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Podcast in Italia, Le prime testimonianze sulla carestia in Corea del Nord

Le prime testimonianze sulla carestia in Corea del Nord

Dalla redazione di Internazionale, io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questo è Il Mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di un'inchiesta sulla Corea del Nord e dei Beatles, e poi di un video

sull'alluvione in Emilia Romagna e di un film appena uscito.

È venerdì 16 giugno 2023.

La Corea del Nord è in un periodo di isolamento imprecedentede.

È passato più di tre anni da quando si ha chiuso le frontiere in risposta alla pandemia

Covid-19 e non si sono riposati.

Questo ha probabilmente creato alcune delle condizioni più feroci che i nordichi hanno

mai avuto da vivere.

Tre persone che vivono in Corea del Nord hanno rischiato la loro vita per dire alla BBC

ciò che sta succedendo.

La BBC ha iniziato a comunicare con loro in secreto per mesi, con l'aiuto di un'organizzazione

in Corea del Nord chiamata Daily NK.

Da mesi la BBC, l'emittente radio televisiva pubblica britannica, è in contatto con due

donne e un uomo che vivono in Corea del Nord e che si sono fatti intervistare di nascosto

mettendo a rischio la loro vita.

Le loro testimonianze sono raccolte in una lunga inchiesta che la BBC ha pubblicato ieri

sul suo sito e in parte raccontato nel podcast che avete sentito.

Nel 2020, dopo che la chiusura delle frontiere è stata ulteriormente rafforzata per evitare

il diffondersi del Covid, la situazione in Corea del Nord è nettamente peggiorata.

Le tre persone contattate dalla BBC, a cui sono stati dati dei nomi di fantasia per proteggerle,

raccontano la loro vita di tutti i giorni tra fame, repressione brutale e nessuna possibilità

di uscire dal paese.

Ne parliamo con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale.

Ieri la BBC ha pubblicato un'inchiesta sulla situazione in Corea del Nord, quel che rende

inedita questa inchiesta è il fatto che si basa sulle testimonianze di tre cittadini

nordcoreani, due donne e un uomo, che per mesi tramite il sito Daily NK, che è un sito

specializzato in notizia sulla Corea del Nord e che quindi ha contatti all'interno del

paese, hanno comunicato con la giornalista della BBC, Jean McKenzie, che firma l'inchiesta,

raccontando la situazione nel paese dopo che nel 2020 il regime ha sigillato i confini

del paese, impedendo quindi a qualsiasi tipo di notizia di uscire dalla Corea del Nord,

ma soprattutto impedendo l'ingresso, l'importazione di beni essenziali per la sopravvivenza della

popolazione, prima di tutto beni alimentari ma anche carburante.

Chi sono questi tre cittadini nordcoreani?

Dunque si tratta di una donna che vive vicino al confine con la Cina, confine che è storicamente

poroso e attraverso cui arrivavano, perlomeno fino a tre anni fa, beni di contrabbando che

erano essenziali alla sopravvivenza dei nordcoreani, soprattutto nella zona vicino al confine con

la Cina.

Questa donna aveva una bancarella al mercato dove vendeva medicinali contrabbandati dalla

Cina, che però racconta a lei che ormai sono spariti oppure che quei pochi che si trovano

sono troppo cari e nessuno può permetterseli.

Un altro nordcoreano che vive vicino al confine con la Cina è un manovale, un lavoratore nel

settore edile, la cui moglie anche lavora al mercato.

Questa è una situazione abbastanza comune nelle famiglie nordcoreane dove in genere

sono le mogli che lavorano e che portano a casa il pane da mettere in tavola perché

lavorano in un mercato nero tollerato, in particolare vicino al confine cinese, mentre

gli uomini sono costretti a lavorare per il regime dietro stipendi miseri.

La terza persona è una donna che lavora in un alimentare della capitale di Pyongyang.

Quello che tutti e tre raccontano è qualcosa che anche gli esperti di Corea del Nord non

si aspettavano, non avevano capito che la situazione era così grave perché raccontano

di gente che letteralmente muore di fame.

Si sapeva, si immaginava, perlomeno non si hanno i numeri, però si immaginava che la

situazione dal 2020, quindi dalla chiusura dei confini, fosse molto peggiorata, una situazione

in Corea del Nord già di partenza misera, però si immaginava che fosse peggiorata ma

non fino al punto di portare la gente a morire di fame.

Una dei tre testimoni parla per esempio di una famiglia di vicini di casa che si è lasciata

morire di fame, ma parla anche di persone che si suicidano pur di non morire di stenti

e gente che parte e va nella foresta per andare a morire.

Quindi sono racconti davvero drammatici, non si avevano notizie di gente che moriva di

fame perché non aveva da mangiare dagli anni 90, dal periodo della grande carestia.

Oltre a queste notizie che ci hai raccontato, il fatto stesso che sia uscito un'inchiesta

come questa è un po' una notizia?

Sì, una prima considerazione è che se tre persone hanno rischiato la vita per parlare

con un emittente televisiva straniera, come la BBC, letteralmente la vita perché il regime

vieta tassativamente ai nordcoreani di comunicare con il mondo esterno, tanto più con i giornalisti,

significa che la situazione è eccezionalmente grave.

Ben più grave probabilmente, o comunque grave, quanto la carestia degli anni 90 di

cui parlavamo prima.

All'epoca però il regime, sapendo che non avrebbe potuto sfamare la popolazione, reagì

in un altro modo?

