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Veleno, Episodio 5 - La strage dei gatti neri (1)

Episodio 5 - La strage dei gatti neri (1)

Galliera, Romano, Adriana ed Igor, genitori e fratello di Dario, condannati. Federico Scotta, padre di Elisa e Nick, condannato.

Giuliano Morselli e sua moglie Monica Roda, padre e madre di Cristina, condannati.

Santo Giacco, padre di Margherita, assolto.

Lorena e Delfino Covezzi, genitori di Veronica, Pietro, Federico ed Aurora, assolti dopo 16 anni.

Don Giorgio Govoni, assolto dopo la morte.

Questi sono solo alcuni degli oltre 20 imputati che hanno preso parte al processo ‘Pedofili della Bassa Modenese'.

Per ovvi motivi non possiamo raccontarvi la vicenda processuale di ognuno di loro, ci vorrebbero ore, anche perché ci sono stati ben 5 filoni processuali, ognuno con i suoi gradi di giudizio, e quindi rischieremmo di perderci.

Per semplificare però diremo questo.

Il Tribunale di Modena, inizialmente, aveva identificato due reati diversi: gli abusi sessuali commessi in ambito domestico, e le violenze avvenute nei cimiteri.

In primo grado erano stati condannati tutti. Ma i destini si sono divisi quando si è passati al secondo grado.

I giudici della corte d'appello di Bologna, infatti, hanno deciso che le accuse di abusi satanici nei cimiteri non reggevano, per totale mancanza di prove, mentre gli abusi domestici erano veri, ma solo in alcuni casi e solo per alcuni imputati.

E così, c'è chi ha subito dure condanne ed è finito in carcere, per sei mesi o addirittura per 11 anni, come Federico Scotta.

Altri invece sono stati assolti da tutte le accuse, anche se qualcuno - come Lorena - ha dovuto aspettare 16 lunghi anni per sentirsi dire che era innocente.

L'idea che ci siamo fatti quindi, dopo aver letto tutte le carte, è che in questo intricatissimo processo, che qualcuno oggi definisce un ‘colossale pasticcio giudiziario', le condanne e le assoluzioni siano state decise su basi arbitrarie.

Infatti nessuno degli adulti ha mai confessato, né accusato gli altri, e non è mai stata trovata nessuna prova che dimostrasse davvero la loro colpevolezza. Nessuna foto, nessun video, nessun testimone.

Gli unici pilastri dell'accusa sono stati sempre e solo gli stessi: le parole dei bambini, le visite mediche e le perizie psicologiche.

Il destino che però accomuna i genitori - sia condannati che assolti - è che nessuno dei loro 16 figli è mai più tornato a casa.

SIGLA

Live video bambina:

Io ho già fatto la mia parte, adesso…

… Io ho sofferto, però adesso soffrirete voi…

… Cari genitori, voi mi avete fatto del male, molto, e io ho sofferto. Però adesso soffrirete voi…

… adesso soffrirete voi....

Penso di aver messo in play questa frase decine di volte e quando la sento, devo dire che mi dà i brividi. Poche parole, formulate da una bambina di solo dieci anni.

Quando abbiamo iniziato ad occuparci di questa storia, per mesi quei bambini erano come fantasmi per noi. Di loro sapevamo praticamente tutto. Quando erano nati, le malattie che avevano avuto, i voti che prendevano a scuola, e poi le cose terribili che avevano raccontato nei verbali, ormai vent'anni fa.

Ma non li avevamo mai visti né sentiti, a parte le poche frasi dette dalla piccola Margherita sul lato B dell'audiocassetta registrata nel cimitero.

Live Margherita che ritorna: ”Lì ammazzavano dei bambini...”

Per il resto quei piccoli erano fatti di carta. Potevamo solo immaginarli.

Poi, un giorno, è cambiato tutto.

Ero a casa di Giulia, che subito dopo lo sfratto aveva ospitato Dario per alcuni mesi.

Live Dario da piccolo che ritorna: ”Ciao amico...”

Vi ho già raccontato di quanto lei e la sua famiglia si fossero affezionati al bambino, nel breve periodo in cui era stato da loro.

