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Storia D'Italia, Anabasi (363) - Ep. 9 (2)

Anabasi (363) - Ep. 9 (2)

Oramai la via per Ctesifonte era aperta: tutto sembrava andare per il meglio ma Il problema era che i Romani controllavano, si, la terra tra l'Eufrate e il Tigri, ma Ctesifonte si trova sul lato orientale del Tigri che andava attraversato. l'esercito di Giuliano aveva però un ultimo asso nella manica per impressionare i persiani. Giuliano sapeva infatti che nella regione era stato costruito da Traiano e poi abbandonato un canale che collegava l'Eufrate al Tigri: i due fiumi erano piuttosto vicini nella regione di Ctesifonte. Gli ingegneri romani rimossero le pietre che i Persiani avevano posizionato per ostruire il canale ed evitare proprio quello che i romani stavano per fare: il canale fu riaperto e allagato. l'immensa flotta fluviale romana vi entrò trionfalmente e poté navigare fino al Tigri e sbucare nei pressi di Ctesifonte. Giuliano era riuscito nel suo intento: aveva portato un'immensa armata e flotta romana alle soglie della capitale persiana.

I Persiani non erano però imbelli: a Ctesifonte c'era una forte guarnigione e parte dell'esercito di Shapur. I persiani tenevano la sponda orientale del grande fiume, Giuliano avrebbe dovuto forzare il passaggio se avesse voluto porre sotto assedio la capitale. L'imperatore pensò ad un piano ambizioso: fece caricare su alcune delle navi 800 soldati e diede ordine che attraversassero il fiume di notte, per occupare una testa di ponte. All'inizio i soldati erano timorosi dell'ordine del sovrano, ma quando videro alcuni commilitoni già in atto di sbarcare e a rischio di essere sopraffatti i soldati prescelti si gettarono attraverso il fiume. Una volta assicuratasi una posizione, fu dato l'ordine di passare all'intero esercito. Sull'altra sponda c'erano però migliaia di arcieri e fanti persiani, oltre ai cavalieri catafratti, ricoperti d'acciai dalla testa ai piedi, e a un buon numero di elefanti. Ne seguì uno scontro acceso tra i due eserciti, mentre Giuliano faceva la spola verso i settori dove i romani erano in maggiore difficoltà, apparentemente incurante della sua sicurezza personale: era diventato un comandante rispettato e amato dai suoi soldati che venivano rinfrancati ogni volta che lo vedevano. Alla fine i Romani spinsero i persiani alla fuga e verso la sicurezza delle mura della loro capitale. Nella fuga circa 2500 di loro furono uccisi, mentre i Romani persero solo settanta uomini.

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Fino a questo punto la marcia di Giuliano era stata una progressione trionfale, ma qui finalmente dobbiamo fare conti con l'impulsività di Giuliano oltre che il suo innegabile coraggio e la sua finora impeccabile guida militare. Giuliano era entrato nella Persia senza un obiettivo strategico chiaro: se l'obiettivo era conquistare l'impero persiano fino ad ora si era solo scherzato: Giuliano aveva saccheggiato città e terre dei Persiani, ma l'impero aveva molte altre terre. Se l'obiettivo era giungere ad una pace vantaggiosa peri Romani Giuliano aveva avuto l'occasione di raggiungerla prima ancora di partire, con Shapur che aveva implorato la pace. Sembra che l'obiettivo di Giuliano fosse invece di arrivare a Ctesifonte, saccheggiarla o costringere Shapur ad una battaglia campale per difenderla, possibilmente con l'aiuto dell'armata di Procopio. Il problema era che non c'era traccia né dell'armata principale di Shapur né di quella inviata da Giuliano come diversione: di fronte ai Romani si estendeva ora la capitale, un tempo regolarmente saccheggiata da generali romani trionfanti ma che ora sembrava impregnabile. Quello che dovete sapere è che nel tardo impero ci fu una rivoluzione delle tecniche di difesa delle città, con fortificazioni e macchine da assedio impensabili anche solo cento anni prima. Queste innovazioni si erano diffuse in entrambi i grandi imperi ora in lotta e quella che era stata una città facilmente prendibile era diventata una micidiale fortezza. Certo, sarebbe stato possibile prenderla, ma non senza lunghe settimane se non mesi di assedio, tempo che Shapur avrebbe potuto utilizzare per mobilizzare un'enorme armata dall'interno dei suoi sterminati domini. Un'armata in grado di schiacciare i romani tra l'incudine dell'esercito e il martello delle mura e della guarnigione di Ctesifonte. La situazione era difficile: i romani si ritrovavano in campo aperto, a centinaia di miglia dalle loro basi, in territorio ostile e potenzialmente stretti tra due minacce. Giuliano non aveva mai perso una battaglia, ma rischiava di perdere la guerra.

