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Italian LingQ Podcast 2.0, #5: La voce di Vegeta, Marshall e Gordon Ramsay [2]

#5: La voce di Vegeta, Marshall e Gordon Ramsay [2]

MICHELE: Di spostarsi.

Infatti tu vivi a Milano, giusto?

GIANLUCA: Sì, vivo a Milano. Sono nato a Torino, vivo a Milano da 22 anni.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Quindi niente, sto qui. Mi va bene stare qua.

Potevo anche scegliere di andare a Roma.

Però non l'ho fatto. Ci vado ogni tanto a doppiare,

a fare delle cose.

I pro sono che se il lavoro gira bene, si guadagna più di un lavoro

basic, standard.

Non è un lavoro in cui diventi... se vuoi diventare ricchissimo c'è altro.

Però si vive dignitosamente.

MICHELE: Beh, sicuramente è una professione interessante.

Infatti tantissimi giovani vogliono fare questo lavoro.

Un po' come la rock star.

Almeno in Italia penso sia così.

Anche compagni di classe che ho avuto in passato,

tanti mi hanno detto "Voglio provare questa professione".

Ma perché poi rimani affascinato.

Cresci con queste serie Tv, come Dragon Ball nel mio caso.

Io ho visto tutti gli episodi di Dragon Ball

e per me anche adesso è un'emozione parlare con te in questo momento.

Fissato di "How I met your mother",

e ovviamente di fronte a me ho la voce di Marshall.

È come se tu fossi una rock star.

Italiana, ma esatto. È così.

GIANLUCA: Però diciamo che, come tutti i lavori artistici,

non puoi deciderlo solo con la testa,

non puoi dire "voglio fare quello perché è figo". MICHELE: Esatto.

GIANLUCA: È come i bambini quando dicono "io voglio fare l'astronauta".

Ho capito... MICHELE: Eh certo.

GIANLUCA: Non è che ti metti una tuta e vai.

Devi farti un mazzo così a studiare aeronautica e quant'altro.

Insomma c'è un percorso lungo.

E il doppiaggio anche.

C'è l'attore, poi specializzandoti di più nella voce,

è come studiare uno strumento musicale.

Vuoi imparare a suonare la chitarra per strimpellare con gli amici,

o vuoi diventare un chitarrista vero?

Perché è diverso, eh. MICHELE: È diverso.

GIANLUCA: Fare il chitarrista vero vuol dire studiare tanto.

MICHELE: Sì. Poi puoi avere una bellissima voce,

però se non sai usarla... è come avere una Gibson ok?

GIANLUCA: Bravo. MICHELE: Di Angus Young.

Ma se non sai suonarla questa chitarra...

diventa difficile come cosa, no?

GIANLUCA: È una cosa che anche io dico sempre.

Puoi avere un pianoforte da 100.000 euro,

bellissimo,

ma poi non lo sai suonare e che te ne fai?

MICHELE: Esatto.

Magari hai tutto questo talento che non sai sfruttare.

Magari c'è qualcuno che non ha una voce così bella,

ma hanno una buona tecnica.

E allora in quel caso lì

riescono a fare questo lavoro, no?

GIANLUCA: È un po' come dire che la voce corrisponde al fisico, no?

Non è che uno deve essere bello per fare l'attore.

Deve essere bravo per fare l'attore. MICHELE: Vero.

GIANLUCA: In Italia va be', nel mondo parallelo delle fiction

a volte conta più il bello del bravo.

Ma purtroppo in Italia ci sono delle regole un po'...

che non condivido, mettiamola così.

MICHELE: Ok.

Ma tu preferisci doppiare un contenuto rispetto a un'altro,

ad esempio videogiochi, film, serie Tv.

Cosa ti piace doppiare di più?

GIANLUCA: Le robe che mi danno più soddisfazione

in realtà sono i film.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Doppiare un bravo attore in un film.

Perché lì metti in gioco tutto il tuo essere un bravo attore.

Quindi è importante. MICHELE: Certo.

GIANLUCA: Un bravo attore ti dà la possibilità

innanzitutto di essere fedele al lavoro che ha fatto lui,

ma di seguire delle sfumature...

se il lavoro è fatto bene diventa molto interessante

attorialmente parlando.

