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Veleno, Episodio 7 - Il mare si allontana (1)

Episodio 7 - Il mare si allontana (1)

Live Pablo studio:

Grazie Enzino… ok...

Gipo ci sei? Stiamo registrando? Ok…

Ci siamo chiesti molte volte quanto fosse giusto raccontare la vicenda che abbiamo chiamato ‘Veleno'.

E' una domanda che continuiamo a farci ancora oggi.

Qualche sera fa, mentre stavamo lavorando a questa ultima puntata, ci è arrivata la mail di una donna molto vicina ad uno dei 16 bambini allontanati dalle famiglie tra il 1997 e il 1998.

Oggi quel bambino ha trent'anni.

“L'unica cosa che so per certo” , ci ha scritto, “è quanto dolore questa inchiesta sta facendo emergere nuovamente negli animi delle vere vittime di questa faccenda: i bambini protagonisti della storia.”

La donna si domandava quale fosse il nostro scopo, e tra le righe ci chiedeva se non ci sentissimo in colpa per aver riaperto una ferita che da anni tutti loro cercano a fatica di ricucire.

Vogliamo rispondere direttamente a quei bambini.

Cari Marta, Elisa, Nick, Stella, Margherita, Cristina, Roberto, Veronica, Pietro, Federico, Aurora, Alessandro, Sonia, Melania, Marco, e caro Dario…

Vi chiediamo scusa.

Ma se abbiamo fatto tutto questo è perché crediamo che poter scegliere di conoscere il lato B di questa storia sia un diritto vostro, e delle famiglie dalle quali siete stati allontanati.

Ci siamo imposti di rispettare la vostra privacy e la nuova vita che vi siete costruiti.

Ma non potevamo ignorare le anomalie e le contraddizioni nascoste dietro alle decisioni che hanno segnato questo caso, e stravolto la vostra infanzia.

Oggi siete adulti.

Siete liberi di decidere se riaprire questa scatola e guardare le cose con occhi diversi.

Oppure lasciarla in soffitta e andare avanti.

Veleno è per voi.

SIGLA

Il 16 gennaio 2016 per Dario era probabilmente un sabato come un altro. Sveglia tardi e una giornata di cazzeggio davanti.

Era uscito di casa con la faccia ancora assonnata per portare fuori il cane.

Si era infilato una felpa e una giacca a vento.

Faceva freddo. Piovigginava.

Lo abbiamo seguito per alcune centinaia di metri lungo una stradina sterrata.

Eravamo emozionati. Lo cercavamo da mesi. E avevamo un milione di domande da fargli.

Dario si era fermato a due passi da un ruscello e aveva slegato il cane.

Live Alessia: Ciao! Piacere, Alessia…

Live Dario: Ciao...

Live Alessia: Scusa, siamo un po ' affannati… Come stai, tutto a posto? Noi ti sembreremo pazzi che incrociamo la gente per caso così… e...

Live Dario: No, stai tranquilla…

Sembrava tranquillo, anche se era un po' spiazzato.

Dopotutto eravamo due sconosciuti che sapevano il suo nome e conoscevano il suo indirizzo.

Live Pablo: Siamo veramente le persone più innocue del mondo…

Live Dario: No, vabbe', mica c'ho paura…

Live Alessia: E ci mancherebbe!

Live Pablo: No, vabbe', però capito, arrivano due...

Live Dario: Però… come fate a sapere chi sono io…

Live Pablo: Allora… adesso ti spiego…

Gli abbiamo detto dell'inchiesta che stavamo realizzando.

Sapevamo tutto sulla sua infanzia, sull'allontanamento, sulle vicende giudiziarie, e sulle sue dichiarazioni agli psicologi e ai giudici.

Però non avevamo mai sentito direttamente la sua versione dei fatti.

Live Alessia: E quindi abbiamo deciso “Oh, sai che c'è'?”... incontriamolo, conosciamolo questo ragazzo di cui abbiamo letto solo sulla carta….

Ovviamente non potevamo presentarci e puntargli il microfono in faccia, perciò lo abbiamo nascosto in tasca. L'audio che segue quindi in molti punti è disturbato, e per ovvi motivi abbiamo voluto modificare la sua voce.

