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L'italiano Vero Podcast, EPISODIO - 42 - Come diventare italiani veri (1)

EPISODIO - 42 - Come diventare italiani veri (1)

Massimo: Un, due, tre, via! Benvenuti all'italiano vero, il podcast che ti insegna a parlare come un vero italiano. In studio Massimo…

Paolo: Detto Cubo.

Massimo: Da Bergamo.

Paolo: Paolo, da Milano.

Massimo: E con noi in studio sempre ospiti mai visti e che non vedrete mai!

Paolo: Ma come, che non vedremo mai?

Massimo: Eh, Paolo, è un podcast!

Paolo: Ah già!

Massimo: Ciao Paolo come stai?

Paolo: Abbastanza bene Max, abbastanza bene grazie, ciao anche a te.

Massimo: Grazie per avermelo chiesto, sto bene anch'io. Parto subito con una cosa che ho scoperto. Sai che per diventare cittadini italiani c'è bisogno di sostenere un esame di italiano?

Paolo: Ah beh, no! Non lo sapevo assolutamente! Non lo sapevo ma devo dirti che è di buon senso insomma una cosa di questo tipo, se vuoi diventare un cittadino italiano devi saperlo parlare un pochettino l'italiano no?

Massimo: Ma non fanno controlli anche su quelli che sono già italiani no?

Paolo: Ah ah Ah ah sì! Dovrebbero farli ogni tanto questi controlli qua. Effettivamente solo che poi rischi di scivolare in terreni molto difficili su cui stare in piedi ecco. Visto che abbiamo molti dialetti anche, leggiamo molto poco tra l'altro e quindi chiaramente... Ma perché ti interessi di queste cose qua Massimo?

Massimo: Allora, prima di tutto mi ritengo fortunato perchè l'altra volta ho fatto un errore; ho detto che Costanza era un aggettivo, invece Sara poi mi ha corretto dicendo che appunto è un nome femminile. Quindi mea culpa! Ho pensato di licenziare Sara.

Paolo: Ah già subito in maniera.. così hai fatto subito..

Massimo: Si, come si permette di correggermi? Diciamocelo chiaro! Però poi ho pensato diciamo ai risvolti negativi, poi avresti dovuto fare tu il blog, tutte quelle cose lì, quindi no no, teniamoci la Sara.

Paolo: Cosa che io so benissimo che cos'è un blog tra l'altro quindi, non saprei neanche da che parte guardarlo.

Massimo: Attento perché oggi potremmo usare anche dei termini un po' italo americani un po' .... Però adesso per rispondere alla tua domanda, come ho scoperto dell'esame di italiano? Io ho una cugina, che è nata negli Stati Uniti ma da mio zio, fratello di mio papà, quindi da papà italiano, e lei mi chiede sempre; "Ma io posso avere la cittadinanza italiana?"

Paolo: Perchè lei non ha la cittadinanza italiana!

Massimo: Lei è nata negli Stati Uniti!

Paolo: È statunitense... è americana.

Massimo: Sì esatto, ha il passaporto americano.

Paolo: Ha passaporto americano.

Massimo: Al che io gli ho detto; "Qua serve il parere di un esperto, io proprio non lo so!". Sono andato a cercare su Internet, all'inizio non ho trovato molto, poi mi sono imbattuto in un bellissimo articolo molto chiaro, dello studio legale Metta di Bari, non solo di Bari, poi andremo a scoprire... non anticipo nulla.

Paolo: Certo, e quindi insomma hai preso contatto?

Massimo: Ho preso contatto, come ho fatto? Li ho chiamati!

Paolo: Ah subito! Hai fatto bene! In questa era dei social, velocissimo!

Massimo: Ho detto io provo ad invitarli, quindi ho chiamato e c'era la segreteria telefonica e non mi sono lasciato scoraggiare. Tu sei uno che si scoraggia quando trova la segreteria telefonica? O lasci il messaggio?

Paolo: Ma no, io lascio il messaggio, mi fa un po' arrabbiare devo dirti onestamente, all'inizio la segreteria però capisco che in questo mondo qua non è che puoi tirar su il telefono e avere subito una risposta e quindi mi adatto, ecco.