Con un cartone animato ti diverti, con un videogioco anche.

Che poi si doppia anche in maniera un po' diversa.

Ti diverti.

Però per uno che

che si sente attore davvero, il film è la massima soddisfazione.

MICHELE: E a livello lavorativo cambia qualcosa?

Cioè rispetto a doppiare un film o un videogioco,

o una serie Tv.

A livello tecnico, lavorativo.

È più difficile, è più facile?

GIANLUCA: Hanno difficoltà diverse.

Nel senso che, se tu doppi un cartone animato

o un anime, che poi alla fine insomma...

i cartoni animati giapponesi si chiamano anime.

MICHELE: Non vogliamo offendere nessuno.

Quindi chiamiamoli anche anime.

Esatto.

GIANLUCA: È una cosa che ho iniziato a dire da un po'

ma perché lo dico anche in pezzo di stand up dal titolo

"Ma tu sei Vegeta".

E qui dico: "I giapponesi che non sanno parlare benissimo l'inglese,

quando in realtà la parola è animation, hanno detto animatiòn.

Hanno sbagliato l'accento e diventa "anime". MICHELE: Esatto.

GIANLUCA: Animation è il prodotto di animazione, cioè cartone animato.

Ma va be'.

Però dicevo, i cartoni animati di per sé

danno più spazio alla creatività.

Al fatto di inventarsi delle cose

che non stanno né in cielo né in terra, come si dice.

Perché sono cose che non esistono.

Le cose che fa Vegeta non esistono.

Le cose che fa, che ne so...

un personaggio che si allunga, esplode e poi si ricompone

non esiste nella realtà e tu devi pensare a come dargli una voce.

Quindi o ti appoggi alla lingua che senti in cui è stato doppiato prima,

in inglese o altro,

o decidi, come nel mio caso di Vegeta, come farlo tu.

Decidi tu, anche parlandone con il direttore di doppiaggio, che strada prendere.

MICHELE: Eh be', sì.

GIANLUCA: Mentre invece in un film devi ascoltare quello che ha fatto l'attore.

Perché è una questione di rispetto di un collega che ha fatto un ruolo.

Quindi non ti inventi una cosa di sana pianta.

MICHELE: E un videogioco invece?

GIANLUCA: Un videogioco è più complicato

perché noi non vediamo quasi mai quello che facciamo.

MICHELE: Ok, niente!

GIANLUCA: Quasi mai niente, a parte qualche cinematic del gioco.

Mi è successo in Far Cry 5

di vedere... MICHELE: Qualche scena.

GIANLUCA: Sì, qualche scena.

Però in generale noi doppiamo sulla forma d'onda.

Tanto ormai tutti sanno cos'è un programma audio.

MICHELE: Sì.

GIANLUCA: Tu registri sulla forma d'onda.

Nella forma d'onda io ho quella dell'inglese che ha registrato quella frase lì

e io la rifaccio in italiano andando in sync con la forma d'onda.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Battuta dopo battuta, lungo tutto il percorso del...

MICHELE: È un po' noioso come lavoro in questo caso non vedendo niente?

GIANLUCA: Dipende da cosa fai.

Ci sono delle volte che sì.

Nel senso che se devi fare un gioco di guerra o uno un po' ripetitivo,

e quindi devi fare tutta una serie di cose...

Ho fatto per esempio...

tanto è di pubblico dominio quindi lo posso dire,

il commentatore dell'ultimo gioco di formula 1.

MICHELE: Ok, figo.

GIANLUCA: In cui però ho fatto tutte le varianti possibili come si fa nei giochi.

Dipende chi vince, chi perde e cosa succede.

MICHELE: Mamma mia!

GIANLUCA: Tutte le varianti in cui

"e il nostro Leclerc non è riuscito purtroppo ad arrivare in fondo",

"e il nostro...", ecc. E lo fai per tutti.

Quindi diventa meno creativo, ma più seriale.

Quindi dopo un po' mi addormento. MICHELE: Sì, esatto.

GIANLUCA: Ci sono state delle volte veramente in cui

ripetendo tantissime cose per tre ore,

perché un turno dura tre ore circa,

che dopo un po' davvero facevo: [inaudible].