Onestamente eravamo convinti che Dario ci mandasse via, un po' come avevano fatto quasi tutti gli altri ragazzi coinvolti.

Ma lui ci ha sorpresi.

Dario voleva parlare. E senza che noi gli chiedessimo nulla, ci ha subito confessato un dubbio che lo assilla da anni.

Live Dario: Boh, io sinceramente non sono più sicuro di quello che è successo o non è successo… tanto… vabbe' a me mi hanno allontanato che ero piccolo, hai capito, quindi… poi molti psicologi cercano anche di farti dire quello che vogliono loro, capito, per i soldi, quindi non sono neanche più sicuro di tutta…

Live Pablo: Veramente?

Live Dario: Alcuni ricordi ci sono, ma non so se sono reali o meno… cioè da un bambino tiri fuori quello che vuoi…

Il bambino zero che aveva parlato di abusi, rituali satanici e omicidi, e dai cui racconti era partita un'escalation di arresti, condanne, allontanamenti e morti, ora, a distanza di vent'anni, sospetta di essere stato manipolato, e mette in dubbio i suoi stessi ricordi e le sue stesse parole.

Live Dario: Gli abusi me li ricordo…spezzettoni…

Live Pablo: Di altre cose?

Live Dario: Sì

Live Pablo: Il ricordo che ti ha sempre perseguitato qual è stato?

Live Dario: Boh l'abbandono… è uno... quando comunque mi han portato in un posto e non si sono neanche fermati a dirmi cosa stava succedendo…...quando mi han portato al Cenacolo.

Live Pablo: Al Cenacolo, sì...

Live Alessia: Che eri piccolino, eri...

Un bambino allontanato e abbandonato senza spiegazioni. E' il ricordo indelebile che Dario si porta ancora dentro da quando aveva 3 anni. Tutto il resto è nebbia.

Live Alessia: Tu te lo ricordi di essere stato in un cimitero?

Live Dario: Me lo ricordo, ma cioè le mura, le murature tipo in pietra… però… cioè non sai neanche se era un cimitero o era una vecchia casa abbandonata, hai capito...

Cioè io mi ricordo vagamente delle cose che… tutti sti lumini rossi cioè…una vetrata colorata... però avevo 3 anni...

Dario è convinto che gli abusi sessuali nella sua famiglia naturale siano avvenuti, mentre dei cimiteri e dei rituali satanici conserva solo dei flash, confusi e sfocati.

Live Pablo: Per esempio, tu pensi di averli ammazzati davvero dei bambini al cimitero?

Live Dario: Io il ricordo ce l'ho, perché fino a 5 anni fa mi martellava…

Dario dice: “Io il ricordo ce l'ho, perché fino a 5 anni fa mi martellava…”

Live Pablo: Quello di aver ammazzato un bambino al cimitero?

Live Dario: Sì

Dario risponde di sì.

Ormai però niente di quello che lui ricorda di quegli anni terrificanti può essere ritenuto del tutto credibile.

E' stato davvero abusato dai suoi familiari?

O è solo il residuo di un incubo, come quello nel quale aveva ucciso un bambino?

Mille domande che non avranno mai risposta.

Dario ci ha raccontato il suo mondo: a 27 anni non ha un lavoro fisso, e ha trascorso gran parte della sua vita a combattere con i fantasmi che lo perseguitano da quando ne aveva 5.

Live Pablo: Però tu lo sai che non è mai stato trovato nessun morto, te l'han detta sta roba vero?

Live Dario: No...

Live Pablo: Come no?

Live Dario: Cioè io so più o meno che han preso la gente, l'han messa in carcere… ma che non hanno mai trovato niente nessuno me l'ha mai detto...

Nessuno gliel'ha mai detto.

Fino al giorno in cui lo abbiamo incontrato, Dario ha creduto ad una storia mai accaduta, come uno di quei soldati giapponesi rimasti da soli su un'isola del Pacifico, a nascondersi da una guerra finita in realtà decenni prima.

