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La Contessa di Karolystria by Antonio Ghislanzoni, A SALVATORE FARINA

A SALVATORE FARINA

La nostra amicizia, che dura da anni, e che mai... Perchè mi trema la mano nello scrivere? Donde avviene che dopo aver messe là, sulla carta, una diecina di schiette parole, mi vien meno il coraggio di arrotondare il periodo per dichiararvi tutto l'affetto che vi porto?

Perdonate! Ho appena finito di leggere i due volumi del De-Amicis; due stupendi volumi, pieni di osservazioni vere e profonde, ma... ma... (la colpa non è dell'autore, è tutta mia) tanto affliggenti da produrre lo sgomento.

Eppure, noi siamo amici, io e voi.

Vi è forse dell'orgoglio, da parte mia, nel dichiararlo al cospetto del pubblico?

È possibile. Ebbene, sì! io vado orgoglioso della vostra amicizia; e voi, non ne dubito, vi compiacete della mia.

Ci amiamo noi per simpatia di età, di carattere, di inclinazioni, di gusti letterarî? Io sono un vecchio matto, voi un giovane serio ed assestato; io appartengo alla scapigliatura incorreggibile, voi rappresentate il modello dei cittadini, dei mariti e dei padri; io faccio della prosa per far ridere i buontemponi, fabbrico dei versi per far disperare i maestri, e voi scrivete dei romanzi squisitamente arguti, per educare gli animi a tutto che vi ha di gentile e di onesto; infine, voi recitate, sul palcoscenico della letteratura, le parti dignitose e sentimentali, io recito da caratterista e qualche volta da buffo.

Ed ecco, malgrado questa antitesi, io non mi prendo veruna soggezione a presentarvi e dedicarvi il più balzano, il più strampalato dè miei racconti. Perchè dovrei aver soggezione? Voi non siete di quelli che leggono da giudici i libri degli amici; voi riderete delle mie stravaganze, e mi manderete in ricambio qualche vostra gentile e melanconica novella, che a me, vecchio matto, farà versare delle lacrime soavi.

Dopo tutto, deve esistere fra noi due qualche affinità o consanguineità latente, la quale mi farebbe sospettare che discendiamo dal medesimo ceppo.

Sta a vedere, adesso, che ci troviamo parenti!...

Eppure... eppure... Vediamo un po'!--Voi timido, io timidissimo (come rideranno certi grulloni al vedere che io mi dichiaro timidissimo! ); voi amante dei fiori e dei bimbi, io coltivatore di asparagi e di patate; voi schivo dalle combriccole, restio alle pompe insignificanti, alle adunanze accademiche, ai banchetti fraterni (Dio! quanto fraterni!) --io più orso che uomo socievole, più stretto al consorzio dei cani e dei gatti che a quello degli animali chiamati ragionevoli.

Ma non è qui il luogo di sviluppare il parallelo; ne parleremo fra noi a quattr'occhi, forse ne abbiam già parlato e abbiamo concluso affermativamente, senza darci la pena di profferire una parola.

Nullameno--poiché ci siamo--non voglio passarmela senza avvertire il tratto più incisivo di somiglianza che esiste fra noi.--Ed è questo: che essendoci entrambi, per elezione o per caso, applicati a cucinare e ad imbandire delle vivande per la mensa libraria, noi non abbiamo tenuto conto del _menu_ prescritto dai cuochi massimi, e abbiamo dato, ciascuno, ciò che sapeva, e poteva, e voleva dare.

Voi avete recato sulle mense delle gelatine confortanti, delle pesche col rosolio, delle ciambelle leggermente pepate; io dei salsicciotti saturi di grosso sale, delle polpette ripiene di senape e di droghe mordenti. Il fatto rappresenta una antitesi, ma esso deriva da una identica convinzione.

Da circa vent'anni noi assistiamo ad uno spettacolo curioso. Lo si vuol intitolare _evoluzione letteraria_; e questa evoluzione, se ho ben compreso, vorrebbe indurre quanti sono nel mondo letterati ed artisti a modellarsi sovra un medesimo stampo. Per essere ammessi nella chiesa cattolica governata da codesti _massimi_ centuplicati da tanti _minimi_, occorre assolutamente di farsi scimmie. L'arte si ha da fare così e così--e mentre si pretende disfare la vecchia rettorica e schiacciare il convenzionalismo, ecco insorgere una rettorica nuova più circoscritta e più gaglioffa dell'antica, un convenzionalismo stupido e barocco, che si arroga di mettere il bavaglio al cervello e di proscrivere la originalità.

