#72 – 10 cose che non sai di Bologna
Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 23 luglio 2022.
Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.
Bologna è una vecchia signora, dai fianchi un po' molli.
Comincia così una famosa canzone dedicata a Bologna dal cantautore Francesco Guccini.
In effetti, è una descrizione calzante.
Per la sua storia, per la sua cucina, per l'anima dei suoi abitanti. I quali, secondo la tradizione, sono sempre allegri e pronti ad aiutare e a invitare a pranzo chiunque passi per strada.
Una parte dell'anima di Bologna è fatta così. Per questo, è una città ritenuta particolarmente accogliente. Un posto in cui è bello anche il semplice passeggiare e guardarsi intorno, sedersi a bere un bicchiere di Lambrusco o a mangiare un piatto di tagliatelle, parlare con le persone, ascoltare i suoni e percepire gli odori.
A noi però interessa andare più a fondo. Scoprire i luoghi che rendono unica Bologna e soprattutto i luoghi simbolici per le persone che ci vivono.
Oggi ti porto a conoscere alcuni aspetti di Bologna che non si trovano nei dépliant turistici. Parliamo dei suoi eroi, delle sue ferite, dei luoghi apparentemente anonimi ma che hanno fatto la storia.
Se vuoi conoscere meglio Bologna da dentro, vieni con me. Cominciamo! Con 10 cose che non sai di Bologna.
Luogo 1 – La stazione di Bologna
Ogni viaggio che si rispetti parte da una stazione. Oggi la stazione di Bologna è molto moderna e si sviluppa in particolare sottoterra, dove ci sono i binari dell'alta velocità, da cui partono i treni diretti nelle altre grandi città d'Italia.
Quello che ci interessa però è in superficie. Ed è un grosso buco nel muro. E accanto al muro, una lista di nomi. Probabilmente è difficile contarli tutti. Te lo dico io quanti sono. 85. 85 nomi di uomini, donne e bambini che in questo punto esatto hanno perso la vita. Il 2 agosto del 1980, in seguito allo scoppio di una bomba.
Come la bomba di piazza Fontana a Milano di 12 anni prima, ancora una volta un attentato dei gruppi neofascisti contro persone innocenti. Per anni la polizia ha brancolato nel buio, ma oggi la verità giudiziaria è chiara sugli esecutori. I mandanti invece sono ancora misteriosi. E Bologna aspetta, ricordando il dolore, con l'orologio della stazione ancora fermo all'ora dell'esplosione. Alle 10:25 del 2 agosto 1980.
Simbolo 1 – La musica
Bologna ha dato i natali a moltissimi autori e musicisti. Il musicista più amato dai bolognesi è sicuramente Lucio Dalla. È diventato famoso per la capacità di scrivere canzoni bellissime e di alto livello letterario, ma allo stesso tempo alla portata di tutti. Tutte le sue canzoni più famose hanno una caratteristica in comune: una storia da raccontare. La parte musicale è molto curata, gli arrangiamenti sono di alto livello, ma al primo posto ci sono le storie.
Per esempio, la canzone intitolata con la sua data di nascita: 4 marzo 1943, una ballata dolce e malinconica che parla di un bambino nato durante la guerra dal rapporto occasionale tra una donna del luogo e un soldato americano.
Infine, la canzone simbolo di Dalla, quella in assoluto più legata a Bologna. Piazza grande. La storia molto commovente di un senzatetto che vive sulle panchine della città. La curiosità è che non c'è nessuna Piazza grande a Bologna. Molti pensano che il riferimento sia a Piazza maggiore, la piazza principale della città, ma le persone vicine all'artista dicono che invece la piazza a cui pensava è la piccola piazza Cavour.
Comunque sia, oggi Bologna è ricca di omaggi a Lucio Dalla in giro per la città. Foto, murales, citazioni delle sue canzoni. Le puoi cercare passeggiando, una specie di caccia al tesoro.