Andiamo, dai forza!

Così.

Per me è meccanico ormai, quindi...

uno che ha appena cominciato sarebbe lì, così.

Con gli occhi sbarrati. MICHELE: Ah beh, sì certo.

GIANLUCA: Io ormai, va be'.

MICHELE: Però tre ore, sembra impegnativa come cosa.

Anche perché stiamo usando la nostra voce.

È stancante anche a livello fisico.

GIANLUCA: Ecco perché bisogna saperla usare,

perché se no ci si stanca molto più in fretta.

MICHELE: Sì, esatto. Perdi la voce dopo nemmeno 10 minuti.

GIANLUCA: Immaginati un gioco di guerra, un Call of Duty,

dei vari che ci sono.

E tu devi urlare: "GRANATA!"

"SPARIAMO!"

"FORZA!"

Tutto il tempo così.

Se non la sai usare, cinque minuti...

MICHELE: Esatto, poi ti va via la voce.

Sì è vero, mamma mia.

Un'ultima domanda riguardo sempre al doppiaggio.

C'è un personaggio in particolare che ti piacerebbe doppiare in futuro?

Un attore, o un personaggio di qualche film, serie Tv.

Non so, hai un'idea?

GIANLUCA: Mi piacerebbe doppiare...

MICHELE: O magari qualcosa che deve ancora uscire.

Anche un film Marvel che vogliono fare in futuro.

GIANLUCA: Un supereroe non mi dispiacerebbe,

visto che ho sempre avuto un animo un po' dark.

Soprattutto quando ero ragazzino, ora meno ovviamente.

Batman o Joker,

che sono poi due facce di una stessa medaglia.

Batman nel suo essere così, con la voce più...

grattata.

MICHELE: Beh, tu hai una voce profonda.

Quindi insomma...

GIANLUCA: Poi se uno ci gioca un po', la voce uno può farla

puoi fare Marshal che è una cosa,

o puoi fare Gordon che è un'altra, quindi...

O Joker, che è un pazzo scatenato e allora anche lì...

i pazzi sono sempre...

MICHELE: Eh sì.

Delle belle sfida da affrontare.

MICHELE: È anche difficile da recitare.

Perché devi immedesimarti.

GIANLUCA: Perché poi il pazzo, come anche l'ubriaco nei film,

spesso il rischio è di cadere nella macchietta.

Per macchietta intendo lo stereotipo.

Cioè faccio l'ubriaco in questo modo qui.

Questo è il classicone standard.

Farlo invece in maniera un po' più originale richiede un lavoro...

MICHELE: È vero. Perché se no diventa una cosa monotona

sempre vista e rivista e allora è diverso.

Il prodotto finito è più bello se è più originale.

GIANLUCA: Più vai a fondo da un punto di vista...

più è bravo l'attore che lo fa.

Voglio dire, Joaquin Phoenix nell'ultimo Joker

per me è stato superbravo.

Quindi confrontarsi con uno così...

eh beh. MICHELE: È un'altra storia.

GIANLUCA: Tanta roba.

MICHELE: Mi puoi fare un lampo finale giusto per chiudere questa intervista?

Per soddisfazione...

Ti faccio perdere la voce.

Magari c'è qualcuno che sta dormendo, non so.

GIANLUCA: Non la perdo, più che altro faccio perdere l'udito

a chi magari accende il video e non se lo aspetta.

MICHELE: Va bene, quindi preparatevi.

GIANLUCA: Dai.

Lo faccio breve.

Dico che lo faccio breve e poi lo faccio lungo. MICHELE: E lo fai lunghissimo.

Lampo finale!

MICHELE: Ok, brividi.

Ho la pelle d'oca.

Grazie mille.

Ma stai ancora urlando? Oh, è così...

GIANLUCA: Mi sono fermato. MICHELE: Non ho più sentito da quanto era forte.

Comunque grazie mille per aver accettato l'invito per questa intervista.

È stato un piacere.

Anche parlare del mondo del doppiaggio è super interessante.

Avremo anche altri doppiatori/attori

perché secondo me è un mondo

dove la cultura italiana è molto forte, secondo me.

Quindi è anche figo scoprire questo settore.

Perché secondo me all'estero non è così conosciuto,

non è così popolare, comune.

