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Storia D'Italia, La Nuova Roma (312-325) - Ep. 2 (2)

La Nuova Roma (312-325) - Ep. 2 (2)

Costantino convocò dunque un concilio ad Arles di tutti i vescovi dell'occidente – travalicando o più correttamente infischiandosene dell'autorità del vescovo di Roma. Il concilio deliberò diverse cose, tra le quali la condanna dei Donatisti. Ma i nostri donatisti, come in molti secoli a venire eretici e scismatici di ogni tipo, decisero che la salvezza delle loro anime fosse più importante di una decisione a maggioranza.

Il concilio di Arles però fu solo un antipasto di quello che è considerato il primo concilio ecumenico di tutta la chiesa, un concilio che finì per spezzare la chiesa ma le cui deliberazioni sono oggi accettate, paradossalmente, da ogni chiesa in ogni angolo della terra. Parliamo ovviamente del celeberrimo Concilio di Nicea.

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L'origine del conflitto che porterà al concilio è da vedersi in Egitto. Nella Chiesa di Alessandria d'Egitto si era affermata la predicazione di Ario, un presbitero che affermava che Gesù fosse stato “adottato” da Dio come figlio, sostanzialmente negando o riducendo l'importanza dell'essenza divina di Cristo. L'arianesimo era una forma un po' più rigidamente monoteistica di quella di quello che sarà presto il credo Niceano. Per Ario il rapporto tra Dio Padre e Gesù perdonate l'anacronismo, era più simile a quella tra Maometto e Allah nell'Islam. E si, diversi Teologi sono morti a questa mia affermazione, ma la Teologia è argomento troppo arcano per non prestarsi alla semplificazione.

Ario fu scomunicato, ma nonostante la scomunica, la sua dottrina continuò a fare proseliti, soprattutto in Oriente, trovando tra i sostenitori anche alcuni vescovi. Non riuscendo a frenare la diffusione delle idee di Ario, il patriarca Alessandro di Alessandria – facile da ricordare – chiese l'intervento di papa Silvestro. Ma prima che questi decidesse sul da farsi, Costantino aveva già convocato, per il 14 giugno del 325, tutti i vescovi della Chiesa cristiana ad un concilio a Nicea: si trattò del primo concilio ecumenico della storia, dove ecumenico vuol dire universale, o di tutta la chiesa.

L'assemblea degli oltre 300 vescovi e migliaia di diaconi e sacerdoti fu presieduta dal vescovo Osio di Cordova, mentre Costantino ne era il presidente onorario, notare come il papato ebbe un ruolo secondario in quello che fu il più importante concilio della storia. Il concilio fu sponsorizzato dal governo imperiale, che diede perfino l'autorizzazione ai vescovi di usare il sistema di trasporto governativo, il cursus publicus. Nicea fu scelta come sede perché sul mare, facilmente raggiungibile da tutti e a due passi dalla nuova sede di Costantino, di cui parleremo tra poco. I delegati vennero da tutto il mondo romano, dalla lontana Britannia, dalla Gallia, dall'Africa, l'oriente, l'Egitto. Ci furono anche legati papali. Tra i partecipanti ci furono giganti della dottrina, fu davvero la Woodstock della chiesa antica.

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Non si può sottostimare l'importanza di Costantino, sia nel convocare il concilio, sia nel ruolo che ebbe – a più riprese – nell'indirizzarne gentilmente le deliberazioni. Nicea, sotto l'egida e la guida di Costantino, codifica il cristianesimo ortodosso e apre una nuova fase nella storia della chiesa. In questo, Costantino – imperatore, politico, cristiano anche se non ancora battezzato – fu più importante per la storia della chiesa, a mio avviso, di tutti i papi e i santi della storia. E credo che questa sia la ragione per la quale il suo ruolo fu spesso sminuito dai futuri papi.