Luogo 2 – Il Pratello
Negli ultimi anni, il centro di Bologna si è trasformato. Oggi la città offre posti eleganti dove bere e mangiare, negozi e boutique di alta moda, e anche banche, uffici e assicurazioni. La vecchia Bologna popolare, fatta di osterie e posti alla buona è un po' scomparsa. Una parte resiste ancora, ma in un quartiere leggermente fuori dal centro storico. Il pratello. Un quartiere dove resistono i locali e le osterie, dove si può bere e mangiare con poco, chiacchierare con gli amici e conoscere persone anche molto diverse tra loro, in uno spirito democratico e aperto.
Per molto tempo, il Pratello è stato un posto poco raccomandabile, qui si nascondevano ladri e altri delinquenti e qui c'è anche il carcere minorile di Bologna, ospitato da un antico monastero medievale. Insomma, ci sono tutti gli elementi per un romanzo.
Al Pratello però c'è anche un pezzo di storia di Bologna, perché proprio qui, negli anni '70, è nata Radio Alice, una delle prime radio indipendenti italiane. Era un'emittente molto legata ai movimenti studenteschi di sinistra radicale, ed è stata chiusa con la forza dalla polizia il 12 marzo del 1977. In quell'occasione, gli agenti sono entrati al Pratello, hanno distrutto le apparecchiature e arrestato i presenti. Lo hanno fatto in diretta perché la radio stava trasmettendo in quel momento. E gli ultimi secondi di Radio Alice libera si possono ancora ascoltare su YouTube.
Bevendo una birra, o un bicchiere di vino, al Pratello, potreste incontrare qualcuno che quella storia la conosce molto da vicino.
Simbolo 2 – Il calcio a Bologna, gli anni di Arpad Weisz
Oggi forse non molti fuori dall'Italia sanno qualcosa del Bologna Football Club. La squadra di calcio cittadina gioca da anni regolarmente in serie A, ma fa campionati di mezza classifica e di certo non ruba l'occhio. Anche se il calcio ovviamente ha un grande peso. E soprattutto lo ha avuto in passato. Il Bologna infatti è stata una delle squadre più forti d'Italia negli anni '30 del XX secolo, tanto che la chiamavano “Lo squadrone che tremare il mondo fa”.
Vinceva anche grazie a un allenatore straordinario. Si chiamava Arpad Weisz, ed era ungherese. Un ebreo ungherese. Che a un certo punto, è stato espulso dall'Italia fascista in seguito alle leggi razziali volute da Mussolini.
Dopo anni di fuga, è stato portato nel campo di concentramento di Auschwitz dove è morto in una camera a gas il 31 dicembre del 1944. Bologna non lo ha dimenticato e lo commemora all'interno del suo stadio. La curva sud, il settore riservato ai tifosi rossoblù, oggi è la curva Arpad Weisz.
Luogo 3 – Via Zamboni
Tra le vie del centro di Bologna, c'è via Zamboni. Qui però non troverai boutique e ristoranti gourmet. Ma principalmente, bar, locali e tantissimi studenti. Perché proprio su via Zamboni si affaccia una parte della storica università di Bologna, l'Alma Mater, il più antico ateneo del mondo. E per questo motivo, oggi via Zamboni è una strada dove gli studenti la sera si trovano a bere, mangiare e fare bisboccia.
Oggi si va su via Zamboni per fare festa, ma negli anni '70 qui il clima era molto diverso. Erano anni di lotta politica, e gli studenti e la polizia si davano botte da orbi. In particolare, nel 1977, quando le contestazioni studentesche sono arrivate al massimo e la polizia è intervenuta con uomini armati e mezzi blindati. Risultato? La morte di uno studente e l'esercito nel centro di Bologna.
La storia delle proteste del 1977 è piena di conseguenze politiche. Per ora ricordiamo solo da dov'è partita. Dal cuore di Bologna, della Bologna studentesca. Dai portici di via Zamboni.
Simbolo 3 – La mortadella
La cucina bolognese è famosissima. Tanto che la parola ‘bolognese' all'estero indica il famoso ragù fatto a base di carne tritata e salsa di pomodoro. Per inciso, penso che lo sappiate già, ma ve lo dico stesso. Nessuno, ma veramente nessuno, in Italia lo chiama ‘bolognese' e si usa soprattutto per condire le tagliatelle. Se un ristorante offre ‘spaghetti bolognese', scappate: è una trappola per turisti.