Giuliano e il suo entourage militare si riunirono in consiglio per decidere il da farsi. Le opzioni erano due: tornare per dove erano venuti, attraverso territori devastati dagli stessi romani e che quindi non avrebbero potuto sfamare l'esercito, o risalire il Tigri con la speranza di ricongiungersi con l'armata di Procopio. Giuliano scelse, criticamente, una terza via: contro il parere degli alti papaveri dell'esercito decise di marciare verso l'interno dell'Iran, abbandonando le familiari sponde dei fiumi: l'intenzione era di causare tale e tanta devastazione da costringere Shapur ad una battaglia campale che Giuliano era fiducioso di poter vincere.

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C'era un problema però: la grande flotta d'invasione. Giuliano non poteva portarla con sé verso l'interno dell'Iran e non poteva lasciarla nelle mani dei Persiani. Prese quindi una decisione gravida di conseguenze e diede ordine di bruciare l'intera flotta: i soldati videro ominosamente le fiamme circondare e distruggere le navi che li aveva accompagnati, protetti e sfamati per mesi e la cosa non gli piacque neanche un po': quelle erano le navi da cui dipendeva la loro vita e rumoreggiarono a lungo. Ma Giuliano impose ancora il suo volere: fece anche sbarcare i circa 20 mila marinai della flotta che furono uniti all'esercito, portandone il numero verso circa 60 mila uomini. Un esercito capace di sconfiggere anche da solo, senza Procopio e la sua armata, l'esercito principale di Shapur.

L'esercito così riunito invase l'interno dell'Iran, ma i persiani non avevano alcuna intenzione di rendere le cose facili a Giuliano e diedero fuoco a tutte le messi in modo da privare di rifornimenti i numerosi soldati romani che non aveva più la flotta a sostegno logistico e che quindi portavano con loro solo alcune settimane di viveri. Alcuni prigionieri che fungevano da guide condussero l'esercito di proposito verso territori spogli e di difficile passaggio. I locali iniziarono azioni di forte disturbo, con attacchi mordi e fuggi atti a sfiancare i romani. Insomma, tutto l'armamentario a disposizione di un popolo che combatta sul suo terreno, a difesa della propria terra e in svantaggio numerico. La guerriglia e la guerra asimmetrica sono sempre l'opzione migliore di fronte ad un nemico con un vantaggio teoricamente soverchiante, basta chiedere ai vietnamiti o agli afghani.

In questo difficile frangente, il 16 Giugno del 363, finalmente comparvero in lontananza i segni di un grande esercito in marcia: polvere e fumo in abbondanza. Ma di chi si trattava, di Shapur, di Procopio, degli Armeni? Scrive Ammiano “Passammo quella notte, non illuminata dallo splendore delle stelle, senza che nessuno osasse sedersi o chiudere occhio per la paura, come suole accadere nelle condizioni difficili. Ma appena parvero le prime luci del giorno, le loriche scintillanti avvolte di fasce di ferro e le corazze lampeggianti annunciarono da lungi la presenza delle truppe del Re”.

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Shapur era infine arrivato. Purtroppo non sappiamo molto di cosa accadde nel teatro di guerra settentrionale: nel testo di Ammiano c'è una lacuna e le altre fonti non sono precise a riguardo. A grandi linee sembra che l'esercito di Procopio attraversò effettivamente il Tigri, penetrando in territorio persiano, ma attese invano i rinforzi da parte degli Armeni di Arshak. Per qualche motivo, quest'ultimo tradì i romani, negando i suoi uomini e i vettovagliamenti promessi: pagherà molto caramente questa decisione, forse motivata dal bisogno di non fare trionfare troppo i romani: la presenza di un forte impero persiano era fondamentale per mantenere un equilibrio di poteri che garantisse una certa autonomia per l'Armenia e credo che Arshak non volesse che i romani schiacciassero in modo definitivo i persiani. Shapur marciò effettivamente verso nord incontro a Procopio, cosa che spiegherebbe la sua assenza nei primi mesi di campagna, ma accortosi dell'invasione di Giuliano avrebbe fatto dietrofront. Per motivi inspiegabili Procopio non seguì Shapur e rimase nel nord della Mesopotamia: se avesse seguito Shapur l'esercito combinato romano avrebbe probabilmente avuto facilmente la meglio sugli iraniani.

La situazione era adesso ancora più grave: i rifornimenti non sarebbero bastati ancora a lungo e l'armata persiana era sul campo. Giuliano e il suo entourage decisero quindi che era arrivato il momento di tornare alle loro basi nella Mesopotamia settentrionale per rifornirsi e ricongiungersi con l'esercito settentrionale. La campagna era stata comunque un successo, sarebbe bastato tornare in territorio romano e ricominciare l'anno successivo. Ovviamente se durante la ritirata Shapur avesse dato battaglia i romani l'avrebbero combattuta, fidando nel loro numero, esperienza e valore che ritenevano sufficienti a vincere i persiani in qualunque battaglia campale. E il dramma è che non si sbagliavano.

