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Memorie di Adriano - Yourcenar, 4. SAECULUM AUREUM (2)

4. SAECULUM AUREUM (2)

C'era Roma. Ma non ero più costretto a destreggiarmi, a lusingare, a piacere. Le opere del mio principato s'imponevano; le porte del tempio di Giano, che si aprono in tempo di guerra, restavano chiuse; le mie buone intenzioni davano i loro frutti; la prosperità delle province rifluiva nella metropoli. Non rifiutai più il titolo di Padre della Patria, che mi era stato proposto all'epoca del mio avvento.

Plotina non era più. Durante un mio precedente soggiorno nell'Urbe, avevo rivisto per l'ultima volta quella donna dal sorriso un po' stanco, che il protocollo ufficiale mi attribuiva per madre, e che era per me assai di più: la mia unica amica. Questa volta, non ritrovai di lei che una piccola urna, deposta sotto la Colonna Traiana. Assistei di persona alle cerimonie dell'apoteosi; in contrasto con l'uso imperiale, presi il lutto per un periodo di nove giorni. Ma la morte modificava ben poco quella intimità che da anni faceva a meno della presenza; l'imperatrice restava quella che era sempre stata per me: uno spirito, un pensiero, al quale il mio s'era unito.

Giungevano a termine alcuni grandi lavori di costruzione: il Colosseo restaurato, purificato dei ricordi di Nerone che lo funestavano ancora, era adorno, invece che dell'immagine di quell'imperatore, d'una effige colossale del Sole, Helio-Re, per un'allusione al mio nome gentilizio, Elio. Si dava l'ultima mano al tempio di Venere e Roma, costruito anch'esso nel luogo della scandalosa "Domus Aurea", dove Nerone aveva fatto pompa ignobile d'un lusso mal conseguito. "Roma, Amor": per la prima volta, la divinità della Città Eterna s'identificava con la Madre dell'Amore, ispiratrice di ogni gioia. Era una delle idee della mia vita. Così, la potenza romana assumeva quel carattere sacrale, cosmico, quella forma pacifica e tutelare che io ambivo imprimerle. A volte, mi accadeva di assimilare l'imperatrice defunta a quella Venere saggia, consigliera divina.

Tutti gli déi mi apparivano sempre più misteriosamente fusi in un Tutto, quali emanazioni infinitamente varie, manifestazioni eguali d'una medesima forza: le loro contraddizioni non erano che un aspetto del loro accordo. Mi si era imposta la costruzione d'un tempio a tutti gli déi, d'un pantheon; ne avevo scelto l'area sulle rovine delle antiche terme pubbliche offerte al popolo romano da Agrippa, genero di Augusto. Del vecchio edificio non restava null'altro che un portico e la lastra di marmo d'una dedica al popolo di Roma, che fu ricollocata accuratamente, così com'era, sul frontone del nuovo tempio. Poco mi importava che figurasse il mio nome su quel monumento, che esprimeva il mio pensiero. Al contrario, mi piaceva che un'iscrizione antica d'un secolo e più lo associasse agli inizi dell'impero, al regno pacificato di Augusto. Anche là dove rinnovavo, mi piaceva sentirmi anzitutto un continuatore. Al di là di Traiano e di Nerva, divenutimi ufficialmente padre e avo, mi riattaccavo persino a quei dodici Cesari tanto denigrati da Svetonio: la lucidità di Tiberio, ma non la sua durezza; l'erudizione di Claudio, non la sua debolezza; l'amore delle arti di Nerone, esente però da ogni sciocca vanità; la bontà di Tito, ma non così dolciastra; la parsimonia di Vespasiano, senza la sua lesina ridicola, costituivano altrettanti esempi che mi proponevo. Quei principi avevano rappresentato la loro parte nelle cose umane; ormai, spettava a me scegliere tra i loro atti quelli che era bene continuare, consolidare i migliori, correggere i peggiori, sino al giorno in cui altri uomini, più o meno qualificati di me, ma egualmente responsabili, si sarebbero incaricati di fare altrettanto con i miei atti.

La consacrazione del tempio di Venere e Roma fu una specie di trionfo, accompagnato da corse di bighe, da spettacoli pubblici, da elargizioni di spezie e profumi. I ventiquattro elefanti che avevano trascinato fino al cantiere quei blocchi enormi, riducendo così il lavoro forzato degli schiavi, figurarono anch'essi nel corteo, monoliti viventi. La data prescelta per questa festa era il giorno anniversario della nascita di Roma, l'ottavo giorno che segue gli idi di aprile, dell'anno 882 dopo la fondazione dell'Urbe. Mai la primavera romana era stata più dolce, più intensa, più azzurra. Lo stesso giorno, con solennità più austera, ma quasi in sordina, ebbe luogo una cerimonia dedicatoria all'interno del Pantheon. Avevo ritoccato di persona i progetti troppo cauti dell'architetto Apollodoro. Delle arti della Grecia volli servirmi per le decorazioni, come per un lusso supplementare, ma per la struttura dell'edificio ero risalito ai tempi primitivi e favolosi di Roma, ai templi rotondi dell'Etruria antica. Avevo voluto che quel santuario di tutti gli déi riproducesse la forma della terra e della sfera stellare, della Terra dove si racchiudono le sementi del fuoco eterno, della sfera cava che tutto contiene. Era quella, inoltre, la forma di quelle capanne ancestrali nelle quali il fumo dei più antichi focolari umani usciva da un orifizio aperto alla sommità. La cupola, costruita d'una lava dura e leggera che pareva partecipe ancora del movimento ascensionale delle fiamme, comunicava col cielo attraverso un largo foro, alternativamente nero e azzurro. Quel tempio aperto e segreto era concepito come un quadrante solare. Le ore avrebbero percorso in circolo i suoi riquadri, accuratamente levigati da artigiani greci: il disco del giorno vi sarebbe rimasto sospeso come uno scudo d'oro; la pioggia avrebbe formato una pozzanghera pura sul pavimento; la preghiera sarebbe volata simile al fumo verso quel vuoto nel quale collochiamo gli déi. Quella festa fu per me una di quelle ore nelle quali tutto confluisce. In piedi, nel fondo di quel pozzo di luce, avevo al mio fianco le gerarchie del mio principato, e la sostanza di cui si materiava il mio destino, ormai edificato più che a metà.

Riconoscevo l'austera energia di Marcio Turbo, servitore fedele; la dignità, non aliena dalle rampogne, di Serviano, le cui critiche sussurrate a voce sempre più sommessa, non mi sfioravano più; l'eleganza regale di Lucio Seionio; e, un po' in disparte, in quella densa penombra che si addice alle apparizioni divine, il volto pensoso del giovinetto greco nel quale avevo incarnato la mia fortuna. Mia moglie, presente anch'essa, aveva appena ricevuto il titolo di imperatrice.

Già da un pezzo preferivo le favole degli amori e delle contese tra i numi ai maldestri commentari dei filosofi sulla natura divina; accettavo d'essere l'immagine terrestre di quel Giove che quanto più è uomo tanto più è dio, sostegno del mondo, giustizia incarnata, ordine delle cose, amante dei Ganimedi e delle Europe, sposo negligente di una Giunone amara. Il mio spirito, incline in quel giorno a disporre ogni cosa in una luce senz'ombre, paragonava l'imperatrice a quella dea alla quale, durante una mia recente visita ad Argo, avevo consacrato un pavone d'oro adorno di pietre preziose. Col divorzio, avrei potuto agevolmente sbarazzarmi di quella donna che non amavo; se fossi stato un privato non avrei esitato a farlo. Ma mi dava così poco fastidio, e nulla, nella sua condotta, giustificava un insulto così clamoroso. Quando era ancora giovane sposa, s'era adontata delle mie sregolatezze, ma pressappoco come lo zio s'irritava dei miei debiti. Oggi, assisteva senza mostrare di accorgersene alle manifestazioni d'una passione che s'annunciava duratura. Come molte donne poco sensibili all'amore, non ne valutava il potere; ignoranza che escludeva al tempo stesso l'indulgenza e la gelosia. Si allarmava soltanto se riteneva minacciati i suoi titoli o la sua sicurezza; e questo non era il caso. Non era rimasta alcuna traccia in lei di quella grazia di adolescente che, in altri tempi, m'aveva attratto per breve tempo. Era una spagnola precocemente invecchiata, dura, austera. Dovevo alla sua frigidità se non s'era fatta un amante; mi piaceva che sapesse portare con dignità i suoi veli da matrona, che erano quasi da vedova; mi piaceva che sulle monete romane figurasse un profilo di imperatrice, e sul retro un'iscrizione, al Pudore o alla Quiete. Mi veniva fatto di pensare a quelle nozze fittizie che hanno luogo tra la grande sacerdotessa e lo Ierofante, la sera delle feste di Eleusi; nozze che non sono un'unione e neppure un contatto, bensì un rito, e come tali vengono consacrate.

La notte che seguì quelle celebrazioni, da una terrazza guardai divampare Roma. Erano fuochi di gioia e valevano bene gl'incendi voluti da Nerone: ed erano quasi altrettanto paurosi. Roma: crogiolo e fornace al tempo stesso, metallo che ribolle; martello sì, ma anche incudine, prova visibile dei mutamenti e dei ricorsi della storia, uno dei luoghi al mondo dove l'uomo avrà vissuto più tumultuosamente. La conflagrazione di Troia, donde un profugo era scampato, portando con sé il vecchio padre, il figlio giovinetto e i suoi Lari, si concludeva quella sera in quelle alte, gioiose fiammate. Pensavo pure, con una sorta di terrore sacro, agli incendi dell'avvenire. Quei milioni di vite passate, presenti e future, quegli edifici recenti, nati su edifici antichi e seguiti a loro volta da edifici ancora da costruirsi, mi sembrava si susseguissero nel tempo, simili alle onde; per un caso, quella notte gl'immensi marosi venivano a infrangersi ai miei piedi. Taccio gli istanti di delirio in cui la porpora imperiale, il tessuto sacro, che così raramente mi risolvevo a indossare, fu gettata sulle spalle dell'essere che diveniva per me il mio Genio; mi piaceva, certo, contrapporre quel rosso profondo all'oro pallido d'una nuca, ma soprattutto costringere la mia Felicità, la mia Fortuna, entità vaghe e incerte, a incarnarsi in quella forma tanto terrestre, ad assumere il calore e il peso vivo della carne. Le solide mura di quel Palatino che abitavo tanto poco, ma che avevo appena ricostruito, oscillavano come i fianchi d'un'imbarcazione; i tendaggi dischiusi perché la notte romana invadesse le mie stanze erano quelli d'un padiglione di poppa; le grida della folla erano il sibilo del vento tra le sartie. Lo scoglio immane che si scorgeva in lontananza, nell'ombra, le mura gigantesche della mia tomba che cominciava a sorgere allora in riva al Tevere, non m'ispiravano né terrore, né rimpianto, né inani meditazioni sulla brevità della vita.

A poco a poco, la luce cambiò. Dopo due anni e più, si notavano le orme del tempo, dei progressi d'una giovinezza che si forma, s'indora, sale quasi allo zenit; la voce fonda del fanciullo s'abituava a dare ordini a nocchieri e capicaccia; la falcata più lunga del corridore; le gambe del cavaliere che stringono la cavalcatura con maggiore esperienza; l'alunno, che a Claudiopoli aveva imparato a memoria lunghi frammenti di Omero, e si appassionava di poesia lasciva e raffinata, ora si estasiava di alcuni brani di Platone. Il mio pastorello diventava un giovane principe. Non era più il fanciullo zelante che, alle soste, si gettava da cavallo per offrirmi l'acqua delle sorgenti attinta nel cavo delle sue palme; ora, il donatore conosceva il valore immenso dei suoi doni. Durante le cacce organizzate nelle terre di Lucio, in Etruria, m'ero divertito a mescolare quel volto perfetto alle fisionomie grevi e aggrottate dei grandi dignitari, ai profili acuti degli Orientali, alle rozze grinte dei cacciatori barbari, a costringere il mio diletto alla parte difficile di amico. A Roma, s'erano orditi intrighi intorno alla sua giovane testa, s'erano esercitati sforzi abietti per catturare la sua influenza e sostituirvene qualche altra. La capacità di chiudersi in un pensiero unico dotava quel diciottenne d'una sorta d'indifferenza che manca ai più saggi: aveva saputo sdegnare tutte quelle trame, o ignorarle. Ma la sua bella bocca aveva assunto una piega amara che non sfuggì agli scultori.

