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Opera in Giallo, ATTILA

ATTILA

BARBARO: Aggettivo e sostantivo maschile. Presso i Greci ed i Romani, indicava chiunque non fosse greco o romano, che veniva perciò considerato primitivo, inferiore ed arretrato.

Dal 4 secolo Dopo Cristo il termine viene utilizzato per indicare gli appartenenti a popolazioni non cristiane che vivevano fuori dall'impero romano.

Comunemente indica una persona ignorante, rozza, feroce, crudele.

Attila, il grande e valoroso condottiero barbaro, è morto.

L'uomo chiamato “il flagello di dio” di cui si diceva che “dove passa lui non cresce più l'erba” è stato trafitto a tradimento con un pugnale nel giorno del suo matrimonio.

Intorno a lui ci sono tre persone: un generale romano, la donna che lui aveva scelto come moglie e un giovane cavaliere. Chi sono esattamente quei tre? E soprattutto, chi ha sferrato il colpo fatale?

La storia che racconto oggi è molto diversa da quella del famoso Attila interpretato da Diego Abatantuono ma più vicina a quella film “Attila l'unno” di Dick Lowry. Oggi, però, ti narro la storia di Attila, l'opera di Giuseppe Verdi.

Siamo nel 450 d.C. e l'impero romano d'occidente sta crollando sotto le spinte degli attacchi dei barbari.

Il capo degli Unni, Attila, semina il terrore guidando orde di barbari dedite a stupri, rapine ed altre inciviltà simili [Urli, rapine, gemiti, sangue…]

Dopo un lungo assedio, Attila e i suoi riescono ad entrare in Aquileia, la cittadina che si trova nell'attuale provincia di Udine. La resistenza degli abitanti ha aizzato ulteriormente gli istinti più animaleschi dei barbari che si danno al saccheggio ed alla distruzione di tutto ciò che vedono. Le case vengono incendiate e l'acre odore del legno e della paglia mista calce ormai in cenere invade ogni luogo.

È in questa situazione che Attila rimane affascinato da una giovane donna che gli viene portata dai suoi come dono. È Odabella, la figlia del signore di quella città, morto mentre tentava di salvare gli abitanti dall'invasione. Essa si dimostra una vera guerriera dichiarando che le donne italiane non sono come quelle barbare che stanno nell'accampamento ad aspettare gli uomini di ritorno dalla guerra ma sono sempre in prima linea pronte a combattere: [Ma noi, donne italiche…pugnar]

Di fronte ad una donna così valorosa, Attila rimane tanto affascinato che non solo decide di salvarle la vita ma, addirittura, vuole che diventi sua moglie!

In realtà, lei, odia quell'uomo. E' stato lui ad ucciderle il padre, ad ammazzare molti dei suoi amici e concittadini e a dividerla dall'uomo che ama … ma sceglie di fare buon viso a cattivo gioco aspettando un'occasione propizia per vendicarsi.

Ho appena detto “l'uomo che ama”… Eh sì… Prima dell'invasione unna, Odabella era sposata con un uomo di nome Foresto: un giovane ed aitante cavaliere di Aquileia che ora sta guidando i profughi della città in cerca di un luogo sicuro. Ed è proprio arrivando in riva al mare che nota alcune isole poco distanti. Su una di esse ci sono anche una grande crocefisso ed un altare: dei simboli cristiani che danno speranza. E così pensa che quello sia il luogo giusto per fermarsi e fondare una nuova città. E' su quelle isole poco distanti dalla riva situate in un'ampia laguna dal profumo salmastro che i profughi di Aquileia fondano Venezia [Qui, qui sostiamo!...mar].

Penso sia superfluo sottolineare il sentimento di quest'uomo nei confronti di Attila. Il barbaro gli ha distrutto la sua città e lo ha separato dalla moglie. Il suo pensiero, dopo aver salvato il suo popolo, è rivolto alla vendetta e al riscatto della sua amata patria occupata [Cara patria, già madre e reina / di possenti magnanimi figli, / or macerie, deserto, ruina, / su cui regna silenzio e squallor; ma dall'alghe di questi marosi, qual risorta fenice novella, rivivrai più superba, più bella della terra dell'onde stupor!]

