Capitolo 7. Male di luna
Batà è seduto in mezzo ad un campo di grano. Sidora, sua moglie, è seduta davanti alla porta di casa, un po' lontano da lui. Ogni tanto lo guarda, con gli occhi quasi chiusi.
Fa caldo, molto caldo in questa estate di Sicilia. Sidora guarda lontano. Dopo i campi di grano, già tagliato, dopo le colline vede il mare azzurro. È quasi il momento del tramonto e forse il mare manda un po' di vento, un po' di aria per poter respirare.
Lui continua a guardare solo per terra, in silenzio, chiuso a pensare. Sicuramente sta male per un motivo, ma Sidora non sa quale e così ha sempre più paura. A cosa pensa Batà?
Sidora e Batà sono sposati solo da venti giorni e lei si sente già finita, triste, vuota. A volte immagina che non è vero niente, che è un brutto sogno: venti giorni fa è arrivata qui, in una fattoria lontana da tutto e da tutti, senza un albero, senza ombra, un deserto.
Da venti giorni ormai il suo corpo è di Batà, un uomo che ha venti anni più di lei, che non parla mai e che sembra ora molto più triste di lei.
La mamma ha parlato alle altre donne del paese di Sidora, di Batà e del matrimonio.
‒ Batà?! No, non voglio una persona come lui per mia figlia, ‒ dicono le altre donne.
La mamma non ascolta. Loro dicono questo perché lui ha tanta terra, e quindi, ha ricchezza. E questa fortuna ora è per Sidora! E poi… nessuno ha detto una vera cosa brutta su Batà. Anche se nessuno ha detto mai una cosa bella. Le persone del paese non lo conoscono, non sanno cosa fa, come vive, perché lui è sempre solo, nella sua terra, tra gli animali: due asini e il cane da guardia.
Sicuramente è una persona molto strana. Ma la mamma ha deciso. E ha deciso anche per un altro motivo, forse più importante. A Sidora piace Saro, un suo cugino, sicuramente più bello, più giovane, più divertente di Batà. Ma Saro non ha voglia di lavorare, è sempre fuori con i suoi amici, è il tipo di ragazzo che non piace alla mamma.
Qualche volta Sidora pensa ancora a lui:
‒ Saro forse può essere un cattivo marito. Ma che marito è quello che ho adesso? I problemi, anche di soldi, che posso avere con Saro sono meglio della tristezza, della paura che ho per Batà.
All'improvviso Batà si muove. Si alza ma subito dopo si sente molto male, le gambe si piegano. Dalla bocca esce un suono strano, più di un animale che di un uomo.
Sidora corre verso di lui, ma Batà, senza parlare, con una mano le dice di fermarsi.
Batà tiene le mani sul collo, ha la bocca aperta. La faccia è bianca, piena di paura, la paura di un bambino. Poi, alla fine, parla. Ma la voce non è più la sua:
‒ Vai dentro la casa. Chiudi bene la porta… Non avere paura… Se voglio entrare, se urlo, se batto contro la porta, non fare nulla, non aprire e… e… non avere paura. E ora vai! Vai!
‒ Ma che hai? ‒ urla Sidora.
Batà urla di nuovo: con il braccio indica il cielo e…
‒ La luna!
Sidora, mentre corre per entrare subito in casa, vede infatti una luna rossa, piena, grandissima.
Ora Sidora è dentro la casa, sicura. E ascolta. Sente urlare da fuori e non sembra più Batà, non è più un uomo, ma un animale. Sembra un cane cattivo e arrabbiato. Batte verso la porta, con le mani e con la testa. È sempre meno uomo, sempre più animale, sempre più cattivo.
‒ Aiuto! Aiuto! ‒ grida lei da dentro la casa. Ma sa che là nessuno può arrivare ad aiutarla, nessuno può sentirla.
‒ Aiuto! Aiuto! ‒ grida, mentre tiene la porta: è chiusa benissimo e lei lo sa, ma quella cosa là fuori sembra così forte.
Comincia a cercare qualcosa nella casa: qualcosa per difendersi. Mentre cerca, vede la luna salire nel cielo, bella e piena di luce. Ma anche a Sidora la luna porta dolore e male. La ragazza cade a terra.
Quando riprende i sensi, non ricorda subito cosa ha fatto e perché è lì nella stanza. Poi vede la porta chiusa e ricorda tutto e ha di nuovo paura. Paura anche del silenzio: fuori infatti, non si sente più niente.
Poi sente un respiro forte, malato.
Prende un vestito e piano piano apre la porta. Vede che Batà è lì fuori. Anche lui a terra, sembra quasi morto, con bocca e braccia aperte. Il suo cane è lì, vicino a lui.
Sidora esce lentamente, chiude la porta e… corre, corre in paese, dalla mamma.
Arriva in paese poco prima dell'alba ed entra subito a casa, piena di paura. La madre la vede in quel modo, con quella faccia, quei capelli, a quell'ora. Chiama subito le altre donne che abitano vicino a lei.
