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Moravia - Gli Indifferenti, 10 (VII)

10 (VII)

Spense la luce, discese a precipizio la scala, tra questi atti pratici, benché nessun pensiero preciso si affacciasse alla sua mente, una tristezza acuta, una nostalgia di pianto la tormentavano, contraevano il suo volto in una smorfia ridicola. Il corridoio era buio; ella raggiunse a tentoni il vestibolo, aprì la porta; l'accolse il clamore festoso della madre, di Leo e di Michele che aspettavano nell'automobile. Il piazzale era avvolto in una fitta oscurità, pioveva senza rumore, nulla si vedeva se non qualche riflesso lustro della macchina e quei gialli finestrini illuminati, dietro i quali, dall'interno della scatola ovattata, le facce rosee, liete, soddisfatte di quei tre la guardavano venire con curiosità. Fu un attimo; poi Carla salì e cadde a sedere accanto all'amante; l'automobile partì.

Per tutta la durata del tragitto nessuno dei quattro parlò, Leo guidava con abilità la grossa macchina tra la confusione delle strade congestionate; Carla immobile guardava trasognata il movimento della via, laggiù, oltre il cofano lucido, dove, tra due nere processioni di ombrelli, sotto la pioggia, i veicoli coi loro rossi lumi guizzavano da ogni parte come impazziti. Anche la madre guardava attraverso il finestrino, ma piuttosto che per vedere, per farsi vedere: quella grande e lussuosa macchina le dava un senso di felicità e di ricchezza, e ogni volta che qualche testa povera o comune emergeva dal tenebroso tramestio della strada e trasportata dalla corrente della folla passava sotto i suoi occhi, ella avrebbe voluto gettare in faccia allo sconosciuto una smorfia di disprezzo come per dirgli: "Tu brutto cretino vai a piedi, ti sta bene, non meriti altro... io, invece, è giusto che fenda la moltitudine adagiata su questi cuscini."

Soltanto Michele non guardava la strada, quello che l'automobile portava nella sua scatola sontuosa l'interessava di più, gli pareva che non ci fosse altro; l'ombra nascondeva le facce dei suoi tre compagni, ma ogni volta che la macchina passava sotto un fanale, una luce vivida illuminava per un istante quelle persone sedute e immobili: apparivano allora il volto della madre dai tratti fiacchi e profondi, dagli occhi vanitosi; quello di Carla, il viso incantato e puerile della fanciulla che va alla festa; e quello di Leo, di profilo, rosso, regolare, un po' duro, come quegli oggetti inspiegabili e paurosi che i lampi delle tempeste rivelano per un istante. Ogni volta che Michele li vedeva, stupiva di stare insieme con loro: "Perché sono questi" pensava, "e non altri?" Quelle figure gli erano più che mai straniere, quasi non le riconosceva, gli sembrava che una bionda dagli occhi azzurri al posto di Carla, una signora magra ed alta al posto della madre, un piccolo uomo nervoso al posto di Leo non avrebbero trasformato la sua vita; essi erano là, nell'ombra, immobili, ogni scossa dell'automobile li faceva urtare tra di loro come fantocci inerti: nulla gli pareva più angoscioso che vederli così lontani, staccati, soli senza rimedio.

Arrivarono: quattro neri ranghi di automobili riempivano la piazzetta oscura davanti all'albergo. Ce n'erano d'ogni sorta e grandezza, i conduttori vestiti dalla testa ai piedi di lustra tela incerata parlavano e fumavano riuniti in piccoli gruppi. Invece, luminoso contrasto col buio della sera d'inverno, la porta del Ritz risplendeva di una luce lussuosa e ospitale. Il tamburo girante di legno e di cristallo, dal rumore familiare, li introdusse uno dopo l'altro nell'androne pieno di servitori e di staffieri; passarono per il guardaroba rigurgitante di pastrani numerati, attraversarono una sfilata di saloni vuoti e dorati, arrivarono alla sala da ballo; seduto presso la porta, al suo tavolino, un uomo vendeva i biglietti d'ingresso; Leo pagò; entrarono.

Era già tardi, una folla numerosa riempiva la sala bassa e lunga; le tavole erano state disposte contro le pareti, nel mezzo la gente ballava e dal fondo, sopra una specie di soppalco ombreggiato da due palme, dei negri americani ritmavano la danza.

"Che folla" disse la madre ammirativa e pessimista, girando intorno uno sguardo pieno di dignità; "vedrai Carla che non troveremo posto."

Invece, contro queste previsioni, trovarono una piccola tavola in un angolo; sedettero; la madre si disfece del suo mantello: "Sapete" disse guardando per la sala e rivolgendosi indistintamente ai suoi tre compagni; "c'è una quantità di persone che conosciamo... guarda, Carla... i Valentini..."

"E i Santandrea, mamma."

"E i Contri" soggiunse la madre; si chinò un poco, e a voce più bassa: "a proposito dei Santandrea, lo sai il viaggio di nozze che hanno fatto due mesi fa a Parigi? Nello stesso vagone letto v'erano lo sposo, la sposa e l'amico della sposa... quello... come si chiama?" "Giorgetti..." disse Carla.

"Giorgetti... ecco... precisamente...: pensa che roba!... a ripeterla sembra impossibile."

La musica era finita e dopo dei vani applausi i ballerini tornarono ai loro posti; subito il brusio della conversazione diventò di colpo più forte; la madre si voltò verso l'amante: "Cosa ne direbbe'" propose, "di andare stasera a teatro, a sentire quella compagnia francese... Io ho il palco per una seconda rappresentazione, o stasera o dopodomanisera."

"Stasera non posso" disse l'uomo guardando attentamente la fanciulla; "alle undici ho un appuntamento al quale non posso mancare."

"Un appuntamento alle undici di sera" ripetè la madre tra sarcastica e confidenziale: "e dica, Merumeci, maschile o femminile?"

Leo esitò; aveva da destare la gelosia della madre o no? "Femminile, si capisce" rispose alfine; "ma mi son spiegato male... non è un appuntamento ma una visita... una cena fredda... in casa di una signora che riceve i suoi amici..."

"E chi è questa signora, se è lecito?" domandò la madre completamente irritata, con voce dura. Leo restò sconcertato; non aveva preveduto questa indiscrezione; cercò... cercò il nome di qualcheduno che la madre non conoscesse: "La Smithson..." trovò alfine, "sa... la pittrice."

"Ah! benissimo" approvò la madre con amaro trionfo; "la Smithson... peccato, veramente peccato che proprio avantieri io sia stata dalla mia modista, e questa mia modista mi abbia mostrato un cappello che la Smithson ha ordinato di mandarle a Milano... già... perché è ormai da cinque giorni a Milano la sua pittrice.