Offro qui ai moralisti un'occasione facile per trionfare di me. I miei censori si apprestano già a scoprire, all'origine della mia sventura, le conseguenze d'un traviamento, il risultato d'un eccesso. Mi è difficile contraddirli in quanto non riesco a scorgere in che cosa mi sia traviato, in che cosa io abbia ecceduto. Mi sforzo di ridurre il mio delitto, se tale dobbiamo chiamarlo, a proporzioni esatte; mi dico che il suicidio non è poi così raro, che è un fatto abbastanza comune morire a vent'anni. La morte di Antinoo è un problema, oltreché una sciagura, per me solo. Può darsi che questa sciagura sia stata inseparabile da un eccesso di gioia, da un sovrappiù d'esperienza, di cui non avrei consentito a privarmi, né a privare il mio compagno di pericolo. I miei rimorsi, a poco a poco, sono divenuti anch'essi un aspetto amaro di possesso, un modo per assicurarmi d'esser stato sino alla fine lo sventurato padrone del suo destino. Ma non ignoro che bisogna fare i conti con le iniziative personali di quell'estraneo affascinante che resta, malgrado tutto, ogni essere amato. Se m'assumo tutta la colpa, riduco quella giovane figura alle proporzioni d'una statuetta di cera che io avrei modellata, e poi infranta con le mie stesse mani. Non ho il diritto di avvilire quel raro capolavoro che fu la sua fine; devo lasciare a quel fanciullo il merito della propria morte.

Naturalmente, non ne faccio una colpa al fattore dei sensi - molto ovvio, del resto - che determinava la mia scelta in amore. Di passioni consimili ne erano passate spesso, nella mia vita; ma quegli amori, frequenti, non m'erano costati che un minimo di promesse, di menzogne, di pene. La breve esaltazione per Lucio non m'aveva trascinato che a poche follie, e rimediabili. Nulla vietava che sarebbe accaduto lo stesso di questa mia tenerezza suprema; nulla, salvo precisamente quella qualità unica che la distingueva dalle altre. L'assuefazione ci avrebbe condotti a quella fine senza gloria, ma anche senza disastri, che la vita procura a tutti coloro che non le ricusano il lene logorio del tempo. Avrei assistito al mutarsi della passione in amicizia, come pretendono i moralisti, oppure in indifferenza, il che è più frequente. Un essere giovane si sarebbe staccato da me nel momento in cui il nostro legame avrebbe cominciato a pesarmi; altre consuetudini sensuali, o le stesse, sotto forme diverse, si sarebbero insediate nella sua vita; il suo avvenire avrebbe contenuto un matrimonio, né migliore né peggiore di tanti altri, una carica nell'amministrazione delle province, la gestione d'un possedimento rurale in Bitinia; o anche l'inerzia, la vita di corte proseguita in qualche posizione subalterna; nel peggiore dei casi, una di quelle carriere di favorito decaduto che si trasforma in confidente o in lenone. La vera saggezza, se ci capisco qualcosa, consiste nella consapevolezza di tutte queste eventualità, che costituiscono la vita stessa, salvo a far di tutto per scartare le peggiori. Ma né quel fanciullo né io eravamo saggi.

Non avevo atteso la presenza di Antinoo per sentirmi un dio. Ma il successo moltiplicava le occasioni di vertigine, intorno a me; pareva che le stagioni collaborassero con i poeti e i musici del mio seguito per rendere la nostra esistenza tutta una festa olimpica. Il giorno del mio arrivo a Cartagine, ebbe termine una siccità che durava da cinque anni; la folla in delirio sotto la pioggia scrosciante acclamò in me il dispensatore di benefici sovrumani; i grandi acquedotti d'Africa, poi, altro non furono che un modo per canalizzare quella prodigalità celeste. Qualche tempo prima, durante una sosta in Sardegna, un temporale ci spinse a cercar rifugio in una capanna di contadini; Antinoo aiutò il nostro ospite a rigirare sulla brace un paio di trance di tonno; mi sembrò d'esser Zeus che visita Filemone in compagnia di Ermes. Quel giovinetto dalle gambe ripiegate sul letto era Ermes in persona, che si scioglie i sandali; era Bacco, mentre coglieva un grappolo o assaggiava per me una coppa di vino rosato; le sue dita, indurite dalla corda dell'arco, erano quelle di Eros. Fra tante trasfigurazioni, in mezzo a tante magie, mi accadde di dimenticare la persona umana, il fanciullo che s'affannava invano a imparare il latino, o pregava l'architetto Decriano di dargli lezioni di matematica, poi vi rinunciava, e, al minimo rimprovero, si rifugiava imbronciato a prua della nave a guardare il mare.

Il viaggio d'Africa ebbe termine in pieno luglio nei nuovi quartieri di Lambesa; il mio compagno indossò con gioia puerile la corazza e la tunica militare; io fui per qualche giorno il Marte nudo, che, l'elmo in testa, prende parte alle esercitazioni del campo, l'Ercole atletico ebbro della consapevolezza del suo vigore ancor giovane. Nonostante il caldo, e i lunghi lavori di sterro eseguiti prima del mio arrivo, l'esercito operò, come tutto il resto, con divina scioltezza: sarebbe stato impossibile costringere quel corridore a un altro salto d'ostacolo, imporre a quel cavallerizzo un nuovo volteggio, senza nuocere all'armonia medesima di quelle manovre, senza infrangere in qualche punto quel giusto equilibrio di forze che ne costituisce la bellezza. Dovetti far osservare agli ufficiali un solo errore, ma impercettibile: un gruppo di cavalli lasciati allo scoperto durante un attacco, simulato, in aperta campagna; Comeliano, il mio prefetto, mi contentò in tutto. Un ordine sapiente guidava quelle masse d'uomini, di bestie da tiro, di donne barbare accompagnate da fanciulli robusti che si affollavano intorno al pretorio per baciarmi le mani. Questa reverenza non era servile; quell'ardore selvaggio s'impegnava a sostenere il mio programma di sicurezza; nulla era costato troppo caro; nulla era stato trascurato. Pensai di far redigere da Arriano un trattato di tattica militare, puntuale come un organismo ben fatto.

Più tardi, ad Atene, la consacrazione dell'Olympieion diede occasione a feste che ricordavano le solennità romane, ma quel che a Roma s'era svolto sulla terra laggiù avvenne in pieno cielo. In un dorato meriggio autunnale, presi posto sotto quel portico concepito per la statura sovrumana di Zeus; il tempio di marmo eretto nel punto ove Deucalione vide cessare il diluvio, pareva perdere peso, fluttuare come una densa nube bianca; le mie vesti rituali s'intonavano con i colori della sera, sull'Imetto contiguo. Avevo incaricato Polemone di pronunciare il discorso inaugurale; e, in quella occasione, la Grecia mi assegnò quegli attributi divini nei quali ravvisavo al tempo stesso una fonte di prestigio e il fine più segreto dell'opera della mia vita: Evergete, Olimpico, Epifane, Signore del Tutto. E il più bello di questi titoli, il più arduo da meritare tra tutti: Jonico, Filelleno. Polemone recitava un poco, ma nella mimica d'un grande commediante traspare a volte un'emozione alla quale partecipa tutta una folla, tutto un secolo. Levò gli occhi, si concentrò un istante prima dell'esordio, parve racchiudere in sé tutti i doni contenuti in quell'istante del tempo. Avevo collaborato con i secoli, con la stessa vita greca; l'autorità che esercitavo, più che un potere, era una potenza misteriosa, che sovrasta l'uomo, ma che agisce efficacemente solo attraverso la mediazione dell'uomo; le nozze di Atene e Roma erano consumate; il passato ritrovava il volto dell'avvenire; la Grecia ripartiva come una nave lungamente immobilizzata dalla bonaccia, che torna a sentire la spinta del vento nelle vele. Fu allora che mi strinse il cuore la malinconia d'un istante: pensai che le parole adempimento, perfezione, contengono in sé la parola fine: forse, non avevo fatto che offrire una nuova preda al Tempo divoratore.

Penetrammo poi all'interno del tempio, dove gli scultori erano ancora intenti al lavoro: l'immenso abbozzo del Zeus d'avorio e d'oro rischiarava vagamente la penombra: ai piedi dell'impalcatura, il grande serpente, che avevo fatto cercare in India per consacrarlo in quel santuario greco, riposava già nella sua cesta di filigrana, animale divino, emblema strisciante dello spirito della Terra, da sempre associato al giovinetto nudo che simboleggia il Genio dell'imperatore. Antinoo, compenetrandosi sempre più in questa parte, servì lui stesso al serpente la sua razione di colombe dalle ali tarpate. Poi, levate le braccia al cielo, pregò. Sapevo che questa preghiera, fatta per me, non s'indirizzava che a me solo, ma non ero abbastanza dio per indovinarne il senso, né per sapere se, un giorno o l'altro, sarebbe stata esaudita. Che sollievo, uscire da quel silenzio, da quella penombra turchina, ritrovare le strade di Atene rischiarate dalle lampade, la familiarità del popolo, le grida nell'aria densa della sera. La giovane figura che ben presto avrebbe adornato tante monete del mondo greco diveniva per la folla una presenza amica, un prodigio.

Non l'amavo di meno; l'amavo anzi di più. Ma il peso dell'amore, come quello d'un braccio teneramente posato sul petto, a poco a poco si rendeva pesante.

Riapparvero le comparse: ricordo quel giovane asciutto e sottile, che mi accompagnò durante un soggiorno a Mileto, e al quale, però, rinunciai. Ricordo una serata a Sardi: il poeta Stratone ci condusse da un luogo di perdizione a un altro, in compagnia di losche conquiste. Quello Stratone, che aveva preferito la libertà oscura nelle taverne asiatiche alla mia corte, era uno squisito motteggiatore, avido di provare la vanità di tutto quel che non è il piacere, forse per scusarsi di aver sacrificato ad esso tutto il resto. Poi, vi fu quella notte di Smirne, in cui costrinsi il mio giovane amico a subire la presenza d'una cortigiana. Il fanciullo s'era fatto dell'amore un'idea che restava austera, perché era esclusiva; il suo disgusto giunse fino alla nausea. Poi, ci si abituò. Quelle vane prove si spiegano con la mia inclinazione alle sregolatezze; vi si mescolava la speranza d'inventare un'intimità nuova, nella quale il compagno di piacere non avrebbe cessato d'essere l'amico, il prediletto; vi si mescolava la bramosia d'istruirlo, di far passare la sua giovinezza attraverso le stesse esperienze che erano state quelle della mia; fors'anche, più inconfessata, l'intenzione di degradarlo a poco a poco al livello dei piaceri banali che non impegnano.

Il mio bisogno di ferire quella tenerezza ombrosa, che rischiava di costituire un impaccio nella mia vita, non era esente da angoscia. Durante un viaggio nella Troade, visitammo la pianura dello Scamandro, sotto un livido cielo da bufera; l'inondazione, i cui danni ero venuto a ispezionare sul luogo, trasformava in isolotti gli antichi sepolcri. Per alcuni istanti mi raccolsi sulla tomba di Ettore; Antinoo andò a sognare su quella di Patroclo. Non seppi riconoscere nel cerbiatto che m'accompagnava l'emulo del camerata di Achille, schernii le fedeltà appassionate che fioriscono soprattutto nei libri; e la bella creatura insultata arrossì a sangue. La franchezza era sempre più la sola virtù alla quale mi costringevo; mi accorgevo che le discipline eroiche di cui la Grecia ha pervaso l'affetto d'un uomo maturo per un compagno più giovane spesso non sono per noi che ipocrite smancerie. Ero rimasto più sensibile di quel ch'io credessi ai pregiudizi di Roma; ricordavo che essi concedono al piacere la sua parte, ma stimano l'amore una mania disdicevole; ero ripreso dalla furia di non dipendere da nessun essere in maniera esclusiva. Mi esasperavano bizzarrie ch'erano proprie della giovinezza, e come tali inseparabili dal mio compagno; finivo per ritrovare, in questa passione tanto dissimile, tutto quel che m'aveva irritato nelle amanti romane: i profumi, la ricercatezza, il lusso freddo delle acconciature ripresero posto nella mia vita. In quel cuore malinconico s'insinuarono i primi timori, quasi ingiustificati; lo vidi preoccuparsi d'aver presto diciannove anni. Qualche capriccio pericoloso, collere che, squassando su quella fronte caparbia gli anelli di Medusa dei capelli, si alternavano a una malinconia che somigliava al torpore, a una dolcezza sempre più stanca. Mi accadde di percuoterlo; ricorderò sempre quei suoi occhi atterriti. Ma l'idolo offeso era pur sempre l'idolo, e cominciavano i sacrifizi espiatori.

