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I promessi sposi, di Alessandro Manzoni (The Betrothed), I promessi sposi, di Alessandro Manzoni - 01 - Capitolo I

I promessi sposi, di Alessandro Manzoni - 01 - Capitolo I

Capitolo I Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.

La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone , dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura dè due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci dè torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d'oggi, e che s'incammina a diventar città. Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l'onore d'alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell'estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l'uve, e alleggerire a' contadini le fatiche della vendemmia. Dall'una all'altra di quelle terre, dall'alture alla riva, da un poggio all'altro, correvano, e corrono tuttavia, strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte; ogni tanto elevate su terrapieni aperti: e da qui la vista spazia per prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, secondo che i diversi punti piglian più o meno della vasta scena circostante, e secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia, spunta o sparisce a vicenda. Dove un pezzo, dove un altro, dove una lunga distesa di quel vasto e variato specchio dell'acqua; di qua lago, chiuso all'estremità o piùttosto smarrito in un gruppo, in un andirivieni di montagne, e di mano in mano più allargato tra altri monti che si spiegano, a uno a uno, allo sguardo, e che l'acqua riflette capovolti, co' paesetti posti sulle rive; di là braccio di fiume, poi lago, poi fiume ancora, che va a perdersi in lucido serpeggiamento pur tra' monti che l'accompagnano, degradando via via, e perdendosi quasi anch'essi nell'orizzonte. Il luogo stesso da dove contemplate què vari spettacoli, vi fa spettacolo da ogni parte: il monte di cui passeggiate le falde, vi svolge, al di sopra, d'intorno, le sue cime e le balze, distinte, rilevate, mutabili quasi a ogni passo, aprendosi e contornandosi in gioghi ciò che v'era sembrato prima un sol giogo, e comparendo in vetta ciò che poco innanzi vi si rappresentava sulla costa: e l'ameno, il domestico di quelle falde tempera gradevolmente il selvaggio, e orna vie più il magnifico dell'altre vedute. Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell'anno 1628, don Abbondio, curato d'una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, né il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, né a questo luogo né altrove.

Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l'altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l'indice della mano destra, e, messa poi questa nell'altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero: poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli occhi all'intorno, li fissava alla parte d'un monte, dove la luce del sole già scomparso, scappando per i fessi del monte opposto, si dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe e inuguali pezze di porpora. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro squarcio, giunse a una voltata della stradetta, dov'era solito d'alzar sempre gli occhi dal libro, e di guardarsi dinanzi: e così fece anche quel giorno. Dopo la voltata, la strada correva diritta, forse un sessanta passi, e poi si divideva in due viottole, a foggia d'un ipsilon: quella a destra saliva verso il monte, e menava alla cura: l'altra scendeva nella valle fino a un torrente; e da questa parte il muro non arrivava che all'anche del passeggiero. I muri interni delle due viottole, in vece di riunirsi ad angolo, terminavano in un tabernacolo, sul quale eran dipinte certe figure lunghe, serpeggianti, che finivano in punta, e che, nell'intenzion dell'artista, e agli occhi degli abitanti del vicinato, volevan dir fiamme; e, alternate con le fiamme, cert'altre figure da non potersi descrivere, che volevan dire anime del purgatorio: anime e fiamme a color di mattone, sur un fondo bigiognolo, con qualche scalcinatura qua e là. Il curato, voltata la stradetta, e dirizzando, com'era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s'aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano, l'uno dirimpetto all'altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l'altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. L'abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov'era giunto il curato, si poteva distinguer dell'aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull'omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d'un taschino degli ampi e gonfi calzoni: uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d'ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie dè bravi . Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica.

Chi non ne avesse idea, ecco alcuni squarci autentici, che potranno darne una bastante dè suoi caratteri principali, degli sforzi fatti per ispegnerla, e della sua dura e rigogliosa vitalità. Fino dall'otto aprile dell'anno 1583, l'Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d'Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d'Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia, pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi, pubblica un bando contro di essi.

Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi... i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno... ma, senza salario, o pur con esso, s'appoggiano a qualche cavaliere o gentiluomo, officiale o mercante... per fargli spalle e favore, o veramente, come si può presumere, per tendere insidie ad altri ... A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a' renitenti, e dà a tutti gli ufiziali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà, per l'esecuzione dell'ordine. Ma, nell'anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore, che questa Città è tuttavia piena di detti bravi... tornati a vivere come prima vivevano, non punto mutato il costume loro, né scemato il numero, dà fuori un'altra grida, ancor più vigorosa e notabile, nella quale, tra l'altre ordinazioni, prescrive: Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimonj consterà esser tenuto, e comunemente riputato per bravo, et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizj, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo, come di sopra .

Tutto ciò, e il di più che si tralascia, perché Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno . All'udir parole d'un tanto signore, così gagliarde e sicure, e accompagnate da tali ordini, viene una gran voglia di credere che, al solo rimbombo di esse, tutti i bravi siano scomparsi per sempre.

Ma la testimonianza d'un signore non meno autorevole, né meno dotato di nomi, ci obbliga a credere tutto il contrario. È questi l'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Juan Fernandez de Velasco, Contestabile di Castiglia, Cameriero maggiore di Sua Maestà, Duca della Città di Frias, Conte di Haro e Castelnovo, Signore della Casa di Velasco, e di quella delli sette Infanti di Lara, Governatore dello Stato di Milano, etc. Il 5 giugno dell'anno 1593, pienamente informato anche lui di quanto danno e rovine sieno... i bravi e vagabondi, e del pessimo effetto che tal sorta di gente, fa contra il ben pubblico, et in delusione della giustizia , intima loro di nuovo che, nel termine di giorni sei, abbiano a sbrattare il paese, ripetendo a un dipresso le prescrizioni e le minacce medesime del suo predecessore. Il 23 maggio poi dell'anno 1598, informato, con non poco dispiacere dell'animo suo, che... ogni dì più in questa Città e Stato va crescendo il numero di questi tali (bravi e vagabondi), né di loro, giorno e notte, altro si sente che ferite appostatamente date, omicidii e ruberie et ogni altra qualità di delitti, ai quali si rendono più facili, confidati essi bravi d'essere aiutati dai capi e fautori loro... prescrive di nuovo gli stessi rimedi, accrescendo la dose, come s'usa nelle malattie ostinate. Ognuno dunque, conchiude poi, onninamente si guardi di contravvenire in parte alcuna alla grida presente, perché, in luogo di provare la clemenza di Sua Eccellenza, proverà il rigore, e l'ira sua... essendo risoluta e determinata che questa sia l'ultima e perentoria monizione . Non fu però di questo parere l'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Pietro Enriquez de Acevedo, Conte di Fuentes, Capitano, e Governatore dello Stato di Milano; non fu di questo parere, e per buone ragioni.

Pienamente informato della miseria in che vive questa Città e Stato per cagione del gran numero di bravi che in esso abbonda... e risoluto di totalmente estirpare seme tanto pernizioso , dà fuori, il 5 decembre 1600, una nuova grida piena anch'essa di severissime comminazioni, con fermo proponimento che, con ogni rigore, e senza speranza di remissione, siano onninamente eseguite . Convien credere però che non ci si mettesse con tutta quella buona voglia che sapeva impiegare nell'ordir cabale, e nel suscitar nemici al suo gran nemico Enrico IV; giacché, per questa parte, la storia attesta come riuscisse ad armare contro quel re il duca di Savoia, a cui fece perder più d'una città; come riuscisse a far congiurare il duca di Biron, a cui fece perder la testa; ma, per ciò che riguarda quel seme tanto pernizioso dè bravi, certo è che esso continuava a germogliare, il 22 settembre dell'anno 1612.

In quel giorno l'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Giovanni de Mendozza, Marchese de la Hynojosa, Gentiluomo etc., Governatore etc., pensò seriamente ad estirparlo. A quest'effetto, spedì a Pandolfo e Marco Tullio Malatesti, stampatori regii camerali, la solita grida, corretta ed accresciuta, perché la stampassero ad esterminio dè bravi. Ma questi vissero ancora per ricevere, il 24 decembre dell'anno 1618, gli stessi e più forti colpi dall'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Gomez Suarez de Figueroa, Duca di Feria, etc., Governatore etc. Però, non essendo essi morti neppur di quelli, l'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Gonzalo Fernandez di Cordova, sotto il cui governo accadde la passeggiata di don Abbondio, s'era trovato costretto a ricorreggere e ripubblicare la solita grida contro i bravi, il giorno 5 ottobre del 1627, cioè un anno, un mese e due giorni prima di quel memorabile avvenimento. Né fu questa l'ultima pubblicazione; ma noi delle posteriori non crediamo dover far menzione, come di cosa che esce dal periodo della nostra storia.

Ne accenneremo soltanto una del 13 febbraio dell'anno 1632, nella quale l'Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, el Duque de Feria , per la seconda volta governatore, ci avvisa che le maggiori sceleraggini procedono da quelli che chiamano bravi . Questo basta ad assicurarci che, nel tempo di cui noi trattiamo, c'era dè bravi tuttavia. Che i due descritti di sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa troppo evidente; ma quel che più dispiacque a don Abbondio fu il dover accorgersi, per certi atti, che l'aspettato era lui.

Perché, al suo apparire, coloro s'eran guardati in viso, alzando la testa, con un movimento dal quale si scorgeva che tutt'e due a un tratto avevan detto: è lui; quello che stava a cavalcioni s'era alzato, tirando la sua gamba sulla strada; l'altro s'era staccato dal muro; e tutt'e due gli s'avviavano incontro. Egli, tenendosi sempre il breviario aperto dinanzi, come se leggesse, spingeva lo sguardo in su, per ispiar le mosse di coloro; e, vedendoseli venir proprio incontro, fu assalito a un tratto da mille pensieri. Domandò subito in fretta a se stesso, se, tra i bravi e lui, ci fosse qualche uscita di strada, a destra o a sinistra; e gli sovvenne subito di no. Fece un rapido esame, se avesse peccato contro qualche potente, contro qualche vendicativo; ma, anche in quel turbamento, il testimonio consolante della coscienza lo rassicurava alquanto: i bravi però s'avvicinavano, guardandolo fisso. Mise l'indice e il medio della mano sinistra nel collare, come per raccomodarlo; e, girando le due dita intorno al collo, volgeva intanto la faccia all'indietro, torcendo insieme la bocca, e guardando con la coda dell'occhio, fin dove poteva, se qualcheduno arrivasse; ma non vide nessuno. Diede un'occhiata, al di sopra del muricciolo, nè campi: nessuno; un'altra più modesta sulla strada dinanzi; nessuno, fuorché i bravi. Che fare? tornare indietro, non era a tempo: darla a gambe, era lo stesso che dire, inseguitemi, o peggio. Non potendo schivare il pericolo, vi corse incontro, perché i momenti di quell'incertezza erano allora così penosi per lui, che non desiderava altro che d'abbreviarli. Affrettò il passo, recitò un versetto a voce più alta, compose la faccia a tutta quella quiete e ilarità che poté, fece ogni sforzo per preparare un sorriso; quando si trovò a fronte dei due galantuomini, disse mentalmente: ci siamo; e si fermò su due piedi. - Signor curato, - disse un di què due, piantandogli gli occhi in faccia.