Massimo: E con grande piacere mi hanno richiamato.

Paolo: Bene!

Massimo: Mi ha richiamato Marinella, ho esposto e parlato un po' del nostro progetto, dove dico sempre che io faccio tutto tu fai poco!

Paolo: Niente, io faccio nulla, io proprio nulla! Faccio la prima donna!

Massimo: Mi ha fissato un appuntamento con colui che aveva scritto quell'articolo, che guarda caso è qui con noi e vado a introdurre; Nicola Maria Metta dello Studio Legale Metta. Ciao Nicola benvenuto!

Nicola: Ciao grazie. Buonasera a tutti.

Paolo: Ciao Nicola, siamo molto contenti di averti tra di noi ovviamente, per parlare di un argomento che sta particolarmente a cuore a Massimo, allora! Insomma dare una cittadinanza ad una sua cugina.

Nicola: Grazie mille, io ringrazio per avermi invitato, sono onorato perchè il vostro è un bellissimo progetto. Ho dato uno sguardo ai vostri contenuti e ai titoli degli altri episodi è veramente molto interessante. Quindi mi fa senz'altro moltissimo piacere contribuire al vostro progetto.

Massimo: Grazie a te, devo dire che Paolo mi sono imbattuto su questo bellissimo sito fatto molto bene con questo articolo veramente chiaro, con addirittura i costi esposti, cosa che capita raramente di vedere, quindi la cosa mi è piaciuta diciamo, si ha già un'idea delle spese che magari bisogna affrontare, perché poi immagino appunto non sarà proprio una cosa semplicissima. E anche io ho visto che forse secondo me c'è un piccolo errore, ho visto che lo studio è aperto dal 1884? Forse è 1984 Nicola? C'è stato un errore sul sìto?

Nicola: No no, non è un errore, in effetti è un uno studio che è stato fondato due secoli fa praticamente quasi, cento... nel 1887 quindi sono quasi oramai 140 anni dal mio bisnonno a questo punto si.

Paolo: Bene, innanzitutto complimenti, visto che insomma di studi così antichi adesso... non conosco molto questo mondo relativamente agli studi, ma credo che nel 1887 sono veramente un sacco di anni Nicola, ma veramente tanti complimenti!

Nicola: Grazie. Ma in realtà complimenti a chi c'è stato prima di me!

Paolo: Certo! Però adesso stai raccogliendo anche tu questo testimone, è molto importante!

Nicola: Si, sì sì senz'altro. Ovviamente viene con un carico di responsabilità come si può immaginare, per cercare di essere all'altezza di chi ha fondato lo studio e l'ha portato avanti nei secoli, sembra quasi strano dirlo ma nei secoli.

Paolo: Certo, certo infatti.

Massimo: Quindi posso dire che siete specializzati diciamo in pratiche che riguardano un po' l'Italia e l'estero, transfrontalieri non saprei come chiamarlo, di casi che appunto coinvolgono più nazioni, magari un'eredità, non lo so.

Nicola: Si guarda, questo studio legale... io ci sono ... non voglio dire cascato dentro, ma è lo studio di famiglia e quando c'è stato da scegliere l'università non mi sono neanche domandato cosa fare. C'era questo studio tradizionale classico italiano, io però avevo una aspirazione, una impostazione un po' diversa un po' più moderna o forse anche futuristica per l'epoca, e avevo un desiderio, una vocazione internazionale. Quindi ho preso la laurea in giurisprudenza dopodiché sono partito, sono andato a lavorare con studi americani e così via, fino a quando poi una volta consolidata una certa esperienza sono tornato nello studio di famiglia dove abbiamo aperto anche l'area internazionale. Quindi adesso lo studio si compone di un'anima tradizionale domestica, in cui si svolgono attività classiche dell'avvocato, le cause e i tribunali, e un'area invece internazionale nell'ambito della quale abbiamo vari dipartimenti. Uno di questi dipartimenti è focalizzato esclusivamente sulle questioni di cittadinanza, acquisto di cittadinanza italiana. Quindi abbiamo un dipartimento che si dedica a queste tematiche. Ho risposto alla vostra domanda?

