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Conversazioni d'autore, 'Red Mirror: Il nostro futuro si scrive in Cina'

'Red Mirror: Il nostro futuro si scrive in Cina'

Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org

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Forse vale la pena tracciare delle differenze, i dati vengono raccolti anche in occidente,

ce li hanno delle aziende, si è parlato in questi giorni di quest'app, che dovremmo

secondo il governo, non obbligatoriamente, ma per cercare di tracciare il contagio,

quest'app dovrebbe registrare i nostri movimenti. Ci sono degli esempi che vengono dall'estero,

in Cina non è mai stato analizzato nello specifico perché già è una realtà tutto

questo, si parla molto spesso della Corea del Sud con tutte le conseguenze che ci sono

a livello di privacy, il focolaio di Seoul dei night club degli ultimi giorni è solo

un esempio anche delle conseguenze negative che questo può avere sulla privacy delle

persone. Io ti faccio una domanda però Simone, da un lato tu dici che è un qualcosa che

qui hanno le compagnie, le grosse compagnie della Silicon Valley ad esempio, noi anche

siamo pienamente consapevoli di quello che Facebook e Google registrano, ci sono stati

moltissimi scandali, basta citare Cambridge Analytica, basta citare anche quanto deteriore

può essere l'uso fatto dei social network se pensiamo alle ultime campagne elettorali,

quindi troll, bots, tutto quello che ci possiamo immaginare, ma nelle democrazie occidentali

almeno in teoria noi abbiamo la possibilità di alzare la mano e dire non vogliamo che

si faccia così e quindi rinchiodarli, far sì che si crei un'opinione pubblica che

in qualche modo metta con le spalle al muro chi ha questo potere e lo chiama le proprie

responsabilità, cosa che in Cina forse è più difficile.

Sì, credo che prima di entrare nell'ambito di quanto mi dici c'è un esempio che faccio

anche nel libro che secondo me è abbastanza emblematico, ad esempio quando negli primi

anni 2000 Yahoo che all'epoca era proprio più forte di quando non sia oggi, quasi molte

persone avevano la mail con Yahoo, diede praticamente su richiesta del governo cinese, diede al

governo cinese le mail di alcuni dissidenti che vennero poi arrestati, due vennero anche

torturati, fecero poi una causa contro Yahoo e ottenero anche un risarcimento, per dire

che l'atteggiamento delle società occidentali qua da noi si ispira almeno a parole a un rispetto

della privacy e poi invece in altri paesi segue quelle che sono le richieste da parte

dei governi. È vero che inoltre gli scandali che tu citavi dimostrano come anche i nostri

dati in realtà anche se appartengono a società private possono tranquillamente poi essere

utilizzati anche dagli stati, pensiamo allo scandalo NSA, quello che ha portato la luce

poi da Snowden. Chiaramente in Cina c'è una situazione particolare che in realtà però

non è così bloccata come possiamo pensare, tra l'altro proprio in questi giorni si sta

parlando in Cina di una nuova legge sulla protezione dei dati, che però in realtà è più riferita

ai dati che ottengono in Cina le aziende straniere, dovrebbe essere una propagine praticamente

di una legge sulla sicurezza di Internet che già esiste e che obbliga le società straniere

che operano in Cina a lasciare i propri dati su server cinesi, quindi non puoi ad esempio

operare in Cina e i dati che raccogli in Cina tenerli in California o in Pennsylvania dove

hanno i grandi data storage queste grandi aziende. In realtà però prima dell'epidemia

proprio la prevasività, la presenza quotidiana ad esempio delle telecamere a riconoscimento

facciale o naturalmente di tutti i dati che sono in possesso delle grandi app cinesi,

aveva sviluppato in realtà un dibattito sulla questione della privacy, addirittura i Big

cioè Baidu e altri in Cina avevano proposto proprio all'Assemblea nazionale che è quello

che è più simile a un Parlamento da noi cinese, una legge ad esempio sull'etica dell'utilizzo

dell'intelligenza artificiale, proprio come era accaduto qua da noi. Chiaramente la Cina

è una società particolare in cui la dialettica tra potere e cittadini non è così oliata

o almeno in teoria oliata come in Occidente, è molto più difficile che dal basso si riesca

a far cambiare idea ai vertici, però chiaramente con l'aumento della qualità del livello di

vita e ormai la Cina è una società globalizzata tanto quanto noi, quindi ci sono dei problemi

quindi ci sono tutta una serie di attenzioni che sono nate, anzi alcuni guru cinesi dell'intelligenza

artificiale e della tecnologia sostengono ad esempio che in realtà la minaccia di pervasività

che la tecnologia sta avendo in Cina svilupperà invece proprio un forte dibattito, una forte

richiesta di privacy da parte dei cinesi. L'epidemia, il Covid chiaramente che ha visto

un utilizzo massiccio di questi dati che si sono rivelati anche utili per ovviamente limitare

i decessi e le conseguenze dell'epidemia. Si controlla gli spostamenti anche delle persone,

la città controlla anche il territorio grazie a questo. Però sembra non aver riportato

un po' indietro quel dibattito, vedremo quando si uscirà, non so quale fase sarà

quella a cui si ricomincerà a discutere in Cina di questo, se lo si farà, però c'erano

delle prospettive, è chiaro che l'intento del governo è quello di spingere moltissimo

sull'uso dei dati, non solo per migliorare le prestazioni economiche produttive con 5G,

con l'automazione, ma anche per un controllo poi sulla popolazione, perché come sappiamo

il primo obiettivo del Partito Comunista è il mantenimento della stabilità e l'ha

sempre fatto in realtà un controllo diffuso e capillare il Partito Comunista, è chiaro

che adesso con le tecnologie che ha è tutto molto più facile. Ad esempio così come oggi

puoi utilizzare l'applicazione di WeChat per stabilire se ci sono degli assembramenti

e quindi non c'è distanziamento sociale, faccio un esempio, in precedenza già WeChat

è stato utilizzato dal governo per farsi segnalare il caso invece di assembramenti

che potevano essere sospetti di essere forme di protesta praticamente.

Su WeChat ti fermo Simone, innanzitutto invito chi ci sta seguendo a farci anche delle domande

su Facebook, naturalmente vedo dei commenti, insomma vedo che molti ci seguono e li ringrazio.

Allora tu hai parlato di WeChat, vogliamo anche spiegare bene che cos'è questa WeChat?

Poi ci hai detto chiaramente il governo cinese è riuscito a capire anche grazie a questo

se ci sono degli assembramenti, poi chiaramente il discorso in generale va inquadrato nella

capacità di chi detiene questi dati di poter rispondere insomma e essere responsabili nei

confronti di chi questi dati è la fonte, quindi questi dati che sono il nuovo petrolio

insomma si può dire forse così, anche a livello mondiale la Cina è proprio questo

che sta cercando di sviluppare e diciamolo anche così, capitalizzare.

Che cos'è quindi questo WeChat Simone?

Spieghiamolo a chi ci sta seguendo anche perché qui in Italia non è molto utilizzato.

Sì, tu hai usato un paragone che in effetti uso anche io nel libro, cioè che i dati come

il petrolio, addirittura Li Kaifu che è un investitore nell'intelligenza artificiale,

è una taiwanese che investe moltissimo nell'intelligenza artificiale in Cina, ha definito la Cina l'Arabia

Saudita dei dati, proprio grazie a WeChat in realtà, perché WeChat è un'applicazione,

non è semplicissimo spiegarla in occidente perché si rischia spesso di semplificare

in realtà, però diciamo che WeChat è una super app che contiene mini app all'interno,

si chiamano Altere App, con la quale praticamente si fa di tutto.

La vera forza di WeChat è che in Cina nel momento in cui accendi il cellulare, accendi

lo smartphone, sei su WeChat, utilizzi solo WeChat, non esci mai dal sistema WeChat.

E la svolta è stata nel momento in cui ha consentito di pagare non solo online, quindi

come noi compriamo ad esempio su Amazon con la carta di credito, con lo smartphone ovviamente

online si paga tutto, ma con WeChat si può pagare anche tutto offline, quindi ad esempio

si va dal fruttivendolo e si paga con WeChat, quindi con il QR code.

Quindi ci sono i dati non solo dei comportamenti online delle persone, ma anche dei comportamenti

offline.

In più ormai assolve tutta una serie di funzioni anche di carattere burocratico, amministrativo,

si prenotano visite, in alcune città è già utilizzato come documento di identità,

poi ci sono anche le cose che fanno un po' sorridere, si può sposare e ci si può divorziare

anche.

Tu racconti anche di come si possa fare le lemosina anche con WeChat insomma.

Sì, in Cina ad esempio chi è nella bolla cinese tra Facebook e social ogni tanto vede

spuntare sempre una foto con un senzatetto che ha praticamente un cartone con il proprio

codice QR, col proprio codice QR code.

E addirittura alcune persone mi raccontavano che ci sono dei cinesi che chiedono di ingrandire

la foto in modo da poterlo fare a distanza praticamente.

Quindi è chiaro, è un uso ormai quotidiano, si usa per fare tutto, è praticamente una

propagine del proprio corpo in realtà, lo smartphone, ma è WeChat che lo diventa e

naturalmente però usandolo per fare tutto si dà la possibilità a WeChat di avere moltissimi

dati, che WeChat poi utilizza sia per customizzare i servizi che ospita al proprio interno, ma

per il tipo di rapporto che esiste in Cina tra aziende private, perché WeChat è prodotta

da Tencent che è un colosso che produce anche videogiochi, ormai film, eccetera, ma per

il tipo di rapporto che c'è in Cina tra aziende e stato, è chiaro che questi dati

il governo cinese può averli quando vuole e ci sono stati tutta una serie di episodi

che hanno anche avuto poi una discussione naturalmente online, perché quando accadono

casi di aziende che danno i propri dati allo Stato, sui social comunque se ne parla, viene

fuori, poi in molti casi viene tutto censurato, però si sanno queste cose.

Ecco Simone ci fanno delle domande, insomma io le volevo portare a te, Raffaello ci chiede

se Simone Aletto si è fatto ispirare dal fondamentale il capitalismo della sorveglianza

della Zuboff, io non so rispondere, diccelo tu insomma Simone.

Sì, è anche citato nel libro e possiamo dire che l'avvicinamento tra mondo occidentale

e in questo caso mondo cinese avviene proprio sotto l'egida del capitalismo di sorveglianza,

mentre l'Occidente sta andando verso una forma di capitalismo di sorveglianza, la Cina

sta andando verso qualcosa di molto analogo, che quelli che non accettano magari che la

Cina possa essere definita capitalista, possiamo dire il socialismo con caratteristiche cinesi

di sorveglianza, ma non cambia, nel senso che c'è un ormai comparto tecnologico finalizzato

alla sorveglianza e al controllo che appunto a comune unisce moltissimo Cina e Occidente

e che insiste, potremmo dire, perché io nel libro parlo anche di lavoro, insiste sugli

stessi elementi, mentre come sappiamo il valore di questo capitalismo viene estratto da non

stessi, perché lo alimentiamo noi con i nostri dati, con i nostri social accade in Cina ugualmente.