- Cosa comanda?

- rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro, che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggìo. - Lei ha intenzione, - proseguì l'altro, con l'atto minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull'intraprendere una ribalderia, - lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella!

- Cioè... - rispose, con voce tremolante, don Abbondio: - cioè.

Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. Il povero curato non c'entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi... e poi, vengon da noi, come s'anderebbe a un banco a riscotere; e noi... noi siamo i servitori del comune. - Or bene, - gli disse il bravo, all'orecchio, ma in tono solenne di comando, - questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai.

- Ma, signori miei, - replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, - ma, signori miei, si degnino di mettersi nè miei panni.

Se la cosa dipendesse da me,... vedon bene che a me non me ne vien nulla in tasca... - Orsù, - interruppe il bravo, - se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco.

Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito... lei c'intende. - Ma lor signori son troppo giusti, troppo ragionevoli...

- Ma, - interruppe questa volta l'altro compagnone, che non aveva parlato fin allora, - ma il matrimonio non si farà, o... - e qui una buona bestemmia, - o chi lo farà non se ne pentirà, perché non ne avrà tempo, e... - un'altra bestemmia.

- Zitto, zitto, - riprese il primo oratore: - il signor curato è un uomo che sa il viver del mondo; e noi siam galantuomini, che non vogliam fargli del male, purché abbia giudizio.

Signor curato, l'illustrissimo signor don Rodrigo nostro padrone la riverisce caramente. Questo nome fu, nella mente di don Abbondio, come, nel forte d'un temporale notturno, un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore.

Fece, come per istinto, un grand'inchino, e disse: - se mi sapessero suggerire... - Oh!

suggerire a lei che sa di latino! - interruppe ancora il bravo, con un riso tra lo sguaiato e il feroce. - A lei tocca. E sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato per suo bene; altrimenti... ehm... sarebbe lo stesso che fare quel tal matrimonio. Via, che vuol che si dica in suo nome all'illustrissimo signor don Rodrigo? - Il mio rispetto...

- Si spieghi meglio!

-... Disposto... disposto sempre all'ubbidienza -.

E, proferendo queste parole, non sapeva nemmen lui se faceva una promessa, o un complimento. I bravi le presero, o mostraron di prenderle nel significato più serio. - Benissimo, e buona notte, messere, - disse l'un d'essi, in atto di partir col compagno.

Don Abbondio, che, pochi momenti prima, avrebbe dato un occhio per iscansarli, allora avrebbe voluto prolungar la conversazione e le trattative. - Signori... - cominciò, chiudendo il libro con le due mani; ma quelli, senza più dargli udienza, presero la strada dond'era lui venuto, e s'allontanarono, cantando una canzonaccia che non voglio trascrivere. Il povero don Abbondio rimase un momento a bocca aperta, come incantato; poi prese quella delle due stradette che conduceva a casa sua, mettendo innanzi a stento una gamba dopo l'altra, che parevano aggranchiate. Come stesse di dentro, s'intenderà meglio, quando avrem detto qualche cosa del suo naturale, e dè tempi in cui gli era toccato di vivere. Don Abbondio (il lettore se n'è già avveduto) non era nato con un cuor di leone.

Ma, fin da' primi suoi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a què tempi, era quella d'un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non si sentisse inclinazione d'esser divorato. La forza legale non proteggeva in alcun conto l'uomo tranquillo, inoffensivo, e che non avesse altri mezzi di far paura altrui. Non già che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi anzi diluviavano; i delitti erano enumerati, e particolareggiati, con minuta prolissità; le pene, pazzamente esorbitanti e, se non basta, aumentabili, quasi per ogni caso, ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori; le procedure, studiate soltanto a liberare il giudice da ogni cosa che potesse essergli d'impedimento a proferire una condanna: gli squarci che abbiam riportati delle gride contro i bravi, ne sono un piccolo, ma fedel saggio. Con tutto ciò, anzi in gran parte a cagion di ciò, quelle gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l'impotenza dè loro autori; o, se producevan qualche effetto immediato, era principalmente d'aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da' perturbatori, e d'accrescer le violenze e l'astuzia di questi. L'impunità era organizzata, e aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smovere. Tali eran gli asili, tali i privilegi d'alcune classi, in parte riconosciuti dalla forza legale, in parte tollerati con astioso silenzio, o impugnati con vane proteste, ma sostenuti in fatto e difesi da quelle classi, con attività d'interesse, e con gelosia di puntiglio. Ora, quest'impunità minacciata e insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente, a ogni minaccia, e a ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuove invenzioni, per conservarsi. Così accadeva in effetto; e, all'apparire delle gride dirette a comprimere i violenti, questi cercavano nella loro forza reale i nuovi mezzi più opportuni, per continuare a far ciò che le gride venivano a proibire. Potevan ben esse inceppare a ogni passo, e molestare l'uomo bonario, che fosse senza forza propria e senza protezione; perché, col fine d'aver sotto la mano ogni uomo, per prevenire o per punire ogni delitto, assoggettavano ogni mossa del privato al volere arbitrario d'esecutori d'ogni genere. Ma chi, prima di commettere il delitto, aveva prese le sue misure per ricoverarsi a tempo in un convento, in un palazzo, dove i birri non avrebber mai osato metter piede; chi, senz'altre precauzioni, portava una livrea che impegnasse a difenderlo la vanità e l'interesse d'una famiglia potente, di tutto un ceto, era libero nelle sue operazioni, e poteva ridersi di tutto quel fracasso delle gride. Di quegli stessi ch'eran deputati a farle eseguire, alcuni appartenevano per nascita alla parte privilegiata, alcuni ne dipendevano per clientela; gli uni e gli altri, per educazione, per interesse, per consuetudine, per imitazione, ne avevano abbracciate le massime, e si sarebbero ben guardati dall'offenderle, per amor d'un pezzo di carta attaccato sulle cantonate. Gli uomini poi incaricati dell'esecuzione immediata, quando fossero stati intraprendenti come eroi, ubbidienti come monaci, e pronti a sacrificarsi come martiri, non avrebber però potuto venirne alla fine, inferiori com'eran di numero a quelli che si trattava di sottomettere, e con una gran probabilità d'essere abbandonati da chi, in astratto e, per così dire, in teoria, imponeva loro di operare. Ma, oltre di ciò, costoro eran generalmente dè più abbietti e ribaldi soggetti del loro tempo; l'incarico loro era tenuto a vile anche da quelli che potevano averne terrore, e il loro titolo un improperio. Era quindi ben naturale che costoro, in vece d'arrischiare, anzi di gettar la vita in un'impresa disperata, vendessero la loro inazione, o anche la loro connivenza ai potenti, e si riservassero a esercitare la loro esecrata autorità e la forza che pure avevano, in quelle occasioni dove non c'era pericolo; nell'opprimer cioè, e nel vessare gli uomini pacifici e senza difesa. L'uomo che vuole offendere, o che teme, ogni momento, d'essere offeso, cerca naturalmente alleati e compagni.

Quindi era, in què tempi, portata al massimo punto la tendenza degl'individui a tenersi collegati in classi, a formarne delle nuove, e a procurare ognuno la maggior potenza di quella a cui apparteneva. Il clero vegliava a sostenere e ad estendere le sue immunità, la nobiltà i suoi privilegi, il militare le sue esenzioni. I mercanti, gli artigiani erano arrolati in maestranze e in confraternite, i giurisperiti formavano una lega, i medici stessi una corporazione. Ognuna di queste piccole oligarchie aveva una sua forza speciale e propria; in ognuna l'individuo trovava il vantaggio d'impiegar per sé, a proporzione della sua autorità e della sua destrezza, le forze riunite di molti. I più onesti si valevan di questo vantaggio a difesa soltanto; gli astuti e i facinorosi ne approfittavano, per condurre a termine ribalderie, alle quali i loro mezzi personali non sarebber bastati, e per assicurarsene l'impunità. Le forze però di queste varie leghe eran molto disuguali; e, nelle campagne principalmente, il nobile dovizioso e violento, con intorno uno stuolo di bravi, e una popolazione di contadini avvezzi, per tradizione famigliare, e interessati o forzati a riguardarsi quasi come sudditi e soldati del padrone, esercitava un potere, a cui difficilmente nessun'altra frazione di lega avrebbe ivi potuto resistere. Il nostro Abbondio non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d'essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.

Aveva quindi, assai di buon grado, ubbidito ai parenti, che lo vollero prete. Per dir la verità, non aveva gran fatto pensato agli obblighi e ai nobili fini del ministero al quale si dedicava: procacciarsi di che vivere con qualche agio, e mettersi in una classe riverita e forte, gli eran sembrate due ragioni più che sufficienti per una tale scelta. Ma una classe qualunque non protegge un individuo, non lo assicura, che fino a un certo segno: nessuna lo dispensa dal farsi un suo sistema particolare. Don Abbondio, assorbito continuamente nè pensieri della propria quiete, non si curava di què vantaggi, per ottenere i quali facesse bisogno d'adoperarsi molto, o d'arrischiarsi un poco. Il suo sistema consisteva principalmente nello scansar tutti i contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare. Neutralità disarmata in tutte le guerre che scoppiavano intorno a lui, dalle contese, allora frequentissime, tra il clero e le podestà laiche, tra il militare e il civile, tra nobili e nobili, fino alle questioni tra due contadini, nate da una parola, e decise coi pugni, o con le coltellate. Se si trovava assolutamente costretto a prender parte tra due contendenti, stava col più forte, sempre però alla retroguardia, e procurando di far vedere all'altro ch'egli non gli era volontariamente nemico: pareva che gli dicesse: ma perché non avete saputo esser voi il più forte? ch'io mi sarei messo dalla vostra parte. Stando alla larga da' prepotenti, dissimulando le loro soverchierie passeggiere e capricciose, corrispondendo con sommissioni a quelle che venissero da un'intenzione più seria e più meditata, costringendo, a forza d'inchini e di rispetto gioviale, anche i più burberi e sdegnosi, a fargli un sorriso, quando gl'incontrava per la strada, il pover'uomo era riuscito a passare i sessant'anni, senza gran burrasche. Non è però che non avesse anche lui il suo po' di fiele in corpo; e quel continuo esercitar la pazienza, quel dar così spesso ragione agli altri, què tanti bocconi amari inghiottiti in silenzio, glielo avevano esacerbato a segno che, se non avesse, di tanto in tanto, potuto dargli un po' di sfogo, la sua salute n'avrebbe certamente sofferto.

