodo senza metodo” Bruce andava a caccia di semplicità. Uno dei punti su cui Bruce ha sempre insistito è stata la diffidenza nei confronti delle tecniche marziali particolarmente scenografiche ed esuberanti. A che serve fare bella mostra di sé quando non si è efficaci? Chi ha visto combattere Bruce Lee ha sempre provato l'inebriante sensazione dell'essenzialità, di assistere a ogni cosa come fosse al posto giusto nel momento giusto, senza eccessi e manierismi. Benché fosse capacissimo di esibirsi in calci volanti e altre “mosse” di efficacissimo impatto visivo, la maggior parte dei calci del JKD sono bassi, stroncano l'avversario e lo riducono quasi in cenere prima che questi possa compiere ciò che ha in mente di fare. Bruce non diceva mai “fai un bel calcio”, diceva invece: “Scegli i bersagli più facili, quelli raggiungibili più semplicemente e colpisci”.

Bruce era consapevole che il talento poteva essere importante; prima di tutto però era fondamentale acquisire la conoscenza, cosa possibile solo attraverso il sacrificio e la più completa abnegazione. Non è un caso che la sua fonte ispiratrice principale fosse costituita dallo Zen e dal Tao, due tra le discipline spirituali e fisiche più severe al mondo. Nello Zen, inoltre, uno dei capisaldi è rappresentato dalla dissoluzione dell'ego, altro elemento importante per il vero cultore di Jeet Kune Do. Per noi può essere complicato mettere assieme una volontà di ferro e la dissoluzione dell'ego, cioè di quel centro personale con cui, nella civiltà occidentale, siamo abituati a fare i conti quotidianamente e che reputiamo essere il motore che genera la volontà stessa. Eppure non è così, e una volontà granitica può esistere soltanto in presenza di un ego che si dissolve. Quello infatti che noi scambiamo per forza di volontà è banale ostinazione, orgoglio, cocciutaggine: tutte qualità deprecabili e che portano a risultati soltanto provvisori. Quando Bruce ammonisce di “diventare un fantoccio di legno, che non ha ego, non pensa, non afferra e non stringe nulla”, sta attingendo alla profondissima saggezza di cui era figlio, e lo fa attraverso una delle tipiche espressioni icastiche di quella cultura.

Diventare un fantoccio di legno significa rinunciare al proprio orgoglio, al proprio tornaconto, al proprio successo. E, proprio per questo, trionfare. Una delle domande più frequenti che viene posta nei seminari di filosofia orientale è la seguente: come è possibile conciliare mancanza di ego e azione? Bruce dice continuamente: “Agisci!”, ma se non ho un ego come faccio ad agire? La risposta è che essere completamente nelle cose, privi di quella maschera che è l'ego, significa agire continuamente e naturalmente. L'arte e l'azione divengono veramente tali, nella loro più alta forma, solo quando sono privi di autocoscienza. Solo quando l'autocoscienza svanisce, e quindi quello che il grande Sekkei Harada, autore del fondamentale L'essenza dello Zen, chiama l'io-sé, scompare, a quel punto cessa ogni divisione. Noi e gli oggetti della nostra percezione diveniamo un'unica cosa. Persino se si tratta del nostro nemico.

Il Jeet Kune Do nasce da questi presupposti (dissoluzione dell'ego, essenzialità ed efficacia, disciplina quasi logorante), e naturalmente anche da una competenza tecnica superiore. Come sappiamo Bruce era espertissimo nel wing chun, eppure a un certo punto della sua vita comprende chiaramente che è necessario “gettare alle ortiche tutti i modelli, gli schemi, gli stili”. Anzi il concetto stesso di stile perde per lui ogni valore. Bisogna andare più in profondità nell'animo umano, cercare un atteggiamento interiore. Il Jeet Kune Do appare così come una liberazione, la sua personale forma di liberazione, in cui tutti i metodi possono essere utilizzati e si può far ricorso a qualunque stile, senza preconcetti ma con competenza.

