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Storia D'Italia, Alaric in Italia! (401-405) - Ep. 23 (3)

Alaric in Italia! (401-405) - Ep. 23 (3)

La sabbia del Colosseo

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Anfiteatro di El Djem, in Tunisia

Nel 403, scampato il pericolo, l'Imperatore Onorio decise di festeggiare la vittoria sui Goti con un'entrata trionfale a Roma, era da oltre un secolo che la Città Eterna non assisteva a un trionfo. Onorio tornò a Roma all'inizio del 404 per inaugurarvi il suo sesto consolato: l'Imperatore, nel corso della sua breve permanenza nell'Urbe, risiedette nell'antico Palazzo dei Cesari sul Colle Palatino. Tutto sembrava tornato in ordine, il futuro per un po' parve radioso. La visita dell'Imperatore a Roma venne accolta con entusiasmo anche dal poeta Claudiano, che visse per un po' a Roma. Anche il poeta cristiano Prudenzio colse l'occasione della visita dell'Imperatore per comporre un poema nel quale affiorano riferimenti alle vittorie riportate da Stilicone su Alarico. Prudenzio nel poema si scaglia contro il persistere del Paganesimo nell'Urbe, e prega l'Imperatore di abolire definitivamente i giochi gladiatorii, richiesta poi accolta l'anno stesso. Dal 404, con l'editto di Onorio, le grandi arene dell'impero d'occidente vengono abbandonate e iniziano ad essere usate come cave per costruire chiese e altri monumenti.

Stilicone non riesce a togliersi Costantinopoli dalla testa

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Costantinopoli

Nel frattempo Stilicone si era rassegnato a governare solo l'occidente, visto che Arcadio aveva oramai 27 anni e quindi era alquanto ridicolo da parte sua di richiedere di essere il suo guardiano. Inoltre pare che i rapporti tra Stilicone ed Eudoxia – la vera potenza di Costantinopoli – fossero buoni. L'imperatrice nel frattempo aveva raggiunto la sommità del suo potere: una statu a – di cui è sopravvissuta la base – fu eretta in suo nome dal prefetto del pretorio di Costantinopoli. Eudoxia fece coniare perfino delle monete con il suo volto. Giovanni Crisostomo, il potente patriarca di Costantinopoli, non vedeva bene il ruolo prominente che Eudoxia aveva raggiunto nel misogino mondo romano. Eudoxia, nonostante il supporto che il vescovo aveva in città presso il popolo, lo fece comunque bandire, nel furore della cittadinanza. Insomma, a Costantinopoli era lei la vera imperatrice, con Arcadio a fare da controfigura: purtroppo per lei cadde vittima di quello che era la vera disgrazia delle donne dell'antichità: il parto. Morì infatti nel 404 dando la vita al suo settimo figlio: la sua morte ripiombò le relazioni tra occidente e oriente verso l'ostilità, visto che ci fu un ennesimo cambio di regime a Costantinopoli: il nuovo potere dietro al trono divenne Antemio, un avversario di Eudoxia e di Stilicone e di opinioni fortemente anti-gotiche.

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Stilicone non la prese bene e preparò immediatamente le contromisure contro il nuovo dominatore dell'oriente: le ambizioni di Stilicone si erano oramai ridotte a richiedere di riportare sotto il governo dell'Occidente la prefettura dell'Illirico orientale, vale a dire le province della Moesia II, della Macedonia e della Grecia: queste province erano state cedute all'oriente in seguito al disastro di Adrianopoli, per permettere di coordinare meglio la guerra gotica nel quadrante balcanico. Sembra che il piano di Stilicone fosse di annettere quelle terre e poi di stabilirvi i Goti come foederati, proprio quello che la corte orientale era decisa a non fare: in questo modo il potere della corte occidentale sarebbe stato accresciuto dalle entrate dell'Illirico, oltre che dall'acquisto di una delle fonti principali di reclute romane. Allo stesso tempo Stilicone avrebbe definitivamente legato a sé i Goti e si sarebbe trovato probabilmente nella posizione di forza nel mondo romano che aveva avuto Teodosio una volta stretto il suo accordo con i Goti nel 382. Faccio un po' di psicologia ma credo che Il sogno di tutta una vita per Stilicone fu di governare il mondo Romano dalla grande capitale di Teodosio e Costantino, la capitale dove lui aveva mosso i primi passi della sua illustrissima carriera, la capitale nella quale era stato al servizio di Teodosio, la stessa città che era divenuta la più splendida capitale dell'Impero Romano: ovvero Costantinopoli. Annettere l'illirico e legare a sé definitivamente Alaric era il primo passo per fare un giorno il suo ingresso trionfale nella città sul Bosforo.

Alaric e Stilicone si alleano

Sappiamo quindi che Stilicone e Alaric strinsero un accordo nel 404 – o forse avevano avuto un accordo dai tempi del Brennero? Alaric, dopo il disastro di Verona, era tornato ad insediarsi in Pannonia, nella zona grigia tra i due imperi e lì era rimasto, senza titoli e senza autorizzazione legale da parte delle due corti, in una precaria situazione legale per sé e quello che restava del suo seguito.

