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Memorie di Adriano - Yourcenar, 3. TELLUS STABILITA (2) (NO AUDIO)

3. TELLUS STABILITA (2) (NO AUDIO)

Dirigevo Roma come una casa dalla quale il proprietario intenda potersi allontanare senza che essa abbia a soffrire della sua assenza: collaboratori nuovi fecero le loro prove; avversari riconciliati pranzarono al Palatino con gli amici dei tempi difficili. Nerazio Prisco tracciava alla mia tavola i suoi progetti di legislazione; l'architetto Apollodoro ci sottoponeva i suoi disegni; il ricchissimo patrizio Ceionio Commodo, discendente da una vecchia famiglia etrusca di sangue quasi reale, eccellente conoscitore di vini e di uomini, m'aiutava a progettare le prossime manovre in Senato.

Il figlio Lucio Ceionio, che allora aveva appena diciott'anni, rallegrava quelle feste che volevo austere con la sua grazia ridente di giovine principe. Aveva già manie assurde e deliziose: la passione di ammannire piatti rari agli amici, il gusto squisito delle decorazioni floreali, la passione dei giochi d'azzardo e delle maschere. Marziale era il suo Virgilio: recitava quelle poesie lascive con sfrontatezza deliziosa. Gli feci promesse che in seguito mi procurarono parecchi grattacapi: quel faunetto demoniaco riempì di sé sei mesi della mia vita.

Durante gli anni che seguirono, ho perduto tante volte di vista Lucio, e tante volte l'ho ritrovato, che rischio di serbare di lui una immagine fatta di memorie sovrapposte che nel complesso non corrisponde a nessuna stagione della sua rapida esistenza. L'arbitro lievemente insolente delle eleganze romane, l'oratore agli esordi, timidamente curvo sugli esempi di stile, che invocava la mia opinione su qualche brano difficile, l'ufficialetto inquieto che tormentava la sua barba rada, l'infermo

divorato dalla tosse che ho vegliato fino all'agonia, sono esistiti molto più tardi. L'immagine di Lucio adolescente si limita a ricordi molto più segreti: un volto, un corpo d'alabastro pallido e rosato, l'equivalente esatto d'un epigramma amoroso di Callimaco, di pochi versi nitidi e nudi di Stratone.

Ma avevo fretta di andar via da Roma. I miei predecessori, fino a quel momento, se ne erano assentati soprattutto per la guerra: i grandi progetti, le attività pacifiche, la mia vita stessa, per me cominciavano fuori di quelle mura.

Restava un ultimo dovere da compiere: tributare a Traiano quel trionfo che era stato l'assillo dei suoi sogni di malato. Il trionfo si addice solo ai morti. Da vivi, c'è sempre qualcuno disposto a rimproverarci le nostre debolezze, come avvenne a Cesare per la calvizie e gli amori. Ma un morto ha diritto a questa specie di inaugurazione nella tomba, a quelle poche ore di pompa clamorosa, prima che sopravvengano i secoli di gloria e i millenni di oblio. La fortuna d'un morto è al sicuro dai rovesci; persino le sue sconfitte acquistano lo splendore delle vittorie. L'ultimo trionfo di Traiano commemorava non un successo più o meno opinabile sui Parti, ma la tenacia onorevole che aveva improntato tutta la sua esistenza. Ci eravamo riuniti per celebrare l'imperatore migliore che Roma avesse conosciuto dopo Augusto, il più assiduo al lavoro, il più onesto, il meno ingiusto. I suoi difetti, persino, erano soltanto quei tratti caratteristici che fanno riconoscere la somiglianza perfetta d'un busto di marmo con il viso ch'esso raffigura. L'anima dell'imperatore saliva al cielo, sollevata dalla spirale immobile della Colonna Traiana. Il mio padre adottivo diventava dio: aveva preso il suo posto nella serie delle incarnazioni guerriere dell'eterno Marte, che vengono a sconvolgere e rinnovare il mondo di secolo in secolo. Al balcone del Palatino, misuravo la mia differenza: io mi disponevo a perseguire finalità più pacate. Cominciavo a sognare una sovranità olimpica.