Invece in Italia è una cosa diversa.

GIANLUCA: Piccola cosa prima di lasciarci. MICHELE: Certo.

GIANLUCA: Ho debuttato a giugno, ma lo farò quest'anno

di sicuro a Milano, poi a Roma

con lo spettacolo "Vegeta è morto e l'ho ucciso io",

che è una dissacrazione di questo mio rapporto con Vegeta,

in cui però parlo anche di doppiaggio,

di cosa vive un doppiatore che torna a casa la sera

e pensa di aver lasciato il lavoro in studio e invece le voci lo perseguitano,

lo inseguono sempre.

Quindi è uno spettacolo comico, però con una seri di spunti di riflessione.

Il 10 e 11 gennaio lo faccio a Milano al Martinitt.

La prima settimana di febbraio lo faccio a Roma nel Teatro De' Servi.

MICHELE: Io ovviamente lascerò i link del tuo canale Youtube,

della tua pagina instagram sotto questo video.

Ovviamente se hai un link per... GIANLUCA: Assolutamente sì.

GIANLUCA: Ho un Linktree, ti mando quello. MICHELE: Perfetto.

Perfetto, così poi me lo mandi e metto tutto sotto il video dell'intervista.

E niente, grazie ancora Gianluca. Davvero.

Grazie di tutto.

MICHELE: Alla prossima. GIANLUCA: Dimmi quando esce così la vedo.


#5: La voce di Vegeta, Marshall e Gordon Ramsay [2]

MICHELE: Di spostarsi. MICHELE: Umziehen.

Infatti tu vivi a Milano, giusto?

GIANLUCA: Sì, vivo a Milano. Sono nato a Torino, vivo a Milano da 22 anni.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Quindi niente, sto qui. Mi va bene stare qua. GIANLUCA: Also nichts, ich bleibe hier. Mir geht es gut, wenn ich hier bleibe.

Potevo anche scegliere di andare a Roma. Ich könnte mich auch dafür entscheiden, nach Rom zu gehen.

Però non l'ho fatto. Ci vado ogni tanto a doppiare, Aber ich tat es nicht. Ich gehe hin und wieder dorthin, um zu überspielen,

a fare delle cose. Sachen machen.

I pro sono che se il lavoro gira bene, si guadagna più di un lavoro Die Vorteile sind, dass Sie mehr als einen Job verdienen, wenn die Arbeit gut läuft

basic, standard. grundlegend, Standard.

Non è un lavoro in cui diventi... se vuoi diventare ricchissimo c'è altro. Es ist kein Job, wo man wird... wenn man sehr reich werden will, gibt es mehr.

Però si vive dignitosamente. Aber du lebst in Würde.

MICHELE: Beh, sicuramente è una professione interessante. MICHELE: Nun, es ist sicherlich ein interessanter Beruf.

Infatti tantissimi giovani vogliono fare questo lavoro. Tatsächlich wollen viele junge Leute diesen Job machen. In fact, many young people want to do this job.

Un po' come la rock star. Ein bisschen wie der Rockstar. A bit like the rock star.

Almeno in Italia penso sia così. Zumindest in Italien glaube ich das. At least in Italy I think it is.

Anche compagni di classe che ho avuto in passato, Sogar Klassenkameraden, die ich in der Vergangenheit hatte, Even classmates I've had in the past,

tanti mi hanno detto "Voglio provare questa professione". Viele haben mir gesagt „Ich möchte diesen Beruf ausprobieren“.

Ma perché poi rimani affascinato. Aber weil man dann fasziniert bleibt. But because then you remain fascinated.

Cresci con queste serie Tv, come Dragon Ball nel mio caso. Mit diesen TV-Serien wächst man auf, wie in meinem Fall Dragon Ball.

Io ho visto tutti gli episodi di Dragon Ball Ich habe alle Folgen von Dragon Ball gesehen

e per me anche adesso è un'emozione parlare con te in questo momento. und für mich ist es auch jetzt noch ein Gefühl, in diesem Moment mit dir zu sprechen.

Fissato di "How I met your mother", Fix von "How I met your mother",

e ovviamente di fronte a me ho la voce di Marshall. und natürlich vor mir ist Marshalls Stimme.

