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Salvatore racconta, #75 – I promessi sposi, il romanzo degli italiani

#75 – I promessi sposi, il romanzo degli italiani

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 13 agosto 2022.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, a restringersi…”

Potrei continuare, ma mi fermo qui.

Ti dicono qualcosa queste parole? Probabilmente no.

A meno che tu non abbia frequentato la scuola in Italia. In tal caso, dovresti riconoscerle.

Sono le parole iniziali di uno dei libri più famosi della letteratura italiana. Uno che tutti e tutte abbiamo letto sui banchi di scuola.

Un libro che, nell'immaginario collettivo degli italiani, ha un posto simile a quello della Commedia di Dante Alighieri.

Ok, forse non così simile. In qualche modo, tutti amano Dante e la Commedia, anche chi odia leggere e con la scuola ha sempre avuto un brutto rapporto.

Questo libro invece ricorda momenti antipatici anche a persone che hanno studiato e che amavano andare a scuola.

Un po' perché questo è il destino, ovunque, delle letture scolastiche obbligatorie. Un po' perché questo libro in particolare ha la fama di essere un po' noioso.

Perché è un libro del XIX secolo, pieno di lunghe descrizioni molto meticolose e tanti momenti in cui sembra non succedere niente. Inoltre, rispetto ai grandi capolavori francesi, britannici o russi, pieni di personaggi incredibili e colpi di scena, qui è tutto molto più pacato. In un certo senso, molto più italiano.

Non è del tutto vero, in realtà. Certo, non aspettatevi i dilemmi morali di Delitto e castigo o le emozioni strappalacrime di Madame Bovary, ma qui ci sono epidemie, rivoluzioni, guerre, e poi rapimenti, fughe, violenze.

Ma c'è anche altro. Il modo in cui questo libro e il suo autore hanno contribuito a creare la coscienza collettiva degli italiani e delle italiane, quando l'Italia ancora era solo un'idea.

L'autore di questo libro forse lo conosci già, perché dà il nome a tante vie e piazze importanti d'Italia.

È Alessandro Manzoni.

Il libro si chiama: I promessi sposi. E se oggi te ne parlo, è proprio perché è il romanzo degli italiani.

Come iniziare a parlare di un libro? Beh, ovviamente dalla trama.

L'intera azione si svolge nel XVII secolo in Lombardia e in particolare vicino al lago di Como, come dice l'incipit. In quel periodo, il nord Italia era parte integrante delle terre del re di Spagna e per questo in Lombardia vivevano molti nobili spagnoli che facevano il bello e il cattivo tempo.

Tra loro, uno dei protagonisti del romanzo. Per la precisione, l'antagonista, il cattivo. Un nobiluomo chiamato Don Rodrigo. È un uomo potente e capriccioso, abituato a ottenere tutto quello che vuole, con le buone o con le cattive. Un giorno viene a sapere di una giovane donna che abita sulle sue terre. È una fanciulla tranquilla e modesta, molto religiosa e molto carina. Si chiama Lucia Mondella, e Don Rodrigo decide che la vuole sposare.

Ci sarebbe un problema, però. Lucia, infatti, è fidanzata con un ragazzo del popolo che vive in quella zona. Un giovanotto tranquillo e gentile, che a volte però perde le staffe. Si chiama Renzo Tramaglino.

Renzo e Lucia dunque sono fidanzati, sono promessi sposi come dice il titolo. A Don Rodrigo però questo non importa. Come può il fidanzamento tra due popolani essere un ostacolo ai suoi desideri? Il nobile spagnolo si fa un baffo delle promesse matrimoniali dei due e decide di usare il suo potere per ostacolare il matrimonio.

Non lo fa in prima persona, i nobili non si sporcano mai le mani da soli. Il lavoro lo fanno alcuni uomini al suo servizio che si fanno chiamare “i bravi”. E che hanno il compito di impedire il matrimonio minacciando il sacerdote locale, l'uomo che avrebbe dovuto celebrare le nozze tra Renzo e Lucia. Questo prete, vigliacco e pauroso, è un altro personaggio famosissimo della letteratura italiana. Don Abbondio.