Ma abbiamo detto che al fianco del corpo di Attila morto ci sono tre persone: due le abbiamo conosciute. Manca la terza: il generale dell'esercito romano…

Questi si chiama Ezio. Il suo esercito si è fronteggiato già altre volte contro quello di Attila e tra i due è sorta non dico un'amicizia … ma certo un grande rispetto. E' Attila stesso a definirlo “altissimo guerriero, degno nemico” […].

Ezio, però, più che un vero generale come Jon Snow del Trono di Spade, onesto, fiero ma sempre pronto per la guerra, sembra più il protagonista di House of Cards incline a manipolare gli altri, e dove gli interessi personali vengono prima di quelli dell'impero.

Egli è in rotta con l'imperatore Valentiniano. La lettera che quest'ultimo gli fa recapitare con l'ordine di siglare una tregua con Attila viene stracciata [Tregua è con gli unni…paventa…]. Intimamente Ezio vorrebbe essere il nuovo Giulio Cesare e sogna di far tornare Roma ai fasti di un tempo.

E' per realizzare questo suo progetto che propone ad Attila una sorta di pace dove entrambi ne trarrebbero grandi benefici. Questa prevede di dividersi i territori dell'impero ed Ezio dice: “Avrai tu l'universo (ossia l'Europa) purché resti l'Italia a me” [Avrai tu l'universo…a me]. Un patto segreto per dividersi i territori proteggendosi poi l'un l'altro! Si potrebbe dire un antesignano del patto Molotov-Ribbentrop sulla Polonia dell'agosto del ‘39…

Ma Attila non è quel genere di uomo e di condottiero che apprezza simili giochetti. Lui ammira il valore, il coraggio e disprezza i mezzucci della politica e per questo rifiuta la proposta di Ezio e lo umilia dicendo [Dove l'eroe più valido…impuro].

Ezio vede i suoi sogni di gloria cadere. Odia l'imperatore, ma odia ancora di più Attila che poteva dargli la possibilità di realizzare il suo sogno ma, invece, si è rifiutato trattandolo come un codardo. E quindi entra anche lui nel “club degli haters di Attila” che meditano vendetta!

Ora che abbiamo inquadrato meglio il contesto, torniamo per un attimo alla morte di Attila e alle persone che sono con lui. Mi sembra chiaro che tutte e tre abbiano dei buoni motivi per odiarlo! Ad Odabella ha ucciso il padre e vuole pure diventi sua moglie (con ciò che ne consegue), Foresto è stato esiliato e diviso dalla sua donna, Ezio è stato umiliato e la sua vita come generale è rovinata!

Ma la domanda ritorna: chi è stato a sferrare la pugnalata mortale? Lo scopriremo tra poco…

Intanto torniamo nell'accampamento di Attila. È un periodo molto positivo per lui sul campo di battaglia, ma in realtà è un uomo intimamente molto tormentato… I segni per così dire “soprannaturali” che gli indicano di non continuare con i saccheggi e le conquiste sono molti.

Per esempio una notte fa un sogno angosciante. Sogna un vecchio che lo prende per i capelli e gli dice [Di flagellar … numi il suol] E' uno di quei sogni che sembrano così reali da lasciare atterrito chiunque, anche il più valoroso tra i condottieri.

Ma al risveglio la vita torna normale ed Attila ritrova la sua verve. Vuole subito dirigersi verso Roma…fino a quando quel sogno diventa un'incredibile realtà: quasi improvvisamente si materializza davanti a lui il Papa Leone Primo che, con le stesse identiche parole del sogno gli intima di non procedere oltre: “l'Italia è un territorio cristiano – dice - e tu non puoi entrarci!”. E come nel affresco dipinto da Raffaello intitolato “Incontro di Leone Magno con Attila”, il barbaro rimane stregato carisma e dalla determinazione del Papa e dice che lui, per valoroso e forte, rimane un uomo, e che davanti a Dio lui può solo inchinarsi. [Spirti fermate] 1.14.00

Se l'idea di mettere a ferro e fuoco l'intera penisola italiana per dirigersi su Roma viene messa da parte, ad Attila non viene meno, però, il desiderio di sposare la guerriera Odabella che tanto gli piace.

