#5: La voce di Vegeta, Marshall e Gordon Ramsay [2]
MICHELE: Di spostarsi.
Infatti tu vivi a Milano, giusto?
GIANLUCA: Sì, vivo a Milano. Sono nato a Torino, vivo a Milano da 22 anni.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Quindi niente, sto qui. Mi va bene stare qua.
Potevo anche scegliere di andare a Roma.
Però non l'ho fatto. Ci vado ogni tanto a doppiare,
a fare delle cose.
I pro sono che se il lavoro gira bene, si guadagna più di un lavoro
basic, standard.
Non è un lavoro in cui diventi... se vuoi diventare ricchissimo c'è altro.
Però si vive dignitosamente.
MICHELE: Beh, sicuramente è una professione interessante.
Infatti tantissimi giovani vogliono fare questo lavoro.
Un po' come la rock star.
Almeno in Italia penso sia così.
Anche compagni di classe che ho avuto in passato,
tanti mi hanno detto "Voglio provare questa professione".
Ma perché poi rimani affascinato.
Cresci con queste serie Tv, come Dragon Ball nel mio caso.
Io ho visto tutti gli episodi di Dragon Ball
e per me anche adesso è un'emozione parlare con te in questo momento.
Fissato di "How I met your mother",
e ovviamente di fronte a me ho la voce di Marshall.
È come se tu fossi una rock star.
Italiana, ma esatto. È così.
GIANLUCA: Però diciamo che, come tutti i lavori artistici,
non puoi deciderlo solo con la testa,
non puoi dire "voglio fare quello perché è figo". MICHELE: Esatto.
GIANLUCA: È come i bambini quando dicono "io voglio fare l'astronauta".
Ho capito... MICHELE: Eh certo.
GIANLUCA: Non è che ti metti una tuta e vai.
Devi farti un mazzo così a studiare aeronautica e quant'altro.
Insomma c'è un percorso lungo.
E il doppiaggio anche.
C'è l'attore, poi specializzandoti di più nella voce,
è come studiare uno strumento musicale.
Vuoi imparare a suonare la chitarra per strimpellare con gli amici,
o vuoi diventare un chitarrista vero?
Perché è diverso, eh. MICHELE: È diverso.
GIANLUCA: Fare il chitarrista vero vuol dire studiare tanto.
MICHELE: Sì. Poi puoi avere una bellissima voce,
però se non sai usarla... è come avere una Gibson ok?
GIANLUCA: Bravo. MICHELE: Di Angus Young.
Ma se non sai suonarla questa chitarra...
diventa difficile come cosa, no?
GIANLUCA: È una cosa che anche io dico sempre.
Puoi avere un pianoforte da 100.000 euro,
bellissimo,
ma poi non lo sai suonare e che te ne fai?
MICHELE: Esatto.
Magari hai tutto questo talento che non sai sfruttare.
Magari c'è qualcuno che non ha una voce così bella,
ma hanno una buona tecnica.
E allora in quel caso lì
riescono a fare questo lavoro, no?
GIANLUCA: È un po' come dire che la voce corrisponde al fisico, no?
Non è che uno deve essere bello per fare l'attore.
Deve essere bravo per fare l'attore. MICHELE: Vero.
GIANLUCA: In Italia va be', nel mondo parallelo delle fiction
a volte conta più il bello del bravo.
Ma purtroppo in Italia ci sono delle regole un po'...
che non condivido, mettiamola così.
MICHELE: Ok.
Ma tu preferisci doppiare un contenuto rispetto a un'altro,
ad esempio videogiochi, film, serie Tv.
Cosa ti piace doppiare di più?
GIANLUCA: Le robe che mi danno più soddisfazione
in realtà sono i film.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Doppiare un bravo attore in un film.
Perché lì metti in gioco tutto il tuo essere un bravo attore.
Quindi è importante. MICHELE: Certo.
GIANLUCA: Un bravo attore ti dà la possibilità
innanzitutto di essere fedele al lavoro che ha fatto lui,
ma di seguire delle sfumature...
se il lavoro è fatto bene diventa molto interessante
attorialmente parlando.
Con un cartone animato ti diverti, con un videogioco anche.
Che poi si doppia anche in maniera un po' diversa.
Ti diverti.
Però per uno che
che si sente attore davvero, il film è la massima soddisfazione.
MICHELE: E a livello lavorativo cambia qualcosa?
Cioè rispetto a doppiare un film o un videogioco,
o una serie Tv.
A livello tecnico, lavorativo.
È più difficile, è più facile?
GIANLUCA: Hanno difficoltà diverse.