Quando poi Dario aveva iniziato a parlare di abusi e di cimiteri Oddina, la madre di Giulia, che a Massa Finalese conosceva praticamente tutti, aveva cominciato una sua indagine personale su questa storia. Raccoglieva in modo quasi maniacale tutti i giornali, si faceva fotocopiare gli atti, seguiva le udienze. E cercava nuovi testimoni.

Anche lei come altri in paese si era convinta che dietro al processo ai ‘diavoli della Bassa', ci fosse una seconda verità.

Con quell'idea è morta, nel settembre del 2014, e durante la fase finale della sua malattia aveva chiesto alla figlia Giulia di non buttare l'immenso archivio che aveva creato.

In un pomeriggio del settembre 2015, esattamente un anno dopo la sua morte, Giulia ci ha aperto la soffitta di casa.

Era piena di scatoloni impolverati e faldoni ingialliti. Abbiamo passato più di un'ora a spostare cartoni e a sfogliare documenti che però avevamo già letto.

Ma in due scatole non c'erano atti processuali… c'era qualcosa di diverso.

Live Pablo: Scusa e queste cosa sono?

Live Giulia: Sono tutte cassette degli interrogatori che gli assistenti sociali e i pubblici ministeri fanno ai bambini interessati.

Live Pablo: Guarda quante... Cioè lei aveva gli interrogatori dei bambini su cassetta?

Live Giulia: Sì!

Davanti a noi c'erano più di 50 videocassette, ognuna con un'etichetta bianca, con scritta a penna una data e un nome: Marta, Margherita, Cristina, i figli di Lorena...

Live Pablo: E come fate ad avercele voi scusami?

Live Giulia: Non lo so...

Live Pablo: Mamma mia quanta roba!

80 ore di video da guardare, ascoltare e trascrivere. Una mole di lavoro impressionante.

Ci sono volute settimane intere e tanti litri di caffè... Alcuni video erano talmente danneggiati da risultare incomprensibili, ma molti altri per fortuna no.

Erano incidenti probatori e audizioni, in pratica colloqui registrati che i piccoli avevano avuto con gli psicologi e i giudici, e che erano serviti come prova fondamentale per i processi.

E' stata una svolta, totalmente inaspettata.

Incisa su quei nastri c'era una verità che ha messo in discussione tutti gli elementi che avevamo raccolto.

Fino a quel momento, delle accuse di abusi e violenze, avevamo notato soprattutto le stranezze e le incongruenze nei verbali, e non nego che spesso abbiamo pensato che fossero troppo assurde per essere vere.

Ora però, c'erano proprio i bambini a raccontare quelle storie, con i loro volti e le loro voci provenienti dal passato. E all'improvviso tutto sembrava tremendamente reale.

Live video

Live bambina: Queste cose che ti sto per dire sono successe quattro anni e mezzo… quattro anni fa.

Hanno iniziato prima i miei genitori che… il mio papà e la mia mamma che mi hanno fatto, una sera, mi hanno fatto del male.

Live bambina: Mi portava in posti brutti... In un cimitero e in casa di altre persone...

Live bambina: Ci hanno spogliati, picchiati lì in mezzo…

Live bambina: Poi dopo poi c'era il prete… nel senso di dire che lui faceva la messa, però dedicata al diavolo.

Live bambina: … allora è andato a prendere l'ostia, è venuto lì al cimitero e ci ha detto “Gesù non esiste” ha fatto così… “Gesù non esiste”... e queste cose. Poi ci ha parlato del diavolo, che la notte ti viene a prendere…

Lui ci metteva sulla tomba e ci faceva fare delle cose come ballare, fare dei gesti…

Live bambina: Noi avevamo anche dei gatti e noi li uccidevamo. Mio padre il sangue dei gatti ce lo faceva bere a noi.

Live bambina: … Poi a certi bambini gli aprivano qua e veniva fuori tutto il sangue, si vedevano delle sacche. Dopo ce li facevano uccidere. Io ne ho dovuti uccidere cinque… vabbeh, più anche, però in una sera in tutto cinque. Poi io ne ho dovuti uccidere tanti. Però ci andavamo tre volte alla settimana e dopo quelle tre volte alla settimana lì tutte le sere ne dovevo uccidere cinque...