Sì, negli anni 90 la carestia, che fu causata da politiche economiche sbagliate e dalla

caduta dell'Unione Sovietica, da cui la Corea del Nord dipendeva per la sua stessa

esistenza fino ad allora, aveva risposto con delle piccole aperture, delle piccole concessioni.

E' da allora che nacque il mercato nero tollerato, di cui parlavo all'inizio, e da allora la

frontiera con la Cina è diventata molto più facilmente attraversabile, quindi molti nordcoreani

sono stati lasciati fuggire in sostanza.

Con Kim Jong-un già erano diminuiti questi numeri, si parla di mille persone all'anno

che riuscivano a fuggire, ma dal 2020 appunto questo non è più stato possibile.

Per cui adesso il regime sta reagendo in una maniera totalmente suicida, perché non lascia

fuggire le persone che muoiono letteralmente di fame.

Altre due cose interessanti che raccontano i tre testimoni è che innanzitutto c'è stato

un giro di vite incredibile del regime nel controllo della popolazione e la repressione

delle minime libertà è diventata molto più dura.

Questo secondo un ex diplomatico nordcoreano fuggito all'estero e intervistato dalla BBC

potrebbe essere dovuto al fatto che il regime ha bisogno di tenere a bada i giovani, cioè

le giovani generazioni che sono nate e cresciute sotto Kim Jong-un, leader che al contrario

del padre e del nonno non ha dato nulla alla popolazione, mentre fino a prima del suo arrivo

al governo la gente non moriva di fama.

Dopo la grande carestia degli anni 90 non c'era più stata una situazione così grave.

L'altra cosa drammatica, l'ha sottolineata Andrej Lankov, che è un esperto di Corea

del Nord, è il fatto che ci sia molta paura dei vicini di casa, molta paura dei colleghi,

paura di tutti.

Quindi i nordcoreani non si confidano più, tengono per sé i loro pensieri sulla situazione

e questo, dice Lankov, allontana ulteriormente la speranza che possa nascere un minimo di

resistenza contro il regime.

Tu sei stata in Corea del Nord nel 2016, un'esperienza davvero riservata a pochi e soprattutto a

pochi giornalisti.

Cosa hai pensato leggendo questa inchiesta?

La cosa che mi ha colpito molto è che anche a Pyongyang si parli appunto di famiglie che

muoiono perché non hanno da mangiare.

A Pyongyang tradizionalmente vive la parte di popolazione più fortunata del paese.

Sono stata sia a Pyongyang sia ho attraversato le campagne, le zone rurali e diciamo le differenze

saltavano agli occhi.

Che la situazione sia così drammatica anche nella capitale veramente è molto molto preoccupante.

Oggi ci sono dei segnali che potrebbero far pensare che le cose cambieranno?

La situazione del paese è così difficile che il regime potrebbe essere costretto a

fare delle aperture?

Già ci sono dei segnali che dicono che dal confine cinese hanno ricominciato, anche se

con il contagocce, in maniera minima ad entrare delle merci.

Questo appunto non è evidentemente risolutivo, non per il momento, però probabilmente quello

che sarà costretto a fare il regime è, visto che ha dichiarato ufficialmente di aver sconfitto

la pandemia, anche se insomma nulla è verificabile, dovrà per forza di cose far ricominciare

i flussi di merci perlomeno attraverso il confine cinese.

Grazie a Junko Terao.

Grazie a voi.

Il regista Davide Preti racconta il videoreportage che è realizzato per il sito di Internazionale.

Tutti sanno quanto le api siano importanti per il nostro ecosistema, per la tutela della

biodiversità.

Meno persone conoscono la profonda vocazione ortofrutticola e sementiera della Romagna.

Per questo motivo ho deciso, insieme al fotografo cesenate Alessandro Mazza, di concentrare il

nostro lavoro sui danni prodotti dall'alluvione sull'apicoltura.

Siamo stati a Russi, in provincia di Ravenna, per incontrare Franco, un apicoltore che ha

perso tutte le sue arnie.

Il terreno era ancora coperto di uno spesso strato di fango, dal quale proveniva un forte

odore putrescente.

Siamo andati ad Ovadola, sulle colline forlivesi, insieme a Raffaella.

La strada era appena stata liberata da una frana e per la prima volta lei ha potuto vedere

uno dei suoi apiari, o meglio, quello che è sopravvissuto all'alluvione.

Fortunatamente qualche arnia conteneva ancora delle api e Raffaella è riuscita a salvarle,

nonostante più di mezzo metro di fango.

Gli apicoltori e le apicoltrici romagnole stanno provando a salvare quante più api possibili,

perché questo piccolo e prezioso insetto è fondamentale non solo per la produzione

del miele, ma per tutta la catena alimentare.

Quindi ha molti usi.

Quando siamo arrivati a realizzare quello che sarà il prossimo record di The Beatles,

una demo che John ha fatto, che abbiamo lavorato su, e abbiamo appena finito di realizzarla,

che sarà rilassata quest'anno, siamo stati in grado di prendere la voce di John e farla

essere puramente di una canzone, una canzone che non è una canzone, ma una canzone che

si può fare in modo che si possa mescolare il record come si fa normalmente.

Quindi ciò ci dà un po' di ruolo.

Quindi c'è un buon lato e un lato spaventoso.

L'annuncio di Paul McCartney che entro l'anno sarebbe uscito una nuova canzone dei Beatles

ha stupito molti, ma non è stata proprio una sorpresa.