Come sarebbe divertente la letteratura, se tutti i poeti emulassero i sonori giambi del Carducci, od il molle elegantissimo erotismo dello Stecchetti! se tutti i romanzieri spaziassero con voi nell'ambiente sereno della famiglia e della società onesta, ovvero si tuffassero, in compagnia dello Zola, dentro i pantani della corruttela e del vizio!

Io fo tanto di cappello al Carducci, trovo gustosissimo lo Stecchetti, delizioso De-Amicis, appetitoso lo Zola, squisitamente arguto il mio ottimo Farina; ma pure io mi riterrei assalito da un primo sintomo di imbecillità il giorno in cui mi sentissi tentato a posare da Carducci, da Stecchetti, da De-Amicis, da Farina e da quant'altri hanno l'onore di piacermi.

E voi pure la pensate così, non è vero? Voi volete esser voi, niun altro che voi, sempre voi, senza la menoma pretesa di crear dei proseliti o di erigervi a caposcuola.

Caposcuola! Che significa?... Victor Hugo lo fu, caposcuola--e nullameno, durante il suo patriarcato, quanti poeti, quanti romanzieri dissimili da lui grandeggiarono e ottennero la ammirazione del mondo! Qual parentela di indole e di gusto letterario tra Victor Hugo e Lamartine, tra Musset e Beranger, tra Dumas e Giorgio Sand, tra Flaubert e Alfonso Karr, tra Coppée e Zola? E in mezzo a tante altezze fosforescenti, non è riuscito ad aprirsi una via e ad occupare un largo posto anche quel buono e poco ornato romanziere che si chiamò Paolo De-Kock, tanto vilipeso dagli insigni e tanto letto dalle moltitudini?...

E da noi, in epoca recentissima, qual differenza tra Manzoni, Guerrazzi, Giovanni Prati, Giuseppe Giusti, Guadagnoli, ecc., ecc.!! Dunque--per concludere--non c'è proprio bisogno di seguire un andazzo od una scuola. Meglio essere asini per alcuni pochi, che figurare da scimmie al cospetto del mondo intero.

E per oggi faccio punto. Quando verrete a trovarmi, ben altro avrò a dirvi su tale argomento, e voi mi direte il resto. Vi avverto che da due anni all'incirca i proseliti della gran scuola fanno un gran consumo di _glauco_; il _biondo_, lo _scialbo_, il _grullo_ ed il _brullo_ cominciano a scadere di moda. Tanto per vostra norma--perchè il giorno in cui vi accadesse in qualche vostra prosa di lasciar correre il _glauco_, io ne rimarrei grandemente allarmato.

Nella mia _Contessa di Karolystria_ non c'è ombra di _glauco_, statene sicuro. Trovatemi un altro libro recente di prosa o di versi che sia immune da questo contagio!...

Vi stringo la mano cordialmente.

A. GHISLANZONI..

_Caprino Bergamasco, 12 maggio 1883._


A SALVATORE FARINA AN SALVATORE FARINA TO SALVATORE FARINA A SALVATORE FARINA САЛЬВАТОРЕ ФАРИНА

La nostra amicizia, che dura da anni, e che mai... Perchè mi trema la mano nello scrivere? Unsere Freundschaft, die schon seit Jahren andauert, und die nie... Warum zittert meine Hand, wenn ich schreibe? Our friendship, which has lasted for years, and never ... Why does my hand tremble in writing? Nuestra amistad, que ha durado años, y lo que sea ... ¿Por qué me tiembla la mano al escribir? Donde avviene che dopo aver messe là, sulla carta, una diecina di schiette parole, mi vien meno il coraggio di arrotondare il periodo per dichiararvi tutto l’affetto che vi porto? Where does it happen that after having put a dozen straight words there on paper, I fail the courage to round off the period to declare all the affection I have for you? ¿Dónde sucede que después de haber escrito una docena de palabras directas allí en el papel, me falte el valor para redondear el período para declarar todo el cariño que le tengo? Почему, написав на бумаге около десяти откровенных слов, мне не хватает смелости завершить этот период, чтобы заявить о своей привязанности к тебе?

Perdonate! Forgive! Ho appena finito di leggere i due volumi del De-Amicis; due stupendi volumi, pieni di osservazioni vere e profonde, ma... ma... (la colpa non è dell’autore, è tutta mia) tanto affliggenti da produrre lo sgomento. I have just finished reading the two volumes of De-Amicis; two stupendous volumes, full of true and profound observations, but ... but ... (the fault is not the author's, it's all mine) so afflicting as to produce dismay. Я только что закончил читать два тома "Де-Амикиса"; два замечательных тома, полных истинных и глубоких наблюдений... но... (вина лежит не на авторе, это все моя вина), настолько огорчительные, что приводят в ужас.