Don Abbondio è proprio un piccolo prete di campagna, uno che non ama avere problemi con il potere e anzi che non ama avere problemi in generale. Ha una gran paura di Don Rodrigo e quando una sera vede i bravi sulla sua strada già capisce che qualcosa non va. Gli uomini lo fermano e uno di loro pronuncia una frase che tutti in Italia abbiamo sentito citare almeno una volta:

“Questo matrimonio non s'ha da fare”.

Di fronte alle minacce ricevute, Don Abbondio decide di non celebrare più il matrimonio. Renzo e Lucia sono sorpresi, un po' arrabbiati, e all'inizio cercano di risolvere il problema con uno stratagemma, sposandosi di nascosto. Solo che loro sono persone semplici, mentre Don Rodrigo è potente. I loro piani vanno all'aria e i due devono lasciare il loro amato lago e separarsi. Lucia trova rifugio in un convento di suore dove fa la conoscenza della badessa, una donna dalla storia controversa, la monaca di Monza. Renzo invece va a Milano dove si mette nei guai, perché finisce per errore in mezzo a una ribellione di cittadini che protestano contro il prezzo troppo alto del pane.

I problemi però non sono finiti. Perché Don Rodrigo ne sa una più del diavolo, viene a sapere dove è nascosta Lucia e organizza il suo rapimento grazie a un criminale misterioso che tutti chiamano L'Innominato. Un uomo cinico e senza scrupoli che però cambia improvvisamente di fronte alla forza morale di Lucia. La nostra protagonista infatti non è una ragazza ingenua in balia degli eventi, anzi. Certo, non è un'eroina o una combattente, ma ha una grande fede religiosa e la consapevolezza interiore di essere dalla parte giusta. Colpito da Lucia, l'Innominato si pente della sua vita di crimini e la lascia libera di tornare da Renzo.

A proposito, Renzo. Che fine ha fatto? È in fuga, perché la polizia di Milano lo crede responsabile delle proteste. Intanto però in città hanno altre grane da risolvere: è scoppiata un'epidemia di peste. È in quella situazione di caos che Renzo prima si ammala, poi guarisce, e scopre che Don Rodrigo ha preso la peste ed è morto. Infine ritrova Lucia, ed è pieno di entusiasmo. Ora che Don Rodrigo non c'è più, possono sposarsi. In realtà, ci sono ancora un paio di complicazioni di mezzo, ma non mi voglio dilungare. In conclusione, dopo tante peripezie, c'è il lieto fine. Renzo e Lucia possono finalmente sposarsi.

Che cosa ha reso questo romanzo così famoso? La trama probabilmente non ti è sembrata poi così originale e avvincente, e dunque che c'è di speciale?

C'è il fatto che, quando Manzoni ha pubblicato I promessi sposi, in Italia non c'erano ancora molti romanzi di livello letterario.

Ma soprattutto, non c'era l'Italia. Manzoni, nato e cresciuto a Milano, all'epoca era suddito del Regno Lombardo-Veneto, parte integrante dell'Impero d'Austria-Ungheria. È qui la chiave.

Quando esce l'edizione definitiva de I promessi sposi, nel 1840, di Italia libera e unita si parla molto. Magari non tra il popolo, ma certamente negli ambienti intellettuali e nobiliari, quelli che Manzoni frequentava. Da giovane, l'autore era anche stato un grande ammiratore di Napoleone e della sua missione, un po' controversa, di liberazione dei popoli d'Europa. E proprio al grande imperatore francese, Manzoni aveva dedicato una delle sue poesie più famose, il 5 maggio. Il titolo si riferisce alla data della morte di Napoleone, il giorno in cui sembrava definitivamente tramontata l'idea di un'Italia libera dall'Austria.

Ma quell'idea, nel cuore di Manzoni e di molti altri, era rimasta. Politici e rivoluzionari hanno iniziato a lavorare per cambiare la situazione politica. Manzoni, da scrittore, si è rimboccato le maniche per cambiare la situazione culturale. Ha scritto un romanzo con l'obiettivo di parlare a tutti gli italiani.

Come lo ha fatto? Innanzitutto, mettendo in primo piano persone semplici, del popolo. Renzo e Lucia sono operai di piccole fabbriche tessili della Lombardia, ma in fondo i loro valori e le loro emozioni potrebbero essere quelle di qualunque altro popolano di tutta Italia. Sono persone semplici, religiose, un po' ingenue anche. Sembrano incapaci di reagire di fronte ai potenti e alla loro arroganza, e sembra che il loro destino sia quello di finire schiacciati come formiche. Eppure alla fine non va così. Grazie alla loro pazienza, alla loro onestà e alla fede religiosa.

