Il Gioco del Trono (337-355) - Ep. 4 (2)
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Costanzo appena poté si liberò dalla guerra con l'Iran che continuava intermittente con alti e bassi e senza scontri decisivi, prese il nerbo delle sue truppe e marciò verso occidente. Prima di scontrarsi con Magnenzio arrivò da sua sorella e cognato in Illiria e Vetranione fece pubblico atto di rinuncia alla porpora imperiale e si ritirò dalla vita pubblica mentre i soldati illirici dichiararono fedeltà a Costanzo. Tutta la messinscena era stata chiaramente organizzata da Costantina. Complimenti altezza, è la seconda volta che devi rinunciare al diadema imperiale.
Risolto il problema delle legioni illiriche Costanzo decise di sistemare la sua retrovia prima di marciare contro Magnenzio. La questione della frontiera con l'Iran era infatti un problema irrisolto: i persiani non avevano mai accettato la perdita della Mesopotamia settentrionale e delle regioni di frontiera impostegli dal trattato con Diocleziano, si può dire che la Mesopotamia fosse la loro Alsazia-Lorena, se conoscete la storia dei conflitti tra Francia e Germania. Costantino aveva riavviato gli scontri dopo una lunga pace e ora il conflitto continuava a fasi intermittenti. Costanzo sapeva che solo un comandante con la dignità imperiale presente sulla frontiera avrebbe garantito che i persiani restassero tranquilli mentre lui sistemava l'usurpatore occidentale.
Costantina era sempre a caccia di un diadema imperiale e doveva essere ricompensata per l'affare Vetranione. Credo che fu proprio il suo consiglio a convincere Costanzo a elevare al rango di Cesare suo cugino Gallo, ricordate uno dei bambini scampati alla strage dei principi? Gallo aveva oramai 25 anni e ovviamente finì sposato a sua maestà imperiale Costantina, figlia di Costantino, vedova inconsolabile di un Re dei Re e divorziata da un imperatore autoproclamato. Una volta nominato Cesare, Gallo fu spedito con la sua amorevole moglie a Antiochia in Siria, ad assicurarsi che i persiani restassero tranquilli.
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Sistemata questa faccenda, Costanzo marciò verso occidente e si scontrò con Magnenzio il 28 settembre del 351 dopo cristo a Mursa Maggiore in quella che è considerata una delle battaglie più sanguinose della storia romana, perirono infatti a quanto pare più di 50 mila romani da ambo le parti, soldati esperti e di prima classe che fu difficile per l'impero sostituire. L'impero di Costantino aveva sconfitto tutti i popoli confinanti senza neanche sudare troppo. A partire dalla guerra civile di Costanzo e Magnenzio tutto si fece più difficile, credo proprio perché la consistenza e la qualità delle truppe iniziarono a declinare dopo il bagno di sangue di Mursa Maggiore.
Comunque a Mursa Maggiore Magnenzio fu sconfitto, grazie al tradimento di uno dei principali alleati di Magnenzio, un certo Claudio Silvano, il comandante della cavalleria. Magnenzio dovette ritirarsi in Italia da dove fu scacciato nel 352 dopo cristo. Si rifugiò quindi in Gallia e lì fu sconfitto di nuovo da Costanzo nel 353. Magnenzio capì che era finita, aveva tentato la strada della gloria ma aveva fallito e si suicidò. Costanzo II, come il padre, dopo una serie di conflitti e intrighi era solo al comando dell'impero.
Costanzo ereditò però una situazione difficile: la guerra civile aveva sguarnito inevitabilmente le frontiere occidentali e i soldati richiamati da Magnenzio per combattere la guerra civile erano spesso morti o non erano mai tornati. Radio-frontiera aveva immediatamente informato le confederazioni germaniche al confine e Alemanni e Franchi avevano preso a razziare i confini e perfino a stabilirsi al loro interno: un carneade che era stato fatto cesare da Magnenzio era stato sconfitto da un esercito di Alamanni. La situazione in Gallia era particolarmente difficile.
In oriente invece le cose non stavano andando molto bene per Gallo che era in continuo conflitto con alcuni suoi teorici subordinati che erano però stati nominati dal cugino Costanzo II, con l'indubbio compito di vegliare sul Cesare d'oriente e assicurarsi che non si montasse troppo la testa. In più Gallo si era inimicata la potente classe senatoriale di Antiochia. La classe senatoria era sostanzialmente la classe dei grandi proprietari terrieri dell'impero e comandava un potere enorme sui destini dell'impero, come spero di spiegare in un futuro episodio.
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Come aveva fatto Gallo a inimicarsi i potenti di Antiochia? Gallo aveva accusato alcuni senatori di speculare sul prezzo del grano in un periodo di carestia, credo nel tentativo di ingraziarsi le classi popolari che più pagavano il prezzo della carestia. Va detto che le accuse non erano a quanto pare del tutto prive di sostanza. I poveri di Antiochia linciarono alcuni degli accusati e i loro colleghi plutocrati fecero causa comune contro Gallo, che passò gli ultimi anni del suo breve regno ad evitare tentativi di assassinio, a reprimere rivolte e condannare importanti membri della corte a morte, secondo Ammiano Marcellino spesso su istigazione della moglie Costantina.
