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GALATEA, romanzo di Anton Giulio Barrili, Capitolo 02 GALATEA, romanzo di Anton Giulio Barrili

Capitolo 02 GALATEA, romanzo di Anton Giulio Barrili

II.

Sequitur Lamentatio….

Corsenna, 12 luglio 18…

Hai un bel canzonarmi, osservando che io porto i miei sopraccapi anche in villa, e paragonandomi (questa poi è nuovissima) al triste cavaliere di Orazio, che si trascinava in groppa la più fastidiosa tra le dame. Ma io non posso farmi diverso da quello che sono: faccio già molto a scriverti, e tu dovresti essermi grato d'un sacrifizio che nessun altri ottiene da me. Del resto, canzonami pure; mentre io, per non disimparare del tutto la vecchia arte di Cadmo, bene o male continuo a scrivere, facendo per te una specie di giornale; il giornale di Corsenna, niente di meno! Questo villaggio non ha mai sognato, nella più felice delle sue notti, un onor così grande. Il giornale rimarrà inedito, pur troppo: ma i Corsennati avranno pazienza; l'avranno tanto più volentieri, in quanto che, se il giornale fosse stampato, essi non si prenderebbero certamente la briga di leggerlo. Sono un popolo saggio, i Corsennati, di ceppo italico antico e sincero.

Incominciamo ad ogni modo. Articolo di fondo: ho trovato una bella passeggiata veramente degna di noi. Seguimi, facendoti coraggio tuttavia, perchè bisogna passare sopra un pancone, anzi su due, accostati pei lor capi a tocca e non tocca sull'asse d'una piedica, che vorrebbe parere una pila di ponte. La vedo brutta, quella povera pila, ai primi rovesci d'autunno; e vedo brutti egualmente i due panconi sconnessi, con quel tronco di pino che fa da ringhiera, mal rimondato e peggio assicurato su quattro pali malissimo inchiodati, per uso dei passeggeri che soffrono di vertigini. Già, i più non ci si fidano, e passan di sotto. Per tua norma, il fiume è magro anzi che no, tanto magro che fa pena a vederlo, disteso in quel suo grandissimo letto. Pozze e pozzanghere non gliene mancano, ma già tirano al verde: ci ha da una sponda o dall'altra qualche fosserello addormentato sotto la frasca sporgente dei frassini, e qualche tonfano rannicchiato al riparo d'un gran masso rugoso; mentre un fil d'acqua viva corre brillando e sussurrando tra i ciottoli, per collegare e nutrire tutti quei Nianza e Tanganica, dei quali il più grosso non è largo due metri. Di là dal greto, che si vede qua e là screziato e rallegrato da larghi cesti di romice, da candelabri fogliosi di tasso barbasso, di labbra d'asino, di denti di leone, d'orecchi di topo e di scarpette di Venere, si stende una fila nereggiante di ontàni. Un po' radi, gli ontàni e non alti, perchè i proprietarii di qui non lasciano invecchiare le piante da taglio, smaniosi di far quattrini, che il diavolo se li porti! Dietro la scarsa fila degli ontàni, corre un sentiero campestre, costeggiando la riva; di là dal sentiero, davanti a me ed al mio ponte di legno, si dilunga verso la montagna una doppia fila di pioppi, spettacolosi per l'altezza delle vette ed anche per la grossezza dei tronchi. Ah, sia lodato il cielo; si capisce qui che il padrone di quei pioppi è un signore per davvero, o che almeno non ha l'acqua alla gola, e in ogni caso è un poeta, che ama le belle cose e vuol dare la sua parte anche agli occhi. Che sarà mai questa piantata di pioppi? Sono un centinaio per parte, e il largo viale che si stende nel mezzo dovrebbe condurre ad un castello, ad un palazzo, ad un nobile edifizio, insomma. Cerca cerca, l'edifizio non c'è; neanche le rovine. Meglio così; le rovine non avrebbero carattere; un edifizio in piedi, abitato e custodito, mi costringerebbe a girar largo, per non dar noia o non riceverne dai suoi possessori. Quel gran viale, bontà sua, ti conduce ad una vasta prateria, ad una conca, ad un anfiteatro di verdura, più nobile di qualsivoglia edifizio. Che bellezza! e che pace, compimento di bellezza! Il dolce piano, leggermente incavato, è tutto un tappeto di verde tenero, che si ravviva di toni gialli al sorriso del sole; screziato a capriccio dalle candide rappe delle piantaggini tremolanti alla brezza sui loro elegantissimi steli, o dai rossi calici spampanati dei rosolacci in ritardo; rotto a larghi intervalli, o infoscato sui lembi, da cesti di sermollino, da ciuffi di règamo, da cespugli di mentastro. In capo alla prateria, che sale via via come il labbro d'una coppa di malachite, sorge e si spande una siepe di carpinelle, oltre la quale si leva la costa del poggio, tutta densa di castagni fino al suo colmo, donde sbuca un campanile aguzzo e trapela il tetto della chiesuola di Santa Giustina. Non conosco la santa, e non ho ancora veduto il santuario. È la prima volta che mi decido a passare il fiume, e che quel campanile m'invita. Dicono che il fulmine l'abbia già visitato due volte. Certo, il fulmine è più volenteroso alpinista di me; ed anche più allegro. Lo ha notato il poeta nella indimenticabile strofa:

Il gentile terremoto Con l'amabile suo moto Diroccava le città; Ed il fulmine giulivo Che non lascia uomo vivo Saltellava qua e là.

Facciamoci avanti. Tra la siepe delle carpinelle e le falde del monte, serrata ai fianchi dal margine naturale del terreno e da quello di un rialto artificiale tutto vestito di zolle verdeggianti, corre un'acqua profonda, limpida e cristallina. Ah, capisco finalmente perchè il fiume abbia sete. Gli han fatto una pescaia molto più in su, e l'acqua se ne viene da un lato, per il suo canaletto, mormorando il suo saluto alle felci e ai capelveneri, cheta cheta immollando il terreno senza corroderlo. Quante erbe ci vivono, in quella grazia di Dio. succhiandola con mille e mille radici! quanti fiori ci pendon sopra, come se volessero covarla con gli occhi innamorati! Fiorellini, fiorellini, oserò dir io i vostri nomi, nella barbara lingua dotta che voi non sapete? Nella lingua del paese non li so io, e non ho tempo da perdere, volendo piuttosto ammirarvi. Il vostro nome è bellezza; e questo in tutte le lingue del mondo. Uno di essi è bianco di latte, e la sua corolla piccina, fatta di quattro petali spanti, pesa ancor molto sulla lunga asticciuola filiforme. Dev'esser zuccherino, il suo calice, perchè troppo volentieri gl'insetti vanno ad immergere il muso là dentro. Un altro ha il gambo più grosso, almeno quanto un cordoncino di tre fili di refe; e porta in capo un tubetto rigonfio alla base, più stretto al collo, donde salgono arrovesciandosi quattro eleganti lacinie, per mezzo alle quali guardando s'intravvede nel fondo un giro di grumoletti d'oro, sospesi su tenui stami d'argento, come perle o gemme sulle punte d'una corona. A chi è destinato il tesoro? Qual genio minuscolo, della figliuolanza di Oberone e Titania, cingerà il grazioso diadema custodito in quell'urna di zaffiro? Non indaghiamo, non facciamo almanacchi. Vegetiamo, sia la parola d'ordine per me, come a Pertinace il suo " Militemus " come il suo " Laboremus " a Settimio Severo. "Qui freno al corso," come dice David nella prima scena del Saul ; qui siedo e me ne sto un paio d'ore al rezzo, contemplando i moscerini che volano nell'aria cupa, non trattenendo i pensieri che passano liberamente per l'anima, senza lasciarci una traccia. È in questo recesso ombroso una quiete, una calma tiepida, attraversata a quando a quando da soavissimi aliti di frescura, onde hai tutte le sensazioni del supremo benessere. Non so come sia che un miliardo e mezzo di creature, tra ragionanti, e sragionanti, sparse sulla faccia della terra, non l'abbiano ancora sentito. Capisco che per molti è questione di vivere, e i bisogni urgenti non danno agio a pensare: capisco ancora che la felicità suprema dell'estasi inerte richiede un alto grado di perfezione intellettuale. Ma tutti quelli che l'hanno raggiunto, quel grado, perchè si vengono moltiplicando senza ragione i bisogni? perchè vanno attorno cercando i malanni col lumicino? perchè ficcano la mano nel vaso di Pandora, rovistando nel fondo, se per caso ci fosse rimasto ancora un fastidio? A buon conto, io non mi prenderò quello di salire a Santa Giustina. Si sta qui tanto bene, mezzo appoggiati e mezzo seduti sulla spalla dell'argine! Passano a coppie le farfalle, pieridi e vanesse dorate, rincorrendosi tra le piante, apparendo e disparendo senza posa, contente di agitarsi e di vivere; vengono folgorando nell'aria, quasi radendo il pelo dell'acqua, le damigelle e i cavalocchi dalle diafane ali iridate, dai corpicini sottili, tutti a colori metallici, per andare a librarsi un tratto sulle rappe fiorite, donde guizzano e scintillano senza posa, come pennini di gioie tremolanti sul capo di una bella donna a teatro. E dove lascio gli uccellini? Ce ne sono di tutte le specie, che attendono ai fatti loro senza curarsi di me; cincie, pettirossi, cardellini, scriccioli; pigolanti, strillanti, zirlanti nella macchia, ch'è un piacere a sentirli. Le stonature non mancano. Laggiù, dagli olmi del gran viale, si sente un gracchio che non mi va niente a sangue.