Anche lui si è nascosto.

Per anni si è guardato le spalle col timore di essere pedinato da familiari e persone che volevano ucciderlo per vendetta.

I primi a dargli la notizia che era tutto solo nella sua testa siamo stati noi.

Non gliene ha parlato nemmeno Valeria Donati, che lo ha seguito fino a pochi anni fa.

Dario non ha un bel ricordo di lei. Dopo una lunga terapia durata tutta la sua adolescenza, qualcosa sarebbe andato storto. La psicologa lo avrebbe usato per altri fini, per fare carriera.

I rapporti tra la Donati e la sua famiglia affidataria si sono poi bruscamente interrotti, e dietro a questa rottura, secondo Dario, ci sarebbe una questione di soldi legata a degli affidi.

Ma su questo non ha voluto aggiungere altro.

Live Giacco: Ci credi che quanti bambini che prendono dalla mattina alla sera, che fanno un commercio sui bambini… pagano 300 euro al giorno… è tutto un business di soldi…

Live Lorena: Beh… Quando si parla di potere, denaro e prestigio è tutto detto...

Gli avvocati e le famiglie coinvolte hanno sempre sostenuto che dietro agli allontanamenti dei bambini si nascondesse una vera e propria miniera d'oro.

Il giro di soldi legato al sistema degli affidi è un tema molto ricorrente in casi di sottrazione di minori, e una delle grandi ombre sul processo ai diavoli della Bassa Modenese.

Uno dei tanti protagonisti di questa vicenda, cioè il Tribunale dei Minori di Bologna - che ha emesso i decreti di allontanamento per tutti e 16 i bambini di Massa Finalese e Mirandola - è stato più volte criticato nel corso degli anni per i metodi utilizzati e per il forte conflitto di interessi dietro a questa pratica.

E' il motivo per cui Francesco Morcavallo, un giovane giudice che lavorava proprio in quel tribunale, ha deciso di abbandonare la toga nel 2013, dopo 4 anni di servizio.

La sua non è stata una scelta facile.

Live Morcavallo: Le motivazioni prevalenti riguardano la, diciamo, facilità con cui venivano troppo spesso allontanati bambini o ragazzi dalle loro famiglie...

Alla base di questi allontanamenti secondo Morcavallo ci sarebbe un problema di fondo...

Live Morcavallo: Il pregiudizio nei confronti delle famiglie che vivono delle difficoltà o economiche o di relazioni sociali o di diversità culturale.

A volte sembra che basti davvero poco per portare via un bambino...

Live Morcavallo: Un disegno, una frase, una frase riferita, o anche solo un livido interpretato come un segno di maltrattamento…

E a quel punto la famiglia si ritrova incastrata tra gli ingranaggi di un congegno burocratico e giuridico infernale.

Perché, anche quando a distanza di anni dovesse poi dimostrare la propria innocenza…

Live Morcavallo: … quel bambino viene mantenuto lontano dai propri familiari non più perché si ipotizzi che abbia subito violenze o abuso, ma perché ormai non li conosce più, diciamo così. Oppure si dice “non è più abituato a stare con loro”, o addirittura a volte - motivazione quanto mai singolare - “si trova bene nella famiglia a cui è stato affidato”…

… oppure, brutalmente, perché quel bambino ha un valore economico.

E qui entriamo nella zona grigia del sistema.

A decidere le sorti di un bambino, nelle aule di un tribunale dei minori, e' un collegio di 4 persone: 2 magistrati e 2 giudici onorari, ovvero professionisti del settore privato con competenze specifiche, come psicologi, medici o educatori di case famiglia.

Live Morcavallo: Alcuni di questi giudici onorari risultano contemporaneamente fare i giudici nei Tribunali per i Minorenni e contemporaneamente sono o gestori di case famiglia o strutture comunitarie per minorenni, o lavorano in queste strutture, in un patologico e macroscopico conflitto di interessi.

A volte i fondi che Comuni e Regioni assegnano a strutture private e case

famiglia raggiungono cifre astronomiche.

Live Morcavallo: … 400 euro al giorno.