E' un trend in un'altra ai paesi.

LM. Un'altra domanda Simone, che tu citi anche tra l'altro Facebook, Mark Zuckerberg,

che prova a copiare WeChat da tempo, dice Giorgio, si avvicinerà unendo Facebook, Instagram

e WhatsApp? Probabilmente sì, possiamo dire forse?

SB. L'attacco del libro è proprio questo, nel senso che una delle cose che a me ha colpito

subito è che quando noi pensiamo, appunto il nostro futuro si scrive in Cina, non dobbiamo

pensare che diventeremo come i cinesi o che utilizzeremo le stesse cose dei cinesi, ma

significa che alcuni modelli, ad esempio di business che funzionano in Cina, possono essere

replicati anche in Occidente e possono essere molto utili per le aziende occidentali.

Ad esempio WeChat in Occidente funziona in maniera diversa, è più un utilizzo business

to business, cioè aiuta le aziende ad arrivare sul mercato cinese.

Quello che interessa però a Facebook, nel libro tra l'altro io cito una pagina Facebook

di una giornalista che ricorda come aveva scritto un articolo in cui consigliava Facebook

di seguire WeChat e Zuckerberg proprio sotto risponde, ti avessi dato ascolto quattro anni

fa, perché in effetti il modello di WeChat che è proprio un modello, un ecosistema che

si viene a creare, è l'obiettivo principale di Facebook, che probabilmente unirà tutto,

soprattutto a livello di messaggistica, cioè potremmo avere un unico, mentre adesso abbiamo

Messenger, Instagram, parliamo in certi luoghi diversi, ne avremo uno canalizzato sopra,

solo e se ben ricordate anche la possibilità che Facebook sviluppi una propria moneta virtuale

come Libra va un po' incontro proprio alla strategia di WeChat, che fa i soldi,

e scusa è solo questo perché è importante, fa i soldi sulle commissioni praticamente

dei pagamenti, mentre invece Facebook ha un modello di business che è sui dati e sulla

pubblicità, ad esempio su WeChat non c'è tutta la pubblicità che noi abbiamo su Facebook.

Ecco questo è importante infatti, perché noi, una stima almeno ricordo, coraggi mi

se sbaglio, di qualche anno fa, veniva detto che Facebook guadagnava circa 4 dollari al

minuto da ogni utente connesso, ma parliamo di una stima di qualche anno fa, ma nessuno

chiaramente lo sa con certezza, ma questo appunto si basa su quello che dicevamo prima,

sull'importanza dei dati. Io volevo proprio fare un salto in avanti, perché questi dati

in un certo modo sono tantissimi, tu hai raccontato nel tuo libro, proprio del tuo viaggio anche

in Cina, del tuo ultimo viaggio in Cina, di come tu hai conosciuto dall'interno queste

grandi compagnie tecnologiche cinesi, hai parlato di video sorveglianza, hai parlato

di tutto, ma c'è qualcuno che in qualche modo questi dati li deve immagazzinare, analizzare

e saper digerire così renderli utilizzabili, è così? Si parla di intelligenza artificiale?

Esatto, questo nel momento in cui si parla di intelligenza artificiale, ora senza andare

sul purismo di intelligenza artificiale hard, soft, diciamo macchine che fanno cose che

fanno anche gli umani, così per semplificare. Ovviamente sono artificiali nell'output,

però perché possano ragionare, imparare e quindi poi effettuare degli output che abbiano

senso, devono essere nutriti di dati e questo nutrimento viene dato da quelli che vengono

chiamati gli etichettatori, i labeler, cioè quelli che tutto il giorno stanno lì a vedere

foto e le etichettano, pezzi di video e li etichettano. Ed è fondamentale, pensiamo

ad esempio a una macchina guida autonoma che deve saper riconoscere abbastanza precisamente

un albero da un cane o da un essere umano. Anche questo è una cosa che sta accomunando

sotto l'ombrello del capitalismo, tutto sommato della sorveglianza, non inteso solo come impianto

securitario, ma inteso in generale come impianto per estrarre praticamente valore dai nostri

dati, è una cosa che accomuna molto l'Occidente e la Cina, perché in Cina ormai ci sono questi

lavoratori pagati pochissimo, che lavorano spesso in scantinati oppure comunque più

da casa e sappiamo in questo tempo di pandemia quanto non sia proprio divertente e bello

lavorare da casa e a certe condizioni soprattutto di salario e che stanno lì tutto il giorno

guadagnando pochissime etichettari. Non è molto diverso da quello che fanno i cosiddetti

turchi meccanici per Amazon, gli Amazon Turk, che stanno lì tutto il giorno praticamente

a nutrire e a cercare di migliorare gli algoritmi perché Amazon quando andiamo sul loro sito

possa dirci esattamente quello che vogliamo.

LM. Ecco, questo sicuramente dobbiamo chiarirlo anche, che quando si parla di intelligenza

artificiale, poi ci spiegherai tu come spieghi anche nel tuo libro, tra l'altro l'esempio

del turco meccanico è emblematico se vogliamo, ma intelligenza artificiale comunemente qualcuno

pensa ai film di fantascienza, pensa magari a Terminator, un'intelligenza che prende

coscienza di se stessa e quindi diventa un'autocoscienza senza addentrarci in discussioni filosofiche,

rimaniamo qui. Però in realtà non è così perché bisogna appunto insegnare in qualche

modo agli algoritmi, che è quindi qualcosa di pre-programmato con complessità enormemente

più grande rispetto a quella che c'era anche solo due anni fa se vogliamo, vista anche

la rapidità con cui si evolvono le capacità di calcolo dei computer, però c'è bisogno

appunto di qualcuno che insegni a parlare anche a questi algoritmi, a questi computer

e questo tu lo dici parlando di questo esercito dei 50 cents e parlando anche del turco meccanico,

spiegaci che cos'è questo turco meccanico e dove nasce anche perché è un aneddoto

molto curioso.

L'esercito dei 50 cents prima è un passo ancora precedente perché invece è proprio

un intervento umano sulla censura, ma pensiamo anche ai meccanismi di censura, sono praticamente

persone che vengono pagate dal partito non per censurare, se io scrivo governo cattivo

non è che mi censurano, mi rispondono e mi dicono guarda hai visto questo, non è vero,

hai visto quell'altro, comincia a essere una forma di censura un po' più sofisticata

e ugualmente ormai succede con le aziende che lavorano proprio sui software che devono

riconoscere ad esempio le parole censurate, ho incontrato persone che lavorano in un'azienda

che sono ormai in grado di riconoscere lo slang o addirittura anche di bloccare le immagini

nel momento in cui esiste una censura attraverso un'immagine anziché un testo che è più

facile da controllare.

Il turco meccanico è questa macchina che fu creata da un duke austriaco per l'allora

regina austriaca, era una macchina praticamente che giocava a scacchi e che vinceva sempre

e lui sosteneva che fosse appunto una macchina, sarà poi in realtà Edgar Allan Poe a scoprire

che in realtà si nascondeva sotto questa macchina una persona e da lì appunto poi

alcuni hanno ancora utilizzato questo metodo.

Il paradosso è che Bezos per Amazon ha usato proprio quella roba lì, come dire, quasi

a esplicitare, guardate che dietro l'intelligenza artificiale in realtà ci sono dei uomini

che sembra quasi un po' una perla in giro anche per chi poi lavora in carne ed ossa,

però ad esempio in Cina gli etichettatori come si dice sono ormai moltissime persone

che lavorano a ritmi intensissimi e pensiamo anche poi a cosa vuol dire lavorare per gli

assistenti vocali, per tutta una serie di cose, è lavoro vivo che sta sotto le macchine

che poi appunto ci forniscono risposte che a noi sembrano più umane praticamente.

LM. Prima di andare a parlare del lavoro in Cina e poi anche di tornare a parlare dell'esercito

dei 50 cents, insomma di chi per il partito lavora e quindi come tutto questo possa essere

utilizzato per il controllo, voglio riportarti una domanda che ci fa Silvia, dice perché

pensi che in Italia non sia tanto facile introdurre l'app di localizzazione e sorveglianza?

Ci sono delle questioni, penso che si riferisca Silvia alla questione attuale chiaramente

del tracciamento del coronavirus e anzitutto posso dare una prima risposta e poi alla fine

chiaramente finisci tu, ma chiaramente ci troviamo in Europa che da questo punto di

vista penso che abbia la legislazione più avanzata al mondo, pensiamo al GDPR, poi bisogna

vedere anche come la popolazione occidentale da un lato reagisce a questo e come reagisce

quella cinese, quindi questo lo chiedo a te Simone.

Intanto volevo dire una cosa sulla questione dell'app di tracciamento, ovviamente è

un rischio molto forte, però ci sono gli strumenti per far sì che i dati possano essere

anonimi, possano essere su serve decentralizzati, possa essere innocua dal punto di vista delle

possibilità, poi che diventi uno strumento effettivo di controllo e soprattutto che innocua

dal punto di vista del mantenimento dei dati, cioè del fare in modo che i dati non finiscano

in mano a nessuno. A questo proposito, dato che si parla molto spesso di Europa stretta

tra Cina e Stati Uniti, l'Europa ha avuto un impeto clamoroso proprio in occasione delle

discussioni sulle app di tracciamento, con un documento che diceva molto chiaramente

quello che bisognava fare, sottoscritto tra l'altro da molte persone, da appelli di molte

persone che si occupano di questo da tempo, ed era un documento molto preciso che spiegava

molto bene cosa si può fare perché non sia pericolosa per i nostri dati. Il problema

è che poi i governi tendono a fregarsene perché hanno ognuno la propria agenda. In

Cina chiaramente questo problema non si pone, nel senso che quando si è trattato di effettuare

il cosiddetto programma dei codici salute, cioè quelli che sulla base delle proprie

condizioni di salute rispetto al Covid ti danno accesso o meno ad alcune zone, è molto

semplice, se tu non hai il codice giusto non entri manco in metropolitano, non puoi

andare in certe zone della città, quindi sostanzialmente in più. Quello che si è

spesso dimenticato in occasione soprattutto dell'epidemia quando si è enfatizzata,

a mio avviso un po' oltre modo, la risposta cinese, ci si dimentica, è il fatto che la

Cina è tanta tecnologia, ma è anche tanta mobilitazione fisica delle persone. Ad esempio

gli stessi sviluppatori dell'app di Singapore hanno detto che la loro app non serve a niente

da sola, perché nel momento in cui io attraverso l'app vengo rintracciato mi viene detto che

sono stato vicino a una persona contagiata, se poi non c'è nessuno che controlli che

io sto a casa, non serve praticamente a niente, almeno che tu non decida di mettere a obbligatoria

coercitiva e allora però gli cambiano completamente ovviamente i discorsi. In più un'ulteriore

cosa è che se la lasciamo volontaria, stando a quelli che sono i dati, le analisi eccetera,

dovrebbe scaricare almeno il 60% delle persone in Italia per dire, fatti tutti i calcoli

tra chi ha lo smartphone e chi no, è praticamente una cosa impossibile, quindi non servirebbe

a niente.