Imparare tutti gli stili e poi dimenticarli, lasciando che sia il subconscio a utilizzare di volta in volta ciò che più è adatto alla situazione. “Sapere e non sapere”, dice ancora Harada, perché “la vera saggezza è un conoscere in cui non rimane alcuna percezione di quel conoscere”. Questo è un atteggiamento mentale talmente nuovo – e ancora oggi talmente rivoluzionario, almeno dalle nostre parti – che ad alcuni di noi risulterà faticoso persino da concepire.

Bruce afferma una cosa molto importante: “Non pensare di vincere o perdere: dimentica l'orgoglio e la sofferenza”. Solo capendo appieno queste parole possiamo veramente comprendere la sua danza d'acciaio, lo scaturire di mosse inesorabili e necessarie (nulla di meno, nulla di più), con cui Bruce annientava qualunque avversario. Ribadisco: qualunque avversario.

Una buona idea rimane tale anche se viene tratta fuori dal contesto in cui è nata. Questo è valido per le scienze, per la religione, per la filosofia, per l'arte. Come possiamo allora comprendere e applicare questo insegnamento illuminante di Bruce anche se non pratichiamo le arti marziali?

La vita non è fatta di scuole, di tecniche, di atteggiamenti e pregiudizi. È molto importante comprendere che le maschere, le personae (per usare un termine latino entrato nel nostro linguaggio con un'accezione diversa) che indossiamo, in verità non ci appartengono. Esse scaturiscono dalle contingenze e quel che è peggio da disposizioni preconcette. Più precisamente sono il prodotto di chi ci sta davanti, e dipendono da come noi reagiamo. I pregiudizi fanno la nostra personalità, e capire questo è già il primo passo per la “liberazione nell'azione” predicata da Lee. Le maschere sono reazioni, strati su strati di reazioni.

Bruce invoca in ciascuno di noi la capacità di abbandonare questi pregiudizi, che nel caso di un combattimento sono generati dall'avversario, ma che nella vita di tutti i giorni sono semplicemente l'altro che abbiamo davanti. Nel momento in cui diventiamo consapevoli di questo, cioè che un nostro dato modo di essere appartiene all'altro e non a noi stessi, questa maschera, questa modalità nata per soddisfare nel bene o nel male le richieste di qualcuno, si dissolve. La si può vedere allontanarsi come una barca deserta trascinata dalle correnti, e noi rimaniamo liberi spettatori, liberi di contemplare il nostro orizzonte. E di agire, se necessario.

Se si tratta di un combattimento diventiamo totalmente liberi di annientare l'avversario. Se si tratta del più complesso combattimento della vita, diventiamo liberi di essere finalmente noi stessi. L'azione diventa essenziale, nulla è più superfluo. Finalmente viviamo veramente.

Per arrivare ai migliori risultati Bruce chiede esplicitamente all'allievo di essere dinamico e attivo al massimo grado durante l'allenamento, ma calmo e imperturbabile durante il combattimento. Questo perché in fase di allenamento (tenete presente, però, che gli allenamenti con Bruce erano molto realistici) bisogna attingere a tutte le energie disponibili (compresa l'immaginazione) e può servire avere uno stimolo diverso dal qui e ora. Il combattimento è invece tutt'altra cosa, e deve sistematicamente rinnegare la drammaticità dell'evento in corso. Lasciar andare la presa è d'altronde il metodo migliore per risultare veramente vincitori. Questo può apparire incomprensibile per noi che viviamo in una società in cui di continuo ci viene chiesto di attaccare rabbiosamente l'avversario o i problemi (i nostri avversari in senso lato). Tale visione, tanto sciocca quanto diffusa, è sostanzialmente errata perché cieca. Essa infatti non vede come ogni volta che un problema (o un nemico) si pone davanti a noi, esso non è solo. Noi siamo come specchi, e riflettiamo immediatamente, al sorgere di un problema esterno, un omologo di esso dentro di noi. Così i nemici da combattere sono sempre due (o forse uno solo, realmente noi stessi).

