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Salvatore racconta, #79 – Fantozzi, un caso estremo di italiano medio

#79 – Fantozzi, un caso estremo di italiano medio

Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 10 settembre 2022.

Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.

Quante volte ti è capitato di avere una giornata storta? Magari un giorno che l'autobus non passava o che eri fuori per strada e hai notato di avere lasciato le chiavi a casa. O semplicemente eri in giro a piedi, senza ombrello, e all'improvviso ha iniziato a piovere.

E magari ti è venuta la domanda: ma perché succedono tutte a me?

Non so se credi nella sfortuna. Io personalmente no. Credo però che nella vita le giornate storte capitano spesso, soprattutto alle persone normali. Perché se sei Berlusconi o la regina Elisabetta probabilmente non è così.

Alcune persone, per esorcizzare i momenti brutti e sfortunati, provano a pensare ad altro. Ci sono quelli che invece amano vedere e rivedere quella sfortuna, meglio se riguarda qualcun altro, per ridere senza pensieri e per sentirsi un po' meno soli. È un meccanismo un po' spiacevole forse, ma in fondo molto umano. Quello che in italiano si riassume con il detto ‘mal comune, mezzo gaudio'.

Dove vuoi andare a parare questa volta, Salvatore?

Al personaggio della cultura pop che per gli italiani e le italiane è diventato il simbolo di tutto questo. Un uomo che ha una vita mediocre, grottesca, senza grandissimi problemi ma piena di un milione di piccoli fastidi quotidiani. Costretto a fare un lavoro noioso, maltrattato dai suoi superiori, legato alla moglie più per compassione che per amore, continuamente perseguitato dalla sfortuna.

Questo personaggio ha fatto, e fa, ridere milioni di persone in Italia da quando è stato creato, ovvero dalla metà degli anni Settanta.

Uomini e donne di varie generazioni lo hanno visto come protagonista di libri, ma soprattutto di film di grandissimo successo. Hanno riso a crepapelle vedendo la sua infelicità e la sua sfortuna.

E si sono detti: ok, forse io nella mia vita ho qualche problema, ma almeno non sono Ugo Fantozzi.

Ugo Fantozzi è un personaggio di fantasia, uscito dalla penna dello scrittore e attore genovese Paolo Villaggio. Il quale non solo ha inventato Fantozzi, ma poi lo ha anche interpretato al cinema, in ben dieci film usciti tra il 1975 e il 1999.

Villaggio è stato un protagonista molto eccentrico della scena culturale e politica italiana. Dichiaratamente ateo, militante comunista e uomo molto colto, ha anche collaborato come autore di testi con il cantautore Fabrizio De André, uno degli autori più raffinati della canzone italiana. Allo stesso tempo, con i suoi prodotti culturali come scrittore e attore, si è sempre rivolto anche al pubblico più semplice e meno esigente.

Il personaggio di Fantozzi è nato quasi per caso, all'interno di alcuni racconti satirici che Paolo Villaggio scriveva negli anni '70 per una rivista all'epoca molto popolare che si chiamava L'europeo. Erano racconti in cui l'autore presentava, in modo volutamente sarcastico e grottesco, alcune sue esperienze lavorative di quando faceva l'impiegato a Genova. Si prendeva gioco delle dinamiche aziendali, delle ridicole attività di integrazione, dell'arroganza dei capi e dei direttori, ma anche del servilismo interessato degli impiegati pronti a tutto pur di soddisfare il capo e ottenere un aumento o una promozione. Al centro delle storie c'era sempre lo stesso personaggio, il povero ragioniere Ugo Fantozzi

I racconti sull'Europeo sono subito un grande successo. Il motivo è semplice. Tantissimi altri impiegati italiani di quel periodo si possono rispecchiare in quelle storie, conoscono perfettamente le emozioni che vive Fantozzi perché sono anche le loro emozioni. Certo, quelle di Fantozzi sono esagerate, grottesche, a volte inverosimili, ma partono da quella base.