LM. Chiaramente non c'è la bacchetta magica, non c'è una soluzione unica, poi oltretutto

abbiamo visto, se pensiamo proprio a Wuhan, la città che è stata l'epicentro dell'epidemia,

per strada forse vi è capitato di vedere alcuni documentari, posti di blocco e persone

che erano, correggimi se sbaglio Simone, autorizzate a spostarsi esibendo anche dei documenti,

quindi sono dei tesserini di vario colore, senza però che si sapesse tra l'altro cosa

indicassero realmente, però come dicevi tu la mobilitazione fisica è anche fondamentale.

Abbiamo un'altra domanda di Gianenzo che dice che strumenti ha l'Europa per non rimanere

schiacciata tra la tecnologia cinese e quella americana? Ecco è una bella domanda e la

risposta è forse difficile, non c'è che l'Europa che strumenti ha?

Tanto saluto Gianenzo e mi sa che so chi è, gli strumenti ci sarebbero se l'Europa fosse

effettivamente un'Unione Europea, perché gli strumenti, ad esempio questo, sull'ipotesi

di tracciamento consentirebbe di eliminare tutta una serie di concorrenti che potrebbero

essersi disponibili per fare l'app di tracciamento o più in generale sul 5G ad esempio. Il problema

in Europa è che ogni paese va un po' per i fatti suoi, noi abbiamo l'Italia che ha

fatto un po' sì e un po' no con la Huawei a seconda di chi era il governo, la Germania

che invece ha aperto, è stata abbastanza disponibile nei confronti di Huawei, così

come la Gran Bretagna, ogni governo fa un po' come vuole e chiaramente l'Europa, quello

che emerge negli ultimi tempi, soprattutto negli ultimi anni è una terra di contesa

tra Cina e Stati Uniti, proprio perché la Cina di fatto spinge che Huawei possa tirare

le nostre reti dei 5G. Gli Stati Uniti ovviamente hanno tutto l'interesse a bloccare questa

corsa cinese verso il 5G, perché sono leggermente più indietro e cercano di ostacolare naturalmente

l'azienda cinese, sostenendo che nonostante sia privata, sia connessa al partito comunista,

anche se prove in realtà non ce ne sono, è un sospetto legittimo ovviamente, soprattutto

per chi conosce la Cina, però prove non ce ne sono. La posizione europea dovrebbe essere

unita e forte nei confronti di tutti e due i paesi per sviluppare una propria via, secondo

me, alla gestione dei dati, che già esiste, che però dovrebbe essere poi di fatto mantenuta

e difesa anche dagli stessi paesi europei, mentre invece a volte per questioni commerciali,

per convenienze commerciali si fanno accordi ora con l'uno, ora con l'altro, piuttosto

vantaggiosi.

LM. Certo, chiaramente se l'Europa non è unita, chiaramente ha meno orvoce in capitolo

da questo punto di vista, ma parlando di tecnologia, anche proprio hardware, ci sono delle questioni

importanti, anzitutto la questione di come si costruisce la Cina negli ultimi 10 anni,

lo racconti anche tu nel libro, ha dimostrato di avere una rapidità di sviluppo e una capacità

di trasformazione dell'economia senza precedenti, insomma pensiamo a quella che era la Cina

nei primi anni 2000, la Cina che abbiamo tutti in testa è quella dei prodotti di bassa qualità,

di quantità piuttosto che di qualità, la Cina di adesso è totalmente diversa. Per

quanto riguarda la costruzione proprio dell'hardware, ci sono anche dei produttori, se pensiamo

a dei prodotti oggi europei, però se andiamo a vedere proprio nella produzione dei circuiti

ad esempio, ci sono quelle famose terre rare di cui la Cina sostanzialmente è il monopolista,

se non sbaglio.

DL. Sì, e non solo, l'importanza delle terre rare che sono per lo più detenute ovviamente

in Cina…

LM. Ecco, spieghiamo cosa sono queste terre rare anche brevemente…

DL. Sì, sono tutta una serie di metalli dai nomi improbabili, perché hanno dei nomi veramente

assurdi, che servono praticamente per creare i conduttori o i circuiti che fanno poi funzionare

tutta la tecnologia, i nostri cellulari, i computer, tutto praticamente quello che è

tecnologico per dirla in una maniera più semplice. Tra l'altro sono metalli rari che

però richiedono una lavorazione complicatissima, nel senso che anche la svolta green di cui

tanto si parla grazie alla tecnologia, grazie all'uso ad esempio di tutta una serie di

strumenti tecnologici, in realtà poi ha un suo lato oscuro proprio nella lavorazione

delle terre rare.

LM. Che ha molte emissioni tra l'altro.

DL. Ha molte emissioni, è molto faticosa, è dispendiosa e soprattutto dispendiosa a

livello ambientale proprio. Tra l'altro l'urgenza, sono talmente centrali ormai

nelle produzioni tecnologiche nel mondo che hanno aperto delle corse in posti come ad

esempio la Groenlandia, vi ricordate quando Trump ha detto mi compri una Groenlandia?

LM. Non era uno scherzo?

DL. Non era uno scherzo, perché lì ce ne sono tante e la Cina tra l'altro in tutta

la regione artica si è infilata negli ultimi tempi con molta determinazione perché si

gioca anche quella partita lì. In più visto che hai citato cose più di hardware e abbiamo

iniziato con lo scontro Cina-Stati Uniti, proprio oggi Trump ha bloccato o ha in procinto

di bloccare la fornitura dei semiconduttori che produce Taiwan, quindi c'è pure poi un

aspetto politico, diplomatico, geopolitico alla Cina. Trump in realtà ha dei comportamenti

che evito di definire, anche ad esempio nella gestione dell'epidemia, però in questo caso

è stato ben consigliato perché quello è proprio il tallone d'Achille della Cina, nel

senso che tutto quello che produce la Cina ha il suo punto debole proprio nei semiconduttori.

La Cina è dipendente completamente tra i semiconduttori da Taiwan, Giappone e Stati

Uniti, senza quelli la potenza tecnologica della Cina è in pericolo, a meno che l'industria

autoctona, quella nazionale non riesca a produrli. La Cina quando è stata minacciata di questa

scelta di Trump ha sempre fatto un po' la cauta, ha sempre stata cauta, dicendo no ma

noi abbiamo la soluzione, in realtà adesso andiamo a verifica di questa cosa, secondo

me sarà una cosa che farà piuttosto male la Cina.

Paradossalmente adesso la situazione tra l'altro la stiamo raccontando anche in questi giorni,

si parla di guerra dei vaccini, si parlava di guerra dei dazi dove la Cina è stata colpita

anche dal lato tecnologico, lo ricordiamo il Dipartimento di Stato americano ha fatto

delle pressioni senza precedenti su tutti i suoi alleati, se non sbaglio un anno fa circa

proprio per far sì che si dicesse no al 5G cinese, in cui Huawei è una dei maggiori

produttori mondiali. Ma tornando alle questioni di cui tu parli anche nel tuo libro, perché

dunque i prodotti cinesi non solo offrono questa qualità ma sono competitivi anche

soprattutto dal punto di vista del prezzo? Ci sono ad esempio delle telecamere di sorveglianza

prodotte in Cina che sono utilizzate anche in base, corregimi se sbaglio, americane,

tu ne parli proprio nel tuo libro, se parliamo di guerra dei dazi, di sicurezza, gli Stati

Uniti che fanno pressioni sugli alleati per non far utilizzare il 5G perché potrebbero

essere spiati dalla Cina, allora gli Stati Uniti stessi però comprano dispositivi anche

delicati come queste telecamere che hanno delle potenzialità tecnologiche molto evolute

perché in fondo alla fine anche negli Stati Uniti c'è sempre la regola del mercato,

insomma, quindi come si spiega questo e come fa la Cina a mantenere questi prezzi così

bassi, forse una cultura del lavoro così diversa ancora?

Sì, allora quando infatti parliamo di avvicinamento tra Occidente e Cina ci sono dei fattori che

sono appunto basati, che dipendono dall'utilizzo che si fa di certi prodotti e poi ci sono

proprio i prodotti stessi, come dicevi tu la Cina oggi è un paese che esporta videocamere

a riconoscimento facciale in tutto il mondo, adesso con l'epidemia esporta ancora più

robot, ma parliamo di robot che in casa ti portano il caffè, parliamo soprattutto di

automazione industriale, quindi automazione in grado di aumentare la produzione magari

in un momento ad esempio di crisi oppure di essere utilizzata all'interno di strutture

come gli ospedali per portare i medicinali.

Sì lo abbiamo visto infatti.

Ci sono usati moltissimo ad esempio i veicoli a guida autonoma per trasportare i medicinali

o il cibo ad esempio negli ospedali in modo da evitare il contagio degli umani, oppure

il 5G è stato utilizzato nelle ambulanze in modo da trasmettere immediatamente le prime

diagnosi, i primi esami fatti in ambulanza all'ospedale in modo da non dover poi ripetere

all'ospedale certi esami.

La Cina riesce ad esportare questi paesi perché ha potuto sperimentare e ha potuto migliorare

innanzitutto la qualità, ma pensiamo all'Huawei.

L'Huawei fino a 5-6 anni fa era considerato dal punto di vista di smartphone, erano quelli

che te li compravi perché costavano poche e dopo tre mesi probabilmente sapevi che dovevi

pure cambiarli.

Oggi oltre a essere il secondo produttore al mondo e a Roma è puntato Apple, ma ha

superato già Samsung, hanno anche una qualità molto alta e soprattutto quelli ovviamente

i prodotti migliori.

Ma l'Huawei negli scorsi 10 anni ha fatto una gavetta commerciale in America Latina

e in Africa dove ha potuto perfezionare il proprio prodotto, poi puntando sempre naturalmente

su bassi costi del lavoro in Cina che per quanto siano aumentati sono comunque ancora

più bassi via dei paesi occidentali o addirittura la Cina stessa delocalizza in Asia perché

in alcune zone del paese sono stati aumentati i salari.

Ugualmente per le telecamere a riconoscimento facciale, grazie alle sue relazioni e alla

sua forza diplomatica ed economica che la Cina ha in Africa, la Cina sta sviluppando

e perfezionando i riconoscimenti facciali sui volti degli africani che sono più difficili

da riconoscere dei volti bianchi e questo permette ovviamente di perfezionare anche

delle tecnologie che poi nel momento in cui si esportano hanno dei vantaggi competitivi

perché funzionano meglio e costano meno.

Che cosa chiede un acquirente più di questo?

Ecco Francesco ci ricorda che la Cina detiene una discreta percentuale del debito statunitense,

tra l'altro pochi giorni fa Trump aveva fatto trapelare la possibilità di non rimborsarlo,

ma questo chiaramente rientra al momento nella fantapolitica e soprattutto nelle strategie

trumpiane.