Ascoltare questi racconti ci ha turbati profondamente, soprattutto per alcune descrizioni, che abbiamo preferito non farvi sentire.

Come facevano questi bambini a conoscere dettagli così spinti sul sesso, sulle torture, e sulla morte? Cosa si nascondeva dietro ai genitori che

avevamo visto piangere nella cucina di casa, guardando le fotografie dei figli, o i loro giocattoli?

Dopo aver visto quei video, abbiamo avuto mille dubbi e mille perplessità, ma una volta superato lo shock iniziale le stranezze e le incongruenze che ci hanno spinto a raccontare questa storia, sono riemerse, ancora più evidenti.

Quindici piccoli uccisi a Massa Finalese, ogni settimana, e solo da un bambino. Ma non è mai stato trovato nessun cadavere.

Sangue di gatto dato da bere, oppure iniettato. Una pratica che può essere letale, ma nessuno è mai finito in ospedale.

Torture con bastoni, spranghe e addirittura punteruoli. Ma nessuna maestra, e nessun pediatra, ha mai notato lividi, fratture o ferite.

Com'è possibile? Dove si era mai sentita una storia tanto assurda? Lo avremmo scoperto presto, lontano da Massa Finalese. In un altro tempo, e su un altro continente.

Negli Stati Uniti infatti, infatti, all'inizio degli anni ‘80, un'ondata di isteria collettiva ha attraversato il Paese, con centinaia di denunce, una identica all'altra. Il fenomeno del ‘Satanic Panic', il ‘panico satanista'.

Live: The FBI 1988 Uniform Crime Report indicates that more than 18thousand murder investigations during that year….

Quello dell'asilo McMartin, in California, è sicuramente il caso più famoso.

La vicenda inizia nel 1983, in un sobborgo di Los Angeles, quando una mamma nota degli strani comportamenti nel figlio, e si convince che sia stato abusato all'asilo.

La donna racconta alla polizia una storia piena di particolari bizzarri - sostiene per esempio che uno dei maestri sarebbe addirittura in grado di volare - e nonostante nel suo fascicolo sia presente una diagnosi di schizofrenia, viene comunque creduta.

I genitori parlano tra di loro e con i figli, scatenando un effetto domino.

A centinaia di bambini, intervistati da psicologi e assistenti sociali, viene diagnosticato un trauma psicologico da violenze sessuali.

E una ginecologa riscontra abusi in più dell'80 per cento dei casi.

I racconti si trasformano presto in altro: si parla di persone travestite da diavolo, di rituali satanici, di sacrifici di animali e di bambini costretti a bere il loro sangue. Infine di omicidi.

La situazione è fuori controllo.

Qualche bambino racconta che i maestri li portavano addirittura in aereo nel deserto della California, per violentarli e poi tornare indietro in tempo, prima della chiusura dell'asilo.

Uno di loro sostiene che a presenziare ai rituali ci fosse addirittura Chuck Norris, il celebre Walker Texas Ranger della tv.

Nel 1990, dopo 7 anni, il processo si chiude con una sentenza che ribalta le accuse: verranno tutti definitivamente assolti.

Ma ormai il panico satanista dilaga.

Il caso forse più incredibile accade ad Austin, in Texas nel 1991, in un altro asilo. Quello gestito dalla coppia Dan e Fran Keller.

Fate attenzione alla dinamica, perché per molti versi sembra la fotocopia della storia dei McMartin.

Anche qui una madre nota nella figlia degli strani comportamenti e comincia ad interrogarla, fino a farle confessare gli abusi subiti all'asilo.

Un giovane medico di turno al pronto soccorso riscontra sulla bambina due piccole lesioni molto recenti. Vengono allertati la polizia e gli assistenti sociali.

In pochi giorni altri bambini accusano i Keller di abusi, di portarli in un cimitero, di dissotterrare delle bare, e di essere obbligati a bere sangue animale, alla presenza di persone mascherate che li filmano.

Vi ricorda qualcosa?

Anche qui si parla di un aereo con cui la coppia portava i bambini in basi militari in Messico, per violentarli, e rientrare all'asilo in tempo.