Nel senso che, se tu doppi un cartone animato
o un anime, che poi alla fine insomma...
i cartoni animati giapponesi si chiamano anime.
MICHELE: Non vogliamo offendere nessuno.
Quindi chiamiamoli anche anime.
Esatto.
GIANLUCA: È una cosa che ho iniziato a dire da un po'
ma perché lo dico anche in pezzo di stand up dal titolo
"Ma tu sei Vegeta".
E qui dico: "I giapponesi che non sanno parlare benissimo l'inglese,
quando in realtà la parola è animation, hanno detto animatiòn.
Hanno sbagliato l'accento e diventa "anime". MICHELE: Esatto.
GIANLUCA: Animation è il prodotto di animazione, cioè cartone animato.
Ma va be'.
Però dicevo, i cartoni animati di per sé
danno più spazio alla creatività.
Al fatto di inventarsi delle cose
che non stanno né in cielo né in terra, come si dice.
Perché sono cose che non esistono.
Le cose che fa Vegeta non esistono.
Le cose che fa, che ne so...
un personaggio che si allunga, esplode e poi si ricompone
non esiste nella realtà e tu devi pensare a come dargli una voce.
Quindi o ti appoggi alla lingua che senti in cui è stato doppiato prima,
in inglese o altro,
o decidi, come nel mio caso di Vegeta, come farlo tu.
Decidi tu, anche parlandone con il direttore di doppiaggio, che strada prendere.
MICHELE: Eh be', sì.
GIANLUCA: Mentre invece in un film devi ascoltare quello che ha fatto l'attore.
Perché è una questione di rispetto di un collega che ha fatto un ruolo.
Quindi non ti inventi una cosa di sana pianta.
MICHELE: E un videogioco invece?
GIANLUCA: Un videogioco è più complicato
perché noi non vediamo quasi mai quello che facciamo.
MICHELE: Ok, niente!
GIANLUCA: Quasi mai niente, a parte qualche cinematic del gioco.
Mi è successo in Far Cry 5
di vedere... MICHELE: Qualche scena.
GIANLUCA: Sì, qualche scena.
Però in generale noi doppiamo sulla forma d'onda.
Tanto ormai tutti sanno cos'è un programma audio.
MICHELE: Sì.
GIANLUCA: Tu registri sulla forma d'onda.
Nella forma d'onda io ho quella dell'inglese che ha registrato quella frase lì
e io la rifaccio in italiano andando in sync con la forma d'onda.
MICHELE: Ok.
GIANLUCA: Battuta dopo battuta, lungo tutto il percorso del...
MICHELE: È un po' noioso come lavoro in questo caso non vedendo niente?
GIANLUCA: Dipende da cosa fai.
Ci sono delle volte che sì.
Nel senso che se devi fare un gioco di guerra o uno un po' ripetitivo,
e quindi devi fare tutta una serie di cose...
Ho fatto per esempio...
tanto è di pubblico dominio quindi lo posso dire,
il commentatore dell'ultimo gioco di formula 1.
MICHELE: Ok, figo.
GIANLUCA: In cui però ho fatto tutte le varianti possibili come si fa nei giochi.
Dipende chi vince, chi perde e cosa succede.
MICHELE: Mamma mia!
GIANLUCA: Tutte le varianti in cui
"e il nostro Leclerc non è riuscito purtroppo ad arrivare in fondo",
"e il nostro...", ecc. E lo fai per tutti.
Quindi diventa meno creativo, ma più seriale.
Quindi dopo un po' mi addormento. MICHELE: Sì, esatto.
GIANLUCA: Ci sono state delle volte veramente in cui
ripetendo tantissime cose per tre ore,
perché un turno dura tre ore circa,
che dopo un po' davvero facevo: [inaudible].
Andiamo, dai forza!
Così.
Per me è meccanico ormai, quindi...
uno che ha appena cominciato sarebbe lì, così.
Con gli occhi sbarrati. MICHELE: Ah beh, sì certo.
GIANLUCA: Io ormai, va be'.
MICHELE: Però tre ore, sembra impegnativa come cosa.
Anche perché stiamo usando la nostra voce.
È stancante anche a livello fisico.
GIANLUCA: Ecco perché bisogna saperla usare,
perché se no ci si stanca molto più in fretta.
MICHELE: Sì, esatto. Perdi la voce dopo nemmeno 10 minuti.
GIANLUCA: Immaginati un gioco di guerra, un Call of Duty,
dei vari che ci sono.
E tu devi urlare: "GRANATA!"
"SPARIAMO!"
"FORZA!"
Tutto il tempo così.
Se non la sai usare, cinque minuti...
MICHELE: Esatto, poi ti va via la voce.
Sì è vero, mamma mia.
