48 - Imparo l'italiano con Pinocchio
Capitolo 48
Pinocchio continua a nuotare tranquillo quando all'improvviso vede in mezzo al mare uno scoglio che sembra di marmo bianco. E sulla cima dello scoglio sta una bella Caprettina che bela amorosamente e gli fa segno di avvicinarsi.
La cosa più strana è questa: la lana della Caprettina, invece di essere bianca o nera, o di due colori, come quella delle altre capre, è invece turchina, di un turchino splendente come i capelli della Fata.
Il cuore di Pinocchio inizia a battere più forte! Nuota più veloce che può verso lo scoglio bianco.
È a metà strada quando vede venirgli incontro un'orribile testa di mostro marino, con la bocca spalancata come una voragine e una fila di denti terribili. Quel mostro marino è il gigantesco Pescecane!
Pinocchio, spaventato, cerca di evitarlo e di cambiare strada. Il burattino cerca di fuggire, ma quella immensa bocca spalancata gli viene sempre incontro con la velocità di un fulmine.
− Fai in fretta, Pinocchio! − grida belando la bella Caprettina.
E Pinocchio nuota disperatamente con le braccia, con il petto, con le gambe e con i piedi.
− Corri, Pinocchio, perché il mostro si avvicina!
E Pinocchio, impegnandosi disperatamente, raddoppia la sua forza nella nuotata.
− Attento, Pinocchio! Il mostro ti raggiunge! Eccolo! Eccolo! Fai in fretta o sei perduto!
E Pinocchio nuota più veloce che mai, e via, e via, e via, come andrebbe un proiettile di fucile. È quasi vicino allo scoglio e la Caprettina si sporge tutta sul mare, con le sue zampine davanti per aiutarlo a uscire dall'acqua!
Ma è troppo tardi! Il mostro lo ha raggiunto: beve il povero burattino come si beve un uovo di gallina... E lo inghiotte con tanta violenza e con tanta avidità che Pinocchio, cascando nel corpo del Pescecane, batte forte la testa e sviene per un quarto d'ora.
Quando torna in sé non capisce in che mondo sia.
Intorno a lui c'è da ogni parte un gran buio: un buio così nero e profondo che gli sembra di essere in una boccetta piena d'inchiostro. Sta in ascolto e non sente nessun rumore. Di tanto in tanto sente che gli arrivano sul viso alcune grandi folate di vento. Perché infatti il Pescecane soffre moltissimo d'asma, e quando respira sembra che ci sia un vento freddo di montagna.
All'inizio Pinocchio cerca di farsi un po' di coraggio, ma, quando capisce di trovarsi chiuso nel corpo del mostro marino, comincia a piangere e a urlare, e piangendo dice:
− Aiuto! Aiuto! Oh povero me! Non c'è nessuno che venga a salvarmi?
− Chi vuoi che ti salvi, disgraziato? − dice in quel buio una voce stridula, che sembra una chitarra scordata.
− Chi è che parla così? − domanda Pinocchio pieno di spavento.
− Sono io! Sono un povero Tonno, inghiottito dal Pescecane insieme a te. E tu che pesce sei?
− Io non sono un pesce, io sono un burattino.
− E allora, se non sei un pesce, perché ti sei fatto inghiottire dal mostro?
− Non sono io che mi sono fatto inghiottire: è lui che mi ha inghiottito! E ora che cosa dobbiamo fare qui al buio?
− Rassegnamoci e aspettiamo che il Pescecane ci digerisca tutt'e due!
− Ma io non voglio essere digerito! − urla Pinocchio ricominciando a piangere.
− Neppure io vorrei essere digerito, − aggiunge il Tonno, − ma io sono abbastanza filosofo, e mi consolo pensando che quando si nasce Tonni c'è più dignità a morire sott'acqua che sott'olio!
− Stupidaggini! − grida Pinocchio.
− La mia è un'opinione, − risponde il Tonno, − e le opinioni, come dicono i Tonni politici, vanno rispettate!
− Insomma... Io voglio andarmene di qui... Io voglio scappare...
− Scappa, se ti riesce!
− È molto grosso questo Pescecane che ci ha inghiottiti?
− domanda il burattino.
− Eccome! Il suo corpo è più lungo di un chilometro, senza contare la coda.
Mentre fanno questa conversazione al buio, Pinocchio crede di vedere lontano lontano una piccola luce.
− Che cos'è quella luce lontana lontana? − domanda Pinocchio.
− Forse è un nostro compagno di sfortuna, che aspetta come noi il momento di essere digerito!
− Voglio andare a trovarlo. Forse è un vecchio pesce che può insegnarmi la strada per fuggire...
− Buona fortuna, caro burattino!
− Addio, Tonno.
− Addio, burattino.
− Dove ci rivedremo?
− Chi lo sa? È meglio non pensarci neppure!
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Parole difficili del capitolo 48
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Il marmo : pietra di colore chiaro di grande qualità utilizzata per costruire chiese, palazzi e anche lapidi di tombe
La cima: la parte più alta, il punto più in alto
Una capra: piccolo mammifero ruminante con piccole corna, barba e coda corta
Una capretta: piccola capra
Belare: emettere il verso delle capre e delle pecore
La lana: pelo di alcuni animali, come capre e pecore
Una voragine: profonda apertura o spaccatura nel terreno
L'avidità: desiderio esagerato e incontrollabile
Un proiettile: piccolo oggetto di metallo lanciato dalle armi da fuoco
Il fucile: arma da fuoco portatile, con lunga canna d'acciaio
Di tanto in tanto: a volte, ogni tanto
Una folata di vento: soffio di vento forte, breve e improvviso
L'asma: malattia che causa difficoltà respiratorie e tosse
Un disgraziato: una persona sfortunata
Una voce stridula: una voce molto acuta e fastidiosa
Una chitarra scordata: una chitarra non accordata, stonata
Neppure: neanche, nemmeno