Roma non è più Roma: dovrà riconoscersi nella metà del mondo o perire. I tetti, le terrazze, gli isolati che il sole al tramonto colora di rosa e d'oro non sono più, come al tempo dei re, timorosamente circondati di mura: queste, le ho ricostruite in gran parte io stesso lungo le foreste della Germania, nelle lande della Britannia.

Tutte le volte che, alla svolta d'una strada assolata, ho levato lo sguardo da lunge su un'acropoli greca, sulla sua città, perfetta come un fiore, unita alla sua collina come il calice allo stelo, ho sentito che quella pianta incomparabile trovava un limite nella sua stessa perfezione, raggiunta in un dato punto dello spazio, in una definita frazione di tempo. Come quella delle piante, l'unica sua possibilità di espandersi consiste nel seme: quel germe di idee mediante le quali la Grecia ha fecondato il mondo. Ma Roma, più opulenta, più informe, adagiata senza contorni netti lungo il suo fiume, nella sua pianura, si disponeva verso sviluppi più vasti: la città è divenuta lo Stato. Avrei voluto che lo Stato si ampliasse ancora, divenisse ordine del mondo, ordine delle cose. Le virtù che erano sufficienti per la piccola città dai sette colli avrebbero dovuto farsi duttili, varie, per adeguarsi a tutta la terra. Roma, che io per primo osai qualificare eterna, si sarebbe assimilata sempre più alle dee madri dei culti dell'Asia: progenitrice di giovinetti e di messi, con leoni e alveari stretti al seno. Ma qualsiasi creazione umana che pretenda all'eternità è costretta a adattarsi al ritmo mutevole dei grandi eventi della natura, conformarsi al mutare degli astri.

La nostra Roma non è ormai più la borgata pastorale dei tempi di Evandro, culla d'un avvenire che in parte è già passato; la Roma predatrice della Repubblica ha già svolto la sua funzione, la folle capitale dei primi Cesari tende già a rinsavire da sé; altre Rome verranno e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. Quando visitavo le città antiche, città sacre, ma morte, senza alcun valore attuale per la razza umana, mi ripromettevo di evitare alla mia Roma quel destino pietrificato d'una Tebe, d'una Babilonia, d'una Tiro. Roma sarebbe sfuggita al suo corpo di pietra, e come Stato, come cittadinanza, come Repubblica si sarebbe composta un'immortalità più sicura. Nei paesi ancora barbari, in riva al Reno e al Danubio, sulle sponde del Mare dei Batavi, ogni villaggio difeso da una palizzata di legno mi ricordava la capanna di canne, il mucchio di strame dove dormirono i nostri gemelli sazi del latte della lupa: quelle metropoli future riprodurranno Roma. All'entità fisica delle nazioni e delle razze, agli accidenti della geografia e della storia, alle esigenze disparate degli déi e degli avi, noi avremmo sovrapposto per sempre, pur senza nulla distruggere, l'unità d'una condotta umana, l'empirismo d'una saggia esperienza. Nella più piccola città, ovunque vi siano magistrati intenti a verificare i pesi dei mercanti, a spazzare e illuminare le strade, a opporsi all'anarchia, all'incuria, alle ingiustizie, alla paura, a interpretare le leggi al lume della ragione, lì Roma vivrà. Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini.


3. TELLUS STABILITA (2) (NO AUDIO) 3. TELLUS ESTABLISHED (2) (NO AUDIO) 3. TELLUS ESTABELECIDO (2) (SEM ÁUDIO)

Dirigevo Roma come una casa dalla quale il proprietario intenda potersi allontanare senza che essa abbia a soffrire della sua assenza: collaboratori nuovi fecero le loro prove; avversari riconciliati pranzarono al Palatino con gli amici dei tempi difficili. I directed Rome as a house from which the owner intends to be able to depart without it having to suffer from his absence: new collaborators made their trials; reconciled adversaries dined at the Palatine with friends from hard times. Nerazio Prisco tracciava alla mia tavola i suoi progetti di legislazione; l'architetto Apollodoro ci sottoponeva i suoi disegni; il ricchissimo patrizio Ceionio Commodo, discendente da una vecchia famiglia etrusca di sangue quasi reale, eccellente conoscitore di vini e di uomini, m'aiutava a progettare le prossime manovre in Senato. Nerazius Priscus was sketching out his plans for legislation at my table; the architect Apollodorus was submitting his designs to us; the very rich patrician Cæmonius Commodus, a descendant of an old Etruscan family of almost royal blood, and an excellent connoisseur of wine and men, was helping me plan the upcoming maneuvers in the Senate.