Uno dei messaggi di Manzoni ai suoi lettori è proprio questo. Il popolo italiano, a nord come a sud, ha dei valori comuni che possono servire per lottare contro l'arroganza dei potenti. Soprattutto, se sono stranieri.

E qui c'è l'altro punto cruciale della questione. Come abbiamo detto, I promessi sposi sono ambientati nel XVII secolo, duecento anni prima rispetto all'autore. Un periodo in cui la Lombardia era dominata dagli spagnoli che trattavano con prepotenza e senso di superiorità la popolazione locale.

Manzoni sperava, anzi, era abbastanza sicuro, che i suoi lettori capissero il riferimento. Scrivo dei dominatori spagnoli di due secoli fa, ma in realtà voglio criticare i dominatori austriaci di oggi. Funziona nello stesso modo. Capito, milanesi?

Capito, decisamente. Non è un caso che otto anni dopo la pubblicazione del romanzo, sia scoppiata la rivoluzione in Lombardia e siano arrivate le Cinque giornate di Milano.

Ovviamente non si può dire che I promessi sposi abbiano ispirato direttamente la rivoluzione. Tuttavia, è evidente che Manzoni avesse colto nel segno. Aveva percepito nell'aria la volontà di cambiamento e aveva cercato di renderla il più universale possibile.

Anche attraverso la lingua. Probabilmente l'elemento più importante di tutta questa storia, e il motivo per cui I promessi sposi sono davvero il romanzo degli italiani.

Scrivere in italiano al tempo di Manzoni era molto diverso dal farlo oggi. L'italiano all'epoca era quasi esclusivamente una lingua colta, e la usavano come forma di comunicazione soltanto le classi sociali più elevate, e nemmeno sempre.

Renzo e Lucia, in quanto semplici popolani lombardi, quasi sicuramente avrebbero parlato tra loro in dialetto. E farli parlare così sarebbe stato più verosimile. A Manzoni però della verosimiglianza interessava solo in parte. Per lui, era molto più importante che il suo romanzo fosse disponibile per tutti gli italiani. Perlomeno, per quelli colti.

Così ha deciso di scrivere tutto il romanzo in italiano. Ovvero, in toscano. Una lingua che lui conosceva, a livello intellettuale, ma che non era quella con cui esprimeva le sue emozioni di tutti i giorni, così importanti quando si scrive un romanzo.

Così, da perfezionista, dopo avere pubblicato le prime due edizioni dei Promessi sposi, Manzoni si trasferisce per un po' a Firenze. Ha il sospetto che il toscano che ha usato sia un po' troppo antico, libresco e affettato. Per i suoi obiettivi sociali, non avrebbe senso scrivere un romanzo basato su una lingua così, serve che sia il più simile possibile a come le persone parlano davvero. E infatti, la versione finale dei Promessi sposi, che leggiamo ancora oggi, si basa sul toscano dei contemporanei di Manzoni, la lingua destinata a diventare lo strumento di comunicazione di tutto il futuro Regno d'Italia. Missione compiuta.

Leggere oggi I promessi sposi è possibile, a patto di avere le giuste aspettative. Bisogna accettare il fatto che siamo di fronte a un libro scritto duecento anni fa, in un mondo in cui non esisteva il cinema e quindi le descrizioni servivano come il pane. E poi bisogna accettare che tante regole narrative, che oggi ci sembrano ovvie, sono nate solo molto dopo. Insomma, se pensiamo di leggere I promessi sposi come guarderemmo una serie su Netflix, prenderemo un granchio.

Leggere I promessi sposi è piacevole se lo facciamo con la giusta prospettiva.

Per esempio andando alla scoperta di quegli italiani di Manzoni così incredibilmente simili a noi oggi, notando le ipocrisie del potere, la codardia di chi -come Don Abbondio- pensa solo a non avere problemi, la facilità impressionante con cui cerchiamo qualcuno a cui dare la colpa di tutto, anche irrazionalmente, come succede a Renzo durante la peste a Milano.

Insomma, molte persone in Italia vi diranno che questo libro fa venire il latte alle ginocchia. Rispettate quest'opinione, perché in parte è un po' vera, ma sappiate anche che è dovuta quasi sempre a tristi ricordi di scuola.