Dan e Fran Keller vengono condannati a 48 anni di carcere.

Nel 2009, però, il medico che aveva visitato la prima bambina, ammetterà che all'epoca dei fatti non era abbastanza esperto per identificare segni specifici di abuso.

La prova che aveva portato alla condanna dei Keller, cade.

Così, nel 2013, dopo 21 anni dietro alle sbarre, marito e moglie, ormai con i capelli bianchi, si riabbracciano fuori dal carcere.

Live Fran Keller: A lot of people will destroy everything you have…

In lacrime Fran racconta oggi che negli anni passati in cella ha subito di tutto.

Live Fran Keller: People throw boiling water at you… people make shanks…

Le altre detenute le tiravano addosso dell'acqua bollente, e in due occasioni era stata violentata.

Live Fran Keller: ...it's bad...

Ovviamente in storie come questa polizia, tribunali e assistenti sociali hanno avuto un ruolo decisivo.

Ma chi più di tutti ha creato il clima di panico satanista dell'epoca sono stati i media, che senza farsi troppe domande, hanno cavalcato l'onda, con intere trasmissioni e speciali sugli abusi rituali.


Episodio 5 - La strage dei gatti neri (1) Episode 5 - Das Massaker an den schwarzen Katzen (1) Episode 5 - The Massacre of the Black Cats (1) Episodio 5 - La masacre de los gatos negros (1) Épisode 5 - Le massacre des chats noirs (1) 第5話「黒猫の大虐殺」(1) Odcinek 5 - Masakra czarnych kotów (1) Episódio 5 - O Massacre dos Gatos Pretos (1) Эпизод 5 - Резня черных котов (1) Avsnitt 5 - Massakern på de svarta katterna (1)

Galliera, Romano, Adriana ed Igor, genitori e fratello di Dario, condannati. Galliera, Romano, Adriana and Igor, parents and brother of Dario, convicted. Federico Scotta, padre di Elisa e Nick, condannato.

Giuliano Morselli e sua moglie Monica Roda, padre e madre di Cristina, condannati. Giuliano Morselli ve eşi Monica Roda, Cristina'nın babası ve annesi mahkum edildi.

Santo Giacco, padre di Margherita, assolto.

Lorena e Delfino Covezzi, genitori di Veronica, Pietro, Federico ed Aurora, assolti dopo 16 anni.

Don Giorgio Govoni, assolto dopo la morte. Don Giorgio Govoni, nach dem Tod freigesprochen. Don Giorgio Govoni, acquitted after his death.

Questi sono solo alcuni degli oltre 20 imputati che hanno preso parte al processo ‘Pedofili della Bassa Modenese'. These are just some of the over 20 defendants who took part in the 'Pedophiles of the Bassa Modenese' trial.

Per ovvi motivi non possiamo raccontarvi la vicenda processuale di ognuno di loro, ci vorrebbero ore, anche perché ci sono stati ben 5 filoni processuali, ognuno con i suoi gradi di giudizio, e quindi rischieremmo di perderci. Aus offensichtlichen Gründen können wir Ihnen nicht die Verfahrensgeschichte von jedem von ihnen erzählen, es würde Stunden dauern, auch weil es 5 Verfahrenslinien gab, jede mit ihren eigenen Beurteilungsgraden, und deshalb würden wir riskieren, uns zu verlaufen. For obvious reasons we cannot tell you the procedural story of each of them, it would take hours, also because there have been as many as 5 procedural strands, each with its own degrees of judgment, and therefore we would risk getting lost.

Per semplificare però diremo questo. To simplify, however, we will say this.

Il Tribunale di Modena, inizialmente, aveva identificato due reati diversi: gli abusi sessuali commessi in ambito domestico, e le violenze avvenute nei cimiteri.

In primo grado erano stati condannati tutti. Ma i destini si sono divisi quando si è passati al secondo grado. But destinies split when it came to the second grade.

I giudici della corte d'appello di Bologna, infatti, hanno deciso che le accuse di abusi satanici nei cimiteri non reggevano, per totale mancanza di prove, mentre gli abusi domestici erano veri, ma solo in alcuni casi e solo per alcuni imputati. The judges of the Bologna court of appeal, in fact, decided that the allegations of satanic abuse in cemeteries did not hold up, due to a total lack of evidence, while domestic abuse was true, but only in some cases and only for some defendants.

