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Podcast in Italia, I titoli che meritiamo

I titoli che meritiamo

Ciao, sono Sara Poma.

Scusa se interrompo il tuo ascolto.

Volevo dirti che è appena uscito il mio nuovo podcast.

Si chiama Figlie e racconta di un viaggio nella memoria.

La memoria di una madre sparita nel nulla durante la dittatura argentina.

Puoi ascoltarlo ora solo su RaiPlaySound.

Cora

Sono Luca Bizzarri, questo è un podcast di Cora Media e si chiama Non hanno un amico.

Ma parliamo un po' di qualcosa di interessante.

Me.

Anni fa, purtroppo molti anni fa, diedi una delle prime interviste della mia vita.

Naturalmente ricordo l'emozione, anche perché l'intervista era per TV Sorrisi e Canzoni,

che era un giornale famosissimo.

A un certo punto il solerte giornalista mi fece una domanda di quelle che restano nella storia.

Ma è vero che i genovesi sono tirchi?

Vabbè, poveretto.

È anche vero che non stava intervistando Nelson Mandela,

non è che potesse chiedermi un parere sulla situazione israelo-palestinese.

Però da lì ho capito la qualità media del giornalismo italiano,

che è proprio media, e sempre più media, con poche vette,

come credo capiti in molti altri mestieri d'altra parte, compreso il mio.

La risposta comunque fu che no, i genovesi non sono tirchi,

e che anzi, in particolare io e il mio socio, eravamo in un momento quasi opposto.

Dopo anni di gavetta avevamo le prime piccole soddisfazioni economiche

e a volte ci ritrovavamo pure a fare delle spese stupide,

come capita quando non sei abituato a poterti permettere qualcosa.

Domanda scema, risposta scema, mi pareva tutto finito lì.

Pochi giorni dopo, il titolo, non un trafiletto eh,

il titolo su due pagine di tv sorrise e canzoni,

il settimanale che trovavo sempre nella sala d'attesa del medico di famiglia

e a casa della zia in Emilia, quello più autorevole al momento,

quello che sapevi avrebbero letto in molti tutti quelli che mi conoscevano,

il titolo fu il titolo, siamo ricchi e ci piace sperperare.

E ricordo che rimasi qualche minuto a guardare quella frase che non avevo mai detto,

con un enorme ma che cazzo disegnato sul viso, come poteva aver titolato così?

Come era stato possibile renderci così cafoni, così scemi?

Siamo ricchi e ci piace sperperare?

Non so, poteva aggiungere anche effanculo quelli che vanno alla Caritas?

Come diamine gli era venuto in mente?

Naturalmente poi disse che non era lui che fa il titolo, pi pi pi pi pi pi,

comunque ormai quello era fatto, quello rimarrà lì per sempre.

Ecco da lì cominciò il mio rapporto con la stampa italiana

e ancora adesso ogni volta che qualcuno mi chiede delle cose che poi so che finiranno su un giornale,

il mio approccio è sempre un po' spaventato, mi chiedo se poi troverò scritto quel che ho detto

e devo dire che a volte spesso succede, le mie perle vengono riportate così come sono

e ancora adesso aspetto con terrore il titolo, ben sapendo che la maggior parte delle persone leggerà soltanto quello,

anche perché non essendo Nelson Mandela, quello sarà il massimo dell'attenzione che giudicheranno meriti uno come me

ed è pure complicato dargli completamente torto.

Certo è che da questa minuscola esperienza personale vivo con l'assoluta certezza che l'informazione,

l'eccesso di informazione di questi tempi tecnologici è molto simile all'assenza di informazione.

Noi leggiamo 4 articoli e 100 titoli al giorno, nella migliore delle ipotesi,

e non possiamo dirci informati perché spesso quello che leggiamo semplicemente non è vero,

non è stato detto così, a volte non è proprio mai successo.

Ho letto che Grillo avrebbe invitato la popolazione alla rivoluzione armata

e no, non è vero, ha semplicemente fatto una battuta sulla partecipazione alla vita civile.

Fate le brigade di cittadinanza, mascheratevi col passamontagna

e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto i marciapiedi, le aiole, i tombini,

senza dare nell'occhio col passamontagna, fate il lavoro e scappate!

Ma secondo voi i giornali che titolavano così, che invitava alla rivoluzione armata,

non avevano capito che era una battuta?

Ma certo che l'avevano capito, ma serviva creare una polemica,

scavare la propria trincea, creare il dibattito.

Tu scrivi che quello ha detto quella cagata lì, poi i tuoi avversari dicono che non è vero,

ma cosa è vero non conta più, i tuoi rimarranno che l'ha detta e gli altri che non l'ha detta.

