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L'italiano Vero Podcast, EPISODIO 19 - Il latino vero con Michela parte 1 (2)

EPISODIO 19 - Il latino vero con Michela parte 1 (2)

Michela: Ah!

Massimo: Quindi niente.

Michela: E quindi scusa, io, che partecipo a questa puntata, non ricevo l'invito a cena?

Massimo: Ma scusa, dov'è che ci eravamo conosciuti noi? Non era una cena?

Michela: Sì, ma non era una cena organizzata da te! Era una scena di amici, di amici.

Massimo: Eh... facciamo così, fuori onda.

Michela: Mi dirai il seguito.

Massimo: Esatto! Va bene dai...

Michela: Perfetto!

Massimo: Andiamo alla prossima parola che è, alla prossima, Aula Magna.

Michela: Sì, restiamo nell'ambiente scolastico, universitario quindi come vi avevo detto prima, curriculum studi dell'università, nelle università italiane, nelle scuole italiane è spesso utilizzata l'espressione aula magna che, tradotta letteralmente, significa aula grande, grande aula, proprio per identificare quell'aula, ehm, quella sala molto grande, molto capiente, nelle quali, nella quale solitamente vengono svolte le riunioni più importanti o cerimonie di, di premiazione oppure rappresentazioni teatrali. È un termine molto utilizzato in italiano e sicuramente più proprio nell'ambito scolastico.

Massimo: Esatto! Ricordo io appunto, le mie superiori che questa scuola aveva l'Aula Magna, l'aula principale dove ci piaceva andare perché era anche la sala dove proiettavano qualche volta qualche film, quindi diciamo si andava in Aula Magna si saltava, diciamo, la lezione e si andava a vedere qualcosa di bello, non si vedeva l'ora di andare...

Michela: Eh! sì.

Massimo: In Aula Magna, oppure anche quando facevi...

Michela: Sì, per gli studenti.

Massimo: Esatto!

Michela: Per gli studenti è così, per noi insegnanti un po' meno...

Massimo: Ah ecco, giusto!

Michela: Perché l'Aula magna è sempre l'aula delle riunioni, dei collegi docenti e dei consigli.

Massimo: Ah ok!

Michela: Quindi è sempre...

Massimo: Sì, mi sento ancora studente.

Michela: Ma per esempio... anch'io.

Massimo: A anche...

Michela: Tante volte anch'io.

Massimo: Bene e va bene, quindi qua direi che non c'è altro da aggiungere. Andiamo alla prossima parola.

Michela: È Forma mentis.

Massimo: Forma mentis, mamma mia, questa la utilizziamo...

Michela: Questa me la spieghi tu dai! Questa me la spieghi tu.

Massimo: Ma, mamma mia! Allora sì, si traduce come forma della mente e viene usato per indicare una struttura o un'attitudine mentale che uno ha, diciamo che, da italiano vero, forse questa da 0 a 10 la usiamo un po'meno, 5. Però la possiamo dire non lo so: "Massimo ha studiato ragioneria, ha più una forma mentis da matematica o da contabile".

Michela: Sì, indica...

Massimo: Paolo, che ha fatto il liceo classico, ha più una forma mentis, come possiamo dire, filosofica.

Michela: Letteraria.

Massimo: Letteraria.

Michela: Linguistica, filosofica. Sì, indica proprio un'espressione, che viene utilizzata per indicare un po' le modalità classiche e con cui una persona solitamente ragiona o rielabora determinate situazioni e quindi tu avrai più una propensione per l'ambito matematico, numerico, logico e Paolo più per l'ambito letterario e linguistico. Forma mentis significa proprio questo.

Massimo: Perfetto. E quindi quante ne abbiamo fatte? Io direi che possiamo spezzare in due l'episodio, magari ne faremo un altro...

Michela: Ah sì!

Massimo: Sulle altre cinque parole e...

Michela: No, ne abbiamo fatte quattro.

Massimo: Quattro, allora facciamone un'altra. Così poi il prossimo, ehm, cosa dici, facciamo?

Michela: Abbiamo fatto curriculum, aula magna, alter ego, Forma mentis e facciamo idem, Massimo.

Massimo: Facciamo idem. Va bene. Idem!

Michela: Che mi piace.

Massimo: Dai, spiegamelo tu idem.