Per dirla in altri termini esiste un nemico concreto, esterno, e un nemico che abbiamo introiettato, altrettanto reale, che lotta dentro di noi. Qualunque furibonda azione che mettiamo in campo non fa altro che dilaniarci dentro, perché attacca anzitutto una parte di noi stessi. Ecco perché dobbiamo mantenere la calma, e lasciare andare questo ospite indesiderato. Nel momento in cui rimaniamo veramente imperturbati, inattaccabili anzitutto dai nemici che vorrebbero insediarci nella nostra parte più intima, diventiamo eccezionalmente forti, e niente può più veramente colpirci. Vita e morte non devono riguardarci quando combattiamo, così come non deve riguardarci né l'idea del trionfo né il terrore della sconfitta. Il Jeet Kune Do è davvero, in questo senso, pura illuminazione, una luce netta che porta chiarezza. Vengono pertanto permessi tutti i movimenti e tutte le traiettorie – fermo restando il principio di economia –, qualunque sistema affiori dal subconscio per anticipare l'avversario e intercettare le sue mosse. Ogni abitudine, ogni pensiero ordinario, ogni formula devono essere trattati come spazzatura per la mente.

Il Jeet Kune Do è l'arte del semplificare, a cominciare dalla posizione di guardia, inizialmente ereditata dal kung fu e poi evolutasi in una posizione assai più fluida, e proseguendo in ogni aspetto tecnico, dalle cosiddette parate, agli attacchi, alle prese. Non c'è niente che venga trascurato dalla sua geniale, essenziale riletture.


L’arte di semplificare Die Kunst der Vereinfachung The art of simplifying El arte de simplificar A arte de simplificar

Prima di andare avanti nel racconto degli anni che seguirono, è necessario approfondire ancora il punto a mio avviso più importante, ossia come Bruce concepiva veramente la sua arte marziale. Before going on in the story of the years that followed, it is necessary to go deeper into my most important point, namely how Bruce really conceived his martial art.

Che fosse un atleta di altissimo livello e un insegnante di kung fu eccezionale l'abbiamo già visto. We have already seen him as an athlete of the highest level and an exceptional kung fu teacher. Ho solo accennato però al fatto che dal suo lavoro quotidiano stava sorgendo qualcosa di completamente nuovo. I only mentioned, however, that something completely new was arising from his daily work. La tentazione di definirlo uno stile tutto nuovo è forte, ma così violerei uno dei comandamenti più importanti di Bruce riguardo il Jeet Kune Do. The temptation to call it a whole new style is strong, but so I would violate one of Bruce's most important commandments regarding Jeet Kune Do. Per dirla con le sue parole, quello di cui sto per parlare è infatti “uno stile senza stile”. To put it in his words, what I'm going to talk about is in fact "a style without style". Quando ci si confronta su Bruce Lee con degli esperti, emerge subito il suo inconfondibile modo di combattere: rapido, preciso, inesorabile, in uno stato di perenne anticipo sull'avversario. When we compare experts on Bruce Lee, his unmistakable way of fighting immediately emerges: quick, precise, inexorable, in a state of perennial advance on the opponent. Anticipare sempre l'avversario: è su questo aspetto che bisogna per prima cosa enfatizzare. Always anticipate the opponent: it is on this aspect that we must first emphasize. Il sistema acquisì un nome verso il 1967, quando venne creato appunto il Jeet Kune Do, abbreviato spesso semplicemente con JKD. The system acquired a name around 1967, when Jeet Kune Do was created, often abbreviated simply with JKD. “La via del pugno che intercetta”, questo letteralmente il suo significato, doveva soddisfare la concezione rivoluzionaria di arte marziale di Bruce Lee. "The way of the punch that intercepts", this literally its meaning, had to satisfy Bruce Lee's revolutionary concept of martial art.

