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Uno, nessuno e centomila - Pirandello, LIBRO SECONDO (1)

LIBRO SECONDO (1)

I. Ci sono io e ci siete voi

Mi si può opporre:

«Ma come mai non ti venne in mente, povero Moscarda, che a tutti gli altri avveniva come a te, di non vedersi vivere; e che se tu non eri per gli altri quale finora t'eri creduto, allo stesso modo gli altri potevano non essere quali tu li vedevi?»

Rispondo:

Mi venne in mente. Ma scusate, è proprio vero che sia venuto in mente anche a voi?

Ho voluto supporlo, ma non ci credo. Io credo anzi che se in realtà un tal pensiero vi venisse in mente e vi si radicasse come si radicò in me, ciascuno di voi commetterebbe le stesse pazzie che commisi io.

Siate sinceri: a voi non è mai passato per il capo di volervi veder vivere. Attendete a vivere per voi, e fate bene, senza darvi pensiero di ciò che intanto possiate essere per gli altri; non già perché dell'altrui giudizio non v'importi nulla, ché anzi ve ne importa moltissimo; ma perché siete nella beata illusione che gli altri, da fuori, vi debbano rappresentare in sé come voi a voi stessi vi rappresentate.

Che se poi qualcuno vi fa notare che il naso vi pende un pochino verso destra... no?

Che ieri avete detto una bugia... nemmeno? piccola piccola, via, senza conseguenze... Insomma, se qualche volta appena appena avvertite di non essere per gli altri quello stesso che per voi; che fate? (Siate sinceri). Nulla fate, o ben poco. Ritenete al più al più, con bella e intera sicurezza di voi stessi, che gli altri vi hanno mal compreso, mal giudicato; e basta. Se vi preme, cercherete magari di raddrizzare quel giudizio, dando schiarimenti, spiegazioni; se non vi preme, lascerete correre, scrollerete le spalle esclamando: "Oh infine, ho la mia coscienza e mi basta."

Non è così?

Signori miei, scusate. Poiché vi è venuta in bocca una così grossa parola, permettete ch'io vi faccia entrare in mente un magro magro pensiero. Questo: che la vostra coscienza, qua, non ci ha che vedere. Non vi dirò che non val nulla, se per voi è proprio tutto; dirò, per farvi piacere, che allo stesso modo ho anch'io la mia e so che non val nulla. Sapete perché? Perché so che c'è anche la vostra. Ma si. Tanto diversa dalla mia.

Scusatemi se parlo un momento a modo dei filosofi. Ma è forse la coscienza qualcosa d'assoluto che possa bastare a se stessa? Se fossimo soli, forse si. Ma allora, belli miei, non ci sarebbe coscienza. Purtroppo, ci sono io, e ci siete voi. Purtroppo.

E che vuol dunque dire che avete la vostra coscienza e che vi basta? Che gli altri possono pensare di voi e giudicarvi come piace a loro, cioè ingiustamente, ché voi siete intanto sicuro e confortato di non aver fatto male?

Oh di grazia, e se non sono gli altri, chi ve la dà codesta sicurezza? codesto conforto chi ve lo dà?

Voi stesso? E come?

Ah, io lo so, come: ostinandovi a credere che se gli altri fossero stati al vostro posto e fosse loro capitato il vostro stesso caso, tutti avrebbero agito come voi, né più né meno.

Bravo! Ma su che lo affermate?

Eh, so anche questo: su certi principi astratti e generali, in cui, astrattamente e generalmente, vuol dire fuori dei casi concreti e particolari della vita, si può essere tutti d'accordo (costa poco).

Ma come va che tutti intanto vi condannano o non vi approvano o anche vi deridono? é chiaro che non sanno riconoscere, come voi, quei principi generali nel caso particolare che v'è capitato, e se stessi nell'azione che avete commessa.

O a che vi basta dunque la coscienza? A sentirvi solo? No, perdio. La solitudine vi spaventa. E che fate allora? V'immaginate tante teste. Tutte come la vostra. Tante teste che sono anzi la vostra stessa. Le quali ad un dato cenno, tirate da voi come per un filo invisibile, vi dicono sì e no, e no e sì; come volete voi. E questo vi conforta e vi fa sicuri. Andate là che è un giuoco magnifico, codesto della vostra coscienza che vi basta.

II. E allora?

Sapete invece su che poggia tutto? Ve lo dico io. Su una presunzione che Dio vi conservi sempre. La presunzione che la realtà, qual'è per voi, debba essere e sia ugualmente per tutti gli altri.

Ci vivete dentro; ci camminate fuori, sicuri. La vedete, la toccate; e dentro anche, se vi piace, ci fumate un sigaro (la pipa? la pipa), e beatamente state a guardare le spire di fumo a poco a poco svanire nell'aria. Senza il minimo sospetto che tutta la realtà che vi sta attorno non ha per gli altri maggiore consistenza di quel fumo.

Dite di no?

Guardate. Io abitavo con mia moglie la casa che mio padre s'era fatta costruire dopo la morte immatura di mia madre, per levarsi da quella dov'era vissuto con lei, piena di cocentissimi ricordi. Ero allora ragazzo, e soltanto più tardi potei rendermi conto che proprio all'ultimo quella casa era stata lasciata da mio padre non finita e quasi aperta a chiunque volesse entrarvi.

Quell'arco di porta senza la porta che supera di tutta la centina da una parte e dall'altra i muri di cinta della vasta corte davanti, non finiti; con la soglia sotto distrutta e scortecciati agli spigoli i pilastri; mi fa ora pensare che mio padre lo lasciò così quasi in aria e vuoto, forse perché pensò che la casa, dopo la sua morte, doveva restare a me, vale a dire a tutti e a nessuno; e che le fosse inutile perciò il riparo d'una porta.

Finché visse mio padre, nessuno s'attentò ad entrare in quella corte. Erano rimaste per terra tante pietre intagliate; e chi passava, vedendole, poté dapprima pensare che la fabbrica, per poco interrotta, sarebbe stata presto ripresa. Ma appena l'erba cominciò a crescere tra i ciottoli e lungo i muri, quelle pietre inutili sembrarono subito come crollate e vecchie. Col tempo, morto mio padre, divennero i sedili delle comari del vicinato, le quali, titubanti in principio, ora l'una ora l'altra, s'arrischiarono a varcare la soglia, come in cerca d'un posto riparato dove ci si potesse mettere seduti bene all'ombra e in silenzio; e poi, visto che nessuno diceva nulla, lasciarono alle loro galline la titubanza ancora per poco, e presero a considerare quella corte come loro, come loro l'acqua della cisterna che vi sorgeva in mezzo; e vi lavavano e vi stendevano i panni ad asciugare; e infine, col sole che abbarbagliava allegro da tutto quel bianco di lenzuoli e di camice svolazzanti dai cordini tesi, si scioglievano sulle spalle i capelli lustri d'olio per "cercarsi" in capo, come fanno le scimmie tra loro.