Shapur credo fosse anch'egli convinto della superiorità dell'esercito romano e non diede battaglia, ma neanche permise che l'esercito romano si ritirasse tranquillamente dai suoi territori. I diavoli occidentali avrebbero pagato cara l'invasione e la distruzione delle sue città.

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I romani marciarono per tornare verso il Tigri ma i persiani iniziarono ad attaccare in forze la retroguardia usando la loro micidiale cavalleria. I romani riuscirono a respingere gli attacchi ma ovviamente la marcia ne fu rallentata in quello che era sicuramente l'obiettivo di Shapur, che voleva rendere il più lenta possibile la ritirata. Mentre i romani inciampavano lentamente verso i loro territori tutto intorno a loro i fuochi mandavano in fumo qualunque speranza di rifornirsi con le ricchezze della terra circostante.

Finalmente l'esercito ritrovò il Tigri ma nelle vicinanze della città di Maranga, una ottantina di miglia a nord di Ctesifonte, le retrovie furono attaccate dall'intero esercito persiano in pieno assetto di battaglia: Shapur aveva deciso che non poteva permettere a Giuliano di ritirarsi e doveva fare qualcosa di più significativo di una semplice guerriglia. Ne seguì uno scontro violento in cui Giuliano diede ordine di attaccare velocemente i persiani per non esporre i suoi ai micidiali arcieri persiani. I romani vinsero tatticamente la battaglia, respingendo i persiani con perdite superiori per questi ultimi, ma la loro situazione strategica continuò a peggiorare, visto che i viveri erano oramai ridotti al lumicino e la marcia attraverso la Mesopotamia centrale era sempre più lenta.

La ritirata continuò verso nord, tormentata dal calore degli incendi, dagli insetti e dalla fame. L'esercito giunse infine a Samara, città che esiste ancora oggi nell'Iraq centrale. La situazione era infatti oramai molto grave: scrive Marcellino che la fame iniziò a tormentare sia gli uomini che le bestie da soma, animali indispensabili per il trasporto. Giuliano diede il buono esempio e anche lui mangiò come tutta la truppa, ovvero poco e male. Nella notte Marcellino sostiene che Giuliano vide una stella cadente, un terribile presagio per i superstiziosi romani: si era all'alba di una giornata fatale e Giuliano andava incontro al suo destino.

L'indomani, il 26 Giugno del 363 dopo cristo, i persiani, sconfitti nei giorni precedenti, rinunciarono a dare battaglia campale ma continuarono gli attacchi nella retrovia. Giuliano si comportò con il solito coraggio, coraggio certamente lodevole anche se va ricordato che i romani erano in una situazione così grave, pur avendo vinto ogni battaglia, per colpa della sua avventatezza.

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Giuliano, nella fretta di portare soccorso ai suoi, dimenticò di indossare l'armatura e afferrò di fretta uno scudo. Mentre aiutava la retrovia gli giunse notizia che anche i soldati dell'avanguardia erano sotto attacco. Mentre si recava da loro un gruppo di cavalieri persiani attaccò il centro, sostenuto dagli elefanti. Giuliano guidò con coraggio un contrattacco, gettandosi nella mischia. I persiani furono respinti e volti in fuga. Proprio in questi istanti di vittoria avvenne l'imponderabile. Dice Marcellino “Improvvisamente, non si sa da dove provenisse, una lancia della cavalleria gli sfiorò un braccio e gli traversò le costole. Mentre tentava di estrarla con la destra, s'accorse che i nervi delle dita gli erano state recisi dal ferro aguzzo. Svenne e cadde da cavallo e, soccorso immediatamente dai presenti, fu riportato all'accampamento dove fu sottoposto alle cure dei medici”.

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Giuliano colpito a morte da una lancia

Ora, io penso che la versione di Marcellino sia la più credibile, alla fin fine era l'unico tra i tanti che scrissero a riguardo di questa giornata fatale che fosse davvero lì, in Mesopotamia. Ma non sarei diligente se non citassi le altre versioni di quello che accadde, almeno quelle principali: la prima è di Libanio, il grande intellettuale pagano di Antiochia che ho già citato altrove. Libanio scrive, in una orazione in onore dell'imperatore pagano, che fu un soldato ausiliario romano a ferire gravemente Giuliano, implicando che stesse seguendo ordini dall'alto. In una versione seguente individua anche quelli che secondo lui sono i colpevoli: i cristiani, anzi una cricca di ufficiali cristiani traditori della patria. Gregorio Nazianzeno è un'altra fonte, ma questa volta cristiana: fu uno dei principali vescovi e intellettuali romani che scrisse due invettive contro Giuliano, fu uno dei primi a chiamarlo con disprezzo apostata. Gregorio riferisce che ci sono più versioni, ma che per lui una volta ferito Giuliano cercò di trasformarsi in divinità, eseguendo un rito magico cercando di gettare il suo corpo in un fiume.