Ecco io volevo a partire dall'Africa che tu hai citato, parlare di quello che sta accadendo

anche per quanto riguarda la nuova via della seta, insomma in questo periodo abbiamo parlato

molto di aiuti dalla Cina, molti hanno detto la Cina non… Simone ci senti?

Avevo perso i miei…

Eccoci, a partire dall'Africa dicevo, parlavi degli investimenti della Cina in Africa e

chiaramente di tutto ciò che rientra nel piano a lunghissima, diciamo di amplissimo

respiro della Cina, della nuova via della seta, dunque abbiamo visto gli aiuti cinesi,

abbiamo visto gli aiuti all'Italia anche nei recenti per l'emergenza coronavirus e abbiamo

visto anche l'attivismo dei funzionari del Ministero degli Esseri Cinesi sui social occidentali

che non ci sono tra l'altro come Twitter ad esempio in Cina, insomma dunque questo rientra

in quale tipo di politica della Cina e se si può, sempre traendo spunto dall'Africa,

quali minacce possono esserci? Un indebitamento e poi un'accessione alla Cina di asset strategici

di un paese?

Allora sulla questione dei diplomatici è una delle cose per chi segue la politica cinese

più interessanti che sono successe negli ultimi tempi, perché in realtà di recente

sono diventati molto famosi gli ambasciatori cinesi in Inghilterra, nel Regno Unito o negli

Stati Uniti, ma i primi a muoversi come politici veri e propri sono stati gli ambasciatori in

Africa che si sono messi a twittare o a effettuare comunicati anche di una certa forza politica,

soprattutto contro gli Stati Uniti. La questione degli investimenti cinesi in Africa secondo

me è entrata in una nuova fase, nel senso che per un po' di anni la Cina ha fatto quello

che ha voluto, perché non avendo il passato coloniale degli europei si è potuta presentare

come una sorta di benefattrice, ha fornito molti paesi di strade, di ponti, di infrastrutture,

però un primo problema è sorto nel momento in cui insieme agli investimenti cinesi arrivavano

anche tanti cinesi e quindi venivano costruite magari strade, ospedali da cinesi e non da

quindi lavoratori ad esempio dei paesi africani e in più come dire molte volte la maggior

parte delle popolazioni di questi paesi non poteva accedere magari a certi progetti costruiti

dai cinesi, in più si è via via, soprattutto con la nuova via della seta, si è via via

sviluppata questa paura della cosiddetta trappola del debito, la Cina in questo caso non è

che fa beneficenza, presta soldi e poi li rivuole indietro e abbiamo visto che quando

vuole sa essere molto dura perché non si muove ideologicamente per quanto magari molte

persone ancora lo pensino, per dire il Venezuela quando ha detto alla Cina non abbiamo i soldi

per ripagarvi il debito, la Cina ha detto allora blocchiamo subito quello che gli stavamo

dando, eppure il Venezuela in teoria dovrebbe essere un paese a cui la Cina dice no, siamo

tutti comunisti, invece non funziona assolutamente così. Questo timore del debito unitamente

ai problemi causati dalla forte presenza cinese si sono acquiti nell'ultimo periodo, nonostante

la Cina abbia portato moltissimi aiuti nei paesi africani per il Covid, forse anche proprio

per recuperare un po' la propria immagine, a causa di episodi che sono accaduti però

in Cina, perché nella città di Canton che ha una comunità africana molto vasta, gli

africani hanno denunciato comportamenti razzisti da parte delle autorità e della polizia cinese

nella gestione del Covid, sono stati praticamente cacciati di casa o dagli alberghi e un po'

additati come gli untori, praticamente a causa di un africano che è stato contagiato e che

poi ha finito per contagiare altri. C'è stata addirittura una lettera degli ambasciatori

africani in Cina contro Pechino, chiedendo assolutamente di fermare questa discriminazione

e questo razzismo e sembrerà una casualità, ma due giorni fa in Nigeria hanno arrestato

due cittadini cinesi accusati di corruzione e il Parlamento nigeriano ha dato l'ok per

l'istituzione di una commissione di inchiesta che indaghi sui prestiti cinesi degli ultimi

20 anni, ovviamente è un atto parlamentare, vedremo come va, però è un cambiamento secondo

le condizioni dei tempi.

LM. Ecco, un ultimo capitolo, mi sa che abbiamo pochi minuti ancora a disposizione.

Tu parli di questa smart city, di questo futuro, finora fantascienza per noi, ma che in realtà

può essere ed è in qualche modo anche un'attualità, unitamente a questo tu parli anche del sistema

di crediti, di valutazione del comportamento dei cittadini, ovvero qualcuno può essere

in qualche modo ottenere, entrare in una black list magari per un comportamento ritenuto

non civile, non morale e quindi possono essere limitate le sue libertà, poi ci sono vari

esempi anche che tu fai, ma ad esempio se io non rispetto un semaforo questo va a peggiorare

la mia situazione e questo comporta però delle punizioni che in occidente sarebbero

sproporzionate.

Questo in che senso secondo te Simone può configurare un futuro anche in Europa e che

cos'è questa smart city che la Cina in qualche modo ha creato come progetto?

La Cina ha praticamente inaugurato 500, sta sperimentando la nascita di 500 smart city,

tra l'altro in molte di queste smart city operano anche paesi europei o addirittura

l'Unione Europea direttamente o attraverso contributo proprio alla pianificazione urbanistica

o dei servizi, sia anche come naturalmente ispirazione per poi replicare certi modelli

in occidente.

Si tratta di città in teoria sulla carta bellissime, eco sostenibili, magari con i

trasporti pubblici tutto elettrico, con il traffico tutto automatizzato, con compound

dove abitare di assoluta sicurezza, ovviamente il rischio è quello solito che è tutto muovendosi

tutto attraverso tecnologie, Internet delle cose, c'è un accumulo dei dati che fa sì

che naturalmente ci sia il rischio di grande controllo sociale.

La possibilità, quello che mi chiedo è, quello che mi sono chiesto io è chi potrà

viverci in queste città, al di là di chi potrà permetterlo, perché immagino non costeranno

poco, o gli affitti o le proprietà, vabbè poi in Cina non esiste, però gli affitti

in quella casa, in quelle città e la Cina sta sperimentando contemporaneamente questo

sistema dei crediti sociali che non è ancora unificato a livello nazionale, ci sono alcuni

progetti cittadini e le blacklist di cui hai parlato tu, che vanno praticamente o a dare

proprio un punteggio ai cittadini e poi a sanzionarlo o a premiarlo sulla base di alcuni

comportamenti che possono essere affidabili o meno rispetto alle istituzioni.

Finora il complesso delle valutazioni che viene fatto sono tutte ragionevoli, nel senso

che si tratta appunto di comportamenti amministrativi, penali o civici, per dire non fai bene la raccolta

differenziata e in Cina lo sanno perché ci sono dove si fanno queste raccolte, questi

punteggi e ci sono le telecamere che ti colgono in flagrante se butti la plastica.

Che ti riconoscono poi, no?

Sì, oltre a quello, oppure se non paghi una multa segui il stato di abbrezza, il problema

è la sproporzione, perché anche da noi ci sono tutta una serie di crediti sociali,

che ne so, il tifoso a cui viene dato il daspo per dire no, non può andare allo stadio,

però appunto non può andare allo stadio non è che non può prendere un treno e spostarsi

in un'altra città, invece in Cina per ora c'è molta sproporzione, io dimentico di

pagare una multa e praticamente poi non posso viaggiare, questo è quello che hanno scoperto

molti di ritrovarsi nelle blacklist.

Analogamente in alcune città questo progetto si era spinto troppo oltre, perfino per la

banca centrale di Pechino, che è quella che controlla, sovrintende a questo progetto,

perché faccio un esempio stupido, nel momento in cui la valutazione trascende questi ambiti

di cui abbiamo parlato, ad esempio controlla il mio comportamento online, potrebbe essere

anche poco affidabile per lo stato cinese il fatto che io e te siamo amici su Facebook

se tu hai fatto un post di critica nei confronti del governo, per essere molto semplice, a

questo non ci siamo ancora arrivati, però dato che alcune città erano andate molto

vicino a questo e altre città però utilizzano altri criteri, se ad esempio fai proselitismo

religioso perdi i punti, chiaramente è un rischio che in una società autoritaria come

quella cinese possa andare un po' più in là.

LM. Per chiudere Simone l'esempio, le estreme conseguenze del discorso che stiamo facendo

è la regione dello Xinjiang, parlando degli Uiguri, tu citi addirittura, Mainò ti riporto

la possibilità che qualcuno possa essere in base al proprio profilo arrestato in base

alla possibilità di commettere o meno un crimine, proprio perché il profilo, la profilazione

della persona anche attraverso questi strumenti arriva a livelli così dettagliati da consentire

alle autorità di conoscere qualsiasi cosa, quindi in qualche modo poter prevedere la

possibilità di tenere una condotta sovversiva, per chiudere parliamo proprio di questo che

forse è l'estrema conseguenza, diciamo deteriore di questo.

SM. Sì, diciamo che le smart city potrebbero essere effettivamente posti molto belli da

abitare per chi se lo potrà permettere, ma il rischio è che possano diventare tante

piccole Xinjiang, ovviamente in Xinjiang che è una regione nord occidentale della

Cina, la maggioranza è di etnia Uigura che è un'etnia turcofana e musulmana, quindi

ci sono dei fattori etnici che in questo momento sono e anche di posizionamento geografico,

perché confina con 8 stati, è un posto dove passano i commerci e anche di risorse importanti,

quindi chiaramente ci sono tutta una serie di cause per le quali la Cina ha tutto l'interesse

a tenere la regione molto sotto controllo e sigillata, però sì, tutto quello di cui

abbiamo parlato adesso in Xinjiang è alla N, cioè all'ennesima potenza, viene tutto

quello, tutti gli possibili utilizzi ultra-securitari di cui abbiamo parlato oggi in Xinjiang sono

in realtà sia fisici, cioè posti di blocco ovunque, stazioni di polizia ovunque, telecamera

ovunque, sia proprio sui dati. Esiste una app che ad esempio un poliziotto può utilizzare

di fronte a una persona, con il riconoscimento facciale ovviamente vengono subito presentati

i dati biometrici, teniamo presente che in Xinjiang si fa anche la raccolta del DNA e

in molti casi vengono anche bloccati i passaporti, ad esempio se si scopre che questa persona

che magari si ferma per strada il giorno prima da questa app, si scopre che ha finanziato

una moschea o che è andato tante volte in moschea o che ha fatto proselitismo religioso,

questa persona può finire incarcerata.

LM. Allora penso che abbiamo finito il nostro tempo Simone, io volevo ringraziare naturalmente

tutte le persone che sono intervenute e che ci hanno seguito, naturalmente il Mirror,

questo libro è edito dalla Terza, Il nostro futuro si scrive in Cina, naturalmente se

volete sapere di più per contribuire a scriverlo tutti insieme magari, lo leggiamo tutti.

Grazie allora Simone.

SM. Grazie a te Andrea.

LM. Grazie a tu.

SM. Ciao.

LM. Grazie.

SM. Grazie a te.