"Come a Milano"? ripetè Leo stupito.

"Ma sì" intervenne Michele, "non lo sai?... hanno anticipato il vernissage della sua mostra personale."

"Dunque vada dalla Smithson": ora la madre sorrideva velenosamente; "ci vada, ma ho paura che anche a prender subito il treno, magari pure l'aeroplano, non arriva in tempo..." Tacque per un istante, l'uomo non rispondeva, e quasi spaventata Carla osservava attentamente sua madre: "Caro lei, le bugie hanno le gambe corte'" ella continuò; "invece vuole che glielo dica io chi è questa famosa signora a cui ella deve far visita? Certo non una signora onesta, lei non può conoscerne... qualche donnaccia piuttosto, questo sì, qualche cocotte d'infimo ordine."

Questa volta il pallore di Carla fu così forte che Leo temette per un istante di vederla svenire o dare in una crisi di pianto; ma nulla di questo avvenne: "Mamma, non gridare a questo modo" disse con voce tranquilla la fanciulla; "qualcheduno potrebbe sentire."

Tre colpi di bacchetta risuonarono, la danza ricominciava: "Allora Leo" ella soggiunse, "vogliamo ballare?"

Andarono verso il ballo l'uno dietro l'altra, tra la gente seduta; quel pallore che l'uomo aveva osservato non lasciava le guance di Carla, mentre ella avanzava tra i tavolini loquaci, e una specie di rigida dignità era sul suo volto; ma tra la folla, prima di appoggiarsi al suo compagno, alzò la testa: "S'intende Leo" disse con fermezza e quasi, gli parve, a denti stretti; "che questa sera vengo da te... aspettami senz'altro." "Sul serio?"

"Serissimo." La voce era già cambiata, non era più ferma ma tremante, si sarebbe detto che respiro e fiducia le mancassero insieme. "Ma ora" ella soggiunse "non parlarmi più...: voglio soltanto ballare."

Ballarono; Leo sosteneva la vita della fanciulla con tutta la forza del suo braccio, una leggerezza, un ardore insolito gli mettevano le ali ai piedi e sebbene lo spazio fosse angusto e molta la folla, si sforzava di eseguire i più difficili passi. "Questa volta ti ho" pensava, "ti ho." Una triste confusione era invece nell'anima della fanciulla: ballava a malincuore, avrebbe voluto uscire da quella folla, sedersi sola in un angolo, chiudere gli occhi; in continuo movimento, il carosello dei ballerini girava davanti ai suoi occhi: facce di uomini, di donne, immobili, serie, sorridenti; la musica era trionfale, vittoriosa ma non senza un piccolo tremante accordo di tristezza, del resto molto comune, che ogni tanto tornava con insistenza: facce e musica, a forza di vederle e di sentirla la testa le girava.

Ora la danza era finita; le coppie tornavano ai loro posti; tornarono anche la madre e Michele agramente litigandosi: "Mai più ballerò con te" ripeteva Mariagrazia indignata.

"Di che cosa si tratta?" domandò Leo con autorità.

"Mai più" continuò la madre: "s'immagini che tutti ci guardavano... chissà cosa avranno pensato... era terribile... ha ballato come... come...", ella cercò un epiteto e nel disordine del suo sdegno non lo trovò; "come un ladro."

"Ah! veramente?" esclamò Leo stupefatto.

"Come uno scostumato" rettificò la madre con dignità.

"E di grazia" domandò il ragazzo sorridendo con sforzo; " di grazia come ballano i ladri?... e in questa compagnia il ladro chi è... io o qualchedun altro?..."

"Ma taci" supplicò la madre guardandosi intorno.

"Ma no" insistette Michele; "in ogni caso io ballo come un derubato... alleggerito da ogni peso terreno, tutto passione e trasporto... Invece per sapere come ballano i ladri, bisogna che tu vada con qualchedun altro... sicuro" egli ribadì guardando fissamente Leo, "con qualchedun altro."

Per un istante Leo immobile tra le due donne ansiose non parlò; poi sorrise: "Io credo" disse alzandosi, "che a te Michele sia veramente successo qualche cosa...; per questo sarà meglio che tu te ne vada... a meno che tu non voglia che me ne vada io."

"Sì Michele, vattene" supplicò la madre; egli la guardò. "Dunque" gli scappò di bocca, "tu preferisci mandar via tuo figlio piuttosto che un estraneo come Leo?" "Ma se è Leo che ci ha invitati?!"

Niente da rispondere: "ha ragione" pensò Michele, "è Leo che ha pagato"; guardò davanti a sé: la grande sala bassa assordava col brusio delle conversazioni, tutti quei gruppi di gente, le donne dipinte e con le gambe accavalciate e scoperte, gli uomini seduti in atteggiamenti disinvolti, con la sigaretta in bocca, tutti quei gruppi, mangiavano, bevevano, parlavano, noncuranti: i negri accordavano i loro strumenti laggiù sotto le palme; niente da rispondere. " Hai ragione" disse alfine "me ne vado... divertiti... il ladro se ne va"; e se ne andò.

Fuori continuava a piovere: "ladro, ladro," si ripeteva Michele senza sdegno, con una specie di falsa esaltazione; "ha tentato anche di rubarmi Lisa... e poi chi è il ladro? "; ma pochi minuti dopo con proprio stupore dovette accorgersi di non essere affatto adirato; tranquillissimo invece; nessuna azione di Leo, per quanto malvagia, riusciva a scuotere la sua indifferenza; dopo un falso scoppio di odio, egli finiva sempre per ritrovarsi come ora, con la testa vuota, un poco inebetito, leggerissimo.

I marciapiedi erano affollati, la strada rigurgitava di veicoli, era il momento del massimo traffico; senza ombrello sotto la pioggia, Michele camminava con lentezza come se fosse stata una giornata di sole, guardando oziosamente le vetrine dei negozi, le donne, le réclames luminose sospese nell'oscurità; ma per quanti sforzi facesse non gli riusciva d'interessarsi a questo vecchio spettacolo della strada; l'angoscia che l'aveva invaso senza ragione, mentre se ne andava attraverso i saloni vuoti dell'albergo, non lo lasciava; la propria immagine, quel che veramente era e non poteva dimenticar di essere, lo perseguitava; ecco, gli pareva di vedersi: solo, miserabile, indifferente.

Gli venne il desiderio di entrare in un cinematografo; ce n'era uno su quella strada, assai lussuoso, il quale sulla porta di marmo ostentava una girandola luminosa in continuo movimento. Michele si avvicinò, guardò le fotografie: roba cinese fatta in America; troppo stupido; accese una sigaretta, riprese il suo cammino senza fiducia, sotto la pioggia, tra la folla; poi buttò via la sigaretta: niente da fare.