Ma siccome v'eran poi finalmente al mondo, e vicino a lui, persone ch'egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare qualche volta il mal umore lungamente represso, e cavarsi anche lui la voglia d'essere un po' fantastico, e di gridare a torto. Era poi un rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui, quando però la censura potesse esercitarsi senza alcuno, anche lontano, pericolo. Il battuto era almeno un imprudente; l'ammazzato era sempre stato un uomo torbido. A chi, messosi a sostener le sue ragioni contro un potente, rimaneva col capo rotto, don Abbondio sapeva trovar sempre qualche torto; cosa non difficile, perché la ragione e il torto non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte abbia soltanto dell'una o dell'altro. Sopra tutto poi, declamava contro què suoi confratelli che, a loro rischio, prendevan le parti d'un debole oppresso, contro un soverchiatore potente. Questo chiamava un comprarsi gl'impicci a contanti, un voler raddirizzar le gambe ai cani; diceva anche severamente, ch'era un mischiarsi nelle cose profane, a danno della dignità del sacro ministero. E contro questi predicava, sempre però a quattr'occhi, o in un piccolissimo crocchio, con tanto più di veemenza, quanto più essi eran conosciuti per alieni dal risentirsi, in cosa che li toccasse personalmente. Aveva poi una sua sentenza prediletta, con la quale sigillava sempre i discorsi su queste materie: che a un galantuomo, il qual badi a sé, e stia nè suoi panni, non accadon mai brutti incontri. Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull'animo del poveretto, quello che s'è raccontato.

Lo spavento di què visacci e di quelle parolacce, la minaccia d'un signore noto per non minacciare invano, un sistema di quieto vivere, ch'era costato tant'anni di studio e di pazienza, sconcertato in un punto, e un passo dal quale non si poteva veder come uscirne: tutti questi pensieri ronzavano tumultuariamente nel capo basso di don Abbondio. "Se Renzo si potesse mandare in pace con un bel no, via; ma vorrà delle ragioni; e cosa ho da rispondergli, per amor del cielo? E, e, e, anche costui è una testa: un agnello se nessun lo tocca, ma se uno vuol contraddirgli... ih! E poi, e poi, perduto dietro a quella Lucia, innamorato come... Ragazzacci, che, per non saper che fare, s'innamorano, voglion maritarsi, e non pensano ad altro; non si fanno carico dè travagli in che mettono un povero galantuomo. Oh povero me! vedete se quelle due figuracce dovevan proprio piantarsi sulla mia strada, e prenderla con me! Che c'entro io? Son io che voglio maritarmi? Perché non son andati piuttosto a parlare... Oh vedete un poco: gran destino è il mio, che le cose a proposito mi vengan sempre in mente un momento dopo l'occasione. Se avessi pensato di suggerir loro che andassero a portar la loro imbasciata..." Ma, a questo punto, s'accorse che il pentirsi di non essere stato consigliere e cooperatore dell'iniquità era cosa troppo iniqua; e rivolse tutta la stizza dè suoi pensieri contro quell'altro che veniva così a togliergli la sua pace. Non conosceva don Rodrigo che di vista e di fama, né aveva mai avuto che far con lui, altro che di toccare il petto col mento, e la terra con la punta del suo cappello, quelle poche volte che l'aveva incontrato per la strada. Gli era occorso di difendere, in più d'un'occasione, la riputazione di quel signore, contro coloro che, a bassa voce, sospirando, e alzando gli occhi al cielo, maledicevano qualche suo fatto: aveva detto cento volte ch'era un rispettabile cavaliere. Ma, in quel momento gli diede in cuor suo tutti què titoli che non aveva mai udito applicargli da altri, senza interrompere in fretta con un oibò. Giunto, tra il tumulto di questi pensieri, alla porta di casa sua, ch'era in fondo del paesello, mise in fretta nella toppa la chiave, che già teneva in mano; aprì, entrò, richiuse diligentemente; e, ansioso di trovarsi in una compagnia fidata, chiamò subito: - Perpetua! Perpetua! -, avviandosi pure verso il salotto, dove questa doveva esser certamente ad apparecchiar la tavola per la cena. Era Perpetua, come ognun se n'avvede, la serva di don Abbondio: serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l'occasione, tollerare a tempo il brontolìo e le fantasticaggini del padrone, e fargli a tempo tollerar le proprie, che divenivan di giorno in giorno più frequenti, da che aveva passata l'età sinodale dei quaranta, rimanendo celibe, per aver rifiutati tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche. - Vengo, - rispose, mettendo sul tavolino, al luogo solito, il fiaschetto del vino prediletto di don Abbondio, e si mosse lentamente; ma non aveva ancor toccata la soglia del salotto, ch'egli v'entrò, con un passo così legato, con uno sguardo così adombrato, con un viso così stravolto, che non ci sarebbero nemmen bisognati gli occhi esperti di Perpetua, per iscoprire a prima vista che gli era accaduto qualche cosa di straordinario davvero.

- Misericordia!

cos'ha, signor padrone? - Niente, niente, - rispose don Abbondio, lasciandosi andar tutto ansante sul suo seggiolone.

- Come, niente?

La vuol dare ad intendere a me? così brutto com'è? Qualche gran caso è avvenuto. - Oh, per amor del cielo!

Quando dico niente, o è niente, o è cosa che non posso dire. - Che non può dir neppure a me?

Chi si prenderà cura della sua salute? Chi le darà un parere?... - Ohimè!

tacete, e non apparecchiate altro: datemi un bicchiere del mio vino. - E lei mi vorrà sostenere che non ha niente!

- disse Perpetua, empiendo il bicchiere, e tenendolo poi in mano, come se non volesse darlo che in premio della confidenza che si faceva tanto aspettare. - Date qui, date qui, - disse don Abbondio, prendendole il bicchiere, con la mano non ben ferma, e votandolo poi in fretta, come se fosse una medicina.

- Vuol dunque ch'io sia costretta di domandar qua e là cosa sia accaduto al mio padrone?

- disse Perpetua, ritta dinanzi a lui, con le mani arrovesciate sui fianchi, e le gomita appuntate davanti, guardandolo fisso, quasi volesse succhiargli dagli occhi il segreto. - Per amor del cielo!

non fate pettegolezzi, non fate schiamazzi: ne va... ne va la vita! - La vita!

- La vita.

- Lei sa bene che, ogni volta che m'ha detto qualche cosa sinceramente, in confidenza, io non ho mai...

- Brava!

come quando... Perpetua s'avvide d'aver toccato un tasto falso; onde, cambiando subito il tono, - signor padrone, - disse, con voce commossa e da commovere, - io le sono sempre stata affezionata; e, se ora voglio sapere, è per premura, perché vorrei poterla soccorrere, darle un buon parere, sollevarle l'animo...

Il fatto sta che don Abbondio aveva forse tanta voglia di scaricarsi del suo doloroso segreto, quanta ne avesse Perpetua di conoscerlo; onde, dopo aver respinti sempre più debolmente i nuovi e più incalzanti assalti di lei, dopo averle fatto più d'una volta giurare che non fiaterebbe, finalmente, con molte sospensioni, con molti ohimè, le raccontò il miserabile caso.

Quando si venne al nome terribile del mandante, bisognò che Perpetua proferisse un nuovo e più solenne giuramento; e don Abbondio, pronunziato quel nome, si rovesciò sulla spalliera della seggiola, con un gran sospiro, alzando le mani, in atto insieme di comando e di supplica, e dicendo: - per amor del cielo! - Delle sue!

- esclamò Perpetua. - Oh che birbone! oh che soverchiatore! oh che uomo senza timor di Dio! - Volete tacere?

o volete rovinarmi del tutto? - Oh!

siam qui soli che nessun ci sente. Ma come farà, povero signor padrone? - Oh vedete, - disse don Abbondio, con voce stizzosa: - vedete che bei pareri mi sa dar costei!

Viene a domandarmi come farò, come farò; quasi fosse lei nell'impiccio, e toccasse a me di levarnela. - Ma!

io l'avrei bene il mio povero parere da darle; ma poi... - Ma poi, sentiamo.

- Il mio parere sarebbe che, siccome tutti dicono che il nostro arcivescovo è un sant'uomo, e un uomo di polso, e che non ha paura di nessuno, e, quando può fare star a dovere un di questi prepotenti, per sostenere un curato, ci gongola; io direi, e dico che lei gli scrivesse una bella lettera, per informarlo come qualmente...

- Volete tacere?

volete tacere? Son pareri codesti da dare a un pover'uomo? Quando mi fosse toccata una schioppettata nella schiena, Dio liberi! l'arcivescovo me la leverebbe? - Eh!

le schioppettate non si dànno via come confetti: e guai se questi cani dovessero mordere tutte le volte che abbaiano! E io ho sempre veduto che a chi sa mostrare i denti, e farsi stimare, gli si porta rispetto; e, appunto perché lei non vuol mai dir la sua ragione, siam ridotti a segno che tutti vengono, con licenza, a... - Volete tacere?

- Io taccio subito; ma è però certo che, quando il mondo s'accorge che uno, sempre, in ogni incontro, è pronto a calar le...

- Volete tacere?

È tempo ora di dir codeste baggianate? - Basta: ci penserà questa notte; ma intanto non cominci a farsi male da sé, a rovinarsi la salute; mangi un boccone.

- Ci penserò io, - rispose, brontolando, don Abbondio: - sicuro; io ci penserò, io ci ho da pensare - E s'alzò, continuando: - non voglio prender niente; niente: ho altra voglia: lo so anch'io che tocca a pensarci a me.

Ma!

la doveva accader per l'appunto a me. - Mandi almen giù quest'altro gocciolo, - disse Perpetua, mescendo.

- Lei sa che questo le rimette sempre lo stomaco. - Eh!

ci vuol altro, ci vuol altro, ci vuol altro. Così dicendo prese il lume, e, brontolando sempre: - una piccola bagattella! a un galantuomo par mio! e domani com'andrà? - e altre simili lamentazioni, s'avviò per salire in camera. Giunto su la soglia, si voltò indietro verso Perpetua, mise il dito sulla bocca, disse, con tono lento e solenne : - per amor del cielo! -, e disparve.