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Oramai la via per Ctesifonte era aperta: tutto sembrava andare per il meglio ma Il problema era che i Romani controllavano, si, la terra tra l'Eufrate e il Tigri, ma Ctesifonte si trova sul lato orientale del Tigri che andava attraversato. By now the way to Ctesiphon was open: everything seemed to be going well but The problem was that the Romans controlled, yes, the land between the Euphrates and the Tigris, but Ctesiphon is on the eastern side of the Tigris that had to be crossed. l'esercito di Giuliano aveva però un ultimo asso nella manica per impressionare i persiani. Julian's army, however, had one last ace up its sleeve to impress the Persians. Giuliano sapeva infatti che nella regione era stato costruito da Traiano e poi abbandonato un canale che collegava l'Eufrate al Tigri: i due fiumi erano piuttosto vicini nella regione di Ctesifonte. In fact, Julian knew that a canal connecting the Euphrates and Tigris had been built by Trajan and then abandoned in the region: the two rivers were quite close in the region of Ctesiphon. Gli ingegneri romani rimossero le pietre che i Persiani avevano posizionato per ostruire il canale ed evitare proprio quello che i romani stavano per fare: il canale fu riaperto e allagato. Roman engineers removed the stones that the Persians had placed to obstruct the canal and prevented just what the Romans were about to do: the canal was reopened and flooded. l'immensa flotta fluviale romana vi entrò trionfalmente e poté navigare fino al Tigri e sbucare nei pressi di Ctesifonte. the immense Roman river fleet entered it triumphantly and was able to sail to the Tigris and land near Ctesiphon. Giuliano era riuscito nel suo intento: aveva portato un'immensa armata e flotta romana alle soglie della capitale persiana. Julian had succeeded: he had brought an immense Roman army and fleet to the threshold of the Persian capital.

I Persiani non erano però imbelli: a Ctesifonte c'era una forte guarnigione e parte dell'esercito di Shapur. The Persians were not undefeated, however: there was a strong garrison and part of Shapur's army at Ctesiphon. I persiani tenevano la sponda orientale del grande fiume, Giuliano avrebbe dovuto forzare il passaggio se avesse voluto porre sotto assedio la capitale. The Persians held the eastern bank of the great river; Julian would have had to force the passage if he wanted to lay siege to the capital. L'imperatore pensò ad un piano ambizioso: fece caricare su alcune delle navi 800 soldati e diede ordine che attraversassero il fiume di notte, per occupare una testa di ponte. The emperor thought of an ambitious plan: he had 800 soldiers loaded onto some of the ships and gave orders for them to cross the river at night to occupy a bridgehead. All'inizio i soldati erano timorosi dell'ordine del sovrano, ma quando videro alcuni commilitoni già in atto di sbarcare e a rischio di essere sopraffatti i soldati prescelti si gettarono attraverso il fiume. At first the soldiers were fearful of the ruler's order, but when they saw some fellow soldiers already in the act of disembarking and at risk of being overwhelmed the chosen soldiers jumped across the river. Una volta assicuratasi una posizione, fu dato l'ordine di passare all'intero esercito. Once a position was secured, the order was given for the entire army to move on. Sull'altra sponda c'erano però migliaia di arcieri e fanti persiani, oltre ai cavalieri catafratti, ricoperti d'acciai dalla testa ai piedi, e a un buon numero di elefanti. On the other side, however, were thousands of Persian archers and foot soldiers, as well as cataphract horsemen, covered in steel from head to toe, and a good number of elephants. Ne seguì uno scontro acceso tra i due eserciti, mentre Giuliano faceva la spola verso i settori dove i romani erano in maggiore difficoltà, apparentemente incurante della sua sicurezza personale: era diventato un comandante rispettato e amato dai suoi soldati che venivano rinfrancati ogni volta che lo vedevano. A heated clash between the two armies ensued as Julian shuttled to the sectors where the Romans were in greater difficulty, seemingly unconcerned for his personal safety: he had become a respected and beloved commander among his soldiers, who were refreshed every time they saw him. Alla fine i Romani spinsero i persiani alla fuga e verso la sicurezza delle mura della loro capitale. Eventually the Romans pushed the Persians to flee and to the safety of the walls of their capital city. Nella fuga circa 2500 di loro furono uccisi, mentre i Romani persero solo settanta uomini. In the escape about 2,500 of them were killed, while the Romans lost only seventy men.