Il successo dei racconti porta Paolo Villaggio a fare un passo in avanti. Raccogliere tutte le storie brevi uscite per L'Europeo e pubblicarle in un libro. Il volume è subito un best-seller.

Un paio d'anni dopo, come conseguenza naturale di tutto questo, arriva l'idea di farne un film. La regia è affidata al regista romano Luciano Salce. A interpretare il protagonista invece sarà Paolo Villaggio in persona. Del resto, ha creato lui il personaggio dalla a alla z, chi può essere Fantozzi più di lui?

Il primo film della serie arriva nelle sale nel 1975 ed è un enorme successo.

Da quel momento, Fantozzi entra nell'immaginario culturale italiano, dove si trova ancora oggi.

Abbiamo detto che il personaggio di Fantozzi ha riscosso un enorme successo proprio perché ha saputo interpretare perfettamente la vita vera, i desideri e le paure dell'italiano medio della sua generazione.

Tuttavia, non è solo l'aspetto lavorativo della sua vita a creare risate ed empatia. Ma anche tutto il resto.

Con un termine piuttosto moderno, potremmo dire che Fantozzi è uno sfigato. Non solo ha un lavoro monotono da impiegato in un'azienda dove tutti lo trattano male e approfittano di lui. È anche sposato con una donna un po' insignificante e ha una figlia bruttina e poco intelligente, e vive con loro in un appartamento piccolo e anonimo di periferia.

Non gli manca niente di essenziale, eppure la sua vita è semplicemente orribile. È priva di bellezza, di gioia, di qualcosa che lo appassioni.

Questo succede perché effettivamente Fantozzi non è un uomo dalla spiccata personalità, ma anche perché il lavoro consuma tutte le sue energie e si prende anche il tempo libero.

Come per esempio in un frammento molto famoso e citato letteralmente da tutti, che viene dal film Il secondo tragico Fantozzi.

Una sera, il nostro protagonista è a casa, nel suo salotto, in vestaglia. Davanti a lui ha un frittatone di cipolle e una bottiglia di birra Peroni ghiacciata. Di fronte, ha il televisore acceso, pronto a guardare la partita di calcio Italia-Inghilterra. Sembra tutto perfetto, e infatti non può durare. Poco prima dell'inizio della partita, a casa Fantozzi squilla il telefono. È il suo collega e compagno di disavventure, il ragioniere Filini, che lo informa che quella sera dovranno partecipare a un cineforum obbligatorio organizzato dalla loro azienda. Invece che alla partita Italia-Inghilterra assisteranno a un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco. Praticamente un incubo!

Fantozzi, controvoglia, deve andare. In macchina, lungo la strada, cerca di ascoltare almeno un po' la partita per radio e si mangia le mani mentre il radiocronista commenta dicendo che si tratta della partita più spettacolare di sempre, persino meglio di Italia-Germania 4-3. E tu sai di cosa sto parlando, vero?

Arrivato alla sala di proiezione, Fantozzi incontra tutti i suoi colleghi di lavoro. Tutti ugualmente infelici di essere lì. Tranne l'organizzatore, che annuncia un cambio di programma. Al posto del film cecoslovacco, guarderanno La corazzata Potemkin, film sovietico muto e in bianco e nero che negli anni Settanta era di culto nei circoli intellettuali di sinistra in Italia.

La scena finale di questa sequenza di Fantozzi è proprio una feroce satira contro la cultura di sinistra, diventata negli anni snob ed elitaria, incapace di condividere davvero i sentimenti delle persone semplici che in teoria -in quanto sinistra- dovrebbe rappresentare. Cosa succede? Che Fantozzi prende la parola dopo la proiezione per dire la sua opinione. Semplice, schietta e anche piuttosto volgare. Cito testualmente: per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca. L'organizzatore della serata lo guarda disgustato, tutti gli altri applaudono entusiasti. 92 minuti di applausi, dice la voce narrante.