Tutti i Misteri asiatici erano lì ad accentuare quella voluttuosa sregolatezza con le loro armonie dissonanti. Era ormai trascorso il tempo di Eleusi. Le iniziazioni ai culti segreti o stravaganti, pratiche più tollerate che consentite, il legislatore che si celava in me le guardava con diffidenza; ma si adattavano a quel momento della vita in cui la danza si fa vertigine, il canto si chiude nel pianto. Nell'isola di Samotracia, ero stato iniziato ai Misteri dei Cabiri, antichi e osceni, sacri come la carne e il sangue; serpenti sazi di latte nell'antro di Trofonio si strofinarono alle mie caviglie; le feste trace di Orfeo dettero luogo a selvaggi riti di fraternità. L'uomo di Stato che aveva interdetto, ordinando per i trasgressori le pene più severe, tutte le forme di mutilazione, consentì ad assistere alle orge della dea Siriana; ho visto il turbinio orrendo delle danze sanguinose; il mio compagno giovinetto, ipnotizzato come un capretto in presenza d'un rettile, contemplava atterrito quegli uomini che preferivano una mutilazione definitiva quanto la morte, e forse più atroce, alle esigenze dell'età e del sesso. Ma il colmo dell'orrore lo avemmo durante un soggiorno a Palmira, durante il quale il mercante arabo Meleo Agrippa ci ospitò per tre settimane in un lusso splendido e barbarico. Un giorno, al levar delle mense, questo Meleo, gran dignitario del culto di Mitra, che prendeva ben poco sul serio i suoi doveri di pastoforo, propose ad Antinoo di partecipare al sacrificio del toro sacro. Il giovinetto sapeva che in altri tempi io m'ero sottoposto a una cerimonia del genere; e si offrì con ardore. Non pensai di dovermi opporre a quel suo capriccio, per attuare il quale si richiese un minimo di purificazioni e astinenze. Accettai di fungere io stesso da assistente, insieme a Marco Ulpio Castora, il mio interprete per l'arabo. All'ora prestabilita, scendemmo nel sotterraneo sacro. Il bitino si distese per ricevere l'aspersione sanguinosa. Ma, quando vidi emergere dalla fossa quel corpo striato di sangue vermiglio, quella chioma impastata di melma vischiosa, quel volto tutto chiazzato di macchie che non si potevano lavare, ma bisognava lasciar asciugare da sé, mi strinse alla gola la nausea e l'orrore per quei culti sotterranei e torbidi. Qualche giorno più tardi, feci interdire alle truppe acquartierate a Emeso l'accesso al negro Mitreo.

Ho avuto anch'io i miei presagi: come Marc'Antonio prima dell'ultima battaglia, ho udito allontanarsi nella notte la marcia del cambio della guardia: gli déi propizi se ne andavano... La udivo senza badarvi. La mia sicurezza era ormai quella del cavaliere che un talismano protegge da qualsiasi caduta. A Samosata, ebbe luogo sotto i miei auspici un congresso di piccoli re orientali; durante le cacce in montagna, Abgar, re d'Osroene, m'insegnò di persona l'arte del falconiere; alcune battute, ordite come scene di teatro, fecero cadere nelle reti di porpora interi branchi di antilopi; Antinoo s'inarcava con tutta la sua energia per trattenere l'ardore d'una coppia di pantere che strappavano il pesante collare d'oro. Ma dietro quegli splendori, si concludevano accordi; le trattative mi furono sempre favorevoli; restavo il giocatore che vince tutte le partite. Trascorsi l'inverno in quel palazzo di Antiochia dove, in altri tempi, avevo chiesto agli stregoni d'illuminarmi sull'avvenire. Ma, ormai, l'avvenire non poteva recarmi più nulla, o almeno nulla che potesse aver l'aspetto di un dono. La mia vendemmia era fatta: il mosto della vita colmava i miei tini. Avevo cessato, è vero, di regolare il mio destino, ma le discipline accuratamente elaborate d'altri tempi m'apparivano ormai solo lo stadio iniziale d'una vocazione d'uomo; erano simili a quelle catene che il danzatore si costringe a portare per balzare più alto quando se ne libera. L'antica austerità durava in certi punti; continuavo a proibire che si servisse il vino prima della seconda veglia notturna: ricordavo bene d'aver visto, su quella stessa tavola di legno lucido, la mano tremolante di Traiano. Ma esistono ebbrezze diverse. Non si profilava ombra alcuna sui miei giorni, né la morte, né la sconfitta, né quella disfatta più dura che ci s'infligge da sé, né la vecchiaia che tuttavia avrebbe finito per giungere. E, tuttavia, mi affrettavo, come se ciascuna di quelle ore fosse al tempo stesso la più bella e l'estrema.

I frequenti soggiorni in Asia Minore mi avevano messo a contatto con un gruppetto di sapienti seriamente dediti allo studio delle arti magiche. Ogni secolo ha le sue audacie: gli spiriti migliori del nostro, stanchi d'una filosofia che si degrada sempre più al livello di declamazione scolastica, si compiacciono di tentare quelle frontiere vietate all'uomo. A Tiro, Filone di Biblo mi aveva rivelato alcuni segreti dell'antica magia fenicia: mi seguì ad Antiochia. Ivi, della teoria di Platone sulla natura dell'anima, Noumenio dava un'interpretazione che restava cauta, ma che avrebbe portato lontano uno spirito più ardito del suo. I suoi discepoli evocavano i demoni: un gioco come un altro. Tra le volate d'un fumo di resina, mi apparvero strane figure, che sembravano fatte della sostanza stessa dei miei sogni; oscillarono, e si dileguarono, lasciandomi solo la vaga sensazione d'una somiglianza con un viso vivo e a me noto. Forse, tutto ciò non era che il trucco d'un prestigiatore: in questo caso, il prestigiatore sapeva bene il fatto suo. Ripresi gli studi di anatomia, tentati appena nella mia giovinezza, ma non più per studiare la struttura del corpo umano: mi aveva riafferrato la curiosità di quelle zone intermedie dove l'anima e la carne si confondono, dove il sogno si adegua alla realtà, e a volte la previene, dove la vita e la morte si scambiano attributi e sembianze. Ermogene, il mio medico, disapprovava queste esperienze; nondimeno mi introdusse in una piccola cerchia di praticanti, che lavoravano in questo campo. Insieme a loro, tentai d'individuare la sede dell'anima, di scoprire i legami che la saldano al corpo, di misurare il tempo che le occorre per distaccarsene. Alcuni animali furono sacrificati per quelle ricerche. Il chirurgo Satiro mi condusse nella sua clinica, per assistere a qualche agonia. Fantasticavamo ad alta voce: l'anima non è dunque che l'espressione suprema del corpo, fragile manifestazione della pena e del piacere di vivere? O, al contrario, è più antica di questo corpo modellato a sua immagine, e che, bene o male, le serve momentaneamente di strumento? La si può richiamare all'interno della carne, si può ristabilire tra l'una e l'altra quell'intimo legame, quella combustione che chiamiamo vita? Se le anime possiedono una loro identità propria, possono scambiarsi, andare da un essere a un altro, come la parte d'un frutto, come il sorso di vino che due amanti si passano in un bacio? Non v'è sapiente che su queste cose non muti opinione venti volte ogni anno; in me, lo scetticismo era in conflitto con l'ansia di sapere, e l'entusiasmo con l'ironia. M'ero convinto che la nostra intelligenza non lascia filtrare fino a noi che uno scarno residuo dei fatti, e m'interessavo sempre più al mondo oscuro delle sensazioni, quella nera notte dove folgorano e turbinano soli accecanti. In quell'epoca, Flegone, che collezionava storie di spettri, ci raccontò una sera quella della "Fidanzata di Corinto", di cui ci garantì l'autenticità. Quell'avventura, nella quale l'amore riusciva a richiamare un'anima sulla terra e, se pure per poco, le rendeva un corpo, commosse tutti noi, ma in grado diverso. Parecchi tentarono di richiamarsi a esperienze analoghe: Satiro si sforzò di rievocare il maestro Aspasio, il quale aveva stretto con lui uno di quei patti, mai mantenuti, secondo i quali chi muore promette di dar conto di sé ai vivi. Antinoo mi fece una promessa dello stesso genere, e io la presi alla leggera, poiché non avevo nessuna ragione di credere che quel fanciullo dovesse morire prima di me. Filone cercò di farci apparire la moglie morta. Io permisi che si pronunciassero i nomi di mio padre e di mia madre, ma una specie di pudore m'impedì di evocare Plotina. Nessuno di quei tentativi riuscì. Ma s'erano aperte strane porte.

Pochi giorni prima di partire da Antiochia, mi recai, come in altri tempi, a sacrificare in vetta al monte Cassio. L'ascensione fu fatta di notte: come per l'Etna, condussi con me solo una piccola cerchia di amici dai muscoli provati. Non mi proponevo soltanto di compiere un rito propiziatorio in quel santuario, più sacro d'ogni altro: volevo rivedere di lassù il fenomeno dell'aurora, quel prodigio quotidiano, che non ho mai contemplato senza un segreto palpito di gioia. Sulla vetta, il sole fa risplendere gli ornamenti di rame del tempio, i volti illuminati sorridono in piena luce, mentre le pianure dell'Asia e il mare sono ancora immersi nell'ombra: per pochi istanti, l'uomo che prega sulla cima è il solo a godere del mattino. Tutto fu approntato per un sacrificio: prendemmo a salire da prima a cavallo, poi a piedi, lungo ardui sentieri fiancheggiati da ginestre e lentischi, che si riconoscevano di notte dal profumo. L'aria era densa; quella primavera bruciava come, altrove, l'estate. Per la prima volta in un'ascensione in montagna, mi mancò il respiro: dovetti appoggiarmi un istante sulla spalla del mio prediletto. Un temporale, previsto da tempo da Ermogene, che se ne intende di meteorologia, si scatenò a un centinaio di passi dalla cima. I sacerdoti uscirono per venirci incontro al bagliore dei lampi: l'esigua compagnia, fradicia fino alle ossa, si affrettò attorno all'altare disposto per il sacrificio. Questo stava per compiersi, allorché un fulmine, balenando su di noi uccise d'un colpo solo il vittimario e la vittima. Passato il primo istante di orrore, Ermogene si chinò con l'interesse dei medici sul gruppo fulminato; Cabria e il gran sacerdote proruppero in grida d'ammirazione: l'uomo e il cerbiatto sacrificati da quella folgore divina s'univano all'eternità del mio Genio: quelle vite prolungavano la mia. Antinoo aggrappato al mio braccio tremava, non già di terrore, come credetti allora, ma percosso da un'idea che compresi più tardi. Un essere che aveva orrore della decadenza fisica, della vecchiaia, da tempo aveva dovuto ripromettersi di suicidarsi al primo indizio di quella decadenza, o anche molto prima. Oggi, giungo a credere che questo impegno, che molti di noi si giurano, senza poi mantenerlo, in lui fosse radicato da moltissimo tempo, dall'epoca di Nicomedia, di quell'incontro in riva alla sorgente. Quest'impegno spiegava la sua indolenza, il suo ardore nel piacere, la sua malinconia, la sua indifferenza totale per il futuro. Ma bisognava ancora che quella sua fine non avesse l'aria d'una rivolta, non contenesse la minima recriminazione. La folgore del monte Cassio gl'indicava una soluzione: la morte poteva diventare una forma estrema di devozione, l'ultimo dono, il solo che sarebbe rimasto. La luminosità dell'aurora fu una povera cosa accanto al sorriso che si aprì su quel viso turbato. Qualche giorno dopo, rividi lo stesso sorriso, ma più schivo, velato d'ambiguità: a cena, Polemone, che s'interessava di chiromanzia, volle esaminare la mano del giovinetto, quel palmo dove spaventava anche me una paurosa caduta di stelle. Il fanciullo ritirò la sua mano, la richiuse, con un gesto soave, quasi pudico. Voleva serbare il segreto del suo gioco e quello della sua fine.


4. SAECULUM AUREUM (2)

C'era Roma. Ma non ero più costretto a destreggiarmi, a lusingare, a piacere. But I was no longer forced to juggle, to flatter, to please. Le opere del mio principato s'imponevano; le porte del tempio di Giano, che si aprono in tempo di guerra, restavano chiuse; le mie buone intenzioni davano i loro frutti; la prosperità delle province rifluiva nella metropoli. The works of my principality imposed themselves; the gates of the temple of Janus, which are opened in time of war, remained closed; my good intentions bore fruit; the prosperity of the provinces flowed back into the metropolis. Non rifiutai più il titolo di Padre della Patria, che mi era stato proposto all'epoca del mio avvento. I no longer refused the title Father of the Fatherland, which had been proposed to me at the time of my advent.

Plotina non era più. Plotina was no more. Durante un mio precedente soggiorno nell'Urbe, avevo rivisto per l'ultima volta quella donna dal sorriso un po' stanco, che il protocollo ufficiale mi attribuiva per madre, e che era per me assai di più: la mia unica amica. During a previous stay of mine in the Urbe, I had last seen again that woman with the somewhat tired smile, whom official protocol ascribed to me as mother, and who was for me much more: my only friend. Questa volta, non ritrovai di lei che una piccola urna, deposta sotto la Colonna Traiana. This time, I found only a small urn of her, laid under the Trajan Column. Assistei di persona alle cerimonie dell'apoteosi; in contrasto con l'uso imperiale, presi il lutto per un periodo di nove giorni. I attended the apotheosis ceremonies in person; contrary to imperial custom, I took mourning for a period of nine days. Ma la morte modificava ben poco quella intimità che da anni faceva a meno della presenza; l'imperatrice restava quella che era sempre stata per me: uno spirito, un pensiero, al quale il mio s'era unito. But death altered little that intimacy, which for years had dispensed with presence; the empress remained what she had always been to me: a spirit, a thought, to which mine had joined.