Michela: Perché idem è anche un intercalare, che spesso viene utilizzato da noi italiani per evitare di ripetere lo stesso nome, la stessa cosa, lo stesso argomento. E idem deriva proprio da un, da un aggettivo e da un pronome latino e che significa la stessa cosa, l'ugual cosa e non so, tipo quella cena a cui ci siamo conosciuti, non so se te la ricordi, era in occasione, no la cena no, era tanti anni fa a cui ci siamo conosciuti, ma la cena a cui...

Massimo: Ti ho invitato.

Michela: Abbiamo parlato dell'italiano... e sì, no, no, non la scampi così.

Massimo: No, no, no, a cui ci siamo conosciuti, no, sì, sì, me la ricordo.

Michela: No, no, no, ci siamo conosciuti ad un'altra cena sempre organizzata da questi nostri amici in comune. Però alla cena in cui mi hai parlato dell'italiano vero abbiamo ordinato la stessa pizza e tu hai parlato con la cameriera, hai detto voglio una pizza margherita e io idem. Significa la stessa cosa, la stessa pizza, ehm, la stessa cosa che ha appena detto la persona con cui stavo parlando, ehm, è proprio molto utilizzato nella nostra, nel nostro vocabolario, più di quanto magari pensiamo e per arricchire, per farcire un po' di un'espressione molto italiana, tante volte si dice, idem con patate.

Massimo: Ah, sì, esatto!

Michela: Non so se l'hai mai sentita...

Massimo: Sì, sì, l'ho sentita.

Michela: Questa espressione?

Massimo: Sì.

Michela: Idem con patate.

Massimo: Sì, ehm, ma perché poi lo diciamo? Poi è un, un'espressione un po' ironica. Forse per non dire semplicemente idem.

Michela: Sì, sì, sì, è come per aumentare un po' la dose, ecco.

Massimo: Ecco.

Michela: Un po'... ecco, magari questa viene proprio utilizzata più nell'ambito colloquiale...

Massimo: Esatto.

Michela: E sempre per dire la stessa cosa, in modo un po' diverso, cioè...

Massimo: Esatto, sì! Forse non al ristorante perché altrimenti confonderemmo l'ordine.

Michela: No, altrimenti mi portano una margherita con patate...

Massimo: Esatto!

Michela: Che non so quanto sia buona. Comunque un'altra espressione che non è latino, è anche la solita minestra.

Massimo: Ah, ecco, per dire...

Michela: Molto simile.

Massimo: Sì, però questa vuol dire...

Michela: Voglio la stessa cosa.

Massimo: Ah, ok, però forse qua...

Michela: Si dice...

Massimo: Ha un significato un po' diverso.

Michela: Dici? Sì, però è come per dire la stessa cosa, "Va be' la solita minestra".

Massimo: La solita minestra.

Michela: E se magari il barista ci conosce, sa che non ci deve presentare la minestra, ma ci presenta un cappuccino.

Massimo: Ah! Ok, giusto, sì, sì, mi piace come esempio, perfetto direi. Va bene! Michela, ehm, prima di, di salutarci grazie ancora e...

Michela: Grazie a te!

Massimo: Ci vediamo alla prossima puntata, con le altre cinque parole in latino che magari...

Michela: Grazie Massimo.

Massimo: Non faremo di seguito, e...

Michela: Sì. Speriamo che Paolo si riprenda dalla, dallo shock della tua proposta...

Massimo: Ah sì esatto!

Michela: E torni presto tra noi.

Massimo: Tra noi, va bene! A presto. Ciao tutti.

Michela: Ciao, ciao a tutti.

Massimo: Ciao sono Massimo, vi ringrazio per essere arrivati alla fine di questo episodio. Volevo solo ricordarvi che il nostro podcast è un progetto libero, finanziato dagli ascoltatori e dalle ascoltatrici. Se ti sta piacendo l'italiano vero. Ci piacerebbe che anche tu entrassi a far parte dei nostri sostenitori al solo costo di un caffè. Per farlo, seleziona il link "Sostienici con un caffè", che trovi all'interno della preview dell'episodio sul tuo podcast player oppure sul nostro sito web. Grazie mille e a presto!


EPISODIO 19 - Il latino vero con Michela parte 1 (2) EPISODE 19 - Wahres Latein mit Michela Teil 1 (2) EPISODE 19 - Real Latin with Michela part 1 (2) EPISODIO 19 - El verdadero latín con Michela, parte 1 (2) EPISODE 19 - ミケーラと学ぶ真のラテン語パート1 (2) EPISODE 19 - Prawdziwa łacina z Michelą, część 1 (2) EPISODE 19 - Sant latin med Michela del 1 (2) 第 19 集 - 与米凯拉的真正拉丁第 1 部分 (2)

Michela: Ah!