Live Pablo: 400 euro al giorno per ogni bambino?

Live Morcavallo: … per ogni bambino.

Ovviamente, e torniamo a ripeterlo, quello degli abusi e dei maltrattamenti è un problema importante, e il lavoro fatto da centri, educatori e assistenti sociali è fondamentale e assolutamente necessario in una società civile.

Così come, però, sembrano necessarie alcune riforme che salvaguardino gli stessi bambini e le loro famiglie da potenziali speculazioni.

Ne parliamo con uno dei maggiori esperti in Italia di psicologia giuridica, Giovanni Battista Camerini:

Live Camerini: Psichiatra, esperto in psichiatria forense dell'età evolutiva

Camerini sostiene che all'origine del cosiddetto ‘business degli affidi' ci sia una legge approvata proprio nel periodo in cui è nato il caso della Bassa Modenese, la 285 del 1997.

Live Camerini: … che ha fatto arrivare finanziamenti importanti ai centri che si occupassero di abuso. Sono fioriti centri, spesso gestiti da persone non competenti, per cui in certe situazioni è venuto il legittimo dubbio che ci fossero più persone che si occupavano di bambini maltrattati, che bambini maltrattati. E questi centri son diventati, in molti casi, ovviamente non in tutti i casi per carità, delle specie di ‘abusifici', nel senso che venivano incoraggiate le segnalazioni sulla base di indizi assolutamente inconsistenti.

Indizi che a volte hanno quasi del grottesco.

Live Camerini: Io mi ricordo un caso, devo dire purtroppo molto recente, in cui un sedicente esperto ha accreditato una denuncia di abuso, dicendo che il bambino parlando di un gelato alla menta, aveva chiaramente voluto simbolizzare l'organo genitale maschile, perché è noto che ai bambini non piacciono i gelati alla menta. Ovviamente non posso fare nomi, un notissimo esperto.


Episodio 7 - Il mare si allontana (1) Episode 7 - Das Meer zieht sich zurück (1) Episode 7 - The sea recedes (1) Episodio 7 - El mar retrocede (1) Episode 7 - La mer se retire (1) 第7話「海は後退する」(1) Aflevering 7 - De zee trekt zich terug (1) Episódio 7 - O mar recua (1) Эпизод 7 - Море отступает (1)

__Live Pablo studio:

Grazie Enzino… ok...

Gipo ci sei? Stiamo registrando? Ok…__

Ci siamo chiesti molte volte quanto fosse giusto raccontare la vicenda che abbiamo chiamato ‘Veleno'.

E' una domanda che continuiamo a farci ancora oggi.

Qualche sera fa, mentre stavamo lavorando a questa ultima puntata, ci è arrivata la mail di una donna molto vicina ad uno dei 16 bambini allontanati dalle famiglie tra il 1997 e il 1998.

Oggi quel bambino ha trent'anni.

“L'unica cosa che so per certo” , ci ha scritto, “è quanto dolore questa inchiesta sta facendo emergere nuovamente negli animi delle vere vittime di questa faccenda: i bambini protagonisti della storia.”

La donna si domandava quale fosse il nostro scopo, e tra le righe ci chiedeva se non ci sentissimo in colpa per aver riaperto una ferita che da anni tutti loro cercano a fatica di ricucire.

Vogliamo rispondere direttamente a quei bambini.

Cari Marta, Elisa, Nick, Stella, Margherita, Cristina, Roberto, Veronica, Pietro, Federico, Aurora, Alessandro, Sonia, Melania, Marco, e caro Dario…

Vi chiediamo scusa.

Ma se abbiamo fatto tutto questo è perché crediamo che poter scegliere di conoscere il lato B di questa storia sia un diritto vostro, e delle famiglie dalle quali siete stati allontanati.

Ci siamo imposti di rispettare la vostra privacy e la nuova vita che vi siete costruiti.

Ma non potevamo ignorare le anomalie e le contraddizioni nascoste dietro alle decisioni che hanno segnato questo caso, e stravolto la vostra infanzia.

Oggi siete adulti.

Siete liberi di decidere se riaprire questa scatola e guardare le cose con occhi diversi.