Quella che ho descritto è solo una scena, forse la più famosa con protagonista Fantozzi. Qualcuno la critica molto ancora oggi, dice che ha aperto la strada all'orgoglio dell'ignoranza, quello che poi sarebbe diventato un pilastro del berlusconismo. Difficile dire se sia davvero andata così. Di certo, molte persone guardando un film sovietico, muto e in bianco e nero, oggi direbbero più o meno la stessa cosa.

Fantozzi, dunque, piace anche perché è anti-intellettuale. Condivide gli stessi interessi delle persone normali. Quelle che lo guardano in tv e capiscono in ogni scena come si deve essere sentito lui.

Lo capiscono in molti anche quando Fantozzi è protagonista delle scene più spiacevoli. Ovvero quelle in cui non è mai capace di ribellarsi. I suoi capi al lavoro lo sfruttano e lo insultano, e lui accetta tutto senza fiatare. In una parola, è succube. Una volta, arriva anche al punto di frequentare lezioni di biliardo, di notte.

Il suo obiettivo è imparare a giocare. Ma non bene. Anzi, vuole imparare a giocare male. Sogna di diventare un giocatore di biliardo mediocre, per potere giocare contro il capo, perdere e farlo contento.

Quante persone, non solo in Italia, hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco sul luogo di lavoro per ottenere qualcosa in cambio?

La cosa peggiore, per Ugo Fantozzi, è che lui alla fine non ottiene un bel niente. Resta eternamente bloccato nella sua mediocrità. Sempre con lo stesso lavoro inutile, sempre con lo stesso stipendio modesto, sempre con la stessa vita familiare senza emozioni. In italiano diremmo che è impantanato. Cioè, bloccato. Come dentro un pantano, un terreno fangoso, dove è difficile camminare.

Paolo Villaggio, l'autore e interprete di Fantozzi, per la verità estremizza. Lo fa per ottenere un valore comico superiore, ma anche perché sa che le persone vogliono immedesimarsi in Fantozzi solo fino a un certo punto. In realtà, vogliono che Fantozzi sia peggiore di loro. Per pensare, almeno per un momento, che la loro vita non è poi così terribile.

Per questo, a Fantozzi succedono anche cose per niente realistiche e molto grottesche. Per esempio, la sua nuvola personale che è sempre pronta a fare piovere sulla sua testa quando ha un po' di tempo libero. O il fatto di arrivare in ufficio in ambulanza, sanguinante, dopo avere perso l'autobus.

Tutte cose che fanno ridere perché succedono solo a Fantozzi. Mentre nella vita normale no. È così, non è vero?

Per le persone più giovani, probabilmente, guardare Fantozzi oggi non è divertente come per le generazioni precedenti. Il suo umorismo a volte è sboccato e sessista, decisamente inopportuno per gli standard odierni. Inoltre, il contesto sociale e lavorativo è cambiato molto. Almeno, all'apparenza.

Di sicuro non è scomparso lo sfruttamento, non sono scomparsi i capi arroganti che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca e che si aspettano che i loro lavoratori risolvano tutti i problemi. Non sono scomparse nemmeno le attività di integrazione che nessuno ha voglia di fare. E purtroppo non è scomparso il fatto che per molte persone il lavoro consuma tutte le energie e non lascia niente a tutto il resto.

Da questo punto di vista, Fantozzi continua a essere molto attuale.

Una volta lo scrittore siciliano Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, ha scritto un piccolo saggio intitolato L'umorismo. Nel quale riflette sul significato della parola umorismo, e soprattutto sulla differenza tra l'effetto comico e quello umoristico.

E dice una cosa molto interessante. È comico, secondo Pirandello, qualcosa che ci fa ridere e basta. È umoristico, invece, qualcosa che all'inizio ci fa ridere ma poi ci fa riflettere e a volte può causare persino un po' di malinconia.