Il suo approccio era come ho già accennato olistico, totale, capace di racchiudere in un gesto un'intera filosofia. His approach was as I have already mentioned holistic, total, capable of enclosing an entire philosophy in one gesture. Questo non è un libro che pretende di illustrare tecnicamente il Jeet Kune Do. Esistono moltissimi volumi sull'argomento, a partire dalle raccolte di manoscritti dello stesso Bruce, che meritano di essere almeno sfogliati già solo per le splendide illustrazioni realizzate di suo pugno. There are many volumes on the subject, starting from the collections of manuscripts by Bruce himself, which deserve to be browsed at least just for the splendid illustrations made by himself. A me interessa unicamente cercare di cogliere e restituire l'essenza, lo spirito che ha animato il lungo e complesso percorso di ricerca di Bruce Lee, e che ha trovato la sua suprema sublimazione nel “metodo senza metodo”, per usare un'altra delle fulminanti espressioni del suo creatore. I am only interested in trying to grasp and return the essence, the spirit that animated the long and complex path of research of Bruce Lee, and that has found its supreme sublimation in the "method without method", to use another of the lightning expressions of its creator. Nel suo “metodo senza metodo” Bruce andava a caccia di semplicità. In his "method without method" Bruce was hunting for simplicity. Uno dei punti su cui Bruce ha sempre insistito è stata la diffidenza nei confronti delle tecniche marziali particolarmente scenografiche ed esuberanti. One of the points on which Bruce has always insisted was the distrust of particularly scenographic and exuberant martial techniques. A che serve fare bella mostra di sé quando non si è efficaci? What is the use of showing off when you are not effective? Chi ha visto combattere Bruce Lee ha sempre provato l'inebriante sensazione dell'essenzialità, di assistere a ogni cosa come fosse al posto giusto nel momento giusto, senza eccessi e manierismi. Who has seen Bruce Lee fight has always experienced the intoxicating sensation of essentiality, of seeing everything as if it were in the right place at the right time, without excesses and mannerisms. Benché fosse capacissimo di esibirsi in calci volanti e altre “mosse” di efficacissimo impatto visivo, la maggior parte dei calci del JKD sono bassi, stroncano l'avversario e lo riducono quasi in cenere prima che questi possa compiere ciò che ha in mente di fare. Although he was very capable of performing in flying kicks and other "moves" of very effective visual impact, most of the JKD's kicks are low, crush the opponent and almost reduce him to ash before he can do what he has in mind to do . Bruce non diceva mai “fai un bel calcio”, diceva invece: “Scegli i bersagli più facili, quelli raggiungibili più semplicemente e colpisci”. Bruce never said "do a good kick", he said instead: "Choose the easiest targets, the ones that can be reached more easily and hit".

Bruce era consapevole che il talento poteva essere importante; prima di tutto però era fondamentale acquisire la conoscenza, cosa possibile solo attraverso il sacrificio e la più completa abnegazione. Bruce was aware that talent could be important; first of all, however, it was essential to acquire knowledge, which is only possible through sacrifice and complete self-denial. Non è un caso che la sua fonte ispiratrice principale fosse costituita dallo Zen e dal Tao, due tra le discipline spirituali e fisiche più severe al mondo. It is no coincidence that its main inspirational source was Zen and Tao, two of the most severe spiritual and physical disciplines in the world. Nello Zen, inoltre, uno dei capisaldi è rappresentato dalla dissoluzione dell'ego, altro elemento importante per il vero cultore di Jeet Kune Do. In Zen, moreover, one of the cornerstones is represented by the dissolution of the ego, another important element for the true lover of Jeet Kune Do. Per noi può essere complicato mettere assieme una volontà di ferro e la dissoluzione dell'ego, cioè di quel centro personale con cui, nella civiltà occidentale, siamo abituati a fare i conti quotidianamente e che reputiamo essere il motore che genera la volontà stessa. It can be difficult for us to put together an iron will and the dissolution of the ego, that is, of that personal center with which, in Western civilization, we are used to dealing daily and which we believe to be the engine that generates the will itself. Eppure non è così, e una volontà granitica può esistere soltanto in presenza di un ego che si dissolve. Yet it is not so, and a granite will can only exist in the presence of a dissolving ego. Quello infatti che noi scambiamo per forza di volontà è banale ostinazione, orgoglio, cocciutaggine: tutte qualità deprecabili e che portano a risultati soltanto provvisori. In fact, what we exchange by willpower is banal obstinacy, pride, stubbornness: all qualities that are regrettable and that lead to only provisional results. Quando Bruce ammonisce di “diventare un fantoccio di legno, che non ha ego, non pensa, non afferra e non stringe nulla”, sta attingendo alla profondissima saggezza di cui era figlio, e lo fa attraverso una delle tipiche espressioni icastiche di quella cultura. When Bruce admonishes to "become a wooden puppet, who has no ego, does not think, does not grasp and does not hold anything", he is drawing on the very profound wisdom of which he was a child, and he does so through one of the typical icastic expressions of that culture.