E così, c'è chi ha subito dure condanne ed è finito in carcere, per sei mesi o addirittura per 11 anni, come Federico Scotta.

Altri invece sono stati assolti da tutte le accuse, anche se qualcuno - come Lorena - ha dovuto aspettare 16 lunghi anni per sentirsi dire che era innocente. Others, on the other hand, were acquitted of all charges, even if some - like Lorena - had to wait 16 long years to be told they were innocent.

L'idea che ci siamo fatti quindi, dopo aver letto tutte le carte, è che in questo intricatissimo processo, che qualcuno oggi definisce un ‘colossale pasticcio giudiziario', le condanne e le assoluzioni siano state decise su basi arbitrarie.

Infatti nessuno degli adulti ha mai confessato, né accusato gli altri, e non è mai stata trovata nessuna prova che dimostrasse davvero la loro colpevolezza. Nessuna foto, nessun video, nessun testimone.

Gli unici pilastri dell'accusa sono stati sempre e solo gli stessi: le parole dei bambini, le visite mediche e le perizie psicologiche.

Il destino che però accomuna i genitori - sia condannati che assolti - è che nessuno dei loro 16 figli è mai più tornato a casa.

**SIGLA**

__Live video bambina:

Io ho già fatto la mia parte, adesso…

… Io ho sofferto, però adesso soffrirete voi…

… Cari genitori, voi mi avete fatto del male, molto, e io ho sofferto. Però adesso soffrirete voi…

… adesso soffrirete voi....__

Penso di aver messo in play questa frase decine di volte e quando la sento, devo dire che mi dà i brividi. Poche parole, formulate da una bambina di solo dieci anni.

Quando abbiamo iniziato ad occuparci di questa storia, per mesi quei bambini erano come fantasmi per noi. Di loro sapevamo praticamente tutto. Quando erano nati, le malattie che avevano avuto, i voti che prendevano a scuola, e poi le cose terribili che avevano raccontato nei verbali, ormai vent'anni fa.

Ma non li avevamo mai visti né sentiti, a parte le poche frasi dette dalla piccola Margherita sul lato B dell'audiocassetta registrata nel cimitero.

__Live Margherita che ritorna: ”Lì ammazzavano dei bambini...”__

Per il resto quei piccoli erano fatti di carta. Potevamo solo immaginarli.

Poi, un giorno, è cambiato tutto.

Ero a casa di Giulia, che subito dopo lo sfratto aveva ospitato Dario per alcuni mesi.

__Live Dario da piccolo che ritorna: ”Ciao amico...”__

Vi ho già raccontato di quanto lei e la sua famiglia si fossero affezionati al bambino, nel breve periodo in cui era stato da loro.

Quando poi Dario aveva iniziato a parlare di abusi e di cimiteri Oddina, la madre di Giulia, che a Massa Finalese conosceva praticamente tutti, aveva cominciato una sua indagine personale su questa storia. Raccoglieva in modo quasi maniacale tutti i giornali, si faceva fotocopiare gli atti, seguiva le udienze. E cercava nuovi testimoni.

Anche lei come altri in paese si era convinta che dietro al processo ai ‘diavoli della Bassa', ci fosse una seconda verità.

Con quell'idea è morta, nel settembre del 2014, e durante la fase finale della sua malattia aveva chiesto alla figlia Giulia di non buttare l'immenso archivio che aveva creato.

In un pomeriggio del settembre 2015, esattamente un anno dopo la sua morte, Giulia ci ha aperto la soffitta di casa.

Era piena di scatoloni impolverati e faldoni ingialliti. Abbiamo passato più di un'ora a spostare cartoni e a sfogliare documenti che però avevamo già letto.

Ma in due scatole non c'erano atti processuali… c'era qualcosa di diverso.

Live Pablo: Scusa e queste cosa sono?

Live Giulia: Sono tutte cassette degli interrogatori che gli assistenti sociali e i pubblici ministeri fanno ai bambini interessati.