I promessi sposi non sono davvero una tortura per studenti, ma un libro prezioso. Da leggere, rileggere, scoprire. Perché ha creato gli italiani quando ancora non c'era l'Italia e parla ancora di noi, molto molto più di quanto non vorremmo ammettere.


#75 – I promessi sposi, il romanzo degli italiani #Nr. 75 - I promessi sposi, der Roman der Italiener #75 - The Betrothed, the novel of the Italians. #第75回 「イタリア人の小説『婚約者 #N.º 75 - I promessi sposi, o romance dos italianos #75 - I promessi sposi, роман об итальянцах

__Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 13 agosto 2022.__

__Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.__

“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien quasi a un tratto, a restringersi…” "Jener Arm des Comer Sees, der sich zwischen zwei ununterbrochenen Bergketten nach Süden wendet, alles in Brüsten und Klüften, je nachdem, ob diese vorstehen oder zurückweichen, schrumpft fast plötzlich..."

Potrei continuare, ma mi fermo qui.

Ti dicono qualcosa queste parole? Probabilmente no.

A meno che tu non abbia frequentato la scuola in Italia. In tal caso, dovresti riconoscerle.

Sono le parole iniziali di uno dei libri più famosi della letteratura italiana. Uno che tutti e tutte abbiamo letto sui banchi di scuola.

Un libro che, nell'immaginario collettivo degli italiani, ha un posto simile a quello della Commedia di Dante Alighieri.

Ok, forse non così simile. In qualche modo, tutti amano Dante e la Commedia, anche chi odia leggere e con la scuola ha sempre avuto un brutto rapporto. Irgendwie liebt jeder Dante und die Commedia, selbst diejenigen, die das Lesen hassen und schon immer ein schlechtes Verhältnis zur Schule hatten.

Questo libro invece ricorda momenti antipatici anche a persone che hanno studiato e che amavano andare a scuola.

Un po' perché questo è il destino, ovunque, delle letture scolastiche obbligatorie. Un po' perché questo libro in particolare ha la fama di essere un po' noioso.

Perché è un libro del XIX secolo, pieno di lunghe descrizioni molto **meticolose** e tanti momenti in cui sembra non succedere niente. Denn es ist ein Buch aus dem 19. Jahrhundert, voll von langen, sehr genauen Beschreibungen und vielen Momenten, in denen nichts zu passieren scheint. Inoltre, rispetto ai grandi capolavori francesi, britannici o russi, pieni di personaggi incredibili e colpi di scena, qui è tutto molto più pacato. Außerdem ist im Vergleich zu den großen französischen, britischen oder russischen Meisterwerken, die voller unglaublicher Charaktere und Wendungen sind, hier alles viel gedämpfter. In un certo senso, molto più italiano.

Non è del tutto vero, in realtà. Das ist nicht ganz richtig. Certo, non aspettatevi i dilemmi morali di Delitto e castigo o le emozioni **strappalacrime** di Madame Bovary, ma qui ci sono epidemie, rivoluzioni, guerre, e poi rapimenti, fughe, violenze. Erwarten Sie natürlich nicht die moralischen Dilemmata von Verbrechen und Strafe oder die tränenreichen Emotionen von Madame Bovary, aber hier gibt es Epidemien, Revolutionen, Kriege und dann Entführungen, Flucht und Gewalt.

Ma c'è anche altro. Il modo in cui questo libro e il suo autore hanno contribuito a creare la coscienza collettiva degli italiani e delle italiane, quando l'Italia ancora era solo un'idea. Die Art und Weise, wie dieses Buch und sein Autor zum kollektiven Bewusstsein der Italiener beigetragen haben, als Italien noch eine bloße Idee war.

L'autore di questo libro forse lo conosci già, perché dà il nome a tante vie e piazze importanti d'Italia.

È Alessandro Manzoni.

Il libro si chiama: I promessi sposi. Der Titel des Buches lautet: Der Verlobte. E se oggi te ne parlo, è proprio perché è il romanzo degli italiani.

Come iniziare a parlare di un libro? Beh, ovviamente dalla trama.