Nel concilio fu sancita – dopo una lunga trattativa degna di un parlamento moderno – la condanna dell'arianesimo. Ma non è tutto: al concilio di Nicea furono prese decisioni fondamentali per il futuro della chiesa: quando celebrare la Pasqua, la decisione di considerare Roma, Alessandria e Antiochia come sedi di primati della chiesa, come ordinare i vescovi e soprattutto il credo di Nicea, ovvero la declinazione dei principi di base del credo cristiano. Sapete di cosa parlo, suvvia. Visto che lo sapete, ve lo declamerò in tutta la sua importanza qui, con giusto un paio di modifiche per renderlo più leggibile. è molto simile al credo attuale:

Noi crediamo in un solo Dio, Padre Onnipotente

creatore di tutte le cose visibili e invisibili

E in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, /

unigenito figlio del Padre

Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,

generato, non creato, della stessa sostanza del Padre

mediante il quale tutto è stato creato,

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ciò che è in cielo e ciò che è sulla terra

per noi uomini e per la nostra salvezza egli è disceso dal cielo,

si è incarnato, si è fatto uomo, ha sofferto,

è risuscitato il terzo giorno

è salito al cielo e verrà a giudicare i vivi e i morti.

Da millenni i cristiani declamano queste verità formulate, inizialmente, proprio per negare l'eresia di Ario, oltre a varie altre eresie accumulatesi in tre secoli di storia cristiana. Ogni singola parola ha una importanza chiave nel definire quella che da adesso in poi sarà chiamata la fede Ortodossa (da non confondere con gli ortodossi attuali, figli di uno scisma che avverrà tra sette secoli. La fede ortodossa – e per intenderci la chiesa cattolica fa parte di questa fede ortodossa – era la via declamata dal credo Niceano, chiunque non fosse d'accordo da questo momento poteva considerarsi fuori. E, nel caso non fossero stati chiari, i vescovi di Nicea inserirono il seguente dogma in calce (tagliato un po'):

Per quelli che dicono che “ci fu un tempo in cui il figlio non era” o che dichiarano che il Figlio è un'altra sostanza del padre, o che egli è creato o sottomesso al cambiamento o all'alterazione, la Chiesa cattolica e apostolica li colpisce di anatema.

E non si trattò di parole vaghe, l'imperatore – ricevuta la “sentenza” ecclesiastica del concilio – bandì dai territori dell'impero i vescovi ariani. Era stato creato il precedente: la chiesa condanna, l'autorità secolare esegue la condanna. Sotto l'inquisizione, tra più di un millennio, sarà ancora così.

Le persecuzioni però – immagino il vostro shock – non bastarono a debellare il movimento eretico in Oriente. Ora, l'Arianesimo avrebbe potuto fare la fine del Donatismo e diventare una curiosa variante locale egizia, perseguitata, del cristianesimo ortodosso imperiale. Ma non fu così, e la frattura della chiesa ebbe un impatto fondamentale sulla storia dell'impero e – come vedremo – in particolare dell'Italia. Questo perché l'arianesimo si diffuse, con il tempo, tra le popolazioni barbare al confine dell'impero. Mi sono sempre immaginato che, al di là delle ragioni pratiche e religiose, questa decisione fu anche politica: adottare il cristianesimo dell'impero sarebbe stato un modo per le nascenti nazioni germaniche di confine di mettersi sotto l'autorità della chiesa imperiale e quindi, neanche tanto indirettamente, degli imperatori di Roma. I romani ortodossi – perché l'ortodossia Nicea alla fine trionfò dentro l'impero – non riuscirono mai a percepire i barbari ariani come niente altro che alieni, con conseguenze che nefaste è dir poco. Ma di questo, parleremo altrove.

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Costantino aveva praticamente sconfitto Licinio da circa cinque minuti quando decise di iniziare i lavori per la nuova capitale imperiale. Ma perché Costantino credette di avere bisogno di una nuova capitale? Come per tante altre scelte del nostro uomo, Costantino probabilmente prese la decisione per un misto di motivi pratici e religiosi. Da un punto di vista pratico Costantino sapeva benissimo che Roma – per essendo ancora di gran lunga la più grande città dell'impero, con quasi un milione di abitanti – fosse una città secondaria: Roma era troppo lontana da qualunque fronte principale – che fosse il Reno, il Danubio o la frontiera con i persiani. In più Roma era abbastanza lontana dal mare per non essere rifornibile in caso di assedio via terra e troppo grande per essere difesa con efficacia. No Roma non andava bene di certo. In più, come quasi sempre con Costantino, c'era un risvolto religioso: Roma era sì la sede del primate e vescovo di Roma, quello che oramai tanti chiamavano il Papa – ma era ancora una città profondamente pagana, intrisa di simboli pagani, dove ogni angolo parlava della storia e dell'origine pagana dell'impero e dove una parte importante, probabilmente maggioritaria della popolazione professava ancora una forma o un'altra di paganesimo. Può sembrare strano a noi italiani, abituati a considerare Roma la città cristiana per eccellenza, ma per Costantino Roma era nata pagana, non poteva essere a pieno cristiana. Occorreva fondare – o meglio rifondare – una nuova città che lo fosse fin dalla nascita.