Live Pablo: Guarda quante... Cioè lei aveva gli interrogatori dei bambini su cassetta?

Live Giulia: Sì!

Davanti a noi c'erano più di 50 videocassette, ognuna con un'etichetta bianca, con scritta a penna una data e un nome: Marta, Margherita, Cristina, i figli di Lorena...

__Live Pablo: E come fate ad avercele voi scusami?

Live Giulia: Non lo so...__

__Live Pablo: Mamma mia quanta roba!__

80 ore di video da guardare, ascoltare e trascrivere. Una mole di lavoro impressionante.

Ci sono volute settimane intere e tanti litri di caffè... Alcuni video erano talmente danneggiati da risultare incomprensibili, ma molti altri per fortuna no.

Erano incidenti probatori e audizioni, in pratica colloqui registrati che i piccoli avevano avuto con gli psicologi e i giudici, e che erano serviti come prova fondamentale per i processi.

E' stata una svolta, totalmente inaspettata.

Incisa su quei nastri c'era una verità che ha messo in discussione tutti gli elementi che avevamo raccolto.

Fino a quel momento, delle accuse di abusi e violenze, avevamo notato soprattutto le stranezze e le incongruenze nei verbali, e non nego che spesso abbiamo pensato che fossero troppo assurde per essere vere.

Ora però, c'erano proprio i bambini a raccontare quelle storie, con i loro volti e le loro voci provenienti dal passato. E all'improvviso tutto sembrava tremendamente reale.

__Live video__

__Live bambina: Queste cose che ti sto per dire sono successe quattro anni e mezzo… quattro anni fa.

Hanno iniziato prima i miei genitori che… il mio papà e la mia mamma che mi hanno fatto, una sera, mi hanno fatto del male.

Live bambina: Mi portava in posti brutti... In un cimitero e in casa di altre persone...

Live bambina: Ci hanno spogliati, picchiati lì in mezzo…

Live bambina: Poi dopo poi c'era il prete… nel senso di dire che lui faceva la messa, però dedicata al diavolo.

Live bambina: … allora è andato a prendere l'ostia, è venuto lì al cimitero e ci ha detto “Gesù non esiste” ha fatto così… “Gesù non esiste”... e queste cose. Poi ci ha parlato del diavolo, che la notte ti viene a prendere…__

__Lui ci metteva sulla tomba e ci faceva fare delle cose come ballare, fare dei gesti…__

__Live bambina: Noi avevamo anche dei gatti e noi li uccidevamo. Mio padre il sangue dei gatti ce lo faceva bere a noi.__

__Live bambina: … Poi a certi bambini gli aprivano qua e veniva fuori tutto il sangue, si vedevano delle sacche. Dopo ce li facevano uccidere. Io ne ho dovuti uccidere cinque… vabbeh, più anche, però in una sera in tutto cinque. Poi io ne ho dovuti uccidere tanti. Però ci andavamo tre volte alla settimana e dopo quelle tre volte alla settimana lì tutte le sere ne dovevo uccidere cinque...__

Ascoltare questi racconti ci ha turbati profondamente, soprattutto per alcune descrizioni, che abbiamo preferito non farvi sentire.

Come facevano questi bambini a conoscere dettagli così spinti sul sesso, sulle torture, e sulla morte? Cosa si nascondeva dietro ai genitori che

avevamo visto piangere nella cucina di casa, guardando le fotografie dei figli, o i loro giocattoli?

Dopo aver visto quei video, abbiamo avuto mille dubbi e mille perplessità, ma una volta superato lo shock iniziale le stranezze e le incongruenze che ci hanno spinto a raccontare questa storia, sono riemerse, ancora più evidenti.

Quindici piccoli uccisi a Massa Finalese, ogni settimana, e solo da un bambino. Ma non è mai stato trovato nessun cadavere.

Sangue di gatto dato da bere, oppure iniettato. Una pratica che può essere letale, ma nessuno è mai finito in ospedale.

Torture con bastoni, spranghe e addirittura punteruoli. Ma nessuna maestra, e nessun pediatra, ha mai notato lividi, fratture o ferite.