Non diedi mai a vedere né fastidio né piacere di quella loro invasione, benché m'irritasse specialmente la vista d'una vecchina sempre pigolante, dagli occhi risecchi e la gobba dietro ben segnata da un giubbino verde scolorito, e mi desse allo stomaco una lezzona grassa squarciata, con un'orrenda cioccia sempre fuori del busto e in grembo un bimbo sudicio dalla testa grossa schifosamente piena di croste di lattime tra la peluria rossiccia. Mia moglie aveva forse il suo tornaconto a lasciarle lì, perché se ne serviva ad un bisogno, dando poi loro in compenso o gli avanzi di cucina o qualche abito smesso.

Acciottolata come la strada, questa corte è tutta in pendio. Mi rivedo ragazzo, uscito per le vacanze dal collegio, affacciato di sera tardi ad uno dei balconi della casa allora nuova. Che pena infinita mi dava il vasto biancore illividito di tutti quei ciottoli in pendio con quella grande cisterna in mezzo, misteriosamente sonora! La ruggine s'era quasi mangiata fin d'allora la vernice rossigna del gambo di ferro che in cima regge la carrucola dove scorre la fune della secchia; e come mi sembrava triste quello sbiadito color di vernice su quel gambo di ferro che ne pareva malato! Malato forsanche per la malinconia dei cigolii della carrucola quando il vento, di notte, moveva la fune; e su la corte deserta era la chiarità del cielo stellato ma velato, che in quella chiarità vana, di polvere, sembrava fissato là sopra, per sempre.

Dopo la morte di mio padre, Quantorzo, incaricato di badare ai miei affari, pensò di chiudere con un tramezzo le stanze che mio padre s'era riservate per sua abitazione e di farne un quartierino da affittare. Mia moglie non s'era opposta. E in quel quartierino era venuto, poco dopo, ad abitare un vecchio silenziosissimo pensionato, sempre vestito bene, di pulita semplicità, piccolino ma con un che di marziale nell'esile personcina impettorita e anche nella faccina energica, sebbene un po' sciupata, da colonnello a riposo. Di qua e di là, come scritti calligraficamente, aveva due esemplari occhi di pesce, e tutte segnate le guance d'una fitta trama di venuzze violette.

Non avevo mai badato a lui, né m'ero curato di sapere chi fosse, come vivesse. Parecchie volte lo avevo incontrato per le scale, e sentendomi dire con molto garbo: "Buon giorno" o "Buona sera", senz'altro m'ero fatta l'idea che quel mio vicino di casa fosse molto garbato.

Nessun sospetto mi aveva destato un suo lamento per le zanzare che lo molestavano la notte e che, a suo credere, provenivano dai grandi magazzini a destra della casa ridotti da Quantorzo, sempre dopo la morte di mio padre, a sudicie rimesse d'affitto.

«Ah, già!» avevo esclamato, quella volta, in risposta al suo lamento.

Ma ricordo perfettamente che in quella mia esclamazione c'era il dispiacere, non già delle zanzare che molestavano il mio inquilino, ma di quegli ariosi puliti magazzini che da ragazzo avevo veduto costruire e dove correvo, stranamente esaltato dalla bianchezza abbarbagliante dell'intonaco e come ubriacato dall'umido della fabbrica fresca, sul mattonato rintronante, ancora tutto spruzzato di calce. Al sole ch'entrava dalle grandi finestre ferrate, bisognava chiudere gli occhi da come quei muri accecavano.

Tuttavia, quelle rimesse con quei vecchi landò d'affitto, con l'attacco a tre, per quanto impregnate di tutto il lezzo delle lettiere marcite e del nero delle risciacquature che stagnava lì davanti, mi facevano anche pensare all'allegria delle corse in carrozza, da ragazzo, quando si andava in villeggiatura, per lo stradone, tra le campagne aperte che mi parevano fatte per accogliere e diffondere la festività delle sonagliere. E in grazia di quel ricordo mi pareva si potesse sopportare la vicinanza delle rimesse; tanto più che, anche senza questa vicinanza, era noto a tutti che a Richieri si soffriva il fastidio delle zanzare, da cui comunemente in ogni casa ci si difendeva con l'uso delle zanzariere.

Chi sa che impressione dovette fare al mio vicino di casa la vista d'un sorriso sulle mie labbra, quando egli con la faccina fiera mi gridò che non aveva mai potuto sopportare le zanzariere, perché se ne sentiva soffocare. Quel mio sorriso esprimeva di certo maraviglia e compatimento. Non poter sopportare la zanzariera, ch'io avrei seguitato sempre ad usare anche se tutte le zanzare fossero sparite da Richieri, per la delizia che mi dava, tenuta alta di cielo com'io la tenevo e drizzata tutt'intorno al letto senza una piega. La camera che si vede e non si vede traverso a quella miriade di forellini del tulle lieve; il letto isolato; l'impressione d'esser come avvolto in una bianca nuvola.

Non mi feci caso di ciò che egli potesse pensare di me dopo quell'incontro. Seguitai a vederlo per le scale, e sentendomi dire come prima "Buon giorno" o "Buona sera", rimasi con l'idea ch'egli fosse molto garbato.

Vi assicuro invece ch'egli, nello stesso momento che fuori garbatamente mi diceva per le scale "Buon giorno" o "Buona sera", dentro di sé mi faceva vivere come un perfetto imbecille perché là nella corte tolleravo quell'invasione di comari e quel puzzo ardente di lavatoio e le zanzare.

Chiaro che non avrei più pensato: "Oh Dio com'è garbato il mio vicino di casa, se avessi potuto vedermi dentro di lui che, viceversa, mi vedeva com'io non avrei potuto vedermi mai, voglio dire da fuori, per me, ma dentro la visione che anche lui aveva poi per suo conto delle cose e degli uomini, e nella quale mi faceva vivere a suo modo: da perfetto imbecille. Non lo sapevo e seguitavo a pensare: "Oh Dio com'è garbato il mio vicino di casa".

III. Con permesso

Picchio all'uscio della vostra stanza.

State, state pure sdraiato comodamente su la vostra greppina. Io seggo qua. Dite di no?

«Perché?»

Ah, è la poltrona su cui, tant'anni or sono, morì la vostra povera mamma. Scusate, non avrei dato un soldo per essa, mentre voi non la vendereste per tutto l'oro del mondo, lo credo bene. Chi la vede, intanto, nella vostra stanza così ben mobigliata, certo, non sapendo, si domanda con maraviglia come la possiate tenere qua, vecchia scolorita e strappata com'è.

Queste sono le vostre seggiole. E questo è un tavolino, che più tavolino di così non potrebbe essere. Quella è una finestra che dà sul giardino. E là fuori, quei pini, quei cipressi.

Lo so. Ore deliziose passate in questa stanza che vi par tanto bella, con quei cipressi che si vedono là. Ma per essa intanto vi siete guastato con l'amico che prima veniva a visitarvi quasi ogni giorno e ora non solo non viene più ma va dicendo a tutti che siete pazzo, proprio pazzo ad abitare in una casa come questa.

«Con tutti quei cipressi lì davanti in fila,» va dicendo. «Signori miei, più di venti cipressi, che pare un camposanto.»

Non se ne sa dar pace.

Voi socchiudete gli occhi; vi stringete nelle spalle; sospirate:

«Gusti.»

Perché vi pare che sia propriamente questione di gusti, o d'opinioni, o d'abitudine; e non dubitate minimamente della realtà delle care cose, quale con piacere ora la vedete e la toccate.