Il matrimonio diventa simbolo della resa di Aquileia e della pace con i romani. Ezio è un invitato ufficiale. Foresto, rientrato da Venezia per incontrarsi di nascosto con Odabella, partecipa alla festa fingendosi un normale viandante.

Il banchetto è fastoso: i fuochi sono accesi. Su di essi vengono cucinate carni di ogni tipo ed il profumo tipico invade l'accampamento. I barili di birra sono decine e vi è già qualche ubriaco in giro.

Attila è in mezzo alla sua gente ed indossa una splendida pelliccia. Odabella è vestita da amazzone ed entrambi hanno sul capo una rozza corona.

Quale migliore occasione per uccidere Attila se non durante il banchetto preparato per le nozze? E' certamente questo il pensiero dei tre congiurati che decidono di mettere un veleno nel calice di Attila per poi poterlo guardare e schernire mentre si porta le mani alla gola non riuscendo più a respirare, con la bocca spalancata in un urlo senza suono, gli occhi sbarrati e poi… sbam, vederlo cadere a terra e rantolare…

E proprio mentre Attila alza il calice per brindare al dio Wotano che accade però una cosa inaspettata: [Libo a te, gran Wodano, che invoco! / Re ti ferma.. Veleno…]1.39.00

È Odabella ad intervenire tradendo così il marito Foresto, Ezio e tutta la sua gente. Non sappiamo perché lo abbia fatto, ma Attila la premia subito facendola diventare la moglie prediletta affermando che da quel momento sarà salutata da tutti come “Sposa del re” [tu doman salutata … sposa del re]1.40.18

Certo che l'atteggiamento di Odabella lascia un po' interdetti… Non desiderava anche lei la morte di Attila? Non covava come gli altri due il desiderio di vendetta? Oppure l'idea di diventare la regina degli unni e la moglie di un vero macho come Attila l'ha conquistata?

Abbiamo già detto che Odabella sarà presente alla morte del condottiero…ma in che veste?

Beh, andiamo subito in quel momento e cerchiamo di capire come si sono svolti i fatti.

È la sera del matrimonio tra Attila ed Odabella. La notte avvolge l'accampamento dove gli unni sono ormai assopiti per via del tanto mangiare e della troppa birra. I fuochi sono quasi spenti.

Poco distanti vi sono Foresto ed Ezio: stanno per attivare il piano B che avevano preparato se l'avvelenamento non fosse andato a buon fine. Stanno solo attendendo il momento giusto per dare il segnale ad una coorte romana che attende in cima ad una collina e che di lì a poco invaderà l'accampamento. Arriva Odabella che indossa ancora il vestito da amazzone.

Immediatamente dopo i tre sono raggiunti da Attila che sta cercando la sua nuova moglie. Vedendo i tre assieme capisce che stanno tramando qualcosa.

Ed è da grande valoroso qual è che li affronta uno per uno dicendo ciò che pensa di loro [Tu, rea donna,… contro me] 1.58.18 .

I tre rispondono al barbaro ma, alla fine, è proprio Odabella che, improvvisamente, sferra una pugnalata nel fianco di Attila urlando “Padre, lo uccido per te” [Ah padre… Odabella]2.20.20 .

Eh proprio così: per Odabella la morte di Attila per avvelenamento non era abbastanza. Voleva essere proprio lei ad ammazzarlo con le sue mani per vendicare totalmente suo padre e la sua gente.

Ora che hai scoperto chi ha ucciso il grande e valoroso condottiero barbaro ti saluto e ti aspetto a Teatro per vivere in prima persona la vicenda di Attila di Giuseppe Verdi.