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A fornire a Stilicone il pretesto per riprendere le ostilità contro il governo di Costantinopoli fu il trattamento riservato dalla corte orientale ad alcuni ambasciatori di Ravenna: essi, recatisi presso la corte di Arcadio per protestare contro il trattamento riservato all'esiliato patriarca di Costantinopoli Giovanni Crisostomo, furono arrestati e imprigionati, il che costituì un grave affronto alla corte di Ravenna. Dopo aver tentato inutilmente la via diplomatica, Stilicone rifiutò di riconoscere il console romano-orientale per l'anno 405 e vietò alle navi orientali l'accesso ai porti occidentale; al contempo, si mise in contatto con Alaric, ordinandogli di invadere l'Epiro e attendere in quella provincia l'arrivo delle truppe di Ravenna. La vittoria, per Stilicone, pareva a portata di mano: e non finirò mai di sottolineare come ancora nel 404 il supposto imbelle impero occidentale fosse ancora nelle condizioni di poter muovere guerra all'oriente nella ragionevole certezza di poterlo battere: sarà l'ultima volta che un signore dell'occidente potrà anche minimamente sognare una cosa del genere

Tuoni e fulmini

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Eh si, perché proprio mentre il generalissimo si accingeva alla sua missione le forze messe in moto a nord del Danubio dagli Unni scelsero proprio questo momento per scatenare tutta la loro devastante potenza contro l'impero d'occidente.

Nel prossimo episodio cercheremo di capire cosa era accaduto di così importante a nord del Danubio e la natura della tempesta che, dopo tanto tuonare, finalmente si rovescerà sull'impero occidentale. Contro immense difficoltà Stilicone riuscirà a mietere il suo ultimo grande successo prima di dover soccombere di fronte a forze superiori perfino alle sue indubbie capacità.

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Alaric in Italia! (401-405) - Ep. 23 (3) Alaric in Italy! (401-405) - Ep. 23 (3) Alarico em Itália! (401-405) - Ep. 23 (3) Alaric i Italien! (401-405) - Ep. 23 (3)

**La sabbia del Colosseo**

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Anfiteatro di El Djem, in Tunisia

Nel 403, scampato il pericolo, l'Imperatore Onorio decise di festeggiare la vittoria sui Goti con un'entrata trionfale a Roma, era da oltre un secolo che la Città Eterna non assisteva a un trionfo. Onorio tornò a Roma all'inizio del 404 per inaugurarvi il suo sesto consolato: l'Imperatore, nel corso della sua breve permanenza nell'Urbe, risiedette nell'antico Palazzo dei Cesari sul Colle Palatino. Tutto sembrava tornato in ordine, il futuro per un po' parve radioso. La visita dell'Imperatore a Roma venne accolta con entusiasmo anche dal poeta Claudiano, che visse per un po' a Roma. Anche il poeta cristiano Prudenzio colse l'occasione della visita dell'Imperatore per comporre un poema nel quale affiorano riferimenti alle vittorie riportate da Stilicone su Alarico. Prudenzio nel poema si scaglia contro il persistere del Paganesimo nell'Urbe, e prega l'Imperatore di abolire definitivamente i giochi gladiatorii, richiesta poi accolta l'anno stesso. Dal 404, con l'editto di Onorio, le grandi arene dell'impero d'occidente vengono abbandonate e iniziano ad essere usate come cave per costruire chiese e altri monumenti.

**Stilicone non riesce a togliersi Costantinopoli dalla testa**

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Costantinopoli

Nel frattempo Stilicone si era rassegnato a governare solo l'occidente, visto che Arcadio aveva oramai 27 anni e quindi era alquanto ridicolo da parte sua di richiedere di essere il suo guardiano. Inoltre pare che i rapporti tra Stilicone ed Eudoxia – la vera potenza di Costantinopoli – fossero buoni. L'imperatrice nel frattempo aveva raggiunto la sommità del suo potere: una statu a – di cui è sopravvissuta la base – fu eretta in suo nome dal prefetto del pretorio di Costantinopoli. Eudoxia fece coniare perfino delle monete con il suo volto. Giovanni Crisostomo, il potente patriarca di Costantinopoli, non vedeva bene il ruolo prominente che Eudoxia aveva raggiunto nel misogino mondo romano. Eudoxia, nonostante il supporto che il vescovo aveva in città presso il popolo, lo fece comunque bandire, nel furore della cittadinanza. Insomma, a Costantinopoli era lei la vera imperatrice, con Arcadio a fare da controfigura: purtroppo per lei cadde vittima di quello che era la vera disgrazia delle donne dell'antichità: il parto. Morì infatti nel 404 dando la vita al suo settimo figlio: la sua morte ripiombò le relazioni tra occidente e oriente verso l'ostilità, visto che ci fu un ennesimo cambio di regime a Costantinopoli: il nuovo potere dietro al trono divenne Antemio, un avversario di Eudoxia e di Stilicone e di opinioni fortemente anti-gotiche.

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**Alaric e Stilicone si alleano**

Sappiamo quindi che Stilicone e Alaric strinsero un accordo nel 404 – o forse avevano avuto un accordo dai tempi del Brennero? Alaric, dopo il disastro di Verona, era tornato ad insediarsi in Pannonia, nella zona grigia tra i due imperi e lì era rimasto, senza titoli e senza autorizzazione legale da parte delle due corti, in una precaria situazione legale per sé e quello che restava del suo seguito.

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Eh si, perché proprio mentre il generalissimo si accingeva alla sua missione le forze messe in moto a nord del Danubio dagli Unni scelsero proprio questo momento per scatenare tutta la loro devastante potenza contro l'impero d'occidente.

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