×

Utilizziamo i cookies per contribuire a migliorare LingQ. Visitando il sito, acconsenti alla nostra politica dei cookie.


image

Podcast Italiano - Intermedio (Intermediate), #32 - La mia vita da musicista (2)

#32 - La mia vita da musicista (2)

Ebbene questo gruppo di cui vi dicevo, che in realtà è un gruppo degli anni 90 e 2000 – che è ancora in attività, appunto si chiamano Dream Theater – fa un genere che unisce metal e progressive rock, che è una strana fusione. Vi faccio un esempio di un loro pezzo per farvi capire più o meno di che cosa si tratta.

[Dream Theater – Breaking All Illusions]

[17:32]

Ebbene ascoltare questo gruppo ha molto cambiato la mia vita per due motivi, e un motivo è che io a 12 anni iniziai ad andare su internet, andare sui forum per leggere cosa dicevano in fan sul gruppo, per vedere le discussioni che facevano, tutte queste cose che io trovavo molto interessanti. E queste discussioni avvenivano naturalmente in inglese, era tutto in inglese e era un inglese che io capivo con molta difficoltà, a fatica, capiva fatica perché il mio inglese in inglese delle scuole medie, quindi non era affatto facile per me capire. Ma per me era molto interessante e questo mi ha permesso di espormi, non so, di avere un input in lingua inglese davvero molto molto grande. Sì, questo è il mio primo modo, in cui mi ha cambiato la vita, diciamo, ascoltare questo gruppo. A livello linguistico.

Seconda influenza è che questo gruppo aveva – e ha ancora – un tastierista. Cioè, un tastierista… forse sapete cos'è una tastiera, una tastiera è [suoni di tasti]. Questa è una tastiera, una tastiera per computer. Una tastiera come strumento musicale è uno strumento che sembra un po' un pianoforte, di fatto la tastiera sono i tasti bianco e neri o bianchi e neri. Bianconeri bianchi e neri. Ok, potete dire in entrambi i modi. Il pianoforte ha una tastiera.

Però ci sono tanti strumenti che hanno una tastiera, l'organo di chiesa ha una tastiera. L'organo elettrico, l'organo Hammond, Hammond Organ ha una tastiera. Ci sono tanti strumenti, la fisarmonica ha una tastiera. La tastiera può essere anche elettronica, che è lo strumento di cui stiamo parlando in questo caso. Ebbene questo gruppo aveva, ha, un tastierista davvero molto bravo, molto virtuoso, non avevo mai visto una cosa del genere. Questo tastierista si chiama Joan rudens e potete cercare su YouTube, magari vi metto uno spezzone, un piccolo spezzone di come suona. È davvero un tastierista ottimo, un pianista anche, davvero, fenomenale virtuosissimo, con una tecnica incredibile.

[Assolo Jordan Rudess]

[20:45]

E la cosa che mi affascinava è che con questo strumento puoi fare davvero qualsiasi cosa, puoi fare qualsiasi suono, puoi farel'orchestra, puoi fare il piano, puoi fare un sintetizzatore, puoi fare, non so, un violino puoi fare un… non lo so, delle campane, puoi fare, puoi essere tutto. puoi fare, emulare qualsiasi suono. E questa cosa mi aveva davvero colpito e poi vedere come suonava lui mi aveva a maggior ragione, cioè ancora di più, mi aveva colpito moltissimo.

A differenza di tanti ragazzini che magari ascoltano rock vogliono fare i chitarristi o i cantanti o i batteristi io ero un po' un'eccezione perché volevo fare il tastierista e ci sono pochi tastieristi in circolazione, devo dire la verità, perché ci sono c'è un'inflazione di chitarristi, ci sono tantissimi chitarristi, tantissimi cantanti, ma tastieristi ce ne sono pochissimi, non se ne vede nemmeno l'ombra, che significa che siamo pochissimi.