Ma intanto l'angoscia aumentava, su questo non c'era dubbio; già ne conosceva la formazione: prima una vaga incertezza, un senso di sfiducia, di vanità, un bisogno di affaccendarsi, di appassionarsi; poi, pian piano, la gola secca, la bocca amara, gli occhi sbarrati, il ritorno insistente nella sua testa vuota di certe frasi assurde, insomma una disperazione furiosa e senza illusioni. Di questa angoscia, Michele aveva un timore doloroso: avrebbe voluto non pensarci, e come ogni altra persona, vivere minuto per minuto, senza preoccupazioni, in pace con se stesso e con gli altri; "essere un imbecille" sospirava qualche volta; ma quando meno se l'aspettava una parola, un'immagine, un pensiero lo richiamavano all'eterna questione; allora la sua distrazione crollava, ogni sforzo era vano, bisognava pensare.

Quel giorno, mentre se ne andava passo passo lungo i marciapiedi affollati, lo colpì, guardando in terra alle centinaia di piedi scalpiccianti nella mota, la vanità del suo movimento: "Tutta questa gente" pensò, "sa dove va e cosa vuole, ha uno scopo, e per questo s'affretta, si tormenta, è triste, allegra, vive, io... io invece nulla... nessuno scopo... se non cammino sto seduto: fa lo stesso." Non staccava gli occhi da terra: c'era veramente in tutti quei piedi che calpestavano il fango davanti a lui una sicurezza una fiducia che egli non aveva; guardava, e il disgusto che provava di se stesso aumentava; ecco, egli era dovunque così, sfaccendato, indifferente; questa strada piovosa era la sua vita stessa, percorsa senza fede e senza entusiasmo, con gli occhi affascinati degli splendori fallaci delle pubblicità luminose.

"Fino a quando?" Alzò gli occhi verso il cielo; le stupide girandole erano là, in quella nera oscurità superiore; una raccomandava una pasta dentifricia, un'altra una vernice per le scarpe. Riabbassò la testa; i piedi non cessavano il loro movimento, il fango schizzava da sotto i tacchi, la folla camminava. "E io dove vado?" si domandò ancora; si passò un dito nel colletto: "cosa sono? perché non correre, non affrettarmi come tutta questa gente? perché non essere un uomo istintivo, sincero? perché non aver fede?" L'angoscia l'opprimeva: avrebbe voluto fermare uno di quei passanti, prenderlo per il bavero, domandargli dove andasse, perché corresse a quel modo; avrebbe voluto avere uno scopo qualsiasi, anche ingannevole, e non scalpicciare così, di strada in strada, fra la gente che ne aveva uno. "Dove vado? "; un tempo, a quel che pareva, gli uomini conoscevano il loro cammino dai primi fino agli ultimi passi; ora no; la testa nel sacco; oscurità; cecità; ma bisognava pure andare in qualche luogo; dove? Michele pensò di andare a casa sua.

Gli venne una subita fretta; ma la strada rigurgitava di veicoli, i quali, troppo numerosi, avanzavano lentamente lungo i marciapiedi; impossibile attraversare; sotto la pioggia diagonale, tra le facciate nere e illuminate delle case, le automobili, in due file opposte, l'una ascendente e l'altra discendente, aspettavano di sciogliersi e di balzare avanti; anch'egli aspettò. Allora tra le altre osservò una macchina più grande e più lussuosa; nell'interno di essa sedeva un uomo che si appoggiava rigidamente contro il fondo e aveva la testa nell'ombra; un braccio gli attraversava il petto, un braccio di donna, e si capiva che ella, sedutagli al lato, gli si era accasciata sulle ginocchia, aggrappandosi con la mano a quelle spalle, come chi vuole supplicare e non osa guardare in faccia; l'uomo immobile e la donna avvinghiata stettero per un istante davanti agli occhi di Michele nella luce bianca dei fanali; poi il veicolo si mosse e avanzò scivolando come un cetaceo tra le altre automobili; egli non vide più che un lumettino rosso fissato sopra la targa dei numeri; pareva un richiamo; e anche questo segno sparì.

Gli restò da questa visione una tristezza nervosa e intollerabile; egli non conosceva quell'uomo e quella donna, doveva essere gente di tutt'altro ambiente che il suo, forse stranieri; eppure gli pareva che quella scena gli fosse uscita dall'animo e fosse una delle sue ansiose immaginazioni, incorporata e offerta ai suoi occhi da qualche superiore volontà; quello era il suo mondo dove si soffriva sinceramente, e si abbracciava delle spalle senza pietà, e si supplicava invano, non questo limbo pieno di fracassi assurdi, di sentimenti falsi, nel quale, figure storte e senza verità, si agitavano sua madre, Lisa, Carla, Leo, tutta la sua gente; egli avrebbe potuto odiar veramente quell'uomo, veramente amare quella donna; ma lo sapeva, era inutile sperare, quella terra promessa gli era proibita, né l'avrebbe mai raggiunta.

Intanto una guardia aveva interrotto l'interminabile passaggio, Michele attraversò; in mezzo alla strada provò una specie di capogiro, un intollerabile senso di disagio; allora si tolse il cappello e lasciò che la pioggia cadesse sulla sua testa nuda.

Quel che sentiva non avrebbe saputo dirlo, un gran numero di desideri indefiniti ribolliva nella sua anima, il tormento del pensiero gli dava una sofferenza anche fisica. Un taxi libero gli passò a portata di mano; salì, diede l'indirizzo di casa sua; ma gli restava il ricordo di quei due, l'uomo e la donna avvinghiati nella loro lussuosa macchina: "Sapere dove sono andati" pensò quasi seriamente; "dare al conduttore il loro indirizzo, andar da loro, pregarli di prendermi con loro..." Queste assurdità e le immaginazioni che le accompagnavano lo calmarono un poco; però, ad ogni scossa della corsa, gli pareva di destarsi da qualche sogno irraggiungibile e capiva con amarezza che queste fantasticherie non avrebbero trasformato neppure in minima parte la realtà in cui viveva.