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Fino a questo punto la marcia di Giuliano era stata una progressione trionfale, ma qui finalmente dobbiamo fare conti con l'impulsività di Giuliano oltre che il suo innegabile coraggio e la sua finora impeccabile guida militare. Up to this point, Julian's march had been a triumphant progression, but here we finally have to reckon with Julian's impulsiveness as well as his undeniable courage and heretofore impeccable military leadership. Giuliano era entrato nella Persia senza un obiettivo strategico chiaro: se l'obiettivo era conquistare l'impero persiano fino ad ora si era solo scherzato: Giuliano aveva saccheggiato città e terre dei Persiani, ma l'impero aveva molte altre terre. Julian had entered Persia without a clear strategic objective: if the goal was to conquer the Persian empire so far it had only been a joke: Julian had sacked cities and lands of the Persians, but the empire had many other lands. Se l'obiettivo era giungere ad una pace vantaggiosa peri Romani Giuliano aveva avuto l'occasione di raggiungerla prima ancora di partire, con Shapur che aveva implorato la pace. If the goal was to come to a peace beneficial to the Romans Julian had a chance to achieve it before he even left, with Shapur having pleaded for peace. Sembra che l'obiettivo di Giuliano fosse invece di arrivare a Ctesifonte, saccheggiarla o costringere Shapur ad una battaglia campale per difenderla, possibilmente con l'aiuto dell'armata di Procopio. It seems that Julian's goal was instead to get to Ctesiphon, sack it or force Shapur into a pitched battle to defend it, possibly with the help of Procopius' army. Il problema era che non c'era traccia né dell'armata principale di Shapur né di quella inviata da Giuliano come diversione: di fronte ai Romani si estendeva ora la capitale, un tempo regolarmente saccheggiata da generali romani trionfanti ma che ora sembrava impregnabile. The problem was that there was no sign of either Shapur's main army or that sent by Julian as a diversion: facing the Romans now stretched the capital, once regularly sacked by triumphant Roman generals but now seemingly impregnable. Quello che dovete sapere è che nel tardo impero ci fu una rivoluzione delle tecniche di difesa delle città, con fortificazioni e macchine da assedio impensabili anche solo cento anni prima. What you need to know is that in the late empire there was a revolution in city defense techniques, with fortifications and siege machines unthinkable even a hundred years earlier. Queste innovazioni si erano diffuse in entrambi i grandi imperi ora in lotta e quella che era stata una città facilmente prendibile era diventata una micidiale fortezza. These innovations had spread to both great empires now at war, and what had been an easily taken city had become a deadly fortress. Certo, sarebbe stato possibile prenderla, ma non senza lunghe settimane se non mesi di assedio, tempo che Shapur avrebbe potuto utilizzare per mobilizzare un'enorme armata dall'interno dei suoi sterminati domini. Of course, it would have been possible to take it, but not without long weeks if not months of siege, time that Shapur could have used to mobilize a huge army from within his endless domains. Un'armata in grado di schiacciare i romani tra l'incudine dell'esercito e il martello delle mura e della guarnigione di Ctesifonte. An army capable of crushing the Romans between the anvil of the army and the hammer of the walls and garrison of Ctesiphon. La situazione era difficile: i romani si ritrovavano in campo aperto, a centinaia di miglia dalle loro basi, in territorio ostile e potenzialmente stretti tra due minacce. The situation was difficult: the Romans found themselves in the open field, hundreds of miles from their bases, in hostile territory and potentially caught between two threats. Giuliano non aveva mai perso una battaglia, ma rischiava di perdere la guerra. Julian had never lost a battle, but he was in danger of losing the war.

Giuliano e il suo entourage militare si riunirono in consiglio per decidere il da farsi. Julian and his military entourage met in council to decide what to do. Le opzioni erano due: tornare per dove erano venuti, attraverso territori devastati dagli stessi romani e che quindi non avrebbero potuto sfamare l'esercito, o risalire il Tigri con la speranza di ricongiungersi con l'armata di Procopio. There were two options: return the way they had come, through territories that had been devastated by the Romans themselves and thus could not feed the army, or go up the Tigris with the hope of rejoining Procopius' army. Giuliano scelse, criticamente, una terza via: contro il parere degli alti papaveri dell'esercito decise di marciare verso l'interno dell'Iran, abbandonando le familiari sponde dei fiumi: l'intenzione era di causare tale e tanta devastazione da costringere Shapur ad una battaglia campale che Giuliano era fiducioso di poter vincere. Julian chose, critically, a third way: against the advice of the army's top poppies, he decided to march into the interior of Iran, abandoning the familiar riverbanks: the intention was to cause so much devastation that Shapur would be forced into a pitched battle that Julian was confident he could win.

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C'era un problema però: la grande flotta d'invasione. There was one problem, however: the large invasion fleet. Giuliano non poteva portarla con sé verso l'interno dell'Iran e non poteva lasciarla nelle mani dei Persiani. Julian could not take it with him to the interior of Iran and could not leave it in the hands of the Persians. Prese quindi una decisione gravida di conseguenze e diede ordine di bruciare l'intera flotta: i soldati videro ominosamente le fiamme circondare e distruggere le navi che li aveva accompagnati, protetti e sfamati per mesi e la cosa non gli piacque neanche un po': quelle erano le navi da cui dipendeva la loro vita e rumoreggiarono a lungo. He then made a decision fraught with consequences and gave orders to burn the entire fleet: the soldiers watched ominously as the flames surrounded and destroyed the ships that had accompanied, protected and fed them for months, and they did not like it one bit: those were the ships on which their lives depended, and they rumbled for a long time. Ma Giuliano impose ancora il suo volere: fece anche sbarcare i circa 20 mila marinai della flotta che furono uniti all'esercito, portandone il numero verso circa 60 mila uomini. But Julian still imposed his will: he also landed the approximately 20,000 sailors from the fleet who were joined to the army, bringing the number toward about 60,000 men. Un esercito capace di sconfiggere anche da solo, senza Procopio e la sua armata, l'esercito principale di Shapur. An army capable of defeating even on its own, without Procopius and his army, Shapur's main army.