ATTILA ATTILA ATTILA ATTILA ATTILA

__BARBARO: Aggettivo e sostantivo maschile. Presso i Greci ed i Romani, indicava chiunque non fosse greco o romano, che veniva perciò considerato primitivo, inferiore ed arretrato.__

__Dal 4 secolo Dopo Cristo il termine viene utilizzato per indicare gli appartenenti a popolazioni non cristiane che vivevano fuori dall'impero romano.__

__Comunemente indica una persona ignorante, rozza, feroce, crudele.__

Attila, il grande e valoroso condottiero barbaro, è morto.

L'uomo chiamato “__il flagello di dio__” di cui si diceva che “__dove passa lui non cresce più l'erba__” è stato trafitto a tradimento con un pugnale nel giorno del suo matrimonio.

Intorno a lui ci sono tre persone: un generale romano, la donna che lui aveva scelto come moglie e un giovane cavaliere. Chi sono esattamente quei tre? E soprattutto, chi ha sferrato il colpo fatale?

La storia che racconto oggi è molto diversa da quella del famoso Attila interpretato da Diego Abatantuono ma più vicina a quella film “Attila l'unno” di Dick Lowry. Oggi, però, ti narro la storia di Attila, l'opera di Giuseppe Verdi.

Siamo nel 450 d.C. e l'impero romano d'occidente sta crollando sotto le spinte degli attacchi dei barbari.

Il capo degli Unni, Attila, semina il terrore guidando orde di barbari dedite a stupri, rapine ed altre inciviltà simili [Urli, rapine, gemiti, sangue…]

Dopo un lungo assedio, Attila e i suoi riescono ad entrare in Aquileia, la cittadina che si trova nell'attuale provincia di Udine. La resistenza degli abitanti ha aizzato ulteriormente gli istinti più animaleschi dei barbari che si danno al saccheggio ed alla distruzione di tutto ciò che vedono. Le case vengono incendiate e l'acre odore del legno e della paglia mista calce ormai in cenere invade ogni luogo.

È in questa situazione che Attila rimane affascinato da una giovane donna che gli viene portata dai suoi come dono. È Odabella, la figlia del signore di quella città, morto mentre tentava di salvare gli abitanti dall'invasione. Essa si dimostra una vera guerriera dichiarando che le donne italiane non sono come quelle barbare che stanno nell'accampamento ad aspettare gli uomini di ritorno dalla guerra ma sono sempre in prima linea pronte a combattere: [Ma noi, donne italiche…pugnar] Ella demuestra ser una verdadera guerrera al declarar que las mujeres italianas no son como esas bárbaras que están en el campamento esperando a que los hombres regresen de la guerra, sino que siempre están en primera línea listas para luchar: [Pero nosotras, las mujeres italianas…pugnar ]

Di fronte ad una donna così valorosa, Attila rimane tanto affascinato che non solo decide di salvarle la vita ma, addirittura, vuole che diventi sua moglie!

In realtà, lei, odia quell'uomo. E' stato lui ad ucciderle il padre, ad ammazzare molti dei suoi amici e concittadini e a dividerla dall'uomo che ama … ma sceglie di fare buon viso a cattivo gioco aspettando un'occasione propizia per vendicarsi.

Ho appena detto “__l'uomo che ama__”… Eh sì… Prima dell'invasione unna, Odabella era sposata con un uomo di nome Foresto: un giovane ed aitante cavaliere di Aquileia che ora sta guidando i profughi della città in cerca di un luogo sicuro. Ed è proprio arrivando in riva al mare che nota alcune isole poco distanti. Su una di esse ci sono anche una grande crocefisso ed un altare: dei simboli cristiani che danno speranza. E così pensa che quello sia il luogo giusto per fermarsi e fondare una nuova città. E' su quelle isole poco distanti dalla riva situate in un'ampia laguna dal profumo salmastro che i profughi di Aquileia fondano Venezia [Qui, qui sostiamo!...mar].

Penso sia superfluo sottolineare il sentimento di quest'uomo nei confronti di Attila. Il barbaro gli ha distrutto la sua città e lo ha separato dalla moglie. Il suo pensiero, dopo aver salvato il suo popolo, è rivolto alla vendetta e al riscatto della sua amata patria occupata [Cara patria, già madre e reina / di possenti magnanimi figli, / or macerie, deserto, ruina, / su cui regna silenzio e squallor; ma dall'alghe di questi marosi, qual risorta fenice novella, rivivrai più superba, più bella della terra dell'onde stupor!]