Oppure lasciarla in soffitta e andare avanti.

Veleno è per voi.

**SIGLA**

Il 16 gennaio 2016 per Dario era probabilmente un sabato come un altro. Sveglia tardi e una giornata di cazzeggio davanti.

Era uscito di casa con la faccia ancora assonnata per portare fuori il cane.

Si era infilato una felpa e una giacca a vento.

Faceva freddo. Piovigginava.

Lo abbiamo seguito per alcune centinaia di metri lungo una stradina sterrata.

Eravamo emozionati. Lo cercavamo da mesi. E avevamo un milione di domande da fargli.

Dario si era fermato a due passi da un ruscello e aveva slegato il cane.

__Live Alessia: Ciao! Piacere, Alessia…

Live Dario: Ciao...

Live Alessia: Scusa, siamo un po ' affannati… Come stai, tutto a posto? Noi ti sembreremo pazzi che incrociamo la gente per caso così… e...

Live Dario: No, stai tranquilla…__

Sembrava tranquillo, anche se era un po' spiazzato.

Dopotutto eravamo due sconosciuti che sapevano il suo nome e conoscevano il suo indirizzo.

__Live Pablo: Siamo veramente le persone più innocue del mondo…

Live Dario: No, vabbe', mica c'ho paura…

Live Alessia: E ci mancherebbe!

Live Pablo: No, vabbe', però capito, arrivano due...

Live Dario: Però… come fate a sapere chi sono io…

Live Pablo: Allora… adesso ti spiego…__

Gli abbiamo detto dell'inchiesta che stavamo realizzando.

Sapevamo tutto sulla sua infanzia, sull'allontanamento, sulle vicende giudiziarie, e sulle sue dichiarazioni agli psicologi e ai giudici.

Però non avevamo mai sentito direttamente la sua versione dei fatti.

__Live Alessia: E quindi abbiamo deciso “Oh, sai che c'è'?”... incontriamolo, conosciamolo questo ragazzo di cui abbiamo letto solo sulla carta….__

Ovviamente non potevamo presentarci e puntargli il microfono in faccia, perciò lo abbiamo nascosto in tasca. L'audio che segue quindi in molti punti è disturbato, e per ovvi motivi abbiamo voluto modificare la sua voce.

Onestamente eravamo convinti che Dario ci mandasse via, un po' come avevano fatto quasi tutti gli altri ragazzi coinvolti.

Ma lui ci ha sorpresi.

Dario voleva parlare. E senza che noi gli chiedessimo nulla, ci ha subito confessato un dubbio che lo assilla da anni.

__Live Dario: Boh, io sinceramente non sono più sicuro di quello che è successo o non è successo… tanto… vabbe' a me mi hanno allontanato che ero piccolo, hai capito, quindi… poi molti psicologi cercano anche di farti dire quello che vogliono loro, capito, per i soldi, quindi non sono neanche più sicuro di tutta…

Live Pablo: Veramente?

Live Dario: Alcuni ricordi ci sono, ma non so se sono reali o meno… cioè da un bambino tiri fuori quello che vuoi…__

Il bambino zero che aveva parlato di abusi, rituali satanici e omicidi, e dai cui racconti era partita un'escalation di arresti, condanne, allontanamenti e morti, ora, a distanza di vent'anni, sospetta di essere stato manipolato, e mette in dubbio i suoi stessi ricordi e le sue stesse parole.

__Live Dario: Gli abusi me li ricordo…spezzettoni…

Live Pablo: Di altre cose?

Live Dario: Sì

Live Pablo: Il ricordo che ti ha sempre perseguitato qual è stato?

Live Dario: Boh l'abbandono… è uno... quando comunque mi han portato in un posto e non si sono neanche fermati a dirmi cosa stava succedendo…...quando mi han portato al Cenacolo.

Live Pablo: Al Cenacolo, sì...

Live Alessia: Che eri piccolino, eri...__

Un bambino allontanato e abbandonato senza spiegazioni. E' il ricordo indelebile che Dario si porta ancora dentro da quando aveva 3 anni. Tutto il resto è nebbia.

