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Podcast in Italia, Ma perché all'Italia il Mes non piace

Ma perché all'Italia il Mes non piace

Almonature HFC, il pet food per gatti con ingredienti in origine idonei al consumo umano.

Il meglio che puoi scegliere per loro, anche per gatti sterilizzati.

Almonature, 100% proprietà della Fondazione Capellino.

One Podcast.

MESS.

Una di quelle parole che abbiamo sentito ripetere centinaia di volte, ma di cui sappiamo e capiamo

veramente poco.

Non è colpa nostra, sia chiaro o meglio, un po' sì, perché da una parte l'argomento

è veramente poco sexy, ma dall'altra chi dovrebbe spiegarci esattamente cos'è questo

mess?

E tra questi ci mettiamo anche i nostri politici, giornalisti, perché irrita a tutti, ma insomma

queste persone non hanno spiegato bene alle persone di cosa si tratta.

Ma ne abbiamo sempre sentito parlare.

Come spesso accade in Italia, il mess è divisivo.

Da un lato chi lo vuole e dall'altro chi no.

Diciamo che ora, in questo periodo storico, con il governo di centrodestra guidato da

Giorgia Meloni, siamo nel periodo più no.

L'Italia, stando a quanto dice la Presidente del Consiglio, è contraria non solo a ricorrere

al mess, ma anche a riformarlo con le regole di cui si sta discutendo proprio in questi

giorni.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire

dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Dunque, partiamo dall'inizio.

Cos'è il mess?

Mess è l'acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche Fondo Salva Stati.

È un'organizzazione nata in Europa nel 2011 per sostenere i paesi in difficoltà durante

il periodo della crisi dell'euro.

Quindi il mess, detto in parole povere, è una società pubblica, perché i soci sono

gli stati membri dell'UE, con sede in Lussemburgo.

E questa società ha lo scopo di gestire il fondo in cui versano la propria parte i vari

paesi, quindi i soldi.

Accedere a questi fondi è per l'Italia da sempre segno di debolezza.

Grecia, Spagna, Irlanda, giusto per citare alcuni paesi, hanno avuto accesso ai soldi

del mess, ma l'Italia ha sempre negato di averne bisogno.

Perché, come un'onta, se accedi al mess sei un paese di serie B.

Questo almeno è ciò che crediamo qui da noi.

Sia chiaro, non è vero in assoluto che il nostro paese in passato avrebbe fatto bene

a prendere i soldi del mess, ma non è neanche vero in assoluto il contrario.

Ma purtroppo, come più volte ripetiamo anche qui in questo podcast, l'Italia ha male divisioni

e dove queste non ci sono se le inventa.

Ma perché oggi siamo qui a riparlarne?

Dunque, il mess è in fase, diciamo così, di rinnovamento dei suoi meccanismi.

L'Europa vuole modificare alcune sue regole.

Ad esempio, se in futuro vuoi avere accesso al fondo, il board del mess, cioè i capi

dell'organizzazione, che in questa attuale riforma vedrebbero rafforzato il proprio potere,

può chiedere al paese, potenzialmente quindi anche al nostro, di ristrutturare il proprio

debito, che vuol dire cercare un accordo con i creditori per pagare appunto il debito.

Evidentemente uno scenario di questo tipo farebbe schizzare i tassi dei titoli di stato

dell'Italia nel caso in cui noi volessimo avere accesso al mess con queste regole, perché

il nostro paese non sarebbe più credibile, non sarebbe più un buon pagatore.

Questa e altre condizioni sono inserite nella riforma del mess.

Adesso ne parliamo.

Riforma che il 30 giugno l'Italia dovrebbe ratificare e quindi dare l'ok alle nuove regole.

Ma ad oggi Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di farlo.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è tornato Raffaele Ricciardi, giornalista di Repubblica

della redazione di Economia.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

L'Italia non ratifica il mess perché sul meccanismo europeo di stabilità che è noto

anche come fondo salva stati si è giocata nel tempo una partita molto identitaria per

alcuni pezzi della nostra politica.