[21:51]

E allora come si fa a diventare tastierista? C'è una scuola di tastieristi? C'è un corso? Ci sono degli insegnanti? Non sapevo come diventare tastierista e allora quello che abbiamo fatto – e avevo 12 anni 13 anni, quindi con i miei genitori – siamo andati a una scuola di musica, un istituto musicale qui vicino e abbiamo scoperto che facevano corsi di tastiera. Quindi si poteva almeno teoricamente imparare la tastiera, e io ho detto: “Mmm, ma perché no? Mi piace molto questo strumento, magari posso imparare a suonare in questa maniera, come Jordan rudess. Sarebbe interessante, sarebbe molto divertente”. In realtà poi devo dire che io mi sono iscritto a questa scuola di musica, ho iniziato a frequentare i corsi di musica, ma il professore in realtà non ne sapeva così tanto di tastiere, non era un esperto di tastiere, era un pianista eccezionale, davvero un pianista fantastico. E quello che ha fatto è… lui mi ha promesso di insegnarmi a suonare la tastiera, in un certo senso mi ha un po' ingannato, perché io non ho mai imparato a suonare la tastiera, perché di fatto fin da subito ho iniziato imparare pianoforte, pianoforte classico, quindi a imparare, non so i sonetti, gli studi… con il passare degli anni [ho iniziato] a suonare Bach… (“bac”, diciamo noi), Mozart o, non lo so… piano classico, quindi musica classica. E non era davvero il mio interesse iniziale, poi devo dire che con il tempo mi ha iniziato a piacere molto anche questo genere musicale, che sicuramente è un genere musicale vastissimo. Però io non sono mai stato un fan totale della musica classica, cioè a me è sempre piaciuto il rock e il metal e il progressive rock e il progressive metal, ed è ciò che ascolto ancora oggi con piacere. Poi devo dire che adesso ascolto cose diverse, mi piace ascoltare generi diversi e devo dire che anche grazie al fatto che ho iniziato a ascoltare questo gruppo, i Dream Theater, che di per sé hanno tante influenze musicali, che ha aperto molto la mia… i miei orizzonti e i miei gusti musicali e ho iniziato ad ascoltare tanti generi diversi. Penso che senza di loro magari ascolterai musica pop, e non c'è nulla di male nell'ascoltare musica pop, se vi piace il pop ascoltate il pop, a me non piace il pop, quasi per nulla, il pop contemporaneo non mi attira per nulla, non fa per me, lo trovo l'altro generalmente abbastanza banale, con qualche eccezione, ma musicalmente non interessante. Ed è una cosa di cui mi lamento sempre e Erika lo sa molto bene, mi lamento molto della banalità della musica pop, a maggior ragione la musica pop italiana, ma anche quella internazionale musicalmente è molto molto ripetitiva. E quindi non l'ascolto di fatto, ed è anche per questo che quando mi chiedono di consigliare musica pop [italiana] io sono sempre un po', diciamo, in difficoltà perché non so mai… non ascolto musica pop, di fatto, quindi non so mai che cosa consigliare.

[25:04]

Quindi ho iniziato a imparare il pianoforte classico, ho fatto anche alcune esibizioni, che noi chiamiamo i “saggi”. Un saggio è… sapete la parola “assaggiare”? Beh, saggio è simile perché “saggiare”, o “un saggio” significa una sorta di prova, un saggio delle abilità di una persona. Quando uno fa una scuola di musica, ma anche una scuola di danza o di altre discipline artistiche a fine anno di solito c'è un saggio, ovvero un'esibizione di tutti gli allievi che di fronte ai genitori di tutti gli allievi devono suonare questo saggio. Era sempre un momento molto… diciamo, per me di nervosismo e di ansia, perché sì, io ho sempre avuto paura di esibirmi e anche di parlare in pubblico e non mi è mai piaciuto farlo molto, devo dire. Però sì, l'ho fatto per diversi anni. Parallelamente ai miei studi di pianoforte classico però io ho indipendentemente – dato che il mio professore, il mio maestro non mi aiutava – sviluppato il mio lato di tastierista, che in fin dei conti era quello che volevo fare fin dall'inizio. Quindi ho iniziato a imparare da solo cercando su internet, guardando video su YouTube, tutorial, lezioni, [su] come si diventa tastieristi- come si sviluppano, come si creano questi suoni. C'è tutto un mondo che ruota attorno alle tastiere, un mondo molto interessante di creazione di suoni, diciamo, ci sono tanti aspetti molto interessanti e purtroppo i tastieristi sono sempre… hanno sempre un ruolo abbastanza minore, almeno nella musica pop, hanno sempre un ruolo abbastanza minore. Ma in realtà le tastiere sono uno strumento che ha potenzialità infinite, perché come ho detto la tastiera può fare qualsiasi suono. In realtà al giorno d'oggi sempre più spesso… non sono nemmeno le tastiere che creano i suoni, ma sono i computer alle quali le tastiere sono collegate. Quindi praticamente tu suoni delle note sulla tastiera ma il segnale va praticamente a un computer con un software. È il software che di fatto crea i suoni e questo si fa perché… beh, i computer sono più potenti, abbiamo computer come i Mac, MacBook Pro che sono molto utilizzati perché sono più potenti di quanto possa essere una tastiera e per questo motivo, se fate attenzione, potrete vedere che molti musicisti, molti tastieristi usano proprio i computer per suonare dal vivo.i I computer sono ovunque nel nostro mondo, anche nei concerti dal vivo. Quindi ho sviluppato quel lato lì, il lato del tastierista e ho anche fatto parte di alcuni gruppi musicali di vario genere, adesso non so quanti esattamente, penso quattro… tre o quattro gruppi musicali e ho fatto alcuni concerti. Devo dire, non ho fatto parte di tantissimi gruppi, non ho mai suonato molto, forse anche un po' per la mia personalità un po' introversa e non ho neanche fatto così tanti concerti penso, non so esattamente, forse 10 o 15 nella mia vita in totale, non lo so. Però devo dire che è molto bello fare concerti, è una cosa che un po' mi manca, perché era davvero divertente. Fare concerti è sicuramente meglio, almeno per me, di fare esibizioni da solo, da solista, come nei saggi di cui vi parlavo prima, perché quando sei in gruppo la pressione si scarica su tutti, si divide tra tutti e in questo modo sì, è un po' un po' più facile, ci si sente meno sotto pressione, individualmente parlando, e ci si diverte molto poi perché c'è anche questa questa “chemistry”, questa come dire… non so neanche come dire in italiano, ci si diverte molto in gruppo per il fatto che, appunto si è in gruppo e si sta facendo qualcosa di molto adrenalinico, ed è una cosa molto molto divertente che un po' mi manca, come ho detto.