Massimo: Quindi niente.

Michela: E quindi scusa, io, che partecipo a questa puntata, non ricevo l'invito a cena?

Massimo: Ma scusa, dov'è che ci eravamo conosciuti noi? Non era una cena?

Michela: Sì, ma non era una cena organizzata da te! Era una scena di amici, di amici.

Massimo: Eh... facciamo così, fuori onda.

Michela: Mi dirai il seguito.

Massimo: Esatto! Va bene dai...

Michela: Perfetto!

Massimo: Andiamo alla prossima parola che è, alla prossima, Aula Magna.

Michela: Sì, restiamo nell'ambiente scolastico, universitario quindi come vi avevo detto prima, curriculum studi dell'università, nelle università italiane, nelle scuole italiane è spesso utilizzata l'espressione aula magna che, tradotta letteralmente, significa aula grande, grande aula, proprio per identificare quell'aula, ehm, quella sala molto grande, molto capiente, nelle quali, nella quale solitamente vengono svolte le riunioni più importanti o cerimonie di, di premiazione oppure rappresentazioni teatrali. È un termine molto utilizzato in italiano e sicuramente più proprio nell'ambito scolastico.

Massimo: Esatto! Ricordo io appunto, le mie superiori che questa scuola aveva l'Aula Magna, l'aula principale dove ci piaceva andare perché era anche la sala dove proiettavano qualche volta qualche film, quindi diciamo si andava in Aula Magna si saltava, diciamo, la lezione e si andava a vedere qualcosa di bello, non si vedeva l'ora di andare... I remember I just, my high school that this school had the Aula Magna, the main classroom where we liked to go because it was also the room where they would sometimes show some movies, so let's say you would go to the Aula Magna you would skip, let's say, the class and go and see something good, you would look forward to going...

Michela: Eh! sì.

Massimo: In Aula Magna, oppure anche quando facevi... Massimo: In de Aula Magna, of zelfs toen je...

Michela: Sì, per gli studenti.

Massimo: Esatto!

Michela: Per gli studenti è così, per noi insegnanti un po' meno...

Massimo: Ah ecco, giusto!

Michela: Perché l'Aula magna è sempre l'aula delle riunioni, dei collegi docenti e dei consigli.

Massimo: Ah ok!

Michela: Quindi è sempre...

Massimo: Sì, mi sento ancora studente.

Michela: Ma per esempio... anch'io.

Massimo: A anche...

Michela: Tante volte anch'io.

Massimo: Bene e va bene, quindi qua direi che non c'è altro da aggiungere. Andiamo alla prossima parola.

Michela: È Forma mentis. Michela: It is Forma mentis.

Massimo: Forma mentis, mamma mia, questa la utilizziamo...

Michela: Questa me la spieghi tu dai! Questa me la spieghi tu.

Massimo: Ma, mamma mia! Allora sì, si traduce come forma della mente e viene usato per indicare una struttura o un'attitudine mentale che uno ha, diciamo che, da italiano vero, forse questa da 0 a 10 la usiamo un po'meno, 5. Però la possiamo dire non lo so: "Massimo ha studiato ragioneria, ha più una forma mentis da matematica o da contabile". However, we can say it I don't know, "Maximus studied accounting, he has more of a math or accounting mindset."

Michela: Sì, indica...

Massimo: Paolo, che ha fatto il liceo classico, ha più una forma mentis, come possiamo dire, filosofica.

Michela: Letteraria.

Massimo: Letteraria.

Michela: Linguistica, filosofica. Sì, indica proprio un'espressione, che viene utilizzata per indicare un po' le modalità classiche e con cui una persona solitamente ragiona o rielabora determinate situazioni e quindi tu avrai più una propensione per l'ambito matematico, numerico, logico e Paolo più per l'ambito letterario e linguistico. Forma mentis significa proprio questo.

Massimo: Perfetto. E quindi quante ne abbiamo fatte? Io direi che possiamo spezzare in due l'episodio, magari ne faremo un altro...

Michela: Ah sì!

Massimo: Sulle altre cinque parole e...

Michela: No, ne abbiamo fatte quattro.

Massimo: Quattro, allora facciamone un'altra. Così poi il prossimo, ehm, cosa dici, facciamo?