I promessi sposi, di Alessandro Manzoni - 01 - Capitolo I I promessi sposi, by Alessandro Manzoni - 01 - Chapter I

Capitolo I Bölüm I. Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. That branch of the lake of Como, which turns at noon, between two unbroken chains of mountains, all with breasts and gulfs, depending on the protrusion and the return of those, is, almost suddenly, to shrink, and to take course and a figure of a river, between a promontory on the right, and a wide coastline on the other side; and the bridge, which connects the two shores, seems to make this transformation even more sensitive to the eye, and marks the point where the lake ceases, and the Adda starts again, to then take the name of the lake where the shores, moving away again, let the water relax and slow down in new gulfs and new breasts. Ese ramal del lago de Como, que gira hacia el mediodía, entre dos cadenas montañosas ininterrumpidas, todas en los pechos y golfos, según el saliente y el retorno de aquellos, casi de repente se encoge, y toma rumbo y figura de un río, entre un promontorio a la derecha y una amplia costa al otro lado; y el puente, que une allí las dos orillas, parece hacer aún más sensible a la vista esta transformación, y marca el punto donde cesa el lago, y comienza de nuevo el Adda, para luego retomar el nombre del lago donde están las orillas, alejándose de nuevo, dejaron que el agua se relajara y se redujera a nuevos golfos y nuevos senos. Ce bras du lac de Côme, qui tourne au sud, entre deux chaînes ininterrompues de montagnes, toutes en poitrines et en golfes, selon la saillie et la rétraction de celles-ci, vient, presque soudainement, à se rétrécir, et à prendre le cours et la forme d'une rivière, entre un promontoire à droite, et une large côte de l'autre côté ; Et le pont, qui réunit là les deux rives, semble rendre cette transformation encore plus perceptible à l'œil, et marque le point où le lac cesse, et où l'Adda recommence, et prend alors le nom d'un lac où les rives, en s'éloignant de nouveau, laissent l'eau s'étendre et se ralentir en de nouveaux golfes et de nouveaux sinus. A Comói-tó azon ága, amely dél felé fordul, két megszakítás nélküli hegylánc között, a mellekben és az öblökben, a kiugrástól és a visszatéréstől függően, majdnem hirtelen összezsugorodik, folyó alakja, a jobb oldali hegyfok és a túloldalon széles tengerpart között; és a híd, amely egyesíti a két partot ott, úgy tűnik, még érzékenyebbé teszi ezt az átalakulást a szemre, és kijelöli azt a pontot, ahol a tó megszűnik, és az Adda újra kezdődik, hogy aztán folytassa a tó nevét, ahol a partok eltávolodnak ismét hagyják, hogy a víz ellazuljon, és új szakadékokká és új mellekké lassuljon. Como Gölü'nün, sağda bir burun ile diğer yanda geniş bir kıyı şeridi arasında, tamamı göğüslü ve nehir şeklinde iki kesintisiz dağ silsilesi arasında öğleye doğru dönen kolu; ve oradaki iki kıyıyı birleştiren köprü, bu dönüşümü göze daha da duyarlı hale getiriyor gibi görünüyor ve gölün bittiği ve Adda'nın yeniden başladığı noktayı işaret ediyor, ardından kıyıların olduğu gölün adını geri alıyor. , yeniden uzaklaşarak suyun gevşemesine ve yavaşlayarak yeni körfezlere ve yeni göğüslere ulaşmasına izin verirler.

La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il  Resegone , dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. The coastline, formed by the deposit of three large streams, descends leaning against two adjoining mountains, one called San Martino, the other, with a Lombard voice, the Resegone, with many of its tops in a row, which in truth make it look like to a saw: so that it is not who at first sight, as long as it is in front, as for example of on the walls of Milan that look to the north, it does not discern it soon, to such a mark, in that long and vast giogaia, from the other mountains with more obscure names and more common forms. A három nagy patak lerakódásából kialakult part két összefüggő hegynek támaszkodva ereszkedik le, az egyiket San Martino-nak hívják, a másikat lombard hangon, a Resegone-nak, amelynek sok csúcsa egymás után van, amelyek valójában hasonlóvá teszik egy fűrészhez: úgy, hogy nem az, aki először látva, amíg elöl van, mint például Milánó északra néző falain, nem azonnal észreveszi, egy ilyen jelnél, abban a hosszú és hatalmas hullámban. más sötétebb nevű és gyakoribb formájú hegyek. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura dè due monti, e il lavoro dell’acque. For a good while, the coast rises with a slow and continuous slope; then it breaks into poggi and valloncelli, in steep and in Hispanic, according to the skeleton of two mountains, and the work of the water. Egy jó ideig a part lassú és folyamatos lejtéssel emelkedik; majd a két hegy felépítésének és a vizek munkájának megfelelően csomókra és völgyekre, lépcsőkre és fesztávokra törik. Il lembo estremo, tagliato dalle foci dè torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. The extreme edge, cut by the mouths of streams, is almost all gravel and pebbles; the rest, fields and vineyards, scattered with lands, villas, hamlets; in some parts woods, which extend up the mountain. A patakok száján átvágott szélső szél szinte minden kavics és kavics; a többi, szántók és szőlőültetvények, földekkel, villákkal, parasztházakkal szétszórva; valahol erdőben, amely felfelé nyúlik a hegyre. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città. Lecco, the principal of those lands, and which gives its name to the territory, lies not far from the bridge, on the shore of the lake, in fact it comes partly to find itself in the lake itself, when it swells: a great village nowadays, and who sets out to become a city. Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell’estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a' contadini le fatiche della vendemmia. At the time when the events that we begin to tell happened, that village, already considerable, was also a castle, and therefore had the honor of housing a commander, and the advantage of having a stable garrison of Spanish soldiers, who taught the modesty to the girls and the women of the village, they stroked their backs from time to time to some husband, to some father; and, at the end of the summer, they never failed to spread into the vineyards, to dispel the grapes, and to lighten the labors of the harvest to the peasants. Dall’una all’altra di quelle terre, dall’alture alla riva, da un poggio all’altro, correvano, e corrono tuttavia, strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte; ogni tanto elevate su terrapieni aperti: e da qui la vista spazia per prospetti più o meno estesi, ma ricchi sempre e sempre qualcosa nuovi, secondo che i diversi punti piglian più o meno della vasta scena circostante, e secondo che questa o quella parte campeggia o si scorcia, spunta o sparisce a vicenda. From one to the other of those lands, from the heights to the shore, from one hillock to another, roads and narrow streets ran, and still do, more or less steep, or flat; occasionally sunk, buried between two walls, whence, looking up, you discover only a piece of sky and a few mountain peaks; occasionally elevated on open embankments: and from here the view sweeps over more or less extensive elevations, but always and always rich in something new, according to how the different points take more or less of the vast surrounding scene, and according to which this or that part stands out or foreshorten, tick, or disappear each other. Dove un pezzo, dove un altro, dove una lunga distesa di quel vasto e variato specchio dell’acqua; di qua lago, chiuso all’estremità o piùttosto smarrito in un gruppo, in un andirivieni di montagne, e di mano in mano più allargato tra altri monti che si spiegano, a uno a uno, allo sguardo, e che l’acqua riflette capovolti, co' paesetti posti sulle rive; di là braccio di fiume, poi lago, poi fiume ancora, che va a perdersi in lucido serpeggiamento pur tra' monti che l’accompagnano, degradando via via, e perdendosi quasi anch’essi nell’orizzonte. Il luogo stesso da dove contemplate què vari spettacoli, vi fa spettacolo da ogni parte: il monte di cui passeggiate le falde, vi svolge, al di sopra, d’intorno, le sue cime e le balze, distinte, rilevate, mutabili quasi a ogni passo, aprendosi e contornandosi in gioghi ciò che v’era sembrato prima un sol giogo, e comparendo in vetta ciò che poco innanzi vi si rappresentava sulla costa: e l’ameno, il domestico di quelle falde tempera gradevolmente il selvaggio, e orna vie più il magnifico dell’altre vedute. The place itself from where you contemplate these various spectacles creates a spectacle for you from all sides: the mountain whose slopes you walk unfold, above and around you, its peaks and crags, distinct, raised, changeable almost every step, opening up and surrounding itself in yokes that which had previously seemed a single yoke, and appearing at the top what was represented on the coast just before: and the pleasant, the domestic of those slopes pleasantly tempers the savage, and adorns way more magnificent than the other views. Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra: il nome di questa, né il casato del personaggio, non si trovan nel manoscritto, né a questo luogo né altrove.

Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l’altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l’indice della mano destra, e, messa poi questa nell’altra dietro la schiena, proseguiva il suo cammino, guardando a terra, e buttando con un piede verso il muro i ciottoli che facevano inciampo nel sentiero: poi alzava il viso, e, girati oziosamente gli occhi all’intorno, li fissava alla parte d’un monte, dove la luce del sole già scomparso, scappando per i fessi del monte opposto, si dipingeva qua e là sui massi sporgenti, come a larghe e inuguali pezze di porpora. He quietly recited his office, and sometimes, between one psalm and another, he closed the breviary, keeping the forefinger of his right hand inside it as a sign, and then placing this in the other behind his back, he continued on his way , looking at the ground, and throwing with one foot towards the wall the pebbles which were stumbling on the path: then he raised his face, and idly turning his eyes around, he fixed them on the side of a mountain, where the sunlight already disappeared, fleeing through the crevices of the opposite mountain, he was painted here and there on the protruding boulders, as if in large and unequal patches of purple. Aperto poi di nuovo il breviario, e recitato un altro squarcio, giunse a una voltata della stradetta, dov’era solito d’alzar sempre gli occhi dal libro, e di guardarsi dinanzi: e così fece anche quel giorno. Then opening the breviary again, and reciting another passage, he reached a bend in the little street, where he used to always raise his eyes from the book, and look straight ahead: and he did so that day too. Dopo la voltata, la strada correva diritta, forse un sessanta passi, e poi si divideva in due viottole, a foggia d’un ipsilon: quella a destra saliva verso il monte, e menava alla cura: l’altra scendeva nella valle fino a un torrente; e da questa parte il muro non arrivava che all’anche del passeggiero. I muri interni delle due viottole, in vece di riunirsi ad angolo, terminavano in un tabernacolo, sul quale eran dipinte certe figure lunghe, serpeggianti, che finivano in punta, e che, nell’intenzion dell’artista, e agli occhi degli abitanti del vicinato, volevan dir fiamme; e, alternate con le fiamme, cert’altre figure da non potersi descrivere, che volevan dire anime del purgatorio: anime e fiamme a color di mattone, sur un fondo bigiognolo, con qualche scalcinatura qua e là. The inner walls of the two lanes, instead of meeting at an angle, ended in a tabernacle, on which were painted certain long, winding figures, which ended at a point, and which, in the intention of the artist, and in the eyes of the inhabitants of the neighborhood, they meant flames; and, alternating with the flames, certain other figures that cannot be described, which meant souls in purgatory: souls and flames in the color of brick, on a grayish background, with a few chippings here and there. Il curato, voltata la stradetta, e dirizzando, com’era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s’aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano, l’uno dirimpetto all’altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l’altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. Two men were standing, facing each other, at the confluence, so to speak, of the two lanes: one of them, astride the low wall, with one leg dangling outward, and the other foot resting on the ground of the Street; the companion, standing, leaning against the wall, with his arms crossed on his chest. L’abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov’era giunto il curato, si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni: uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d’ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie dè  bravi . They both had a green net around their heads, which fell on the left humerus, ended in a large tassel, and from which an enormous tuft emerged on the forehead: two long mustaches curled at the point: a shiny leather belt, and attached to that two pistols : a small horn filled with powder, hanging on the chest, like a necklace: a cutlass handle sticking out of a pocket of the wide and swollen trousers: a broadsword, with a large guard pierced with brass plates, arranged as in number, polished and shiny: at first sight they gave themselves to be recognized as individuals of the species de bravo. Mindkettőjük feje körül zöld háló volt, amely a bal felkarra esett, nagy bojtban végződött, és amelyből egy hatalmas csomó jött ki a homlokán: két hosszú bajusz görbült a hegyén: egy fényes bőr öv, és ehhez két fegyver volt felerősítve. : egy kis, porral töltött kürt, a mellkason lóg, mint egy nyaklánc: a széles és duzzadt nadrág zsebéből kivágott fogantyú: széles kard, nagy sárgarézlemezekkel áttört védőrésszel, úgy tervezték, ahogy alak, csiszolt és fényes: első látásra a dè bravi fajta egyénekről tették ismertté. Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia, e già molto antica. Ez a mára teljesen elveszett faj akkor nagyon virágzott Lombardia területén, és már nagyon ősi volt.