È come se tu fossi una rock star. Es ist, als wärst du ein Rockstar.

Italiana, ma esatto. È così. Italienisch, aber das stimmt. Das ist es.

GIANLUCA: Però diciamo che, come tutti i lavori artistici,

non puoi deciderlo solo con la testa,

non puoi dire "voglio fare quello perché è figo". MICHELE: Esatto.

GIANLUCA: È come i bambini quando dicono "io voglio fare l'astronauta". GIANLUCA: Es ist wie bei Kindern, wenn sie sagen „Ich will Astronaut werden“.

Ho capito... MICHELE: Eh certo. Ich verstehe... MICHELE: Oh sicher.

GIANLUCA: Non è che ti metti una tuta e vai. GIANLUCA: Es ist nicht so, dass du einen Overall anziehst und gehst.

Devi farti un mazzo così a studiare aeronautica e quant'altro. Du musst dir den Arsch aufreissen, wenn du Luftfahrt und so weiter studierst.

Insomma c'è un percorso lungo. Kurz gesagt, es ist eine lange Reise.

E il doppiaggio anche. Und die Synchronisation auch.

C'è l'attore, poi specializzandoti di più nella voce,

è come studiare uno strumento musicale. Es ist, als würde man ein Musikinstrument lernen.

Vuoi imparare a suonare la chitarra per strimpellare con gli amici, Möchten Sie mit Freunden Gitarre spielen lernen, um zu klimpern?

o vuoi diventare un chitarrista vero? oder willst du ein richtiger Gitarrist werden?

Perché è diverso, eh. MICHELE: È diverso. Weil es anders ist, huh. MICHELE: Es ist anders.

GIANLUCA: Fare il chitarrista vero vuol dire studiare tanto. GIANLUCA: Ein echter Gitarrist zu sein bedeutet, viel zu lernen.

MICHELE: Sì. Poi puoi avere una bellissima voce, MICHELE: Ja, dann kannst du eine schöne Stimme haben,

però se non sai usarla... è come avere una Gibson ok?

GIANLUCA: Bravo. MICHELE: Di Angus Young.

Ma se non sai suonarla questa chitarra... Aber wenn du diese Gitarre nicht spielen kannst...

diventa difficile come cosa, no? es wird schwer wie was, nicht wahr?

GIANLUCA: È una cosa che anche io dico sempre. GIANLUCA: Das sage ich auch immer.

Puoi avere un pianoforte da 100.000 euro, Sie können ein Klavier für 100.000 Euro haben,

bellissimo, Schön,

ma poi non lo sai suonare e che te ne fai? aber dann weißt du nicht, wie man es spielt und was macht man damit?

MICHELE: Esatto. MICHAEL: Genau.

Magari hai tutto questo talento che non sai sfruttare. Vielleicht haben Sie all dieses Talent, von dem Sie nicht wissen, wie Sie es einsetzen sollen.

Magari c'è qualcuno che non ha una voce così bella, Vielleicht gibt es jemanden, der nicht so eine schöne Stimme hat,

ma hanno una buona tecnica.

E allora in quel caso lì

riescono a fare questo lavoro, no? Sie können diesen Job machen, nicht wahr?

GIANLUCA: È un po' come dire che la voce corrisponde al fisico, no? GIANLUCA: Es ist ein bisschen so, als würde man sagen, die Stimme entspricht dem Körperbau, nicht wahr?

Non è che uno deve essere bello per fare l'attore. Es ist nicht so, dass man gut aussehen muss, um Schauspieler zu sein.

Deve essere bravo per fare l'attore. MICHELE: Vero. Er muss gut sein, um Schauspieler zu sein. MICHAEL: Stimmt.

GIANLUCA: In Italia va be', nel mondo parallelo delle fiction

a volte conta più il bello del bravo. Manchmal zählt das Schöne mehr als das Gute.

Ma purtroppo in Italia ci sono delle regole un po'... Aber leider gibt es in Italien einige Regeln...

che non condivido, mettiamola così. dass ich damit nicht einverstanden bin, sagen wir mal so.

MICHELE: Ok.