10 (VII) 10 (VII) 10 (VII)

Spense la luce, discese a precipizio la scala, tra questi atti pratici, benché nessun pensiero preciso si affacciasse alla sua mente, una tristezza acuta, una nostalgia di pianto la tormentavano, contraevano il suo volto in una smorfia ridicola. She turned off the light, hurriedly descended the stairs; amid these practical actions, although no specific thought came to her mind, a sharp sadness, a longing for tears tormented her, contorting her face into a ridiculous grimace. Il corridoio era buio; ella raggiunse a tentoni il vestibolo, aprì la porta; l'accolse il clamore festoso della madre, di Leo e di Michele che aspettavano nell'automobile. The hallway was dark; she groped her way to the vestibule, opened the door; she was greeted by the festive clamor of her mother, Leo, and Michele waiting in the car. Il piazzale era avvolto in una fitta oscurità, pioveva senza rumore, nulla si vedeva se non qualche riflesso lustro della macchina e quei gialli finestrini illuminati, dietro i quali, dall'interno della scatola ovattata, le facce rosee, liete, soddisfatte di quei tre la guardavano venire con curiosità. The courtyard was shrouded in thick darkness, it was raining silently, nothing could be seen except for the gleaming reflections of the car and those yellow illuminated windows, behind which, from inside the padded box, the happy, satisfied faces of the three watched her approach with curiosity. Fu un attimo; poi Carla salì e cadde a sedere accanto all'amante; l'automobile partì. It was a moment; then Carla got in and sat down next to her lover; the car started.

Per tutta la durata del tragitto nessuno dei quattro parlò, Leo guidava con abilità la grossa macchina tra la confusione delle strade congestionate; Carla immobile guardava trasognata il movimento della via, laggiù, oltre il cofano lucido, dove, tra due nere processioni di ombrelli, sotto la pioggia, i veicoli coi loro rossi lumi guizzavano da ogni parte come impazziti. Throughout the journey, none of the four spoke, Leo skillfully drove the big car through the confusion of congested streets; Carla, motionless, looked dreamily at the movement of the street, down there, beyond the shiny hood, where, between two black processions of umbrellas, under the rain, vehicles with their red lights darted from every direction like madmen. Anche la madre guardava attraverso il finestrino, ma piuttosto che per vedere, per farsi vedere: quella grande e lussuosa macchina le dava un senso di felicità e di ricchezza, e ogni volta che qualche testa povera o comune emergeva dal tenebroso tramestio della strada e trasportata dalla corrente della folla passava sotto i suoi occhi, ella avrebbe voluto gettare in faccia allo sconosciuto una smorfia di disprezzo come per dirgli: "Tu brutto cretino vai a piedi, ti sta bene, non meriti altro... io, invece, è giusto che fenda la moltitudine adagiata su questi cuscini." Even the mother looked out through the window, not so much to see, but to be seen: that large and luxurious car gave her a sense of happiness and wealth, and every time some poor or common head emerged from the dark confusion of the street and, carried by the current of the crowd, passed under her eyes, she would have liked to throw a look of contempt in the face of the stranger as if to say to him, "You ugly fool, go on foot, it serves you right, you don't deserve anything else... instead, I, it's fitting that I cut through the crowd lying on these cushions."

Soltanto Michele non guardava la strada, quello che l'automobile portava nella sua scatola sontuosa l'interessava di più, gli pareva che non ci fosse altro; l'ombra nascondeva le facce dei suoi tre compagni, ma ogni volta che la macchina passava sotto un fanale, una luce vivida illuminava per un istante quelle persone sedute e immobili: apparivano allora il volto della madre dai tratti fiacchi e profondi, dagli occhi vanitosi; quello di Carla, il viso incantato e puerile della fanciulla che va alla festa; e quello di Leo, di profilo, rosso, regolare, un po' duro, come quegli oggetti inspiegabili e paurosi che i lampi delle tempeste rivelano per un istante. Only Michele did not look at the road, what the car carried in its sumptuous box interested him more, it seemed to him that there was nothing else; the shadow hid the faces of his three companions, but every time the car passed under a street lamp, a vivid light illuminated for a moment those people sitting still: the face of the mother with weak and deep features, with vain eyes appeared; that of Carla, the enchanted and childish face of the girl going to the party; and that of Leo, in profile, red, regular, a little hard, like those unexplainable and frightening objects that flashes of storms reveal for a moment. Ogni volta che Michele li vedeva, stupiva di stare insieme con loro: "Perché sono questi" pensava, "e non altri?" Every time Michele saw them, he was amazed to be with them: "Why are these people" he thought, "and not others?" Quelle figure gli erano più che mai straniere, quasi non le riconosceva, gli sembrava che una bionda dagli occhi azzurri al posto di Carla, una signora magra ed alta al posto della madre, un piccolo uomo nervoso al posto di Leo non avrebbero trasformato la sua vita; essi erano là, nell'ombra, immobili, ogni scossa dell'automobile li faceva urtare tra di loro come fantocci inerti: nulla gli pareva più angoscioso che vederli così lontani, staccati, soli senza rimedio. Those figures were more than ever strangers to him, he almost did not recognize them, it seemed to him that a blonde with blue eyes instead of Carla, a tall, thin lady instead of the mother, a small nervous man instead of Leo would not have transformed his life; they were there, in the shadow, motionless, every shake of the car made them bump into each other like inert puppets: nothing seemed more distressing to him than seeing them so distant, detached, alone without remedy.

Arrivarono: quattro neri ranghi di automobili riempivano la piazzetta oscura davanti all'albergo. They arrived: four rows of cars filled the dark square in front of the hotel. Ce n'erano d'ogni sorta e grandezza, i conduttori vestiti dalla testa ai piedi di lustra tela incerata parlavano e fumavano riuniti in piccoli gruppi. There were all kinds and sizes, the drivers dressed from head to toe in shiny waxed canvas, talking and smoking in small groups. Invece, luminoso contrasto col buio della sera d'inverno, la porta del Ritz risplendeva di una luce lussuosa e ospitale. Instead, in bright contrast to the darkness of the winter evening, the door of the Ritz shone with a luxurious and hospitable light. Il tamburo girante di legno e di cristallo, dal rumore familiare, li introdusse uno dopo l'altro nell'androne pieno di servitori e di staffieri; passarono per il guardaroba rigurgitante di pastrani numerati, attraversarono una sfilata di saloni vuoti e dorati, arrivarono alla sala da ballo; seduto presso la porta, al suo tavolino, un uomo vendeva i biglietti d'ingresso; Leo pagò; entrarono. The spinning drum made of wood and crystal, with its familiar sound, introduced them one by one into the hallway full of servants and footmen; they passed through the overflowing cloakroom filled with numbered overcoats, crossed a parade of empty and gilded salons, and arrived at the ballroom; sitting by the door, at his small table, a man was selling entrance tickets; Leo paid; they entered.