Giungevano a termine alcuni grandi lavori di costruzione: il Colosseo restaurato, purificato dei ricordi di Nerone che lo funestavano ancora, era adorno, invece che dell'immagine di quell'imperatore, d'una effige colossale del Sole, Helio-Re, per un'allusione al mio nome gentilizio, Elio. Some major construction work was coming to an end: the restored Colosseum, cleansed of the memories of Nero that still bedeviled it, was adorned, instead of the image of that emperor, with a colossal effigy of the Sun, Helio-Re, for an allusion to my family name, Helium. Si dava l'ultima mano al tempio di Venere e Roma, costruito anch'esso nel luogo della scandalosa "Domus Aurea", dove Nerone aveva fatto pompa ignobile d'un lusso mal conseguito. The last hand was being given to the temple of Venus and Rome, also built on the site of the scandalous "Domus Aurea," where Nero had made ignoble pomp of ill-gotten luxury. ** "Roma, Amor": per la prima volta, la divinità della Città Eterna s'identificava con la Madre dell'Amore, ispiratrice di ogni gioia. "Roma, Amor": for the first time, the divinity of the Eternal City was identified with the Mother of Love, inspirer of all joy. Era una delle idee della mia vita. It was one of the ideas of my life. Così, la potenza romana assumeva quel carattere sacrale, cosmico, quella forma pacifica e tutelare che io ambivo imprimerle. Thus, Roman power took on that sacred, cosmic character, that peaceful and tutelary form that I aspired to imprint upon it. A volte, mi accadeva di assimilare l'imperatrice defunta a quella Venere saggia, consigliera divina. At times, I happened to liken the deceased empress to that wise Venus, divine counselor.

Tutti gli déi mi apparivano sempre più misteriosamente fusi in un Tutto, quali emanazioni infinitamente varie, manifestazioni eguali d'una medesima forza: le loro contraddizioni non erano che un aspetto del loro accordo. All the gods appeared to me more and more mysteriously fused into a Whole, as infinitely varied emanations, equal manifestations of the same force: their contradictions were but an aspect of their agreement. ** Mi si era imposta la costruzione d'un tempio a tutti gli déi, d'un pantheon; ne avevo scelto l'area sulle rovine delle antiche terme pubbliche offerte al popolo romano da Agrippa, genero di Augusto. I was set to build a temple to all the gods, a pantheon; I had chosen its area on the ruins of the ancient public baths offered to the Roman people by Agrippa, son-in-law of Augustus. Del vecchio edificio non restava null'altro che un portico e la lastra di marmo d'una dedica al popolo di Roma, che fu ricollocata accuratamente, così com'era, sul frontone del nuovo tempio. Nothing remained of the old building but a portico and the marble slab of a dedication to the people of Rome, which was carefully relocated, as it was, on the pediment of the new temple. Poco mi importava che figurasse il mio nome su quel monumento, che esprimeva il mio pensiero. Little did I care that my name was on that monument, which expressed my thoughts. Al contrario, mi piaceva che un'iscrizione antica d'un secolo e più lo associasse agli inizi dell'impero, al regno pacificato di Augusto. On the contrary, I liked that an inscription a century and more old associated it with the beginnings of the empire, with the pacified reign of Augustus. Anche là dove rinnovavo, mi piaceva sentirmi anzitutto un continuatore. Even where I was renewing, I liked to feel that I was first and foremost a continuer. Al di là di Traiano e di Nerva, divenutimi ufficialmente padre e avo, mi riattaccavo persino a quei dodici Cesari tanto denigrati da Svetonio: la lucidità di Tiberio, ma non la sua durezza; l'erudizione di Claudio, non la sua debolezza; l'amore delle arti di Nerone, esente però da ogni sciocca vanità; la bontà di Tito, ma non così dolciastra; la parsimonia di Vespasiano, senza la sua lesina ridicola, costituivano altrettanti esempi che mi proponevo. Beyond Trajan and Nerva, who officially became my father and ancestor, I would even reattach myself to those twelve Caesars so much denigrated by Suetonius: Tiberius's lucidity, but not his harshness; Claudius's erudition, not his weakness; Nero's love of the arts, yet exempt from all foolish vanity; Titus's goodness, but not so sweetish; Vespasian's thriftiness, without his ridiculous skimpiness, constituted as many examples that I proposed. Quei principi avevano rappresentato la loro parte nelle cose umane; ormai, spettava a me scegliere tra i loro atti quelli che era bene continuare, consolidare i migliori, correggere i peggiori, sino al giorno in cui altri uomini, più o meno qualificati di me, ma egualmente responsabili, si sarebbero incaricati di fare altrettanto con i miei atti. Those principles had represented their part in human affairs; now, it was up to me to choose from among their acts those which it was good to continue, consolidate the best, correct the worst, until the day when other men, more or less qualified than I, but equally responsible, would take charge of doing the same with my acts. **

La consacrazione del tempio di Venere e Roma fu una specie di trionfo, accompagnato da corse di bighe, da spettacoli pubblici, da elargizioni di spezie e profumi. The consecration of the temple of Venus and Rome was a kind of triumph, accompanied by chariot races, public spectacles, and handouts of spices and perfumes. I ventiquattro elefanti che avevano trascinato fino al cantiere quei blocchi enormi, riducendo così il lavoro forzato degli schiavi, figurarono anch'essi nel corteo, monoliti viventi. The twenty-four elephants who had dragged those huge blocks to the construction site, thus reducing forced slave labor, also figured in the procession, living monoliths. La data prescelta per questa festa era il giorno anniversario della nascita di Roma, l'ottavo giorno che segue gli idi di aprile, dell'anno 882 dopo la fondazione dell'Urbe. The date chosen for this festival was the anniversary day of the birth of Rome, the eighth day following the Ides of April, in the year 882 after the founding of the Urbe. Mai la primavera romana era stata più dolce, più intensa, più azzurra. Never had the Roman spring been sweeter, more intense, more blue. Lo stesso giorno, con solennità più austera, ma quasi in sordina, ebbe luogo una cerimonia dedicatoria all'interno del Pantheon. On the same day, with more austere but almost muted solemnity, a dedicatory ceremony took place inside the Pantheon. ** Avevo ritoccato di persona i progetti troppo cauti dell'architetto Apollodoro. I had personally tweaked the overcautious plans of the architect Apollodorus. Delle arti della Grecia volli servirmi per le decorazioni, come per un lusso supplementare, ma per la struttura dell'edificio ero risalito ai tempi primitivi e favolosi di Roma, ai templi rotondi dell'Etruria antica. From the arts of Greece I wanted to make use of the decorations, as an additional luxury, but for the structure of the building I had gone back to the primitive and fabulous times of Rome, to the round temples of ancient Etruria. Avevo voluto che quel santuario di tutti gli déi riproducesse la forma della terra e della sfera stellare, della Terra dove si racchiudono le sementi del fuoco eterno, della sfera cava che tutto contiene. I had wanted that sanctuary of all the gods to reproduce the form of the earth and the stellar sphere, of the Earth where the seeds of eternal fire are enclosed, of the hollow sphere that contains everything. Era quella, inoltre, la forma di quelle capanne ancestrali nelle quali il fumo dei più antichi focolari umani usciva da un orifizio aperto alla sommità. That, moreover, was the shape of those ancestral huts in which smoke from the oldest human hearths came out of an open orifice at the top. La cupola, costruita d'una lava dura e leggera che pareva partecipe ancora del movimento ascensionale delle fiamme, comunicava col cielo attraverso un largo foro, alternativamente nero e azzurro. The dome, built of a hard, light lava that still seemed to participate in the upward movement of the flames, communicated with the sky through a large hole, alternately black and blue. Quel tempio aperto e segreto era concepito come un quadrante solare. That open and secret temple was designed as a sun dial. Le ore avrebbero percorso in circolo i suoi riquadri, accuratamente levigati da artigiani greci: il disco del giorno vi sarebbe rimasto sospeso come uno scudo d'oro; la pioggia avrebbe formato una pozzanghera pura sul pavimento; la preghiera sarebbe volata simile al fumo verso quel vuoto nel quale collochiamo gli déi. The hours would run in circles around its squares, carefully polished by Greek craftsmen: the disk of the day would hang there like a golden shield; the rain would form a pure puddle on the floor; prayer would fly like smoke toward that void in which we place the gods. ** Quella festa fu per me una di quelle ore nelle quali tutto confluisce. That party was for me one of those hours in which everything converges. In piedi, nel fondo di quel pozzo di luce, avevo al mio fianco le gerarchie del mio principato, e la sostanza di cui si materiava il mio destino, ormai edificato più che a metà. Standing at the bottom of that shaft of light, I had at my side the hierarchies of my principality, and the substance of which my destiny, now more than half-built, was material.

Riconoscevo l'austera energia di Marcio Turbo, servitore fedele; la dignità, non aliena dalle rampogne, di Serviano, le cui critiche sussurrate a voce sempre più sommessa, non mi sfioravano più; l'eleganza regale di Lucio Seionio; e, un po' in disparte, in quella densa penombra che si addice alle apparizioni divine, il volto pensoso del giovinetto greco nel quale avevo incarnato la mia fortuna. I recognized the austere energy of Marcius Turbo, a faithful servant; the dignity, not unalienated from scolding, of Servianus, whose criticisms whispered in an increasingly hushed voice, no longer touched me; the regal elegance of Lucius Seionio; and, a little in the background, in that dense half-light befitting divine apparitions, the pensive face of the Greek youth in whom I had embodied my fortune. Mia moglie, presente anch'essa, aveva appena ricevuto il titolo di imperatrice. My wife, also present, had just received the title of empress.

Già da un pezzo preferivo le favole degli amori e delle contese tra i numi ai maldestri commentari dei filosofi sulla natura divina; accettavo d'essere l'immagine terrestre di quel Giove che quanto più è uomo tanto più è dio, sostegno del mondo, giustizia incarnata, ordine delle cose, amante dei Ganimedi e delle Europe, sposo negligente di una Giunone amara. I had long ago preferred the fables of loves and contentions among the gods to the philosophers' clumsy commentaries on the divine nature; I accepted that I was the earthly image of that Jupiter who the more he is man the more he is god, the support of the world, justice incarnate, the order of things, the lover of the Ganymede and the Europeans, the negligent spouse of a bitter Juno. Il mio spirito, incline in quel giorno a disporre ogni cosa in una luce senz'ombre, paragonava l'imperatrice a quella dea alla quale, durante una mia recente visita ad Argo, avevo consacrato un pavone d'oro adorno di pietre preziose. My spirit, inclined on that day to arrange everything in a shadowless light, likened the empress to that goddess to whom, during a recent visit of mine to Argos, I had consecrated a golden peacock adorned with precious stones. Col divorzio, avrei potuto agevolmente sbarazzarmi di quella donna che non amavo; se fossi stato un privato non avrei esitato a farlo. With divorce, I could have easily gotten rid of the woman I did not love; if I had been a private person, I would not have hesitated to do so. Ma mi dava così poco fastidio, e nulla, nella sua condotta, giustificava un insulto così clamoroso. But it bothered me so little, and nothing in his conduct warranted such a blatant insult. Quando era ancora giovane sposa, s'era adontata delle mie sregolatezze, ma pressappoco come lo zio s'irritava dei miei debiti. When she was still a young bride, she had been pleased with my profligacies, but much like her uncle she was irritated with my debts. Oggi, assisteva senza mostrare di accorgersene alle manifestazioni d'una passione che s'annunciava duratura. Today, he witnessed without showing that he was aware of it the manifestations of a passion that announced itself to be enduring. Come molte donne poco sensibili all'amore, non ne valutava il potere; ignoranza che escludeva al tempo stesso l'indulgenza e la gelosia. Like many women who were insensitive to love, she did not value its power; ignorance that excluded both indulgence and jealousy. Si allarmava soltanto se riteneva minacciati i suoi titoli o la sua sicurezza; e questo non era il caso. He was alarmed only if he felt his titles or safety were threatened; and this was not the case. Non era rimasta alcuna traccia in lei di quella grazia di adolescente che, in altri tempi, m'aveva attratto per breve tempo. There was no trace left in her of that adolescent grace that, at other times, had briefly attracted me. Era una spagnola precocemente invecchiata, dura, austera. She was a prematurely aged, tough, austere Spaniard. Dovevo alla sua frigidità se non s'era fatta un amante; mi piaceva che sapesse portare con dignità i suoi veli da matrona, che erano quasi da vedova; mi piaceva che sulle monete romane figurasse un profilo di imperatrice, e sul retro un'iscrizione, al Pudore o alla Quiete. I owed it to her frigidity if she did not take a lover; I liked that she knew how to wear with dignity her matronly veils, which were almost widow's veils; I liked that on the Roman coins there was a profile of an empress, and on the back an inscription, to the Modesty or the Quiet. Mi veniva fatto di pensare a quelle nozze fittizie che hanno luogo tra la grande sacerdotessa e lo Ierofante, la sera delle feste di Eleusi; nozze che non sono un'unione e neppure un contatto, bensì un rito, e come tali vengono consacrate. I was made to think of those fictitious nuptials that take place between the high priestess and the Hierophant on the evening of the Eleusinian festivals; nuptials that are not a union or even a contact, but a rite, and as such are consecrated.