Paolo: E' bellissimo! Anzi, ci è piaciuto anche perlomeno personalmente il fatto che tu nonostante sia cascato dentro, non ti sia fatto anche troppe domande, sei partito con una valigia probabilmente o con uno zaino, e sei andato comunque lontano dalla famiglia per farti le ossa per farti delle esperienze quindi completamente da solo. Decisamente coraggioso anche, proprio per poi ritornare più forte probabilmente. Non so se avevi già le idee di ritornare, chissà!

Nicola: In realtà in effetti non c'è mai stato un progetto ben definito sin dal principio, mi sono sempre sentito avvocato nell'anima diciamo così, però non avevo ancora una chiara idea di cosa. Diciamo vent'anni fa quando sono diventato avvocato avevo già la consapevolezza che il mondo era orientato verso le specializzazioni. L'avvocato che fa tutto, nelle città c'è l'avvocato il farmacista il carabiniere ecc.., non esiste più come idea, quindi se vuoi mercato devi specializzarti, devi crearsi una identità che ti distingua dagli altri. Quindi avevo questa coscienza, non sapevo ancora con certezza quale sarebbe stata la mia identità. Quindi sono partito per cercarla e l'ho trovata nel circuito degli studi americani, poi come dicevi tu in realtà sono partito con zero esperienza, e quando sono tornato ho fatto tesoro di quello che ho imparato. Ho cercato di replicare in una città come Bari che non aveva vent'anni fa sicuramente alcuna vocazione o scarsissima vocazione internazionale, mi prendevano in giro e mi dicevano; ma tu pensi di fare quello che va al Polo Nord a vendere condizionatori? Ecco praticamente sì, perché in realtà tu torni a casa per assistere persone che non ci sono a casa, quindi io vendo dei servizi, ho deciso di vendere dei servizi per i quali di fatto non ho clienti in Puglia, non ho neanche un cliente pugliese. Diciamo che su tutto il territorio nazionale ho pochissimi clienti, la maggior parte dei clienti sono sparpagliati per il mondo.

Massimo: Benissimo, come i nostri ascoltatori al quale appunto veramente mi sento di raccomandare il tuo studio qual'ora avessero bisogno di qualsiasi pratica internazionale. Ma....

Nicola: Grazie.

Massimo: ... tornando un attimo, Paolo ha detto, perché è un po italiano vero mi è piaciuta molto, sei andato all'estero "a farti le ossa". Molto bella questa espressione, faccio subito un esempio per dire ai nostri ascoltatori come utilizzarla, e ricordo subito che un po' come te mio papà era ragioniere mi ha voluto ragioniere e io non ho pensato... ho detto va bene farò anch'io il ragioniere, e mi mandò subito dopo il diploma a lavorare in uno studio; "Comincia subito a lavorare, così ti fai le ossa".Questa pratica iniziale che permette di fare le basi per un lavoro futuro per qualsiasi cosa, noi diciamo andare a farsi le ossa giusto Paolo?

Paolo: Farsi le ossa e quindi irrobustire quello che è il nostro animo se vogliamo, diventare grande.

Massimo: Il nostro scheletro fragile.

Paolo: Scheletro anche magari un po' molle inizialmente, sì irrobustisce e diventi adulto. Lo trovo anche molto italiano se vuoi Nicola, cioè il fatto di partire in un certo modo dal proprio paese dai propri lidi da quello che è la sicurezza, e andare in un mondo completamente sconosciuto. In questo caso nel tuo caso gli Stati Uniti dove non dev'essere stato molto semplice, assolutamente non sono tutte rose e fiori andare là, non legano le vigne con le salsicce tanto per dare un po' di ulteriori chicche a coloro che ci ascoltano. Quindi lo trovo molto da italiano vero. Cosa dici Massimo?