Costantino aveva probabilmente scelto la location della nuova capitale ben prima di impadronirsi dell'oriente. Parliamo ovviamente dell'antica colonia greca di Bisanzio. L'antica Bisanzio prendeva il nome, secondo la leggenda, dal mitico eroe Byzas, che consultò l'oracolo di Apollo a Delfi prima di imbarcarsi a colonizzare una nuova città. L'oracolo istruì Byzas di stabilirsi di fronte alla “terra dei ciechi”. Guidando un gruppo di coloni megaresi, Byzas trovò un luogo perfetto, di fronte alla già esistente colonia di Calcedonia. Stabilì quindi che i Calcedoni dovevano essere ciechi per non riconoscere i vantaggi di quella location e fondò Bisanzio.

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Bè se erano stati ciechi i Calcedoni, lo erano stati anche tanti dopo di loro. Bisanzio era rimasta una piccola città ma già con le difese limitate di cui possedeva era un luogo decisamente strategico e una importante fortezza. Ma cosa rendeva i Calcedoni ciechi, cosa aveva di speciale questo luogo?

Bisanzio era una città posta in una posizione che era e rimane una delle più strategiche al mondo: al crocevia dei traffici tra oriente e occidente, con accesso al mare del nord e ai grandi fiumi delle steppe euroasiatiche, vicina alla frontiera danubiana e non lontana da quella Siriana, posta a guardia dello stretto di mare che congiunge il mediterraneo al mar nero, in guisa quasi di fiume, ovvero il celeberrimo Bosforo: Bisanzio era un crocevia ideale per l'impero, facilmente raggiungibile via mare da ovunque ma a guardia di 2 dei 3 principali teatri di guerra. Ma c'è di più, Bisanzio è una città circondata da 3 lati dal mare, con sul lato settentrionale il formidabile porto naturale del Corno d'Oro, a est il Bosforo e a sud il Mar di Marmara. Sarebbe bastato costruire una possente e relativamente corta muraglia a chiudere il quarto lato e si sarebbe creato la fortezza imprendibile di Costantinopoli. Inoltre, assediare la città sarebbe stato difficilissimo: un attaccante avrebbe dovuto assediarla per terra e per mare e avere il vantaggio su entrambi i fronti: i due nemici principali dell'impero – Germani e Persiani – non avevano una flotta né pareva possibile l'avessero a breve e i Persiani si sarebbero trovati – anche una volta arrivati nei dintorni di Bisanzio – dal lato sbagliato del Bosforo. I Goti e i Germani, che potevano raggiungere Costantinopoli via terra, erano invece sprovvisti, da bravi barbari, delle macchine e capacità di assedio necessarie a prendere una città fortificata romana. Il lato europeo del bosforo era quindi il lato più sicuro in prospettiva.

Ma come si paragonava la location di Bisanzio alle altre capitali imperiali? Bè non c'era partita. Treviri e Sirmio erano troppo distanti dal resto dell'impero e non sul mediterraneo, Milano era assai meno difendibile di Bisanzio, Nicea o Nicomedia erano sul lato asiatico del bosforo e troppo distanti dalla frontiera danubiana.

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Costantino, appena conquistato l'oriente, si mise subito all'opera per trasformare Bisanzio. L'opera colossale di ricostruzione vide un allargamento dell'area urbana da 200 a 700 ettari, la costruzione di nuove mura, di un nuovo porto nel Corno d'Oro e di un nuovo impianto urbano, con la creazione di nuovi edifici, templi, strutture pubbliche atti a fare della città la nuova Roma.

Perché è vero che l'Impero da tempo aveva molte capitali “de facto”: ma mai una città aveva avuto l'ambizione di sostituirsi davvero, anche da un punto di vista ideale, a Roma. Costantino invece fece di tutto per rendere la sua città la degna erede dell'eredità Romana, arrivando a cercare sette colli nel profilo della nuova città e ad imitare il leggendario rituale di fondazione di Roma.