La notte che seguì quelle celebrazioni, da una terrazza guardai divampare Roma. On the night that followed those celebrations, from a terrace I watched Rome burst into flames. Erano fuochi di gioia e valevano bene gl'incendi voluti da Nerone: ed erano quasi altrettanto paurosi. They were fires of joy and well worth the fires that Nero wanted: and they were almost as fearful. Roma: crogiolo e fornace al tempo stesso, metallo che ribolle; martello sì, ma anche incudine, prova visibile dei mutamenti e dei ricorsi della storia, uno dei luoghi al mondo dove l'uomo avrà vissuto più tumultuosamente. Rome: crucible and furnace at the same time, metal simmering; hammer yes, but also anvil, visible evidence of the changes and recurrences of history, one of the places in the world where man will have lived most tumultuously. La conflagrazione di Troia, donde un profugo era scampato, portando con sé il vecchio padre, il figlio giovinetto e i suoi Lari, si concludeva quella sera in quelle alte, gioiose fiammate. The conflagration of Troy, whence a refugee had escaped, taking with him his old father, his young son and his Lares, ended that evening in those high, joyous blazes. Pensavo pure, con una sorta di terrore sacro, agli incendi dell'avvenire. I also thought, with a kind of holy terror, about the fires of the future. Quei milioni di vite passate, presenti e future, quegli edifici recenti, nati su edifici antichi e seguiti a loro volta da edifici ancora da costruirsi, mi sembrava si susseguissero nel tempo, simili alle onde; per un caso, quella notte gl'immensi marosi venivano a infrangersi ai miei piedi. Those millions of past, present and future lives, those recent buildings, born on top of ancient buildings and followed in turn by buildings yet to be built, seemed to me to follow one another in time, similar to waves; by chance, that night the immense billows came crashing at my feet. Esos millones de vidas pasadas, presentes y futuras, esos edificios recientes, nacidos sobre edificios antiguos y seguidos a su vez por edificios por construir, parecían sucederse en el tiempo, como olas; por casualidad, esa noche las inmensas olas vinieron a romper a mis pies. Taccio gli istanti di delirio in cui la porpora imperiale, il tessuto sacro, che così raramente mi risolvevo a indossare, fu gettata sulle spalle dell'essere che diveniva per me il mio Genio; mi piaceva, certo, contrapporre quel rosso profondo all'oro pallido d'una nuca, ma soprattutto costringere la mia Felicità, la mia Fortuna, entità vaghe e incerte, a incarnarsi in quella forma tanto terrestre, ad assumere il calore e il peso vivo della carne. I am keeping silent the moments of delirium in which the imperial purple, the sacred cloth, which I so rarely resolved to wear, was thrown over the shoulders of the being who became for me my Genius; I liked, to be sure, to contrast that deep red with the pale gold of a nape of the neck, but above all to force my Happiness, my Fortune, vague and uncertain entities, to incarnate in that very earthly form, to take on the warmth and living weight of flesh. Le solide mura di quel Palatino che abitavo tanto poco, ma che avevo appena ricostruito, oscillavano come i fianchi d'un'imbarcazione; i tendaggi dischiusi perché la notte romana invadesse le mie stanze erano quelli d'un padiglione di poppa; le grida della folla erano il sibilo del vento tra le sartie. The solid walls of that Palatine which I lived in so little, but which I had just rebuilt, swayed like the sides of a boat; the curtains drawn open for the Roman night to invade my rooms were those of a stern pavilion; the shouts of the crowd were the hiss of the wind between the rigging. Lo scoglio immane che si scorgeva in lontananza, nell'ombra, le mura gigantesche della mia tomba che cominciava a sorgere allora in riva al Tevere, non m'ispiravano né terrore, né rimpianto, né inani meditazioni sulla brevità della vita. The immense cliff that could be seen in the distance, in the shadows, the gigantic walls of my tomb that was beginning to rise then on the bank of the Tiber, inspired me neither terror, nor regret, nor inane meditations on the brevity of life. **

A poco a poco, la luce cambiò. Gradually, the light changed. Dopo due anni e più, si notavano le orme del tempo, dei progressi d'una giovinezza che si forma, s'indora, sale quasi allo zenit; la voce fonda del fanciullo s'abituava a dare ordini a nocchieri e capicaccia; la falcata più lunga del corridore; le gambe del cavaliere che stringono la cavalcatura con maggiore esperienza; l'alunno, che a Claudiopoli aveva imparato a memoria lunghi frammenti di Omero, e si appassionava di poesia lasciva e raffinata, ora si estasiava di alcuni brani di Platone. After two years and more, the footsteps of time were noticeable, of the progress of a youth that is forming, hardening, rising almost to its zenith; the boy's deep voice grew accustomed to giving orders to helmsmen and ringleaders; the runner's longer stride; the rider's legs clutching the mount with greater experience; the pupil, who at Claudopolis had memorized long fragments of Homer, and was fond of lewd and refined poetry, now became ecstatic with a few passages from Plato. Il mio pastorello diventava un giovane principe. My shepherd boy became a young prince. Non era più il fanciullo zelante che, alle soste, si gettava da cavallo per offrirmi l'acqua delle sorgenti attinta nel cavo delle sue palme; ora, il donatore conosceva il valore immenso dei suoi doni. He was no longer the zealous child who, at the stops, jumped from his horse to offer me spring water drawn from the hollow of his palms; now, the giver knew the immense value of his gifts. Durante le cacce organizzate nelle terre di Lucio, in Etruria, m'ero divertito a mescolare quel volto perfetto alle fisionomie grevi e aggrottate dei grandi dignitari, ai profili acuti degli Orientali, alle rozze grinte dei cacciatori barbari, a costringere il mio diletto alla parte difficile di amico. During the organized hunts in the lands of Lucius, in Etruria, I had amused myself by mixing that perfect face with the crude and frowning physiognomies of the great dignitaries, the sharp profiles of the Orientals, and the rough grits of the barbarian hunters, forcing my delight to the difficult part of friend. A Roma, s'erano orditi intrighi intorno alla sua giovane testa, s'erano esercitati sforzi abietti per catturare la sua influenza e sostituirvene qualche altra. In Rome, intrigues had been hatched around his young head, abject efforts had been exerted to capture his influence and replace some other. La capacità di chiudersi in un pensiero unico dotava quel diciottenne d'una sorta d'indifferenza che manca ai più saggi: aveva saputo sdegnare tutte quelle trame, o ignorarle. The ability to lock himself into a single thought endowed that 18-year-old with a kind of indifference lacking in the wisest: he had been able to disdain all those plots, or ignore them. Ma la sua bella bocca aveva assunto una piega amara che non sfuggì agli scultori. But her beautiful mouth had taken on a bitter crease that did not escape the sculptors.

Offro qui ai moralisti un'occasione facile per trionfare di me. I offer here the moralists an easy opportunity to triumph over me. I miei censori si apprestano già a scoprire, all'origine della mia sventura, le conseguenze d'un traviamento, il risultato d'un eccesso. My censors are already getting ready to discover, at the origin of my misfortune, the consequences of a misguidance, the result of an excess. Mi è difficile contraddirli in quanto non riesco a scorgere in che cosa mi sia traviato, in che cosa io abbia ecceduto. It is difficult for me to contradict them in that I cannot discern what I have strayed into, what I have exceeded. Mi sforzo di ridurre il mio delitto, se tale dobbiamo chiamarlo, a proporzioni esatte; mi dico che il suicidio non è poi così raro, che è un fatto abbastanza comune morire a vent'anni. I strive to reduce my crime, if such we must call it, to exact proportions; I tell myself that suicide is not so rare, that it is a fairly common occurrence to die in one's twenties. La morte di Antinoo è un problema, oltreché una sciagura, per me solo. Antinous' death is a problem, as well as a misfortune, for me alone. Può darsi che questa sciagura sia stata inseparabile da un eccesso di gioia, da un sovrappiù d'esperienza, di cui non avrei consentito a privarmi, né a privare il mio compagno di pericolo. It may be that this misfortune was inseparable from an excess of joy, a surplus of experience, of which I would not have allowed to deprive myself, nor to deprive my companion of danger. I miei rimorsi, a poco a poco, sono divenuti anch'essi un aspetto amaro di possesso, un modo per assicurarmi d'esser stato sino alla fine lo sventurato padrone del suo destino. My remorse, little by little, also became a bitter aspect of possession, a way of assuring myself that I was until the end the hapless master of his fate. Ma non ignoro che bisogna fare i conti con le iniziative personali di quell'estraneo affascinante che resta, malgrado tutto, ogni essere amato. But I am not unaware that one must reckon with the personal initiatives of that fascinating stranger who remains, despite everything, every beloved being. Se m'assumo tutta la colpa, riduco quella giovane figura alle proporzioni d'una statuetta di cera che io avrei modellata, e poi infranta con le mie stesse mani. If I take all the blame, I reduce that young figure to the proportions of a wax figurine that I would fashion, and then shatter with my own hands. Non ho il diritto di avvilire quel raro capolavoro che fu la sua fine; devo lasciare a quel fanciullo il merito della propria morte. I have no right to demean that rare masterpiece that was his end; I must leave the credit for his own death to that child.

Naturalmente, non ne faccio una colpa al fattore dei sensi - molto ovvio, del resto - che determinava la mia scelta in amore. Of course, I do not blame it on the senses factor-very obvious, after all-that determined my choice in love. Di passioni consimili ne erano passate spesso, nella mia vita; ma quegli amori, frequenti, non m'erano costati che un minimo di promesse, di menzogne, di pene. Similar passions had often passed in my life; but those loves, which were frequent, had cost me only a minimum of promises, lies, and pains. La breve esaltazione per Lucio non m'aveva trascinato che a poche follie, e rimediabili. The brief exaltation for Lucius had only dragged me to a few follies, and remediable ones. Nulla vietava che sarebbe accaduto lo stesso di questa mia tenerezza suprema; nulla, salvo precisamente quella qualità unica che la distingueva dalle altre. Nothing forbade that the same would happen of this supreme tenderness of mine; nothing except precisely that unique quality that distinguished it from others. L'assuefazione ci avrebbe condotti a quella fine senza gloria, ma anche senza disastri, che la vita procura a tutti coloro che non le ricusano il lene logorio del tempo. Habituation would lead us to that end without glory, but also without disaster, which life brings to all those who do not recuse it from the lene wear and tear of time. Avrei assistito al mutarsi della passione in amicizia, come pretendono i moralisti, oppure in indifferenza, il che è più frequente. I would have witnessed the mutation of passion into friendship, as the moralists claim, or into indifference, which is more frequent. Un essere giovane si sarebbe staccato da me nel momento in cui il nostro legame avrebbe cominciato a pesarmi; altre consuetudini sensuali, o le stesse, sotto forme diverse, si sarebbero insediate nella sua vita; il suo avvenire avrebbe contenuto un matrimonio, né migliore né peggiore di tanti altri, una carica nell'amministrazione delle province, la gestione d'un possedimento rurale in Bitinia; o anche l'inerzia, la vita di corte proseguita in qualche posizione subalterna; nel peggiore dei casi, una di quelle carriere di favorito decaduto che si trasforma in confidente o in lenone. A young being would have detached himself from me the moment our bond began to weigh me down; other sensual customs, or the same ones in different forms, would have settled in his life; his future would have contained a marriage, neither better nor worse than so many others, a position in the administration of the provinces, the management of a rural estate in Bithynia; or even inertia, court life continued in some subordinate position; at worst, one of those careers of a lapsed favorite who turns into a confidant or a len. La vera saggezza, se ci capisco qualcosa, consiste nella consapevolezza di tutte queste eventualità, che costituiscono la vita stessa, salvo a far di tutto per scartare le peggiori. True wisdom, if I understand it at all, consists in being aware of all these eventualities, which constitute life itself, except to do everything possible to discard the worst. Ma né quel fanciullo né io eravamo saggi. But neither that child nor I were wise. **