Andate via da codesta casa; ripassate fra tre o quattr'anni a rivederla con un altro animo da questo d'oggi; vedrete che ne sarà più di codesta cara realtà.

«Uh guarda, questa la stanza? questo il giardino?»

E speriamo per amor di Dio, che non vi sia morto qualche altro parente prossimo, perché vediate anche voi come un camposanto tutti quei cari cipressi là.

Ora dite che questo si sa, che l'animo muta e che ciascuno può sbagliare.

Già storia vecchia, difatti.

Ma io non ho la pretesa di dirvi niente di nuovo. Solo vi domando:

«E perché allora, santo Dio, fate come se non si sapesse? Perché seguitate a credere che la sola realtà sia la vostra, questa d'oggi, e vi maravigliate, vi stizzite, gridate che sbaglia il vostro amico, il quale, per quanto faccia, non potrà mai avere in sé, poverino, lo stesso animo vostro?

IV. Scusate ancora

Lasciatemi dire un'altra cosa, e poi basta.

Non voglio offendervi. La vostra coscienza, voi dite. Non volete che sia messa in dubbio. Me n'ero scordato, scusate. Ma riconosco, riconosco che per voi stesso, dentro di voi, non siete quale io, di fuori, vi vedo. Non per cattiva volontà. Vorrei che foste almeno persuaso di questo. Voi vi conoscete, vi sentite, vi volete in un modo che non è il mio, ma il vostro; e credete ancora una volta che il vostro sia giusto e il mio sbagliato. Sarà, non nego. Ma può il vostro modo essere il mio e viceversa?

Ecco che torniamo daccapo!

Io posso credere a tutto ciò che voi mi dite. Ci credo. Vi offro una sedia: sedete; e vediamo di metterci d'accordo.

Dopo una buona oretta di conversazione, ci siamo intesi perfettamente.

Domani mi venite con le mani in faccia, gridando:

«Ma come? Che avete inteso? Non mi avevate detto così e così?»

Così e così, perfettamente. Ma il guaio è che voi, caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio.

Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.

Eh, storia vecchia anche questa, si sa. E io non pretendo dir niente di nuovo. Solo torno a domandarvi:

«Ma perché allora, santo Dio, seguitate a fare come se non si sapesse? A parlarmi di voi, se sapete che per essere per me quale siete per voi stesso, e io per voi quale sono per me, ci vorrebbe che io, dentro di me, vi dessi quella stessa realtà che voi vi date, e viceversa; e questo non è possibile?»

Ahimè, caro, per quanto facciate, voi mi darete sempre una realtà a modo vostro, anche credendo in buona fede che sia a modo mio; e sarà, non dico; magari sarà; ma a un "modo mio" che io non so né potrò mai sapere; che saprete soltanto voi che mi vedete da fuori: dunque un "modo mio" per voi, non un "modo mio" per me.

Ci fosse fuori di noi, per voi e per me, ci fosse una signora realtà mia e una signora realtà vostra, dico per se stesse, e uguali, immutabili. Non c'è. C'è in me e per me una realtà mia: quella che io mi do; una realtà vostra in voi e per voi: quella che voi vi date;

le quali non saranno mai le stesse né per voi né per me.

E allora?

Allora, amico mio, bisogna consolarci con questo: che non è più vera la mia che la vostra, e che durano un momento così la vostra come la mia.

Vi gira un po' il capo? Dunque dunque... concludiamo.

V. Fissazioni

Ecco, dunque, volevo venire a questo, che non dovete dirlo più, non lo dovete dire che avete la vostra coscienza e che vi basta.

Quando avete agito così? Ieri, oggi, un minuto fa? E ora? Ah, ora voi stesso siete disposto ad ammettere che forse avreste agito altrimenti. E perché? Oh Dio, voi impallidite. Riconoscete forse anche voi ora, che un minuto fa voi eravate un altro.

Ma sì, ma sì, mio caro, pensateci bene: un minuto fa, prima che vi capitasse questo caso, voi eravate un altro; non solo, ma voi eravate anche cento altri, centomila altri. E non c'è da farne, credete a me, nessuna maraviglia. Vedete piuttosto se vi sembra di poter essere così sicuro che di qui a domani sarete quel che assumete di essere oggi.

Caro mio, la verità è questa: che sono tutte fissazioni. Oggi vi fissate in un modo e domani in un altro.

Vi dirò poi come e perché.

VI. Anzi ve lo dico adesso

Avete mai veduto costruire una casa? Io, tante, qua a Richieri. E ho pensato:

"Ma guarda un po' l'uomo, che è capace di fare! Mutila la montagna; ne cava pietre; le squadra; le dispone le une sulle altre e, che è che non è, quello che era un pezzo di montagna è diventato una casa."

«Io» dice la montagna «sono montagna e non mi muovo.»

Non ti muovi, cara? E guarda là quei carri tirati da buoi. Sono carichi di te, di pietre tue.

Ti portano in carretta, cara mia! Credi di startene costí? E già mezza sei due miglia lontano, nella pianura. Dove? Ma in quelle case là, non ti vedi? una gialla, una rossa, una bianca; a due, a tre, a quattro piani.

E i tuoi faggi, i tuoi noci, i tuoi abeti?

Eccoli qua, a casa mia. Vedi come li abbiamo lavorati bene? Chi li riconoscerebbe più in queste sedie, in questi armadi; in questi scaffali?

Tu montagna. sei tanto più grande dell'uomo; anche tu faggio, e tu noce e tu abete; ma l'uomo è una bestiolina piccola, sì, che ha però in sé qualche cosa che voi non avete.

A star sempre in piedi, vale a dire ritta su due zampe soltanto, si stancava; a sdraiarsi per terra come le altre bestie non stava comoda e si faceva male, anche perché, perduto il pelo, la pelle eh! la pelle le è diventata più fina. Vide allora l'albero e pensò che se ne poteva trar fuori qualche cosa per sedere più comodamente. E poi sentì che non era comodo neppure il legno nudo e lo imbottì; scorticò le bestie soggette, altre ne tosò e vestì il legno di cuoio e tra il cuoio e il legno mise la lana; ci si sdraiò sopra, beato:

«Ah, come si sta bene così!»

Il cardellino canta nella gabbietta sospesa tra le tende al palchetto della finestra. Sente forse la primavera che s'approssima? Ahimè, forse la sente anch'esso l'antico ramo del noce da cui fu tratta la mia seggiola, che al canto del cardellino ora scrícchiola.

Forse s'intendono, con quel canto e con questo scricchiolio, l'uccello imprigionato e il noce ridotto seggiola.

VII. Che c'entra la casa?

Pare a voi che non c'entri questo discorso della casa, perché adesso la vedete come è, la vostra casa, tra le altre che formano la città. Vi vedete attorno i vostri mobili che sono quali voi secondo il vostro gusto e i vostri mezzi li avete voluti per i comodi vostri. Ed essi vi spirano attorno il dolce conforto familiare, animati come sono da tutti i vostri ricordi; non più cose, ma quasi intime parti di voi stessi, nelle quali potete toccarla e sentirla quella che vi sembra la realtà sicura della vostra esistenza.