Chi non ne avesse idea, ecco alcuni squarci autentici, che potranno darne una bastante dè suoi caratteri principali, degli sforzi fatti per ispegnerla, e della sua dura e rigogliosa vitalità. Akinek fogalma sem volt róla, íme néhány hiteles bepillantás, amely elegendő mennyiségben adja meg főszereplőit, az inspirációra tett erőfeszítéseket, valamint kemény és dús vitalitását. Fino dall’otto aprile dell’anno 1583, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo signor don Carlo d’Aragon, Principe di Castelvetrano, Duca di Terranuova, Marchese d’Avola, Conte di Burgeto, grande Ammiraglio, e gran Contestabile di Sicilia, Governatore di Milano e Capitan Generale di Sua Maestà Cattolica in Italia,  pienamente informato della intollerabile miseria in che è vivuta e vive questa città di Milano, per cagione dei bravi e vagabondi,  pubblica un bando contro di essi. 1583\. év április 8-ig Don Carlo d'Aragon leghíresebb és legkiválóbb úr, Castelvetrano hercege, Terranuova hercege, d'Avola márki, Burgeto grófja, nagy admirális és Szicília nagy versenyzője, Milánó és katolikus felségének olaszországi főkapitánya, teljes körűen értesülve arról a tűrhetetlen nyomorúságról, amelyben Milánó e városa élt és él, a jó és a vagányok kedvéért tiltást tesz közzé ellenük.

Dichiara e diffinisce tutti coloro essere compresi in questo bando, e doversi ritenere bravi e vagabondi... i quali, essendo forestieri o del paese, non hanno esercizio alcuno, od avendolo, non lo fanno... ma, senza salario, o pur con esso, s’appoggiano a qualche cavaliere o gentiluomo, officiale o mercante... per fargli spalle e favore, o veramente, come si può presumere, per tendere insidie ad altri ... A tutti costoro ordina che, nel termine di giorni sei, abbiano a sgomberare il paese, intima la galera a' renitenti, e dà a tutti gli ufiziali della giustizia le più stranamente ampie e indefinite facoltà, per l’esecuzione dell’ordine. Declares and defines all those included in this ban, and having to consider themselves good and vagabonds ... who, being foreigners or from the country, have no exercise, or having it, do not do it ... but, without salary, or even with it, they rely on some knight or gentleman, official or merchant... to back him up and favour, or really, as one can assume, to set traps for others ... To all of them he orders that, within days six, they have to clear the country, orders the reluctant prisoner, and gives all the officials of justice the most strangely broad and indefinite powers for the execution of the order. Kihirdeti és meghatározza mindazokat, akik szerepelnek ebben a közleményben, és jónak és vagánynak kell tekinteniük magukat ... akik külföldiek vagy az ország tagjaiként nem gyakorolják, vagy nem gyakorolják, nem csinálják ... de bér, vagy akár bér nélkül ezzel valamilyen lovagra vagy úrra, tisztre vagy kereskedőre támaszkodnak ... hogy visszavegye és kedveskedjen neki, vagy valóban, mint feltételezhető, csapdákat állítson mások elé ... Mindezeknek azt parancsolja, hogy napokon belül hat embernek ki kell ürítenie az országot, bejáratja a börtönt a kijátszóknak, és az igazságszolgáltatás minden tisztjének megadja a legfurcsább bőséges és határozatlan képességeket a parancs végrehajtására. Ma, nell’anno seguente, il 12 aprile, scorgendo il detto signore,  che questa Città è tuttavia piena di detti bravi... tornati a vivere come prima vivevano, non punto mutato il costume loro, né scemato il numero,  dà fuori un’altra grida, ancor più vigorosa e notabile, nella quale, tra l’altre ordinazioni, prescrive: But, in the following year, on April 12, seeing the said gentleman, that this city is nonetheless full of so called bravoes... having returned to live as they used to live, without changing their habits at all, nor diminishing the number, he gives out a another cry, even more vigorous and notable, in which, among other orders, he prescribes: De a következő évben, április 12-én, az említett úr láttán, hogy ez a város mégis tele van jó mondásokkal ... visszatértek élni, ahogy régen éltek, szokásuk nem változott, és a szám sem csökkent, ad egy egy másik kiáltás, még erőteljesebb és figyelemre méltóbb, amelyben a többi ordináció mellett előírja: Che qualsivoglia persona, così di questa Città, come forestiera, che per due testimonj consterà esser tenuto, e comunemente riputato per bravo, et aver tal nome, ancorché non si verifichi aver fatto delitto alcuno... per questa sola riputazione di bravo, senza altri indizj, possa dai detti giudici e da ognuno di loro esser posto alla corda et al tormento, per processo informativo... et ancorché non confessi delitto alcuno, tuttavia sia mandato alla galea, per detto triennio, per la sola opinione e nome di bravo, come di sopra .

Tutto ciò, e il di più che si tralascia, perché  Sua Eccellenza è risoluta di voler essere obbedita da ognuno . All’udir parole d’un tanto signore, così gagliarde e sicure, e accompagnate da tali ordini, viene una gran voglia di credere che, al solo rimbombo di esse, tutti i bravi siano scomparsi per sempre. Hearing words from such a gentleman, so strong and sure, and accompanied by such orders, one feels a great desire to believe that, at the mere resounding of them, all the bravoes have disappeared forever.

Ma la testimonianza d’un signore non meno autorevole, né meno dotato di nomi, ci obbliga a credere tutto il contrario. But the testimony of a gentleman no less authoritative, nor less endowed with names, forces us to believe quite the opposite. De egy kevésbé mérvadó és névvel sem kevésbé megajándékozott úr tanúsága éppen az ellenkezőjére kényszerít bennünket. È questi l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Juan Fernandez de Velasco, Contestabile di Castiglia, Cameriero maggiore di Sua Maestà, Duca della Città di Frias, Conte di Haro e Castelnovo, Signore della Casa di Velasco, e di quella delli sette Infanti di Lara, Governatore dello Stato di Milano, etc. Il 5 giugno dell’anno 1593, pienamente informato anche lui  di quanto danno e rovine sieno... i bravi e vagabondi, e del pessimo effetto che tal sorta di gente, fa contra il ben pubblico, et in delusione della giustizia , intima loro di nuovo che, nel termine di giorni sei, abbiano a sbrattare il paese, ripetendo a un dipresso le prescrizioni e le minacce medesime del suo predecessore. Il 23 maggio poi dell’anno 1598,  informato, con non poco dispiacere dell’animo suo, che... ogni dì più in questa Città e Stato va crescendo il numero di questi tali (bravi e vagabondi),  né di loro, giorno e notte, altro si sente che ferite appostatamente date, omicidii e ruberie et ogni altra qualità di delitti, ai quali si rendono più facili, confidati essi bravi d’essere aiutati dai capi e fautori loro...  prescrive di nuovo gli stessi rimedi, accrescendo la dose, come s’usa nelle malattie ostinate. Május 23-án, majd 1598-ban, lelkének nem kis ellenszenvével értesítették, hogy ... ebben a városban és államban mindennap nő ezeknek (jónak és vagányoknak) a száma, és ezek sem, éjjel valaki másnak érzi magát, mint a szándékosan kapott sebek, gyilkosságok és rablások, valamint a bűncselekmények minden más minősége, amelyek megkönnyítik őket, bízva abban, hogy jól tudnak segíteni vezetőik és szószólói ... ismét ugyanazokat a jogorvoslatokat írja elő az adag növelése makacs betegségek esetén. Ognuno dunque,  conchiude poi, onninamente si guardi di contravvenire in parte alcuna alla grida presente, perché, in luogo di provare la clemenza di Sua Eccellenza, proverà il rigore, e l’ira sua... essendo risoluta e determinata che questa sia l’ultima e perentoria monizione . Mindegyik tehát arra a következtetésre jut, hogy teljesen óvakodjon attól, hogy a jelen kiáltást bármelyik részben megsértse, mert Őexcellenciája kegyelmének bizonyítása helyett megpróbálja a szigort és haragját ... határozott és határozott, hogy ez az utolsó és kényszerítő intés. Non fu però di questo parere l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Pietro Enriquez de Acevedo, Conte di Fuentes, Capitano, e Governatore dello Stato di Milano; non fu di questo parere, e per buone ragioni.

Pienamente informato della miseria in che vive questa Città e Stato per cagione del gran numero di bravi che in esso abbonda... e risoluto di totalmente estirpare seme tanto pernizioso , dà fuori, il 5 decembre 1600, una nuova grida piena anch’essa di severissime comminazioni,  con fermo proponimento che, con ogni rigore, e senza speranza di remissione, siano onninamente eseguite . Convien credere però che non ci si mettesse con tutta quella buona voglia che sapeva impiegare nell’ordir cabale, e nel suscitar nemici al suo gran nemico Enrico IV; giacché, per questa parte, la storia attesta come riuscisse ad armare contro quel re il duca di Savoia, a cui fece perder più d’una città; come riuscisse a far congiurare il duca di Biron, a cui fece perder la testa; ma, per ciò che riguarda quel seme tanto pernizioso dè bravi, certo è che esso continuava a germogliare, il 22 settembre dell’anno 1612. Believe, however, that we did not put ourselves with all that good will that he knew how to employ in the ordeal cabal, and in arousing enemies to his great enemy Henry IV; for, for this part, history testifies how he was able to arm the duke of Savoy against that king, to whom he caused more than one city to lose; how he managed to make the duke of Biron conspire, to whom he made his head lose; but, as regards that seed so pernicious of good, it is certain that it continued to sprout, on September 22nd of the year 1612.