Non avevo atteso la presenza di Antinoo per sentirmi un dio. I had not waited for Antinous' presence to feel like a god. Ma il successo moltiplicava le occasioni di vertigine, intorno a me; pareva che le stagioni collaborassero con i poeti e i musici del mio seguito per rendere la nostra esistenza tutta una festa olimpica. But success multiplied the opportunities for giddiness, all around me; it seemed that the seasons collaborated with the poets and musicians in my retinue to make our whole existence an Olympic feast. Il giorno del mio arrivo a Cartagine, ebbe termine una siccità che durava da cinque anni; la folla in delirio sotto la pioggia scrosciante acclamò in me il dispensatore di benefici sovrumani; i grandi acquedotti d'Africa, poi, altro non furono che un modo per canalizzare quella prodigalità celeste. On the day of my arrival in Carthage, a five-year drought came to an end; the delirious crowd under the roaring rain acclaimed in me the dispenser of superhuman benefits; the great aqueducts of Africa, then, were nothing but a way of channeling that heavenly prodigality. El día de mi llegada a Cartago terminó una sequía que duraba cinco años; la muchedumbre delirante bajo la lluvia torrencial me aclamaba el dador de beneficios sobrehumanos; los grandes acueductos de África, entonces, no eran más que una forma de canalizar esa prodigalidad celestial. Qualche tempo prima, durante una sosta in Sardegna, un temporale ci spinse a cercar rifugio in una capanna di contadini; Antinoo aiutò il nostro ospite a rigirare sulla brace un paio di trance di tonno; mi sembrò d'esser Zeus che visita Filemone in compagnia di Ermes. Some time earlier, during a stopover in Sardinia, a thunderstorm prompted us to seek shelter in a peasant hut; Antinous helped our host turn over a couple of slices of tuna over the embers; I felt as if I were Zeus visiting Philemon in the company of Hermes. Quel giovinetto dalle gambe ripiegate sul letto era Ermes in persona, che si scioglie i sandali; era Bacco, mentre coglieva un grappolo o assaggiava per me una coppa di vino rosato; le sue dita, indurite dalla corda dell'arco, erano quelle di Eros. That leggy youth folded on the bed was Hermes himself, loosening his sandals; he was Bacchus, picking a cluster or tasting for me a cup of rosé wine; his fingers, hardened by the bowstring, were those of Eros. Fra tante trasfigurazioni, in mezzo a tante magie, mi accadde di dimenticare la persona umana, il fanciullo che s'affannava invano a imparare il latino, o pregava l'architetto Decriano di dargli lezioni di matematica, poi vi rinunciava, e, al minimo rimprovero, si rifugiava imbronciato a prua della nave a guardare il mare. Amid so many transfigurations, amid so much magic, it happened that I forgot the human person, the child who labored in vain to learn Latin, or begged the architect Decrian to give him lessons in mathematics, then gave it up, and, at the slightest rebuke, sulkily fled to the bow of the ship to look at the sea.

Il viaggio d'Africa ebbe termine in pieno luglio nei nuovi quartieri di Lambesa; il mio compagno indossò con gioia puerile la corazza e la tunica militare; io fui per qualche giorno il Marte nudo, che, l'elmo in testa, prende parte alle esercitazioni del campo, l'Ercole atletico ebbro della consapevolezza del suo vigore ancor giovane. The African journey came to an end in the middle of July in the new quarters of Lambesa; my comrade donned his armor and military tunic with childish joy; I was for a few days the naked Mars, who, helmet on his head, takes part in the camp exercises, the athletic Hercules intoxicated with the awareness of his still-young vigor. Nonostante il caldo, e i lunghi lavori di sterro eseguiti prima del mio arrivo, l'esercito operò, come tutto il resto, con divina scioltezza: sarebbe stato impossibile costringere quel corridore a un altro salto d'ostacolo, imporre a quel cavallerizzo un nuovo volteggio, senza nuocere all'armonia medesima di quelle manovre, senza infrangere in qualche punto quel giusto equilibrio di forze che ne costituisce la bellezza. In spite of the heat, and the long earthworks carried out before my arrival, the army operated, like everything else, with divine fluency: it would have been impossible to force that runner to another obstacle jump, to impose on that horseman a new vaulting, without harming the very harmony of those maneuvers, without breaking at some point that fair balance of forces which constitutes their beauty. Dovetti far osservare agli ufficiali un solo errore, ma impercettibile: un gruppo di cavalli lasciati allo scoperto durante un attacco, simulato, in aperta campagna; Comeliano, il mio prefetto, mi contentò in tutto. I had to point out to the officers only one mistake, but it was an imperceptible one: a group of horses left in the open during an attack, simulated, in the open country; Comelian, my prefect, contented me in everything. Un ordine sapiente guidava quelle masse d'uomini, di bestie da tiro, di donne barbare accompagnate da fanciulli robusti che si affollavano intorno al pretorio per baciarmi le mani. A wise order guided those masses of men, beasts of burden, and barbarian women accompanied by sturdy boys who crowded around the praetorium to kiss my hands. Questa reverenza non era servile; quell'ardore selvaggio s'impegnava a sostenere il mio programma di sicurezza; nulla era costato troppo caro; nulla era stato trascurato. This reverence was not servile; that wild ardor was committed to supporting my security program; nothing had cost too much; nothing had been neglected. Pensai di far redigere da Arriano un trattato di tattica militare, puntuale come un organismo ben fatto. I thought of having Arrian draw up a treatise on military tactics, as timely as a well-made organism. **

Più tardi, ad Atene, la consacrazione dell'Olympieion diede occasione a feste che ricordavano le solennità romane, ma quel che a Roma s'era svolto sulla terra laggiù avvenne in pieno cielo. Later, in Athens, the consecration of the Olympieion gave occasion for festivities reminiscent of Roman solemnities, but what had taken place on earth in Rome took place there in the open sky. In un dorato meriggio autunnale, presi posto sotto quel portico concepito per la statura sovrumana di Zeus; il tempio di marmo **eretto nel punto ove Deucalione vide cessare il diluvio,** pareva perdere peso, fluttuare come una densa nube bianca; le mie vesti rituali s'intonavano con i colori della sera,** sull'Imetto contiguo. On a golden autumn noontide, I took my place under that portico designed for the superhuman stature of Zeus; the marble temple erected on the spot where Deucalion saw the flood cease, seemed to lose weight, floating like a dense white cloud; my ritual robes matched the colors of the evening, on the adjoining Hymetto. Avevo incaricato Polemone di pronunciare il discorso inaugurale; e, in quella occasione, la Grecia mi assegnò quegli attributi divini nei quali ravvisavo al tempo stesso una fonte di prestigio e il fine più segreto dell'opera della mia vita: Evergete, Olimpico, Epifane, Signore del Tutto. I had appointed Polymon to deliver the inaugural address; and, on that occasion, Greece assigned to me those divine attributes in which I saw at once a source of prestige and the most secret purpose of my life's work: Evergete, Olympian, Epiphanes, Lord of the All. E il più bello di questi titoli, il più arduo da meritare tra tutti: Jonico, Filelleno. And the most beautiful of these titles, the most arduous to deserve of all: Jonico, Filelleno. Polemone recitava un poco, ma nella mimica d'un grande commediante traspare a volte un'emozione alla quale partecipa tutta una folla, tutto un secolo. Polemon acted a little, but in the mimicry of a great comedian sometimes shines through an emotion in which a whole crowd, a whole century, participates. Levò gli occhi, si concentrò un istante prima dell'esordio, parve racchiudere in sé tutti i doni contenuti in quell'istante del tempo. He lifted his eyes, concentrated for an instant before the onset, seemed to encapsulate all the gifts contained in that instant of time. Levantó los ojos, concentrado un instante antes del comienzo, pareció encerrar en sí mismo todos los dones contenidos en ese instante de tiempo. ** Avevo collaborato con i secoli, con la stessa vita greca; l'autorità che esercitavo, più che un potere, era una potenza misteriosa, che sovrasta l'uomo, ma che agisce efficacemente solo attraverso la mediazione dell'uomo; le nozze di Atene e Roma erano consumate; il passato ritrovava il volto dell'avvenire; la Grecia ripartiva come una nave lungamente immobilizzata dalla bonaccia, che torna a sentire la spinta del vento nelle vele. I had cooperated with the centuries, with Greek life itself; the authority I wielded, rather than a power, was a mysterious power, towering over man, but acting effectively only through the mediation of man; the nuptials of Athens and Rome were consummated; the past found the face of the future; Greece restarted like a ship long immobilized by becalmedness, returning to feel the thrust of the wind in its sails. Fu allora che mi strinse il cuore la malinconia d'un istante: pensai che le parole adempimento, perfezione, contengono in sé la parola fine: forse, non avevo fatto che offrire una nuova preda al Tempo divoratore. It was then that the melancholy of an instant clutched my heart: I thought that the words fulfillment, perfection, contain within themselves the word end: perhaps, I had done nothing but offer new prey to the devouring Time.

Penetrammo poi all'interno del tempio, dove gli scultori erano ancora intenti al lavoro: l'immenso abbozzo del Zeus d'avorio e d'oro rischiarava vagamente la penombra: ai piedi dell'impalcatura, il grande serpente, che avevo fatto cercare in India per consacrarlo in quel santuario greco, riposava già nella sua cesta di filigrana, animale divino, emblema strisciante dello spirito della Terra, da sempre associato al giovinetto nudo che simboleggia il Genio dell'imperatore. We then penetrated inside the temple, where the sculptors were still intent on their work: the immense sketch of the ivory and gold Zeus vaguely illuminated the half-light: at the foot of the scaffolding, the great serpent, which I had had sought out in India to consecrate in that Greek shrine, was already resting in its filigree basket, a divine animal, a creeping emblem of the spirit of the Earth, which has always been associated with the naked youth symbolizing the Emperor's Genius. Antinoo, compenetrandosi sempre più in questa parte, servì lui stesso al serpente la sua razione di colombe dalle ali tarpate. Antinous, interpenetrating more and more in this part, served the serpent himself his ration of doves with clipped wings. Poi, levate le braccia al cielo, pregò. Then, raising his arms to heaven, he prayed. Sapevo che questa preghiera, fatta per me, non s'indirizzava che a me solo, ma non ero abbastanza dio per indovinarne il senso, né per sapere se, un giorno o l'altro, sarebbe stata esaudita. I knew that this prayer, made for me, was addressed only to me alone, but I was not god enough to guess its meaning, nor to know whether, one day or another, it would be answered. Che sollievo, uscire da quel silenzio, da quella penombra turchina, ritrovare le strade di Atene rischiarate dalle lampade, la familiarità del popolo, le grida nell'aria densa della sera. What a relief, to come out of that silence, that turquoise half-light, to find the streets of Athens lit by lamps, the familiarity of the people, the shouts in the dense evening air. La giovane figura che ben presto avrebbe adornato tante monete del mondo greco diveniva per la folla una presenza amica, un prodigio. The young figure who would soon adorn so many coins of the Greek world became a friendly presence to the crowd, a prodigy.

Non l'amavo di meno; l'amavo anzi di più. I did not love her any less; in fact, I loved her more. Ma il peso dell'amore, come quello d'un braccio teneramente posato sul petto, a poco a poco si rendeva pesante. But the weight of love, like that of an arm tenderly resting on the chest, gradually became heavy.

Riapparvero le comparse: ricordo quel giovane asciutto e sottile, che mi accompagnò durante un soggiorno a Mileto, e al quale, però, rinunciai. The extras reappeared: I remember that slim young man, who accompanied me during a stay in Miletus, and whom, however, I gave up. Ricordo una serata a Sardi: il poeta Stratone ci condusse da un luogo di perdizione a un altro, in compagnia di losche conquiste. I remember an evening in Sardis: the poet Strato led us from one place of perdition to another, in the company of shady conquests. Quello Stratone, che aveva preferito la libertà oscura nelle taverne asiatiche alla mia corte, era uno squisito motteggiatore, avido di provare la vanità di tutto quel che non è il piacere, forse per scusarsi di aver sacrificato ad esso tutto il resto. That Strato, who had preferred obscure freedom in Asian taverns to my court, was an exquisite mocker, eager to prove the vanity of all that is not pleasure, perhaps to excuse himself for sacrificing everything else to it. Poi, vi fu quella notte di Smirne, in cui costrinsi il mio giovane amico a subire la presenza d'una cortigiana. Then, there was that night in Smyrna, in which I forced my young friend into the presence of a courtesan. Il fanciullo s'era fatto dell'amore un'idea che restava austera, perché era esclusiva; il suo disgusto giunse fino alla nausea. The child had formed an idea of love that remained austere, because it was exclusive; his disgust came to the point of nausea. Poi, ci si abituò. Then, he got used to it. Quelle vane prove si spiegano con la mia inclinazione alle sregolatezze; vi si mescolava la speranza d'inventare un'intimità nuova, nella quale il compagno di piacere non avrebbe cessato d'essere l'amico, il prediletto; vi si mescolava la bramosia d'istruirlo, di far passare la sua giovinezza attraverso le stesse esperienze che erano state quelle della mia; fors'anche, più inconfessata, l'intenzione di degradarlo a poco a poco al livello dei piaceri banali che non impegnano. Those vain trials could be explained by my inclination to profligacy; mixed in was the hope of inventing a new intimacy, in which the companion of pleasure would not cease to be the friend, the beloved; mixed in was the eagerness to instruct him, to put his youth through the same experiences that had been those of mine; perhaps even, more unconfessed, the intention of degrading him little by little to the level of trivial pleasures that do not engage.