Massimo: L'abbiamo detto un'altra volta popolo di santi ma anche di migratori. Certo è quindi bello bello, un episodio proprio vero, nello stile. Quindi direi di entrare nell'argomento. Quindi io ho detto all'inizio io sono già italiano! Giusto? Perché sono nato in Italia? È questo che mi rende italiano? Quanti modi ci sono per avere la cittadinanza italiana?

Nicola: Sicuramente un tema molto importante molto attuale in un mondo che tende a essere sempre più globalizzato, con una migrazione variegata che non è più soltanto la migrazione in cerca di fortuna e lavoro ma anche la migrazione in cerca di uno stile di vita, lo stile di vita italiano. La cittadinanza, sospetto o presumo Massimo l'abbia acquisita non tanto perché sei nato in Italia ma perché sei nato da genitori italiani, quindi per discendenza. No? La formula tecnica più comunemente utilizzata è "Jure Sanguinis" cioè per diritto di sangue. Quindi il tuo papà e o la tua mamma sono o erano italiani e quindi al momento della nascita ti hanno trasmesso questo stato, lo stato di cittadino e non tutti quelli che nascono in Italia invece sono cittadini italiani. Nascono come cittadini italiani per esempio lo straniero che nasce in Italia, è cittadino italiano, diviene cittadino italiano in mancanza dei genitori italiani soltanto se risieda ininterrottamente in Italia per almeno tre anni. Quindi oppure se venga abbandonato dai genitori e quindi ci sia un bambino di cui non si conoscono i genitori e quindi a quel punto gli viene attribuito automaticamente la cittadinanza italiana, perché non potrebbe essere una persona senza alcuna cittadinanza. Quindi questo è come tu hai acquisito la cittadinanza e cosa ti distingue rispetto ad altri soggetti che nascono in Italia che non hanno un genitore italiano. Se posso completare, preciso che non è sempre stato così nella storia, nel senso che in passato, e precisamente sino al 1948, cioè quando abbiamo avuto la nostra Costituzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo la fine del Regno, le donne in realtà non potevano trasmettere la cittadinanza ai propri figli e quindi soltanto i figli di cittadini di padre italiano potevano acquisire lo stato di cittadino italiano. I figli di cittadina italiana non lo acquisivano, semplicemente perché alla donna non era riconosciuta questa capacità. Qua il discorso potrebbe essere lungo, nel senso che chi è nato all'estero da una cittadina italiana prima del '48 oggi può comunque reclamare la cittadinanza italiana attraverso una procedura giudiziaria che riconosca la incostituzionalità della norma precedente al '48, e quindi attribuisca il riconoscimento della cittadinanza italiana anche a chi è nato da donna italiana prima del '48. Scusate la risposta un po' lunga da avvocato!


EPISODIO - 42 - Come diventare italiani veri (1) EPISODE - 42 - How to become real Italians (1) EPISOD - 42 - Jak zostać prawdziwym Włochem (1) ЭПИЗОД - 42 - Как стать настоящим итальянцем (1) 第 42 集 - 如何成为真正的意大利人 (1)

Massimo: Un, due, tre, via! Benvenuti all'italiano vero, il podcast che ti insegna a parlare come un vero italiano. In studio Massimo…

Paolo: Detto Cubo.

Massimo: Da Bergamo.

Paolo: Paolo, da Milano.

Massimo: E con noi in studio sempre ospiti mai visti e che non vedrete mai!

Paolo: Ma come, che non vedremo mai?

Massimo: Eh, Paolo, è un podcast!

Paolo: Ah già!

**Massimo:** Ciao Paolo come stai?

**Paolo:** Abbastanza bene Max, abbastanza bene grazie, ciao anche a te.

**Massimo:** Grazie per avermelo chiesto, sto bene anch'io. Parto subito con una cosa che ho scoperto. Sai che per diventare cittadini italiani c'è bisogno di sostenere un esame di italiano? Wussten Sie, dass man eine Prüfung ablegen muss, um italienischer Staatsbürger zu werden?

**Paolo:** Ah beh, no! Non lo sapevo assolutamente! Non lo sapevo ma devo dirti che è di buon senso insomma una cosa di questo tipo, se vuoi diventare un cittadino italiano devi saperlo parlare un pochettino l'italiano no?