Si sa che ci sono dei fan che hanno fatto un'esigenza,

ma non è stato proprio una sorpresa.

E' stato un'esperienza che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,

che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,

ma non è stata proprio una sorpresa.

Si sa che ci sono dei demo con la voce di John Lennon,

alcuni non ancora usati nelle varie ristampe dei Beatles,

anche se Paul McCartney non ha dato il titolo della nuova canzone dei Beatles che uscirà.

Si sa che esiste un pezzo intitolato Now and Then,

di cui già si è a conoscenza.

Più che un pezzo è un abbozzo di un pezzo,

più che un demo è una registrazione fatta da John Lennon col pianoforte,

a casa sua è registrata con un boombox,

quindi con un radione di quelli della fine degli anni 70.

Come entra l'intelligenza artificiale in questa operazione?

Il regista Peter Jackson aveva lavorato con Paul McCartney

a un lungo documentario chiamato Get Back,

che rimetteva insieme moltissime ore di filmato, otto ore,

dei Beatles che cantano insieme e provano in studio.

L'intelligenza artificiale sarà fondamentale per Peter Jackson

nel dividere e isolare le voci dei vari protagonisti

dai rumori di fondo e dai suoni.

L'intelligenza artificiale riconosce le frequenze tipiche

delle voci di Paul, di John, di Ringo e di George

e li separa dalla colonna sonora esterna.

È un'operazione di lettura dei dati

che solo una macchina sofisticata e un'intelligenza artificiale sofisticata

riesce a fare.

In questo modo, quindi, probabilmente anche quel poco che c'è

nella cassetta che contiene Now and Then

potrebbe diventare la materia prima

per avere una nuova canzone dei Beatles.

Ci parli di questa cassetta da cui è tratto questo brano

o questa parte di brano che uscirà presto?

È una cassetta che John Lennon nel 1979

aveva inciso a casa sua con degli abbozzi di canzone

e proprio c'era scritto sulla cassetta

4 Paul per Paul.

Quando nel 1980 è morto, John Lennon è stato ucciso

Yoko Ono, la moglie di Lennon, ha consegnato a Paul McCartney

questa cassetta che conteneva appunto del materiale

sul quale avrebbero potuto lavorare insieme

se John fosse rimasto in vita.

Tra il materiale contenuto in questa cassetta

c'erano anche due canzoni che invece poi sono state realizzate

sono state rimesse insieme, sono uscite nel 1995

che erano Real Love e Free As A Bird

che erano delle canzoni di John Lennon inedite

che sono state tirate fuori postume

fu considerata un'operazione abbastanza discutibile

non tutti apprezzarono

è sempre abbastanza delicato far uscire qualcosa

quando chi l'ha scritta o chi l'ha realizzata

non è più in vita

però fu un grande successo

e i fan dei Beatles furono poi tutto sommato molto contenti

di poter sentire ancora la voce di John Lennon

su delle canzoni inedite

Quello dei Beatles però non è l'unico caso di musica uscita postuma, giusto?

Assolutamente no

per esempio fece molto rumore

prima del ritorno di John Lennon del 1995 e del 1991

il duetto di Natalie Cole con suo padre Nat King Cole

che era morto addirittura nel 1965

Unforgettable fu uno dei singoli più fortunati del 1991

e con la tecnologia digitale

ha permesso alla figlia

che aveva solo 15 anni quando il padre era morto

di duettare con il padre

che ricordiamolo era stato proprio

una figura fondamentale del passaggio tra

il jazz e il pop

nell'immediato dopoguerra

Nat King Cole è stato un grandissimo cantante

e la figlia ha potuto prendere un suo pezzo molto popolare

registrato nel 51

e unire la sua voce a quella del padre

questo fu diciamo

il caso più eclatante di

duetto addirittura con un defunto

poi ci sono stati ovviamente

i dischi postumi di Michael Jackson

ce n'è stato uno intitolato

Michael che era uscito nel 2010

un anno dopo la morte di Jackson

che usava dei demo

che Michael Jackson aveva lasciato incompleti

dalle ultime sessioni del suo ultimo album

che si chiamava Invincible

questo materiale non si sa quanto fosse grezzo

probabilmente era molto grezzo

Michael Jackson vivo non l'avrebbe mai fatto uscire

è stato lavorato

prodotto

ed è venuto fuori un album che fece molto discutere

anche perché sfiorava proprio il falso

è venuto fuori che alcuni pezzi

non erano neanche cantati

da Michael Jackson

le parti diciamo incomplete delle canzoni

erano state interpolate

con la voce di un altro cantante

nel 2014 ne uscì un altro

che si chiamava Xscape

che era ancora più delicata come operazione

usava dei demo

che andavano dal 1983

praticamente alla fine degli anni 90

veramente canzoni molto incomplete

pezzettini che sono state proprio

tecnologicamente

rimesse in piedi, rimontate

da produttori che avevano anche lavorato

con Michael Jackson quando era vivo

in particolare il singolo Love Never Felt So Good

che Michael Jackson morto

ha ricantato in duetto con Justin Timberlake

era un demo del 1983

di una canzone che Jackson aveva composto

con Polanca

niente meno

era veramente un abbozzo di canzone

che se l'ho trasformato in una canzone completa

in un duetto con la popstar del momento

sono tutte operazioni

estremamente discutibili

se parlassimo di opere d'arte

o di arti visive

parleremmo di falso o di pasticcio

di cose messe insieme preesistenti

e non con la volontà dell'artista

Ted Gioia

che è un importante critico musicale

jazz e l'autore di una monumentale

storia del jazz

nella sua newsletter ha recentemente parlato

di zombie music

ovvero di musica fatta da morti viventi

che interessa molto

all'industria discografica

perché immaginare di avere i Beatles che tornano

Jimi Hendrix che torna a suonare la chitarra

Amy Winehouse che torni a cantare

fa molta gola

a un'industria discografica sempre più

dipendente

sia dal blockbuster

da una parte e dalla retromania

questo concetto di zombie music fa abbastanza pensare

quello della zombie music

è un fenomeno che riguarda anche la musica dal vivo

giusto?