Molti storici imputano a questa scelta allo stesso tempo la responsabilità per il declino dell'occidente e considerano questa scelta una conseguenza di un processo già in corso. Eppure, c'è un dubbio che mi attanaglia: fino ad oggi l'oriente era stata sicuramente la più metà più importante dell'impero da un punto di vista strategico ed economico, essendo il terminal delle rotte carovaniere che attraversavano la via della seta e l'area più esposta all'unico potere statale in grado di rivaleggiare con Roma, I persiani. Ma nonostante questo era stata per 300 anni una base operativa perdente per qualunque generale romano durante una guerra civile. Pompeo, Marcantonio, i pretendenti dell'anno dei cinque imperatori, Licinio…tutti avevano perso contro i padroni dell'occidente romano. C'erano, credo, più città, e più fondi, in oriente ma migliori soldati in occidente. Siamo così sicuri che lo spostamento della capitale verso l'oriente fosse una necessità di rispondere ad un declino dell'occidente? Ne parleremo in un altro episodio più a fondo.

La Nuova Roma (312-325) - Ep. 2 (2) Das Neue Rom (312-325) - Ep. 2 (2) Η Νέα Ρώμη (312-325) - Επεισόδιο 2 (2) The New Rome (312-325) - Ep. 2 (2) La Nueva Roma (312-325) - Ep. 2 (2) La nouvelle Rome (312-325) - Ép. 2 (2) 新ローマ(312-325) - 第2話 (2) Het nieuwe Rome (312-325) - Ep. 2 (2) A Nova Roma (312-325) - Ep. 2 (2) Det nya Rom (312-325) - Ep. 2 (2)

Costantino convocò dunque un concilio ad Arles di tutti i vescovi dell'occidente – travalicando o più correttamente infischiandosene dell'autorità del vescovo di Roma. Constantine therefore convened a council in Arles of all the bishops of the West-overstepping or more correctly disregarding the authority of the bishop of Rome. Il concilio deliberò diverse cose, tra le quali la condanna dei Donatisti. Ma i nostri donatisti, come in molti secoli a venire eretici e scismatici di ogni tipo, decisero che la salvezza delle loro anime fosse più importante di una decisione a maggioranza.

Il concilio di Arles però fu solo un antipasto di quello che è considerato il primo concilio ecumenico di tutta la chiesa, un concilio che finì per spezzare la chiesa ma le cui deliberazioni sono oggi accettate, paradossalmente, da ogni chiesa in ogni angolo della terra. Parliamo ovviamente del celeberrimo Concilio di Nicea.

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L'origine del conflitto che porterà al concilio è da vedersi in Egitto. Nella Chiesa di Alessandria d'Egitto si era affermata la predicazione di Ario, un presbitero che affermava che Gesù fosse stato “adottato” da Dio come figlio, sostanzialmente negando o riducendo l'importanza dell'essenza divina di Cristo. L'arianesimo era una forma un po' più rigidamente monoteistica di quella di quello che sarà presto il credo Niceano. Per Ario il rapporto tra Dio Padre e Gesù perdonate l'anacronismo, era più simile a quella tra Maometto e Allah nell'Islam. E si, diversi Teologi sono morti a questa mia affermazione, ma la Teologia è argomento troppo arcano per non prestarsi alla semplificazione. And yes, several Theologians are dead to this statement of mine, but Theology is too arcane a subject not to lend itself to simplification.

Ario fu scomunicato, ma nonostante la scomunica, la sua dottrina continuò a fare proseliti, soprattutto in Oriente, trovando tra i sostenitori anche alcuni vescovi. Non riuscendo a frenare la diffusione delle idee di Ario, il patriarca Alessandro di Alessandria – facile da ricordare – chiese l'intervento di papa Silvestro. Ma prima che questi decidesse sul da farsi, Costantino aveva già convocato, per il 14 giugno del 325, tutti i vescovi della Chiesa cristiana ad un concilio a Nicea: si trattò del primo concilio ecumenico della storia, dove ecumenico vuol dire universale, o di tutta la chiesa. But before he decided on what to do, Constantine had already summoned, for June 14, 325, all the bishops of the Christian Church to a council at Nicaea: this was the first ecumenical council in history, where ecumenical means universal, or of the whole church.