**Massimo:** Ma non fanno controlli anche su quelli che sono già italiani no? Massimo: Aber werden nicht auch diejenigen kontrolliert, die bereits Italiener sind?

**Paolo:** Ah ah Ah ah sì! Dovrebbero farli ogni tanto questi controlli qua. Sie sollten diese Kontrollen hier manchmal durchführen. Effettivamente solo che poi rischi di scivolare in terreni molto difficili su cui stare in piedi ecco. Man riskiert dann nur, in sehr schwierigem Gelände auszurutschen, das ist alles. Visto che abbiamo molti dialetti anche, leggiamo molto poco tra l'altro e quindi chiaramente... Ma perché ti interessi di queste cose qua Massimo? Da wir auch viele Dialekte haben, lesen wir übrigens sehr wenig, also klar... Aber warum interessieren Sie sich für diese Dinge hier, Massimo?

**Massimo:** Allora, prima di tutto mi ritengo fortunato perchè l'altra volta ho fatto un errore; ho detto che Costanza era un aggettivo, invece Sara poi mi ha corretto dicendo che appunto è un nome femminile. Massimo: Also, zunächst einmal schätze ich mich glücklich, weil ich beim letzten Mal einen Fehler gemacht habe; ich habe gesagt, dass Costanza ein Adjektiv ist, und Sara hat mich dann korrigiert und gesagt, dass es ein weiblicher Name ist. Quindi mea culpa! Also mea culpa! Ho pensato di licenziare Sara. Ich habe darüber nachgedacht, Sara zu feuern.

**Paolo:** Ah già subito in maniera.. così hai fatto subito.. Paolo: Oh ja, direkt in der Art und Weise... also hast du direkt...

**Massimo:** Si, come si permette di correggermi? Massimo: Ja, wie kannst du es wagen, mich zu korrigieren? Diciamocelo chiaro! Seien wir ehrlich! Però poi ho pensato diciamo ai risvolti negativi, poi avresti dovuto fare tu il blog, tutte quelle cose lì, quindi no no, teniamoci la Sara.

**Paolo:** Cosa che io so benissimo che cos'è un blog tra l'altro quindi, non saprei neanche da che parte guardarlo. Paolo: Ich weiß übrigens sehr gut, was ein Blog ist, also wüsste ich nicht einmal, wie ich es betrachten sollte.

**Massimo:** Attento perché oggi potremmo usare anche dei termini un po' italo americani un po' .... Però adesso per rispondere alla tua domanda, come ho scoperto dell'esame di italiano? Massimo: Vorsicht, denn heute könnten wir auch Begriffe verwenden, die ein bisschen italienisch-amerikanisch sind, ein bisschen .... Aber nun zu Ihrer Frage: Wie habe ich von der Italienischprüfung erfahren? Io ho una cugina, che è nata negli Stati Uniti ma da mio zio, fratello di mio papà, quindi da papà italiano, e lei mi chiede sempre; "Ma io posso avere la cittadinanza italiana?" Ich habe eine Cousine, die in den USA geboren wurde, aber als Tochter meines Onkels, des Bruders meines Vaters, also eines italienischen Vaters, und sie fragt mich immer: "Aber kann ich die italienische Staatsbürgerschaft haben?"

**Paolo:** Perchè lei non ha la cittadinanza italiana! Paolo: Weil Sie nicht die italienische Staatsbürgerschaft haben!

**Massimo:** Lei è nata negli Stati Uniti!

**Paolo:** È statunitense... è americana.

**Massimo:** Sì esatto, ha il passaporto americano.

**Paolo:** Ha passaporto americano.

**Massimo:** Al che io gli ho detto; "Qua serve il parere di un esperto, io proprio non lo so!". Sono andato a cercare su Internet, all'inizio non ho trovato molto, poi mi sono imbattuto in un bellissimo articolo molto chiaro, dello studio legale Metta di Bari, non solo di Bari, poi andremo a scoprire... non anticipo nulla. Ich habe im Internet gesucht, zuerst habe ich nicht viel gefunden, dann bin ich auf einen schönen, sehr klaren Artikel gestoßen, von der Anwaltskanzlei Metta in Bari, nicht nur Bari, dann werden wir schon sehen... Ich will nichts vorwegnehmen.