Michela: Abbiamo fatto curriculum, aula magna, alter ego, Forma mentis e facciamo idem, Massimo.

Massimo: Facciamo idem. Va bene. Idem!

Michela: Che mi piace.

Massimo: Dai, spiegamelo tu idem.

Michela: Perché idem è anche un intercalare, che spesso viene utilizzato da noi italiani per evitare di ripetere lo stesso nome, la stessa cosa, lo stesso argomento. E idem deriva proprio da un, da un aggettivo e da un pronome latino e che significa la stessa cosa, l'ugual cosa e non so, tipo quella cena a cui ci siamo conosciuti, non so se te la ricordi, era in occasione, no la cena no, era tanti anni fa a cui ci siamo conosciuti, ma la cena a cui...

Massimo: Ti ho invitato.

Michela: Abbiamo parlato dell'italiano... e sì, no, no, non la scampi così.

Massimo: No, no, no, a cui ci siamo conosciuti, no, sì, sì, me la ricordo.

Michela: No, no, no, ci siamo conosciuti ad un'altra cena sempre organizzata da questi nostri amici in comune. Però alla cena in cui mi hai parlato dell'italiano vero abbiamo ordinato la stessa pizza e tu hai parlato con la cameriera, hai detto voglio una pizza margherita e io idem. Significa la stessa cosa, la stessa pizza, ehm, la stessa cosa che ha appena detto la persona con cui stavo parlando, ehm, è proprio molto utilizzato nella nostra, nel nostro vocabolario, più di quanto magari pensiamo e per arricchire, per farcire un po' di un'espressione molto italiana, tante volte si dice, idem con patate.

Massimo: Ah, sì, esatto!

Michela: Non so se l'hai mai sentita...

Massimo: Sì, sì, l'ho sentita.

Michela: Questa espressione?

Massimo: Sì.

Michela: Idem con patate.

Massimo: Sì, ehm, ma perché poi lo diciamo? Poi è un, un'espressione un po' ironica. Forse per non dire semplicemente idem.

Michela: Sì, sì, sì, è come per aumentare un po' la dose, ecco.

Massimo: Ecco.

Michela: Un po'... ecco, magari questa viene proprio utilizzata più nell'ambito colloquiale...

Massimo: Esatto.

Michela: E sempre per dire la stessa cosa, in modo un po' diverso, cioè...

Massimo: Esatto, sì! Forse non al ristorante perché altrimenti confonderemmo l'ordine.

Michela: No, altrimenti mi portano una margherita con patate...

Massimo: Esatto!

Michela: Che non so quanto sia buona. Michela: That I don't know how good it is. Comunque un'altra espressione che non è latino, è anche la solita minestra.

Massimo: Ah, ecco, per dire...

Michela: Molto simile.

Massimo: Sì, però questa vuol dire...

Michela: Voglio la stessa cosa.

Massimo: Ah, ok, però forse qua...

Michela: Si dice...

Massimo: Ha un significato un po' diverso.

Michela: Dici? Sì, però è come per dire la stessa cosa, "Va be' la solita minestra".

Massimo: La solita minestra.

Michela: E se magari il barista ci conosce, sa che non ci deve presentare la minestra, ma ci presenta un cappuccino.

Massimo: Ah! Ok, giusto, sì, sì, mi piace come esempio, perfetto direi. Va bene! Michela, ehm, prima di, di salutarci grazie ancora e...

Michela: Grazie a te!

Massimo: Ci vediamo alla prossima puntata, con le altre cinque parole in latino che magari...

Michela: Grazie Massimo.

Massimo: Non faremo di seguito, e...

Michela: Sì. Speriamo che Paolo si riprenda dalla, dallo shock della tua proposta...

Massimo: Ah sì esatto!

Michela: E torni presto tra noi.

Massimo: Tra noi, va bene! A presto. Ciao tutti.

Michela: Ciao, ciao a tutti.

Massimo: Ciao sono Massimo, vi ringrazio per essere arrivati alla fine di questo episodio. Volevo solo ricordarvi che il nostro podcast è un progetto libero, finanziato dagli ascoltatori e dalle ascoltatrici. Se ti sta piacendo l'italiano vero. Ci piacerebbe che anche tu entrassi a far parte dei nostri sostenitori al solo costo di un caffè. Per farlo, seleziona il link "Sostienici con un caffè", che trovi all'interno della preview dell'episodio sul tuo podcast player oppure sul nostro sito web. Grazie mille e a presto!