Era già tardi, una folla numerosa riempiva la sala bassa e lunga; le tavole erano state disposte contro le pareti, nel mezzo la gente ballava e dal fondo, sopra una specie di soppalco ombreggiato da due palme, dei negri americani ritmavano la danza. It was already late, a large crowd filled the long, low room; tables had been placed against the walls, in the middle people were dancing and at the back, on a kind of shaded mezzanine flanked by two palms, African Americans were setting the dance to a rhythm.

"Che folla" disse la madre ammirativa e pessimista, girando intorno uno sguardo pieno di dignità; "vedrai Carla che non troveremo posto." "What a crowd," said the admiring and pessimistic mother, casting a dignified gaze around; "Carla, you'll see that we won't find a seat."

Invece, contro queste previsioni, trovarono una piccola tavola in un angolo; sedettero; la madre si disfece del suo mantello: "Sapete" disse guardando per la sala e rivolgendosi indistintamente ai suoi tre compagni; "c'è una quantità di persone che conosciamo... guarda, Carla... i Valentini..." Instead, against these predictions, they found a small table in a corner; they sat down; the mother took off her cloak: "You know" she said looking around the room and addressing her three companions indistinctly; "there are a lot of people we know... look, Carla... the Valentini..."

"E i Santandrea, mamma." "And the Santandrea, mom."

"E i Contri" soggiunse la madre; si chinò un poco, e a voce più bassa: "a proposito dei Santandrea, lo sai il viaggio di nozze che hanno fatto due mesi fa a Parigi? "And the Contri" added the mother; she leaned down a little, and in a lower voice: "speaking of the Santandrea, do you know about the honeymoon trip they took two months ago to Paris?" Nello stesso vagone letto v'erano lo sposo, la sposa e l'amico della sposa... quello... come si chiama?" In the same sleeping car were the groom, the bride, and the bride's friend... that... what's his name?" "Giorgetti..." disse Carla. "Giorgetti..." said Carla.

"Giorgetti... ecco... precisamente...: pensa che roba!... "Giorgetti... that's it... exactly...: imagine that!... a ripeterla sembra impossibile." to repeat it seems impossible.

La musica era finita e dopo dei vani applausi i ballerini tornarono ai loro posti; subito il brusio della conversazione diventò di colpo più forte; la madre si voltò verso l'amante: "Cosa ne direbbe'" propose, "di andare stasera a teatro, a sentire quella compagnia francese... Io ho il palco per una seconda rappresentazione, o stasera o dopodomanisera." The music had stopped and after some vain applause the dancers returned to their places; immediately the buzz of conversation suddenly grew louder; the mother turned to her lover: "What do you say" she proposed, "to go to the theater tonight, to see that French company... I have the box for a second performance, either tonight or the day after tomorrow."

"Stasera non posso" disse l'uomo guardando attentamente la fanciulla; "alle undici ho un appuntamento al quale non posso mancare." "Tonight I can't" said the man looking closely at the young girl; "at eleven I have an appointment that I cannot miss."

"Un appuntamento alle undici di sera" ripetè la madre tra sarcastica e confidenziale: "e dica, Merumeci, maschile o femminile?" "An appointment at eleven in the evening," repeated the mother sarcastically and confidentially: "and tell me, Merumeci, masculine or feminine?"

Leo esitò; aveva da destare la gelosia della madre o no? Leo hesitated; should he arouse his mother's jealousy or not? "Femminile, si capisce" rispose alfine; "ma mi son spiegato male... non è un appuntamento ma una visita... una cena fredda... in casa di una signora che riceve i suoi amici..." "Feminine, of course," he finally answered, "but I explained myself badly... it's not a date but a visit... a cold dinner... at the house of a lady who receives her friends..."

"E chi è questa signora, se è lecito?" "And who is this lady, if I may ask?" domandò la madre completamente irritata, con voce dura. asked the mother completely annoyed, with a harsh voice. Leo restò sconcertato; non aveva preveduto questa indiscrezione; cercò... cercò il nome di qualcheduno che la madre non conoscesse: "La Smithson..." trovò alfine, "sa... la pittrice." Leo was taken aback; he had not foreseen this indiscretion; he tried... tried to find the name of someone the mother didn't know: "Smithson..." he finally found, "you know... the painter."

"Ah! benissimo" approvò la madre con amaro trionfo; "la Smithson... peccato, veramente peccato che proprio avantieri io sia stata dalla mia modista, e questa mia modista mi abbia mostrato un cappello che la Smithson ha ordinato di mandarle a Milano... già... perché è ormai da cinque giorni a Milano la sua pittrice. very well" approved the mother with bitter triumph; "Smithson... pity, really pity that just before yesterday I went to my milliner, and this milliner of mine showed me a hat that Smithson ordered to be sent to Milan... yes... because his painter has been in Milan for five days now.

"Come a Milano"? "Just like in Milan"? ripetè Leo stupito. repeated Leo, surprised.

"Ma sì" intervenne Michele, "non lo sai?... "But of course," intervened Michele, "don't you know?"... hanno anticipato il vernissage della sua mostra personale." they anticipated the opening of his solo exhibition.

"Dunque vada dalla Smithson": ora la madre sorrideva velenosamente; "ci vada, ma ho paura che anche a prender subito il treno, magari pure l'aeroplano, non arriva in tempo..." Tacque per un istante, l'uomo non rispondeva, e quasi spaventata Carla osservava attentamente sua madre: "Caro lei, le bugie hanno le gambe corte'" ella continuò; "invece vuole che glielo dica io chi è questa famosa signora a cui ella deve far visita? "So go to Smithson": now the mother was smiling venomously; "go there, but I'm afraid that even by immediately taking the train, maybe even the plane, you won't arrive on time..." She fell silent for a moment, the man didn't respond, and Carla, almost scared, observed her mother carefully: "My dear, lies have short legs," she continued; "instead, do you want me to tell you who this famous lady is that you must visit? Certo non una signora onesta, lei non può conoscerne... qualche donnaccia piuttosto, questo sì, qualche cocotte d'infimo ordine." Certainly not an honest lady, you cannot know... rather some prostitute, this yes, some low-grade cocotte."

Questa volta il pallore di Carla fu così forte che Leo temette per un istante di vederla svenire o dare in una crisi di pianto; ma nulla di questo avvenne: "Mamma, non gridare a questo modo" disse con voce tranquilla la fanciulla; "qualcheduno potrebbe sentire." This time Carla's paleness was so strong that Leo feared for a moment to see her faint or burst into tears; but none of this happened: "Mom, don't shout like that," said the girl calmly; "someone might hear."

Tre colpi di bacchetta risuonarono, la danza ricominciava: "Allora Leo" ella soggiunse, "vogliamo ballare?" Three wand hits echoed, the dance resumed: "So Leo," she added, "do we want to dance?"