Com'è possibile? Dove si era mai sentita una storia tanto assurda? Lo avremmo scoperto presto, lontano da Massa Finalese. In un altro tempo, e su un altro continente.

Negli Stati Uniti infatti, infatti, all'inizio degli anni ‘80, un'ondata di isteria collettiva ha attraversato il Paese, con centinaia di denunce, una identica all'altra. Il fenomeno del ‘Satanic Panic', il ‘panico satanista'.

__Live: The FBI 1988 Uniform Crime Report indicates that more than 18thousand murder investigations during that year….__

Quello dell'asilo McMartin, in California, è sicuramente il caso più famoso.

La vicenda inizia nel 1983, in un sobborgo di Los Angeles, quando una mamma nota degli strani comportamenti nel figlio, e si convince che sia stato abusato all'asilo.

La donna racconta alla polizia una storia piena di particolari bizzarri - sostiene per esempio che uno dei maestri sarebbe addirittura in grado di volare - e nonostante nel suo fascicolo sia presente una diagnosi di schizofrenia, viene comunque creduta.

I genitori parlano tra di loro e con i figli, scatenando un effetto domino.

A centinaia di bambini, intervistati da psicologi e assistenti sociali, viene diagnosticato un trauma psicologico da violenze sessuali.

E una ginecologa riscontra abusi in più dell'80 per cento dei casi.

I racconti si trasformano presto in altro: si parla di persone travestite da diavolo, di rituali satanici, di sacrifici di animali e di bambini costretti a bere il loro sangue. Infine di omicidi.

La situazione è fuori controllo.

Qualche bambino racconta che i maestri li portavano addirittura in aereo nel deserto della California, per violentarli e poi tornare indietro in tempo, prima della chiusura dell'asilo.

Uno di loro sostiene che a presenziare ai rituali ci fosse addirittura Chuck Norris, il celebre Walker Texas Ranger della tv.

Nel 1990, dopo 7 anni, il processo si chiude con una sentenza che ribalta le accuse: verranno tutti definitivamente assolti.

Ma ormai il panico satanista dilaga.

Il caso forse più incredibile accade ad Austin, in Texas nel 1991, in un altro asilo. Quello gestito dalla coppia Dan e Fran Keller.

Fate attenzione alla dinamica, perché per molti versi sembra la fotocopia della storia dei McMartin.

Anche qui una madre nota nella figlia degli strani comportamenti e comincia ad interrogarla, fino a farle confessare gli abusi subiti all'asilo.

Un giovane medico di turno al pronto soccorso riscontra sulla bambina due piccole lesioni molto recenti. Vengono allertati la polizia e gli assistenti sociali.

In pochi giorni altri bambini accusano i Keller di abusi, di portarli in un cimitero, di dissotterrare delle bare, e di essere obbligati a bere sangue animale, alla presenza di persone mascherate che li filmano.

Vi ricorda qualcosa?

Anche qui si parla di un aereo con cui la coppia portava i bambini in basi militari in Messico, per violentarli, e rientrare all'asilo in tempo.

Dan e Fran Keller vengono condannati a 48 anni di carcere.

Nel 2009, però, il medico che aveva visitato la prima bambina, ammetterà che all'epoca dei fatti non era abbastanza esperto per identificare segni specifici di abuso.

La prova che aveva portato alla condanna dei Keller, cade.

Così, nel 2013, dopo 21 anni dietro alle sbarre, marito e moglie, ormai con i capelli bianchi, si riabbracciano fuori dal carcere.

__Live Fran Keller: A lot of people will destroy everything you have…__

In lacrime Fran racconta oggi che negli anni passati in cella ha subito di tutto.

__Live Fran Keller: People throw boiling water at you… people make shanks…__

Le altre detenute le tiravano addosso dell'acqua bollente, e in due occasioni era stata violentata.

__Live Fran Keller: ...it's bad...__

Ovviamente in storie come questa polizia, tribunali e assistenti sociali hanno avuto un ruolo decisivo.

Ma chi più di tutti ha creato il clima di panico satanista dell'epoca sono stati i media, che senza farsi troppe domande, hanno cavalcato l'onda, con intere trasmissioni e speciali sugli abusi rituali.