Siano di faggio o di noce o d'abete, i vostri mobili sono, come i ricordi della vostra intimità domestica, insaporati di quel particolare alito che cova in ogni casa e che dà alla nostra vita quasi un odore che più s'avverte quando ci vien meno, appena cioè, entrando in un'altra casa, vi avvertiamo un alito diverso. E vi secca, lo vedo, ch'io v'abbia richiamato ai faggi, ai noci, agli abeti della montagna.

Come se già cominciaste a compenetrarvi un poco della mia pazzia, subito, d'ogni cosa che vi dico, vi adombrate; domandate:

«Perché? Che c'entra questo?»

VIII. Fuori all'aperto

No, via, non abbiate paura che vi guasti i mobili, la pace, l'amore della casa.

Aria! aria! Lasciamo la casa, lasciamo la città. Non dico che possiate fidarvi molto di me; ma, via, non temete. Fin dove la strada con quelle case sbocca nella campagna potete seguirmi.

Sì, strada, questa. Temete sul serio che possa dirvi di no? Strada strada. Strada brecciata; e attenti alle scaglie. E quelli sono fanali. Venite avanti sicuri.

Ah, quei monti azzurri lontani! Dico azzurri ; anche voi dite azzurri, non è vero? D'accordo. E questo qua vicino, col bosco di castagni: castagni, no? vedete, vedete come c'intendiamo? della famiglia delle cupulifere, d'alto fusto. Castagno marrone. Che vasta pianura davanti ("verde" eh? per voi e per me "verde": diciamo così, che c'intendiamo a maraviglia); e in quei prati là, guardate guardate che bruciare di rossi papaveri al sole! - Ah, come? cappottini rossi di bimbi? - Già, che cieco! Cappottini di lana rossa, avete ragione. M'eran sembrati papaveri. E codesta vostra cravatta pure rossa... Che gioja in questa vana frescura, azzurra e verde, d'aria chiara di sole! Vi levate il cappellaccio grigio di feltro? Siete già sudato? Eh, bello grasso, voi, Dio vi benedica! Se vedeste i quadratini bianchi e neri dei calzoni sul vostro deretano... Giú, giú la giacca! Pare troppo.


LIBRO SECONDO (1) BOOK TWO (1) LIVRO DOIS (1)

I. Ci sono io e ci siete voi

Mi si può opporre:

«Ma come mai non ti venne in mente, povero Moscarda, che a tutti gli altri avveniva come a te, di non vedersi vivere; e che se tu non eri per gli altri quale finora t'eri creduto, allo stesso modo gli altri potevano non essere quali tu li vedevi?» "But how come it did not occur to you, poor Moscarda, that it happened to all the others as it did to you, of not seeing yourself alive?" and that if you were not for the others as you had believed you up to now, in the same way the others could not be what you saw them? "

Rispondo:

Mi venne in mente. Ma scusate, è proprio vero che sia venuto in mente anche a voi?

Ho voluto supporlo, ma non ci credo. Io credo anzi che se in realtà un tal pensiero vi venisse in mente e vi si radicasse come si radicò in me, ciascuno di voi commetterebbe le stesse pazzie che commisi io.

Siate sinceri: a voi non è mai passato per il capo di volervi veder vivere. Be honest: it never crossed your mind to want to see you live. Attendete a vivere per voi, e fate bene, senza darvi pensiero di ciò che intanto possiate essere per gli altri; non già perché dell'altrui giudizio non v'importi nulla, ché anzi ve ne importa moltissimo; ma perché siete nella beata illusione che gli altri, da fuori, vi debbano rappresentare in sé come voi a voi stessi vi rappresentate.

Che se poi qualcuno vi fa notare che il naso vi pende un pochino verso destra... no? What if someone points out that your nose hangs a little to the right ... right?

Che ieri avete detto una bugia... nemmeno? That yesterday you told a lie ... not even? piccola piccola, via, senza conseguenze... Insomma, se qualche volta appena appena avvertite di non essere per gli altri quello stesso che per voi; che fate? little little, away, without consequences ... In short, if sometimes you just barely feel that you are not the same for others as you are; what are you doing? (Siate sinceri). Nulla fate, o ben poco. You do nothing, or very little. Ritenete al più al più, con bella e intera sicurezza di voi stessi, che gli altri vi hanno mal compreso, mal giudicato; e basta. You believe at the most, with beautiful and complete self-confidence, that others have misunderstood you, misjudged you; stop. Se vi preme, cercherete magari di raddrizzare quel giudizio, dando schiarimenti, spiegazioni; se non vi preme, lascerete correre, scrollerete le spalle esclamando: "Oh infine, ho la mia coscienza e mi basta." If it is important to you, you will perhaps try to straighten that judgment, giving clarifications, explanations; if you don't care, you will let it go, you will shrug your shoulders and exclaim: "Oh finally, I have my conscience and that's enough."

Non è così?

Signori miei, scusate. Poiché vi è venuta in bocca una così grossa parola, permettete ch'io vi faccia entrare in mente un magro magro pensiero. Since such a big word has come into your mouth, allow me to bring a meager thought into your mind. Questo: che la vostra coscienza, qua, non ci ha che vedere. Non vi dirò che non val nulla, se per voi è proprio tutto; dirò, per farvi piacere, che allo stesso modo ho anch'io la mia e so che non val nulla. I will not tell you that it is worthless, if for you it is really everything; I will say, to please you, that I have mine in the same way and I know it is worthless. Sapete perché? Perché so che c'è anche la vostra. Ma si. Tanto diversa dalla mia.

Scusatemi se parlo un momento a modo dei filosofi. Ma è forse la coscienza qualcosa d'assoluto che possa bastare a se stessa? But is consciousness perhaps something absolute that can be self-sufficient? Se fossimo soli, forse si. Ma allora, belli miei, non ci sarebbe coscienza. Purtroppo, ci sono io, e ci siete voi. Purtroppo.

E che vuol dunque dire che avete la vostra coscienza e che vi basta? Che gli altri possono pensare di voi e giudicarvi come piace a loro, cioè ingiustamente, ché voi siete intanto sicuro e confortato di non aver fatto male?

Oh di grazia, e se non sono gli altri, chi ve la dà codesta sicurezza? codesto conforto chi ve lo dà? who gives you this comfort?

Voi stesso? E come?

Ah, io lo so, come: ostinandovi a credere che se gli altri fossero stati al vostro posto e fosse loro capitato il vostro stesso caso, tutti avrebbero agito come voi, né più né meno. Ah, I know, how: by stubbornly believing that if the others had been in your place and they had the same case as you, everyone would have acted like you, no more, no less.

Bravo! Ma su che lo affermate? But on what are you stating it?

Eh, so anche questo: su certi principi astratti e generali, in cui, astrattamente e generalmente, vuol dire fuori dei casi concreti e particolari della vita, si può essere tutti d'accordo (costa poco). Oh, I also know this: on certain abstract and general principles, in which, abstractly and generally, it means out of the concrete and particular cases of life, we can all agree (cheaply).

Ma come va che tutti intanto vi condannano o non vi approvano o anche vi deridono? é chiaro che non sanno riconoscere, come voi, quei principi generali nel caso particolare che v'è capitato, e se stessi nell'azione che avete commessa. it is clear that they do not know how to recognize, like you, those general principles in the particular case that has happened to you, and themselves in the action you have committed.