Eppure, noi siamo amici, io e voi. And yet, we are friends, me and you.

Vi è forse dell’orgoglio, da parte mia, nel dichiararlo al cospetto del pubblico? Is there any pride, on my part, to declare it before the public?

È possibile. It's possible. Ebbene, sì! Well yes! io vado orgoglioso della vostra amicizia; e voi, non ne dubito, vi compiacete della mia. I am proud of your friendship; and you, I do not doubt, are pleased with mine. Estoy orgulloso de tu amistad; y usted, no lo dudo, está satisfecho con el mío.

Ci amiamo noi per simpatia di età, di carattere, di inclinazioni, di gusti letterarî? Do we love each other out of sympathy of age, character, inclinations, literary tastes? Io sono un vecchio matto, voi un giovane serio ed assestato; io appartengo alla scapigliatura incorreggibile, voi rappresentate il modello dei cittadini, dei mariti e dei padri; io faccio della prosa per far ridere i buontemponi, fabbrico dei versi per far disperare i maestri, e voi scrivete dei romanzi squisitamente arguti, per educare gli animi a tutto che vi ha di gentile e di onesto; infine, voi recitate, sul palcoscenico della letteratura, le parti dignitose e sentimentali, io recito da caratterista e qualche volta da buffo. I am a crazy old man, you are a serious and settled young man; I belong to the incorrigible scapigliatura, you represent the model of citizens, husbands and fathers; I make prose to make jokers laugh, I make verses to make teachers despair, and you write exquisitely witty novels, to educate souls in everything that is kind and honest in you; finally, on the stage of literature, you play the dignified and sentimental parts, I play as a character actor and sometimes as a funny one.

Ed ecco, malgrado questa antitesi, io non mi prendo veruna soggezione a presentarvi e dedicarvi il più balzano, il più strampalato dè miei racconti. And here, in spite of this antithesis, I do not take any fear of introducing you and dedicating to you the most poignant, the most bizarre of my stories. Perchè dovrei aver soggezione? Voi non siete di quelli che leggono da giudici i libri degli amici; voi riderete delle mie stravaganze, e mi manderete in ricambio qualche vostra gentile e melanconica novella, che a me, vecchio matto, farà versare delle lacrime soavi.

Dopo tutto, deve esistere fra noi due qualche affinità o consanguineità latente, la quale mi farebbe sospettare che discendiamo dal medesimo ceppo.

Sta a vedere, adesso, che ci troviamo parenti!...

Eppure... eppure... Vediamo un po'!--Voi timido, io timidissimo (come rideranno certi grulloni al vedere che io mi dichiaro timidissimo! And yet ... and yet ... Let's see! - You shy, I very shy (how some grouches will laugh when they see that I declare myself very shy! ); voi amante dei fiori e dei bimbi, io coltivatore di asparagi e di patate; voi schivo dalle combriccole, restio alle pompe insignificanti, alle adunanze accademiche, ai banchetti fraterni (Dio! ); you lover of flowers and children, I grower of asparagus and potatoes; you shy from gangs, reluctant to insignificant pomp, academic meetings, fraternal banquets (God! quanto fraterni!) --io più orso che uomo socievole, più stretto al consorzio dei cani e dei gatti che a quello degli animali chiamati ragionevoli.

Ma non è qui il luogo di sviluppare il parallelo; ne parleremo fra noi a quattr’occhi, forse ne abbiam già parlato e abbiamo concluso affermativamente, senza darci la pena di profferire una parola.

Nullameno--poiché ci siamo--non voglio passarmela senza avvertire il tratto più incisivo di somiglianza che esiste fra noi.--Ed è questo: che essendoci entrambi, per elezione o per caso, applicati a cucinare e ad imbandire delle vivande per la mensa libraria, noi non abbiamo tenuto conto del _menu_ prescritto dai cuochi massimi, e abbiamo dato, ciascuno, ciò che sapeva, e poteva, e voleva dare.

Voi avete recato sulle mense delle gelatine confortanti, delle pesche col rosolio, delle ciambelle leggermente pepate; io dei salsicciotti saturi di grosso sale, delle polpette ripiene di senape e di droghe mordenti. You have brought comforting jellies, peaches with rosolio, lightly peppered donuts to the tables; I some sausages saturated with coarse salt, some meatballs stuffed with mustard and biting drugs. Il fatto rappresenta una antitesi, ma esso deriva da una identica convinzione. The fact represents an antithesis, but it derives from an identical conviction.