Il figlio Lucio Ceionio, che allora aveva appena diciott'anni, rallegrava quelle feste che volevo austere con la sua grazia ridente di giovine principe. His son Lucius Ceionius, then barely eighteen years old, cheered those festivities I wanted to austere with his laughing grace of a young prince. Aveva già manie assurde e deliziose: la passione di ammannire piatti rari agli amici, il gusto squisito delle decorazioni floreali, la passione dei giochi d'azzardo e delle maschere. He already had absurd and delightful foibles: a passion for ammanishing rare dishes to friends, an exquisite taste for floral decorations, a passion for gambling and masquerades. Marziale era il suo Virgilio: recitava quelle poesie lascive con sfrontatezza deliziosa. Martial was his Virgil: he recited those lewd poems with delightful effrontery. Gli feci promesse che in seguito mi procurarono parecchi grattacapi: quel faunetto demoniaco riempì di sé sei mesi della mia vita. I made promises to him that later gave me several headaches: that demonic faunus filled six months of my life with itself.

Durante gli anni che seguirono, ho perduto tante volte di vista Lucio, e tante volte l'ho ritrovato, che rischio di serbare di lui una immagine fatta di memorie sovrapposte che nel complesso non corrisponde a nessuna stagione della sua rapida esistenza. During the years that followed, I lost sight of Lucius so many times, and so many times I found him again, that I run the risk of preserving an image of him made up of overlapping memories that on the whole does not correspond to any season of his rapid existence. L'arbitro lievemente insolente delle eleganze romane, l'oratore agli esordi, timidamente curvo sugli esempi di stile, che invocava la mia opinione su qualche brano difficile, l'ufficialetto inquieto che tormentava la sua barba rada, l'infermo The faintly insolent arbiter of Roman elegances, the orator in his early days, timidly bent on examples of style, invoking my opinion on some difficult passage, the restless officialdom tormenting his sparse beard, the infirm

divorato dalla tosse che ho vegliato fino all'agonia, sono esistiti molto più tardi. devoured by coughing that I watched over until agony, existed much later. L'immagine di Lucio adolescente si limita a ricordi molto più segreti: un volto, un corpo d'alabastro pallido e rosato, l'equivalente esatto d'un epigramma amoroso di Callimaco, di pochi versi nitidi e nudi di Stratone. The image of adolescent Lucius is limited to much more secret memories: a face, a pale and pinkish alabaster body, the exact equivalent of an amorous epigram by Callimachus, of a few crisp and naked verses by Straton.

Ma avevo fretta di andar via da Roma. But I was in a hurry to get out of Rome. I miei predecessori, fino a quel momento, se ne erano assentati soprattutto per la guerra: i grandi progetti, le attività pacifiche, la mia vita stessa, per me cominciavano fuori di quelle mura. My predecessors, up to that time, had been absent from it mainly because of the war: the great projects, peaceful activities, my life itself, for me began outside those walls.