In questo senso, Fantozzi è l'immagine perfetta dell'umorismo. Chi lo guarda, ride di lui. Le sue disavventure sono ridicole, esagerate, impossibili.

Eppure, chi lo guarda, spesso si rivede in lui. Vede la propria vita, i propri problemi, le proprie frustrazioni. Magari non a quel livello assurdo, ma in fondo è un po' la stessa cosa. Guardare Fantozzi per molte persone è stato, ed è, un modo per pensare che in fondo siamo tutti sulla stessa barca.

Lo ha detto anche lo stesso Paolo Villaggio una volta. In un'intervista.

“Il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Con Fantozzi, ho fatto sì che non si sentissero soli”.

Comunque sia, Fantozzi è entrato a tal punto nel Dna italiano che oggi tutti i vocabolari segnalano al loro interno la parola fantozziano.

Con la definizione di sfortunato, grottesco, ma anche servile e succube.

Tutto ciò che gli italiani e le italiane attribuiscono automaticamente al personaggio di Fantozzi. E che oggi puoi fare anche tu.


#79 – Fantozzi, un caso estremo di italiano medio #Nr. 79 - Fantozzi, ein Extremfall des durchschnittlichen Italieners #79 - Fantozzi, μια ακραία περίπτωση του μέσου Ιταλού #79 - Fantozzi, an extreme case of the average Italian. #79 - Fantozzi, un caso extremo del italiano medio #79 - Fantozzi, ekstremalny przypadek przeciętnego Włocha #79 - Fantozzi, um caso extremo do italiano médio #79 - Фантоцци, крайний случай среднестатистического итальянца

__Trascrizione dal podcast Salvatore racconta, episodio pubblicato il 10 settembre 2022.__

__Distribuito con licenza Creative Commons CC-BY 4.0 non commerciale.__

Quante volte ti è capitato di avere **una giornata storta**? Wie oft haben Sie schon einen schlechten Tag gehabt? Magari un giorno che l'autobus non passava o che eri fuori per strada e hai notato di avere lasciato le chiavi a casa. O semplicemente eri in giro a piedi, senza ombrello, e all'improvviso ha iniziato a piovere.

E magari ti è venuta la domanda: ma perché succedono tutte a me?

Non so se credi nella sfortuna. Io personalmente no. Credo però che nella vita le giornate storte capitano spesso, soprattutto alle persone normali. Perché se sei Berlusconi o la regina Elisabetta probabilmente non è così. Denn wenn Sie Berlusconi oder Königin Elisabeth sind, wahrscheinlich nicht.

Alcune persone, per **esorcizzare** i momenti brutti e sfortunati, provano a pensare ad altro. Manche Menschen versuchen, schlechte und unglückliche Zeiten zu verdrängen, indem sie an etwas anderes denken. Ci sono quelli che invece amano vedere e rivedere quella sfortuna, meglio se riguarda qualcun altro, per ridere senza pensieri e per sentirsi un po' meno soli. Es gibt aber auch diejenigen, die das Unglück gerne noch einmal sehen, besser, wenn es jemand anderen betrifft, um zu lachen, ohne nachzudenken, und um sich ein wenig weniger einsam zu fühlen. È un meccanismo un po' spiacevole forse, ma in fondo molto umano. Quello che in italiano si riassume con il detto ‘**mal comune, mezzo gaudio**'. Was im Italienischen mit dem Sprichwort "mal comune, mezzo gaudio" zusammengefasst wird.

Dove vuoi **andare a parare** questa volta, Salvatore? Worauf wollen Sie damit hinaus, Salvatore?

Al personaggio della cultura pop che per gli italiani e le italiane è diventato il simbolo di tutto questo. Un uomo che ha una vita **mediocre**, grottesca, senza grandissimi problemi ma piena di un milione di piccoli fastidi quotidiani. Costretto a fare un lavoro noioso, **maltrattato** dai suoi superiori, legato alla moglie più per compassione che per amore, continuamente **perseguitato** dalla sfortuna.