[29:19]

In ogni caso sì, ho fatto un po' di concerti, ci sono anche dei video. Un'esperienza interessante che ho fatto una volta, e questo non è un concerto con un gruppo, ma da solo in realtà. Una volta ho suonato in un contest per artisti, diciamo, emergenti, un contest che esiste, diciamo, dalle mie parti, non lontano dalla mia città, nella cui giuria -“giuria” è praticamente come “jury” in inglese, le persone che giudicano gli artisti e che decidono chi premiare alla fine della serata. I vincitori riceveranno un premio, credo dei soldi, proprio. Iin questa giuria c'era Mogol. Se non sapete chi è Mogol, è un cantautore italiano, uno che ha scritto molte canzoni famose di cantanti famosi degli anni 70-80 italiani, che ormai è una persona anziana, e lui faceva parte della giuria e giudicava le esibizioni degli artisti. Io praticamente avevo fatto domanda di partecipazione a questo concorso con un pezzo strumentale di sole tastiere, potete immaginare che era una cosa abbastanza particolare, fuori dal comune, tra l'altro potete ancora ascoltare la mia musica su SoundCloud vi mando un link, vi lascio un link magari nella descrizione, se vi interessa. E questo pezzo si chiamava “Lithe Fluctuation”, un nome molto strano come è normale che sia per un pezzo progressive, il genere che come vi ho detto, piace a me. Ed è un pezzo di 10 minuti, quindi potete capire che 10 minuti è uno sproposito, uno sproposito significa che assolutamente troppo per un contest del genere, dove le persone che facevano pezzi di 3 minuti 4 minuti. E quindi l'organizzatore mi ha detto: “Ok, ho ascoltato il tuo pezzo che mi hai mandato, è davvero interessante, è davvero particolare, ci interessa molto, hai molto talento puoi partecipare ma devi accorciare questo pezzo, perché non puoi suonare per 10 minuti se le altre persone persone suonano 4 minuti”. E quindi quello che ho fatto, effettivamente è stato accorciare questo pezzo da 10 minuti a 4 minuti e suonarlo davanti a centinaia di persone, ma purtroppo non di fronte al maestro Mogol perché era malato, o forse aveva avuto un imprevisto –Un “imprevisto” significa un un problema imprevisto, che non si può prevedere – e non poteva essere lì, quindi non c'era Mogol. Non ho vinto, non ho vinto chiaramente, forse quello che ho fatto un po' troppo strano, però è stata un'esperienza interessante suonare di fronte a così tante persone e sicuramente avevo un po' di paura, posso dirvi questo.