'Red Mirror: Il nostro futuro si scrive in Cina' 'Red Mirror: Our future is being written in China' Espejo rojo: nuestro futuro se escribe en China

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Forse vale la pena tracciare delle differenze, i dati vengono raccolti anche in occidente,

ce li hanno delle aziende, si è parlato in questi giorni di quest'app, che dovremmo

secondo il governo, non obbligatoriamente, ma per cercare di tracciare il contagio,

quest'app dovrebbe registrare i nostri movimenti. Ci sono degli esempi che vengono dall'estero,

in Cina non è mai stato analizzato nello specifico perché già è una realtà tutto

questo, si parla molto spesso della Corea del Sud con tutte le conseguenze che ci sono

a livello di privacy, il focolaio di Seoul dei night club degli ultimi giorni è solo

un esempio anche delle conseguenze negative che questo può avere sulla privacy delle

persone. Io ti faccio una domanda però Simone, da un lato tu dici che è un qualcosa che

qui hanno le compagnie, le grosse compagnie della Silicon Valley ad esempio, noi anche

siamo pienamente consapevoli di quello che Facebook e Google registrano, ci sono stati

moltissimi scandali, basta citare Cambridge Analytica, basta citare anche quanto deteriore

può essere l'uso fatto dei social network se pensiamo alle ultime campagne elettorali,

quindi troll, bots, tutto quello che ci possiamo immaginare, ma nelle democrazie occidentali

almeno in teoria noi abbiamo la possibilità di alzare la mano e dire non vogliamo che

si faccia così e quindi rinchiodarli, far sì che si crei un'opinione pubblica che

in qualche modo metta con le spalle al muro chi ha questo potere e lo chiama le proprie

responsabilità, cosa che in Cina forse è più difficile.

Sì, credo che prima di entrare nell'ambito di quanto mi dici c'è un esempio che faccio

anche nel libro che secondo me è abbastanza emblematico, ad esempio quando negli primi

anni 2000 Yahoo che all'epoca era proprio più forte di quando non sia oggi, quasi molte

persone avevano la mail con Yahoo, diede praticamente su richiesta del governo cinese, diede al

governo cinese le mail di alcuni dissidenti che vennero poi arrestati, due vennero anche

torturati, fecero poi una causa contro Yahoo e ottenero anche un risarcimento, per dire

che l'atteggiamento delle società occidentali qua da noi si ispira almeno a parole a un rispetto

della privacy e poi invece in altri paesi segue quelle che sono le richieste da parte

dei governi. È vero che inoltre gli scandali che tu citavi dimostrano come anche i nostri

dati in realtà anche se appartengono a società private possono tranquillamente poi essere

utilizzati anche dagli stati, pensiamo allo scandalo NSA, quello che ha portato la luce

poi da Snowden. Chiaramente in Cina c'è una situazione particolare che in realtà però

non è così bloccata come possiamo pensare, tra l'altro proprio in questi giorni si sta

parlando in Cina di una nuova legge sulla protezione dei dati, che però in realtà è più riferita

ai dati che ottengono in Cina le aziende straniere, dovrebbe essere una propagine praticamente

di una legge sulla sicurezza di Internet che già esiste e che obbliga le società straniere

che operano in Cina a lasciare i propri dati su server cinesi, quindi non puoi ad esempio

operare in Cina e i dati che raccogli in Cina tenerli in California o in Pennsylvania dove

hanno i grandi data storage queste grandi aziende. In realtà però prima dell'epidemia

proprio la prevasività, la presenza quotidiana ad esempio delle telecamere a riconoscimento

facciale o naturalmente di tutti i dati che sono in possesso delle grandi app cinesi,

aveva sviluppato in realtà un dibattito sulla questione della privacy, addirittura i Big

cioè Baidu e altri in Cina avevano proposto proprio all'Assemblea nazionale che è quello

che è più simile a un Parlamento da noi cinese, una legge ad esempio sull'etica dell'utilizzo

dell'intelligenza artificiale, proprio come era accaduto qua da noi. Chiaramente la Cina

è una società particolare in cui la dialettica tra potere e cittadini non è così oliata

o almeno in teoria oliata come in Occidente, è molto più difficile che dal basso si riesca

a far cambiare idea ai vertici, però chiaramente con l'aumento della qualità del livello di

vita e ormai la Cina è una società globalizzata tanto quanto noi, quindi ci sono dei problemi

quindi ci sono tutta una serie di attenzioni che sono nate, anzi alcuni guru cinesi dell'intelligenza

artificiale e della tecnologia sostengono ad esempio che in realtà la minaccia di pervasività

che la tecnologia sta avendo in Cina svilupperà invece proprio un forte dibattito, una forte

richiesta di privacy da parte dei cinesi. L'epidemia, il Covid chiaramente che ha visto

un utilizzo massiccio di questi dati che si sono rivelati anche utili per ovviamente limitare

i decessi e le conseguenze dell'epidemia. Si controlla gli spostamenti anche delle persone,

la città controlla anche il territorio grazie a questo. Però sembra non aver riportato

un po' indietro quel dibattito, vedremo quando si uscirà, non so quale fase sarà

quella a cui si ricomincerà a discutere in Cina di questo, se lo si farà, però c'erano

delle prospettive, è chiaro che l'intento del governo è quello di spingere moltissimo

sull'uso dei dati, non solo per migliorare le prestazioni economiche produttive con 5G,

con l'automazione, ma anche per un controllo poi sulla popolazione, perché come sappiamo

il primo obiettivo del Partito Comunista è il mantenimento della stabilità e l'ha

sempre fatto in realtà un controllo diffuso e capillare il Partito Comunista, è chiaro

che adesso con le tecnologie che ha è tutto molto più facile. Ad esempio così come oggi

puoi utilizzare l'applicazione di WeChat per stabilire se ci sono degli assembramenti

e quindi non c'è distanziamento sociale, faccio un esempio, in precedenza già WeChat

è stato utilizzato dal governo per farsi segnalare il caso invece di assembramenti

che potevano essere sospetti di essere forme di protesta praticamente.

Su WeChat ti fermo Simone, innanzitutto invito chi ci sta seguendo a farci anche delle domande

su Facebook, naturalmente vedo dei commenti, insomma vedo che molti ci seguono e li ringrazio.

Allora tu hai parlato di WeChat, vogliamo anche spiegare bene che cos'è questa WeChat?

Poi ci hai detto chiaramente il governo cinese è riuscito a capire anche grazie a questo

se ci sono degli assembramenti, poi chiaramente il discorso in generale va inquadrato nella

capacità di chi detiene questi dati di poter rispondere insomma e essere responsabili nei

confronti di chi questi dati è la fonte, quindi questi dati che sono il nuovo petrolio

insomma si può dire forse così, anche a livello mondiale la Cina è proprio questo

che sta cercando di sviluppare e diciamolo anche così, capitalizzare.

Che cos'è quindi questo WeChat Simone?

Spieghiamolo a chi ci sta seguendo anche perché qui in Italia non è molto utilizzato.

Sì, tu hai usato un paragone che in effetti uso anche io nel libro, cioè che i dati come

il petrolio, addirittura Li Kaifu che è un investitore nell'intelligenza artificiale,

è una taiwanese che investe moltissimo nell'intelligenza artificiale in Cina, ha definito la Cina l'Arabia

Saudita dei dati, proprio grazie a WeChat in realtà, perché WeChat è un'applicazione,

non è semplicissimo spiegarla in occidente perché si rischia spesso di semplificare

in realtà, però diciamo che WeChat è una super app che contiene mini app all'interno,

si chiamano Altere App, con la quale praticamente si fa di tutto.

La vera forza di WeChat è che in Cina nel momento in cui accendi il cellulare, accendi

lo smartphone, sei su WeChat, utilizzi solo WeChat, non esci mai dal sistema WeChat.

E la svolta è stata nel momento in cui ha consentito di pagare non solo online, quindi

come noi compriamo ad esempio su Amazon con la carta di credito, con lo smartphone ovviamente

online si paga tutto, ma con WeChat si può pagare anche tutto offline, quindi ad esempio

si va dal fruttivendolo e si paga con WeChat, quindi con il QR code.

Quindi ci sono i dati non solo dei comportamenti online delle persone, ma anche dei comportamenti

offline.

In più ormai assolve tutta una serie di funzioni anche di carattere burocratico, amministrativo,

si prenotano visite, in alcune città è già utilizzato come documento di identità,

poi ci sono anche le cose che fanno un po' sorridere, si può sposare e ci si può divorziare

anche.

Tu racconti anche di come si possa fare le lemosina anche con WeChat insomma.

Sì, in Cina ad esempio chi è nella bolla cinese tra Facebook e social ogni tanto vede

spuntare sempre una foto con un senzatetto che ha praticamente un cartone con il proprio

codice QR, col proprio codice QR code.

E addirittura alcune persone mi raccontavano che ci sono dei cinesi che chiedono di ingrandire

la foto in modo da poterlo fare a distanza praticamente.

Quindi è chiaro, è un uso ormai quotidiano, si usa per fare tutto, è praticamente una

propagine del proprio corpo in realtà, lo smartphone, ma è WeChat che lo diventa e

naturalmente però usandolo per fare tutto si dà la possibilità a WeChat di avere moltissimi

dati, che WeChat poi utilizza sia per customizzare i servizi che ospita al proprio interno, ma

per il tipo di rapporto che esiste in Cina tra aziende private, perché WeChat è prodotta

da Tencent che è un colosso che produce anche videogiochi, ormai film, eccetera, ma per

il tipo di rapporto che c'è in Cina tra aziende e stato, è chiaro che questi dati

il governo cinese può averli quando vuole e ci sono stati tutta una serie di episodi

che hanno anche avuto poi una discussione naturalmente online, perché quando accadono

casi di aziende che danno i propri dati allo Stato, sui social comunque se ne parla, viene

fuori, poi in molti casi viene tutto censurato, però si sanno queste cose.

Ecco Simone ci fanno delle domande, insomma io le volevo portare a te, Raffaello ci chiede

se Simone Aletto si è fatto ispirare dal fondamentale il capitalismo della sorveglianza

della Zuboff, io non so rispondere, diccelo tu insomma Simone.

Sì, è anche citato nel libro e possiamo dire che l'avvicinamento tra mondo occidentale

e in questo caso mondo cinese avviene proprio sotto l'egida del capitalismo di sorveglianza,

mentre l'Occidente sta andando verso una forma di capitalismo di sorveglianza, la Cina

sta andando verso qualcosa di molto analogo, che quelli che non accettano magari che la

Cina possa essere definita capitalista, possiamo dire il socialismo con caratteristiche cinesi

di sorveglianza, ma non cambia, nel senso che c'è un ormai comparto tecnologico finalizzato

alla sorveglianza e al controllo che appunto a comune unisce moltissimo Cina e Occidente

e che insiste, potremmo dire, perché io nel libro parlo anche di lavoro, insiste sugli

stessi elementi, mentre come sappiamo il valore di questo capitalismo viene estratto da non

stessi, perché lo alimentiamo noi con i nostri dati, con i nostri social accade in Cina ugualmente.