Questo personaggio ha fatto, e fa, ridere milioni di persone in Italia da quando è stato creato, ovvero dalla metà degli anni Settanta.

Uomini e donne di varie generazioni lo hanno visto come protagonista di libri, ma soprattutto di film di grandissimo successo. **Hanno riso a crepapelle** vedendo la sua infelicità e la sua sfortuna.

E si sono detti: ok, forse io nella mia vita ho qualche problema, ma almeno non sono Ugo Fantozzi.

Ugo Fantozzi è un personaggio di fantasia, uscito dalla penna dello scrittore e attore genovese Paolo Villaggio. Il quale non solo ha inventato Fantozzi, ma poi lo ha anche interpretato al cinema, in ben dieci film usciti tra il 1975 e il 1999.

Villaggio è stato un protagonista molto eccentrico della scena culturale e politica italiana. Dichiaratamente ateo, militante comunista e uomo molto colto, ha anche collaborato come autore di testi con il cantautore Fabrizio De André, uno degli autori più raffinati della canzone italiana. Als bekennender Atheist, militanter Kommunist und sehr kultivierter Mensch arbeitete er auch als Songschreiber mit dem Liedermacher Fabrizio De André zusammen, einem der besten Autoren des italienischen Liedes. Allo stesso tempo, con i suoi prodotti culturali come scrittore e attore, si è sempre rivolto anche al pubblico più semplice e meno esigente.

Il personaggio di Fantozzi è nato quasi per caso, all'interno di alcuni racconti satirici che Paolo Villaggio scriveva negli anni '70 per una rivista all'epoca molto popolare che si chiamava L'europeo. Erano racconti in cui l'autore presentava, in modo volutamente sarcastico e grottesco, alcune sue esperienze lavorative di quando faceva l'impiegato a Genova. **Si prendeva gioco** delle dinamiche aziendali, delle ridicole attività di integrazione, dell'arroganza dei capi e dei direttori, ma anche del **servilismo** interessato degli impiegati pronti a tutto pur di soddisfare il capo e ottenere un aumento o una promozione. Er spottete über die Unternehmensdynamik, die lächerlichen Integrationsmaßnahmen, die Arroganz der Chefs und Direktoren, aber auch über die eigennützige Unterwürfigkeit der Angestellten, die alles tun, um es dem Chef recht zu machen und eine Gehaltserhöhung oder Beförderung zu erhalten. Al centro delle storie c'era sempre lo stesso personaggio, il povero **ragioniere** Ugo Fantozzi

I racconti sull'Europeo sono subito un grande successo. Il motivo è semplice. Tantissimi altri impiegati italiani di quel periodo **si** possono **rispecchiare** in quelle storie, conoscono perfettamente le emozioni che vive Fantozzi perché sono anche le loro emozioni. Certo, quelle di Fantozzi sono esagerate, grottesche, a volte inverosimili, ma partono da quella base. Sicher, Fantozzis sind übertrieben, grotesk, manchmal weit hergeholt, aber sie gehen von dieser Basis aus.

Il successo dei racconti porta Paolo Villaggio a fare un passo in avanti. Raccogliere tutte le storie brevi uscite per L'Europeo e pubblicarle in un libro. Il volume è subito un best-seller.

Un paio d'anni dopo, come conseguenza naturale di tutto questo, arriva l'idea di farne un film. La regia è affidata al regista romano Luciano Salce. A interpretare il protagonista invece sarà Paolo Villaggio in persona. Del resto, ha creato lui il personaggio **dalla a alla z**, chi può essere Fantozzi più di lui? Schließlich hat er die Figur von A bis Z geschaffen, wer könnte mehr Fantozzi sein als er?

Il primo film della serie arriva nelle sale nel 1975 ed è un enorme successo. Der erste Film der Reihe kam 1975 in die Kinos und war ein großer Erfolg.

Da quel momento, Fantozzi entra nell'immaginario culturale italiano, dove si trova ancora oggi.