L'esercito così riunito invase l'interno dell'Iran, ma i persiani non avevano alcuna intenzione di rendere le cose facili a Giuliano e diedero fuoco a tutte le messi in modo da privare di rifornimenti i numerosi soldati romani che non aveva più la flotta a sostegno logistico e che quindi portavano con loro solo alcune settimane di viveri. The army thus assembled invaded the interior of Iran, but the Persians had no intention of making things easy for Julian and set fire to all the messes so as to deprive of supplies the many Roman soldiers who no longer had the fleet for logistical support and thus carried with them only a few weeks' worth of provisions. Alcuni prigionieri che fungevano da guide condussero l'esercito di proposito verso territori spogli e di difficile passaggio. Some prisoners who acted as guides purposely led the army to bare and difficult-to-pass territories. I locali iniziarono azioni di forte disturbo, con attacchi mordi e fuggi atti a sfiancare i romani. The locals began strong disruptive actions, with hit-and-run attacks designed to wear down the Romans. Insomma, tutto l'armamentario a disposizione di un popolo che combatta sul suo terreno, a difesa della propria terra e in svantaggio numerico. In short, all the paraphernalia at the disposal of a people fighting on their own soil, defending their land and at a numerical disadvantage. La guerriglia e la guerra asimmetrica sono sempre l'opzione migliore di fronte ad un nemico con un vantaggio teoricamente soverchiante, basta chiedere ai vietnamiti o agli afghani. Guerrilla and asymmetric warfare are always the best option when faced with an enemy with a theoretically overwhelming advantage-just ask the Vietnamese or the Afghans.

In questo difficile frangente, il 16 Giugno del 363, finalmente comparvero in lontananza i segni di un grande esercito in marcia: polvere e fumo in abbondanza. At this difficult juncture, on June 16, 363, signs of a large marching army finally appeared in the distance: dust and smoke aplenty. Ma di chi si trattava, di Shapur, di Procopio, degli Armeni? But who was it about, Shapur, Procopius, the Armenians? Scrive Ammiano “Passammo quella notte, non illuminata dallo splendore delle stelle, senza che nessuno osasse sedersi o chiudere occhio per la paura, come suole accadere nelle condizioni difficili. Ammianus writes, "We passed that night, unlit by the splendor of the stars, without anyone daring to sit down or close his eyes in fear, as is usually the case in difficult conditions. Ma appena parvero le prime luci del giorno, le loriche scintillanti avvolte di fasce di ferro e le corazze lampeggianti annunciarono da lungi la presenza delle truppe del Re”. But as soon as the first light of day appeared, the gleaming lorics wrapped in iron bands and flashing armor announced from afar the presence of the King's troops."

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Shapur era infine arrivato. Shapur had finally arrived. Purtroppo non sappiamo molto di cosa accadde nel teatro di guerra settentrionale: nel testo di Ammiano c'è una lacuna e le altre fonti non sono precise a riguardo. Unfortunately, we do not know much about what happened in the northern theater of war: there is a gap in Ammianus' text and the other sources are not precise about it. A grandi linee sembra che l'esercito di Procopio attraversò effettivamente il Tigri, penetrando in territorio persiano, ma attese invano i rinforzi da parte degli Armeni di Arshak. Per qualche motivo, quest'ultimo tradì i romani, negando i suoi uomini e i vettovagliamenti promessi: pagherà molto caramente questa decisione, forse motivata dal bisogno di non fare trionfare troppo i romani: la presenza di un forte impero persiano era fondamentale per mantenere un equilibrio di poteri che garantisse una certa autonomia per l'Armenia e credo che Arshak non volesse che i romani schiacciassero in modo definitivo i persiani. For some reason, the latter betrayed the Romans, withholding his men and promised provisions: he paid very dearly for this decision, perhaps motivated by the need not to make the Romans triumph too much: the presence of a strong Persian empire was essential to maintain a balance of power that would ensure some autonomy for Armenia, and I believe Arshak did not want the Romans to crush the Persians outright. Shapur marciò effettivamente verso nord incontro a Procopio, cosa che spiegherebbe la sua assenza nei primi mesi di campagna, ma accortosi dell'invasione di Giuliano avrebbe fatto dietrofront. Shapur actually marched north to meet Procopius, which would explain his absence in the first months of the campaign, but upon realizing Julian's invasion would turn back. Per motivi inspiegabili Procopio non seguì Shapur e rimase nel nord della Mesopotamia: se avesse seguito Shapur l'esercito combinato romano avrebbe probabilmente avuto facilmente la meglio sugli iraniani. For inexplicable reasons Procopius did not follow Shapur and remained in northern Mesopotamia: had he followed Shapur the combined Roman army would probably have easily prevailed over the Iranians.