__Live Alessia: Tu te lo ricordi di essere stato in un cimitero?

Live Dario: Me lo ricordo, ma cioè le mura, le murature tipo in pietra… però… cioè non sai neanche se era un cimitero o era una vecchia casa abbandonata, hai capito...__

Cioè io mi ricordo vagamente delle cose che… tutti sti lumini rossi cioè…una vetrata colorata... però avevo 3 anni...

Dario è convinto che gli abusi sessuali nella sua famiglia naturale siano avvenuti, mentre dei cimiteri e dei rituali satanici conserva solo dei flash, confusi e sfocati.

__Live Pablo: Per esempio, tu pensi di averli ammazzati davvero dei bambini al cimitero?

Live Dario: Io il ricordo ce l'ho, perché fino a 5 anni fa mi martellava…

Dario dice: “Io il ricordo ce l'ho, perché fino a 5 anni fa mi martellava…”

Live Pablo: Quello di aver ammazzato un bambino al cimitero?

Live Dario: Sì__

Dario risponde di sì.

Ormai però niente di quello che lui ricorda di quegli anni terrificanti può essere ritenuto del tutto credibile.

E' stato davvero abusato dai suoi familiari?

O è solo il residuo di un incubo, come quello nel quale aveva ucciso un bambino?

Mille domande che non avranno mai risposta.

Dario ci ha raccontato il suo mondo: a 27 anni non ha un lavoro fisso, e ha trascorso gran parte della sua vita a combattere con i fantasmi che lo perseguitano da quando ne aveva 5.

__Live Pablo: Però tu lo sai che non è mai stato trovato nessun morto, te l'han detta sta roba vero?

Live Dario: No...

Live Pablo: Come no?

Live Dario: Cioè io so più o meno che han preso la gente, l'han messa in carcere… ma che non hanno mai trovato niente nessuno me l'ha mai detto...__

Nessuno gliel'ha mai detto.

Fino al giorno in cui lo abbiamo incontrato, Dario ha creduto ad una storia mai accaduta, come uno di quei soldati giapponesi rimasti da soli su un'isola del Pacifico, a nascondersi da una guerra finita in realtà decenni prima.

Anche lui si è nascosto.

Per anni si è guardato le spalle col timore di essere pedinato da familiari e persone che volevano ucciderlo per vendetta.

I primi a dargli la notizia che era tutto solo nella sua testa siamo stati noi.

Non gliene ha parlato nemmeno Valeria Donati, che lo ha seguito fino a pochi anni fa.

Dario non ha un bel ricordo di lei. Dopo una lunga terapia durata tutta la sua adolescenza, qualcosa sarebbe andato storto. La psicologa lo avrebbe usato per altri fini, per fare carriera.

I rapporti tra la Donati e la sua famiglia affidataria si sono poi bruscamente interrotti, e dietro a questa rottura, secondo Dario, ci sarebbe una questione di soldi legata a degli affidi.

Ma su questo non ha voluto aggiungere altro.

__Live Giacco: Ci credi che quanti bambini che prendono dalla mattina alla sera, che fanno un commercio sui bambini… pagano 300 euro al giorno… è tutto un business di soldi…

Live Lorena: Beh… Quando si parla di potere, denaro e prestigio è tutto detto...__

Gli avvocati e le famiglie coinvolte hanno sempre sostenuto che dietro agli allontanamenti dei bambini si nascondesse una vera e propria miniera d'oro.

Il giro di soldi legato al sistema degli affidi è un tema molto ricorrente in casi di sottrazione di minori, e una delle grandi ombre sul processo ai diavoli della Bassa Modenese.

Uno dei tanti protagonisti di questa vicenda, cioè il Tribunale dei Minori di Bologna - che ha emesso i decreti di allontanamento per tutti e 16 i bambini di Massa Finalese e Mirandola - è stato più volte criticato nel corso degli anni per i metodi utilizzati e per il forte conflitto di interessi dietro a questa pratica.

E' il motivo per cui Francesco Morcavallo, un giovane giudice che lavorava proprio in quel tribunale, ha deciso di abbandonare la toga nel 2013, dopo 4 anni di servizio.