**Paolo:** Certo, e quindi insomma hai preso contatto? Paolo: Sicher, Sie haben also Kontakt aufgenommen?

**Massimo:** Ho preso contatto, come ho fatto? Li ho chiamati!

**Paolo:** Ah subito! Hai fatto bene! In questa era dei social, velocissimo!

**Massimo:** Ho detto io provo ad invitarli, quindi ho chiamato e c'era la segreteria telefonica e non mi sono lasciato scoraggiare. Tu sei uno che si scoraggia quando trova la segreteria telefonica? O lasci il messaggio?

**Paolo:** Ma no, io lascio il messaggio, mi fa un po' arrabbiare devo dirti onestamente, all'inizio la segreteria però capisco che in questo mondo qua non è che puoi tirar su il telefono e avere subito una risposta e quindi mi adatto, ecco. Paolo: Aber nein, ich hinterlasse die Nachricht, das macht mich ein bisschen wütend, muss ich ehrlich sagen, zuerst der Anrufbeantworter, aber ich verstehe, dass man in dieser Welt hier nicht einfach den Hörer abnehmen kann und sofort eine Antwort bekommt, also passe ich mich an, das war's.

**Massimo:** E con grande piacere mi hanno richiamato.

**Paolo:** Bene!

**Massimo:** Mi ha richiamato Marinella, ho esposto e parlato un po' del nostro progetto, dove dico sempre che io faccio tutto tu fai poco!

**Paolo:** Niente, io faccio nulla, io proprio nulla! Faccio la prima donna!

**Massimo:** Mi ha fissato un appuntamento con colui che aveva scritto quell'articolo, che guarda caso è qui con noi e vado a introdurre; Nicola Maria Metta dello Studio Legale Metta. Ciao Nicola benvenuto!

**Nicola:** Ciao grazie. Buonasera a tutti.

**Paolo:** Ciao Nicola, siamo molto contenti di averti tra di noi ovviamente, per parlare di un argomento che sta particolarmente a cuore a Massimo, allora! Insomma dare una cittadinanza ad una sua cugina.

**Nicola:** Grazie mille, io ringrazio per avermi invitato, sono onorato perchè il vostro è un bellissimo progetto. Ho dato uno sguardo ai vostri contenuti e ai titoli degli altri episodi è veramente molto interessante. Quindi mi fa senz'altro moltissimo piacere contribuire al vostro progetto.

**Massimo:** Grazie a te, devo dire che Paolo mi sono imbattuto su questo bellissimo sito fatto molto bene con questo articolo veramente chiaro, con addirittura i costi esposti, cosa che capita raramente di vedere, quindi la cosa mi è piaciuta diciamo, si ha già un'idea delle spese che magari bisogna affrontare, perché poi immagino appunto non sarà proprio una cosa semplicissima. E anche io ho visto che forse secondo me c'è un piccolo errore, ho visto che lo studio è aperto dal 1884? Forse è 1984 Nicola? C'è stato un errore sul sìto?

**Nicola:** No no, non è un errore, in effetti è un uno studio che è stato fondato due secoli fa praticamente quasi, cento... nel 1887 quindi sono quasi oramai 140 anni dal mio bisnonno a questo punto si.

**Paolo:** Bene, innanzitutto complimenti, visto che insomma di studi così antichi adesso... non conosco molto questo mondo relativamente agli studi, ma credo che nel 1887 sono veramente un sacco di anni Nicola, ma veramente tanti complimenti!

**Nicola:** Grazie. Ma in realtà complimenti a chi c'è stato prima di me!

**Paolo:** Certo! Però adesso stai raccogliendo anche tu questo testimone, è molto importante!

**Nicola:** Si, sì sì senz'altro. Ovviamente viene con un carico di responsabilità come si può immaginare, per cercare di essere all'altezza di chi ha fondato lo studio e l'ha portato avanti nei secoli, sembra quasi strano dirlo ma nei secoli.