E' un trend in un'altra ai paesi.

LM. Un'altra domanda Simone, che tu citi anche tra l'altro Facebook, Mark Zuckerberg,

che prova a copiare WeChat da tempo, dice Giorgio, si avvicinerà unendo Facebook, Instagram

e WhatsApp? Probabilmente sì, possiamo dire forse?

SB. L'attacco del libro è proprio questo, nel senso che una delle cose che a me ha colpito

subito è che quando noi pensiamo, appunto il nostro futuro si scrive in Cina, non dobbiamo

pensare che diventeremo come i cinesi o che utilizzeremo le stesse cose dei cinesi, ma

significa che alcuni modelli, ad esempio di business che funzionano in Cina, possono essere

replicati anche in Occidente e possono essere molto utili per le aziende occidentali.

Ad esempio WeChat in Occidente funziona in maniera diversa, è più un utilizzo business

to business, cioè aiuta le aziende ad arrivare sul mercato cinese.

Quello che interessa però a Facebook, nel libro tra l'altro io cito una pagina Facebook

di una giornalista che ricorda come aveva scritto un articolo in cui consigliava Facebook

di seguire WeChat e Zuckerberg proprio sotto risponde, ti avessi dato ascolto quattro anni

fa, perché in effetti il modello di WeChat che è proprio un modello, un ecosistema che

si viene a creare, è l'obiettivo principale di Facebook, che probabilmente unirà tutto,

soprattutto a livello di messaggistica, cioè potremmo avere un unico, mentre adesso abbiamo

Messenger, Instagram, parliamo in certi luoghi diversi, ne avremo uno canalizzato sopra,

solo e se ben ricordate anche la possibilità che Facebook sviluppi una propria moneta virtuale

come Libra va un po' incontro proprio alla strategia di WeChat, che fa i soldi,

e scusa è solo questo perché è importante, fa i soldi sulle commissioni praticamente

dei pagamenti, mentre invece Facebook ha un modello di business che è sui dati e sulla

pubblicità, ad esempio su WeChat non c'è tutta la pubblicità che noi abbiamo su Facebook.

Ecco questo è importante infatti, perché noi, una stima almeno ricordo, coraggi mi

se sbaglio, di qualche anno fa, veniva detto che Facebook guadagnava circa 4 dollari al

minuto da ogni utente connesso, ma parliamo di una stima di qualche anno fa, ma nessuno

chiaramente lo sa con certezza, ma questo appunto si basa su quello che dicevamo prima,

sull'importanza dei dati. Io volevo proprio fare un salto in avanti, perché questi dati

in un certo modo sono tantissimi, tu hai raccontato nel tuo libro, proprio del tuo viaggio anche

in Cina, del tuo ultimo viaggio in Cina, di come tu hai conosciuto dall'interno queste

grandi compagnie tecnologiche cinesi, hai parlato di video sorveglianza, hai parlato

di tutto, ma c'è qualcuno che in qualche modo questi dati li deve immagazzinare, analizzare

e saper digerire così renderli utilizzabili, è così? Si parla di intelligenza artificiale?

Esatto, questo nel momento in cui si parla di intelligenza artificiale, ora senza andare

sul purismo di intelligenza artificiale hard, soft, diciamo macchine che fanno cose che

fanno anche gli umani, così per semplificare. Ovviamente sono artificiali nell'output,

però perché possano ragionare, imparare e quindi poi effettuare degli output che abbiano

senso, devono essere nutriti di dati e questo nutrimento viene dato da quelli che vengono

chiamati gli etichettatori, i labeler, cioè quelli che tutto il giorno stanno lì a vedere

foto e le etichettano, pezzi di video e li etichettano. Ed è fondamentale, pensiamo

ad esempio a una macchina guida autonoma che deve saper riconoscere abbastanza precisamente

un albero da un cane o da un essere umano. Anche questo è una cosa che sta accomunando

sotto l'ombrello del capitalismo, tutto sommato della sorveglianza, non inteso solo come impianto

securitario, ma inteso in generale come impianto per estrarre praticamente valore dai nostri

dati, è una cosa che accomuna molto l'Occidente e la Cina, perché in Cina ormai ci sono questi

lavoratori pagati pochissimo, che lavorano spesso in scantinati oppure comunque più

da casa e sappiamo in questo tempo di pandemia quanto non sia proprio divertente e bello

lavorare da casa e a certe condizioni soprattutto di salario e che stanno lì tutto il giorno

guadagnando pochissime etichettari. Non è molto diverso da quello che fanno i cosiddetti

turchi meccanici per Amazon, gli Amazon Turk, che stanno lì tutto il giorno praticamente

a nutrire e a cercare di migliorare gli algoritmi perché Amazon quando andiamo sul loro sito

possa dirci esattamente quello che vogliamo.

LM. Ecco, questo sicuramente dobbiamo chiarirlo anche, che quando si parla di intelligenza

artificiale, poi ci spiegherai tu come spieghi anche nel tuo libro, tra l'altro l'esempio

del turco meccanico è emblematico se vogliamo, ma intelligenza artificiale comunemente qualcuno

pensa ai film di fantascienza, pensa magari a Terminator, un'intelligenza che prende

coscienza di se stessa e quindi diventa un'autocoscienza senza addentrarci in discussioni filosofiche,

rimaniamo qui. Però in realtà non è così perché bisogna appunto insegnare in qualche

modo agli algoritmi, che è quindi qualcosa di pre-programmato con complessità enormemente

più grande rispetto a quella che c'era anche solo due anni fa se vogliamo, vista anche

la rapidità con cui si evolvono le capacità di calcolo dei computer, però c'è bisogno

appunto di qualcuno che insegni a parlare anche a questi algoritmi, a questi computer

e questo tu lo dici parlando di questo esercito dei 50 cents e parlando anche del turco meccanico,

spiegaci che cos'è questo turco meccanico e dove nasce anche perché è un aneddoto

molto curioso.

L'esercito dei 50 cents prima è un passo ancora precedente perché invece è proprio

un intervento umano sulla censura, ma pensiamo anche ai meccanismi di censura, sono praticamente

persone che vengono pagate dal partito non per censurare, se io scrivo governo cattivo

non è che mi censurano, mi rispondono e mi dicono guarda hai visto questo, non è vero,

hai visto quell'altro, comincia a essere una forma di censura un po' più sofisticata

e ugualmente ormai succede con le aziende che lavorano proprio sui software che devono

riconoscere ad esempio le parole censurate, ho incontrato persone che lavorano in un'azienda

che sono ormai in grado di riconoscere lo slang o addirittura anche di bloccare le immagini

nel momento in cui esiste una censura attraverso un'immagine anziché un testo che è più

facile da controllare.

Il turco meccanico è questa macchina che fu creata da un duke austriaco per l'allora

regina austriaca, era una macchina praticamente che giocava a scacchi e che vinceva sempre

e lui sosteneva che fosse appunto una macchina, sarà poi in realtà Edgar Allan Poe a scoprire

che in realtà si nascondeva sotto questa macchina una persona e da lì appunto poi

alcuni hanno ancora utilizzato questo metodo.

Il paradosso è che Bezos per Amazon ha usato proprio quella roba lì, come dire, quasi

a esplicitare, guardate che dietro l'intelligenza artificiale in realtà ci sono dei uomini

che sembra quasi un po' una perla in giro anche per chi poi lavora in carne ed ossa,

però ad esempio in Cina gli etichettatori come si dice sono ormai moltissime persone

che lavorano a ritmi intensissimi e pensiamo anche poi a cosa vuol dire lavorare per gli

assistenti vocali, per tutta una serie di cose, è lavoro vivo che sta sotto le macchine

che poi appunto ci forniscono risposte che a noi sembrano più umane praticamente.

LM. Prima di andare a parlare del lavoro in Cina e poi anche di tornare a parlare dell'esercito

dei 50 cents, insomma di chi per il partito lavora e quindi come tutto questo possa essere

utilizzato per il controllo, voglio riportarti una domanda che ci fa Silvia, dice perché

pensi che in Italia non sia tanto facile introdurre l'app di localizzazione e sorveglianza?

Ci sono delle questioni, penso che si riferisca Silvia alla questione attuale chiaramente

del tracciamento del coronavirus e anzitutto posso dare una prima risposta e poi alla fine

chiaramente finisci tu, ma chiaramente ci troviamo in Europa che da questo punto di

vista penso che abbia la legislazione più avanzata al mondo, pensiamo al GDPR, poi bisogna

vedere anche come la popolazione occidentale da un lato reagisce a questo e come reagisce

quella cinese, quindi questo lo chiedo a te Simone.

Intanto volevo dire una cosa sulla questione dell'app di tracciamento, ovviamente è

un rischio molto forte, però ci sono gli strumenti per far sì che i dati possano essere

anonimi, possano essere su serve decentralizzati, possa essere innocua dal punto di vista delle

possibilità, poi che diventi uno strumento effettivo di controllo e soprattutto che innocua

dal punto di vista del mantenimento dei dati, cioè del fare in modo che i dati non finiscano

in mano a nessuno. A questo proposito, dato che si parla molto spesso di Europa stretta

tra Cina e Stati Uniti, l'Europa ha avuto un impeto clamoroso proprio in occasione delle

discussioni sulle app di tracciamento, con un documento che diceva molto chiaramente

quello che bisognava fare, sottoscritto tra l'altro da molte persone, da appelli di molte

persone che si occupano di questo da tempo, ed era un documento molto preciso che spiegava

molto bene cosa si può fare perché non sia pericolosa per i nostri dati. Il problema

è che poi i governi tendono a fregarsene perché hanno ognuno la propria agenda. In

Cina chiaramente questo problema non si pone, nel senso che quando si è trattato di effettuare

il cosiddetto programma dei codici salute, cioè quelli che sulla base delle proprie

condizioni di salute rispetto al Covid ti danno accesso o meno ad alcune zone, è molto

semplice, se tu non hai il codice giusto non entri manco in metropolitano, non puoi

andare in certe zone della città, quindi sostanzialmente in più. Quello che si è

spesso dimenticato in occasione soprattutto dell'epidemia quando si è enfatizzata,

a mio avviso un po' oltre modo, la risposta cinese, ci si dimentica, è il fatto che la

Cina è tanta tecnologia, ma è anche tanta mobilitazione fisica delle persone. Ad esempio

gli stessi sviluppatori dell'app di Singapore hanno detto che la loro app non serve a niente

da sola, perché nel momento in cui io attraverso l'app vengo rintracciato mi viene detto che

sono stato vicino a una persona contagiata, se poi non c'è nessuno che controlli che

io sto a casa, non serve praticamente a niente, almeno che tu non decida di mettere a obbligatoria

coercitiva e allora però gli cambiano completamente ovviamente i discorsi. In più un'ulteriore

cosa è che se la lasciamo volontaria, stando a quelli che sono i dati, le analisi eccetera,

dovrebbe scaricare almeno il 60% delle persone in Italia per dire, fatti tutti i calcoli

tra chi ha lo smartphone e chi no, è praticamente una cosa impossibile, quindi non servirebbe

a niente.