L'intera azione si svolge nel XVII secolo in Lombardia e in particolare vicino al lago di Como, come dice l'incipit. In quel periodo, il nord Italia era parte integrante delle terre del re di Spagna e per questo in Lombardia vivevano molti nobili spagnoli che **facevano il bello e il cattivo tempo. Zu dieser Zeit war Norditalien ein fester Bestandteil der Ländereien des spanischen Königs, weshalb viele spanische Adlige in der Lombardei lebten. **

Tra loro, uno dei protagonisti del romanzo. Per la precisione, l'antagonista, il cattivo. Genauer gesagt, den Antagonisten, den Bösewicht. Un nobiluomo chiamato Don Rodrigo. È un uomo potente e capriccioso, abituato a ottenere tutto quello che vuole, con le buone o con le cattive. Un giorno viene a sapere di una giovane donna che abita sulle sue terre. Eines Tages hört er von einer jungen Frau, die auf seinem Land lebt. È una fanciulla tranquilla e modesta, molto religiosa e molto carina. Sie ist ein ruhiges und bescheidenes Mädchen, sehr religiös und sehr hübsch. Si chiama Lucia Mondella, e Don Rodrigo decide che la vuole sposare.

Ci sarebbe un problema, però. Lucia, infatti, è fidanzata con un ragazzo del popolo che vive in quella zona. Un giovanotto tranquillo e gentile, che a volte però **perde le staffe**. Ein ruhiger und sanfter junger Mann, der manchmal die Beherrschung verliert. Si chiama Renzo Tramaglino.

Renzo e Lucia dunque sono fidanzati, sono promessi sposi come dice il titolo. A Don Rodrigo però questo non importa. Come può il fidanzamento tra due popolani essere un ostacolo ai suoi desideri? Wie kann eine Verlobung zwischen zwei Bürgerlichen ein Hindernis für seine Wünsche sein? Il nobile spagnolo **si fa un baffo** delle promesse matrimoniali dei due e decide di usare il suo potere per ostacolare il matrimonio. Der spanische Adlige macht sich über das Eheversprechen der beiden lustig und beschließt, seine Macht zu nutzen, um die Hochzeit zu verhindern.

Non lo fa in prima persona, i nobili **non si sporcano mai le mani** da soli. Er macht es nicht selbst, Adlige machen sich nie selbst die Hände schmutzig. Il lavoro lo fanno alcuni uomini al suo servizio che si fanno chiamare “i bravi”. E che hanno il compito di impedire il matrimonio minacciando il sacerdote locale, l'uomo che avrebbe dovuto celebrare le nozze tra Renzo e Lucia. Questo prete, **vigliacco** e pauroso, è un altro personaggio famosissimo della letteratura italiana. Don Abbondio.

Don Abbondio è proprio un piccolo prete di campagna, uno che non ama avere problemi con il potere e anzi che non ama avere problemi in generale. Ha una gran paura di Don Rodrigo e quando una sera vede i bravi sulla sua strada già capisce che qualcosa non va. Er hat Angst vor Don Rodrigo, und als er eines Abends die guten Jungs auf dem Weg sieht, weiß er bereits, dass etwas nicht stimmt. Gli uomini lo fermano e uno di loro pronuncia una frase che tutti in Italia abbiamo sentito citare almeno una volta: Die Männer halten ihn auf und einer von ihnen sagt einen Satz, den jeder Italiener schon einmal gehört hat:

“Questo matrimonio non s'ha da fare”. Diese Ehe soll nicht sein".

Di fronte alle minacce ricevute, Don Abbondio decide di non celebrare più il matrimonio. Angesichts der Drohungen, die er erhalten hat, beschließt Don Abbondio, die Hochzeit nicht mehr zu feiern. Renzo e Lucia sono sorpresi, un po' arrabbiati, e all'inizio cercano di risolvere il problema con uno **stratagemma**, sposandosi di nascosto. Renzo und Lucia sind überrascht und ein wenig verärgert und versuchen zunächst, das Problem mit einer List zu lösen: Sie heiraten heimlich. Solo che loro sono persone semplici, mentre Don Rodrigo è potente. I loro piani **vanno all'aria** e i due devono lasciare il loro amato lago e separarsi. Ihre Pläne gehen schief und die beiden müssen ihren geliebten See verlassen und sich trennen. Lucia trova rifugio in un convento di suore dove fa la conoscenza della badessa, una donna dalla storia controversa, la monaca di Monza. Lucia findet Zuflucht in einem Nonnenkloster, wo sie die Äbtissin kennenlernt, eine Frau mit einer umstrittenen Geschichte, die Nonne von Monza. Renzo invece va a Milano dove si mette nei guai, perché finisce per errore in mezzo a una ribellione di cittadini che protestano contro il prezzo troppo alto del pane. Stattdessen begibt sich Renzo nach Mailand, wo er in Schwierigkeiten gerät, weil er versehentlich mitten in einen Aufstand der Bürger gerät, die gegen die überhöhten Brotpreise protestieren.