O a che vi basta dunque la coscienza? A sentirvi solo? To feel alone? No, perdio. La solitudine vi spaventa. E che fate allora? V'immaginate tante teste. Imagine many heads. Tutte come la vostra. Tante teste che sono anzi la vostra stessa. Many heads that are indeed your own. Le quali ad un dato cenno, tirate da voi come per un filo invisibile, vi dicono sì e no, e no e sì; come volete voi. Which at a given sign, pulled by you as if by an invisible thread, tell you yes and no, and no and yes; as you want. E questo vi conforta e vi fa sicuri. And this comforts you and makes you sure. Andate là che è un giuoco magnifico, codesto della vostra coscienza che vi basta. Go there, it is a magnificent game, this one of your conscience that is enough for you.

II. E allora?

Sapete invece su che poggia tutto? Do you know what it all rests on? Ve lo dico io. I'll tell you. Su una presunzione che Dio vi conservi sempre. On a presumption that God will always keep you. La presunzione che la realtà, qual'è per voi, debba essere e sia ugualmente per tutti gli altri. The presumption that reality, as it is for you, must be and is the same for everyone else.

Ci vivete dentro; ci camminate fuori, sicuri. La vedete, la toccate; e dentro anche, se vi piace, ci fumate un sigaro (la pipa? la pipa), e beatamente state a guardare le spire di fumo a poco a poco svanire nell'aria. your pipe), and blissfully watch the coils of smoke gradually vanish into the air. Senza il minimo sospetto che tutta la realtà che vi sta attorno non ha per gli altri maggiore consistenza di quel fumo. Without the slightest suspicion that all the reality around you does not have greater consistency for others than that smoke.

Dite di no?

Guardate. Io abitavo con mia moglie la casa che mio padre s'era fatta costruire dopo la morte immatura di mia madre, per levarsi da quella dov'era vissuto con lei, piena di cocentissimi ricordi. Ero allora ragazzo, e soltanto più tardi potei rendermi conto che proprio all'ultimo quella casa era stata lasciata da mio padre non finita e quasi aperta a chiunque volesse entrarvi. I was then a boy, and only later did I realize that at the very last moment that house had been left by my father unfinished and almost open to anyone who wanted to enter it.

Quell'arco di porta senza la porta che supera di tutta la centina da una parte e dall'altra i muri di cinta della vasta corte davanti, non finiti; con la soglia sotto distrutta e scortecciati agli spigoli i pilastri; mi fa ora pensare che mio padre lo lasciò così quasi in aria e vuoto, forse perché pensò che la casa, dopo la sua morte, doveva restare a me, vale a dire a tutti e a nessuno; e che le fosse inutile perciò il riparo d'una porta. That arch of door without the door that goes over the entire arch on one side and on the other the boundary walls of the vast courtyard in front, unfinished; with the sill below destroyed and the pillars peeled off at the corners; it now makes me think that my father left him almost in the air and empty, perhaps because he thought that the house, after his death, had to remain with me, that is, with everyone and no one; and that the shelter of a door was therefore useless.

Finché visse mio padre, nessuno s'attentò ad entrare in quella corte. As long as my father lived, no one tried to enter that court. Erano rimaste per terra tante pietre intagliate; e chi passava, vedendole, poté dapprima pensare che la fabbrica, per poco interrotta, sarebbe stata presto ripresa. Many carved stones remained on the ground; and those who passed, seeing them, might at first think that the factory, having been briefly interrupted, would soon be resumed. Ma appena l'erba cominciò a crescere tra i ciottoli e lungo i muri, quelle pietre inutili sembrarono subito come crollate e vecchie. But as the grass began to grow between the pebbles and along the walls, those useless stones immediately looked as though they had crumbled and old. Col tempo, morto mio padre, divennero i sedili delle comari del vicinato, le quali, titubanti in principio, ora l'una ora l'altra, s'arrischiarono a varcare la soglia, come in cerca d'un posto riparato dove ci si potesse mettere seduti bene all'ombra e in silenzio; e poi, visto che nessuno diceva nulla, lasciarono alle loro galline la titubanza ancora per poco, e presero a considerare quella corte come loro, come loro l'acqua della cisterna che vi sorgeva in mezzo; e vi lavavano e vi stendevano i panni ad asciugare; e infine, col sole che abbarbagliava allegro da tutto quel bianco di lenzuoli e di camice svolazzanti dai cordini tesi, si scioglievano sulle spalle i capelli lustri d'olio per "cercarsi" in capo, come fanno le scimmie tra loro. Over time, my father dead, they became the seats of the neighborhood wives, who, hesitant at first, now one now the other, ventured to cross the threshold, as if in search of a sheltered place where one could could seat well in the shade and in silence; and then, seeing that no one said anything, they left their hens the hesitation for a little while longer, and they began to consider that court as theirs, as they were the water of the cistern that rose between it; and they washed and hung their clothes to dry; and finally, with the sun dazzling merrily from all that white of sheets and fluttering shirts with taut cords, they let their oil-shining hair down on their shoulders to "look" on each other's heads, as monkeys do among themselves.

Non diedi mai a vedere né fastidio né piacere di quella loro invasione, benché m'irritasse specialmente la vista d'una vecchina sempre pigolante, dagli occhi risecchi e la gobba dietro ben segnata da un giubbino verde scolorito, e mi desse allo stomaco una lezzona grassa squarciata, con un'orrenda cioccia sempre fuori del busto e in grembo un bimbo sudicio dalla testa grossa schifosamente piena di croste di lattime tra la peluria rossiccia. I never gave to see either the annoyance or the pleasure of their invasion, although I was especially irritated by the sight of an old woman who was always peeping, with dry eyes and a hump behind well marked by a discolored green jacket, and it gave me a lezzona in my stomach. fat slashed, with a horrendous lock always hanging out of the torso and in her lap a filthy baby with a big head disgustingly full of crusts of laitance among the reddish hair. Mia moglie aveva forse il suo tornaconto a lasciarle lì, perché se ne serviva ad un bisogno, dando poi loro in compenso o gli avanzi di cucina o qualche abito smesso. Perhaps my wife had her own advantage in leaving them there, because she needed them for a need, then giving them in return either the leftovers from the kitchen or some discarded clothes.

Acciottolata come la strada, questa corte è tutta in pendio. Mi rivedo ragazzo, uscito per le vacanze dal collegio, affacciato di sera tardi ad uno dei balconi della casa allora nuova. I see myself again as a boy, released from boarding school for the holidays, looking out late in the evening to one of the balconies of the then new house. Che pena infinita mi dava il vasto biancore illividito di tutti quei ciottoli in pendio con quella grande cisterna in mezzo, misteriosamente sonora! What infinite pain the vast, bruised whiteness of all those sloping pebbles with that great cistern in the middle, mysteriously resonant, gave me! La ruggine s'era quasi mangiata fin d'allora la vernice rossigna del gambo di ferro che in cima regge la carrucola dove scorre la fune della secchia; e come mi sembrava triste quello sbiadito color di vernice su quel gambo di ferro che ne pareva malato! Since then the rust had almost eaten away the reddish varnish of the iron stem which at the top holds the pulley where the rope of the bucket runs; and how sad that faded color of varnish seemed to me on that iron stem that looked sick with it! Malato forsanche per la malinconia dei cigolii della carrucola quando il vento, di notte, moveva la fune; e su la corte deserta era la chiarità del cielo stellato ma velato, che in quella chiarità vana, di polvere, sembrava fissato là sopra, per sempre. Sick perhaps also from the melancholy of the creaking of the pulley when the wind, at night, moved the rope; and over the deserted courtyard was the clarity of the starry but veiled sky, which in that vain clarity, of dust, seemed fixed there forever.