LM. Chiaramente non c'è la bacchetta magica, non c'è una soluzione unica, poi oltretutto

abbiamo visto, se pensiamo proprio a Wuhan, la città che è stata l'epicentro dell'epidemia,

per strada forse vi è capitato di vedere alcuni documentari, posti di blocco e persone

che erano, correggimi se sbaglio Simone, autorizzate a spostarsi esibendo anche dei documenti,

quindi sono dei tesserini di vario colore, senza però che si sapesse tra l'altro cosa

indicassero realmente, però come dicevi tu la mobilitazione fisica è anche fondamentale.

Abbiamo un'altra domanda di Gianenzo che dice che strumenti ha l'Europa per non rimanere

schiacciata tra la tecnologia cinese e quella americana? Ecco è una bella domanda e la

risposta è forse difficile, non c'è che l'Europa che strumenti ha?

Tanto saluto Gianenzo e mi sa che so chi è, gli strumenti ci sarebbero se l'Europa fosse

effettivamente un'Unione Europea, perché gli strumenti, ad esempio questo, sull'ipotesi

di tracciamento consentirebbe di eliminare tutta una serie di concorrenti che potrebbero

essersi disponibili per fare l'app di tracciamento o più in generale sul 5G ad esempio. Il problema

in Europa è che ogni paese va un po' per i fatti suoi, noi abbiamo l'Italia che ha

fatto un po' sì e un po' no con la Huawei a seconda di chi era il governo, la Germania

che invece ha aperto, è stata abbastanza disponibile nei confronti di Huawei, così

come la Gran Bretagna, ogni governo fa un po' come vuole e chiaramente l'Europa, quello

che emerge negli ultimi tempi, soprattutto negli ultimi anni è una terra di contesa

tra Cina e Stati Uniti, proprio perché la Cina di fatto spinge che Huawei possa tirare

le nostre reti dei 5G. Gli Stati Uniti ovviamente hanno tutto l'interesse a bloccare questa

corsa cinese verso il 5G, perché sono leggermente più indietro e cercano di ostacolare naturalmente

l'azienda cinese, sostenendo che nonostante sia privata, sia connessa al partito comunista,

anche se prove in realtà non ce ne sono, è un sospetto legittimo ovviamente, soprattutto

per chi conosce la Cina, però prove non ce ne sono. La posizione europea dovrebbe essere

unita e forte nei confronti di tutti e due i paesi per sviluppare una propria via, secondo

me, alla gestione dei dati, che già esiste, che però dovrebbe essere poi di fatto mantenuta

e difesa anche dagli stessi paesi europei, mentre invece a volte per questioni commerciali,

per convenienze commerciali si fanno accordi ora con l'uno, ora con l'altro, piuttosto

vantaggiosi.

LM. Certo, chiaramente se l'Europa non è unita, chiaramente ha meno orvoce in capitolo

da questo punto di vista, ma parlando di tecnologia, anche proprio hardware, ci sono delle questioni

importanti, anzitutto la questione di come si costruisce la Cina negli ultimi 10 anni,

lo racconti anche tu nel libro, ha dimostrato di avere una rapidità di sviluppo e una capacità

di trasformazione dell'economia senza precedenti, insomma pensiamo a quella che era la Cina

nei primi anni 2000, la Cina che abbiamo tutti in testa è quella dei prodotti di bassa qualità,

di quantità piuttosto che di qualità, la Cina di adesso è totalmente diversa. Per

quanto riguarda la costruzione proprio dell'hardware, ci sono anche dei produttori, se pensiamo

a dei prodotti oggi europei, però se andiamo a vedere proprio nella produzione dei circuiti

ad esempio, ci sono quelle famose terre rare di cui la Cina sostanzialmente è il monopolista,

se non sbaglio.

DL. Sì, e non solo, l'importanza delle terre rare che sono per lo più detenute ovviamente

in Cina…

LM. Ecco, spieghiamo cosa sono queste terre rare anche brevemente…

DL. Sì, sono tutta una serie di metalli dai nomi improbabili, perché hanno dei nomi veramente

assurdi, che servono praticamente per creare i conduttori o i circuiti che fanno poi funzionare

tutta la tecnologia, i nostri cellulari, i computer, tutto praticamente quello che è

tecnologico per dirla in una maniera più semplice. Tra l'altro sono metalli rari che

però richiedono una lavorazione complicatissima, nel senso che anche la svolta green di cui

tanto si parla grazie alla tecnologia, grazie all'uso ad esempio di tutta una serie di

strumenti tecnologici, in realtà poi ha un suo lato oscuro proprio nella lavorazione

delle terre rare.

LM. Che ha molte emissioni tra l'altro.

DL. Ha molte emissioni, è molto faticosa, è dispendiosa e soprattutto dispendiosa a

livello ambientale proprio. Tra l'altro l'urgenza, sono talmente centrali ormai

nelle produzioni tecnologiche nel mondo che hanno aperto delle corse in posti come ad

esempio la Groenlandia, vi ricordate quando Trump ha detto mi compri una Groenlandia?

LM. Non era uno scherzo?

DL. Non era uno scherzo, perché lì ce ne sono tante e la Cina tra l'altro in tutta

la regione artica si è infilata negli ultimi tempi con molta determinazione perché si

gioca anche quella partita lì. In più visto che hai citato cose più di hardware e abbiamo

iniziato con lo scontro Cina-Stati Uniti, proprio oggi Trump ha bloccato o ha in procinto

di bloccare la fornitura dei semiconduttori che produce Taiwan, quindi c'è pure poi un

aspetto politico, diplomatico, geopolitico alla Cina. Trump in realtà ha dei comportamenti

che evito di definire, anche ad esempio nella gestione dell'epidemia, però in questo caso

è stato ben consigliato perché quello è proprio il tallone d'Achille della Cina, nel

senso che tutto quello che produce la Cina ha il suo punto debole proprio nei semiconduttori.

La Cina è dipendente completamente tra i semiconduttori da Taiwan, Giappone e Stati

Uniti, senza quelli la potenza tecnologica della Cina è in pericolo, a meno che l'industria

autoctona, quella nazionale non riesca a produrli. La Cina quando è stata minacciata di questa

scelta di Trump ha sempre fatto un po' la cauta, ha sempre stata cauta, dicendo no ma

noi abbiamo la soluzione, in realtà adesso andiamo a verifica di questa cosa, secondo

me sarà una cosa che farà piuttosto male la Cina.

Paradossalmente adesso la situazione tra l'altro la stiamo raccontando anche in questi giorni,

si parla di guerra dei vaccini, si parlava di guerra dei dazi dove la Cina è stata colpita

anche dal lato tecnologico, lo ricordiamo il Dipartimento di Stato americano ha fatto

delle pressioni senza precedenti su tutti i suoi alleati, se non sbaglio un anno fa circa

proprio per far sì che si dicesse no al 5G cinese, in cui Huawei è una dei maggiori

produttori mondiali. Ma tornando alle questioni di cui tu parli anche nel tuo libro, perché

dunque i prodotti cinesi non solo offrono questa qualità ma sono competitivi anche

soprattutto dal punto di vista del prezzo? Ci sono ad esempio delle telecamere di sorveglianza

prodotte in Cina che sono utilizzate anche in base, corregimi se sbaglio, americane,

tu ne parli proprio nel tuo libro, se parliamo di guerra dei dazi, di sicurezza, gli Stati

Uniti che fanno pressioni sugli alleati per non far utilizzare il 5G perché potrebbero

essere spiati dalla Cina, allora gli Stati Uniti stessi però comprano dispositivi anche

delicati come queste telecamere che hanno delle potenzialità tecnologiche molto evolute

perché in fondo alla fine anche negli Stati Uniti c'è sempre la regola del mercato,

insomma, quindi come si spiega questo e come fa la Cina a mantenere questi prezzi così

bassi, forse una cultura del lavoro così diversa ancora?

Sì, allora quando infatti parliamo di avvicinamento tra Occidente e Cina ci sono dei fattori che

sono appunto basati, che dipendono dall'utilizzo che si fa di certi prodotti e poi ci sono

proprio i prodotti stessi, come dicevi tu la Cina oggi è un paese che esporta videocamere

a riconoscimento facciale in tutto il mondo, adesso con l'epidemia esporta ancora più

robot, ma parliamo di robot che in casa ti portano il caffè, parliamo soprattutto di

automazione industriale, quindi automazione in grado di aumentare la produzione magari

in un momento ad esempio di crisi oppure di essere utilizzata all'interno di strutture

come gli ospedali per portare i medicinali.

Sì lo abbiamo visto infatti.

Ci sono usati moltissimo ad esempio i veicoli a guida autonoma per trasportare i medicinali

o il cibo ad esempio negli ospedali in modo da evitare il contagio degli umani, oppure

il 5G è stato utilizzato nelle ambulanze in modo da trasmettere immediatamente le prime

diagnosi, i primi esami fatti in ambulanza all'ospedale in modo da non dover poi ripetere

all'ospedale certi esami.

La Cina riesce ad esportare questi paesi perché ha potuto sperimentare e ha potuto migliorare

innanzitutto la qualità, ma pensiamo all'Huawei.

L'Huawei fino a 5-6 anni fa era considerato dal punto di vista di smartphone, erano quelli

che te li compravi perché costavano poche e dopo tre mesi probabilmente sapevi che dovevi

pure cambiarli.

Oggi oltre a essere il secondo produttore al mondo e a Roma è puntato Apple, ma ha

superato già Samsung, hanno anche una qualità molto alta e soprattutto quelli ovviamente

i prodotti migliori.

Ma l'Huawei negli scorsi 10 anni ha fatto una gavetta commerciale in America Latina

e in Africa dove ha potuto perfezionare il proprio prodotto, poi puntando sempre naturalmente

su bassi costi del lavoro in Cina che per quanto siano aumentati sono comunque ancora

più bassi via dei paesi occidentali o addirittura la Cina stessa delocalizza in Asia perché

in alcune zone del paese sono stati aumentati i salari.

Ugualmente per le telecamere a riconoscimento facciale, grazie alle sue relazioni e alla

sua forza diplomatica ed economica che la Cina ha in Africa, la Cina sta sviluppando

e perfezionando i riconoscimenti facciali sui volti degli africani che sono più difficili

da riconoscere dei volti bianchi e questo permette ovviamente di perfezionare anche

delle tecnologie che poi nel momento in cui si esportano hanno dei vantaggi competitivi

perché funzionano meglio e costano meno.

Che cosa chiede un acquirente più di questo?

Ecco Francesco ci ricorda che la Cina detiene una discreta percentuale del debito statunitense,

tra l'altro pochi giorni fa Trump aveva fatto trapelare la possibilità di non rimborsarlo,

ma questo chiaramente rientra al momento nella fantapolitica e soprattutto nelle strategie

trumpiane.

