Capitolo 6. L'Avemaria di Bobbio
Marco Saverio Bobbio è il notaio più famoso di Richieri.
È sempre a lavorare, ma quando è libero gli piace studiare filosofia. Ha letto tanti libri di filosofia, vecchi e nuovi, tanti anche due volte.
Purtroppo Bobbio ha spesso un problema con i denti. Ma questo non è un male terribile: secondo lui, il male di denti è la cosa migliore per uno che ama la filosofia e tutti i grandi filosofi hanno avuto denti malati. Schopenhauer sicuramente tanti!
ll male di denti e lo studio della filosofia: piano, piano, Bobbio non ha creduto più in Dio.
Ma conosciamo di noi solo una piccola parte, il resto non lo conosciamo. Facciamo una cosa, pensiamo una cosa e non sappiamo perché: forse lo abbiamo imparato tanti, tanti anni fa, da bambini. E ora lo facciamo e basta, senza pensare. Per tanti anni Bobbio, da bambino, è andato ogni giorno a messa con la mamma, nella piccola chiesa di Badiola al Carmine. E ancora oggi, ogni sera, quel bambino dice le preghiere, anche se, forse, il notaio non lo sa.
E un bel giorno, il signor Bobbio lo capisce.
Durante l'estate è in vacanza, in una sua casa in campagna, vicino a Richieri. La mattina va in città per lavorare e torna a casa la sera.
La domenica però, non lavora e passa il giorno insieme ad amici e parenti. Le donne preparano il pranzo, gli uomini vanno a caccia o giocano a bocce: è divertente vedere Marco Saverio Bobbio, molto alto e grasso, mentre gioca a bocce. La moglie lo guarda da lontano e gli dice:
‒ Marco, stai attento, non fare troppa fatica e… non fare starnuti.
Se Bobbio fa uno starnuto, infatti, subito dopo, quando tutto quel grande corpo torna normale, ecco che all'improvviso arriva anche un dolore: a un braccio, a una gamba, alla testa ma, soprattutto, ai denti!
I denti sono il grande problema e la grande tristezza di Bobbio! Ne ha tolti già cinque, sei, forse anche di più.
Una domenica arriva il cognato con tutti i suoi parenti e i parenti della moglie. Tante persone e tanta allegria e poi, all'improvviso… ecco il mal di denti: doloroso, forse più del solito.
Bobbio si alza, dice agli altri:
‒ Non vi preoccupate per me, cominciate tranquillamente a mangiare.
E se ne va, con la mano sulla bocca e una faccia piena di dolore. Dopo un'ora ritorna, non può più resistere: il dolore è fortissimo, vuole battere la testa sul muro. Gli altri si alzano, vogliono andare verso di lui, ma…
‒ A sedere! A sedere! Oh, Dio! Non potete aiutarmi ma… ah, non posso parlare! Andate a preparare il carro, vado a Richieri, vado a togliere il dente!
Alcuni vogliono andare con lui ma…
‒ A sedere, a sedere! Ah! Non posso sentire parlare, non posso sentire nessuno, devo stare solo!
Bobbio alla fine sale sul carro e parte. Sente un dolore sempre più forte… Ad un certo punto, il filosofo Bobbio sente tanto amore per il povero uomo Bobbio e per il suo dolore!
Il carro passa vicino ad una semplice immagine di una Madonna. Bobbio ha tanto dolore che non sa più quello che fa e… all'improvviso, senza pensare… prega!
‒ Ave o Maria…!
E all'improvviso… non sente più nulla, non sente più nulla dentro di lui e fuori, intorno a lui. Un silenzio dolce, molto dolce.
Toglie la mano dalla faccia e resta fermo ad ascoltare questo silenzio. Oh, Dio! Ma come? Non ha più mal di denti, veramente non ha più nessun dolore, come per miracolo. Ha detto una preghiera, l'Avemaria e… Sì, sì, è proprio vero, non ha più dolore. Solo per quella preghiera, che ha detto senza pensare, come una femmina, come la mamma?
E adesso? Mentre ritorna alla sua casa, Marco Saverio Bobbio comincia a pensare: quello che è successo non gli piace per niente.