Dopo la morte di mio padre, Quantorzo, incaricato di badare ai miei affari, pensò di chiudere con un tramezzo le stanze che mio padre s'era riservate per sua abitazione e di farne un quartierino da affittare. After my father's death, Quantorzo, in charge of looking after my business, thought of closing the rooms that my father had reserved for his home with a partition and making them a small apartment to rent. Mia moglie non s'era opposta. My wife did not object. E in quel quartierino era venuto, poco dopo, ad abitare un vecchio silenziosissimo pensionato, sempre vestito bene, di pulita semplicità, piccolino ma con un che di marziale nell'esile personcina impettorita e anche nella faccina energica, sebbene un po' sciupata, da colonnello a riposo. And shortly afterwards, a very silent old pensioner had come to live in that little apartment, always well dressed, of clean simplicity, small but with a martial touch in his thin impectorate little person and also in the energetic face, although a little worn, from retired colonel. Di qua e di là, come scritti calligraficamente, aveva due esemplari occhi di pesce, e tutte segnate le guance d'una fitta trama di venuzze violette. Here and there, as if written calligraphically, he had two exemplary fish eyes, and all marked on the cheeks with a thick web of violet veins.

Non avevo mai badato a lui, né m'ero curato di sapere chi fosse, come vivesse. I never paid any attention to him, nor did I care to know who he was, how he lived. Parecchie volte lo avevo incontrato per le scale, e sentendomi dire con molto garbo: "Buon giorno" o "Buona sera", senz'altro m'ero fatta l'idea che quel mio vicino di casa fosse molto garbato. Several times I had met him on the stairs, and hearing me say very politely: "Good morning" or "Good evening", I certainly got the idea that my neighbor was very polite.

Nessun sospetto mi aveva destato un suo lamento per le zanzare che lo molestavano la notte e che, a suo credere, provenivano dai grandi magazzini a destra della casa ridotti da Quantorzo, sempre dopo la morte di mio padre, a sudicie rimesse d'affitto. No suspicion had aroused in me a complaint about the mosquitoes that bothered him at night and which, he believed, came from the department stores to the right of the house, which Quantorzo had reduced to filthy remittances after my father's death.

«Ah, già!» avevo esclamato, quella volta, in risposta al suo lamento.

Ma ricordo perfettamente che in quella mia esclamazione c'era il dispiacere, non già delle zanzare che molestavano il mio inquilino, ma di quegli ariosi puliti magazzini che da ragazzo avevo veduto costruire e dove correvo, stranamente esaltato dalla bianchezza abbarbagliante dell'intonaco e come ubriacato dall'umido della fabbrica fresca, sul mattonato rintronante, ancora tutto spruzzato di calce. But I remember perfectly well that in that exclamation of mine there was the displeasure, not of the mosquitoes that harassed my tenant, but of those airy clean warehouses that as a boy I had seen built and where I ran, strangely exalted by the dazzling whiteness of the plaster and how drunk from the damp of the fresh factory, on the thundering brick, still all sprinkled with lime. Al sole ch'entrava dalle grandi finestre ferrate, bisognava chiudere gli occhi da come quei muri accecavano.

Tuttavia, quelle rimesse con quei vecchi landò d'affitto, con l'attacco a tre, per quanto impregnate di tutto il lezzo delle lettiere marcite e del nero delle risciacquature che stagnava lì davanti, mi facevano anche pensare all'allegria delle corse in carrozza, da ragazzo, quando si andava in villeggiatura, per lo stradone, tra le campagne aperte che mi parevano fatte per accogliere e diffondere la festività delle sonagliere. However, those sheds with those old rented landau, with the three-way attack, although impregnated with all the stench of rotten litter and the black of the rinses that was stagnating there in front, also made me think of the joy of carriage rides , as a boy, when you went on vacation, along the main road, among the open countryside that seemed to me to be made to welcome and spread the feast of the bells. E in grazia di quel ricordo mi pareva si potesse sopportare la vicinanza delle rimesse; tanto più che, anche senza questa vicinanza, era noto a tutti che a Richieri si soffriva il fastidio delle zanzare, da cui comunemente in ogni casa ci si difendeva con l'uso delle zanzariere.

Chi sa che impressione dovette fare al mio vicino di casa la vista d'un sorriso sulle mie labbra, quando egli con la faccina fiera mi gridò che non aveva mai potuto sopportare le zanzariere, perché se ne sentiva soffocare. Quel mio sorriso esprimeva di certo maraviglia e compatimento. That smile of mine certainly expressed amazement and pity. Non poter sopportare la zanzariera, ch'io avrei seguitato sempre ad usare anche se tutte le zanzare fossero sparite da Richieri, per la delizia che mi dava, tenuta alta di cielo com'io la tenevo e drizzata tutt'intorno al letto senza una piega. Not being able to bear the mosquito net, which I would have always continued to use even if all the mosquitoes had disappeared from Richieri, for the delight it gave me, held high in the sky as I held it and straightened all around the bed without a crease . La camera che si vede e non si vede traverso a quella miriade di forellini del tulle lieve; il letto isolato; l'impressione d'esser come avvolto in una bianca nuvola. The room that can be seen and not seen through that myriad of small holes in the light tulle; the isolated bed; the impression of being wrapped in a white cloud.

Non mi feci caso di ciò che egli potesse pensare di me dopo quell'incontro. I didn't notice what he might think of me after that meeting. Seguitai a vederlo per le scale, e sentendomi dire come prima "Buon giorno" o "Buona sera", rimasi con l'idea ch'egli fosse molto garbato. I continued to see him on the stairs, and hearing himself say "Good morning" or "Good evening" as before, I was left with the idea that he was very polite.

Vi assicuro invece ch'egli, nello stesso momento che fuori garbatamente mi diceva per le scale "Buon giorno" o "Buona sera", dentro di sé mi faceva vivere come un perfetto imbecille perché là nella corte tolleravo quell'invasione di comari e quel puzzo ardente di lavatoio e le zanzare.

Chiaro che non avrei più pensato: "Oh Dio com'è garbato il mio vicino di casa, se avessi potuto vedermi dentro di lui che, viceversa, mi vedeva com'io non avrei potuto vedermi mai, voglio dire da fuori, per me, ma dentro la visione che anche lui aveva poi per suo conto delle cose e degli uomini, e nella quale mi faceva vivere a suo modo: da perfetto imbecille. Of course I would never think again: "Oh God how polite my neighbor is, if I could have seen me inside him who, vice versa, saw me as I would never have been able to see myself, I mean from the outside, for me, but within the vision that he too had on his behalf of things and men, and in which he made me live in his own way: like a perfect imbecile. Non lo sapevo e seguitavo a pensare: "Oh Dio com'è garbato il mio vicino di casa". I didn't know and kept thinking, "Oh God, how nice my neighbor is."