Per spiegare perché il mess è stato visto come fumo negli occhi da parti della maggioranza

bisogna andare alle sue origini.

Il mess nasce infatti come un trattato intergovernativo tra i paesi dell'Euro che ha istituito un

fondo comune in Lussemburgo, un organismo permanente che ha sostituito quello che era

il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria e il fondo europeo di stabilità

finanziaria che erano stati introdotti nel 2010 per rispondere alle crisi dei debiti

sovrani, dei cosiddetti PIGS, la periferia dell'Euro.

Il mess ha raccorto 80 miliardi, l'Italia ne ha versati 14, ma è autorizzato a raccoglierne

altri 700 sul mercato, sui quali ci sono le garanzie degli stati che per l'Italia valgono

125 miliardi.

Il mess interviene quando un paese in difficoltà chiede aiuto, serve un voto unanime, una

finanza dell'85%, nel caso in cui i paesi membri pensino che si rischi addirittura la

stabilità dell'Eurozona.

Il mess cosa fa?

Interviene con dei prestiti, oppure acquista i titoli del debito pubblico, oppure offre

delle linee di credito precauzionali o va in supporto delle banche nel paese in difficoltà.

Quando aiuta i paesi che sono in difficoltà strutturale, lo fa in cambio di un programma

di riforma, ed è il caso della Grecia, la famosa Troica, che ha segnato il destino di

Atene per ben tre volte, tra il 2010 e il 2018.

Anche Irlanda, Portogallo, Cipro e la Spagna, per quanto riguarda la crisi delle sue banche,

hanno fatto ricorso al mess.

Nel gennaio 2021 i paesi dell'Eurozona firmano un'intesa per riformarlo.

Ci sono quattro pilastri dentro questa intesa.

Il mess diventa il cosiddetto backstop, ovvero un fondo di risoluzione unico del sistema

bancario, un fondo che va a risolvere le crisi degli istituti in difficoltà.

Poi cambiano i criteri per i prestiti precauzionali, quelli per i paesi che hanno conti in ordine

ma subiscono degli shock temporanei.

Si introduce una linea di credito d'emergenza che vede il mess contrattare in prima fila

le condizioni con il paese eventualmente in difficoltà e cambiano anche le regole per

cui si può ristrutturare il debito.

Per firmare questa intesa i governi dell'Eurozona chiedono il supporto dei propri parlamenti

e quello che è guidato per l'Italia da Giuseppe Conte lo ottiene.

Però in quella fase il Movimento 5 Stelle registra importanti spaccature al suo interno.

Poi arriva Draghi, la ratifica comunque resta sullo sfondo anche se il governo europeista

è ovviamente favorevole.

Quando infine sale Giorgio Meloni e si ripensa al mess, tornano anche alla mente le sue parole

che da leader dell'opposizione diceva quando guidava Fratelli d'Italia e parlava di un

trattato che non faceva gli interessi dell'Italia e che si sarebbe battuta per non fare mai

passare questa ratifica.

C'è da dire peraltro che il ministro Giancarlo Giorgetti, il ministro delle finanze del governo

Meloni rivende che è invece una posizione che già aveva con il governo Draghi, quindi

favorevole alla ratifica, ma sta di fatto che comunque non si è sbloccata l'impasso.

A fine giugno se ne tornerà a parlare in Parlamento.

Nel frattempo l'Italia è rimasta l'unico paese a non ratificare le modifiche, bloccando

tutta l'Eurozona.

Nel mentre si sono aperte altri fronti con l'Unione Europea.

L'Italia chiede una garanzia comune sui depositi bancari e però si sente rispondere dall'Europa

che non ci sarà finché non sarà attivo anche il mess.

Dall'altra parte c'è in ballo tutta la revisione del patto di stabilità, ovvero le regole

dei comuni sui bilanci e c'è anche quella del PNRR che l'Italia deve ricontrattare perché

non sta riuscendo a scaricare a terra.