La situazione era adesso ancora più grave: i rifornimenti non sarebbero bastati ancora a lungo e l'armata persiana era sul campo. The situation was now even more serious: supplies would not be enough for much longer, and the Persian army was in the field. Giuliano e il suo entourage decisero quindi che era arrivato il momento di tornare alle loro basi nella Mesopotamia settentrionale per rifornirsi e ricongiungersi con l'esercito settentrionale. Julian and his entourage then decided it was time to return to their bases in northern Mesopotamia to resupply and rejoin the northern army. La campagna era stata comunque un successo, sarebbe bastato tornare in territorio romano e ricominciare l'anno successivo. The campaign had been a success anyway; it would be enough to return to Roman territory and start again the following year. Ovviamente se durante la ritirata Shapur avesse dato battaglia i romani l'avrebbero combattuta, fidando nel loro numero, esperienza e valore che ritenevano sufficienti a vincere i persiani in qualunque battaglia campale. Obviously if during the retreat Shapur had given battle the Romans would have fought it, trusting in their numbers, experience, and valor, which they considered sufficient to overcome the Persians in any pitched battle. E il dramma è che non si sbagliavano. And the tragedy is that they were not wrong.

Shapur credo fosse anch'egli convinto della superiorità dell'esercito romano e non diede battaglia, ma neanche permise che l'esercito romano si ritirasse tranquillamente dai suoi territori. Shapur I believe was also convinced of the superiority of the Roman army and did not give battle, but neither did he allow the Roman army to quietly withdraw from his territories. I diavoli occidentali avrebbero pagato cara l'invasione e la distruzione delle sue città. Western devils would pay dearly for the invasion and destruction of its cities.

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I romani marciarono per tornare verso il Tigri ma i persiani iniziarono ad attaccare in forze la retroguardia usando la loro micidiale cavalleria. The Romans marched back toward the Tigris but the Persians began to attack the rear guard in force using their deadly cavalry. I romani riuscirono a respingere gli attacchi ma ovviamente la marcia ne fu rallentata in quello che era sicuramente l'obiettivo di Shapur, che voleva rendere il più lenta possibile la ritirata. The Romans managed to repel the attacks but obviously the march was slowed by them in what was surely Shapur's goal, which was to make the retreat as slow as possible. Mentre i romani inciampavano lentamente verso i loro territori tutto intorno a loro i fuochi mandavano in fumo qualunque speranza di rifornirsi con le ricchezze della terra circostante. As the Romans slowly stumbled toward their territories all around them the fires blew away any hope of replenishing themselves with the riches of the surrounding land.

Finalmente l'esercito ritrovò il Tigri ma nelle vicinanze della città di Maranga, una ottantina di miglia a nord di Ctesifonte, le retrovie furono attaccate dall'intero esercito persiano in pieno assetto di battaglia: Shapur aveva deciso che non poteva permettere a Giuliano di ritirarsi e doveva fare qualcosa di più significativo di una semplice guerriglia. At last the army found the Tigris, but in the vicinity of the city of Maranga, some eighty miles north of Ctesiphon, the rear was attacked by the entire Persian army in full battle gear: Shapur had decided that he could not allow Julian to retreat and had to do something more significant than just guerrilla warfare. Ne seguì uno scontro violento in cui Giuliano diede ordine di attaccare velocemente i persiani per non esporre i suoi ai micidiali arcieri persiani. A violent confrontation ensued in which Julian gave orders to attack the Persians quickly so as not to expose his own to the deadly Persian archers. I romani vinsero tatticamente la battaglia, respingendo i persiani con perdite superiori per questi ultimi, ma la loro situazione strategica continuò a peggiorare, visto che i viveri erano oramai ridotti al lumicino e la marcia attraverso la Mesopotamia centrale era sempre più lenta. The Romans won the battle tactically, pushing back the Persians with superior losses for the latter, but their strategic situation continued to worsen as supplies were now stretched thin and the march through central Mesopotamia was increasingly slow.

La ritirata continuò verso nord, tormentata dal calore degli incendi, dagli insetti e dalla fame. The retreat continued northward, plagued by the heat of fires, insects and hunger. L'esercito giunse infine a Samara, città che esiste ancora oggi nell'Iraq centrale. The army finally reached Samara, a city that still exists today in central Iraq. La situazione era infatti oramai molto grave: scrive Marcellino che la fame iniziò a tormentare sia gli uomini che le bestie da soma, animali indispensabili per il trasporto. Indeed, the situation was now very serious: Marcellinus writes that starvation began to torment both the men and the beasts of burden, animals essential for transportation. Giuliano diede il buono esempio e anche lui mangiò come tutta la truppa, ovvero poco e male. Julian set a good example and he too ate like all the troop, that is, little and badly. Nella notte Marcellino sostiene che Giuliano vide una stella cadente, un terribile presagio per i superstiziosi romani: si era all'alba di una giornata fatale e Giuliano andava incontro al suo destino. In the night Marcellinus claims that Julian saw a shooting star, a terrible omen for the superstitious Romans: it was dawn of a fateful day and Julian was meeting his fate.