Ecco io volevo a partire dall'Africa che tu hai citato, parlare di quello che sta accadendo

anche per quanto riguarda la nuova via della seta, insomma in questo periodo abbiamo parlato

molto di aiuti dalla Cina, molti hanno detto la Cina non… Simone ci senti?

Avevo perso i miei…

Eccoci, a partire dall'Africa dicevo, parlavi degli investimenti della Cina in Africa e

chiaramente di tutto ciò che rientra nel piano a lunghissima, diciamo di amplissimo

respiro della Cina, della nuova via della seta, dunque abbiamo visto gli aiuti cinesi,

abbiamo visto gli aiuti all'Italia anche nei recenti per l'emergenza coronavirus e abbiamo

visto anche l'attivismo dei funzionari del Ministero degli Esseri Cinesi sui social occidentali

che non ci sono tra l'altro come Twitter ad esempio in Cina, insomma dunque questo rientra

in quale tipo di politica della Cina e se si può, sempre traendo spunto dall'Africa,

quali minacce possono esserci? Un indebitamento e poi un'accessione alla Cina di asset strategici

di un paese?

Allora sulla questione dei diplomatici è una delle cose per chi segue la politica cinese

più interessanti che sono successe negli ultimi tempi, perché in realtà di recente

sono diventati molto famosi gli ambasciatori cinesi in Inghilterra, nel Regno Unito o negli

Stati Uniti, ma i primi a muoversi come politici veri e propri sono stati gli ambasciatori in

Africa che si sono messi a twittare o a effettuare comunicati anche di una certa forza politica,

soprattutto contro gli Stati Uniti. La questione degli investimenti cinesi in Africa secondo

me è entrata in una nuova fase, nel senso che per un po' di anni la Cina ha fatto quello

che ha voluto, perché non avendo il passato coloniale degli europei si è potuta presentare

come una sorta di benefattrice, ha fornito molti paesi di strade, di ponti, di infrastrutture,

però un primo problema è sorto nel momento in cui insieme agli investimenti cinesi arrivavano

anche tanti cinesi e quindi venivano costruite magari strade, ospedali da cinesi e non da

quindi lavoratori ad esempio dei paesi africani e in più come dire molte volte la maggior

parte delle popolazioni di questi paesi non poteva accedere magari a certi progetti costruiti

dai cinesi, in più si è via via, soprattutto con la nuova via della seta, si è via via

sviluppata questa paura della cosiddetta trappola del debito, la Cina in questo caso non è

che fa beneficenza, presta soldi e poi li rivuole indietro e abbiamo visto che quando

vuole sa essere molto dura perché non si muove ideologicamente per quanto magari molte

persone ancora lo pensino, per dire il Venezuela quando ha detto alla Cina non abbiamo i soldi

per ripagarvi il debito, la Cina ha detto allora blocchiamo subito quello che gli stavamo

dando, eppure il Venezuela in teoria dovrebbe essere un paese a cui la Cina dice no, siamo

tutti comunisti, invece non funziona assolutamente così. Questo timore del debito unitamente

ai problemi causati dalla forte presenza cinese si sono acquiti nell'ultimo periodo, nonostante

la Cina abbia portato moltissimi aiuti nei paesi africani per il Covid, forse anche proprio

per recuperare un po' la propria immagine, a causa di episodi che sono accaduti però

in Cina, perché nella città di Canton che ha una comunità africana molto vasta, gli

africani hanno denunciato comportamenti razzisti da parte delle autorità e della polizia cinese

nella gestione del Covid, sono stati praticamente cacciati di casa o dagli alberghi e un po'

additati come gli untori, praticamente a causa di un africano che è stato contagiato e che

poi ha finito per contagiare altri. C'è stata addirittura una lettera degli ambasciatori

africani in Cina contro Pechino, chiedendo assolutamente di fermare questa discriminazione

e questo razzismo e sembrerà una casualità, ma due giorni fa in Nigeria hanno arrestato

due cittadini cinesi accusati di corruzione e il Parlamento nigeriano ha dato l'ok per

l'istituzione di una commissione di inchiesta che indaghi sui prestiti cinesi degli ultimi

20 anni, ovviamente è un atto parlamentare, vedremo come va, però è un cambiamento secondo

le condizioni dei tempi.

LM. Ecco, un ultimo capitolo, mi sa che abbiamo pochi minuti ancora a disposizione.

Tu parli di questa smart city, di questo futuro, finora fantascienza per noi, ma che in realtà

può essere ed è in qualche modo anche un'attualità, unitamente a questo tu parli anche del sistema

di crediti, di valutazione del comportamento dei cittadini, ovvero qualcuno può essere

in qualche modo ottenere, entrare in una black list magari per un comportamento ritenuto

non civile, non morale e quindi possono essere limitate le sue libertà, poi ci sono vari

esempi anche che tu fai, ma ad esempio se io non rispetto un semaforo questo va a peggiorare

la mia situazione e questo comporta però delle punizioni che in occidente sarebbero

sproporzionate.

Questo in che senso secondo te Simone può configurare un futuro anche in Europa e che

cos'è questa smart city che la Cina in qualche modo ha creato come progetto?

La Cina ha praticamente inaugurato 500, sta sperimentando la nascita di 500 smart city,

tra l'altro in molte di queste smart city operano anche paesi europei o addirittura

l'Unione Europea direttamente o attraverso contributo proprio alla pianificazione urbanistica

o dei servizi, sia anche come naturalmente ispirazione per poi replicare certi modelli

in occidente.

Si tratta di città in teoria sulla carta bellissime, eco sostenibili, magari con i

trasporti pubblici tutto elettrico, con il traffico tutto automatizzato, con compound

dove abitare di assoluta sicurezza, ovviamente il rischio è quello solito che è tutto muovendosi

tutto attraverso tecnologie, Internet delle cose, c'è un accumulo dei dati che fa sì

che naturalmente ci sia il rischio di grande controllo sociale.

La possibilità, quello che mi chiedo è, quello che mi sono chiesto io è chi potrà

viverci in queste città, al di là di chi potrà permetterlo, perché immagino non costeranno

poco, o gli affitti o le proprietà, vabbè poi in Cina non esiste, però gli affitti

in quella casa, in quelle città e la Cina sta sperimentando contemporaneamente questo

sistema dei crediti sociali che non è ancora unificato a livello nazionale, ci sono alcuni

progetti cittadini e le blacklist di cui hai parlato tu, che vanno praticamente o a dare

proprio un punteggio ai cittadini e poi a sanzionarlo o a premiarlo sulla base di alcuni

comportamenti che possono essere affidabili o meno rispetto alle istituzioni.

Finora il complesso delle valutazioni che viene fatto sono tutte ragionevoli, nel senso

che si tratta appunto di comportamenti amministrativi, penali o civici, per dire non fai bene la raccolta

differenziata e in Cina lo sanno perché ci sono dove si fanno queste raccolte, questi

punteggi e ci sono le telecamere che ti colgono in flagrante se butti la plastica.

Che ti riconoscono poi, no?

Sì, oltre a quello, oppure se non paghi una multa segui il stato di abbrezza, il problema

è la sproporzione, perché anche da noi ci sono tutta una serie di crediti sociali,

che ne so, il tifoso a cui viene dato il daspo per dire no, non può andare allo stadio,

però appunto non può andare allo stadio non è che non può prendere un treno e spostarsi

in un'altra città, invece in Cina per ora c'è molta sproporzione, io dimentico di

pagare una multa e praticamente poi non posso viaggiare, questo è quello che hanno scoperto

molti di ritrovarsi nelle blacklist.

Analogamente in alcune città questo progetto si era spinto troppo oltre, perfino per la

banca centrale di Pechino, che è quella che controlla, sovrintende a questo progetto,

perché faccio un esempio stupido, nel momento in cui la valutazione trascende questi ambiti

di cui abbiamo parlato, ad esempio controlla il mio comportamento online, potrebbe essere

anche poco affidabile per lo stato cinese il fatto che io e te siamo amici su Facebook

se tu hai fatto un post di critica nei confronti del governo, per essere molto semplice, a

questo non ci siamo ancora arrivati, però dato che alcune città erano andate molto

vicino a questo e altre città però utilizzano altri criteri, se ad esempio fai proselitismo

religioso perdi i punti, chiaramente è un rischio che in una società autoritaria come

quella cinese possa andare un po' più in là.

LM. Per chiudere Simone l'esempio, le estreme conseguenze del discorso che stiamo facendo

è la regione dello Xinjiang, parlando degli Uiguri, tu citi addirittura, Mainò ti riporto

la possibilità che qualcuno possa essere in base al proprio profilo arrestato in base

alla possibilità di commettere o meno un crimine, proprio perché il profilo, la profilazione

della persona anche attraverso questi strumenti arriva a livelli così dettagliati da consentire

alle autorità di conoscere qualsiasi cosa, quindi in qualche modo poter prevedere la

possibilità di tenere una condotta sovversiva, per chiudere parliamo proprio di questo che

forse è l'estrema conseguenza, diciamo deteriore di questo.

SM. Sì, diciamo che le smart city potrebbero essere effettivamente posti molto belli da

abitare per chi se lo potrà permettere, ma il rischio è che possano diventare tante

piccole Xinjiang, ovviamente in Xinjiang che è una regione nord occidentale della

Cina, la maggioranza è di etnia Uigura che è un'etnia turcofana e musulmana, quindi

ci sono dei fattori etnici che in questo momento sono e anche di posizionamento geografico,

perché confina con 8 stati, è un posto dove passano i commerci e anche di risorse importanti,

quindi chiaramente ci sono tutta una serie di cause per le quali la Cina ha tutto l'interesse

a tenere la regione molto sotto controllo e sigillata, però sì, tutto quello di cui

abbiamo parlato adesso in Xinjiang è alla N, cioè all'ennesima potenza, viene tutto

quello, tutti gli possibili utilizzi ultra-securitari di cui abbiamo parlato oggi in Xinjiang sono

in realtà sia fisici, cioè posti di blocco ovunque, stazioni di polizia ovunque, telecamera

ovunque, sia proprio sui dati. Esiste una app che ad esempio un poliziotto può utilizzare

di fronte a una persona, con il riconoscimento facciale ovviamente vengono subito presentati

i dati biometrici, teniamo presente che in Xinjiang si fa anche la raccolta del DNA e

in molti casi vengono anche bloccati i passaporti, ad esempio se si scopre che questa persona

che magari si ferma per strada il giorno prima da questa app, si scopre che ha finanziato

una moschea o che è andato tante volte in moschea o che ha fatto proselitismo religioso,

questa persona può finire incarcerata.

LM. Allora penso che abbiamo finito il nostro tempo Simone, io volevo ringraziare naturalmente

tutte le persone che sono intervenute e che ci hanno seguito, naturalmente il Mirror,

questo libro è edito dalla Terza, Il nostro futuro si scrive in Cina, naturalmente se

volete sapere di più per contribuire a scriverlo tutti insieme magari, lo leggiamo tutti.

Grazie allora Simone.

SM. Grazie a te Andrea.

LM. Grazie a tu.

SM. Ciao.

LM. Grazie.

SM. Grazie a te.