Insomma il mess è diventato una sorta di moneta di scambio.

Io lo approvo, sblocco il mess per tutta l'Eurozona se in cambio ci fate altre concessioni.

Un'ampia analisi dell'osservatorio sui conti pubblici italiani pochi giorni fa ricorda

come la riforma del mess sia ormai difficile da riaprire ora che è stata ratificata da

19 stati su 20 e usarlo come moneta di scambio è anche un gioco pericoloso che rischia di

isolarci.

Infine se il problema è convincere la maggioranza di governo suggerisce questa analisi, forse

se ci sono ancora delle spuinte anti-europeiste un compromesso valido può essere quello di

ratificarlo impegnandosi a non usarlo.

L'importante è comunque non perdere tempo.

Questa volta si riuscirà a parlare di questo benedetto mess utilizzando la razionalità

senza dover ogni volta rincorrere la propria idea, come la si pensa, qual è la visione

dell'Europa e del mondo quando appunto a volte basterebbe un pochino ragionare a sangue

freddo su cose giusto e cose sbagliato.

Purtroppo però veramente ormai il mess è diventato uno di quei temi da campagna elettorale

e in fondo la campagna elettorale, la prossima, non è così lontana perché come sappiamo

nel 2024 si voterà per le elezioni europee.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano.

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti.

Musiche originali Matteo Cassi.

Supervisione tecnica Gabriele Rosi.

Responsabile di produzione Dennis Tucchi.

Una produzione, one podcast.

Almonature HFC, il pet food per gatti con ingredienti in origine idonei al consumo umano.

Il meglio che puoi scegliere per loro, anche per gatti sterilizzati.

Almonature, 100% proprietà della Fondazione Capellino.

Ah, l'estate, le mezzogiornate del venerdì, i weekendini al mare e le partenze intelligenti

per evitare il traffico.

Poi arrivi al casello e tac, coda infinita di giargiana con le monetine pronte.

Ma forse un Ipple Move, no?

Dai su, il canone è pure gratis per 9 mesi.

Parola d'imbruttito.

Per saltare la coda al casello c'è un'alternativa.

Scegli Unipol Move.

Gratis per te fino a 2 dispositivi per 9 mesi.

Maggiori informazioni su unipolmove.it.

Promozione valida fino al 19 settembre.


Ma perché all'Italia il Mes non piace Warum Italien den MES nicht mag But why Italy doesn't like Mes Por qué a Italia no le gusta el MES Porque é que a Itália não gosta do EEM

Almonature HFC, il pet food per gatti con ingredienti in origine idonei al consumo umano.

Il meglio che puoi scegliere per loro, anche per gatti sterilizzati.

Almonature, 100% proprietà della Fondazione Capellino.

One Podcast.

MESS.

Una di quelle parole che abbiamo sentito ripetere centinaia di volte, ma di cui sappiamo e capiamo

veramente poco.

Non è colpa nostra, sia chiaro o meglio, un po' sì, perché da una parte l'argomento

è veramente poco sexy, ma dall'altra chi dovrebbe spiegarci esattamente cos'è questo

mess?

E tra questi ci mettiamo anche i nostri politici, giornalisti, perché irrita a tutti, ma insomma

queste persone non hanno spiegato bene alle persone di cosa si tratta.

Ma ne abbiamo sempre sentito parlare.

Come spesso accade in Italia, il mess è divisivo.

Da un lato chi lo vuole e dall'altro chi no.

Diciamo che ora, in questo periodo storico, con il governo di centrodestra guidato da

Giorgia Meloni, siamo nel periodo più no.

L'Italia, stando a quanto dice la Presidente del Consiglio, è contraria non solo a ricorrere

al mess, ma anche a riformarlo con le regole di cui si sta discutendo proprio in questi

giorni.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire

dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Dunque, partiamo dall'inizio.

Cos'è il mess?

Mess è l'acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche Fondo Salva Stati.