#32 - La mia vita da musicista (2) #32 - Mein Leben als Musiker (2) #32 - My life as a musician (2) #32 - Mi vida como músico (2) #32 - 私のミュージシャン人生 (2)

Ebbene questo gruppo di cui vi dicevo, che in realtà è un gruppo degli anni 90 e 2000 – che è ancora in attività, appunto si chiamano Dream Theater – fa un genere che unisce metal e progressive rock, che è una strana fusione. Vi faccio un esempio di un loro pezzo per farvi capire più o meno di che cosa si tratta.

[Dream Theater – Breaking All Illusions]

[17:32]

Ebbene ascoltare questo gruppo ha molto cambiato la mia vita per due motivi, e un motivo è che io a 12 anni iniziai ad andare su internet, andare sui forum per leggere cosa dicevano in fan sul gruppo, per vedere le discussioni che facevano, tutte queste cose che io trovavo molto interessanti. E queste discussioni avvenivano naturalmente in inglese, era tutto in inglese e era un inglese che io capivo con molta difficoltà, a fatica, capiva fatica perché il mio inglese in inglese delle scuole medie, quindi non era affatto facile per me capire. Ma per me era molto interessante e questo mi ha permesso di espormi, non so, di avere un input in lingua inglese davvero molto molto grande. Sì, questo è il mio primo modo, in cui mi ha cambiato la vita, diciamo, ascoltare questo gruppo. A livello linguistico.

Seconda influenza è che questo gruppo aveva – e ha ancora – un tastierista. Cioè, un tastierista… forse sapete cos'è una tastiera, una tastiera è [suoni di tasti]. Questa è una tastiera, una tastiera per computer. Una tastiera come strumento musicale è uno strumento che sembra un po' un pianoforte, di fatto la tastiera sono i tasti bianco e neri o bianchi e neri. Bianconeri bianchi e neri. Ok, potete dire in entrambi i modi. Il pianoforte ha una tastiera.

Però ci sono tanti strumenti che hanno una tastiera, l'organo di chiesa ha una tastiera. L'organo elettrico, l'organo Hammond, Hammond Organ ha una tastiera. Ci sono tanti strumenti, la fisarmonica ha una tastiera. La tastiera può essere anche elettronica, che è lo strumento di cui stiamo parlando in questo caso. Ebbene questo gruppo aveva, ha, un tastierista davvero molto bravo, molto virtuoso, non avevo mai visto una cosa del genere. Questo tastierista si chiama Joan rudens e potete cercare su YouTube, magari vi metto uno spezzone, un piccolo spezzone di come suona. È davvero un tastierista ottimo, un pianista anche, davvero, fenomenale virtuosissimo, con una tecnica incredibile.

[Assolo Jordan Rudess]

[20:45]

E la cosa che mi affascinava è che con questo strumento puoi fare davvero qualsiasi cosa, puoi fare qualsiasi suono, puoi farel'orchestra, puoi fare il piano, puoi fare un sintetizzatore, puoi fare, non so, un violino puoi fare un… non lo so, delle campane, puoi fare, puoi essere tutto. puoi fare, emulare qualsiasi suono. E questa cosa mi aveva davvero colpito e poi vedere come suonava lui mi aveva a maggior ragione, cioè ancora di più, mi aveva colpito moltissimo.

A differenza di tanti ragazzini che magari ascoltano rock vogliono fare i chitarristi o i cantanti o i batteristi io ero un po' un'eccezione perché volevo fare il tastierista e ci sono pochi tastieristi in circolazione, devo dire la verità, perché ci sono c'è un'inflazione di chitarristi, ci sono tantissimi chitarristi, tantissimi cantanti, ma tastieristi ce ne sono pochissimi, non se ne vede nemmeno l'ombra, che significa che siamo pochissimi.

[21:51]