Abbiamo detto che il personaggio di Fantozzi ha riscosso un enorme successo proprio perché ha saputo interpretare perfettamente la vita vera, i desideri e le paure dell'italiano medio della sua generazione.

Tuttavia, non è solo l'aspetto lavorativo della sua vita a creare risate ed empatia. Es ist jedoch nicht nur der berufliche Aspekt seines Lebens, der für Lachen und Empathie sorgt. Ma anche tutto il resto.

Con un termine piuttosto moderno, potremmo dire che Fantozzi è uno **sfigato**. Non solo ha un lavoro monotono da impiegato in un'azienda dove tutti lo trattano male e approfittano di lui. È anche sposato con una donna un po' **insignificante** e ha una figlia bruttina e poco intelligente, e vive con loro in un appartamento piccolo e anonimo di periferia. Außerdem ist er mit einer etwas unbedeutenden Frau verheiratet und hat eine hässliche, unintelligente Tochter, mit der er in einer kleinen, anonymen Vorstadtwohnung lebt.

Non gli manca niente di essenziale, eppure la sua vita è semplicemente orribile. È priva di bellezza, di gioia, di qualcosa che lo appassioni.

Questo succede perché effettivamente Fantozzi non è un uomo dalla **spiccata** personalità, ma anche perché il lavoro consuma tutte le sue energie e si prende anche il tempo libero.

Come per esempio in un frammento molto famoso e citato letteralmente da tutti, che viene dal film Il secondo tragico Fantozzi.

Una sera, il nostro protagonista è a casa, nel suo salotto, in vestaglia. Davanti a lui ha un frittatone di cipolle e una bottiglia di birra Peroni ghiacciata. Vor sich hat er einen Zwiebel-Frittatone und eine Flasche eiskaltes Peroni-Bier. Di fronte, ha il televisore acceso, pronto a guardare la partita di calcio Italia-Inghilterra. Vor ihm hat er den Fernseher eingeschaltet, um das Fußballspiel Italien-England zu sehen. Sembra tutto perfetto, e infatti non può durare. Poco prima dell'inizio della partita, a casa Fantozzi squilla il telefono. È il suo collega e compagno di disavventure, il ragioniere Filini, che lo informa che quella sera dovranno partecipare a un cineforum obbligatorio organizzato dalla loro azienda. Invece che alla partita Italia-Inghilterra assisteranno a un film cecoslovacco con sottotitoli in tedesco. Praticamente un incubo!

Fantozzi, controvoglia, deve andare. In macchina, lungo la strada, cerca di ascoltare almeno un po' la partita per radio e **si mangia le mani** mentre il radiocronista commenta dicendo che si tratta della partita più spettacolare di sempre, persino meglio di Italia-Germania 4-3. E tu sai di cosa sto parlando, vero?

Arrivato alla sala di proiezione, Fantozzi incontra tutti i suoi colleghi di lavoro. Tutti ugualmente infelici di essere lì. Tranne l'organizzatore, che annuncia un cambio di programma. Al posto del film cecoslovacco, guarderanno La corazzata Potemkin, film sovietico muto e in bianco e nero che negli anni Settanta era di culto nei circoli intellettuali di sinistra in Italia.

La scena finale di questa sequenza di Fantozzi è proprio una feroce satira contro la cultura di sinistra, diventata negli anni snob ed elitaria, incapace di condividere davvero i sentimenti delle persone semplici che in teoria -in quanto sinistra- dovrebbe rappresentare. Die Schlussszene dieser Fantozzi-Sequenz ist geradezu eine bissige Satire auf die linke Kultur, die im Laufe der Jahre snobistisch und elitär geworden ist, unfähig, die Gefühle der einfachen Leute, die sie theoretisch - als Linke - vertreten soll, wirklich zu teilen. Cosa succede? Che Fantozzi prende la parola dopo la proiezione per dire la sua opinione. Semplice, schietta e anche piuttosto volgare. Einfach, geradlinig und auch ziemlich vulgär. Cito testualmente: per me la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca. Ich zitiere: "Für mich ist Panzerkreuzer Potemkin ein Stück Scheiße. L'organizzatore della serata lo guarda disgustato, tutti gli altri applaudono entusiasti. 92 minuti di applausi, dice la voce narrante.