È un'organizzazione nata in Europa nel 2011 per sostenere i paesi in difficoltà durante

il periodo della crisi dell'euro.

Quindi il mess, detto in parole povere, è una società pubblica, perché i soci sono

gli stati membri dell'UE, con sede in Lussemburgo.

E questa società ha lo scopo di gestire il fondo in cui versano la propria parte i vari

paesi, quindi i soldi.

Accedere a questi fondi è per l'Italia da sempre segno di debolezza.

Grecia, Spagna, Irlanda, giusto per citare alcuni paesi, hanno avuto accesso ai soldi

del mess, ma l'Italia ha sempre negato di averne bisogno.

Perché, come un'onta, se accedi al mess sei un paese di serie B.

Questo almeno è ciò che crediamo qui da noi.

Sia chiaro, non è vero in assoluto che il nostro paese in passato avrebbe fatto bene

a prendere i soldi del mess, ma non è neanche vero in assoluto il contrario.

Ma purtroppo, come più volte ripetiamo anche qui in questo podcast, l'Italia ha male divisioni

e dove queste non ci sono se le inventa.

Ma perché oggi siamo qui a riparlarne?

Dunque, il mess è in fase, diciamo così, di rinnovamento dei suoi meccanismi.

L'Europa vuole modificare alcune sue regole.

Ad esempio, se in futuro vuoi avere accesso al fondo, il board del mess, cioè i capi

dell'organizzazione, che in questa attuale riforma vedrebbero rafforzato il proprio potere,

può chiedere al paese, potenzialmente quindi anche al nostro, di ristrutturare il proprio

debito, che vuol dire cercare un accordo con i creditori per pagare appunto il debito.

Evidentemente uno scenario di questo tipo farebbe schizzare i tassi dei titoli di stato

dell'Italia nel caso in cui noi volessimo avere accesso al mess con queste regole, perché

il nostro paese non sarebbe più credibile, non sarebbe più un buon pagatore.

Questa e altre condizioni sono inserite nella riforma del mess.

Adesso ne parliamo.

Riforma che il 30 giugno l'Italia dovrebbe ratificare e quindi dare l'ok alle nuove regole.

Ma ad oggi Giorgia Meloni non ha nessuna intenzione di farlo.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è tornato Raffaele Ricciardi, giornalista di Repubblica

della redazione di Economia.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

L'Italia non ratifica il mess perché sul meccanismo europeo di stabilità che è noto

anche come fondo salva stati si è giocata nel tempo una partita molto identitaria per

alcuni pezzi della nostra politica.

Per spiegare perché il mess è stato visto come fumo negli occhi da parti della maggioranza

bisogna andare alle sue origini.

Il mess nasce infatti come un trattato intergovernativo tra i paesi dell'Euro che ha istituito un

fondo comune in Lussemburgo, un organismo permanente che ha sostituito quello che era

il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria e il fondo europeo di stabilità

finanziaria che erano stati introdotti nel 2010 per rispondere alle crisi dei debiti

sovrani, dei cosiddetti PIGS, la periferia dell'Euro.

Il mess ha raccorto 80 miliardi, l'Italia ne ha versati 14, ma è autorizzato a raccoglierne

altri 700 sul mercato, sui quali ci sono le garanzie degli stati che per l'Italia valgono

125 miliardi.

Il mess interviene quando un paese in difficoltà chiede aiuto, serve un voto unanime, una

finanza dell'85%, nel caso in cui i paesi membri pensino che si rischi addirittura la

stabilità dell'Eurozona.

Il mess cosa fa?

Interviene con dei prestiti, oppure acquista i titoli del debito pubblico, oppure offre

delle linee di credito precauzionali o va in supporto delle banche nel paese in difficoltà.

Quando aiuta i paesi che sono in difficoltà strutturale, lo fa in cambio di un programma

di riforma, ed è il caso della Grecia, la famosa Troica, che ha segnato il destino di

Atene per ben tre volte, tra il 2010 e il 2018.