L'assemblea degli oltre 300 vescovi e migliaia di diaconi e sacerdoti fu presieduta dal vescovo Osio di Cordova, mentre Costantino ne era il presidente onorario, notare come il papato ebbe un ruolo secondario in quello che fu il più importante concilio della storia. Il concilio fu sponsorizzato dal governo imperiale, che diede perfino l'autorizzazione ai vescovi di usare il sistema di trasporto governativo, il cursus publicus. Nicea fu scelta come sede perché sul mare, facilmente raggiungibile da tutti e a due passi dalla nuova sede di Costantino, di cui parleremo tra poco. I delegati vennero da tutto il mondo romano, dalla lontana Britannia, dalla Gallia, dall'Africa, l'oriente, l'Egitto. Ci furono anche legati papali. Tra i partecipanti ci furono giganti della dottrina, fu davvero la Woodstock della chiesa antica.

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Non si può sottostimare l'importanza di Costantino, sia nel convocare il concilio, sia nel ruolo che ebbe – a più riprese – nell'indirizzarne gentilmente le deliberazioni. Nicea, sotto l'egida e la guida di Costantino, codifica il cristianesimo ortodosso e apre una nuova fase nella storia della chiesa. In questo, Costantino – imperatore, politico, cristiano anche se non ancora battezzato – fu più importante per la storia della chiesa, a mio avviso, di tutti i papi e i santi della storia. E credo che questa sia la ragione per la quale il suo ruolo fu spesso sminuito dai futuri papi.

Nel concilio fu sancita – dopo una lunga trattativa degna di un parlamento moderno – la condanna dell'arianesimo. Ma non è tutto: al concilio di Nicea furono prese decisioni fondamentali per il futuro della chiesa: quando celebrare la Pasqua, la decisione di considerare Roma, Alessandria e Antiochia come sedi di primati della chiesa, come ordinare i vescovi e soprattutto il credo di Nicea, ovvero la declinazione dei principi di base del credo cristiano. Sapete di cosa parlo, suvvia. You know what I'm talking about, come on. Visto che lo sapete, ve lo declamerò in tutta la sua importanza qui, con giusto un paio di modifiche per renderlo più leggibile. Since you know it, I will declaim it for you in all its importance here, with just a couple of changes to make it more readable. è molto simile al credo attuale:

Noi crediamo in un solo Dio, Padre Onnipotente

creatore di tutte le cose visibili e invisibili

E in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, /

unigenito figlio del Padre

Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, God from God, light from light, true God from true God,

generato, non creato, della stessa sostanza del Padre begotten, not created, of the same substance as the Father

mediante il quale tutto è stato creato, By which everything was created,

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ciò che è in cielo e ciò che è sulla terra

per noi uomini e per la nostra salvezza egli è disceso dal cielo, For us men and for our salvation he came down from heaven,

si è incarnato, si è fatto uomo, ha sofferto,

è risuscitato il terzo giorno

è salito al cielo e verrà a giudicare i vivi e i morti. Has ascended to heaven and will come to judge the living and the dead.

Da millenni i cristiani declamano queste verità formulate, inizialmente, proprio per negare l'eresia di Ario, oltre a varie altre eresie accumulatesi in tre secoli di storia cristiana. Ogni singola parola ha una importanza chiave nel definire quella che da adesso in poi sarà chiamata la fede Ortodossa (da non confondere con gli ortodossi attuali, figli di uno scisma che avverrà tra sette secoli. La fede ortodossa – e per intenderci la chiesa cattolica fa parte di questa fede ortodossa – era la via declamata dal credo Niceano, chiunque non fosse d'accordo da questo momento poteva considerarsi fuori. The Orthodox faith-and to be clear, the Catholic Church is part of this Orthodox faith-was the way declaimed by the Nicean creed; anyone who disagreed from this point on could be considered out. E, nel caso non fossero stati chiari, i vescovi di Nicea inserirono il seguente dogma in calce (tagliato un po'):

__Per quelli che dicono che “ci fu un tempo in cui il figlio non era” o che dichiarano che il Figlio è un'altra sostanza del padre, o che egli è creato o sottomesso al cambiamento o all'alterazione, la Chiesa cattolica e apostolica li colpisce di anatema.__ For those who say that "there was a time when the Son was not" or who declare that the Son is another substance from the Father, or that he is created or subject to change or alteration, the Catholic and Apostolic Church strikes them with anathema.

E non si trattò di parole vaghe, l'imperatore – ricevuta la “sentenza” ecclesiastica del concilio – bandì dai territori dell'impero i vescovi ariani. And these were not vague words; the emperor - having received the council's ecclesiastical "sentence" - banished the Arian bishops from the territories of the empire. Era stato creato il precedente: la chiesa condanna, l'autorità secolare esegue la condanna. The precedent had been set: the church condemns, the secular authority executes the condemnation. Sotto l'inquisizione, tra più di un millennio, sarà ancora così.