**Paolo:** Certo, certo infatti.

**Massimo:** Quindi posso dire che siete specializzati diciamo in pratiche che riguardano un po' l'Italia e l'estero, transfrontalieri non saprei come chiamarlo, di casi che appunto coinvolgono più nazioni, magari un'eredità, non lo so.

**Nicola:** Si guarda, questo studio legale... io ci sono ... non voglio dire cascato dentro, ma è lo studio di famiglia e quando c'è stato da scegliere l'università non mi sono neanche domandato cosa fare. C'era questo studio tradizionale classico italiano, io però avevo una aspirazione, una impostazione un po' diversa un po' più moderna o forse anche futuristica per l'epoca, e avevo un desiderio, una vocazione internazionale. Quindi ho preso la laurea in giurisprudenza dopodiché sono partito, sono andato a lavorare con studi americani e così via, fino a quando poi una volta consolidata una certa esperienza sono tornato nello studio di famiglia dove abbiamo aperto anche l'area internazionale. Quindi adesso lo studio si compone di un'anima tradizionale domestica, in cui si svolgono attività classiche dell'avvocato, le cause e i tribunali, e un'area invece internazionale nell'ambito della quale abbiamo vari dipartimenti. Uno di questi dipartimenti è focalizzato esclusivamente sulle questioni di cittadinanza, acquisto di cittadinanza italiana. Quindi abbiamo un dipartimento che si dedica a queste tematiche. Ho risposto alla vostra domanda?

**Paolo:** E' bellissimo! Anzi, ci è piaciuto anche perlomeno personalmente il fatto che tu nonostante sia cascato dentro, non ti sia fatto anche troppe domande, sei partito con una valigia probabilmente o con uno zaino, e sei andato comunque lontano dalla famiglia per farti le ossa per farti delle esperienze quindi completamente da solo. Decisamente coraggioso anche, proprio per poi ritornare più forte probabilmente. Non so se avevi già le idee di ritornare, chissà!

**Nicola:** In realtà in effetti non c'è mai stato un progetto ben definito sin dal principio, mi sono sempre sentito avvocato nell'anima diciamo così, però non avevo ancora una chiara idea di cosa. Diciamo vent'anni fa quando sono diventato avvocato avevo già la consapevolezza che il mondo era orientato verso le specializzazioni. L'avvocato che fa tutto, nelle città c'è l'avvocato il farmacista il carabiniere ecc.., non esiste più come idea, quindi se vuoi mercato devi specializzarti, devi crearsi una identità che ti distingua dagli altri. Quindi avevo questa coscienza, non sapevo ancora con certezza quale sarebbe stata la mia identità. Quindi sono partito per cercarla e l'ho trovata nel circuito degli studi americani, poi come dicevi tu in realtà sono partito con zero esperienza, e quando sono tornato ho fatto tesoro di quello che ho imparato. Ho cercato di replicare in una città come Bari che non aveva vent'anni fa sicuramente alcuna vocazione o scarsissima vocazione internazionale, mi prendevano in giro e mi dicevano; ma tu pensi di fare quello che va al Polo Nord a vendere condizionatori? Ecco praticamente sì, perché in realtà tu torni a casa per assistere persone che non ci sono a casa, quindi io vendo dei servizi, ho deciso di vendere dei servizi per i quali di fatto non ho clienti in Puglia, non ho neanche un cliente pugliese. Diciamo che su tutto il territorio nazionale ho pochissimi clienti, la maggior parte dei clienti sono sparpagliati per il mondo.

**Massimo:** Benissimo, come i nostri ascoltatori al quale appunto veramente mi sento di raccomandare il tuo studio qual'ora avessero bisogno di qualsiasi pratica internazionale. Ma....