beh si, la riguarda in varie forme

c'è stato per esempio

un ritorno virtuale di Whitney Houston

abbastanza impressionante

con un ologramma

che non era perfetto

dal punto di vista della resa

fa molto impressione rivedere Whitney Houston cantare

ed è un fenomeno però

che comincia a riguardare anche artisti vivi

gli ABBA stanno facendo

un tour enorme

usando una band dal vivo

e usando i loro avatar

che loro chiamano ABBA-tar

che sono proprio delle proiezioni

in 3D degli ABBA giovani

quindi gli ABBA sono vivi

sono anziani, preferiscono non lavorare più

e mandano in tour i loro ologrammi

chi c'è stato la descrive con

un'esperienza abbastanza lunare

il pubblico è immerso

in una specie di installazione

video in cui però

la musica dal vivo c'è ed è molto forte

è fatta dalla band

e in cui questi avatar addirittura parlano

col pubblico, pubblico che è tenuto

a debita distanza in un teatro

speciale fatto apposta per ospitare questo tipo

di eventi e che non ha proprio

il senso che la star la puoi toccare

tutti sanno che sono delle proiezioni

ma sono estremamente realistiche

e hanno proprio quell'effetto di uncanny valley

come si dice in gergo tecnologico

cioè di stupore

davanti a una manifestazione

che tu non capisci se è umana o se è una macchina

secondo te c'è il rischio che

l'uso così massiccio della tecnologia

potrebbe finire per disumanizzare

la musica e l'esperienza musicale?

allora disumanizzare non so

perché in realtà

l'ascolto della musica e il fare musica

da sempre è dipendente

dalla tecnologia

la musica è diventata umana

più o meno da più di 100 anni

cioè prima che noi ci abituassimo

alla musica registrata

la musica l'unico modo di sentirla

era farla dal vivo

eseguirla in casa

eseguirla in chiesa

o per strada

con strumenti e cantanti che venivano suonati

e la cui vibrazione arrivava direttamente all'orecchio

senza intermediazioni tecnologiche

di alcun tipo

quando abbiamo cominciato a registrare

nel secolo XXI dell'Ottocento

mezzi di riproduzione meccanica

della voce e della musica

hanno cominciato a diventare popolari

e diffusi

abbiamo fatto un patto con la tecnologia

abbiamo permesso che la musica arrivasse a noi

in un modo diverso

e c'è stata un'evoluzione lunga

l'uso dell'intelligenza artificiale

nella creazione di nuova musica

alla fine non è altro che una tappa

di un percorso lungo

che abbiamo cominciato tanto tempo fa

forse addirittura prima

della riproduzione meccanica

della voce e della musica

addirittura quando abbiamo scoperto che la musica

poteva essere scritta e stampata

e distribuita sotto forma di spartiti

è solo una delle tante tappe

della tecnologia legata alla musica

grazie a Daniele Cassandro

grazie a voi

In Polarit Society di Nida Manzur

Ria è una liceale un po' ribelle

che sogna di diventare una stuntwoman

ha una sorella maggiore, Elena

un po' depressa

che ha appena lasciato la scuola d'arte

e che per la sua famiglia anglo-pakistana

una famiglia apparentemente ordinaria

è un motivo un po' di imbarazzo

le due sorelle sono molto legate

complici tra loro

quindi Ria non prende assolutamente bene

il fatto che la madre

vuole sistemare la sua famiglia

Elena con Salim

che è un giovane medico

rampollo di una famiglia ricca

della comunità anglo-pakistana

che è espressione di tutto quello

che le due sorelle in qualche modo rifuggono

quando viene annunciato

il finanziamento

Ria decide che il matrimonio

non si deve fare in nessun caso

a raccontarla così la trama sembra quella

di una commedia come ce ne sono tante

ma in questo momento il film sale

letteralmente sulle montagne russe

Nida Manzur che è il suo primo lungometraggio

prende spunti da ogni parte

dagli action thriller

dai film di James Bond, dai film di arti marziali

di supereroi

per realizzare qualcosa che è tutt'altro che una parodia

ma è una commedia al femminile

molto divertente, molto intelligente

che quasi in ogni momento

spesso anche in maniera piuttosto geniale

riesce a dare una stoccata al patriarcato

il tutto tra l'altro con un ritmo sostenutissimo

in un film che dura solo 100 minuti

da cui si esce senza dubbio

con il sorriso sulle labbra

Polite Society di Nida Manzur

Nelle sale

Sottotitoli e revisione a cura di QTSS


Le prime testimonianze sulla carestia in Corea del Nord Erste Berichte über eine Hungersnot in Nordkorea Early accounts of the famine in North Korea Primeras noticias de hambruna en Corea del Norte Primeiras notícias de fome na Coreia do Norte Перші повідомлення про голод у Північній Кореї 朝鲜发生饥荒的第一个证据

Dalla redazione di Internazionale, io sono Claudio Rossi Marcelli.