—È il rosignuolo;—mi dice un contadino che passa e che mi ha dato il buon giorno.

—Il rosignuolo, quello?—esclamo io.—Avrei detto un corvo, piuttosto, o una gazza, sua parente.

—Nossignore, gli è proprio il rosignuolo. Da mezzo giugno in poi, canta così. È nel nido.

—In famiglia, non è vero?

—Eh sì, come vuole Vossignoria. La casa del rosignuolo è il suo nido, e la rosignuola è sua moglie.—

Ho capito, e ne sono tutto confuso. Dunque la storia è questa? Appaiato e contento, il rosignuolo non canta più così bene come quando faceva all'amore; anzi, non canta più affatto, dà fuori un grido rauco d'animale accidioso e brontolone. Ah, figlio d'un…. rosignuolo anche tu! Dopo le dolci pene del desiderio, la fiaccona del possesso; e addio le ventiquattro arie diverse, non tenendo conto delle variazioni, dei passaggi, delle rifiorite che nel tuo canto ha notate con diligenza tedesca il Bechstein. Ma sono uomini, dunque, i rosignuoli? uomini anch'essi? Ahi, triste cosa!


Capitolo 02 GALATEA, romanzo di Anton Giulio Barrili Kapitel 02 GALATEA, Roman von Anton Giulio Barrili Chapter 02 GALATEA, a novel by Anton Giulio Barrili Capítulo 02 GALATEA, novela de Anton Giulio Barrili Chapitre 02 GALATEA, roman d'Anton Giulio Barrili Hoofdstuk 02 GALATEA, roman van Anton Giulio Barrili Capítulo 02 GALATEA, romance de Anton Giulio Barrili

II.

Sequitur Lamentatio…. Sequitur Lamentatio….

Corsenna, 12 luglio 18…

Hai un bel canzonarmi, osservando che io porto i miei sopraccapi anche in villa, e paragonandomi (questa poi è nuovissima) al triste cavaliere di Orazio, che si trascinava in groppa la più fastidiosa tra le dame. Ma io non posso farmi diverso da quello che sono: faccio già molto a scriverti, e tu dovresti essermi grato d'un sacrifizio che nessun altri ottiene da me. Del resto, canzonami pure; mentre io, per non disimparare del tutto la vecchia arte di Cadmo, bene o male continuo a scrivere, facendo per te una specie di giornale; il giornale di Corsenna, niente di meno! Questo villaggio non ha mai sognato, nella più felice delle sue notti, un onor così grande. Il giornale rimarrà inedito, pur troppo: ma i Corsennati avranno pazienza; l'avranno tanto più volentieri, in quanto che, se il giornale fosse stampato, essi non si prenderebbero certamente la briga di leggerlo. Sono un popolo saggio, i Corsennati, di ceppo italico antico e sincero.