Da circa vent’anni noi assistiamo ad uno spettacolo curioso. Lo si vuol intitolare _evoluzione letteraria_; e questa evoluzione, se ho ben compreso, vorrebbe indurre quanti sono nel mondo letterati ed artisti a modellarsi sovra un medesimo stampo. Per essere ammessi nella chiesa cattolica governata da codesti _massimi_ centuplicati da tanti _minimi_, occorre assolutamente di farsi scimmie. To be admitted into the Catholic Church governed by these _maximums_ a hundredfold by many _minimals_, it is absolutely necessary to become monkeys. L’arte si ha da fare così e così--e mentre si pretende disfare la vecchia rettorica e schiacciare il convenzionalismo, ecco insorgere una rettorica nuova più circoscritta e più gaglioffa dell’antica, un convenzionalismo stupido e barocco, che si arroga di mettere il bavaglio al cervello e di proscrivere la originalità. Art has to be done in this way and so - and while we try to undo the old rhetoric and crush conventionalism, a new rhetoric that is more circumscribed and more goofy than the old arises, a stupid and baroque conventionalism, which arrogates to put the brain gag and to proscribe originality.

Come sarebbe divertente la letteratura, se tutti i poeti emulassero i sonori giambi del Carducci, od il molle elegantissimo erotismo dello Stecchetti! How funny literature would be if all poets emulated Carducci's sonorous iambi, or Stecchetti's soft, elegant eroticism! se tutti i romanzieri spaziassero con voi nell’ambiente sereno della famiglia e della società onesta, ovvero si tuffassero, in compagnia dello Zola, dentro i pantani della corruttela e del vizio!

Io fo tanto di cappello al Carducci, trovo gustosissimo lo Stecchetti, delizioso De-Amicis, appetitoso lo Zola, squisitamente arguto il mio ottimo Farina; ma pure io mi riterrei assalito da un primo sintomo di imbecillità il giorno in cui mi sentissi tentato a posare da Carducci, da Stecchetti, da De-Amicis, da Farina e da quant’altri hanno l’onore di piacermi.

E voi pure la pensate così, non è vero? Voi volete esser voi, niun altro che voi, sempre voi, senza la menoma pretesa di crear dei proseliti o di erigervi a caposcuola. You want to be you, none other than you, always you, without the slightest pretense of creating proselytes or setting yourself up as head of the school.

Caposcuola! Che significa?... Victor Hugo lo fu, caposcuola--e nullameno, durante il suo patriarcato, quanti poeti, quanti romanzieri dissimili da lui grandeggiarono e ottennero la ammirazione del mondo! Qual parentela di indole e di gusto letterario tra Victor Hugo e Lamartine, tra Musset e Beranger, tra Dumas e Giorgio Sand, tra Flaubert e Alfonso Karr, tra Coppée e Zola? E in mezzo a tante altezze fosforescenti, non è riuscito ad aprirsi una via e ad occupare un largo posto anche quel buono e poco ornato romanziere che si chiamò Paolo De-Kock, tanto vilipeso dagli insigni e tanto letto dalle moltitudini?...

E da noi, in epoca recentissima, qual differenza tra Manzoni, Guerrazzi, Giovanni Prati, Giuseppe Giusti, Guadagnoli, ecc., ecc.!! Dunque--per concludere--non c’è proprio bisogno di seguire un andazzo od una scuola. Meglio essere asini per alcuni pochi, che figurare da scimmie al cospetto del mondo intero.

E per oggi faccio punto. Quando verrete a trovarmi, ben altro avrò a dirvi su tale argomento, e voi mi direte il resto. Vi avverto che da due anni all’incirca i proseliti della gran scuola fanno un gran consumo di _glauco_; il _biondo_, lo _scialbo_, il _grullo_ ed il _brullo_ cominciano a scadere di moda. I warn you that for about two years the proselytes of the big school have been consuming a great deal of _glauco_; the _biondo_, the _scialbo_, the _grullo_ and the _brullo_ begin to go out of fashion. Tanto per vostra norma--perchè il giorno in cui vi accadesse in qualche vostra prosa di lasciar correre il _glauco_, io ne rimarrei grandemente allarmato. So much for your norm - because the day you happen to let go of the _glaucus_ in some of your prose, I would be greatly alarmed.

Nella mia _Contessa di Karolystria_ non c’è ombra di _glauco_, statene sicuro. Trovatemi un altro libro recente di prosa o di versi che sia immune da questo contagio!...

Vi stringo la mano cordialmente.

A. GHISLANZONI..

_Caprino Bergamasco, 12 maggio 1883._