Io sono Giulia Zoli e questo è Il Mondo, il podcast quotidiano di Internazionale.

Oggi vi parleremo di un'inchiesta sulla Corea del Nord e dei Beatles, e poi di un video

sull'alluvione in Emilia Romagna e di un film appena uscito.

È venerdì 16 giugno 2023.

La Corea del Nord è in un periodo di isolamento imprecedentede.

È passato più di tre anni da quando si ha chiuso le frontiere in risposta alla pandemia

Covid-19 e non si sono riposati.

Questo ha probabilmente creato alcune delle condizioni più feroci che i nordichi hanno

mai avuto da vivere.

Tre persone che vivono in Corea del Nord hanno rischiato la loro vita per dire alla BBC

ciò che sta succedendo.

La BBC ha iniziato a comunicare con loro in secreto per mesi, con l'aiuto di un'organizzazione

in Corea del Nord chiamata Daily NK.

Da mesi la BBC, l'emittente radio televisiva pubblica britannica, è in contatto con due

donne e un uomo che vivono in Corea del Nord e che si sono fatti intervistare di nascosto

mettendo a rischio la loro vita.

Le loro testimonianze sono raccolte in una lunga inchiesta che la BBC ha pubblicato ieri

sul suo sito e in parte raccontato nel podcast che avete sentito.

Nel 2020, dopo che la chiusura delle frontiere è stata ulteriormente rafforzata per evitare

il diffondersi del Covid, la situazione in Corea del Nord è nettamente peggiorata.

Le tre persone contattate dalla BBC, a cui sono stati dati dei nomi di fantasia per proteggerle,

raccontano la loro vita di tutti i giorni tra fame, repressione brutale e nessuna possibilità

di uscire dal paese.

Ne parliamo con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale.

Ieri la BBC ha pubblicato un'inchiesta sulla situazione in Corea del Nord, quel che rende

inedita questa inchiesta è il fatto che si basa sulle testimonianze di tre cittadini

nordcoreani, due donne e un uomo, che per mesi tramite il sito Daily NK, che è un sito

specializzato in notizia sulla Corea del Nord e che quindi ha contatti all'interno del

paese, hanno comunicato con la giornalista della BBC, Jean McKenzie, che firma l'inchiesta,

raccontando la situazione nel paese dopo che nel 2020 il regime ha sigillato i confini

del paese, impedendo quindi a qualsiasi tipo di notizia di uscire dalla Corea del Nord,

ma soprattutto impedendo l'ingresso, l'importazione di beni essenziali per la sopravvivenza della

popolazione, prima di tutto beni alimentari ma anche carburante.

Chi sono questi tre cittadini nordcoreani?

Dunque si tratta di una donna che vive vicino al confine con la Cina, confine che è storicamente

poroso e attraverso cui arrivavano, perlomeno fino a tre anni fa, beni di contrabbando che

erano essenziali alla sopravvivenza dei nordcoreani, soprattutto nella zona vicino al confine con

la Cina.

Questa donna aveva una bancarella al mercato dove vendeva medicinali contrabbandati dalla

Cina, che però racconta a lei che ormai sono spariti oppure che quei pochi che si trovano

sono troppo cari e nessuno può permetterseli.

Un altro nordcoreano che vive vicino al confine con la Cina è un manovale, un lavoratore nel

settore edile, la cui moglie anche lavora al mercato.

Questa è una situazione abbastanza comune nelle famiglie nordcoreane dove in genere

sono le mogli che lavorano e che portano a casa il pane da mettere in tavola perché

lavorano in un mercato nero tollerato, in particolare vicino al confine cinese, mentre

gli uomini sono costretti a lavorare per il regime dietro stipendi miseri.

La terza persona è una donna che lavora in un alimentare della capitale di Pyongyang.

Quello che tutti e tre raccontano è qualcosa che anche gli esperti di Corea del Nord non

si aspettavano, non avevano capito che la situazione era così grave perché raccontano

di gente che letteralmente muore di fame.

Si sapeva, si immaginava, perlomeno non si hanno i numeri, però si immaginava che la

situazione dal 2020, quindi dalla chiusura dei confini, fosse molto peggiorata, una situazione

in Corea del Nord già di partenza misera, però si immaginava che fosse peggiorata ma

non fino al punto di portare la gente a morire di fame.

Una dei tre testimoni parla per esempio di una famiglia di vicini di casa che si è lasciata

morire di fame, ma parla anche di persone che si suicidano pur di non morire di stenti

e gente che parte e va nella foresta per andare a morire.

Quindi sono racconti davvero drammatici, non si avevano notizie di gente che moriva di

fame perché non aveva da mangiare dagli anni 90, dal periodo della grande carestia.

Oltre a queste notizie che ci hai raccontato, il fatto stesso che sia uscito un'inchiesta

come questa è un po' una notizia?

Sì, una prima considerazione è che se tre persone hanno rischiato la vita per parlare

con un emittente televisiva straniera, come la BBC, letteralmente la vita perché il regime

vieta tassativamente ai nordcoreani di comunicare con il mondo esterno, tanto più con i giornalisti,

significa che la situazione è eccezionalmente grave.

Ben più grave probabilmente, o comunque grave, quanto la carestia degli anni 90 di

cui parlavamo prima.