Ma abbiamo detto che al fianco del corpo di Attila morto ci sono tre persone: due le abbiamo conosciute. Manca la terza: il generale dell'esercito romano…

Questi si chiama Ezio. Il suo esercito si è fronteggiato già altre volte contro quello di Attila e tra i due è sorta non dico un'amicizia … ma certo un grande rispetto. E' Attila stesso a definirlo __“altissimo guerriero, degno nemico__” […].

Ezio, però, più che un vero generale come Jon Snow del Trono di Spade, onesto, fiero ma sempre pronto per la guerra, sembra più il protagonista di House of Cards incline a manipolare gli altri, e dove gli interessi personali vengono prima di quelli dell'impero.

Egli è in rotta con l'imperatore Valentiniano. La lettera che quest'ultimo gli fa recapitare con l'ordine di siglare una tregua con Attila viene stracciata [Tregua è con gli unni…paventa…]. Intimamente Ezio vorrebbe essere il nuovo Giulio Cesare e sogna di far tornare Roma ai fasti di un tempo.

E' per realizzare questo suo progetto che propone ad Attila una sorta di pace dove entrambi ne trarrebbero grandi benefici. Questa prevede di dividersi i territori dell'impero ed Ezio dice: “__Avrai tu l'universo__ (ossia l'Europa) purché __resti l'Italia a me__” [Avrai tu l'universo…a me]. Un patto segreto per dividersi i territori proteggendosi poi l'un l'altro! Si potrebbe dire un antesignano del patto Molotov-Ribbentrop sulla Polonia dell'agosto del ‘39…

Ma Attila non è quel genere di uomo e di condottiero che apprezza simili giochetti. Lui ammira il valore, il coraggio e disprezza i mezzucci della politica e per questo rifiuta la proposta di Ezio e lo umilia dicendo [Dove l'eroe più valido…impuro]. Admira el valor, la valentía y desprecia los trucos de la política y por ello rechaza la propuesta de Ezio y lo humilla diciendo [Donde el héroe más válido... impuro].

Ezio vede i suoi sogni di gloria cadere. Odia l'imperatore, ma odia ancora di più Attila che poteva dargli la possibilità di realizzare il suo sogno ma, invece, si è rifiutato trattandolo come un codardo. E quindi entra anche lui nel “club degli haters di Attila” che meditano vendetta!

Ora che abbiamo inquadrato meglio il contesto, torniamo per un attimo alla morte di Attila e alle persone che sono con lui. Mi sembra chiaro che tutte e tre abbiano dei buoni motivi per odiarlo! Ad Odabella ha ucciso il padre e vuole pure diventi sua moglie (con ciò che ne consegue), Foresto è stato esiliato e diviso dalla sua donna, Ezio è stato umiliato e la sua vita come generale è rovinata!

Ma la domanda ritorna: chi è stato a sferrare la pugnalata mortale? Lo scopriremo tra poco…

Intanto torniamo nell'accampamento di Attila. È un periodo molto positivo per lui sul campo di battaglia, ma in realtà è un uomo intimamente molto tormentato… I segni per così dire “soprannaturali” che gli indicano di non continuare con i saccheggi e le conquiste sono molti.

Per esempio una notte fa un sogno angosciante. Sogna un vecchio che lo prende per i capelli e gli dice [Di flagellar … numi il suol] E' uno di quei sogni che sembrano così reali da lasciare atterrito chiunque, anche il più valoroso tra i condottieri.