Diventare un fantoccio di legno significa rinunciare al proprio orgoglio, al proprio tornaconto, al proprio successo. Becoming a wooden puppet means giving up one's pride, one's own advantage, one's success. E, proprio per questo, trionfare. And, precisely for this reason, triumph. Una delle domande più frequenti che viene posta nei seminari di filosofia orientale è la seguente: come è possibile conciliare mancanza di ego e azione? One of the most frequently asked questions in Eastern philosophy seminars is the following: how is it possible to reconcile lack of ego and action? Bruce dice continuamente: “Agisci!”, ma se non ho un ego come faccio ad agire? Bruce is constantly saying, “Act!”, But if I don't have an ego how can I act? La risposta è che essere completamente nelle cose, privi di quella maschera che è l'ego, significa agire continuamente e naturalmente. The answer is that to be completely in things, without that mask which is the ego, means to act continuously and naturally. L'arte e l'azione divengono veramente tali, nella loro più alta forma, solo quando sono privi di autocoscienza. Art and action become truly art, in their highest form, only when they are devoid of self-awareness. Solo quando l'autocoscienza svanisce, e quindi quello che il grande Sekkei Harada, autore del fondamentale L'essenza dello Zen, chiama l'io-sé, scompare, a quel punto cessa ogni divisione. Only when self-awareness vanishes, and therefore what the great Sekkei Harada, author of the fundamental The Essence of Zen, calls the I-self, disappears, then all division ceases. Noi e gli oggetti della nostra percezione diveniamo un'unica cosa. We and the objects of our perception become one. Persino se si tratta del nostro nemico. Even if it is our enemy.

Il Jeet Kune Do nasce da questi presupposti (dissoluzione dell'ego, essenzialità ed efficacia, disciplina quasi logorante), e naturalmente anche da una competenza tecnica superiore. Jeet Kune Do is born from these assumptions (dissolution of the ego, essentiality and effectiveness, almost wearing discipline), and of course also from a superior technical competence. Come sappiamo Bruce era espertissimo nel wing chun, eppure a un certo punto della sua vita comprende chiaramente che è necessario “gettare alle ortiche tutti i modelli, gli schemi, gli stili”. As we know Bruce was an expert in wing chun, yet at a certain point in his life he clearly understands that it is necessary to “throw away all models, schemes, styles”. Anzi il concetto stesso di stile perde per lui ogni valore. Indeed, the very concept of style loses all value for him. Bisogna andare più in profondità nell'animo umano, cercare un atteggiamento interiore. We need to go deeper into the human soul, look for an inner attitude. Il Jeet Kune Do appare così come una liberazione, la sua personale forma di liberazione, in cui tutti i metodi possono essere utilizzati e si può far ricorso a qualunque stile, senza preconcetti ma con competenza. Jeet Kune Do thus appears as a liberation, his personal form of liberation, in which all methods can be used and any style can be used, without preconceptions but with competence.