Quella che ho descritto è solo una scena, forse la più famosa con protagonista Fantozzi. Qualcuno la critica molto ancora oggi, dice che ha aperto la strada all'orgoglio dell'ignoranza, quello che poi sarebbe diventato un pilastro del berlusconismo. Manche kritisieren sie noch heute und sagen, dass sie den Weg für den Stolz der Ignoranz geebnet hat, der später zu einer Säule des Berlusconiismus werden sollte. Difficile dire se sia davvero andata così. Di certo, molte persone guardando un film sovietico, muto e in bianco e nero, oggi direbbero più o meno la stessa cosa. Sicherlich würden viele Menschen, die sich einen sowjetischen Stumm- und Schwarzweißfilm ansehen, heute das Gleiche sagen.

Fantozzi, dunque, piace anche perché è anti-intellettuale. Fantozzi ist also auch deshalb beliebt, weil er anti-intellektuell ist. Condivide gli stessi interessi delle persone normali. Quelle che lo guardano in tv e capiscono in ogni scena come si deve essere sentito lui.

Lo capiscono in molti anche quando Fantozzi è protagonista delle scene più spiacevoli. Viele Menschen verstehen das, auch wenn Fantozzi der Protagonist der unangenehmsten Szenen ist. Ovvero quelle in cui non è mai capace di ribellarsi. Das heißt, solche, bei denen er niemals rebellieren kann. I suoi capi al lavoro lo sfruttano e lo insultano, e lui accetta tutto **senza fiatare**. Seine Vorgesetzten bei der Arbeit beuten ihn aus und beleidigen ihn, und er nimmt alles klaglos hin. In una parola, è **succube**. Mit einem Wort, es ist ein Sukkubus. Una volta, arriva anche al punto di frequentare lezioni di biliardo, di notte.

Il suo obiettivo è imparare a giocare. Ma non bene. Anzi, vuole imparare a giocare male. Sogna di diventare un giocatore di biliardo mediocre, per potere giocare contro il capo, perdere e farlo contento.

Quante persone, non solo in Italia, hanno dovuto **fare buon viso a cattivo gioco** sul luogo di lavoro per ottenere qualcosa in cambio?

La cosa peggiore, per Ugo Fantozzi, è che lui alla fine non ottiene un bel niente. Das Schlimmste für Ugo Fantozzi ist, dass er am Ende mit nichts dasteht. Resta eternamente bloccato nella sua mediocrità. Sempre con lo stesso lavoro inutile, sempre con lo stesso stipendio modesto, sempre con la stessa vita familiare senza emozioni. In italiano diremmo che è **impantanato**. Auf Italienisch würden wir sagen, dass er sich festgefahren hat. Cioè, bloccato. Come dentro un **pantano**, un terreno fangoso, dove è difficile camminare. Wie in einem Sumpf, einem schlammigen Boden, in dem es schwierig ist, zu gehen.

Paolo Villaggio, l'autore e interprete di Fantozzi, per la verità **estremizza**. Paolo Villaggio, der Autor und Darsteller von Fantozzi, geht sogar bis zum Äußersten. Lo fa per ottenere un valore comico superiore, ma anche perché sa che le persone vogliono **immedesimarsi** in Fantozzi solo fino a un certo punto. In realtà, vogliono che Fantozzi sia peggiore di loro. Per pensare, almeno per un momento, che la loro vita non è poi così terribile.