I problemi però non sono finiti. Perché Don Rodrigo **ne sa una più del diavolo**, viene a sapere dove è nascosta Lucia e organizza il suo rapimento grazie a un criminale misterioso che tutti chiamano L'Innominato. Da Don Rodrigo mehr weiß als der Teufel, erfährt er, wo sich Lucia versteckt hält, und organisiert ihre Entführung mit Hilfe eines geheimnisvollen Verbrechers, den alle L'Innominato nennen. Un uomo cinico e senza scrupoli che però cambia improvvisamente di fronte alla forza morale di Lucia. Ein zynischer und skrupelloser Mann, der sich angesichts der moralischen Stärke von Lucia plötzlich ändert. La nostra protagonista infatti non è una ragazza ingenua **in balia** degli eventi, anzi. Unsere Protagonistin ist in der Tat kein naives Mädchen, das den Ereignissen ausgeliefert ist, ganz im Gegenteil. Certo, non è un'eroina o una combattente, ma ha una grande fede religiosa e la consapevolezza interiore di essere dalla parte giusta. **Colpito** da Lucia, l'Innominato si pente della sua vita di crimini e la lascia libera di tornare da Renzo. Von Lucia beeindruckt, bereut der Innominato sein kriminelles Leben und lässt sie frei, um zu Renzo zurückzukehren.

A proposito, Renzo. Übrigens, Renzo. Che fine ha fatto? Was ist mit ihm passiert? È in fuga, perché la polizia di Milano lo crede responsabile delle proteste. Intanto però in città hanno altre **grane da risolvere**: è scoppiata un'epidemia di peste. In der Zwischenzeit haben sie in der Stadt jedoch andere Probleme zu lösen: eine Pestepidemie ist ausgebrochen. È in quella situazione di caos che Renzo prima si ammala, poi guarisce, e scopre che Don Rodrigo ha preso la peste ed è morto. In dieser chaotischen Situation erkrankt Renzo zunächst, erholt sich dann und erfährt, dass Don Rodrigo an der Pest erkrankt und gestorben ist. Infine ritrova Lucia, ed è pieno di entusiasmo. Ora che Don Rodrigo non c'è più, possono sposarsi. In realtà, ci sono ancora un paio di complicazioni di mezzo, ma non mi voglio **dilungare**. Eigentlich gibt es dazwischen noch ein paar Komplikationen, aber darauf möchte ich nicht näher eingehen. In conclusione, dopo tante **peripezie**, c'è il lieto fine. Am Ende, nach vielen Wechselfällen, gibt es ein Happy End. Renzo e Lucia possono finalmente sposarsi.

Che cosa ha reso questo romanzo così famoso? La trama probabilmente non ti è sembrata poi così originale e avvincente, e dunque che c'è di speciale? Die Handlung erschien Ihnen wahrscheinlich nicht besonders originell und fesselnd, was ist also so besonders daran?

C'è il fatto che, quando Manzoni ha pubblicato I promessi sposi, in Italia non c'erano ancora molti romanzi di livello letterario. Als Manzoni I promessi sposi (Die Verlobten) veröffentlichte, gab es in Italien noch nicht viele Romane von literarischem Niveau.

Ma soprattutto, non c'era l'Italia. Manzoni, nato e cresciuto a Milano, all'epoca era suddito del Regno Lombardo-Veneto, parte integrante dell'Impero d'Austria-Ungheria. Der in Mailand geborene und aufgewachsene Manzoni war damals Untertan des Königreichs Lombardo-Venetien, das zum österreichisch-ungarischen Reich gehörte. È qui la chiave.