Andarono verso il ballo l'uno dietro l'altra, tra la gente seduta; quel pallore che l'uomo aveva osservato non lasciava le guance di Carla, mentre ella avanzava tra i tavolini loquaci, e una specie di rigida dignità era sul suo volto; ma tra la folla, prima di appoggiarsi al suo compagno, alzò la testa: "S'intende Leo" disse con fermezza e quasi, gli parve, a denti stretti; "che questa sera vengo da te... aspettami senz'altro." They went towards the dance one after the other, among the seated people; that paleness that the man had noticed did not leave Carla's cheeks, as she advanced among the chatty tables, and a kind of rigid dignity was on her face; but in the crowd, before leaning on her companion, she raised her head: "Of course Leo," she said firmly and almost, he thought, through clenched teeth; "tonight I am coming to you... wait for me for sure." "Sul serio?" "Seriously?"

"Serissimo." "Dead serious." La voce era già cambiata, non era più ferma ma tremante, si sarebbe detto che respiro e fiducia le mancassero insieme. The voice had already changed, it was no longer steady but trembling, it seemed like breath and confidence were lacking at the same time. "Ma ora" ella soggiunse "non parlarmi più...: voglio soltanto ballare." "But now", she added, "don't talk to me anymore...: I just want to dance."

Ballarono; Leo sosteneva la vita della fanciulla con tutta la forza del suo braccio, una leggerezza, un ardore insolito gli mettevano le ali ai piedi e sebbene lo spazio fosse angusto e molta la folla, si sforzava di eseguire i più difficili passi. They danced; Leo supported the girl's waist with all the strength of his arm, an unusual lightness, an unusual ardor put wings on his feet and although the space was narrow and the crowd was thick, he tried to perform the most difficult steps. "Questa volta ti ho" pensava, "ti ho." "This time I have you", he thought, "I have you." Una triste confusione era invece nell'anima della fanciulla: ballava a malincuore, avrebbe voluto uscire da quella folla, sedersi sola in un angolo, chiudere gli occhi; in continuo movimento, il carosello dei ballerini girava davanti ai suoi occhi: facce di uomini, di donne, immobili, serie, sorridenti; la musica era trionfale, vittoriosa ma non senza un piccolo tremante accordo di tristezza, del resto molto comune, che ogni tanto tornava con insistenza: facce e musica, a forza di vederle e di sentirla la testa le girava. Instead, a sad confusion was in the soul of the girl: she danced reluctantly, she wanted to leave that crowd, sit alone in a corner, close her eyes; in constant movement, the carousel of dancers spun in front of her eyes: faces of men, women, still, serious, smiling; the music was triumphant, victorious but not without a small trembling chord of sadness, quite common, which occasionally returned insistently: faces and music, from seeing them and hearing it so much her head was spinning.

Ora la danza era finita; le coppie tornavano ai loro posti; tornarono anche la madre e Michele agramente litigandosi: "Mai più ballerò con te" ripeteva Mariagrazia indignata. Now the dance was over; the couples returned to their seats; the mother and Michele also returned, bitterly quarreling: "I will never dance with you again," Mariagrazia repeated indignantly.

"Di che cosa si tratta?" "What is this about?" domandò Leo con autorità. Leo asked authoritatively.

"Mai più" continuò la madre: "s'immagini che tutti ci guardavano... chissà cosa avranno pensato... era terribile... ha ballato come... come...", ella cercò un epiteto e nel disordine del suo sdegno non lo trovò; "come un ladro." "Never again," continued the mother: "imagine everyone was watching us... who knows what they must have thought... it was terrible... she danced like... like...", she searched for an epithet and in the confusion of her anger couldn't find it; "like a thief."

"Ah! "Ah! veramente?" esclamò Leo stupefatto. exclaimed Leo, astonished.

"Come uno scostumato" rettificò la madre con dignità. "Like an immoral person," the mother corrected with dignity.

"E di grazia" domandò il ragazzo sorridendo con sforzo; " di grazia come ballano i ladri?... "And I wonder," the boy asked with a forced smile; "I wonder how thieves dance?... e in questa compagnia il ladro chi è... io o qualchedun altro?..." and in this company who is the thief... me or someone else?..."

"Ma taci" supplicò la madre guardandosi intorno. "But hush" begged the mother looking around.

"Ma no" insistette Michele; "in ogni caso io ballo come un derubato... alleggerito da ogni peso terreno, tutto passione e trasporto... Invece per sapere come ballano i ladri, bisogna che tu vada con qualchedun altro... sicuro" egli ribadì guardando fissamente Leo, "con qualchedun altro." "But no" insisted Michele; "in any case I dance like a robbed man... relieved of every earthly burden, all passion and transport... Instead to know how thieves dance, you need to go with someone else... for sure" he reiterated, looking fixedly at Leo, "with someone else."

Per un istante Leo immobile tra le due donne ansiose non parlò; poi sorrise: "Io credo" disse alzandosi, "che a te Michele sia veramente successo qualche cosa...; per questo sarà meglio che tu te ne vada... a meno che tu non voglia che me ne vada io." For a moment Leo stood still between the two anxious women and did not speak; then he smiled: "I believe" he said, getting up, "that something has really happened to you, Michele...; so it's better that you leave... unless you want me to leave."

"Sì Michele, vattene" supplicò la madre; egli la guardò. "Yes, Michele, please go" begged the mother; he looked at her. "Dunque" gli scappò di bocca, "tu preferisci mandar via tuo figlio piuttosto che un estraneo come Leo?" "So" it slipped out of his mouth, "you'd rather send away your son than a stranger like Leo?" "Ma se è Leo che ci ha invitati?!" "But if it's Leo who invited us?!"

Niente da rispondere: "ha ragione" pensò Michele, "è Leo che ha pagato"; guardò davanti a sé: la grande sala bassa assordava col brusio delle conversazioni, tutti quei gruppi di gente, le donne dipinte e con le gambe accavalciate e scoperte, gli uomini seduti in atteggiamenti disinvolti, con la sigaretta in bocca, tutti quei gruppi, mangiavano, bevevano, parlavano, noncuranti: i negri accordavano i loro strumenti laggiù sotto le palme; niente da rispondere. " No need to reply: "he's right," thought Michele, "it's Leo who paid"; he looked ahead: the large, low room was deafening with the buzz of conversations, all those groups of people, the women painted and with their legs crossed and bare, the men sitting casually, with a cigarette in their mouth, all those groups, eating, drinking, talking, indifferent: the black musicians were tuning their instruments down there under the palms; no need to reply. Hai ragione" disse alfine "me ne vado... divertiti... il ladro se ne va"; e se ne andò. "You're right," he finally said, "I'm leaving... have fun... the thief is leaving"; and he left.