Per questo, a Fantozzi succedono anche cose per niente realistiche e molto grottesche. Per esempio, la sua nuvola personale che è sempre pronta a fare piovere sulla sua testa quando ha un po' di tempo libero. O il fatto di arrivare in ufficio in ambulanza, **sanguinante**, dopo avere perso l'autobus. Oder wenn man blutend im Krankenwagen im Büro ankommt, weil man den Bus verpasst hat.

Tutte cose che fanno ridere perché succedono solo a Fantozzi. All diese Dinge sind lustig, weil sie nur Fantozzi passieren. Mentre nella vita normale no. È così, non è vero?

Per le persone più giovani, probabilmente, guardare Fantozzi oggi non è divertente come per le generazioni precedenti. Il suo umorismo a volte è sboccato e sessista, decisamente inopportuno per gli standard odierni. Sein Humor ist manchmal unflätig und sexistisch, was nach heutigen Maßstäben höchst unangemessen ist. Inoltre, il contesto sociale e lavorativo è cambiato molto. Almeno, all'apparenza. Zumindest an der Oberfläche.

Di sicuro non è scomparso lo sfruttamento, non sono scomparsi i capi arroganti che **vogliono la botte piena e la moglie ubriaca** e che si aspettano che i loro lavoratori risolvano tutti i problemi. Die Ausbeutung ist sicherlich nicht verschwunden, ebenso wenig wie die arroganten Chefs, die ein volles Fass und eine betrunkene Frau wollen und von ihren Arbeitnehmern erwarten, dass sie alle Probleme lösen. Non sono scomparse nemmeno le attività di integrazione che nessuno ha voglia di fare. Auch die Integrationsmaßnahmen, die niemand machen will, sind nicht verschwunden. E purtroppo non è scomparso il fatto che per molte persone il lavoro consuma tutte le energie e non lascia niente a tutto il resto.

Da questo punto di vista, Fantozzi continua a essere molto attuale.

Una volta lo scrittore siciliano Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, ha scritto un piccolo saggio intitolato L'umorismo. Nel quale riflette sul significato della parola umorismo, e soprattutto sulla differenza tra l'effetto comico e quello umoristico. Darin denkt er über die Bedeutung des Wortes Humor nach, insbesondere über den Unterschied zwischen komischer und humorvoller Wirkung.

E dice una cosa molto interessante. È comico, secondo Pirandello, qualcosa che ci fa ridere e basta. È umoristico, invece, qualcosa che all'inizio ci fa ridere ma poi ci fa riflettere e a volte può causare persino un po' di malinconia.

In questo senso, Fantozzi è l'immagine perfetta dell'umorismo. Chi lo guarda, ride di lui. Le sue disavventure sono ridicole, esagerate, impossibili.

Eppure, chi lo guarda, spesso si rivede in lui. Vede la propria vita, i propri problemi, le proprie frustrazioni. Magari non a quel livello assurdo, ma in fondo è un po' la stessa cosa. Guardare Fantozzi per molte persone è stato, ed è, un modo per pensare che in fondo **siamo tutti sulla stessa barca**.

Lo ha detto anche lo stesso Paolo Villaggio una volta. Das hat Paolo Villaggio selbst einmal gesagt. In un'intervista.

“Il mondo è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. "Die Welt besteht größtenteils aus Menschen, die im Leben versagt haben. Con Fantozzi, ho fatto sì che non si sentissero soli”. Mit Fantozzi habe ich ihnen das Gefühl gegeben, nicht allein zu sein".

Comunque sia, Fantozzi è entrato a tal punto nel Dna italiano che oggi tutti i vocabolari segnalano al loro interno la parola fantozziano. Wie dem auch sei, Fantozzi ist so sehr in die italienische DNA eingegangen, dass heute das Wort Fantozziano in allen Vokabeln vorkommt.

Con la definizione di sfortunato, grottesco, ma anche servile e succube.

Tutto ciò che gli italiani e le italiane attribuiscono automaticamente al personaggio di Fantozzi. E che oggi puoi fare anche tu. Und das können Sie heute tun.