Quando esce l'edizione definitiva de I promessi sposi, nel 1840, di Italia libera e unita si parla molto. Als 1840 die endgültige Ausgabe von I promessi sposi (Die Verlobten) herauskam, war die Rede von einem freien und geeinten Italien. Magari non tra il popolo, ma certamente negli ambienti intellettuali e nobiliari, quelli che Manzoni frequentava. Da giovane, l'autore era anche stato un grande ammiratore di Napoleone e della sua missione, un po' controversa, di liberazione dei popoli d'Europa. Als junger Mann war der Autor auch ein großer Bewunderer Napoleons und seiner etwas umstrittenen Mission zur Befreiung der Völker Europas. E proprio al grande imperatore francese, Manzoni aveva dedicato una delle sue poesie più famose, il 5 maggio. Und dem großen französischen Kaiser widmete Manzoni eines seiner berühmtesten Gedichte, den 5. Mai. Il titolo si riferisce alla data della morte di Napoleone, il giorno in cui sembrava definitivamente tramontata l'idea di un'Italia libera dall'Austria. Der Titel bezieht sich auf das Datum von Napoleons Tod, den Tag, an dem die Idee eines von Österreich befreiten Italiens endgültig vom Tisch zu sein schien.

Ma quell'idea, nel cuore di Manzoni e di molti altri, era rimasta. Politici e rivoluzionari hanno iniziato a lavorare per cambiare la situazione politica. Politiker und Revolutionäre setzten sich für eine Veränderung der politischen Situation ein. Manzoni, da scrittore, **si è rimboccato le maniche** per cambiare la situazione culturale. Manzoni krempelte als Schriftsteller die Ärmel hoch, um die kulturelle Situation zu verändern. Ha scritto un romanzo con l'obiettivo di parlare a tutti gli italiani.

Come lo ha fatto? Innanzitutto, mettendo in primo piano persone semplici, del popolo. Renzo e Lucia sono operai di piccole fabbriche tessili della Lombardia, ma in fondo i loro valori e le loro emozioni potrebbero essere quelle di qualunque altro popolano di tutta Italia. Sono persone semplici, religiose, un po' ingenue anche. Sembrano incapaci di reagire di fronte ai potenti e alla loro arroganza, e sembra che il loro destino sia quello di finire schiacciati come formiche. Eppure alla fine non va così. Doch das ist nicht das, was am Ende dabei herauskommt. Grazie alla loro pazienza, alla loro onestà e alla fede religiosa.

Uno dei messaggi di Manzoni ai suoi lettori è proprio questo. Il popolo italiano, a nord come a sud, ha dei valori comuni che possono servire per lottare contro l'arroganza dei potenti. Soprattutto, se sono stranieri. Vor allem, wenn es sich um Ausländer handelt.

E qui c'è l'altro punto cruciale della questione. Und das ist der andere Knackpunkt. Come abbiamo detto, I promessi sposi sono ambientati nel XVII secolo, duecento anni prima rispetto all'autore. Wie bereits erwähnt, spielen I promessi sposi im 17. Jahrhundert, zweihundert Jahre vor dem Autor. Un periodo in cui la Lombardia era dominata dagli spagnoli che trattavano con prepotenza e senso di superiorità la popolazione locale.

Manzoni sperava, anzi, era abbastanza sicuro, che i suoi lettori capissero il riferimento. Scrivo dei dominatori spagnoli di due secoli fa, ma in realtà voglio criticare i dominatori austriaci di oggi. Funziona nello stesso modo. Capito, milanesi?

Capito, decisamente. Verstanden, auf jeden Fall. Non è un caso che otto anni dopo la pubblicazione del romanzo, sia scoppiata la rivoluzione in Lombardia e siano arrivate le Cinque giornate di Milano. Es ist kein Zufall, dass acht Jahre nach der Veröffentlichung des Romans in der Lombardei eine Revolution ausbrach und die Fünf Tage von Mailand kamen.

Ovviamente non si può dire che I promessi sposi abbiano ispirato direttamente la rivoluzione. Tuttavia, è evidente che Manzoni **avesse colto nel segno. Es ist jedoch klar, dass Manzoni ins Schwarze getroffen hatte. ** Aveva percepito nell'aria la volontà di cambiamento e aveva cercato di renderla il più universale possibile.

Anche attraverso la lingua. Probabilmente l'elemento più importante di tutta questa storia, e il motivo per cui I promessi sposi sono davvero il romanzo degli italiani.