Alla fine suo cugino, nel 354 dopo cristo, lo richiamò alla corte di Milano per rendere conto delle sue azioni. Gallo era probabilmente al corrente che un invito del paranoico e spietato Costanzo II fosse una mezza condanna a morte e mandò avanti la nostra cara amica Costantina, moglie di 3 imperatori e sorella di Costanzo II, per parlamentare ed intercedere per lui. Ahimè la fortuna non arrideva a Gallo e l'augusta Costantina morì nel viaggio verso Milano, all'età di 36 anni. Grazie a quello che ho letto mi sono fatto l'impressione che Costantina fosse un animale politica per nulla da meno dei suoi fratelli. Ammiano Marcellino, il grande storico-soldato la cui opera è fonte principale per tutto questo periodo storico, ci ha lasciato un celebre ritratto dell'Augusta Costantina: “Una sorta di Megera, seduttrice assidua di uomini violenti, desiderosa di sangue umano”. Dopo un tale ritratto vi stupirà sapere che Costantina è venerata dalla chiesa come santa. Il suo mausoleo è all'interno del complesso di Sant'Agnese sulla via Nomentana a Roma e con il tempo fu trasformato in basilica, la basilica di Santa Costanza (nome ecclesiastico di Costantina). Non so cosa abbia fatto davvero Costantina per meritarsi la dignità di santa, visto la vita tutt'altro che irreprensibile, ma sospetto abbia qualcosa a che fare con la sua generosità nei confronti della chiesa. Si legge infatti dentro la chiesa di Sant'Agnese “Io Costantina, venerando Dio e consacrata a Cristo, avendo devotamente provveduto a tutte le spese con considerevole ispirazione divina e l'aiuto di Cristo ho dedicato questo tempio alla vittoriosa vergine Agnese”. Lo so, non è una storia fondamentale ma ho iniziato la Storia d'Italia anche per raccontarvi episodi come questo, dove l'eco di persone del nostro lontano passato è ancora testimoniato nelle pietre delle nostre città.
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Saputo della morte di Costantina Gallo si sentì oramai spacciato, ma non avendo scelta e tranquillizzato da varie missive di Costanzo decise di mettersi in viaggio per Milano. Lungo la strada fu però ovviamente arrestato dai soldati di Costanzo e portato a Pola, dove era morto Crispo. Non un buon segno. Gallo cercò di scusarsi dando la colpa di quanto accaduto in oriente a Costantina, cosa che mandò su tutte le furie Costanzo II. Questo insolente di cugino aveva l'ardire di accusare la sua morta, adorabile e futura beata sorella. Diede quindi ordine di ucciderlo, in un accesso di rabbia. Calmatosi, fece inviare un corriere per annullare l'ordine che era già partito con un altro corriere per Pola. Ma il secondo corriere arrivò troppo tardi e Gallo fu giustiziato.
Costanzo II ce l'aveva fatta, aveva fatto fuori quasi tutti i suoi parenti. Ma il suo problema – quello di dover governare da solo un impero che aveva oramai chiaramente bisogno di più imperatori, restava. Costanzo II aveva in particolare un grosso grattacapo in Gallia, dove la situazione andava di male in peggio. Le guerre civili e anche ulteriori usurpazioni avevano fortemente indebolito le difese della frontiera renana e i problemi si erano aggravati: Franchi e Alemanni superavano le frontiere conquistando una ad una le piazzeforti romane. Andava fatto qualcosa. Inoltre Shapur dava segni di volere ricominciare la guerra e Costanzo sapeva che in questo caso sarebbe dovuto andare in oriente personalmente e avrebbe avuto bisogno di un supporto in occidente.
Quello di cui aveva bisogno era un collega con il rango di Cesare per affidargli parte delle sue responsabilità. Non poteva certo fidarsi di un generale che non facesse parte della famiglia, sapeva che si sarebbe ribellato alla prima occasione. Bè non si fidava neanche dei parenti, ma il governo dell'impero spettava ai discendenti di Costantino, su questo Costanzo era chiaro. Sua moglie allora gli consigliò una soluzione che pareva assurda a prima vista: elevare a rango di Cesare il suo ultimo cuginetto, un ragazzo con la testa tra i libri e senza alcuna esperienza politica o militare, insomma il candidato perfetto: avrebbe avuto la legittimità a governare donatagli dal sangue: suo nonno era infatti Costanzo Cloro e Costantino era suo zio. Allo stesso tempo non avrebbe avuto probabilmente le capacità politiche e militari per porre alcun rischio nei confronti di Costanzo, da topo di biblioteca quale era. E nel prossimo episodio faremo di tutto per introdurlo nel migliore dei modi.
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