Un'ultima domanda riguardo sempre al doppiaggio.
C'è un personaggio in particolare che ti piacerebbe doppiare in futuro?
Un attore, o un personaggio di qualche film, serie Tv.
Non so, hai un'idea?
GIANLUCA: Mi piacerebbe doppiare...
MICHELE: O magari qualcosa che deve ancora uscire.
Anche un film Marvel che vogliono fare in futuro.
GIANLUCA: Un supereroe non mi dispiacerebbe,
visto che ho sempre avuto un animo un po' dark.
Soprattutto quando ero ragazzino, ora meno ovviamente.
Batman o Joker,
che sono poi due facce di una stessa medaglia.
Batman nel suo essere così, con la voce più...
grattata.
MICHELE: Beh, tu hai una voce profonda.
Quindi insomma...
GIANLUCA: Poi se uno ci gioca un po', la voce uno può farla
puoi fare Marshal che è una cosa,
o puoi fare Gordon che è un'altra, quindi...
O Joker, che è un pazzo scatenato e allora anche lì...
i pazzi sono sempre...
MICHELE: Eh sì.
Delle belle sfida da affrontare.
MICHELE: È anche difficile da recitare.
Perché devi immedesimarti.
GIANLUCA: Perché poi il pazzo, come anche l'ubriaco nei film,
spesso il rischio è di cadere nella macchietta.
Per macchietta intendo lo stereotipo.
Cioè faccio l'ubriaco in questo modo qui.
Questo è il classicone standard.
Farlo invece in maniera un po' più originale richiede un lavoro...
MICHELE: È vero. Perché se no diventa una cosa monotona
sempre vista e rivista e allora è diverso.
Il prodotto finito è più bello se è più originale.
GIANLUCA: Più vai a fondo da un punto di vista...
più è bravo l'attore che lo fa.
Voglio dire, Joaquin Phoenix nell'ultimo Joker
per me è stato superbravo.
Quindi confrontarsi con uno così...
eh beh. MICHELE: È un'altra storia.
GIANLUCA: Tanta roba.
MICHELE: Mi puoi fare un lampo finale giusto per chiudere questa intervista?
Per soddisfazione...
Ti faccio perdere la voce.
Magari c'è qualcuno che sta dormendo, non so.
GIANLUCA: Non la perdo, più che altro faccio perdere l'udito
a chi magari accende il video e non se lo aspetta.
MICHELE: Va bene, quindi preparatevi.
GIANLUCA: Dai.
Lo faccio breve.
Dico che lo faccio breve e poi lo faccio lungo. MICHELE: E lo fai lunghissimo.
Lampo finale!
MICHELE: Ok, brividi.
Ho la pelle d'oca.
Grazie mille.
Ma stai ancora urlando? Oh, è così...
GIANLUCA: Mi sono fermato. MICHELE: Non ho più sentito da quanto era forte.
Comunque grazie mille per aver accettato l'invito per questa intervista.
È stato un piacere.
Anche parlare del mondo del doppiaggio è super interessante.
Avremo anche altri doppiatori/attori
perché secondo me è un mondo
dove la cultura italiana è molto forte, secondo me.
Quindi è anche figo scoprire questo settore.
Perché secondo me all'estero non è così conosciuto,
non è così popolare, comune.
Invece in Italia è una cosa diversa.
GIANLUCA: Piccola cosa prima di lasciarci. MICHELE: Certo.
GIANLUCA: Ho debuttato a giugno, ma lo farò quest'anno
di sicuro a Milano, poi a Roma
con lo spettacolo "Vegeta è morto e l'ho ucciso io",
che è una dissacrazione di questo mio rapporto con Vegeta,
in cui però parlo anche di doppiaggio,
di cosa vive un doppiatore che torna a casa la sera
e pensa di aver lasciato il lavoro in studio e invece le voci lo perseguitano,
lo inseguono sempre.
Quindi è uno spettacolo comico, però con una seri di spunti di riflessione.
Il 10 e 11 gennaio lo faccio a Milano al Martinitt.
La prima settimana di febbraio lo faccio a Roma nel Teatro De' Servi.
MICHELE: Io ovviamente lascerò i link del tuo canale Youtube,
della tua pagina instagram sotto questo video.
Ovviamente se hai un link per... GIANLUCA: Assolutamente sì.
GIANLUCA: Ho un Linktree, ti mando quello. MICHELE: Perfetto.
Perfetto, così poi me lo mandi e metto tutto sotto il video dell'intervista.
E niente, grazie ancora Gianluca. Davvero.
Grazie di tutto.
MICHELE: Alla prossima. GIANLUCA: Dimmi quando esce così la vedo.