Le persecuzioni però – immagino il vostro shock – non bastarono a debellare il movimento eretico in Oriente. Ora, l'Arianesimo avrebbe potuto fare la fine del Donatismo e diventare una curiosa variante locale egizia, perseguitata, del cristianesimo ortodosso imperiale. Now, Arianism could have gone the way of Donatism and become a curious persecuted local Egyptian variant of imperial orthodox Christianity. Ma non fu così, e la frattura della chiesa ebbe un impatto fondamentale sulla storia dell'impero e – come vedremo – in particolare dell'Italia. Questo perché l'arianesimo si diffuse, con il tempo, tra le popolazioni barbare al confine dell'impero. Mi sono sempre immaginato che, al di là delle ragioni pratiche e religiose, questa decisione fu anche politica: adottare il cristianesimo dell'impero sarebbe stato un modo per le nascenti nazioni germaniche di confine di mettersi sotto l'autorità della chiesa imperiale e quindi, neanche tanto indirettamente, degli imperatori di Roma. I have always imagined that beyond the practical and religious reasons, this decision was also political: adopting the empire's Christianity would have been a way for the nascent Germanic border nations to place themselves under the authority of the imperial church and thus, not even so indirectly, of the emperors of Rome. I romani ortodossi – perché l'ortodossia Nicea alla fine trionfò dentro l'impero – non riuscirono mai a percepire i barbari ariani come niente altro che alieni, con conseguenze che nefaste è dir poco. Ma di questo, parleremo altrove. But about that, we will talk elsewhere.

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Costantino aveva praticamente sconfitto Licinio da circa cinque minuti quando decise di iniziare i lavori per la nuova capitale imperiale. Ma perché Costantino credette di avere bisogno di una nuova capitale? But why did Constantine believe he needed a new capital city? Come per tante altre scelte del nostro uomo, Costantino probabilmente prese la decisione per un misto di motivi pratici e religiosi. Da un punto di vista pratico Costantino sapeva benissimo che Roma – per essendo ancora di gran lunga la più grande città dell'impero, con quasi un milione di abitanti – fosse una città secondaria: Roma era troppo lontana da qualunque fronte principale – che fosse il Reno, il Danubio o la frontiera con i persiani. In più Roma era abbastanza lontana dal mare per non essere rifornibile in caso di assedio via terra e troppo grande per essere difesa con efficacia. No Roma non andava bene di certo. In più, come quasi sempre con Costantino, c'era un risvolto religioso: Roma era sì la sede del primate e vescovo di Roma, quello che oramai tanti chiamavano il Papa – ma era ancora una città profondamente pagana, intrisa di simboli pagani, dove ogni angolo parlava della storia e dell'origine pagana dell'impero e dove una parte importante, probabilmente maggioritaria della popolazione professava ancora una forma o un'altra di paganesimo. Può sembrare strano a noi italiani, abituati a considerare Roma la città cristiana per eccellenza, ma per Costantino Roma era nata pagana, non poteva essere a pieno cristiana. Occorreva fondare – o meglio rifondare – una nuova città che lo fosse fin dalla nascita. There was a need to found-or rather refound-a new city that was one from birth.

Costantino aveva probabilmente scelto la location della nuova capitale ben prima di impadronirsi dell'oriente. Parliamo ovviamente dell'antica colonia greca di Bisanzio. L'antica Bisanzio prendeva il nome, secondo la leggenda, dal mitico eroe Byzas, che consultò l'oracolo di Apollo a Delfi prima di imbarcarsi a colonizzare una nuova città. L'oracolo istruì Byzas di stabilirsi di fronte alla “terra dei ciechi”. Guidando un gruppo di coloni megaresi, Byzas trovò un luogo perfetto, di fronte alla già esistente colonia di Calcedonia. Stabilì quindi che i Calcedoni dovevano essere ciechi per non riconoscere i vantaggi di quella location e fondò Bisanzio.

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Bè se erano stati ciechi i Calcedoni, lo erano stati anche tanti dopo di loro. Well if the Chalcedons had been blind, so had many after them. Bisanzio era rimasta una piccola città ma già con le difese limitate di cui possedeva era un luogo decisamente strategico e una importante fortezza. Ma cosa rendeva i Calcedoni ciechi, cosa aveva di speciale questo luogo? But what made the Chalcedons blind, what was special about this place?