Ma tu preferisci doppiare un contenuto rispetto a un'altro, Aber Sie überspielen lieber einen Inhalt als einen anderen,

ad esempio videogiochi, film, serie Tv.

Cosa ti piace doppiare di più? Was überspielst du am liebsten?

GIANLUCA: Le robe che mi danno più soddisfazione GIANLUCA: Die Dinge, die mir am meisten Freude bereiten

in realtà sono i film. es sind eigentlich die filme.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Doppiare un bravo attore in un film.

Perché lì metti in gioco tutto il tuo essere un bravo attore. Denn dort bringst du dein ganzes Dasein als guter Schauspieler ins Spiel.

Quindi è importante. MICHELE: Certo. Es ist also wichtig. MICHAEL: Sicher.

GIANLUCA: Un bravo attore ti dà la possibilità GIANLUCA: Ein guter Schauspieler gibt dir die Chance

innanzitutto di essere fedele al lavoro che ha fatto lui,

ma di seguire delle sfumature...

se il lavoro è fatto bene diventa molto interessante

attorialmente parlando. du point de vue de l'acteur.

Con un cartone animato ti diverti, con un videogioco anche.

Che poi si doppia anche in maniera un po' diversa.

Ti diverti.

Però per uno che

che si sente attore davvero, il film è la massima soddisfazione.

MICHELE: E a livello lavorativo cambia qualcosa?

Cioè rispetto a doppiare un film o un videogioco,

o una serie Tv.

A livello tecnico, lavorativo.

È più difficile, è più facile?

GIANLUCA: Hanno difficoltà diverse.

Nel senso che, se tu doppi un cartone animato

o un anime, che poi alla fine insomma...

i cartoni animati giapponesi si chiamano anime.

MICHELE: Non vogliamo offendere nessuno.

Quindi chiamiamoli anche anime.

Esatto.

GIANLUCA: È una cosa che ho iniziato a dire da un po'

ma perché lo dico anche in pezzo di stand up dal titolo

"Ma tu sei Vegeta".

E qui dico: "I giapponesi che non sanno parlare benissimo l'inglese,

quando in realtà la parola è animation, hanno detto animatiòn.

Hanno sbagliato l'accento e diventa "anime". MICHELE: Esatto.

GIANLUCA: Animation è il prodotto di animazione, cioè cartone animato.

Ma va be'.

Però dicevo, i cartoni animati di per sé

danno più spazio alla creatività.

Al fatto di inventarsi delle cose

che non stanno né in cielo né in terra, come si dice.

Perché sono cose che non esistono.

Le cose che fa Vegeta non esistono.

Le cose che fa, che ne so...

un personaggio che si allunga, esplode e poi si ricompone

non esiste nella realtà e tu devi pensare a come dargli una voce.

Quindi o ti appoggi alla lingua che senti in cui è stato doppiato prima,

in inglese o altro,

o decidi, come nel mio caso di Vegeta, come farlo tu.

Decidi tu, anche parlandone con il direttore di doppiaggio, che strada prendere.

MICHELE: Eh be', sì.

GIANLUCA: Mentre invece in un film devi ascoltare quello che ha fatto l'attore.

Perché è una questione di rispetto di un collega che ha fatto un ruolo.

Quindi non ti inventi una cosa di sana pianta.

MICHELE: E un videogioco invece?

GIANLUCA: Un videogioco è più complicato

perché noi non vediamo quasi mai quello che facciamo.

MICHELE: Ok, niente!

GIANLUCA: Quasi mai niente, a parte qualche cinematic del gioco. GIANLUCA : Presque rien, à part une cinématique du jeu.

Mi è successo in Far Cry 5

di vedere... MICHELE: Qualche scena.

GIANLUCA: Sì, qualche scena. GIANLUCA: Ja, ein paar Szenen.

Però in generale noi doppiamo sulla forma d'onda. Mais en général, nous nous appuyons sur la forme d'onde.

Tanto ormai tutti sanno cos'è un programma audio.

MICHELE: Sì.

GIANLUCA: Tu registri sulla forma d'onda.

Nella forma d'onda io ho quella dell'inglese che ha registrato quella frase lì

e io la rifaccio in italiano andando in sync con la forma d'onda.

MICHELE: Ok.