III. Con permesso Excuse me

Picchio all'uscio della vostra stanza. Woodpecker at the door of your room.

State, state pure sdraiato comodamente su la vostra greppina. Stay, just lie comfortably on your crib. Io seggo qua. I sit here. Dite di no? Say no?

«Perché?» "Because?"

Ah, è la poltrona su cui, tant'anni or sono, morì la vostra povera mamma. Ah, it is the armchair in which, many years ago, your poor mother died. Scusate, non avrei dato un soldo per essa, mentre voi non la vendereste per tutto l'oro del mondo, lo credo bene. Sorry, I wouldn't have given a penny for it, while you wouldn't sell it for all the gold in the world, I think so. Chi la vede, intanto, nella vostra stanza così ben mobigliata, certo, non sapendo, si domanda con maraviglia come la possiate tenere qua, vecchia scolorita e strappata com'è. Whoever sees it, meanwhile, in your room so well furnished, certainly, not knowing, wonders with amazement how you can keep it here, old faded and torn as it is.

Queste sono le vostre seggiole. These are your chairs. E questo è un tavolino, che più tavolino di così non potrebbe essere. And this is a coffee table, which couldn't be more a table than this. Quella è una finestra che dà sul giardino. That is a window overlooking the garden. E là fuori, quei pini, quei cipressi. And out there, those pines, those cypresses.

Lo so. Ore deliziose passate in questa stanza che vi par tanto bella, con quei cipressi che si vedono là. Delightful hours spent in this room that seems so beautiful to you, with those cypresses you see there. Ma per essa intanto vi siete guastato con l'amico che prima veniva a visitarvi quasi ogni giorno e ora non solo non viene più ma va dicendo a tutti che siete pazzo, proprio pazzo ad abitare in una casa come questa. But in the meantime you have spoiled for it with the friend who used to come to visit you almost every day and now not only does he not come anymore but he is telling everyone that you are crazy, really crazy to live in a house like this.

«Con tutti quei cipressi lì davanti in fila,» va dicendo. "With all those cypresses there in a row," he says. «Signori miei, più di venti cipressi, che pare un camposanto.» "My lords, more than twenty cypresses, which looks like a cemetery."

Non se ne sa dar pace. We do not know how to give peace.

Voi socchiudete gli occhi; vi stringete nelle spalle; sospirate: You squint your eyes; you shrug your shoulders; sigh:

«Gusti.»

Perché vi pare che sia propriamente questione di gusti, o d'opinioni, o d'abitudine; e non dubitate minimamente della realtà delle care cose, quale con piacere ora la vedete e la toccate. Because it seems to you that it is properly a matter of taste, or opinion, or habit; and do not in the least doubt the reality of dear things, which you now see and touch with pleasure.

Andate via da codesta casa; ripassate fra tre o quattr'anni a rivederla con un altro animo da questo d'oggi; vedrete che ne sarà più di codesta cara realtà. Go away from this house; come back in three or four years to see her again with a different mind from this one today; you will see that there will be more of this dear reality.

«Uh guarda, questa la stanza? "Uh look, this is the room? questo il giardino?» Is this the garden? "

E speriamo per amor di Dio, che non vi sia morto qualche altro parente prossimo, perché vediate anche voi come un camposanto tutti quei cari cipressi là. And we hope for God's sake that some other close relative has not died there, so that you too will see all those dear cypress trees there as a cemetery.

Ora dite che questo si sa, che l'animo muta e che ciascuno può sbagliare.

Già storia vecchia, difatti. Already an old story, in fact.

Ma io non ho la pretesa di dirvi niente di nuovo. But I don't pretend to tell you anything new. Solo vi domando: I only ask you:

«E perché allora, santo Dio, fate come se non si sapesse? «And why then, for God's sake, are you acting as if you don't know? Perché seguitate a credere che la sola realtà sia la vostra, questa d'oggi, e vi maravigliate, vi stizzite, gridate che sbaglia il vostro amico, il quale, per quanto faccia, non potrà mai avere in sé, poverino, lo stesso animo vostro? Why do you continue to believe that the only reality is yours, this today, and you marvel, you get angry, you shout that your friend is wrong, who, however much he does, will never be able to have in himself, poor thing, the same soul. your?

IV. Scusate ancora Sorry again

Lasciatemi dire un'altra cosa, e poi basta. Let me say one more thing, and then that's it.

Non voglio offendervi. I don't want to offend you. La vostra coscienza, voi dite. Your conscience, you say. Non volete che sia messa in dubbio. You don't want it to be questioned. Me n'ero scordato, scusate. I forgot, sorry. Ma riconosco, riconosco che per voi stesso, dentro di voi, non siete quale io, di fuori, vi vedo. Non per cattiva volontà. Not out of ill will. Vorrei che foste almeno persuaso di questo. I wish you were at least persuaded of this. Voi vi conoscete, vi sentite, vi volete in un modo che non è il mio, ma il vostro; e credete ancora una volta che il vostro sia giusto e il mio sbagliato. You know each other, you feel, you want each other in a way that is not mine, but yours; and believe once again that yours is right and mine is wrong. Sarà, non nego. It will be, I do not deny. Ma può il vostro modo essere il mio e viceversa? But can your way be mine and vice versa?

Ecco che torniamo daccapo! Here we go again!

Io posso credere a tutto ciò che voi mi dite. I can believe everything you tell me. Ci credo. I believe it. Vi offro una sedia: sedete; e vediamo di metterci d'accordo. I offer you a chair: sit down; and let's try to agree.

Dopo una buona oretta di conversazione, ci siamo intesi perfettamente. After a good hour of conversation, we got on perfectly.

Domani mi venite con le mani in faccia, gridando: Tomorrow you come with your hands in my face, shouting:

«Ma come? Che avete inteso? What did you understand? Non mi avevate detto così e così?» Didn't you tell me so and so? "

Così e così, perfettamente. So and so, perfectly. Ma il guaio è che voi, caro, non saprete mai, né io vi potrò mai comunicare come si traduca in me quello che voi mi dite. But the trouble is that you, dear, will never know, nor will I ever be able to communicate to you how what you tell me translates into me. Non avete parlato turco, no. You didn't speak Turkish, no. Abbiamo usato, io e voi la stessa lingua, le stesse parole. We used the same language, the same words, you and I. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? But what fault are we, you and I, if the words, in themselves, are empty? Vuote, caro mio. Empty, my dear. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. And you fill them with your sense, in telling them to me; and in welcoming them, inevitably, I fill them with my sense.

Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto. We thought we understood each other, we didn't understand each other at all.