Il mio bisogno di ferire quella tenerezza ombrosa, che rischiava di costituire un impaccio nella mia vita, non era esente da angoscia. My need to hurt that shadowy tenderness, which threatened to be an impediment in my life, was not without anguish. Durante un viaggio nella Troade, visitammo la pianura dello Scamandro, sotto un livido cielo da bufera; l'inondazione, i cui danni ero venuto a ispezionare sul luogo, trasformava in isolotti gli antichi sepolcri. On a trip to the Troad, we visited the plain of Scamander under a livid blizzard sky; the flood, the damage of which I had come to inspect at the site, was turning ancient sepulchres into islets. Per alcuni istanti mi raccolsi sulla tomba di Ettore; Antinoo andò a sognare su quella di Patroclo. For a few moments I gathered on Hector's grave; Antinous went to dream on Patroclus'. Non seppi riconoscere nel cerbiatto che m'accompagnava l'emulo del camerata di Achille, schernii le fedeltà appassionate che fioriscono soprattutto nei libri; e la bella creatura insultata arrossì a sangue. I could not recognize in the fawn that accompanied me the emulation of Achilles' comrade, I mocked the passionate allegiances that flourish especially in books; and the beautiful insulted creature blushed bloody. La franchezza era sempre più la sola virtù alla quale mi costringevo; mi accorgevo che le discipline eroiche di cui la Grecia ha pervaso l'affetto d'un uomo maturo per un compagno più giovane spesso non sono per noi che ipocrite smancerie. Frankness was more and more the only virtue to which I forced myself; I realized that the heroic disciplines with which Greece has pervaded the affection of a mature man for a younger companion are often nothing to us but hypocritical conceits. Ero rimasto più sensibile di quel ch'io credessi ai pregiudizi di Roma; ricordavo che essi concedono al piacere la sua parte, ma stimano l'amore una mania disdicevole; ero ripreso dalla furia di non dipendere da nessun essere in maniera esclusiva. I had remained more sensitive than I thought to the prejudices of Rome; I remembered that they grant pleasure its share, but esteem love a disreputable mania; I was taken back by the fury of not depending on any being exclusively. Mi esasperavano bizzarrie ch'erano proprie della giovinezza, e come tali inseparabili dal mio compagno; finivo per ritrovare, in questa passione tanto dissimile, tutto quel che m'aveva irritato nelle amanti romane: i profumi, la ricercatezza, il lusso freddo delle acconciature ripresero posto nella mia vita. I was exasperated by eccentricities that were proper to youth, and as such inseparable from my companion; I ended up finding, in this so dissimilar passion, everything that had irritated me in the Roman mistresses: perfumes, refinement, the cold luxury of hairstyles regained their place in my life. In quel cuore malinconico s'insinuarono i primi timori, quasi ingiustificati; lo vidi preoccuparsi d'aver presto diciannove anni. In that melancholy heart crept the first fears, almost unwarranted; I saw him worrying that he would soon be nineteen. Qualche capriccio pericoloso, collere che, squassando su quella fronte caparbia gli anelli di Medusa dei capelli, si alternavano a una malinconia che somigliava al torpore, a una dolcezza sempre più stanca. A few dangerous tantrums, temper tantrums that, squaring on that stubborn forehead the Medusa rings of hair, alternated with a melancholy that resembled torpor, with an increasingly weary sweetness. Mi accadde di percuoterlo; ricorderò sempre quei suoi occhi atterriti. I happened to beat him; I will always remember those terrified eyes of his. Ma l'idolo offeso era pur sempre l'idolo, e cominciavano i sacrifizi espiatori. But the offended idol was still the idol, and the atoning sacrifices began. **

Tutti i Misteri asiatici erano lì ad accentuare quella voluttuosa sregolatezza con le loro armonie dissonanti. All the Asian Mysteries were there to accentuate that voluptuous unruliness with their dissonant harmonies. Era ormai trascorso il tempo di Eleusi. It was now past the time of Eleusis. Le iniziazioni ai culti segreti o stravaganti, pratiche più tollerate che consentite, il legislatore che si celava in me le guardava con diffidenza; ma si adattavano a quel momento della vita in cui la danza si fa vertigine, il canto si chiude nel pianto. The initiations into secret or extravagant cults, practices more tolerated than permitted, the lawgiver in me looked at them with distrust; but they suited that moment in life when the dance becomes giddy, the song closes in weeping. Nell'isola di Samotracia, ero stato iniziato ai Misteri dei Cabiri, antichi e osceni, sacri come la carne e il sangue; serpenti sazi di latte nell'antro di Trofonio si strofinarono alle mie caviglie; le feste trace di Orfeo dettero luogo a selvaggi riti di fraternità. In the island of Samothrace, I had been initiated into the Mysteries of the Cabiri, ancient and obscene, as sacred as flesh and blood; milk-satiated serpents in the lair of Trophonius rubbed at my ankles; the Thracian feasts of Orpheus gave place to wild rites of fraternity. L'uomo di Stato che aveva interdetto, ordinando per i trasgressori le pene più severe, tutte le forme di mutilazione, consentì ad assistere alle orge della dea Siriana; ho visto il turbinio orrendo delle danze sanguinose; il mio compagno giovinetto, ipnotizzato come un capretto in presenza d'un rettile, contemplava atterrito quegli uomini che preferivano una mutilazione definitiva quanto la morte, e forse più atroce, alle esigenze dell'età e del sesso. The statesman who had interdicted, ordering for offenders the severest punishments, all forms of mutilation, consented to witness the orgies of the Syrian goddess; I saw the ghastly whirl of the bloody dances; my fellow youth, hypnotized like a kid in the presence of a reptile, contemplated in terror those men who preferred a mutilation as definitive as death, and perhaps more heinous, to the demands of age and sex. Ma il colmo dell'orrore lo avemmo durante un soggiorno a Palmira, durante il quale il mercante arabo Meleo Agrippa ci ospitò per tre settimane in un lusso splendido e barbarico. But we had the height of horror during a stay in Palmyra, during which the Arab merchant Meleo Agrippa hosted us for three weeks in splendid and barbaric luxury. Un giorno, al levar delle mense, questo Meleo, gran dignitario del culto di Mitra, che prendeva ben poco sul serio i suoi doveri di pastoforo, propose ad Antinoo di partecipare al sacrificio del toro sacro. One day, at the rising of the tables, this Meleus, a grand dignitary of the cult of Mithras, who took his duties as a pastor very little seriously, proposed to Antinous that he participate in the sacrifice of the sacred bull. Il giovinetto sapeva che in altri tempi io m'ero sottoposto a una cerimonia del genere; e si offrì con ardore. The young man knew that at other times I had undergone such a ceremony; and he offered himself ardently. Non pensai di dovermi opporre a quel suo capriccio, per attuare il quale si richiese un minimo di purificazioni e astinenze. I did not think I should oppose his whim, to implement which required a minimum of purification and abstinence. Accettai di fungere io stesso da assistente, insieme a Marco Ulpio Castora, il mio interprete per l'arabo. I agreed to act as an assistant myself, along with Marcus Ulpius Castora, my interpreter for Arabic. All'ora prestabilita, scendemmo nel sotterraneo sacro. At the appointed time, we descended into the sacred dungeon. Il bitino si distese per ricevere l'aspersione sanguinosa. Bitino stretched out to receive the bloody sprinkling. Ma, quando vidi emergere dalla fossa quel corpo striato di sangue vermiglio, quella chioma impastata di melma vischiosa, quel volto tutto chiazzato di macchie che non si potevano lavare, ma bisognava lasciar asciugare da sé, mi strinse alla gola la nausea e l'orrore per quei culti sotterranei e torbidi. But, when I saw emerging from the pit that body streaked with vermilion blood, that hair tangled with slimy slime, that face all splotched with stains that could not be washed but had to be allowed to dry on its own, nausea and horror at those underground, murky cults clutched at my throat. Qualche giorno più tardi, feci interdire alle truppe acquartierate a Emeso l'accesso al negro Mitreo. A few days later, I had the troops quartered in Emeso barred from entering the Negro Mitreo.

Ho avuto anch'io i miei presagi: come Marc'Antonio prima dell'ultima battaglia, ho udito allontanarsi nella notte la marcia del cambio della guardia: gli déi propizi se ne andavano... La udivo senza badarvi. I, too, had my omens: like Marc Antony before the last battle, I heard the march of the changing of the guard receding in the night: the propitious gods were leaving.... I heard it regardless. Yo también tuve mis presagios: como Marc'Antonio antes de la última batalla, escuché la marcha del cambio de guardia desvaneciéndose en la noche: los dioses propicios se marchaban... Lo escuché sin prestarle atención. La mia sicurezza era ormai quella del cavaliere che un talismano protegge da qualsiasi caduta. My confidence was now that of the knight whom a talisman protects from any fall. A Samosata, ebbe luogo sotto i miei auspici un congresso di piccoli re orientali; durante le cacce in montagna, Abgar, re d'Osroene, m'insegnò di persona l'arte del falconiere; alcune battute, ordite come scene di teatro, fecero cadere nelle reti di porpora interi branchi di antilopi; Antinoo s'inarcava con tutta la sua energia per trattenere l'ardore d'una coppia di pantere che strappavano il pesante collare d'oro. At Samosata, a congress of petty Oriental kings took place under my auspices; during the hunts in the mountains, Abgar, king of Osroene, taught me in person the art of the falconer; some jokes, warped like theatrical scenes, caused whole herds of antelopes to fall into the purple nets; Antinous arched with all his energy to restrain the ardor of a pair of panthers tearing the heavy golden collar. Ma dietro quegli splendori, si concludevano accordi; le trattative mi furono sempre favorevoli; restavo il giocatore che vince tutte le partite. But behind those glories, deals were made; negotiations were always favorable to me; I remained the player who wins all the games. Trascorsi l'inverno in quel palazzo di Antiochia dove, in altri tempi, avevo chiesto agli stregoni d'illuminarmi sull'avvenire. I spent the winter in that palace in Antioch where, at other times, I had asked sorcerers to enlighten me about the future. Ma, ormai, l'avvenire non poteva recarmi più nulla, o almeno nulla che potesse aver l'aspetto di un dono. But, by now, the future could bring me nothing more, or at least nothing that could have the appearance of a gift. La mia vendemmia era fatta: il mosto della vita colmava i miei tini. My harvest was done: the must of life filled my vats. Avevo cessato, è vero, di regolare il mio destino, ma le discipline accuratamente elaborate d'altri tempi m'apparivano ormai solo lo stadio iniziale d'una vocazione d'uomo; erano simili a quelle catene che il danzatore si costringe a portare per balzare più alto quando se ne libera. I had ceased, it is true, to regulate my destiny, but the carefully worked-out disciplines of other times now appeared to me to be only the initial stage of a man's vocation; they were similar to those chains that the dancer forces himself to wear in order to leap higher when he frees himself from them. L'antica austerità durava in certi punti; continuavo a proibire che si servisse il vino prima della seconda veglia notturna: ricordavo bene d'aver visto, su quella stessa tavola di legno lucido, la mano tremolante di Traiano. The ancient austerity endured in certain places; I kept forbidding the serving of wine before the second night vigil: I well remembered seeing, on that same polished wooden table, the trembling hand of Trajan. Ma esistono ebbrezze diverse. But there are different intoxications. Non si profilava ombra alcuna sui miei giorni, né la morte, né la sconfitta, né quella disfatta più dura che ci s'infligge da sé, né la vecchiaia che tuttavia avrebbe finito per giungere. No shadow loomed over my days, neither death, nor defeat, nor that harsher defeat that one inflicts upon oneself, nor the old age that would nevertheless eventually come. E, tuttavia, mi affrettavo, come se ciascuna di quelle ore fosse al tempo stesso la più bella e l'estrema. And, yet, I hurried on, as if each of those hours was at once the most beautiful and the extreme.