Non importa cosa ha detto veramente, a volte penso che non importi neppure a Grillo cosa ha detto veramente,

pare più impegnato a far casino, come se non ne avesse fatto abbastanza, viene da dire.

E poi parte la discussione, attenzione la discussione su nulla, che non porterà a nulla,

in un paese di cui la migliore rappresentazione è un programma di Rai3 che si chiama Report.

Cioè tutti lo chiamiamo Report, ma forse si chiama Report, e già questo è indicativo.

Io ho un'inchiesta di Report che nel 2014 ha fatto scuola.

Comunque Report o Report che sia, indipendentemente dalla validità o meno delle loro inchieste,

magari alcune lo sono di più, altre meno, non importa, ogni volta che lo guardo,

io penso, minchia, domani scoppia un merdone, ci saranno arresti, rivoluzioni, gente che scapperà all'estero.

Il giorno dopo non succede nulla, mai, nulla di nulla.

E ti prepari per la puntata successiva, per il prossimo titolo, la prossima polemica,

così tutta questa informazione diventa nessuna informazione, e non so cosa si debba fare per essere informati,

forse saper scegliere, saper differenziare, saper riconoscere le frottole, non lo so.

Credo che molti vadano a simpatie e tendano a credere a quello che gli sta più simpatico.

Per quel che mi riguarda cerco di leggere molto, in modo da poter trovare una visione meno influenzata possibile dai preconcetti,

ma lo posso fare perché ho il tempo e anche perché, diciamoci la verità, un po' me ne sbatto il cazzo.

Ma per un motivo soltanto, io sono ricco e mi piace sperperare.

A domani.

Se volete commentare se avete idee o suggerimenti per nuove chat di WhatsApp,

o testimonianze di nuove chat di WhatsApp, potete scriverci a nonanonamico.com

o nonanonamico.com.

Anche per gli insulti, prendiamo anche quelli.

Non hanno un amico è un podcast di Cora News prodotto da Cora Media.

È scritto da Luca Bizzarri con Ugo Ripamonti, la cura editoriale è di Francesca Milano.

La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.

La post-produzione e il montaggio sono di Daniele Marinello.

Il producer è Alex Peverengo.

Le fonti dei contributi audio sono indicate nella sinossi.


I titoli che meritiamo Die Titel, die wir verdienen The titles we deserve Los títulos que merecemos Os títulos que merecemos 我们应得的头衔

Ciao, sono Sara Poma.

Scusa se interrompo il tuo ascolto.

Volevo dirti che è appena uscito il mio nuovo podcast.

Si chiama Figlie e racconta di un viaggio nella memoria.

La memoria di una madre sparita nel nulla durante la dittatura argentina.

Puoi ascoltarlo ora solo su RaiPlaySound.

Cora

Sono Luca Bizzarri, questo è un podcast di Cora Media e si chiama Non hanno un amico.

Ma parliamo un po' di qualcosa di interessante.

Me.

Anni fa, purtroppo molti anni fa, diedi una delle prime interviste della mia vita.

Naturalmente ricordo l'emozione, anche perché l'intervista era per TV Sorrisi e Canzoni,

che era un giornale famosissimo.

A un certo punto il solerte giornalista mi fece una domanda di quelle che restano nella storia.

Ma è vero che i genovesi sono tirchi?

Vabbè, poveretto.

È anche vero che non stava intervistando Nelson Mandela,

non è che potesse chiedermi un parere sulla situazione israelo-palestinese.

Però da lì ho capito la qualità media del giornalismo italiano,

che è proprio media, e sempre più media, con poche vette,

come credo capiti in molti altri mestieri d'altra parte, compreso il mio.

La risposta comunque fu che no, i genovesi non sono tirchi,

e che anzi, in particolare io e il mio socio, eravamo in un momento quasi opposto.

Dopo anni di gavetta avevamo le prime piccole soddisfazioni economiche

e a volte ci ritrovavamo pure a fare delle spese stupide,

come capita quando non sei abituato a poterti permettere qualcosa.

Domanda scema, risposta scema, mi pareva tutto finito lì.

Pochi giorni dopo, il titolo, non un trafiletto eh,

il titolo su due pagine di tv sorrise e canzoni,

il settimanale che trovavo sempre nella sala d'attesa del medico di famiglia

e a casa della zia in Emilia, quello più autorevole al momento,

quello che sapevi avrebbero letto in molti tutti quelli che mi conoscevano,

il titolo fu il titolo, siamo ricchi e ci piace sperperare.

E ricordo che rimasi qualche minuto a guardare quella frase che non avevo mai detto,

con un enorme ma che cazzo disegnato sul viso, come poteva aver titolato così?