In quel giorno l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Giovanni de Mendozza, Marchese de la Hynojosa, Gentiluomo etc., Governatore etc., pensò seriamente ad estirparlo. A quest’effetto, spedì a Pandolfo e Marco Tullio Malatesti, stampatori regii camerali, la solita grida, corretta ed accresciuta, perché la stampassero ad esterminio dè bravi. To this effect, he sent Pandolfo and Marco Tullio Malatesti, printers of the Royal Chamber of Commerce, the usual cries, correct and increased, so that they could be printed with extermination of good. Ma questi vissero ancora per ricevere, il 24 decembre dell’anno 1618, gli stessi e più forti colpi dall’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Don Gomez Suarez de Figueroa, Duca di Feria, etc., Governatore etc. But these still lived to receive, on December 24 of the year 1618, the same and stronger blows from the Most Illustrious and Most Excellent Signor, the Signor Don Gomez Suarez de Figueroa, Duke of Feria, etc., Governor, etc. Però, non essendo essi morti neppur di quelli, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore, il Signor Gonzalo Fernandez di Cordova, sotto il cui governo accadde la passeggiata di don Abbondio, s’era trovato costretto a ricorreggere e ripubblicare la solita grida contro i bravi, il giorno 5 ottobre del 1627, cioè un anno, un mese e due giorni prima di quel memorabile avvenimento. Né fu questa l’ultima pubblicazione; ma noi delle posteriori non crediamo dover far menzione, come di cosa che esce dal periodo della nostra storia.

Ne accenneremo soltanto una del 13 febbraio dell’anno 1632, nella quale l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore,  el Duque de Feria , per la seconda volta governatore, ci avvisa che  le maggiori sceleraggini procedono da quelli che chiamano bravi . Questo basta ad assicurarci che, nel tempo di cui noi trattiamo, c’era dè bravi tuttavia. Che i due descritti di sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa troppo evidente; ma quel che più dispiacque a don Abbondio fu il dover accorgersi, per certi atti, che l’aspettato era lui.

Perché, al suo apparire, coloro s’eran guardati in viso, alzando la testa, con un movimento dal quale si scorgeva che tutt’e due a un tratto avevan detto: è lui; quello che stava a cavalcioni s’era alzato, tirando la sua gamba sulla strada; l’altro s’era staccato dal muro; e tutt’e due gli s’avviavano incontro. Because, when he appeared, they looked at each other, raising their heads, with a movement from which one could see that both of them had suddenly said: it is he; the one who was astride got up, pulling his leg on the road; the other had broken away from the wall; and both of them started to meet him. Egli, tenendosi sempre il breviario aperto dinanzi, come se leggesse, spingeva lo sguardo in su, per ispiar le mosse di coloro; e, vedendoseli venir proprio incontro, fu assalito a un tratto da mille pensieri. He, always keeping the breviary open before him, as if reading, pushed his gaze upwards, to inspire the moves of those; and, seeing them meet, he was suddenly attacked by a thousand thoughts. Domandò subito in fretta a se stesso, se, tra i bravi e lui, ci fosse qualche uscita di strada, a destra o a sinistra; e gli sovvenne subito di no. Fece un rapido esame, se avesse peccato contro qualche potente, contro qualche vendicativo; ma, anche in quel turbamento, il testimonio consolante della coscienza lo rassicurava alquanto: i bravi però s’avvicinavano, guardandolo fisso. He made a quick examination, if he had sinned against some powerful, against some vengeful; but even in that turmoil, the consoling witness of conscience reassured him somewhat: the good, however, approached, looking at him steadily. Mise l’indice e il medio della mano sinistra nel collare, come per raccomodarlo; e, girando le due dita intorno al collo, volgeva intanto la faccia all’indietro, torcendo insieme la bocca, e guardando con la coda dell’occhio, fin dove poteva, se qualcheduno arrivasse; ma non vide nessuno. He put the index and middle fingers of his left hand into the collar, as if to adjust it; and, twisting the two fingers around his neck, meanwhile he turned his face backwards, twisting his mouth at the same time, and looking out of the corner of his eye, as far as he could, in case anyone arrived; but he saw no one. Diede un’occhiata, al di sopra del muricciolo, nè campi: nessuno; un’altra più modesta sulla strada dinanzi; nessuno, fuorché i bravi. He took a look, above the low wall, neither fields: none; another more modest one on the road ahead; no one but the good ones. Che fare? tornare indietro, non era a tempo: darla a gambe, era lo stesso che dire, inseguitemi, o peggio. Non potendo schivare il pericolo, vi corse incontro, perché i momenti di quell’incertezza erano allora così penosi per lui, che non desiderava altro che d’abbreviarli. Affrettò il passo, recitò un versetto a voce più alta, compose la faccia a tutta quella quiete e ilarità che poté, fece ogni sforzo per preparare un sorriso; quando si trovò a fronte dei due galantuomini, disse mentalmente: ci siamo; e si fermò su due piedi. - Signor curato, - disse un di què due, piantandogli gli occhi in faccia. "Sir," said one of two, planting his eyes in his face.

- Cosa comanda?

- rispose subito don Abbondio, alzando i suoi dal libro, che gli restò spalancato nelle mani, come sur un leggìo. - Lei ha intenzione, - proseguì l’altro, con l’atto minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una ribalderia, - lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella!

- Cioè... - rispose, con voce tremolante, don Abbondio: - cioè.

Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. Il povero curato non c’entra: fanno i loro pasticci tra loro, e poi... e poi, vengon da noi, come s’anderebbe a un banco a riscotere; e noi... noi siamo i servitori del comune. The poor curate has nothing to do with them: they make their mess between them, and then ... and then, they come to us, as they would go to a bank to rediscover; and we ... we are the servants of the municipality. - Or bene, - gli disse il bravo, all’orecchio, ma in tono solenne di comando, - questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.

- Ma, signori miei, - replicò don Abbondio, con la voce mansueta e gentile di chi vuol persuadere un impaziente, - ma, signori miei, si degnino di mettersi nè miei panni.

Se la cosa dipendesse da me,... vedon bene che a me non me ne vien nulla in tasca... - Orsù, - interruppe il bravo, - se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco. 'Come now,' interrupted the bravo, 'if the thing were to decide to gossip, you'd put us in the bag.

Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito... lei c’intende. - Ma lor signori son troppo giusti, troppo ragionevoli...

- Ma, - interruppe questa volta l’altro compagnone, che non aveva parlato fin allora, - ma il matrimonio non si farà, o... - e qui una buona bestemmia, - o chi lo farà non se ne pentirà, perché non ne avrà tempo, e... - un’altra bestemmia. - But, - interrupted this time the other big companion, who hadn't spoken until then, - but the wedding won't take place, or... - and here's a good blasphemy, - or whoever does it won't regret it, because he will have time, and... - another blasphemy.

- Zitto, zitto, - riprese il primo oratore: - il signor curato è un uomo che sa il viver del mondo; e noi siam galantuomini, che non vogliam fargli del male, purché abbia giudizio.

Signor curato, l’illustrissimo signor don Rodrigo nostro padrone la riverisce caramente. Questo nome fu, nella mente di don Abbondio, come, nel forte d’un temporale notturno, un lampo che illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti, e accresce il terrore.

Fece, come per istinto, un grand’inchino, e disse: - se mi sapessero suggerire... - Oh!

suggerire a lei che sa di latino! - interruppe ancora il bravo, con un riso tra lo sguaiato e il feroce. - A lei tocca. E sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato per suo bene; altrimenti... ehm... sarebbe lo stesso che fare quel tal matrimonio. Via, che vuol che si dica in suo nome all’illustrissimo signor don Rodrigo? - Il mio rispetto...

- Si spieghi meglio!

-... Disposto... disposto sempre all’ubbidienza -.

E, proferendo queste parole, non sapeva nemmen lui se faceva una promessa, o un complimento. I bravi le presero, o mostraron di prenderle nel significato più serio. - Benissimo, e buona notte, messere, - disse l’un d’essi, in atto di partir col compagno.

Don Abbondio, che, pochi momenti prima, avrebbe dato un occhio per iscansarli, allora avrebbe voluto prolungar la conversazione e le trattative. Don Abbondio, who, a few moments before, would have kept an eye out to avoid them, then would have liked to prolong the conversation and the negotiations. - Signori... - cominciò, chiudendo il libro con le due mani; ma quelli, senza più dargli udienza, presero la strada dond’era lui venuto, e s’allontanarono, cantando una canzonaccia che non voglio trascrivere. Il povero don Abbondio rimase un momento a bocca aperta, come incantato; poi prese quella delle due stradette che conduceva a casa sua, mettendo innanzi a stento una gamba dopo l’altra, che parevano aggranchiate. Poor Don Abbondio stood open-mouthed for a moment, as if enchanted; then he took the one of the two little streets that led to his house, putting forward with difficulty one leg after the other, which seemed to be curled up. Come stesse di dentro, s’intenderà meglio, quando avrem detto qualche cosa del suo naturale, e dè tempi in cui gli era toccato di vivere. Don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone.