L'indomani, il 26 Giugno del 363 dopo cristo, i persiani, sconfitti nei giorni precedenti, rinunciarono a dare battaglia campale ma continuarono gli attacchi nella retrovia. The next day, June 26, 363 AD, the Persians, defeated in the previous days, gave up giving pitched battle but continued attacks in the rear. Giuliano si comportò con il solito coraggio, coraggio certamente lodevole anche se va ricordato che i romani erano in una situazione così grave, pur avendo vinto ogni battaglia, per colpa della sua avventatezza. Julian behaved with his usual courage, courage that was certainly commendable although it should be remembered that the Romans were in such a dire situation, despite having won every battle, because of his recklessness.

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Giuliano, nella fretta di portare soccorso ai suoi, dimenticò di indossare l'armatura e afferrò di fretta uno scudo. Julian, in his haste to bring relief to his own, forgot to put on his armor and hastily grabbed a shield. Mentre aiutava la retrovia gli giunse notizia che anche i soldati dell'avanguardia erano sotto attacco. While helping the rear, news reached him that the vanguard soldiers were also under attack. Mentre si recava da loro un gruppo di cavalieri persiani attaccò il centro, sostenuto dagli elefanti. On his way to them a group of Persian horsemen attacked the center, supported by elephants. Giuliano guidò con coraggio un contrattacco, gettandosi nella mischia. Julian boldly led a counterattack, throwing himself into the fray. I persiani furono respinti e volti in fuga. The Persians were pushed back and turned to flee. Proprio in questi istanti di vittoria avvenne l'imponderabile. In these very moments of victory the imponderable happened. Dice Marcellino “Improvvisamente, non si sa da dove provenisse, una lancia della cavalleria gli sfiorò un braccio e gli traversò le costole. Says Marcellinus "Suddenly, no one knows where it came from, a cavalry spear grazed his arm and pierced his ribs. Mentre tentava di estrarla con la destra, s'accorse che i nervi delle dita gli erano state recisi dal ferro aguzzo. As he tried to pull it out with his right hand, he noticed that the nerves in his fingers had been severed by the sharp iron. Svenne e cadde da cavallo e, soccorso immediatamente dai presenti, fu riportato all'accampamento dove fu sottoposto alle cure dei medici”. He fainted and fell from his horse and, immediately rescued by those present, was brought back to the camp where he was treated by doctors."

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Giuliano colpito a morte da una lancia Julian struck to death by a spear

Ora, io penso che la versione di Marcellino sia la più credibile, alla fin fine era l'unico tra i tanti che scrissero a riguardo di questa giornata fatale che fosse davvero lì, in Mesopotamia. Now, I think that Marcellinus' version is the most credible, at the end of the day he was the only one among the many who wrote about this fateful day that was really there in Mesopotamia. Ma non sarei diligente se non citassi le altre versioni di quello che accadde, almeno quelle principali: la prima è di Libanio, il grande intellettuale pagano di Antiochia che ho già citato altrove. But I would not be diligent if I did not mention the other versions of what happened, at least the main ones: the first is by Libanius, the great pagan intellectual from Antioch whom I have already quoted elsewhere. Libanio scrive, in una orazione in onore dell'imperatore pagano, che fu un soldato ausiliario romano a ferire gravemente Giuliano, implicando che stesse seguendo ordini dall'alto. Libanius writes, in an oration in honor of the pagan emperor, that it was a Roman auxiliary soldier who seriously wounded Julian, implying that he was following orders from above. In una versione seguente individua anche quelli che secondo lui sono i colpevoli: i cristiani, anzi una cricca di ufficiali cristiani traditori della patria. In a later version he also identifies what he believes are the culprits: Christians, indeed a cabal of Christian officers who are traitors to the homeland. Gregorio Nazianzeno è un'altra fonte, ma questa volta cristiana: fu uno dei principali vescovi e intellettuali romani che scrisse due invettive contro Giuliano, fu uno dei primi a chiamarlo con disprezzo apostata. Gregory Nazianzen is another source, but this time a Christian one: he was one of the leading Roman bishops and intellectuals who wrote two invectives against Julian; he was one of the first to call him an apostate with contempt. Gregorio riferisce che ci sono più versioni, ma che per lui una volta ferito Giuliano cercò di trasformarsi in divinità, eseguendo un rito magico cercando di gettare il suo corpo in un fiume. Gregory reports that there are multiple versions, but that for him once he was wounded Julian tried to transform himself into a deity, performing a magic ritual by trying to throw his body into a river.