Fuori continuava a piovere: "ladro, ladro," si ripeteva Michele senza sdegno, con una specie di falsa esaltazione; "ha tentato anche di rubarmi Lisa... e poi chi è il ladro? Outside it kept raining: "thief, thief," Michele repeated without any indignation, with a sort of false elation; "he even tried to steal Lisa from me... so who is the thief? "; ma pochi minuti dopo con proprio stupore dovette accorgersi di non essere affatto adirato; tranquillissimo invece; nessuna azione di Leo, per quanto malvagia, riusciva a scuotere la sua indifferenza; dopo un falso scoppio di odio, egli finiva sempre per ritrovarsi come ora, con la testa vuota, un poco inebetito, leggerissimo. "; but a few minutes later, to his surprise, he realized he was not angry at all; instead, he was very calm; no action by Leo, no matter how evil, could shake his indifference; after a false outburst of hatred, he always ended up finding himself like now, with an empty head, a little stunned, very light.

I marciapiedi erano affollati, la strada rigurgitava di veicoli, era il momento del massimo traffico; senza ombrello sotto la pioggia, Michele camminava con lentezza come se fosse stata una giornata di sole, guardando oziosamente le vetrine dei negozi, le donne, le réclames luminose sospese nell'oscurità; ma per quanti sforzi facesse non gli riusciva d'interessarsi a questo vecchio spettacolo della strada; l'angoscia che l'aveva invaso senza ragione, mentre se ne andava attraverso i saloni vuoti dell'albergo, non lo lasciava; la propria immagine, quel che veramente era e non poteva dimenticar di essere, lo perseguitava; ecco, gli pareva di vedersi: solo, miserabile, indifferente. The sidewalks were crowded, the street was overflowing with vehicles, it was rush hour; without an umbrella in the rain, Michele walked slowly as if it were a sunny day, lazily looking at shop windows, women, bright advertisements suspended in the darkness; but no matter how hard he tried, he couldn't bring himself to be interested in this old street spectacle; the anguish that inexplicably invaded him, as he walked through the empty halls of the hotel, did not leave him; his own image, what he truly was and could not forget to be, haunted him; here, he felt like he saw himself: alone, miserable, indifferent.

Gli venne il desiderio di entrare in un cinematografo; ce n'era uno su quella strada, assai lussuoso, il quale sulla porta di marmo ostentava una girandola luminosa in continuo movimento. He felt the desire to enter a cinema; there was one on that street, very luxurious, which displayed a continuously moving luminous sign on the marble door. Michele si avvicinò, guardò le fotografie: roba cinese fatta in America; troppo stupido; accese una sigaretta, riprese il suo cammino senza fiducia, sotto la pioggia, tra la folla; poi buttò via la sigaretta: niente da fare. Michele approached, looked at the photos: Chinese stuff made in America; too stupid; he lit a cigarette, resumed his journey without confidence, in the rain, among the crowd; then he threw away the cigarette: no use.

Ma intanto l'angoscia aumentava, su questo non c'era dubbio; già ne conosceva la formazione: prima una vaga incertezza, un senso di sfiducia, di vanità, un bisogno di affaccendarsi, di appassionarsi; poi, pian piano, la gola secca, la bocca amara, gli occhi sbarrati, il ritorno insistente nella sua testa vuota di certe frasi assurde, insomma una disperazione furiosa e senza illusioni. But meanwhile the anguish increased, there was no doubt about it; he already knew its formation: first a vague uncertainty, a sense of distrust, of vanity, a need to keep busy, to get passionate; then, slowly, the dry throat, the bitter mouth, the wide eyes, the insistent return of certain absurd phrases in his empty head, in short a furious and disillusioned despair. Di questa angoscia, Michele aveva un timore doloroso: avrebbe voluto non pensarci, e come ogni altra persona, vivere minuto per minuto, senza preoccupazioni, in pace con se stesso e con gli altri; "essere un imbecille" sospirava qualche volta; ma quando meno se l'aspettava una parola, un'immagine, un pensiero lo richiamavano all'eterna questione; allora la sua distrazione crollava, ogni sforzo era vano, bisognava pensare. Michele had a painful fear of this anguish: he wished he could avoid thinking about it, and like everyone else, live minute by minute, without worries, at peace with himself and others; "being an imbecile" he would sometimes sigh; but then a word, an image, a thought would unexpectedly bring him back to the eternal question; then his distraction would collapse, every effort was in vain, he had to think.

Quel giorno, mentre se ne andava passo passo lungo i marciapiedi affollati, lo colpì, guardando in terra alle centinaia di piedi scalpiccianti nella mota, la vanità del suo movimento: "Tutta questa gente" pensò, "sa dove va e cosa vuole, ha uno scopo, e per questo s'affretta, si tormenta, è triste, allegra, vive, io... io invece nulla... nessuno scopo... se non cammino sto seduto: fa lo stesso." That day, as he walked step by step along the crowded sidewalks, he was struck, looking down at the hundreds of feet stomping in the mud, by the vanity of his movement: "All these people" he thought, "know where they are going and what they want, they have a purpose, and that's why they rush, torment themselves, are sad, happy, alive, I... I instead nothing... no purpose... if I don't walk I sit: it's the same." Non staccava gli occhi da terra: c'era veramente in tutti quei piedi che calpestavano il fango davanti a lui una sicurezza una fiducia che egli non aveva; guardava, e il disgusto che provava di se stesso aumentava; ecco, egli era dovunque così, sfaccendato, indifferente; questa strada piovosa era la sua vita stessa, percorsa senza fede e senza entusiasmo, con gli occhi affascinati degli splendori fallaci delle pubblicità luminose. He didn't take his eyes off the ground: there was truly in all those feet trampling the mud in front of him a confidence, a trust that he didn't have; he looked, and the disgust he felt for himself increased; here, he was always like that, idle, indifferent; this rainy street was his very life, traversed without faith and without enthusiasm, with the fascinated eyes of the false splendors of bright advertisements.