Come era stato possibile renderci così cafoni, così scemi?

Siamo ricchi e ci piace sperperare?

Non so, poteva aggiungere anche effanculo quelli che vanno alla Caritas?

Come diamine gli era venuto in mente?

Naturalmente poi disse che non era lui che fa il titolo, pi pi pi pi pi pi,

comunque ormai quello era fatto, quello rimarrà lì per sempre.

Ecco da lì cominciò il mio rapporto con la stampa italiana

e ancora adesso ogni volta che qualcuno mi chiede delle cose che poi so che finiranno su un giornale,

il mio approccio è sempre un po' spaventato, mi chiedo se poi troverò scritto quel che ho detto

e devo dire che a volte spesso succede, le mie perle vengono riportate così come sono

e ancora adesso aspetto con terrore il titolo, ben sapendo che la maggior parte delle persone leggerà soltanto quello,

anche perché non essendo Nelson Mandela, quello sarà il massimo dell'attenzione che giudicheranno meriti uno come me

ed è pure complicato dargli completamente torto.

Certo è che da questa minuscola esperienza personale vivo con l'assoluta certezza che l'informazione,

l'eccesso di informazione di questi tempi tecnologici è molto simile all'assenza di informazione.

Noi leggiamo 4 articoli e 100 titoli al giorno, nella migliore delle ipotesi,

e non possiamo dirci informati perché spesso quello che leggiamo semplicemente non è vero,

non è stato detto così, a volte non è proprio mai successo.

Ho letto che Grillo avrebbe invitato la popolazione alla rivoluzione armata

e no, non è vero, ha semplicemente fatto una battuta sulla partecipazione alla vita civile.

Fate le brigade di cittadinanza, mascheratevi col passamontagna

e di nascosto andate a fare i lavoretti, mettete a posto i marciapiedi, le aiole, i tombini,

senza dare nell'occhio col passamontagna, fate il lavoro e scappate!

Ma secondo voi i giornali che titolavano così, che invitava alla rivoluzione armata,

non avevano capito che era una battuta?

Ma certo che l'avevano capito, ma serviva creare una polemica,

scavare la propria trincea, creare il dibattito.

Tu scrivi che quello ha detto quella cagata lì, poi i tuoi avversari dicono che non è vero,

ma cosa è vero non conta più, i tuoi rimarranno che l'ha detta e gli altri che non l'ha detta.

Non importa cosa ha detto veramente, a volte penso che non importi neppure a Grillo cosa ha detto veramente,

pare più impegnato a far casino, come se non ne avesse fatto abbastanza, viene da dire.

E poi parte la discussione, attenzione la discussione su nulla, che non porterà a nulla,

in un paese di cui la migliore rappresentazione è un programma di Rai3 che si chiama Report.

Cioè tutti lo chiamiamo Report, ma forse si chiama Report, e già questo è indicativo.

Io ho un'inchiesta di Report che nel 2014 ha fatto scuola.

Comunque Report o Report che sia, indipendentemente dalla validità o meno delle loro inchieste,

magari alcune lo sono di più, altre meno, non importa, ogni volta che lo guardo,

io penso, minchia, domani scoppia un merdone, ci saranno arresti, rivoluzioni, gente che scapperà all'estero.

Il giorno dopo non succede nulla, mai, nulla di nulla.

E ti prepari per la puntata successiva, per il prossimo titolo, la prossima polemica,

così tutta questa informazione diventa nessuna informazione, e non so cosa si debba fare per essere informati,

forse saper scegliere, saper differenziare, saper riconoscere le frottole, non lo so.

Credo che molti vadano a simpatie e tendano a credere a quello che gli sta più simpatico.

Per quel che mi riguarda cerco di leggere molto, in modo da poter trovare una visione meno influenzata possibile dai preconcetti,

ma lo posso fare perché ho il tempo e anche perché, diciamoci la verità, un po' me ne sbatto il cazzo.

Ma per un motivo soltanto, io sono ricco e mi piace sperperare.

A domani.

Se volete commentare se avete idee o suggerimenti per nuove chat di WhatsApp,

o testimonianze di nuove chat di WhatsApp, potete scriverci a nonanonamico.com

o nonanonamico.com.

Anche per gli insulti, prendiamo anche quelli.

Non hanno un amico è un podcast di Cora News prodotto da Cora Media.

È scritto da Luca Bizzarri con Ugo Ripamonti, la cura editoriale è di Francesca Milano.

La supervisione del suono e della musica è di Luca Micheli.

La post-produzione e il montaggio sono di Daniele Marinello.

Il producer è Alex Peverengo.

Le fonti dei contributi audio sono indicate nella sinossi.