All'epoca però il regime, sapendo che non avrebbe potuto sfamare la popolazione, reagì

in un altro modo?

Sì, negli anni 90 la carestia, che fu causata da politiche economiche sbagliate e dalla

caduta dell'Unione Sovietica, da cui la Corea del Nord dipendeva per la sua stessa

esistenza fino ad allora, aveva risposto con delle piccole aperture, delle piccole concessioni.

E' da allora che nacque il mercato nero tollerato, di cui parlavo all'inizio, e da allora la

frontiera con la Cina è diventata molto più facilmente attraversabile, quindi molti nordcoreani

sono stati lasciati fuggire in sostanza.

Con Kim Jong-un già erano diminuiti questi numeri, si parla di mille persone all'anno

che riuscivano a fuggire, ma dal 2020 appunto questo non è più stato possibile.

Per cui adesso il regime sta reagendo in una maniera totalmente suicida, perché non lascia

fuggire le persone che muoiono letteralmente di fame.

Altre due cose interessanti che raccontano i tre testimoni è che innanzitutto c'è stato

un giro di vite incredibile del regime nel controllo della popolazione e la repressione

delle minime libertà è diventata molto più dura.

Questo secondo un ex diplomatico nordcoreano fuggito all'estero e intervistato dalla BBC

potrebbe essere dovuto al fatto che il regime ha bisogno di tenere a bada i giovani, cioè

le giovani generazioni che sono nate e cresciute sotto Kim Jong-un, leader che al contrario

del padre e del nonno non ha dato nulla alla popolazione, mentre fino a prima del suo arrivo

al governo la gente non moriva di fama.

Dopo la grande carestia degli anni 90 non c'era più stata una situazione così grave.

L'altra cosa drammatica, l'ha sottolineata Andrej Lankov, che è un esperto di Corea

del Nord, è il fatto che ci sia molta paura dei vicini di casa, molta paura dei colleghi,

paura di tutti.

Quindi i nordcoreani non si confidano più, tengono per sé i loro pensieri sulla situazione

e questo, dice Lankov, allontana ulteriormente la speranza che possa nascere un minimo di

resistenza contro il regime.

Tu sei stata in Corea del Nord nel 2016, un'esperienza davvero riservata a pochi e soprattutto a

pochi giornalisti.

Cosa hai pensato leggendo questa inchiesta?

La cosa che mi ha colpito molto è che anche a Pyongyang si parli appunto di famiglie che

muoiono perché non hanno da mangiare.

A Pyongyang tradizionalmente vive la parte di popolazione più fortunata del paese.

Sono stata sia a Pyongyang sia ho attraversato le campagne, le zone rurali e diciamo le differenze

saltavano agli occhi.

Che la situazione sia così drammatica anche nella capitale veramente è molto molto preoccupante.

Oggi ci sono dei segnali che potrebbero far pensare che le cose cambieranno?

La situazione del paese è così difficile che il regime potrebbe essere costretto a

fare delle aperture?

Già ci sono dei segnali che dicono che dal confine cinese hanno ricominciato, anche se

con il contagocce, in maniera minima ad entrare delle merci.

Questo appunto non è evidentemente risolutivo, non per il momento, però probabilmente quello

che sarà costretto a fare il regime è, visto che ha dichiarato ufficialmente di aver sconfitto

la pandemia, anche se insomma nulla è verificabile, dovrà per forza di cose far ricominciare

i flussi di merci perlomeno attraverso il confine cinese.

Grazie a Junko Terao.

Grazie a voi.

Il regista Davide Preti racconta il videoreportage che è realizzato per il sito di Internazionale.

Tutti sanno quanto le api siano importanti per il nostro ecosistema, per la tutela della

biodiversità.

Meno persone conoscono la profonda vocazione ortofrutticola e sementiera della Romagna.

Per questo motivo ho deciso, insieme al fotografo cesenate Alessandro Mazza, di concentrare il

nostro lavoro sui danni prodotti dall'alluvione sull'apicoltura.

Siamo stati a Russi, in provincia di Ravenna, per incontrare Franco, un apicoltore che ha

perso tutte le sue arnie.

Il terreno era ancora coperto di uno spesso strato di fango, dal quale proveniva un forte

odore putrescente.

Siamo andati ad Ovadola, sulle colline forlivesi, insieme a Raffaella.

La strada era appena stata liberata da una frana e per la prima volta lei ha potuto vedere

uno dei suoi apiari, o meglio, quello che è sopravvissuto all'alluvione.

Fortunatamente qualche arnia conteneva ancora delle api e Raffaella è riuscita a salvarle,

nonostante più di mezzo metro di fango.

Gli apicoltori e le apicoltrici romagnole stanno provando a salvare quante più api possibili,

perché questo piccolo e prezioso insetto è fondamentale non solo per la produzione

del miele, ma per tutta la catena alimentare.

Quindi ha molti usi.

Quando siamo arrivati a realizzare quello che sarà il prossimo record di The Beatles,

una demo che John ha fatto, che abbiamo lavorato su, e abbiamo appena finito di realizzarla,

che sarà rilassata quest'anno, siamo stati in grado di prendere la voce di John e farla

essere puramente di una canzone, una canzone che non è una canzone, ma una canzone che

si può fare in modo che si possa mescolare il record come si fa normalmente.

Quindi ciò ci dà un po' di ruolo.