Sidora comincia a piangere e a tirarsi i capelli per la disperazione. Non riesce a parlare, a dire alla madre cosa è successo, perché ha così tanta paura. E poi…
‒ Il male di luna! Il male di luna!
Il male di luna: la madre e le altre donne hanno ora il terrore negli occhi, una paura antica e quasi senza nome.
‒ Sembra un lupo, eh?
‒ Batte sulla porta…
‒ L'abbiamo detto noi, quell'uomo non è naturale, ha qualcosa che non ha mai detto.
‒ Non è un uomo che può avere una moglie!
‒ Gesù, che paura!
‒ Povera ragazza!
La madre è seduta sulla sedia, non ha la forza per alzarsi, e dice, quasi come un canto triste:
‒ Ah, figlia mia! Ah, figlia mia! Ah, povera figlia mia!
Molto più tardi, al tramonto, arriva Batà e porta con lui due asini. Batà ha ancora la faccia stanca e molto triste.
Le donne lo vedono e subito rientrano dentro la porta delle loro case. Però restano a guardare.
La madre di Sidora invece resta sulla porta e, molto arrabbiata, urla:
‒ Vai via! Vuoi ancora venire in questa casa? Via, via da qui! Che vita brutta hai dato a mia figlia! Via di qua!
La madre continua a urlare contro quell'uomo per molto tempo. Sidora invece piange e chiede alla mamma di non farlo entrare. Batà ascolta con la testa bassa, senza dire nulla. Sa che ha una colpa grande: non ha detto nulla sul suo male di luna.
Le altre donne vedono quella faccia e le sue lacrime, così non hanno più paura, ma sono invece un po' tristi. Escono di casa e gli vanno vicino. Batà racconta loro la sua storia, racconta perché è malato. Tutto è iniziato da piccolo, una notte, con la madre al lavoro su un campo e lui vicino a lei. Per tutta la notte è stato davanti alla luna, contento, come in un gioco. Ma la luna ha lasciato questo segno dentro di lui. Ha questo male ogni volta che la luna è piena. Ma è un male solo per lui. Lo sente quando arriva. Gli altri hanno il tempo di chiudersi in casa.
‒ Sidora ha molta paura? Mi dispiace. Possiamo fare così: il giorno prima della luna piena la mamma può stare con lei, – dice Batà a Sidora ancora chiusa in casa.
‒ Chi? Mia madre? Ora anche mia madre deve morire per la paura?! Sei matto? !
Sidora lo guarda e urla: nei suoi occhi c'è solo tanto odio per lui.
La madre le dice di stare zitta poi lei esce a parlare con Batà. Lui ascolta e poi parte e torna a casa. La madre ritorna da Sidora e le dice cosa vogliono fare.
‒ Quando c'è la luna piena, Saro ed io veniamo su a casa vostra.
‒ Saro? Che significa, perché lui?
‒ L'ho detto io! Zitta! ‒ Mentre lo dice, nasconde una piccola risata.
‒ È l'unico maschio che abbiamo, in famiglia! È l'unico che ci può aiutare.
La mattina dopo Sidora torna a casa da Batà e per ventinove giorni pensa solo a Saro e alla prossima luna piena. Guarda la luna che cresce e Batà, triste, le dice:
‒ Non avere paura, c'è ancora tempo.
Arriva la notte della luna piena. La madre arriva a cavallo con Saro, due ore prima della notte. Batà è già in mezzo al campo, lontano. La madre entra in casa, con Saro e Sidora:
‒ Tu sei uomo, ‒ dice a Saro, ‒ e tu sai già cosa succede, ‒ dice a Sidora, ‒ io sono vecchia e ho molta paura e sto qui, in quest'altra piccola stanza. Mi chiudo bene e lui può fare il lupo come vuole.
Saro rimane seduto vicino a Sidora, sul letto. Gli occhi vivi di lei cercano, in ogni momento, di chiamare il cugino. Il ragazzo ha quasi più paura di quegli occhi e meno paura di Batà.
Però, quando la luna è piena e sente i primi strani suoni da fuori, è il primo a correre a controllare se la porta è chiusa bene, pieno di terrore, mentre Sidora gli dice, quasi arrabbiata con lui:
‒ Piano, piano, guarda che non è niente!
Fuori Batà ormai è già più lupo che uomo e, dentro, Saro sembra l'unica persona che ha paura. Non è niente? Sidora ride, vuole abbracciarlo, non può stare ferma… È matta quella donna là? Mentre il marito, fuori, grida come un animale, lei dentro, sul letto, non pensa a niente altro che al cugino:
‒ Saro! Saro!
Saro è così sorpreso e arrabbiato che decide di aprire la porta della piccola stanza dove è la madre, la prende per un braccio e la spinge sul letto con la figlia.
‒ Sidora è matta!
E improvvisamente vede che da una piccola finestra sopra il letto c'è la luna che guarda: fa tanto male al marito fuori, ma ride dentro perché la moglie non ha avuto la sua vendetta.