Oltre al ragù, alle tagliatelle e ai tortellini, la cucina bolognese è famosa anche per un'altra pietanza: la mortadella. Un insaccato a base di carne di maiale con dei pezzetti di grasso che sembrano macchie bianche sullo sfondo rosa.
Non è più così, ma per molto tempo la mortadella è stata considerata un salume di bassa qualità. Si diceva che il prosciutto fosse di destra, perché più costoso ed elitario, e la mortadella invece di sinistra, perché più economica e popolare.
C'è in effetti anche una storia politica legata alla mortadella. Perché “il mortadella” è stato ed è il nomignolo dispregiativo dato a Romano Prodi, politico bolognese famoso per essere stato l'unico a vincere le elezioni contro Berlusconi e per questo sinceramente odiato dai berlusconiani di tutta Italia.
Luogo 4 – Via Paolo Fabbri 43
Un indirizzo molto preciso! Perché ne parliamo? Perché nella casa di via Paolo Fabbri 43 ha abitato per molto tempo un grande cantautore: Francesco Guccini. Uno dei suoi dischi si chiama proprio Via Paolo Fabbri 43 e contiene una canzone omonima. Talmente amata che qualche tempo fa, i suoi fan ne hanno scritto alcuni frammenti sulle saracinesche di Via Paolo Fabbri. E anche se Guccini ormai non ci abita più da tempo, quella strada è un simbolo per gli appassionati. Lì vicino, c'è anche la trattoria che lui frequentava spesso. Cucina semplice, emiliana. Tagliatelle, tortellini, vino della casa. Andateci, se vi capita.
Simbolo 4 – Bologna la rossa
Forse ormai avete capito che Bologna è solo all'apparenza una città tranquilla, ma sotto sotto nasconde un'anima rivoluzionaria. Per secoli, la città è stata sotto il controllo diretto del Papa. Una situazione nella quale i bolognesi dovevano mordersi la lingua per non rischiare di finire in prigione. E sono diventati fieri oppositori del Papa e della tradizione. Una cosa che è continuata anche dopo. Dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1990, tutti i sindaci di Bologna tranne uno sono stati eletti dalle liste del Partito Comunista Italiano. E ancora oggi la città ha un'anima dichiaratamente di sinistra.
Forse hai sentito dire che Bologna si chiama ‘la rossa' per il colore dei suoi palazzi. Beh, ora sai che non è solo per quello.
Luogo 5 – I colli bolognesi
Succede spesso che l'anima di una città si sviluppi non solo in centro, ma anche in periferia. Per quanto riguarda Bologna, molte delle sue caratteristiche arrivano dalle colline a sud della città. I colli bolognesi. Una serie di piccoli borghi molto caratteristici, facili da girare a piedi e dove si possono gustare le prelibatezze della cucina bolognese, forse anche meglio che in città.
Se dite in Italia, le parole ‘colli bolognesi' è probabile che molti inizino a canticchiare una canzone che parla di una Vespa. Perché Cesare Cremonini, oggi famoso come solista, ha iniziato la sua carriera con il gruppo dei Lunapop e con dei brani leggeri e orecchiabili tra cui 50 special, su quanto è bello andare in giro in Vespa per i colli bolognesi. Volete imitarlo?
Simbolo 5 – Lo Zecchino d'Oro
Tutti conoscono Sanremo e il famoso Festival. Anche Bologna però ha il suo festival, molto longevo, visto che esiste dal 1959. È il festival dello Zecchino d'Oro, un concorso canoro per bambini. Sempre accompagnati dal Piccolo coro dell'Antoniano di Bologna, composto da bambini dai 3 ai 9 anni. Le canzoni dello Zecchino d'Oro sono molto conosciute dagli italiani, da quelli che sono bambini oggi e da quelli che sono stati bambini tanto tempo fa. Alcune di queste canzoni sono diventate ninne-nanne, o melodie da cantare in macchina. O anche da ascoltare da adulti con un po' di malinconia. Sempre a chiedersi, alla fine, ma questo coccodrillo, come fa? Non sapete di cosa parlo? Cercate su YouTube e capirete!