Quindi c'è un buon lato e un lato spaventoso.

L'annuncio di Paul McCartney che entro l'anno sarebbe uscito una nuova canzone dei Beatles

ha stupito molti, ma non è stata proprio una sorpresa.

Si sa che ci sono dei fan che hanno fatto un'esigenza,

ma non è stato proprio una sorpresa.

E' stato un'esperienza che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,

che è stata fatta in un'esperienza di un'esperienza,

ma non è stata proprio una sorpresa.

Si sa che ci sono dei demo con la voce di John Lennon,

alcuni non ancora usati nelle varie ristampe dei Beatles,

anche se Paul McCartney non ha dato il titolo della nuova canzone dei Beatles che uscirà.

Si sa che esiste un pezzo intitolato Now and Then,

di cui già si è a conoscenza.

Più che un pezzo è un abbozzo di un pezzo,

più che un demo è una registrazione fatta da John Lennon col pianoforte,

a casa sua è registrata con un boombox,

quindi con un radione di quelli della fine degli anni 70.

Come entra l'intelligenza artificiale in questa operazione?

Il regista Peter Jackson aveva lavorato con Paul McCartney

a un lungo documentario chiamato Get Back,

che rimetteva insieme moltissime ore di filmato, otto ore,

dei Beatles che cantano insieme e provano in studio.

L'intelligenza artificiale sarà fondamentale per Peter Jackson

nel dividere e isolare le voci dei vari protagonisti

dai rumori di fondo e dai suoni.

L'intelligenza artificiale riconosce le frequenze tipiche

delle voci di Paul, di John, di Ringo e di George

e li separa dalla colonna sonora esterna.

È un'operazione di lettura dei dati

che solo una macchina sofisticata e un'intelligenza artificiale sofisticata

riesce a fare.

In questo modo, quindi, probabilmente anche quel poco che c'è

nella cassetta che contiene Now and Then

potrebbe diventare la materia prima

per avere una nuova canzone dei Beatles.

Ci parli di questa cassetta da cui è tratto questo brano

o questa parte di brano che uscirà presto?

È una cassetta che John Lennon nel 1979

aveva inciso a casa sua con degli abbozzi di canzone

e proprio c'era scritto sulla cassetta

4 Paul per Paul.

Quando nel 1980 è morto, John Lennon è stato ucciso

Yoko Ono, la moglie di Lennon, ha consegnato a Paul McCartney

questa cassetta che conteneva appunto del materiale

sul quale avrebbero potuto lavorare insieme

se John fosse rimasto in vita.

Tra il materiale contenuto in questa cassetta

c'erano anche due canzoni che invece poi sono state realizzate

sono state rimesse insieme, sono uscite nel 1995

che erano Real Love e Free As A Bird

che erano delle canzoni di John Lennon inedite

che sono state tirate fuori postume

fu considerata un'operazione abbastanza discutibile

non tutti apprezzarono

è sempre abbastanza delicato far uscire qualcosa

quando chi l'ha scritta o chi l'ha realizzata

non è più in vita

però fu un grande successo

e i fan dei Beatles furono poi tutto sommato molto contenti

di poter sentire ancora la voce di John Lennon

su delle canzoni inedite

Quello dei Beatles però non è l'unico caso di musica uscita postuma, giusto?