Scrivere in italiano al tempo di Manzoni era molto diverso dal farlo oggi. L'italiano all'epoca era quasi esclusivamente una lingua colta, e la usavano come forma di comunicazione soltanto le classi sociali più elevate, e nemmeno sempre.

Renzo e Lucia, in quanto semplici popolani lombardi, quasi sicuramente avrebbero parlato tra loro in dialetto. Als einfache lombardische Bauern hätten Renzo und Lucia mit Sicherheit im Dialekt miteinander gesprochen. E farli parlare così sarebbe stato più verosimile. A Manzoni però della verosimiglianza interessava solo in parte. Per lui, era molto più importante che il suo romanzo fosse disponibile per tutti gli italiani. Perlomeno, per quelli colti. Zumindest für die Gebildeten.

Così ha deciso di scrivere tutto il romanzo in italiano. Ovvero, in toscano. Una lingua che lui conosceva, a livello intellettuale, ma che non era quella con cui esprimeva le sue emozioni di tutti i giorni, così importanti quando si scrive un romanzo.

Così, da perfezionista, dopo avere pubblicato le prime due edizioni dei Promessi sposi, Manzoni si trasferisce per un po' a Firenze. Ha il sospetto che il toscano che ha usato sia un po' troppo antico, **libresco** e **affettato**. Er hatte den Verdacht, dass das von ihm verwendete Toskanisch ein wenig zu altmodisch, buchhalterisch und affektiert war. Per i suoi obiettivi sociali, non avrebbe senso scrivere un romanzo basato su una lingua così, serve che sia il più simile possibile a come le persone parlano davvero. E infatti, la versione finale dei Promessi sposi, che leggiamo ancora oggi, si basa sul toscano dei contemporanei di Manzoni, la lingua destinata a diventare lo strumento di comunicazione di tutto il futuro Regno d'Italia. Missione compiuta. Die Mission ist erfüllt.

Leggere oggi I promessi sposi è possibile, a patto di avere le giuste aspettative. Die Lektüre von The Betrothed ist heute möglich, vorausgesetzt, Sie haben die richtigen Erwartungen. Bisogna accettare il fatto che siamo di fronte a un libro scritto duecento anni fa, in un mondo in cui non esisteva il cinema e quindi le descrizioni **servivano come il pane**. Man muss sich mit der Tatsache abfinden, dass wir es mit einem Buch zu tun haben, das vor zweihundert Jahren geschrieben wurde, in einer Welt, in der es kein Kino gab und Beschreibungen daher wie Brot dienten. E poi bisogna accettare che tante regole narrative, che oggi ci sembrano ovvie, sono nate solo molto dopo. Und dann müssen wir akzeptieren, dass viele narrative Regeln, die uns heute selbstverständlich erscheinen, erst viel später entstanden sind. Insomma, se pensiamo di leggere I promessi sposi come guarderemmo una serie su Netflix, **prenderemo un granchio**. Kurz gesagt, wenn wir denken, dass wir "The Betrothed" so lesen, als würden wir eine Serie auf Netflix sehen, werden wir uns irren.

Leggere I promessi sposi è piacevole se lo facciamo con la giusta prospettiva.

Per esempio andando alla scoperta di quegli italiani di Manzoni così incredibilmente simili a noi oggi, notando le ipocrisie del potere, la codardia di chi -come Don Abbondio- pensa solo a non avere problemi, la facilità impressionante con cui cerchiamo qualcuno a cui dare la colpa di tutto, anche irrazionalmente, come succede a Renzo durante la peste a Milano.

Insomma, molte persone in Italia vi diranno che questo libro **fa venire il latte alle ginocchia**. Kurzum, viele Italiener werden Ihnen sagen, dass dieses Buch Ihnen weiche Knie macht. Rispettate quest'opinione, perché in parte è un po' vera, ma sappiate anche che è dovuta quasi sempre a tristi ricordi di scuola.

I promessi sposi non sono davvero una tortura per studenti, ma un libro prezioso. Da leggere, rileggere, scoprire. Perché ha creato gli italiani quando ancora non c'era l'Italia e parla ancora di noi, molto molto più di quanto non vorremmo ammettere. Denn er hat die Italiener erschaffen, als es noch kein Italien gab, und er spricht immer noch von uns, viel mehr als wir zugeben wollen.