GIANLUCA: Battuta dopo battuta, lungo tutto il percorso del... GIANLUCA: Schlag auf Schlag, den ganzen Weg entlang...

MICHELE: È un po' noioso come lavoro in questo caso non vedendo niente?

GIANLUCA: Dipende da cosa fai.

Ci sono delle volte che sì. Es gibt Zeiten, in denen dies der Fall ist.

Nel senso che se devi fare un gioco di guerra o uno un po' ripetitivo,

e quindi devi fare tutta una serie di cose...

Ho fatto per esempio...

tanto è di pubblico dominio quindi lo posso dire,

il commentatore dell'ultimo gioco di formula 1.

MICHELE: Ok, figo.

GIANLUCA: In cui però ho fatto tutte le varianti possibili come si fa nei giochi.

Dipende chi vince, chi perde e cosa succede.

MICHELE: Mamma mia!

GIANLUCA: Tutte le varianti in cui

"e il nostro Leclerc non è riuscito purtroppo ad arrivare in fondo", "und unser Leclerc hat es leider nicht bis zum Ende geschafft",

"e il nostro...", ecc. E lo fai per tutti.

Quindi diventa meno creativo, ma più seriale.

Quindi dopo un po' mi addormento. MICHELE: Sì, esatto.

GIANLUCA: Ci sono state delle volte veramente in cui

ripetendo tantissime cose per tre ore,

perché un turno dura tre ore circa,

che dopo un po' davvero facevo: [inaudible].

Andiamo, dai forza! Auf geht's, kommt schon!

Così.

Per me è meccanico ormai, quindi...

uno che ha appena cominciato sarebbe lì, così. jemand, der gerade erst angefangen hat, würde dort sein, so.

Con gli occhi sbarrati. MICHELE: Ah beh, sì certo.

GIANLUCA: Io ormai, va be'. GIANLUCA: Für mich schon, egal.

MICHELE: Però tre ore, sembra impegnativa come cosa. MICHELE : Mais trois heures, cela semble être un défi.

Anche perché stiamo usando la nostra voce.

È stancante anche a livello fisico.

GIANLUCA: Ecco perché bisogna saperla usare,

perché se no ci si stanca molto più in fretta.

MICHELE: Sì, esatto. Perdi la voce dopo nemmeno 10 minuti. MICHELE : Oui, exactement. Vous perdez votre voix au bout de 10 minutes.

GIANLUCA: Immaginati un gioco di guerra, un Call of Duty,

dei vari che ci sono. der verschiedenen, die es gibt.

E tu devi urlare: "GRANATA!"

"SPARIAMO!"

"FORZA!"

Tutto il tempo così.

Se non la sai usare, cinque minuti...

MICHELE: Esatto, poi ti va via la voce. MICHELE: Das stimmt, dann ist deine Stimme weg.

Sì è vero, mamma mia.

Un'ultima domanda riguardo sempre al doppiaggio.

C'è un personaggio in particolare che ti piacerebbe doppiare in futuro?

Un attore, o un personaggio di qualche film, serie Tv.

Non so, hai un'idea?

GIANLUCA: Mi piacerebbe doppiare...

MICHELE: O magari qualcosa che deve ancora uscire. MICHELE: Oder vielleicht etwas, das noch herauskommen muss.

Anche un film Marvel che vogliono fare in futuro.

GIANLUCA: Un supereroe non mi dispiacerebbe, GIANLUCA : Un super-héros ne me déplairait pas,

visto che ho sempre avuto un animo un po' dark.

Soprattutto quando ero ragazzino, ora meno ovviamente.

Batman o Joker,

che sono poi due facce di una stessa medaglia.

Batman nel suo essere così, con la voce più...

grattata.

MICHELE: Beh, tu hai una voce profonda.

Quindi insomma...

GIANLUCA: Poi se uno ci gioca un po', la voce uno può farla

puoi fare Marshal che è una cosa,

o puoi fare Gordon che è un'altra, quindi...

O Joker, che è un pazzo scatenato e allora anche lì...

i pazzi sono sempre...

MICHELE: Eh sì.

Delle belle sfida da affrontare.

MICHELE: È anche difficile da recitare.

Perché devi immedesimarti. Parce qu'il faut faire preuve d'empathie.