La sua non è stata una scelta facile.

__Live Morcavallo: Le motivazioni prevalenti riguardano la, diciamo, facilità con cui venivano troppo spesso allontanati bambini o ragazzi dalle loro famiglie...__

Alla base di questi allontanamenti secondo Morcavallo ci sarebbe un problema di fondo...

__Live Morcavallo: Il pregiudizio nei confronti delle famiglie che vivono delle difficoltà o economiche o di relazioni sociali o di diversità culturale.__

A volte sembra che basti davvero poco per portare via un bambino...

__Live Morcavallo: Un disegno, una frase, una frase riferita, o anche solo un livido interpretato come un segno di maltrattamento…__

E a quel punto la famiglia si ritrova incastrata tra gli ingranaggi di un congegno burocratico e giuridico infernale.

Perché, anche quando a distanza di anni dovesse poi dimostrare la propria innocenza…

__Live Morcavallo: … quel bambino viene mantenuto lontano dai propri familiari non più perché si ipotizzi che abbia subito violenze o abuso, ma perché ormai non li conosce più, diciamo così. Oppure si dice “non è più abituato a stare con loro”, o addirittura a volte - motivazione quanto mai singolare - “si trova bene nella famiglia a cui è stato affidato”…__

… oppure, brutalmente, perché quel bambino ha un valore economico.

E qui entriamo nella zona grigia del sistema.

A decidere le sorti di un bambino, nelle aule di un tribunale dei minori, e' un collegio di 4 persone: 2 magistrati e 2 giudici onorari, ovvero professionisti del settore privato con competenze specifiche, come psicologi, medici o educatori di case famiglia.

__Live Morcavallo: Alcuni di questi giudici onorari risultano contemporaneamente fare i giudici nei Tribunali per i Minorenni e contemporaneamente sono o gestori di case famiglia o strutture comunitarie per minorenni, o lavorano in queste strutture, in un patologico e macroscopico conflitto di interessi.__

A volte i fondi che Comuni e Regioni assegnano a strutture private e case

famiglia raggiungono cifre astronomiche.

__Live Morcavallo: … 400 euro al giorno.

Live Pablo: 400 euro al giorno per ogni bambino?

Live Morcavallo: … per ogni bambino.__

Ovviamente, e torniamo a ripeterlo, quello degli abusi e dei maltrattamenti è un problema importante, e il lavoro fatto da centri, educatori e assistenti sociali è fondamentale e assolutamente necessario in una società civile.

Così come, però, sembrano necessarie alcune riforme che salvaguardino gli stessi bambini e le loro famiglie da potenziali speculazioni.

Ne parliamo con uno dei maggiori esperti in Italia di psicologia giuridica, Giovanni Battista Camerini:

__Live Camerini: Psichiatra, esperto in psichiatria forense dell'età evolutiva__

Camerini sostiene che all'origine del cosiddetto ‘business degli affidi' ci sia una legge approvata proprio nel periodo in cui è nato il caso della Bassa Modenese, la 285 del 1997.

__Live Camerini: … che ha fatto arrivare finanziamenti importanti ai centri che si occupassero di abuso. Sono fioriti centri, spesso gestiti da persone non competenti, per cui in certe situazioni è venuto il legittimo dubbio che ci fossero più persone che si occupavano di bambini maltrattati, che bambini maltrattati. E questi centri son diventati, in molti casi, ovviamente non in tutti i casi per carità, delle specie di ‘abusifici', nel senso che venivano incoraggiate le segnalazioni sulla base di indizi assolutamente inconsistenti.__

Indizi che a volte hanno quasi del grottesco.

__Live Camerini: Io mi ricordo un caso, devo dire purtroppo molto recente, in cui un sedicente esperto ha accreditato una denuncia di abuso, dicendo che il bambino parlando di un gelato alla menta, aveva chiaramente voluto simbolizzare l'organo genitale maschile, perché è noto che ai bambini non piacciono i gelati alla menta. Ovviamente non posso fare nomi, un notissimo esperto.__