Eh, storia vecchia anche questa, si sa. Eh, this is also an old story, you know. E io non pretendo dir niente di nuovo. Solo torno a domandarvi:

«Ma perché allora, santo Dio, seguitate a fare come se non si sapesse? A parlarmi di voi, se sapete che per essere per me quale siete per voi stesso, e io per voi quale sono per me, ci vorrebbe che io, dentro di me, vi dessi quella stessa realtà che voi vi date, e viceversa; e questo non è possibile?» To talk to me about you, if you know that in order to be for me as you are for yourself, and I for you as I am for me, it would be necessary for me, within me, to give you that same reality that you give yourselves, and vice versa; and this is not possible? "

Ahimè, caro, per quanto facciate, voi mi darete sempre una realtà a modo vostro, anche credendo in buona fede che sia a modo mio; e sarà, non dico; magari sarà; ma a un "modo mio" che io non so né potrò mai sapere; che saprete soltanto voi che mi vedete da fuori: dunque un "modo mio" per voi, non un "modo mio" per me.

Ci fosse fuori di noi, per voi e per me, ci fosse una signora realtà mia e una signora realtà vostra, dico per se stesse, e uguali, immutabili. Non c'è. C'è in me e per me una realtà mia: quella che io mi do; una realtà vostra in voi e per voi: quella che voi vi date;

le quali non saranno mai le stesse né per voi né per me.

E allora?

Allora, amico mio, bisogna consolarci con questo: che non è più vera la mia che la vostra, e che durano un momento così la vostra come la mia.

Vi gira un po' il capo? Dunque dunque... concludiamo.

V. Fissazioni

Ecco, dunque, volevo venire a questo, che non dovete dirlo più, non lo dovete dire che avete la vostra coscienza e che vi basta.

Quando avete agito così? Ieri, oggi, un minuto fa? E ora? Ah, ora voi stesso siete disposto ad ammettere che forse avreste agito altrimenti. Ah, now you yourself are willing to admit that perhaps you would have acted otherwise. E perché? Oh Dio, voi impallidite. Riconoscete forse anche voi ora, che un minuto fa voi eravate un altro.

Ma sì, ma sì, mio caro, pensateci bene: un minuto fa, prima che vi capitasse questo caso, voi eravate un altro; non solo, ma voi eravate anche cento altri, centomila altri. E non c'è da farne, credete a me, nessuna maraviglia. Vedete piuttosto se vi sembra di poter essere così sicuro che di qui a domani sarete quel che assumete di essere oggi.

Caro mio, la verità è questa: che sono tutte fissazioni. Oggi vi fissate in un modo e domani in un altro.

Vi dirò poi come e perché.

VI. Anzi ve lo dico adesso

Avete mai veduto costruire una casa? Io, tante, qua a Richieri. E ho pensato:

"Ma guarda un po' l'uomo, che è capace di fare! Mutila la montagna; ne cava pietre; le squadra; le dispone le une sulle altre e, che è che non è, quello che era un pezzo di montagna è diventato una casa."

«Io» dice la montagna «sono montagna e non mi muovo.»

Non ti muovi, cara? E guarda là quei carri tirati da buoi. Sono carichi di te, di pietre tue.

Ti portano in carretta, cara mia! Credi di startene costí? E già mezza sei due miglia lontano, nella pianura. Dove? Ma in quelle case là, non ti vedi? una gialla, una rossa, una bianca; a due, a tre, a quattro piani.

E i tuoi faggi, i tuoi noci, i tuoi abeti?

Eccoli qua, a casa mia. Vedi come li abbiamo lavorati bene? Chi li riconoscerebbe più in queste sedie, in questi armadi; in questi scaffali?

Tu montagna. sei tanto più grande dell'uomo; anche tu faggio, e tu noce e tu abete; ma l'uomo è una bestiolina piccola, sì, che ha però in sé qualche cosa che voi non avete. you are so much greater than man; you too beech, and you walnut and you fir; but man is a small animal, yes, but he has something in him that you do not have.

A star sempre in piedi, vale a dire ritta su due zampe soltanto, si stancava; a sdraiarsi per terra come le altre bestie non stava comoda e si faceva male, anche perché, perduto il pelo, la pelle eh! la pelle le è diventata più fina. her skin has become finer. Vide allora l'albero e pensò che se ne poteva trar fuori qualche cosa per sedere più comodamente. E poi sentì che non era comodo neppure il legno nudo e lo imbottì; scorticò le bestie soggette, altre ne tosò e vestì il legno di cuoio e tra il cuoio e il legno mise la lana; ci si sdraiò sopra, beato:

«Ah, come si sta bene così!»

Il cardellino canta nella gabbietta sospesa tra le tende al palchetto della finestra. Sente forse la primavera che s'approssima? Ahimè, forse la sente anch'esso l'antico ramo del noce da cui fu tratta la mia seggiola, che al canto del cardellino ora scrícchiola.

Forse s'intendono, con quel canto e con questo scricchiolio, l'uccello imprigionato e il noce ridotto seggiola.

VII. Che c'entra la casa?

Pare a voi che non c'entri questo discorso della casa, perché adesso la vedete come è, la vostra casa, tra le altre che formano la città. Vi vedete attorno i vostri mobili che sono quali voi secondo il vostro gusto e i vostri mezzi li avete voluti per i comodi vostri. Ed essi vi spirano attorno il dolce conforto familiare, animati come sono da tutti i vostri ricordi; non più cose, ma quasi intime parti di voi stessi, nelle quali potete toccarla e sentirla quella che vi sembra la realtà sicura della vostra esistenza.

Siano di faggio o di noce o d'abete, i vostri mobili sono, come i ricordi della vostra intimità domestica, insaporati di quel particolare alito che cova in ogni casa e che dà alla nostra vita quasi un odore che più s'avverte quando ci vien meno, appena cioè, entrando in un'altra casa, vi avvertiamo un alito diverso. E vi secca, lo vedo, ch'io v'abbia richiamato ai faggi, ai noci, agli abeti della montagna.

Come se già cominciaste a compenetrarvi un poco della mia pazzia, subito, d'ogni cosa che vi dico, vi adombrate; domandate:

«Perché? Che c'entra questo?»

VIII. Fuori all'aperto

No, via, non abbiate paura che vi guasti i mobili, la pace, l'amore della casa.

Aria! aria! Lasciamo la casa, lasciamo la città. Non dico che possiate fidarvi molto di me; ma, via, non temete. Fin dove la strada con quelle case sbocca nella campagna potete seguirmi.

Sì, strada, questa. Temete sul serio che possa dirvi di no? Strada strada. Strada brecciata; e attenti alle scaglie. E quelli sono fanali. Venite avanti sicuri.

Ah, quei monti azzurri lontani! Dico azzurri ; anche voi dite azzurri, non è vero? D'accordo. E questo qua vicino, col bosco di castagni: castagni, no? vedete, vedete come c'intendiamo? della famiglia delle cupulifere, d'alto fusto. Castagno marrone. Che vasta pianura davanti ("verde" eh? per voi e per me "verde": diciamo così, che c'intendiamo a maraviglia); e in quei prati là, guardate guardate che bruciare di rossi papaveri al sole! - Ah, come? cappottini rossi di bimbi? - Già, che cieco! Cappottini di lana rossa, avete ragione. M'eran sembrati papaveri. E codesta vostra cravatta pure rossa... Che gioja in questa vana frescura, azzurra e verde, d'aria chiara di sole! Vi levate il cappellaccio grigio di feltro? Siete già sudato? Eh, bello grasso, voi, Dio vi benedica! Se vedeste i quadratini bianchi e neri dei calzoni sul vostro deretano... Giú, giú la giacca! Pare troppo.