E allora come si fa a diventare tastierista? C'è una scuola di tastieristi? C'è un corso? Ci sono degli insegnanti? Non sapevo come diventare tastierista e allora quello che abbiamo fatto – e avevo 12 anni 13 anni, quindi con i miei genitori – siamo andati a una scuola di musica, un istituto musicale qui vicino e abbiamo scoperto che facevano corsi di tastiera. Quindi si poteva almeno teoricamente imparare la tastiera, e io ho detto: “Mmm, ma perché no? Mi piace molto questo strumento, magari posso imparare a suonare in questa maniera, come Jordan rudess. Sarebbe interessante, sarebbe molto divertente”. In realtà poi devo dire che io mi sono iscritto a questa scuola di musica, ho iniziato a frequentare i corsi di musica, ma il professore in realtà non ne sapeva così tanto di tastiere, non era un esperto di tastiere, era un pianista eccezionale, davvero un pianista fantastico. E quello che ha fatto è… lui mi ha promesso di insegnarmi a suonare la tastiera, in un certo senso mi ha un po' ingannato, perché io non ho mai imparato a suonare la tastiera, perché di fatto fin da subito ho iniziato imparare pianoforte, pianoforte classico, quindi a imparare, non so i sonetti, gli studi… con il passare degli anni [ho iniziato] a suonare Bach… (“bac”, diciamo noi), Mozart o, non lo so… piano classico, quindi musica classica. E non era davvero il mio interesse iniziale, poi devo dire che con il tempo mi ha iniziato a piacere molto anche questo genere musicale, che sicuramente è un genere musicale vastissimo. Però io non sono mai stato un fan totale della musica classica, cioè a me è sempre piaciuto il rock e il metal e il progressive rock e il progressive metal, ed è ciò che ascolto ancora oggi con piacere. Poi devo dire che adesso ascolto cose diverse, mi piace ascoltare generi diversi e devo dire che anche grazie al fatto che ho iniziato a ascoltare questo gruppo, i Dream Theater, che di per sé hanno tante influenze musicali, che ha aperto molto la mia… i miei orizzonti e i miei gusti musicali e ho iniziato ad ascoltare tanti generi diversi. Penso che senza di loro magari ascolterai musica pop, e non c'è nulla di male nell'ascoltare musica pop, se vi piace il pop ascoltate il pop, a me non piace il pop, quasi per nulla, il pop contemporaneo non mi attira per nulla, non fa per me, lo trovo l'altro generalmente abbastanza banale, con qualche eccezione, ma musicalmente non interessante. Ed è una cosa di cui mi lamento sempre e Erika lo sa molto bene, mi lamento molto della banalità della musica pop, a maggior ragione la musica pop italiana, ma anche quella internazionale musicalmente è molto molto ripetitiva. E quindi non l'ascolto di fatto, ed è anche per questo che quando mi chiedono di consigliare musica pop [italiana] io sono sempre un po', diciamo, in difficoltà perché non so mai… non ascolto musica pop, di fatto, quindi non so mai che cosa consigliare.

[25:04]

Quindi ho iniziato a imparare il pianoforte classico, ho fatto anche alcune esibizioni, che noi chiamiamo i “saggi”. Un saggio è… sapete la parola “assaggiare”? Beh, saggio è simile perché “saggiare”, o “un saggio” significa una sorta di prova, un saggio delle abilità di una persona. Quando uno fa una scuola di musica, ma anche una scuola di danza o di altre discipline artistiche a fine anno di solito c'è un saggio, ovvero un'esibizione di tutti gli allievi che di fronte ai genitori di tutti gli allievi devono suonare questo saggio. Era sempre un momento molto… diciamo, per me di nervosismo e di ansia, perché sì, io ho sempre avuto paura di esibirmi e anche di parlare in pubblico e non mi è mai piaciuto farlo molto, devo dire. Però sì, l'ho fatto per diversi anni. Parallelamente ai miei studi di pianoforte classico però io ho indipendentemente – dato che il mio professore, il mio maestro non mi aiutava – sviluppato il mio lato di tastierista, che in fin dei conti era quello che volevo fare fin dall'inizio. Quindi ho iniziato a imparare da solo cercando su internet, guardando video su YouTube, tutorial, lezioni, [su] come si diventa tastieristi- come si sviluppano, come si creano questi suoni. C'è tutto un mondo che ruota attorno alle tastiere, un mondo molto interessante di creazione di suoni, diciamo, ci sono tanti aspetti molto interessanti e purtroppo i tastieristi sono sempre… hanno sempre un ruolo abbastanza minore, almeno nella musica pop, hanno sempre un ruolo abbastanza minore. Ma in realtà le tastiere sono uno strumento che ha potenzialità infinite, perché come ho detto la tastiera può fare qualsiasi suono. In realtà al giorno d'oggi sempre più spesso… non sono nemmeno le tastiere che creano i suoni, ma sono i computer alle quali le tastiere sono collegate. Quindi praticamente tu suoni delle note sulla tastiera ma il segnale va praticamente a un computer con un software. È il software che di fatto crea i suoni e questo si fa perché… beh, i computer sono più potenti, abbiamo computer come i Mac, MacBook Pro che sono molto utilizzati perché sono più potenti di quanto possa essere una tastiera e per questo motivo, se fate attenzione, potrete vedere che molti musicisti, molti tastieristi usano proprio i computer per suonare dal vivo.i I computer sono ovunque nel nostro mondo, anche nei concerti dal vivo. Quindi ho sviluppato quel lato lì, il lato del tastierista e ho anche fatto parte di alcuni gruppi musicali di vario genere, adesso non so quanti esattamente, penso quattro… tre o quattro gruppi musicali e ho fatto alcuni concerti. Devo dire, non ho fatto parte di tantissimi gruppi, non ho mai suonato molto, forse anche un po' per la mia personalità un po' introversa e non ho neanche fatto così tanti concerti penso, non so esattamente, forse 10 o 15 nella mia vita in totale, non lo so. Però devo dire che è molto bello fare concerti, è una cosa che un po' mi manca, perché era davvero divertente. Fare concerti è sicuramente meglio, almeno per me, di fare esibizioni da solo, da solista, come nei saggi di cui vi parlavo prima, perché quando sei in gruppo la pressione si scarica su tutti, si divide tra tutti e in questo modo sì, è un po' un po' più facile, ci si sente meno sotto pressione, individualmente parlando, e ci si diverte molto poi perché c'è anche questa questa “chemistry”, questa come dire… non so neanche come dire in italiano, ci si diverte molto in gruppo per il fatto che, appunto si è in gruppo e si sta facendo qualcosa di molto adrenalinico, ed è una cosa molto molto divertente che un po' mi manca, come ho detto.