Restava un ultimo dovere da compiere: tributare a Traiano quel trionfo che era stato l'assillo dei suoi sogni di malato. One last duty remained to be fulfilled: to tribute Trajan with the triumph that had been the nagging of his sick dreams. Il trionfo si addice solo ai morti. Triumph befits only the dead. Da vivi, c'è sempre qualcuno disposto a rimproverarci le nostre debolezze, come avvenne a Cesare per la calvizie e gli amori. While alive, there is always someone willing to reproach us for our weaknesses, as was the case with Caesar's baldness and lovesickness. Ma un morto ha diritto a questa specie di inaugurazione nella tomba, a quelle poche ore di pompa clamorosa, prima che sopravvengano i secoli di gloria e i millenni di oblio. But a dead person is entitled to this kind of unveiling in the grave, to those few hours of resounding pomp, before the centuries of glory and the millennia of oblivion overtake. La fortuna d'un morto è al sicuro dai rovesci; persino le sue sconfitte acquistano lo splendore delle vittorie. A dead man's fortune is safe from reverses; even his defeats acquire the splendor of victories. L'ultimo trionfo di Traiano commemorava non un successo più o meno opinabile sui Parti, ma la tenacia onorevole che aveva improntato tutta la sua esistenza. Trajan's final triumph commemorated not a more or less questionable success over the Parthians, but the honorable tenacity that had marked his entire existence. Ci eravamo riuniti per celebrare l'imperatore migliore che Roma avesse conosciuto dopo Augusto, il più assiduo al lavoro, il più onesto, il meno ingiusto. We had gathered to celebrate the best emperor Rome had known since Augustus, the most assiduous at work, the most honest, the least unjust. I suoi difetti, persino, erano soltanto quei tratti caratteristici che fanno riconoscere la somiglianza perfetta d'un busto di marmo con il viso ch'esso raffigura. His defects, even, were only those characteristic features that make one recognize the perfect resemblance of a marble bust to the face it depicts. L'anima dell'imperatore saliva al cielo, sollevata dalla spirale immobile della Colonna Traiana. The emperor's soul ascended to heaven, lifted by the motionless spiral of the Trajan Column. Il mio padre adottivo diventava dio: aveva preso il suo posto nella serie delle incarnazioni guerriere dell'eterno Marte, che vengono a sconvolgere e rinnovare il mondo di secolo in secolo. My adoptive father became god: he had taken his place in the series of warrior incarnations of the eternal Mars, who come to disrupt and renew the world from century to century. Al balcone del Palatino, misuravo la mia differenza: io mi disponevo a perseguire finalità più pacate. At the balcony of the Palatine, I was measuring my difference: I was disposing myself to pursue more peaceful goals. Cominciavo a sognare una sovranità olimpica. I was beginning to dream of an Olympic sovereignty.

Roma non è più Roma: dovrà riconoscersi nella metà del mondo o perire. Rome is no longer Rome: it will have to recognize itself in the middle of the world or perish. I tetti, le terrazze, gli isolati che il sole al tramonto colora di rosa e d'oro non sono più, come al tempo dei re, timorosamente circondati di mura: queste, le ho ricostruite in gran parte io stesso lungo le foreste della Germania, nelle lande della Britannia. The roofs, the terraces, the blocks that the setting sun colors pink and gold are no longer, as in the time of the kings, fearfully surrounded by walls: these, I have largely rebuilt myself along the forests of Germany, in the moors of Britain.