‒ Come ho potuto, io, dire l'Avemaria? Come è possibile che il mal di denti è finito grazie all'Avemaria? E io ho avuto questo miracolo, e non credo, e continuo a non credere in Dio: forse non è giusto. E per questo, forse ora il mal di denti ritorna.
Ma il male di denti non ritorna. E Bobbio arriva a casa. Mentre ride dice a tutti:
‒ Niente! All'improvviso il dolore è finito, per strada, davanti alla Madonna. È finito da solo!
Alcuni anni dopo Bobbio si ricorda di questo fatto quando, un pomeriggio è nel suo studio e legge gli Essays di Montaigne. Legge il capitolo XXVII, dove Montaigne parla di miracoli. Bobbio legge, non è d'accordo e ride, ma non è tranquillo e tocca il dente con la mano.
Continua a leggere e… continua a ridere e a non credere alle cose che legge:
‒ Eh già! Questo Sant'Agostino dice che ha visto un cieco tornare a vedere, una donna a Cartagine quasi morta che poco dopo sta benissimo, grazie ad un segno della croce. Sant'Agostino può anche dire che Marco Saverio Bobbio, famoso notaio a Richieri, non ha più avuto dolore dopo un Avemaria…
Mentre dice questo, tocca ancora più forte il dente con la mano e… il dente, il dente gli fa male e anche tanto, di nuovo! Bobbio si alza e comincia a camminare nella stanza! Si tocca il dente, lo guarda ma il dolore è sempre di più!
Ma non va bene aspettare così, senza fare nulla: il dolore non deve vincere. E allora prende un po' di forza, siede, riprende il libro e legge, di nuovo: ancora miracoli.
Ad un certo punto Bobbio ride di nuovo e... ahi, che dolore!
‒ Vediamo un po'. Montaigne e Sant'Agostino sono qui e possono vedere tutto: vediamo se il dolore finisce anche stavolta… Chiude gli occhi e comincia a pregare: sempre l'Avemaria, questa volta in latino: …gratia plena… Dominus tecum… Amen.
Apre gli occhi, tocca il dente per sentire se il dolore c'è. E il dolore c'è ancora, anzi... Ahi! È sempre più forte, terribile.
‒ Oh, Maria! Oh, Maria!
E Bobbio sta zitto, all'improvviso. Ha capito una cosa: deve chiedere aiuto a Maria in modo vero. Quest'ultima frase non è stata sua, è uscita dalla sua bocca ma non è stato lui a dirla. E subito… ecco… eh, sì… il dolore… il dolore non c'è più, è finito.
Possibile? Di nuovo? !
‒ Montaigne! Sant'Agostino! Possibile che il dolore è passato di nuovo? Ah, no, eccolo eccolo, ahi, ahi! !
Quello che è successo non va bene, non può andare più bene, al notaio, filosofo e non credente Marco Saverio Bobbio. Mette il cappello, tiene la mano sulla bocca e, nervoso, esce e va a cercare subito un dentista.
Non sa se durante il viaggio ha di nuovo detto l'Avemaria: forse sì, forse no. Comunque, quando arriva davanti alla porta del dentista, il dolore è finito, un'altra volta.
Un amico lo chiama:
‒ Signor notaio!
‒ Ohé…
‒ E che fa lì?
‒ Io? Niente… ho un dente che mi ha fatto male…
‒ Le è passato?
‒ Già…. da solo…
‒ E lo dice così? È così tranquillo? Grazie a Dio!
Bobbio lo guarda, con una faccia che sembra un cane cattivo:
‒ Per niente! Perché grazie a Dio? Vi ho detto… da solo! Forse ora mi torna il dolore, tra un momento. Ma sapete che faccio adesso? Non mi fa male più, ma mi faccio togliere il dente lo stesso. Mi faccio togliere tutti i denti, uno dopo l'altro, proprio adesso. Non deve più succedere una cosa come questa. Via tutti i denti!
E così, mentre l'amico ride, Bobbio entra, nervoso e cattivo, per la porta del dentista.