Imparare tutti gli stili e poi dimenticarli, lasciando che sia il subconscio a utilizzare di volta in volta ciò che più è adatto alla situazione. Learn all the styles and then forget them, letting the subconscious use what is best suited to the situation from time to time. “Sapere e non sapere”, dice ancora Harada, perché “la vera saggezza è un conoscere in cui non rimane alcuna percezione di quel conoscere”. "Knowing and not knowing", Harada says again, because "true wisdom is a knowing in which there is no perception of that knowing". Questo è un atteggiamento mentale talmente nuovo – e ancora oggi talmente rivoluzionario, almeno dalle nostre parti – che ad alcuni di noi risulterà faticoso persino da concepire. This is such a new mindset - and still so revolutionary today, at least in our country - that some of us will find it hard to even conceive.

Bruce afferma una cosa molto importante: “Non pensare di vincere o perdere: dimentica l'orgoglio e la sofferenza”. Bruce says something very important: “Don't think about winning or losing: forget pride and suffering”. Solo capendo appieno queste parole possiamo veramente comprendere la sua danza d'acciaio, lo scaturire di mosse inesorabili e necessarie (nulla di meno, nulla di più), con cui Bruce annientava qualunque avversario. Only by fully understanding these words can we truly understand his steel dance, the spurt of inexorable and necessary moves (nothing less, nothing more), with which Bruce annihilated any opponent. Ribadisco: qualunque avversario. I repeat: any opponent.

Una buona idea rimane tale anche se viene tratta fuori dal contesto in cui è nata. A good idea remains such even if it is taken out of the context in which it was born. Questo è valido per le scienze, per la religione, per la filosofia, per l'arte. This is valid for the sciences, for religion, for philosophy, for art. Come possiamo allora comprendere e applicare questo insegnamento illuminante di Bruce anche se non pratichiamo le arti marziali? How then can we understand and apply this enlightening teaching of Bruce even if we do not practice martial arts?

La vita non è fatta di scuole, di tecniche, di atteggiamenti e pregiudizi. Life is not made up of schools, techniques, attitudes and prejudices. È molto importante comprendere che le maschere, le personae (per usare un termine latino entrato nel nostro linguaggio con un'accezione diversa) che indossiamo, in verità non ci appartengono. It is very important to understand that the masks, the personae (to use a Latin term that has entered our language with a different meaning) that we wear, do not really belong to us. Esse scaturiscono dalle contingenze e quel che è peggio da disposizioni preconcette. They arise from contingencies and what is worse from preconceived dispositions. Più precisamente sono il prodotto di chi ci sta davanti, e dipendono da come noi reagiamo. More precisely, they are the product of who is in front of us, and they depend on how we react. I pregiudizi fanno la nostra personalità, e capire questo è già il primo passo per la “liberazione nell'azione” predicata da Lee. Prejudices make our personality, and understanding this is already the first step towards the "liberation in action" preached by Lee. Le maschere sono reazioni, strati su strati di reazioni. Masks are reactions, layer upon layer of reactions.

Bruce invoca in ciascuno di noi la capacità di abbandonare questi pregiudizi, che nel caso di un combattimento sono generati dall'avversario, ma che nella vita di tutti i giorni sono semplicemente l'altro che abbiamo davanti. Nel momento in cui diventiamo consapevoli di questo, cioè che un nostro dato modo di essere appartiene all'altro e non a noi stessi, questa maschera, questa modalità nata per soddisfare nel bene o nel male le richieste di qualcuno, si dissolve. La si può vedere allontanarsi come una barca deserta trascinata dalle correnti, e noi rimaniamo liberi spettatori, liberi di contemplare il nostro orizzonte. E di agire, se necessario.

Se si tratta di un combattimento diventiamo totalmente liberi di annientare l'avversario. Se si tratta del più complesso combattimento della vita, diventiamo liberi di essere finalmente noi stessi. L'azione diventa essenziale, nulla è più superfluo. Finalmente viviamo veramente.