Ma, fin da' primi suoi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a què tempi, era quella d’un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non si sentisse inclinazione d’esser divorato. La forza legale non proteggeva in alcun conto l’uomo tranquillo, inoffensivo, e che non avesse altri mezzi di far paura altrui. Non già che mancassero leggi e pene contro le violenze private. Le leggi anzi diluviavano; i delitti erano enumerati, e particolareggiati, con minuta prolissità; le pene, pazzamente esorbitanti e, se non basta, aumentabili, quasi per ogni caso, ad arbitrio del legislatore stesso e di cento esecutori; le procedure, studiate soltanto a liberare il giudice da ogni cosa che potesse essergli d’impedimento a proferire una condanna: gli squarci che abbiam riportati delle gride contro i bravi, ne sono un piccolo, ma fedel saggio. Con tutto ciò, anzi in gran parte a cagion di ciò, quelle gride, ripubblicate e rinforzate di governo in governo, non servivano ad altro che ad attestare ampollosamente l’impotenza dè loro autori; o, se producevan qualche effetto immediato, era principalmente d’aggiunger molte vessazioni a quelle che i pacifici e i deboli già soffrivano da' perturbatori, e d’accrescer le violenze e l’astuzia di questi. With all this, indeed largely because of this, those cries, republished and reinforced by government in government, served no other purpose than to amply attest to the impotence of their authors; or, if they produced any immediate effect, it was mainly to add many vexations to those that the peaceful and the weak already suffered from 'disrupters, and to increase the violence and cunning of these. L’impunità era organizzata, e aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smovere. Impunity was organized, and had roots that the screams did not touch, or could not shake. Tali eran gli asili, tali i privilegi d’alcune classi, in parte riconosciuti dalla forza legale, in parte tollerati con astioso silenzio, o impugnati con vane proteste, ma sostenuti in fatto e difesi da quelle classi, con attività d’interesse, e con gelosia di puntiglio. Such were the kindergartens, the privileges of some classes, partly recognized by the legal force, partly tolerated with hateful silence, or contested with vain protests, but supported in fact and defended by those classes, with activities of interest, and with stubborn jealousy. Ora, quest’impunità minacciata e insultata, ma non distrutta dalle gride, doveva naturalmente, a ogni minaccia, e a ogni insulto, adoperar nuovi sforzi e nuove invenzioni, per conservarsi. Now, this threatened and insulted impunity, but not destroyed by the screams, naturally owed, to every threat, and to every insult, to use new efforts and new inventions, to preserve itself. Ennek a büntetlenségnek, amelyet fenyegetett és sértett, de kiáltások nem pusztítottak el, természetesen minden fenyegetés és sértés esetén új erőfeszítéseket és új találmányokat kellett tennie, hogy megőrizze önmagát. Così accadeva in effetto; e, all’apparire delle gride dirette a comprimere i violenti, questi cercavano nella loro forza reale i nuovi mezzi più opportuni, per continuare a far ciò che le gride venivano a proibire. So it happened in effect; and, when the screams aimed at compressing the violent appeared, they sought in their real strength the most appropriate new means, to continue to do what the screams came to prohibit. Potevan ben esse inceppare a ogni passo, e molestare l’uomo bonario, che fosse senza forza propria e senza protezione; perché, col fine d’aver sotto la mano ogni uomo, per prevenire o per punire ogni delitto, assoggettavano ogni mossa del privato al volere arbitrario d’esecutori d’ogni genere. Ma chi, prima di commettere il delitto, aveva prese le sue misure per ricoverarsi a tempo in un convento, in un palazzo, dove i birri non avrebber mai osato metter piede; chi, senz’altre precauzioni, portava una livrea che impegnasse a difenderlo la vanità e l’interesse d’una famiglia potente, di tutto un ceto, era libero nelle sue operazioni, e poteva ridersi di tutto quel fracasso delle gride. Di quegli stessi ch’eran deputati a farle eseguire, alcuni appartenevano per nascita alla parte privilegiata, alcuni ne dipendevano per clientela; gli uni e gli altri, per educazione, per interesse, per consuetudine, per imitazione, ne avevano abbracciate le massime, e si sarebbero ben guardati dall’offenderle, per amor d’un pezzo di carta attaccato sulle cantonate. Azok közül, akiket kineveztek elvégzésükre, némelyik születésénél fogva a kiváltságos részhez tartozott, néhányan tőlük függtek az ügyfélkör szempontjából; mindketten, oktatásból, érdeklődésből, szokásból, utánzásból, magukévá tették a maximumokat, és a sarkokra ragadt papír érdekében vigyáztak volna arra, hogy ne sértsék meg őket. Gli uomini poi incaricati dell’esecuzione immediata, quando fossero stati intraprendenti come eroi, ubbidienti come monaci, e pronti a sacrificarsi come martiri, non avrebber però potuto venirne alla fine, inferiori com’eran di numero a quelli che si trattava di sottomettere, e con una gran probabilità d’essere abbandonati da chi, in astratto e, per così dire, in teoria, imponeva loro di operare. The men then charged with immediate execution, when they had been enterprising as heroes, obedient as monks, and ready to sacrifice themselves as martyrs, however, could not have come to an end, inferior as they were in number to those whom it was a question of subduing, and with a great probability of being abandoned by those who, in the abstract and, so to speak, in theory, forced them to operate. Az azonnali kivégzéssel megbízott férfiak, amikor hősként vállalkoztak, engedelmesek voltak, mint a szerzetesek, és készek voltak mártírként feláldozni magukat, nem lettek volna képesek a végére jutni, számukban alacsonyabb rendűek, mint azoké, akiknek leigázása volt a kérdés, és nagy valószínűséggel elhagyják azokat, akik elvontan és úgyszólván elméletben is működésre kötelezték őket. Ma, oltre di ciò, costoro eran generalmente dè più abbietti e ribaldi soggetti del loro tempo; l’incarico loro era tenuto a vile anche da quelli che potevano averne terrore, e il loro titolo un improperio. Era quindi ben naturale che costoro, in vece d’arrischiare, anzi di gettar la vita in un’impresa disperata, vendessero la loro inazione, o anche la loro connivenza ai potenti, e si riservassero a esercitare la loro esecrata autorità e la forza che pure avevano, in quelle occasioni dove non c’era pericolo; nell’opprimer cioè, e nel vessare gli uomini pacifici e senza difesa. It was therefore quite natural for them to sell their inaction, or even their connivance to the powerful, and reserve the right to exercise their execrable authority and strength which, instead of risking their lives in a desperate enterprise, yet they had, on those occasions where there was no danger; that is, in the opprimer, and in harassing peaceful and defenseless men. L’uomo che vuole offendere, o che teme, ogni momento, d’essere offeso, cerca naturalmente alleati e compagni. Az az ember, aki meg akar sérteni, vagy aki minden pillanatban attól tart, hogy megsértődik, természetesen szövetségeseket és társakat keres.

Quindi era, in què tempi, portata al massimo punto la tendenza degl’individui a tenersi collegati in classi, a formarne delle nuove, e a procurare ognuno la maggior potenza di quella a cui apparteneva. Il clero vegliava a sostenere e ad estendere le sue immunità, la nobiltà i suoi privilegi, il militare le sue esenzioni. I mercanti, gli artigiani erano arrolati in maestranze e in confraternite, i giurisperiti formavano una lega, i medici stessi una corporazione. Ognuna di queste piccole oligarchie aveva una sua forza speciale e propria; in ognuna l’individuo trovava il vantaggio d’impiegar per sé, a proporzione della sua autorità e della sua destrezza, le forze riunite di molti. I più onesti si valevan di questo vantaggio a difesa soltanto; gli astuti e i facinorosi ne approfittavano, per condurre a termine ribalderie, alle quali i loro mezzi personali non sarebber bastati, e per assicurarsene l’impunità. Le forze però di queste varie leghe eran molto disuguali; e, nelle campagne principalmente, il nobile dovizioso e violento, con intorno uno stuolo di bravi, e una popolazione di contadini avvezzi, per tradizione famigliare, e interessati o forzati a riguardarsi quasi come sudditi e soldati del padrone, esercitava un potere, a cui difficilmente nessun’altra frazione di lega avrebbe ivi potuto resistere. Il nostro Abbondio non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, prima quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere, in quella società, come un vaso di terra cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.

Aveva quindi, assai di buon grado, ubbidito ai parenti, che lo vollero prete. Per dir la verità, non aveva gran fatto pensato agli obblighi e ai nobili fini del ministero al quale si dedicava: procacciarsi di che vivere con qualche agio, e mettersi in una classe riverita e forte, gli eran sembrate due ragioni più che sufficienti per una tale scelta. Ma una classe qualunque non protegge un individuo, non lo assicura, che fino a un certo segno: nessuna lo dispensa dal farsi un suo sistema particolare. Don Abbondio, assorbito continuamente nè pensieri della propria quiete, non si curava di què vantaggi, per ottenere i quali facesse bisogno d’adoperarsi molto, o d’arrischiarsi un poco. Il suo sistema consisteva principalmente nello scansar tutti i contrasti, e nel cedere, in quelli che non poteva scansare. His system consisted principally in avoiding all oppositions, and in yielding, in those which he could not avoid. Neutralità disarmata in tutte le guerre che scoppiavano intorno a lui, dalle contese, allora frequentissime, tra il clero e le podestà laiche, tra il militare e il civile, tra nobili e nobili, fino alle questioni tra due contadini, nate da una parola, e decise coi pugni, o con le coltellate. Unarmed neutrality in all the wars that broke out around him, from the disputes, then very frequent, between the clergy and the lay podestas, between the military and the civil, between nobles and nobles, up to the questions between two peasants, born of a word, and decided with fists, or with stabs. Fegyvertelen semlegesség az összes körülötte kitört háborúban, a papság és a laikus polgármesterek, a katonaság és a polgári, a nemesek és a nemesek közötti vitákban, egészen a két szóból született paraszt közötti kérdésekig, és ököllel vagy szúrásokkal döntött. Se si trovava assolutamente costretto a prender parte tra due contendenti, stava col più forte, sempre però alla retroguardia, e procurando di far vedere all’altro ch’egli non gli era volontariamente nemico: pareva che gli dicesse: ma perché non avete saputo esser voi il più forte? Ha abszolút kénytelen volt részt venni két versenyző között, akkor a legerősebbel volt, de mindig hátul, és igyekezett megmutatni a másiknak, hogy nem önként volt ellensége: úgy tűnt, hogy azt mondja neki: de azért, mert nem tudtad, hogyan lehetsz te vagy a legerősebb? ch’io mi sarei messo dalla vostra parte. Stando alla larga da' prepotenti, dissimulando le loro soverchierie passeggiere e capricciose, corrispondendo con sommissioni a quelle che venissero da un’intenzione più seria e più meditata, costringendo, a forza d’inchini e di rispetto gioviale, anche i più burberi e sdegnosi, a fargli un sorriso, quando gl’incontrava per la strada, il pover’uomo era riuscito a passare i sessant’anni, senza gran burrasche. Non è però che non avesse anche lui il suo po' di fiele in corpo; e quel continuo esercitar la pazienza, quel dar così spesso ragione agli altri, què tanti bocconi amari inghiottiti in silenzio, glielo avevano esacerbato a segno che, se non avesse, di tanto in tanto, potuto dargli un po' di sfogo, la sua salute n’avrebbe certamente sofferto.

Ma siccome v’eran poi finalmente al mondo, e vicino a lui, persone ch’egli conosceva ben bene per incapaci di far male, così poteva con quelle sfogare qualche volta il mal umore lungamente represso, e cavarsi anche lui la voglia d’essere un po' fantastico, e di gridare a torto. Era poi un rigido censore degli uomini che non si regolavan come lui, quando però la censura potesse esercitarsi senza alcuno, anche lontano, pericolo. Il battuto era almeno un imprudente; l’ammazzato era sempre stato un uomo torbido. A chi, messosi a sostener le sue ragioni contro un potente, rimaneva col capo rotto, don Abbondio sapeva trovar sempre qualche torto; cosa non difficile, perché la ragione e il torto non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro. To those who, having come to support his reasons against a powerful man, remained with a broken head, Don Abbondio always knew that he was wrong; which is not difficult, because reason and wrong never divide themselves with such a clear cut, that every part has only one or the other. Sopra tutto poi, declamava contro què suoi confratelli che, a loro rischio, prendevan le parti d’un debole oppresso, contro un soverchiatore potente. Questo chiamava un comprarsi gl’impicci a contanti, un voler raddirizzar le gambe ai cani; diceva anche severamente, ch’era un mischiarsi nelle cose profane, a danno della dignità del sacro ministero. E contro questi predicava, sempre però a quattr’occhi, o in un piccolissimo crocchio, con tanto più di veemenza, quanto più essi eran conosciuti per alieni dal risentirsi, in cosa che li toccasse personalmente. Aveva poi una sua sentenza prediletta, con la quale sigillava sempre i discorsi su queste materie: che a un galantuomo, il qual badi a sé, e stia nè suoi panni, non accadon mai brutti incontri. Aztán megkapta kedvenc mondatát, amellyel mindig pecsételte az ezekkel kapcsolatos beszédeket: hogy a rossz találkozások soha nem történnek meg egy becsületes emberrel, aki vigyáz magára és cipőben van. Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull’animo del poveretto, quello che s’è raccontato. Hadd gondolja huszonöt olvasóm, hogy az elhangzottak milyen benyomást kelthettek a szegény ember lelkében.