GIANLUCA: Perché poi il pazzo, come anche l'ubriaco nei film, GIANLUCA: Weil dann der Verrückte, wie der Betrunkene in den Filmen,

spesso il rischio è di cadere nella macchietta. Le risque est souvent de tomber dans le spectacle.

Per macchietta intendo lo stereotipo. Par stéréotype, j'entends stéréotype.

Cioè faccio l'ubriaco in questo modo qui. Ich meine, ich bin hier so betrunken.

Questo è il classicone standard.

Farlo invece in maniera un po' più originale richiede un lavoro...

MICHELE: È vero. Perché se no diventa una cosa monotona

sempre vista e rivista e allora è diverso.

Il prodotto finito è più bello se è più originale.

GIANLUCA: Più vai a fondo da un punto di vista...

più è bravo l'attore che lo fa.

Voglio dire, Joaquin Phoenix nell'ultimo Joker

per me è stato superbravo. Pour moi, c'était super-bravo.

Quindi confrontarsi con uno così...

eh beh. MICHELE: È un'altra storia.

GIANLUCA: Tanta roba. GIANLUCA: Eine ganze Menge.

MICHELE: Mi puoi fare un lampo finale giusto per chiudere questa intervista?

Per soddisfazione... Für die Zufriedenheit...

Ti faccio perdere la voce.

Magari c'è qualcuno che sta dormendo, non so. Vielleicht schläft jemand, ich weiß es nicht.

GIANLUCA: Non la perdo, più che altro faccio perdere l'udito GIANLUCA : Je ne le perds pas, je perds plutôt l'ouïe.

a chi magari accende il video e non se lo aspetta. à ceux qui regarderaient la vidéo sans s'y attendre.

MICHELE: Va bene, quindi preparatevi.

GIANLUCA: Dai.

Lo faccio breve.

Dico che lo faccio breve e poi lo faccio lungo. MICHELE: E lo fai lunghissimo.

Lampo finale!

MICHELE: Ok, brividi.

Ho la pelle d'oca.

Grazie mille.

Ma stai ancora urlando? Oh, è così...

GIANLUCA: Mi sono fermato. MICHELE: Non ho più sentito da quanto era forte.

Comunque grazie mille per aver accettato l'invito per questa intervista.

È stato un piacere.

Anche parlare del mondo del doppiaggio è super interessante.

Avremo anche altri doppiatori/attori

perché secondo me è un mondo

dove la cultura italiana è molto forte, secondo me.

Quindi è anche figo scoprire questo settore.

Perché secondo me all'estero non è così conosciuto,

non è così popolare, comune.

Invece in Italia è una cosa diversa.

GIANLUCA: Piccola cosa prima di lasciarci. MICHELE: Certo.

GIANLUCA: Ho debuttato a giugno, ma lo farò quest'anno GIANLUCA : J'ai débuté en juin, mais je le ferai cette année.

di sicuro a Milano, poi a Roma

con lo spettacolo "Vegeta è morto e l'ho ucciso io", mit der Sendung "Vegeta ist tot und ich habe ihn getötet",

che è una dissacrazione di questo mio rapporto con Vegeta,

in cui però parlo anche di doppiaggio,

di cosa vive un doppiatore che torna a casa la sera

e pensa di aver lasciato il lavoro in studio e invece le voci lo perseguitano, et pense avoir quitté son travail au studio, mais les rumeurs le hantent,

lo inseguono sempre.

Quindi è uno spettacolo comico, però con una seri di spunti di riflessione.

Il 10 e 11 gennaio lo faccio a Milano al Martinitt.

La prima settimana di febbraio lo faccio a Roma nel Teatro De' Servi.

MICHELE: Io ovviamente lascerò i link del tuo canale Youtube,

della tua pagina instagram sotto questo video.

Ovviamente se hai un link per... GIANLUCA: Assolutamente sì.

GIANLUCA: Ho un Linktree, ti mando quello. MICHELE: Perfetto.

Perfetto, così poi me lo mandi e metto tutto sotto il video dell'intervista.

E niente, grazie ancora Gianluca. Davvero.

Grazie di tutto.

MICHELE: Alla prossima. GIANLUCA: Dimmi quando esce così la vedo.