Per arrivare ai migliori risultati Bruce chiede esplicitamente all'allievo di essere dinamico e attivo al massimo grado durante l'allenamento, ma calmo e imperturbabile durante il combattimento. Questo perché in fase di allenamento (tenete presente, però, che gli allenamenti con Bruce erano molto realistici) bisogna attingere a tutte le energie disponibili (compresa l'immaginazione) e può servire avere uno stimolo diverso dal qui e ora. Il combattimento è invece tutt'altra cosa, e deve sistematicamente rinnegare la drammaticità dell'evento in corso. Lasciar andare la presa è d'altronde il metodo migliore per risultare veramente vincitori. Questo può apparire incomprensibile per noi che viviamo in una società in cui di continuo ci viene chiesto di attaccare rabbiosamente l'avversario o i problemi (i nostri avversari in senso lato). Tale visione, tanto sciocca quanto diffusa, è sostanzialmente errata perché cieca. Essa infatti non vede come ogni volta che un problema (o un nemico) si pone davanti a noi, esso non è solo. Noi siamo come specchi, e riflettiamo immediatamente, al sorgere di un problema esterno, un omologo di esso dentro di noi. We are like mirrors, and we immediately reflect, when an external problem arises, a counterpart of it within us. Così i nemici da combattere sono sempre due (o forse uno solo, realmente noi stessi). So the enemies to fight are always two (or perhaps only one, really ourselves).

Per dirla in altri termini esiste un nemico concreto, esterno, e un nemico che abbiamo introiettato, altrettanto reale, che lotta dentro di noi. To put it another way, there is a concrete, external enemy and an enemy that we have introjected, equally real, that fights within us. Qualunque furibonda azione che mettiamo in campo non fa altro che dilaniarci dentro, perché attacca anzitutto una parte di noi stessi. Any furious action that we put in place does nothing but tear us apart, because it first attacks a part of ourselves. Ecco perché dobbiamo mantenere la calma, e lasciare andare questo ospite indesiderato. That's why we need to stay calm, and let this unwanted guest go. Nel momento in cui rimaniamo veramente imperturbati, inattaccabili anzitutto dai nemici che vorrebbero insediarci nella nostra parte più intima, diventiamo eccezionalmente forti, e niente può più veramente colpirci. The moment we remain truly unperturbed, first of all unassailable by the enemies who would like to settle us in our most intimate part, we become exceptionally strong, and nothing can really hit us anymore. Vita e morte non devono riguardarci quando combattiamo, così come non deve riguardarci né l'idea del trionfo né il terrore della sconfitta. Life and death must not concern us when we fight, just as neither the idea of triumph nor the terror of defeat must concern us. Il Jeet Kune Do è davvero, in questo senso, pura illuminazione, una luce netta che porta chiarezza. Vengono pertanto permessi tutti i movimenti e tutte le traiettorie – fermo restando il principio di economia –, qualunque sistema affiori dal subconscio per anticipare l'avversario e intercettare le sue mosse. All movements and trajectories are therefore allowed - without prejudice to the principle of economics -, any system that emerges from the subconscious to anticipate the opponent and intercept his moves. Ogni abitudine, ogni pensiero ordinario, ogni formula devono essere trattati come spazzatura per la mente. Every habit, every ordinary thought, every formula must be treated like garbage for the mind.

Il Jeet Kune Do è l'arte del semplificare, a cominciare dalla posizione di guardia, inizialmente ereditata dal kung fu e poi evolutasi in una posizione assai più fluida, e proseguendo in ogni aspetto tecnico, dalle cosiddette parate, agli attacchi, alle prese. Jeet Kune Do is the art of simplifying, starting from the guard position, initially inherited from kung fu and then evolving into a much more fluid position, and continuing in every technical aspect, from the so-called parades, to attacks, to grappling. Non c'è niente che venga trascurato dalla sua geniale, essenziale riletture. In seinen brillanten, essenziellen Neuinterpretationen wird nichts übersehen. There is nothing that is overlooked by his ingenious, essential rereading.