Lo spavento di què visacci e di quelle parolacce, la minaccia d’un signore noto per non minacciare invano, un sistema di quieto vivere, ch’era costato tant’anni di studio e di pazienza, sconcertato in un punto, e un passo dal quale non si poteva veder come uscirne: tutti questi pensieri ronzavano tumultuariamente nel capo basso di don Abbondio. Ezeknek a visacciknak és káromkodásoknak az ijedtsége, egy úriember fenyegetése, amelyről ismert, hogy nem fenyegetőzik hiába, a csendes élet rendszere, amely sokéves tanulmányokba és türelembe került, egy pillanatra megzavarodott, amiről az ember nem látta, hogyan lehet kijönni belőle: ezek a gondolatok zűrzavarosan zümmögtek Don Abbondio alsó fejében. "Se Renzo si potesse mandare in pace con un bel no, via; ma vorrà delle ragioni; e cosa ho da rispondergli, per amor del cielo? E, e, e, anche costui è una testa: un agnello se nessun lo tocca, ma se uno vuol contraddirgli... ih! E poi, e poi, perduto dietro a quella Lucia, innamorato come... Ragazzacci, che, per non saper che fare, s’innamorano, voglion maritarsi, e non pensano ad altro; non si fanno carico dè travagli in che mettono un povero galantuomo. Oh povero me! vedete se quelle due figuracce dovevan proprio piantarsi sulla mia strada, e prenderla con me! Che c’entro io? Son io che voglio maritarmi? Én akarok férjhez menni? Perché non son andati piuttosto a parlare... Oh vedete un poco: gran destino è il mio, che le cose a proposito mi vengan sempre in mente un momento dopo l’occasione. Se avessi pensato di suggerir loro che andassero a portar la loro imbasciata..." Ma, a questo punto, s’accorse che il pentirsi di non essere stato consigliere e cooperatore dell’iniquità era cosa troppo iniqua; e rivolse tutta la stizza dè suoi pensieri contro quell’altro che veniva così a togliergli la sua pace. Non conosceva don Rodrigo che di vista e di fama, né aveva mai avuto che far con lui, altro che di toccare il petto col mento, e la terra con la punta del suo cappello, quelle poche volte che l’aveva incontrato per la strada. Gli era occorso di difendere, in più d’un’occasione, la riputazione di quel signore, contro coloro che, a bassa voce, sospirando, e alzando gli occhi al cielo, maledicevano qualche suo fatto: aveva detto cento volte ch’era un rispettabile cavaliere. Ma, in quel momento gli diede in cuor suo tutti què titoli che non aveva mai udito applicargli da altri, senza interrompere in fretta con un oibò. Giunto, tra il tumulto di questi pensieri, alla porta di casa sua, ch’era in fondo del paesello, mise in fretta nella toppa la chiave, che già teneva in mano; aprì, entrò, richiuse diligentemente; e, ansioso di trovarsi in una compagnia fidata, chiamò subito: - Perpetua! Perpetua! Örökös! -, avviandosi pure verso il salotto, dove questa doveva esser certamente ad apparecchiar la tavola per la cena. Era Perpetua, come ognun se n’avvede, la serva di don Abbondio: serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione, tollerare a tempo il brontolìo e le fantasticaggini del padrone, e fargli a tempo tollerar le proprie, che divenivan di giorno in giorno più frequenti, da che aveva passata l’età sinodale dei quaranta, rimanendo celibe, per aver rifiutati tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche. - Vengo, - rispose, mettendo sul tavolino, al luogo solito, il fiaschetto del vino prediletto di don Abbondio, e si mosse lentamente; ma non aveva ancor toccata la soglia del salotto, ch’egli v’entrò, con un passo così legato, con uno sguardo così adombrato, con un viso così stravolto, che non ci sarebbero nemmen bisognati gli occhi esperti di Perpetua, per iscoprire a prima vista che gli era accaduto qualche cosa di straordinario davvero.

- Misericordia! - Irgalom!

cos’ha, signor padrone? - Niente, niente, - rispose don Abbondio, lasciandosi andar tutto ansante sul suo seggiolone.

- Come, niente?

La vuol dare ad intendere a me? Megadja nekem, hogy megértsem? così brutto com’è? Qualche gran caso è avvenuto. - Oh, per amor del cielo!

Quando dico niente, o è niente, o è cosa che non posso dire. - Che non può dir neppure a me? - Mi sem mondható el nekem?

Chi si prenderà cura della sua salute? Ki vigyáz az egészségére? Chi le darà un parere?... Ki fog neked véleményt mondani? ... - Ohimè! - Jaj!

tacete, e non apparecchiate altro: datemi un bicchiere del mio vino. hallgass, és ne rakj le mást: adj egy pohár boromat. - E lei mi vorrà sostenere che non ha niente!

- disse Perpetua, empiendo il bicchiere, e tenendolo poi in mano, come se non volesse darlo che in premio della confidenza che si faceva tanto aspettare. - Date qui, date qui, - disse don Abbondio, prendendole il bicchiere, con la mano non ben ferma, e votandolo poi in fretta, come se fosse una medicina.

- Vuol dunque ch’io sia costretta di domandar qua e là cosa sia accaduto al mio padrone?

- disse Perpetua, ritta dinanzi a lui, con le mani arrovesciate sui fianchi, e le gomita appuntate davanti, guardandolo fisso, quasi volesse succhiargli dagli occhi il segreto. - Per amor del cielo! - Az ég szerelmére!

non fate pettegolezzi, non fate schiamazzi: ne va... ne va la vita! - La vita!

- La vita.

- Lei sa bene che, ogni volta che m’ha detto qualche cosa sinceramente, in confidenza, io non ho mai...

- Brava!

come quando... Perpetua s’avvide d’aver toccato un tasto falso; onde, cambiando subito il tono, - signor padrone, - disse, con voce commossa e da commovere, - io le sono sempre stata affezionata; e, se ora voglio sapere, è per premura, perché vorrei poterla soccorrere, darle un buon parere, sollevarle l’animo... Perpetua rájött, hogy hamis kulcshoz nyúlt; ezért azonnal megváltoztatva a hangnemet: "Signor master" - mondta meghatott és megindult hangon - mindig is kedveltelek; és ha most tudni akarom, akkor aggodalomra ad okot, mert szeretnék segíteni, jó véleményt mondani, felemelni a lelket ...

Il fatto sta che don Abbondio aveva forse tanta voglia di scaricarsi del suo doloroso segreto, quanta ne avesse Perpetua di conoscerlo; onde, dopo aver respinti sempre più debolmente i nuovi e più incalzanti assalti di lei, dopo averle fatto più d’una volta giurare che non fiaterebbe, finalmente, con molte sospensioni, con molti ohimè, le raccontò il miserabile caso.

Quando si venne al nome terribile del mandante, bisognò che Perpetua proferisse un nuovo e più solenne giuramento; e don Abbondio, pronunziato quel nome, si rovesciò sulla spalliera della seggiola, con un gran sospiro, alzando le mani, in atto insieme di comando e di supplica, e dicendo: - per amor del cielo! - Delle sue!

- esclamò Perpetua. - Oh che birbone! oh che soverchiatore! oh che uomo senza timor di Dio! ó, milyen ember az Istentől való félelem nélkül! - Volete tacere? - Csendben leszel?

o volete rovinarmi del tutto? - Oh!

siam qui soli che nessun ci sente. Ma come farà, povero signor padrone? - Oh vedete, - disse don Abbondio, con voce stizzosa: - vedete che bei pareri mi sa dar costei!

Viene a domandarmi come farò, come farò; quasi fosse lei nell’impiccio, e toccasse a me di levarnela. - Ma!

io l’avrei bene il mio povero parere da darle; ma poi... - Ma poi, sentiamo.

- Il mio parere sarebbe che, siccome tutti dicono che il nostro arcivescovo è un sant’uomo, e un uomo di polso, e che non ha paura di nessuno, e, quando può fare star a dovere un di questi prepotenti, per sostenere un curato, ci gongola; io direi, e dico che lei gli scrivesse una bella lettera, per informarlo come qualmente...

- Volete tacere?

volete tacere? Son pareri codesti da dare a un pover’uomo? Quando mi fosse toccata una schioppettata nella schiena, Dio liberi! Amikor kapok egy hátulról lövést, Isten szabad! l’arcivescovo me la leverebbe? - Eh!

le schioppettate non si dànno via come confetti: e guai se questi cani dovessero mordere tutte le volte che abbaiano! E io ho sempre veduto che a chi sa mostrare i denti, e farsi stimare, gli si porta rispetto; e, appunto perché lei non vuol mai dir la sua ragione, siam ridotti a segno che tutti vengono, con licenza, a... - Volete tacere?

- Io taccio subito; ma è però certo che, quando il mondo s’accorge che uno, sempre, in ogni incontro, è pronto a calar le... - Azonnal elhallgatok; de az azonban bizonyos, hogy amikor a világ rájön, hogy mindig, minden találkozáskor készen áll a leszállásra ...

- Volete tacere?

È tempo ora di dir codeste baggianate? Itt az ideje ezeket a hülyeségeket mondani? - Basta: ci penserà questa notte; ma intanto non cominci a farsi male da sé, a rovinarsi la salute; mangi un boccone. - Állj meg: ma este gondolkodni fog rajta de addig ne kezdd el bántani magad, tönkretenni az egészségedet; harapni.

- Ci penserò io, - rispose, brontolando, don Abbondio: - sicuro; io ci penserò, io ci ho da pensare - E s’alzò, continuando: - non voglio prender niente; niente: ho altra voglia: lo so anch’io che tocca a pensarci a me.

Ma!

la doveva accader per l’appunto a me. pontosan velem kellett megtörténnie. - Mandi almen giù quest’altro gocciolo, - disse Perpetua, mescendo. - Küldje legalább le ezt a másik cseppet - mondta kevergetve Perpetua.

- Lei sa che questo le rimette sempre lo stomaco. - Tudod, hogy ez mindig visszahúzza a gyomrát. - Eh!

ci vuol altro, ci vuol altro, ci vuol altro. több kell, több kell, több kell. Così dicendo prese il lume, e, brontolando sempre: - una piccola bagattella! a un galantuomo par mio! olyan úrnak, mint én! e domani com’andrà? - e altre simili lamentazioni, s’avviò per salire in camera. - és más hasonló panaszokkal kezdett felmenni a szobájába. Giunto su la soglia, si voltò indietro verso Perpetua, mise il dito sulla bocca, disse, con tono lento e solenne : - per amor del cielo! -, e disparve. -, and disappeared.