I frequenti soggiorni in Asia Minore mi avevano messo a contatto con un gruppetto di sapienti seriamente dediti allo studio delle arti magiche. Frequent sojourns in Asia Minor had brought me into contact with a small group of savants seriously devoted to the study of the magical arts. Ogni secolo ha le sue audacie: gli spiriti migliori del nostro, stanchi d'una filosofia che si degrada sempre più al livello di declamazione scolastica, si compiacciono di tentare quelle frontiere vietate all'uomo. Every century has its daring: the best spirits of ours, tired of a philosophy that is degrading more and more to the level of scholastic declamation, are pleased to attempt those frontiers forbidden to man. A Tiro, Filone di Biblo mi aveva rivelato alcuni segreti dell'antica magia fenicia: mi seguì ad Antiochia. In Tyre, Philo of Biblo had revealed to me some secrets of ancient Phoenician magic: he followed me to Antioch. Ivi, della teoria di Platone sulla natura dell'anima, Noumenio dava un'interpretazione che restava cauta, ma che avrebbe portato lontano uno spirito più ardito del suo. There, of Plato's theory of the nature of the soul, Noumenio gave an interpretation that remained cautious, but would take a bolder spirit than his far. I suoi discepoli evocavano i demoni: un gioco come un altro. His disciples summoned demons-a game like any other. Tra le volate d'un fumo di resina, mi apparvero strane figure, che sembravano fatte della sostanza stessa dei miei sogni; oscillarono, e si dileguarono, lasciandomi solo la vaga sensazione d'una somiglianza con un viso vivo e a me noto. Amidst the billows of a resinous smoke, strange figures appeared to me, which seemed to be made of the very substance of my dreams; they swayed, and vanished, leaving me with only the vague feeling of a resemblance to a living face known to me. Forse, tutto ciò non era che il trucco d'un prestigiatore: in questo caso, il prestigiatore sapeva bene il fatto suo. Perhaps, all this was but a conjurer's trick: in this case, the conjurer knew his stuff. Ripresi gli studi di anatomia, tentati appena nella mia giovinezza, ma non più per studiare la struttura del corpo umano: mi aveva riafferrato la curiosità di quelle zone intermedie dove l'anima e la carne si confondono, dove il sogno si adegua alla realtà, e a volte la previene, dove la vita e la morte si scambiano attributi e sembianze. I resumed my studies in anatomy, barely attempted in my youth, but no longer to study the structure of the human body: curiosity about those in-between areas where soul and flesh mingle, where dreams adapt to reality and sometimes preempt it, where life and death exchange attributes and appearances, had re-engaged me. Retomé mis estudios de anatomía, apenas intentados en mi juventud, pero ya no para estudiar la estructura del cuerpo humano: me volvió a fascinar la curiosidad de esas zonas intermedias donde el alma y la carne se funden, donde el sueño se adapta. a la realidad, y a veces la impide, donde la vida y la muerte intercambian atributos y rasgos. Ermogene, il mio medico, disapprovava queste esperienze; nondimeno mi introdusse in una piccola cerchia di praticanti, che lavoravano in questo campo. Hermogenes, my doctor, disapproved of these experiences; nevertheless he introduced me to a small circle of practitioners, who worked in this field. Insieme a loro, tentai d'individuare la sede dell'anima, di scoprire i legami che la saldano al corpo, di misurare il tempo che le occorre per distaccarsene. Together with them, I tried to locate the seat of the soul, to discover the ties that weld it to the body, to measure the time it takes to detach from it. Alcuni animali furono sacrificati per quelle ricerche. Il chirurgo Satiro mi condusse nella sua clinica, per assistere a qualche agonia. Surgeon Satyr took me to his clinic to witness some agony. Fantasticavamo ad alta voce: l'anima non è dunque che l'espressione suprema del corpo, fragile manifestazione della pena e del piacere di vivere? We fantasized aloud: is the soul then but the supreme expression of the body, a fragile manifestation of the pain and pleasure of living? O, al contrario, è più antica di questo corpo modellato a sua immagine, e che, bene o male, le serve momentaneamente di strumento? Or, on the contrary, is she older than this body fashioned in her image, and which, for good or ill, serves her momentarily as an instrument? La si può richiamare all'interno della carne, si può ristabilire tra l'una e l'altra quell'intimo legame, quella combustione che chiamiamo vita? Can it be recalled within the flesh, can that intimate bond, that combustion we call life, be reestablished between one and the other? Se le anime possiedono una loro identità propria, possono scambiarsi, andare da un essere a un altro, come la parte d'un frutto, come il sorso di vino che due amanti si passano in un bacio? If souls possess their own identity, can they exchange, go from one being to another, like the part of a fruit, like the sip of wine that two lovers pass in a kiss? Non v'è sapiente che su queste cose non muti opinione venti volte ogni anno; in me, lo scetticismo era in conflitto con l'ansia di sapere, e l'entusiasmo con l'ironia. There is no savant who on these things does not change his opinion twenty times every year; in me, skepticism was in conflict with eagerness to know, and enthusiasm with irony. M'ero convinto che la nostra intelligenza non lascia filtrare fino a noi che uno scarno residuo dei fatti, e m'interessavo sempre più al mondo oscuro delle sensazioni, quella nera notte dove folgorano e turbinano soli accecanti. I had become convinced that our intelligence only lets a meager remnant of the facts filter down to us, and I became more and more interested in the dark world of sensations, that black night where blinding suns dazzle and swirl. In quell'epoca, Flegone, che collezionava storie di spettri, ci raccontò una sera quella della "Fidanzata di Corinto", di cui ci garantì l'autenticità. At that time, Phlegon, who collected ghost stories, told us one evening that of the "Girlfriend of Corinth," whose authenticity he vouched for. Quell'avventura, nella quale l'amore riusciva a richiamare un'anima sulla terra e, se pure per poco, le rendeva un corpo, commosse tutti noi, ma in grado diverso. That adventure, in which love managed to call a soul back to earth and, if only briefly, made it a body, moved all of us, but to different degrees. Parecchi tentarono di richiamarsi a esperienze analoghe: Satiro si sforzò di rievocare il maestro Aspasio, il quale aveva stretto con lui uno di quei patti, mai mantenuti, secondo i quali chi muore promette di dar conto di sé ai vivi. Several attempted to recall similar experiences: Satyrus endeavored to recall the master Aspasius, who had made one of those pacts with him, never kept, according to which he who dies promises to give an account of himself to the living. Antinoo mi fece una promessa dello stesso genere, e io la presi alla leggera, poiché non avevo nessuna ragione di credere che quel fanciullo dovesse morire prima di me. Antinous made me a promise of the same kind, and I took it lightly, for I had no reason to believe that this child should die before me. Filone cercò di farci apparire la moglie morta. Philo tried to make his wife appear dead. Io permisi che si pronunciassero i nomi di mio padre e di mia madre, ma una specie di pudore m'impedì di evocare Plotina. I allowed the names of my father and mother to be spoken, but a kind of modesty prevented me from evoking Plotina. Nessuno di quei tentativi riuscì. None of those attempts succeeded. Ma s'erano aperte strane porte. But strange doors had opened. **

Pochi giorni prima di partire da Antiochia, mi recai, come in altri tempi, a sacrificare in vetta al monte Cassio. A few days before leaving Antioch, I went, as in other times, to sacrifice at the summit of Mount Cassius. L'ascensione fu fatta di notte: come per l'Etna, condussi con me solo una piccola cerchia di amici dai muscoli provati. The ascent was made at night: as with Etna, I led with me only a small circle of friends with proven muscles. Non mi proponevo soltanto di compiere un rito propiziatorio in quel santuario, più sacro d'ogni altro: volevo rivedere di lassù il fenomeno dell'aurora, quel prodigio quotidiano, che non ho mai contemplato senza un segreto palpito di gioia. I did not merely propose to perform a propitiatory rite in that shrine, more sacred than any other: I wanted to review from up there the phenomenon of the dawn, that daily prodigy, which I have never contemplated without a secret throb of joy. Sulla vetta, il sole fa risplendere gli ornamenti di rame del tempio, i volti illuminati sorridono in piena luce, mentre le pianure dell'Asia e il mare sono ancora immersi nell'ombra: per pochi istanti, l'uomo che prega sulla cima è il solo a godere del mattino. On the summit, the sun makes the copper ornaments of the temple shine, illuminated faces smile in the bright light, while the plains of Asia and the sea are still bathed in shadow: for a few moments, the man praying on the summit is the only one enjoying the morning. Tutto fu approntato per un sacrificio: prendemmo a salire da prima a cavallo, poi a piedi, lungo ardui sentieri fiancheggiati da ginestre e lentischi, che si riconoscevano di notte dal profumo. Everything was prepared for a sacrifice: we took to climbing from first on horseback, then on foot, along arduous paths lined with gorse and mastic trees, which could be recognized at night by their scent. L'aria era densa; quella primavera bruciava come, altrove, l'estate. The air was thick; that spring burned like, elsewhere, summer. Per la prima volta in un'ascensione in montagna, mi mancò il respiro: dovetti appoggiarmi un istante sulla spalla del mio prediletto. For the first time in a mountain climb, I was out of breath: I had to lean for a moment on the shoulder of my favorite. Un temporale, previsto da tempo da Ermogene, che se ne intende di meteorologia, si scatenò a un centinaio di passi dalla cima. A thunderstorm, long predicted by Hermogenes, who knows a thing or two about meteorology, raged within a hundred steps of the summit. I sacerdoti uscirono per venirci incontro al bagliore dei lampi: l'esigua compagnia, fradicia fino alle ossa, si affrettò attorno all'altare disposto per il sacrificio. The priests came out to meet us in the glow of lightning: the meager company, soaked to the bone, hurried around the altar arranged for the sacrifice. Questo stava per compiersi, allorché un fulmine, balenando su di noi uccise d'un colpo solo il vittimario e la vittima. This was about to be accomplished, when a bolt of lightning, flashing over us killed the victimizer and the victim at once. Passato il primo istante di orrore, Ermogene si chinò con l'interesse dei medici sul gruppo fulminato; Cabria e il gran sacerdote proruppero in grida d'ammirazione: l'uomo e il cerbiatto sacrificati da quella folgore divina s'univano all'eternità del mio Genio: quelle vite prolungavano la mia. Once the first instant of horror had passed, Hermogenes bent with medical interest over the electrocuted group; Cabria and the high priest burst into cries of admiration: the man and the fawn sacrificed by that divine thunderbolt were united with the eternity of my Genius: those lives prolonged mine. Antinoo aggrappato al mio braccio tremava, non già di terrore, come credetti allora, ma percosso da un'idea che compresi più tardi. Antinous clinging to my arm trembled, not already with terror, as I believed then, but beaten by an idea I understood later. Un essere che aveva orrore della decadenza fisica, della vecchiaia, da tempo aveva dovuto ripromettersi di suicidarsi al primo indizio di quella decadenza, o anche molto prima. A being who had a horror of physical decay, of old age, had long had to vow to commit suicide at the first hint of that decay, or even much earlier. Oggi, giungo a credere che questo impegno, che molti di noi si giurano, senza poi mantenerlo, in lui fosse radicato da moltissimo tempo, dall'epoca di Nicomedia, di quell'incontro in riva alla sorgente. Today, I come to believe that this commitment, which many of us swear by without then keeping, had been ingrained in him for a very long time, from the time of Nicomedia, of that meeting by the spring. Quest'impegno spiegava la sua indolenza, il suo ardore nel piacere, la sua malinconia, la sua indifferenza totale per il futuro. This commitment explained his indolence, his ardor in pleasure, his melancholy, his total indifference to the future. Ma bisognava ancora che quella sua fine non avesse l'aria d'una rivolta, non contenesse la minima recriminazione. But it was still necessary that that ending of his did not have the air of a revolt, did not contain the slightest recrimination. La folgore del monte Cassio gl'indicava una soluzione: la morte poteva diventare una forma estrema di devozione, l'ultimo dono, il solo che sarebbe rimasto. The thunderbolt of Mount Cassius pointed him to a solution: death could become an extreme form of devotion, the last gift, the only one that would remain. La luminosità dell'aurora fu una povera cosa accanto al sorriso che si aprì su quel viso turbato. The brightness of the dawn was a poor thing next to the smile that opened on that troubled face. Qualche giorno dopo, rividi lo stesso sorriso, ma più schivo, velato d'ambiguità: a cena, Polemone, che s'interessava di chiromanzia, volle esaminare la mano del giovinetto, quel palmo dove spaventava anche me una paurosa caduta di stelle. A few days later, I saw the same smile again, but more coy, veiled with ambiguity: at dinner, Polemon, who was interested in palmistry, wanted to examine the young man's hand, that palm where even I was frightened by a fearful fall of stars. Il fanciullo ritirò la sua mano, la richiuse, con un gesto soave, quasi pudico. The child withdrew his hand, closed it again, with a suave, almost demure gesture. Voleva serbare il segreto del suo gioco e quello della sua fine. He wanted to keep the secret of his game and the secret of his demise.