[29:19]

In ogni caso sì, ho fatto un po' di concerti, ci sono anche dei video. Un'esperienza interessante che ho fatto una volta, e questo non è un concerto con un gruppo, ma da solo in realtà. Una volta ho suonato in un contest per artisti, diciamo, emergenti, un contest che esiste, diciamo, dalle mie parti, non lontano dalla mia città, nella cui giuria -“giuria” è praticamente come “jury” in inglese, le persone che giudicano gli artisti e che decidono chi premiare alla fine della serata. I vincitori riceveranno un premio, credo dei soldi, proprio. Iin questa giuria c'era Mogol. Se non sapete chi è Mogol, è un cantautore italiano, uno che ha scritto molte canzoni famose di cantanti famosi degli anni 70-80 italiani, che ormai è una persona anziana, e lui faceva parte della giuria e giudicava le esibizioni degli artisti. Falls Sie nicht wissen, wer Mogol ist: Er ist ein italienischer Singer-Songwriter, der viele berühmte Lieder berühmter Sänger aus den 70er und 80er Jahren in Italien geschrieben hat und der jetzt ein alter Mann ist. Io praticamente avevo fatto domanda di partecipazione a questo concorso con un pezzo strumentale di sole tastiere, potete immaginare che era una cosa abbastanza particolare, fuori dal comune, tra l'altro potete ancora ascoltare la mia musica su SoundCloud vi mando un link, vi lascio un link magari nella descrizione, se vi interessa. E questo pezzo si chiamava “Lithe Fluctuation”, un nome molto strano come è normale che sia per un pezzo progressive, il genere che come vi ho detto, piace a me. Ed è un pezzo di 10 minuti, quindi potete capire che 10 minuti è uno sproposito, uno sproposito significa che assolutamente troppo per un contest del genere, dove le persone che facevano pezzi di 3 minuti 4 minuti. E quindi l'organizzatore mi ha detto: “Ok, ho ascoltato il tuo pezzo che mi hai mandato, è davvero interessante, è davvero particolare, ci interessa molto, hai molto talento puoi partecipare ma devi accorciare questo pezzo, perché non puoi suonare per 10 minuti se le altre persone persone suonano 4 minuti”. E quindi quello che ho fatto, effettivamente è stato accorciare questo pezzo da 10 minuti a 4 minuti e suonarlo davanti a centinaia di persone, ma purtroppo non di fronte al maestro Mogol perché era malato, o forse aveva avuto un imprevisto –Un “imprevisto” significa un un problema imprevisto, che non si può prevedere – e non poteva essere lì, quindi non c'era Mogol. Non ho vinto, non ho vinto chiaramente, forse quello che ho fatto un po' troppo strano, però è stata un'esperienza interessante suonare di fronte a così tante persone e sicuramente avevo un po' di paura, posso dirvi questo.