Bisanzio era una città posta in una posizione che era e rimane una delle più strategiche al mondo: al crocevia dei traffici tra oriente e occidente, con accesso al mare del nord e ai grandi fiumi delle steppe euroasiatiche, vicina alla frontiera danubiana e non lontana da quella Siriana, posta a guardia dello stretto di mare che congiunge il mediterraneo al mar nero, in guisa quasi di fiume, ovvero il celeberrimo Bosforo: Bisanzio era un crocevia ideale per l'impero, facilmente raggiungibile via mare da ovunque ma a guardia di 2 dei 3 principali teatri di guerra. Ma c'è di più, Bisanzio è una città circondata da 3 lati dal mare, con sul lato settentrionale il formidabile porto naturale del Corno d'Oro, a est il Bosforo e a sud il Mar di Marmara. Sarebbe bastato costruire una possente e relativamente corta muraglia a chiudere il quarto lato e si sarebbe creato la fortezza imprendibile di Costantinopoli. Inoltre, assediare la città sarebbe stato difficilissimo: un attaccante avrebbe dovuto assediarla per terra e per mare e avere il vantaggio su entrambi i fronti: i due nemici principali dell'impero – Germani e Persiani – non avevano una flotta né pareva possibile l'avessero a breve e i Persiani si sarebbero trovati – anche una volta arrivati nei dintorni di Bisanzio – dal lato sbagliato del Bosforo. I Goti e i Germani, che potevano raggiungere Costantinopoli via terra, erano invece sprovvisti, da bravi barbari, delle macchine e capacità di assedio necessarie a prendere una città fortificata romana. Il lato europeo del bosforo era quindi il lato più sicuro in prospettiva. Thus, the European side of the Bosphorus was the safest side in perspective.

Ma come si paragonava la location di Bisanzio alle altre capitali imperiali? But how did the location of Byzantium compare to other imperial capitals? Bè non c'era partita. Well there was no match. Treviri e Sirmio erano troppo distanti dal resto dell'impero e non sul mediterraneo, Milano era assai meno difendibile di Bisanzio, Nicea o Nicomedia erano sul lato asiatico del bosforo e troppo distanti dalla frontiera danubiana.

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Costantino, appena conquistato l'oriente, si mise subito all'opera per trasformare Bisanzio. L'opera colossale di ricostruzione vide un allargamento dell'area urbana da 200 a 700 ettari, la costruzione di nuove mura, di un nuovo porto nel Corno d'Oro e di un nuovo impianto urbano, con la creazione di nuovi edifici, templi, strutture pubbliche atti a fare della città la nuova Roma.

Perché è vero che l'Impero da tempo aveva molte capitali “de facto”: ma mai una città aveva avuto l'ambizione di sostituirsi davvero, anche da un punto di vista ideale, a Roma. Costantino invece fece di tutto per rendere la sua città la degna erede dell'eredità Romana, arrivando a cercare sette colli nel profilo della nuova città e ad imitare il leggendario rituale di fondazione di Roma.

Molti storici imputano a questa scelta allo stesso tempo la responsabilità per il declino dell'occidente e considerano questa scelta una conseguenza di un processo già in corso. Many historians blame this choice at the same time for the decline of the West and see this choice as a consequence of an already ongoing process. Eppure, c'è un dubbio che mi attanaglia: fino ad oggi l'oriente era stata sicuramente la più metà più importante dell'impero da un punto di vista strategico ed economico, essendo il terminal delle rotte carovaniere che attraversavano la via della seta e l'area più esposta all'unico potere statale in grado di rivaleggiare con Roma, I persiani. Ma nonostante questo era stata per 300 anni una base operativa perdente per qualunque generale romano durante una guerra civile. But despite this it had been a losing base of operations for 300 years for any Roman general during a civil war. Pompeo, Marcantonio, i pretendenti dell'anno dei cinque imperatori, Licinio…tutti avevano perso contro i padroni dell'occidente romano. C'erano, credo, più città, e più fondi, in oriente ma migliori soldati in occidente. There were, I think, more cities, and more funds, in the East but better soldiers in the West. Siamo così sicuri che lo spostamento della capitale verso l'oriente fosse una necessità di rispondere ad un declino dell'occidente? Are we so sure that the shift of capital to the East was a necessity to respond to a decline in the West? Ne parleremo in un altro episodio più a fondo.