Tutte le volte che, alla svolta d'una strada assolata, ho levato lo sguardo da lunge su un'acropoli greca, sulla sua città, perfetta come un fiore, unita alla sua collina come il calice allo stelo, ho sentito che quella pianta incomparabile trovava un limite nella sua stessa perfezione, raggiunta in un dato punto dello spazio, in una definita frazione di tempo. All the times that, at the turn of a sunny road, I have lifted my gaze from lunge on a Greek acropolis, on its city, perfect as a flower, united to its hill like the chalice to the stem, I have felt that that incomparable plant found a limit in its own perfection, achieved at a given point in space, in a definite fraction of time. Come quella delle piante, l'unica sua possibilità di espandersi consiste nel seme: quel germe di idee mediante le quali la Grecia ha fecondato il mondo. Like that of plants, its only chance to expand consists in the seed: that germ of ideas through which Greece fertilized the world. Ma Roma, più opulenta, più informe, adagiata senza contorni netti lungo il suo fiume, nella sua pianura, si disponeva verso sviluppi più vasti: la città è divenuta lo Stato. But Rome, more opulent, more formless, lying without clear contours along its river, in its plain, was disposed toward larger developments: the city became the state. Pero Roma, más opulenta, más informe, tendida sin contornos definidos a lo largo de su río, en su llanura, estaba dispuesta a desarrollos más vastos: la ciudad se ha convertido en el estado. Avrei voluto che lo Stato si ampliasse ancora, divenisse ordine del mondo, ordine delle cose. I would have liked the state to expand further, to become world order, order of things. Le virtù che erano sufficienti per la piccola città dai sette colli avrebbero dovuto farsi duttili, varie, per adeguarsi a tutta la terra. The virtues that were sufficient for the small city with seven hills would have to become pliant, varied, to adapt to the whole earth. Roma, che io per primo osai qualificare eterna, si sarebbe assimilata sempre più alle dee madri dei culti dell'Asia: progenitrice di giovinetti e di messi, con leoni e alveari stretti al seno. Rome, which I first dared to characterize as eternal, would increasingly assimilate to the mother goddesses of the cults of Asia: progenitor of youths and harvests, with lions and beehives clutched to her breast. Ma qualsiasi creazione umana che pretenda all'eternità è costretta a adattarsi al ritmo mutevole dei grandi eventi della natura, conformarsi al mutare degli astri. But any human creation that claims to eternity is forced to adapt to the changing rhythm of the great events of nature, conform to the changing of the stars.

La nostra Roma non è ormai più la borgata pastorale dei tempi di Evandro, culla d'un avvenire che in parte è già passato; la Roma predatrice della Repubblica ha già svolto la sua funzione, la folle capitale dei primi Cesari tende già a rinsavire da sé; altre Rome verranno e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. Our Rome is now no longer the pastoral township of Evander's time, the cradle of a future that in part has already passed; the predatory Rome of the Republic has already fulfilled its function, the mad capital of the first Caesars already tends to come to its senses; other Romes will come, and I cannot imagine their faces; but I will have helped to form them. Quando visitavo le città antiche, città sacre, ma morte, senza alcun valore attuale per la razza umana, mi ripromettevo di evitare alla mia Roma quel destino pietrificato d'una Tebe, d'una Babilonia, d'una Tiro. When I visited ancient cities, cities sacred but dead, with no present value for the human race, I promised myself to avoid to my Rome that petrified fate of a Thebes, a Babylon, a Tyre. Roma sarebbe sfuggita al suo corpo di pietra, e come Stato, come cittadinanza, come Repubblica si sarebbe composta un'immortalità più sicura. Rome would have escaped its body of stone, and as a state, as a citizenry, as a republic a more secure immortality would have been composed. Nei paesi ancora barbari, in riva al Reno e al Danubio, sulle sponde del Mare dei Batavi, ogni villaggio difeso da una palizzata di legno mi ricordava la capanna di canne, il mucchio di strame dove dormirono i nostri gemelli sazi del latte della lupa: quelle metropoli future riprodurranno Roma. In the still barbaric countries, on the banks of the Rhine and the Danube, on the shores of the Batavian Sea, each village defended by a wooden palisade reminded me of the reed hut, the rag pile where our twins slept satiated with the she-wolf's milk: those future metropolises will reproduce Rome. All'entità fisica delle nazioni e delle razze, agli accidenti della geografia e della storia, alle esigenze disparate degli déi e degli avi, noi avremmo sovrapposto per sempre, pur senza nulla distruggere, l'unità d'una condotta umana, l'empirismo d'una saggia esperienza. To the physical entity of nations and races, to the accidents of geography and history, to the disparate demands of gods and ancestors, we would forever superimpose, though without destroying anything, the unity of human conduct, the empiricism of wise experience. Nella più piccola città, ovunque vi siano magistrati intenti a verificare i pesi dei mercanti, a spazzare e illuminare le strade, a opporsi all'anarchia, all'incuria, alle ingiustizie, alla paura, a interpretare le leggi al lume della ragione, lì Roma vivrà. In the smallest city, wherever there are magistrates intent on checking the weights of merchants, sweeping and lighting the streets, opposing anarchy, neglect, injustice, fear, interpreting laws by the light of reason, there Rome will live. Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini. Rome will only perish with the last city of men.