Assolutamente no

per esempio fece molto rumore

prima del ritorno di John Lennon del 1995 e del 1991

il duetto di Natalie Cole con suo padre Nat King Cole

che era morto addirittura nel 1965

Unforgettable fu uno dei singoli più fortunati del 1991

e con la tecnologia digitale

ha permesso alla figlia

che aveva solo 15 anni quando il padre era morto

di duettare con il padre

che ricordiamolo era stato proprio

una figura fondamentale del passaggio tra

il jazz e il pop

nell'immediato dopoguerra

Nat King Cole è stato un grandissimo cantante

e la figlia ha potuto prendere un suo pezzo molto popolare

registrato nel 51

e unire la sua voce a quella del padre

questo fu diciamo

il caso più eclatante di

duetto addirittura con un defunto

poi ci sono stati ovviamente

i dischi postumi di Michael Jackson

ce n'è stato uno intitolato

Michael che era uscito nel 2010

un anno dopo la morte di Jackson

che usava dei demo

che Michael Jackson aveva lasciato incompleti

dalle ultime sessioni del suo ultimo album

che si chiamava Invincible

questo materiale non si sa quanto fosse grezzo

probabilmente era molto grezzo

Michael Jackson vivo non l'avrebbe mai fatto uscire

è stato lavorato

prodotto

ed è venuto fuori un album che fece molto discutere

anche perché sfiorava proprio il falso

è venuto fuori che alcuni pezzi

non erano neanche cantati

da Michael Jackson

le parti diciamo incomplete delle canzoni

erano state interpolate

con la voce di un altro cantante

nel 2014 ne uscì un altro

che si chiamava Xscape

che era ancora più delicata come operazione

usava dei demo

che andavano dal 1983

praticamente alla fine degli anni 90

veramente canzoni molto incomplete

pezzettini che sono state proprio

tecnologicamente

rimesse in piedi, rimontate

da produttori che avevano anche lavorato

con Michael Jackson quando era vivo

in particolare il singolo Love Never Felt So Good

che Michael Jackson morto

ha ricantato in duetto con Justin Timberlake

era un demo del 1983

di una canzone che Jackson aveva composto

con Polanca

niente meno

era veramente un abbozzo di canzone

che se l'ho trasformato in una canzone completa

in un duetto con la popstar del momento

sono tutte operazioni

estremamente discutibili

se parlassimo di opere d'arte

o di arti visive

parleremmo di falso o di pasticcio

di cose messe insieme preesistenti

e non con la volontà dell'artista

Ted Gioia

che è un importante critico musicale

jazz e l'autore di una monumentale

storia del jazz

nella sua newsletter ha recentemente parlato

di zombie music

ovvero di musica fatta da morti viventi

che interessa molto

all'industria discografica

perché immaginare di avere i Beatles che tornano

Jimi Hendrix che torna a suonare la chitarra

Amy Winehouse che torni a cantare

fa molta gola

a un'industria discografica sempre più

dipendente

sia dal blockbuster

da una parte e dalla retromania

questo concetto di zombie music fa abbastanza pensare

quello della zombie music

è un fenomeno che riguarda anche la musica dal vivo

giusto?

beh si, la riguarda in varie forme

c'è stato per esempio

un ritorno virtuale di Whitney Houston

abbastanza impressionante

con un ologramma

che non era perfetto

dal punto di vista della resa

fa molto impressione rivedere Whitney Houston cantare

ed è un fenomeno però

che comincia a riguardare anche artisti vivi

gli ABBA stanno facendo

un tour enorme

usando una band dal vivo

e usando i loro avatar

che loro chiamano ABBA-tar

che sono proprio delle proiezioni

in 3D degli ABBA giovani

quindi gli ABBA sono vivi

sono anziani, preferiscono non lavorare più

e mandano in tour i loro ologrammi

chi c'è stato la descrive con

un'esperienza abbastanza lunare

il pubblico è immerso

in una specie di installazione

video in cui però

la musica dal vivo c'è ed è molto forte

è fatta dalla band

e in cui questi avatar addirittura parlano

col pubblico, pubblico che è tenuto

a debita distanza in un teatro

speciale fatto apposta per ospitare questo tipo

di eventi e che non ha proprio

il senso che la star la puoi toccare

tutti sanno che sono delle proiezioni

ma sono estremamente realistiche

e hanno proprio quell'effetto di uncanny valley

come si dice in gergo tecnologico

cioè di stupore

davanti a una manifestazione

che tu non capisci se è umana o se è una macchina

secondo te c'è il rischio che

l'uso così massiccio della tecnologia

potrebbe finire per disumanizzare

la musica e l'esperienza musicale?

allora disumanizzare non so

perché in realtà

l'ascolto della musica e il fare musica

da sempre è dipendente

dalla tecnologia

la musica è diventata umana

più o meno da più di 100 anni

cioè prima che noi ci abituassimo

alla musica registrata

la musica l'unico modo di sentirla

era farla dal vivo

eseguirla in casa

eseguirla in chiesa

o per strada

con strumenti e cantanti che venivano suonati

e la cui vibrazione arrivava direttamente all'orecchio

senza intermediazioni tecnologiche

di alcun tipo

quando abbiamo cominciato a registrare

nel secolo XXI dell'Ottocento

mezzi di riproduzione meccanica

della voce e della musica

hanno cominciato a diventare popolari

e diffusi

abbiamo fatto un patto con la tecnologia

abbiamo permesso che la musica arrivasse a noi

in un modo diverso

e c'è stata un'evoluzione lunga

l'uso dell'intelligenza artificiale

nella creazione di nuova musica

alla fine non è altro che una tappa

di un percorso lungo

che abbiamo cominciato tanto tempo fa

forse addirittura prima

della riproduzione meccanica

della voce e della musica

addirittura quando abbiamo scoperto che la musica

poteva essere scritta e stampata

e distribuita sotto forma di spartiti

è solo una delle tante tappe

della tecnologia legata alla musica

grazie a Daniele Cassandro

grazie a voi

In Polarit Society di Nida Manzur

Ria è una liceale un po' ribelle

che sogna di diventare una stuntwoman

ha una sorella maggiore, Elena

un po' depressa

che ha appena lasciato la scuola d'arte

e che per la sua famiglia anglo-pakistana

una famiglia apparentemente ordinaria

è un motivo un po' di imbarazzo

le due sorelle sono molto legate

complici tra loro

quindi Ria non prende assolutamente bene

il fatto che la madre

vuole sistemare la sua famiglia

Elena con Salim

che è un giovane medico

rampollo di una famiglia ricca

della comunità anglo-pakistana

che è espressione di tutto quello

che le due sorelle in qualche modo rifuggono

quando viene annunciato

il finanziamento

Ria decide che il matrimonio

non si deve fare in nessun caso

a raccontarla così la trama sembra quella

di una commedia come ce ne sono tante

ma in questo momento il film sale

letteralmente sulle montagne russe

Nida Manzur che è il suo primo lungometraggio

prende spunti da ogni parte

dagli action thriller

dai film di James Bond, dai film di arti marziali

di supereroi

per realizzare qualcosa che è tutt'altro che una parodia

ma è una commedia al femminile

molto divertente, molto intelligente

che quasi in ogni momento

spesso anche in maniera piuttosto geniale

riesce a dare una stoccata al patriarcato

il tutto tra l'altro con un ritmo sostenutissimo

in un film che dura solo 100 minuti

da cui si esce senza dubbio

con il sorriso sulle labbra

Polite Society di Nida Manzur

Nelle sale

Sottotitoli e revisione a cura di QTSS