**Nicola:** Grazie.

**Massimo:** ... tornando un attimo, Paolo ha detto, perché è un po italiano vero mi è piaciuta molto, sei andato all'estero "a farti le ossa". Molto bella questa espressione, faccio subito un esempio per dire ai nostri ascoltatori come utilizzarla, e ricordo subito che un po' come te mio papà era ragioniere mi ha voluto ragioniere e io non ho pensato... ho detto va bene farò anch'io il ragioniere, e mi mandò subito dopo il diploma a lavorare in uno studio; "Comincia subito a lavorare, così ti fai le ossa".Questa pratica iniziale che permette di fare le basi per un lavoro futuro per qualsiasi cosa, noi diciamo andare a farsi le ossa giusto Paolo?

**Paolo:** Farsi le ossa e quindi irrobustire quello che è il nostro animo se vogliamo, diventare grande.

**Massimo:** Il nostro scheletro fragile.

**Paolo:** Scheletro anche magari un po' molle inizialmente, sì irrobustisce e diventi adulto. Lo trovo anche molto italiano se vuoi Nicola, cioè il fatto di partire in un certo modo dal proprio paese dai propri lidi da quello che è la sicurezza, e andare in un mondo completamente sconosciuto. In questo caso nel tuo caso gli Stati Uniti dove non dev'essere stato molto semplice, assolutamente non sono tutte rose e fiori andare là, non legano le vigne con le salsicce tanto per dare un po' di ulteriori chicche a coloro che ci ascoltano. Quindi lo trovo molto da italiano vero. Cosa dici Massimo?

**Massimo:** L'abbiamo detto un'altra volta popolo di santi ma anche di migratori. Certo è quindi bello bello, un episodio proprio vero, nello stile. Quindi direi di entrare nell'argomento. Quindi io ho detto all'inizio io sono già italiano! Giusto? Perché sono nato in Italia? È questo che mi rende italiano? Quanti modi ci sono per avere la cittadinanza italiana?

**Nicola:** Sicuramente un tema molto importante molto attuale in un mondo che tende a essere sempre più globalizzato, con una migrazione variegata che non è più soltanto la migrazione in cerca di fortuna e lavoro ma anche la migrazione in cerca di uno stile di vita, lo stile di vita italiano. La cittadinanza, sospetto o presumo Massimo l'abbia acquisita non tanto perché sei nato in Italia ma perché sei nato da genitori italiani, quindi per discendenza. No? La formula tecnica più comunemente utilizzata è "Jure Sanguinis" cioè per diritto di sangue. Quindi il tuo papà e o la tua mamma sono o erano italiani e quindi al momento della nascita ti hanno trasmesso questo stato, lo stato di cittadino e non tutti quelli che nascono in Italia invece sono cittadini italiani. Nascono come cittadini italiani per esempio lo straniero che nasce in Italia, è cittadino italiano, diviene cittadino italiano in mancanza dei genitori italiani soltanto se risieda ininterrottamente in Italia per almeno tre anni. Quindi oppure se venga abbandonato dai genitori e quindi ci sia un bambino di cui non si conoscono i genitori e quindi a quel punto gli viene attribuito automaticamente la cittadinanza italiana, perché non potrebbe essere una persona senza alcuna cittadinanza. Quindi questo è come tu hai acquisito la cittadinanza e cosa ti distingue rispetto ad altri soggetti che nascono in Italia che non hanno un genitore italiano. Se posso completare, preciso che non è sempre stato così nella storia, nel senso che in passato, e precisamente sino al 1948, cioè quando abbiamo avuto la nostra Costituzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo la fine del Regno, le donne in realtà non potevano trasmettere la cittadinanza ai propri figli e quindi soltanto i figli di cittadini di padre italiano potevano acquisire lo stato di cittadino italiano. I figli di cittadina italiana non lo acquisivano, semplicemente perché alla donna non era riconosciuta questa capacità. Qua il discorso potrebbe essere lungo, nel senso che chi è nato all'estero da una cittadina italiana prima del '48 oggi può comunque reclamare la cittadinanza italiana attraverso una procedura giudiziaria che riconosca la incostituzionalità della norma precedente al '48, e quindi attribuisca il riconoscimento della cittadinanza italiana anche a chi è nato da donna italiana prima del '48. Scusate la risposta un po' lunga da avvocato!