Anche Irlanda, Portogallo, Cipro e la Spagna, per quanto riguarda la crisi delle sue banche,

hanno fatto ricorso al mess.

Nel gennaio 2021 i paesi dell'Eurozona firmano un'intesa per riformarlo.

Ci sono quattro pilastri dentro questa intesa.

Il mess diventa il cosiddetto backstop, ovvero un fondo di risoluzione unico del sistema

bancario, un fondo che va a risolvere le crisi degli istituti in difficoltà.

Poi cambiano i criteri per i prestiti precauzionali, quelli per i paesi che hanno conti in ordine

ma subiscono degli shock temporanei.

Si introduce una linea di credito d'emergenza che vede il mess contrattare in prima fila

le condizioni con il paese eventualmente in difficoltà e cambiano anche le regole per

cui si può ristrutturare il debito.

Per firmare questa intesa i governi dell'Eurozona chiedono il supporto dei propri parlamenti

e quello che è guidato per l'Italia da Giuseppe Conte lo ottiene.

Però in quella fase il Movimento 5 Stelle registra importanti spaccature al suo interno.

Poi arriva Draghi, la ratifica comunque resta sullo sfondo anche se il governo europeista

è ovviamente favorevole.

Quando infine sale Giorgio Meloni e si ripensa al mess, tornano anche alla mente le sue parole

che da leader dell'opposizione diceva quando guidava Fratelli d'Italia e parlava di un

trattato che non faceva gli interessi dell'Italia e che si sarebbe battuta per non fare mai

passare questa ratifica.

C'è da dire peraltro che il ministro Giancarlo Giorgetti, il ministro delle finanze del governo

Meloni rivende che è invece una posizione che già aveva con il governo Draghi, quindi

favorevole alla ratifica, ma sta di fatto che comunque non si è sbloccata l'impasso.

A fine giugno se ne tornerà a parlare in Parlamento.

Nel frattempo l'Italia è rimasta l'unico paese a non ratificare le modifiche, bloccando

tutta l'Eurozona.

Nel mentre si sono aperte altri fronti con l'Unione Europea.

L'Italia chiede una garanzia comune sui depositi bancari e però si sente rispondere dall'Europa

che non ci sarà finché non sarà attivo anche il mess.

Dall'altra parte c'è in ballo tutta la revisione del patto di stabilità, ovvero le regole

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non sta riuscendo a scaricare a terra.

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19 stati su 20 e usarlo come moneta di scambio è anche un gioco pericoloso che rischia di

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ratificarlo impegnandosi a non usarlo.

L'importante è comunque non perdere tempo.

Questa volta si riuscirà a parlare di questo benedetto mess utilizzando la razionalità

senza dover ogni volta rincorrere la propria idea, come la si pensa, qual è la visione

dell'Europa e del mondo quando appunto a volte basterebbe un pochino ragionare a sangue

freddo su cose giusto e cose sbagliato.

Purtroppo però veramente ormai il mess è diventato uno di quei temi da campagna elettorale

e in fondo la campagna elettorale, la prossima, non è così lontana perché come sappiamo

nel 2024 si voterà per le elezioni europee.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano.

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti.

Musiche originali Matteo Cassi.

Supervisione tecnica Gabriele Rosi.

Responsabile di produzione Dennis Tucchi.

Una produzione, one podcast.

Almonature HFC, il pet food per gatti con ingredienti in origine idonei al consumo umano.

Il meglio che puoi scegliere per loro, anche per gatti sterilizzati.

Almonature, 100% proprietà della Fondazione Capellino.

Ah, l'estate, le mezzogiornate del venerdì, i weekendini al mare e le partenze intelligenti

per evitare il traffico.

Poi arrivi al casello e tac, coda infinita di giargiana con le monetine pronte.

Ma forse un Ipple Move, no?

Dai su, il canone è pure gratis per 9 mesi.

Parola d'imbruttito.

Per saltare la coda al casello c'è un'alternativa.

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