"Fino a quando?" "How long?" Alzò gli occhi verso il cielo; le stupide girandole erano là, in quella nera oscurità superiore; una raccomandava una pasta dentifricia, un'altra una vernice per le scarpe. He raised his eyes to the sky; the stupid revolving signs were there, in that black upper darkness; one recommended a toothpaste, another a shoe paint. Riabbassò la testa; i piedi non cessavano il loro movimento, il fango schizzava da sotto i tacchi, la folla camminava. He lowered his head again; his feet did not stop moving, the mud splashed from under the heels, the crowd walked. "E io dove vado?" "And where do I go?" si domandò ancora; si passò un dito nel colletto: "cosa sono? he asked himself again; he ran a finger around his collar: "What am I? perché non correre, non affrettarmi come tutta questa gente? why not run, not hurry like all these people? perché non essere un uomo istintivo, sincero? why not be an instinctive, sincere man? perché non aver fede?" why not have faith? L'angoscia l'opprimeva: avrebbe voluto fermare uno di quei passanti, prenderlo per il bavero, domandargli dove andasse, perché corresse a quel modo; avrebbe voluto avere uno scopo qualsiasi, anche ingannevole, e non scalpicciare così, di strada in strada, fra la gente che ne aveva uno. The anxiety oppressed him: he wanted to stop one of those passersby, grab him by the collar, ask him where he was going, why he was running like that; he wanted to have any purpose, even deceptive, and not wander like that, from street to street, among people who had one. "Dove vado? "; un tempo, a quel che pareva, gli uomini conoscevano il loro cammino dai primi fino agli ultimi passi; ora no; la testa nel sacco; oscurità; cecità; ma bisognava pure andare in qualche luogo; dove? "; once, it seems, men knew their way from the first to the last steps; not now; head in the bag; darkness; blindness; but they still had to go somewhere; where? Michele pensò di andare a casa sua. Michele thought of going home.

Gli venne una subita fretta; ma la strada rigurgitava di veicoli, i quali, troppo numerosi, avanzavano lentamente lungo i marciapiedi; impossibile attraversare; sotto la pioggia diagonale, tra le facciate nere e illuminate delle case, le automobili, in due file opposte, l'una ascendente e l'altra discendente, aspettavano di sciogliersi e di balzare avanti; anch'egli aspettò. He suddenly felt a rush; but the street was overflowing with vehicles, which, too numerous, moved slowly along the sidewalks; impossible to cross; under the diagonal rain, between the dark and illuminated facades of the houses, the cars, in two opposite lines, one ascending and the other descending, waited to untangle and jump forward; he waited too. Allora tra le altre osservò una macchina più grande e più lussuosa; nell'interno di essa sedeva un uomo che si appoggiava rigidamente contro il fondo e aveva la testa nell'ombra; un braccio gli attraversava il petto, un braccio di donna, e si capiva che ella, sedutagli al lato, gli si era accasciata sulle ginocchia, aggrappandosi con la mano a quelle spalle, come chi vuole supplicare e non osa guardare in faccia; l'uomo immobile e la donna avvinghiata stettero per un istante davanti agli occhi di Michele nella luce bianca dei fanali; poi il veicolo si mosse e avanzò scivolando come un cetaceo tra le altre automobili; egli non vide più che un lumettino rosso fissato sopra la targa dei numeri; pareva un richiamo; e anche questo segno sparì. Among others, she noticed a larger and more luxurious car; inside it sat a man who leaned rigidly against the back and had his head in the shadow; an arm crossed his chest, a woman's arm, and it was clear that she, sitting beside him, had collapsed on his lap, clinging with her hand to his shoulders, as if wanting to supplicate and not daring to look in the face; the motionless man and the entwined woman stood for a moment in front of Michele's eyes in the white light of the headlights; then the vehicle moved and slid forward like a cetacean among the other cars; he only saw a little red light fixed above the license plate; it seemed like a signal; and even this sign disappeared.

Gli restò da questa visione una tristezza nervosa e intollerabile; egli non conosceva quell'uomo e quella donna, doveva essere gente di tutt'altro ambiente che il suo, forse stranieri; eppure gli pareva che quella scena gli fosse uscita dall'animo e fosse una delle sue ansiose immaginazioni, incorporata e offerta ai suoi occhi da qualche superiore volontà; quello era il suo mondo dove si soffriva sinceramente, e si abbracciava delle spalle senza pietà, e si supplicava invano, non questo limbo pieno di fracassi assurdi, di sentimenti falsi, nel quale, figure storte e senza verità, si agitavano sua madre, Lisa, Carla, Leo, tutta la sua gente; egli avrebbe potuto odiar veramente quell'uomo, veramente amare quella donna; ma lo sapeva, era inutile sperare, quella terra promessa gli era proibita, né l'avrebbe mai raggiunta. He was left with a nervous and unbearable sadness from this vision; he did not know that man and woman, they must have been people from a completely different environment than his, perhaps foreigners; and yet it seemed to him that that scene had come out of his soul and was one of his anxious imaginations, incorporated and offered to his eyes by some superior will; that was his world where one suffered sincerely, and embraced shoulders without mercy, and begged in vain, not this limbo full of absurd noises, false feelings, in which, twisted and untrue figures, his mother, Lisa, Carla, Leo, all his people were shaking; he could truly hate that man, truly love that woman; but he knew, it was useless to hope, that promised land was forbidden to him, and he would never reach it.

Intanto una guardia aveva interrotto l'interminabile passaggio, Michele attraversò; in mezzo alla strada provò una specie di capogiro, un intollerabile senso di disagio; allora si tolse il cappello e lasciò che la pioggia cadesse sulla sua testa nuda. Meanwhile, a guard had interrupted the endless procession, Michele crossed; in the middle of the street he felt a kind of dizziness, an unbearable sense of discomfort; then he took off his hat and let the rain fall on his bare head.

Quel che sentiva non avrebbe saputo dirlo, un gran numero di desideri indefiniti ribolliva nella sua anima, il tormento del pensiero gli dava una sofferenza anche fisica. What he felt he would not have been able to say, a great number of undefined desires seethed in his soul, the torment of thought gave him even physical pain. Un taxi libero gli passò a portata di mano; salì, diede l'indirizzo di casa sua; ma gli restava il ricordo di quei due, l'uomo e la donna avvinghiati nella loro lussuosa macchina: "Sapere dove sono andati" pensò quasi seriamente; "dare al conduttore il loro indirizzo, andar da loro, pregarli di prendermi con loro..." Queste assurdità e le immaginazioni che le accompagnavano lo calmarono un poco; però, ad ogni scossa della corsa, gli pareva di destarsi da qualche sogno irraggiungibile e capiva con amarezza che queste fantasticherie non avrebbero trasformato neppure in minima parte la realtà in cui viveva. A free taxi passed within reach; he got in, gave the driver his home address; but the memory of those two remained, the man and the woman entwined in their luxurious car: "Knowing where they went" he almost seriously thought; "giving the driver their address, going to them, asking them to take me with them..." These absurdities and the accompanying imaginations calmed him a little; however, with each jolt of the ride, he felt like waking up from some unattainable dream and understood bitterly that these fantasies would not in any way transform the reality in which he lived.