Ma al risveglio la vita torna normale ed Attila ritrova la sua verve. Vuole subito dirigersi verso Roma…fino a quando quel sogno diventa un'incredibile realtà: quasi improvvisamente si materializza davanti a lui il Papa Leone Primo che, con le stesse identiche parole del sogno gli intima di non procedere oltre: “l'Italia è un territorio cristiano – dice - e tu non puoi entrarci!”. E come nel affresco dipinto da Raffaello intitolato “Incontro di Leone Magno con Attila”, il barbaro rimane stregato carisma e dalla determinazione del Papa e dice che lui, per valoroso e forte, rimane un uomo, e che davanti a Dio lui può solo inchinarsi. [Spirti fermate] 1.14.00

Se l'idea di mettere a ferro e fuoco l'intera penisola italiana per dirigersi su Roma viene messa da parte, ad Attila non viene meno, però, il desiderio di sposare la guerriera Odabella che tanto gli piace.

Il matrimonio diventa simbolo della resa di Aquileia e della pace con i romani. Ezio è un invitato ufficiale. Foresto, rientrato da Venezia per incontrarsi di nascosto con Odabella, partecipa alla festa fingendosi un normale viandante.

Il banchetto è fastoso: i fuochi sono accesi. Su di essi vengono cucinate carni di ogni tipo ed il profumo tipico invade l'accampamento. I barili di birra sono decine e vi è già qualche ubriaco in giro.

Attila è in mezzo alla sua gente ed indossa una splendida pelliccia. Odabella è vestita da amazzone ed entrambi hanno sul capo una rozza corona.

Quale migliore occasione per uccidere Attila se non durante il banchetto preparato per le nozze? E' certamente questo il pensiero dei tre congiurati che decidono di mettere un veleno nel calice di Attila per poi poterlo guardare e schernire mentre si porta le mani alla gola non riuscendo più a respirare, con la bocca spalancata in un urlo senza suono, gli occhi sbarrati e poi… sbam, vederlo cadere a terra e rantolare…

E proprio mentre Attila alza il calice per brindare al dio Wotano che accade però una cosa inaspettata: [Libo a te, gran Wodano, che invoco! / Re ti ferma.. Veleno…]1.39.00

È Odabella ad intervenire tradendo così il marito Foresto, Ezio e tutta la sua gente. Non sappiamo perché lo abbia fatto, ma Attila la premia subito facendola diventare la moglie prediletta affermando che da quel momento sarà salutata da tutti come “Sposa del re” [tu doman salutata … sposa del re]1.40.18

Certo che l'atteggiamento di Odabella lascia un po' interdetti… Non desiderava anche lei la morte di Attila? Non covava come gli altri due il desiderio di vendetta? Oppure l'idea di diventare la regina degli unni e la moglie di un vero macho come Attila l'ha conquistata?

Abbiamo già detto che Odabella sarà presente alla morte del condottiero…ma in che veste?

Beh, andiamo subito in quel momento e cerchiamo di capire come si sono svolti i fatti.

È la sera del matrimonio tra Attila ed Odabella. La notte avvolge l'accampamento dove gli unni sono ormai assopiti per via del tanto mangiare e della troppa birra. I fuochi sono quasi spenti.

Poco distanti vi sono Foresto ed Ezio: stanno per attivare il piano B che avevano preparato se l'avvelenamento non fosse andato a buon fine. Stanno solo attendendo il momento giusto per dare il segnale ad una coorte romana che attende in cima ad una collina e che di lì a poco invaderà l'accampamento. Arriva Odabella che indossa ancora il vestito da amazzone.

Immediatamente dopo i tre sono raggiunti da Attila che sta cercando la sua nuova moglie. Vedendo i tre assieme capisce che stanno tramando qualcosa.

Ed è da grande valoroso qual è che li affronta uno per uno dicendo ciò che pensa di loro [Tu, rea donna,… contro me] 1.58.18 .

I tre rispondono al barbaro ma, alla fine, è proprio Odabella che, improvvisamente, sferra una pugnalata nel fianco di Attila urlando “Padre, lo uccido per te” [Ah padre… Odabella]2.20.20 .

Eh proprio così: per Odabella la morte di Attila per avvelenamento non era abbastanza. Voleva essere proprio lei ad ammazzarlo con le sue mani per vendicare totalmente suo padre e la sua gente.

Ora che hai scoperto chi ha ucciso il grande e valoroso condottiero barbaro ti saluto e ti aspetto a Teatro per vivere in prima persona la vicenda di Attila di Giuseppe Verdi.