Incominciamo ad ogni modo. Articolo di fondo: ho trovato una bella passeggiata veramente degna di noi. Seguimi, facendoti coraggio tuttavia, perchè bisogna passare sopra un pancone, anzi su due, accostati pei lor capi a tocca e non tocca sull'asse d'una piedica, che vorrebbe parere una pila di ponte. Sígueme, siendo valiente sin embargo, porque tienes que pasar por encima de un banco, o más bien por encima de dos, colocados tocándose y sin tocarse en sus extremos sobre el tablón de un estribo, que quisiera parecer el muelle de un puente. La vedo brutta, quella povera pila, ai primi rovesci d'autunno; e vedo brutti egualmente i due panconi sconnessi, con quel tronco di pino che fa da ringhiera, mal rimondato e peggio assicurato su quattro pali malissimo inchiodati, per uso dei passeggeri che soffrono di vertigini. Lo veo feo, ese pobre montón, en los primeros chaparrones de otoño; y veo los dos bancos llenos de baches igual de feos, con ese tronco de pino haciendo de barandilla, mal remodelado y peor asegurado en cuatro palos mal clavados, para uso de los pasajeros que sufren de vértigo. Già, i più non ci si fidano, e passan di sotto. Sí, la mayoría no se fía y se hunde. Per tua norma, il fiume è magro anzi che no, tanto magro che fa pena a vederlo, disteso in quel suo grandissimo letto. Para sus estándares, el río es delgado en verdad, tan delgado que es doloroso verlo, tendido en ese enorme lecho suyo. Pozze e pozzanghere non gliene mancano, ma già tirano al verde: ci ha da una sponda o dall'altra qualche fosserello addormentato sotto la frasca sporgente dei frassini, e qualche tonfano rannicchiato al riparo d'un gran masso rugoso; mentre un fil d'acqua viva corre brillando e sussurrando tra i ciottoli, per collegare e nutrire tutti quei Nianza e Tanganica, dei quali il più grosso non è largo due metri. He does not lack puddles and puddles, but they are already turning green: he has on one side or the other some ditches asleep under the protruding branch of the ash trees, and a few pools huddled in the shelter of a large wrinkled boulder; while a stream of living water runs glistening and whispering among the pebbles, to connect and nourish all those Nianza and Tanganyika, of which the largest is not two meters wide. No faltan charcos y charcas, pero ya están verdes: hay, a ambos lados, unas cuantas acequias pequeñas que duermen bajo las ramas salientes de los fresnos, y unos cuantos atunes acurrucados al abrigo de un gran canto rodado arrugado; mientras, un hilillo de agua viva corre, brillante y susurrante entre los guijarros, para conectar y alimentar todas esas Nianzas y Tanganas, la mayor de las cuales no llega a los dos metros de ancho. Di là dal greto, che si vede qua e là screziato e rallegrato da larghi cesti di romice, da candelabri fogliosi di tasso barbasso, di labbra d'asino, di denti di leone, d'orecchi di topo e di scarpette di Venere, si stende una fila nereggiante di ontàni. Al otro lado del cauce, que se ve aquí y allá moteado y animado por anchas cestas de romería, frondosos candelabros de tejo barbudo, labios de asno, dientes de león, orejas de ratón y zapatillas de Venus, se extiende una hilera negruzca de ontas. Un po' radi, gli ontàni e non alti, perchè i proprietarii di qui non lasciano invecchiare le piante da taglio, smaniosi di far quattrini, che il diavolo se li porti! A little 'sparse, the shady and not tall, because the owners of here do not let the cutting plants grow old, eager to make money, the devil take them! Dietro la scarsa fila degli ontàni, corre un sentiero campestre, costeggiando la riva; di là dal sentiero, davanti a me ed al mio ponte di legno, si dilunga verso la montagna una doppia fila di pioppi, spettacolosi per l'altezza delle vette ed anche per la grossezza dei tronchi. Behind the scarce row of onteans, a country path runs along the shore; on the other side of the path, in front of me and my wooden bridge, a double row of poplars extends towards the mountain, spectacular for the height of the peaks and also for the thickness of the trunks. Ah, sia lodato il cielo; si capisce qui che il padrone di quei pioppi è un signore per davvero, o che almeno non ha l'acqua alla gola, e in ogni caso è un poeta, che ama le belle cose e vuol dare la sua parte anche agli occhi. Che sarà mai questa piantata di pioppi? What will this poplar plantation ever be? ¿Qué podría ser esta plantación de álamos? Sono un centinaio per parte, e il largo viale che si stende nel mezzo dovrebbe condurre ad un castello, ad un palazzo, ad un nobile edifizio, insomma. Hay un centenar a cada lado, y la amplia avenida que se extiende en el centro debería conducir a un castillo, un palacio, un edificio noble, en definitiva. Cerca cerca, l'edifizio non c'è; neanche le rovine. Búscalo, el edificio no está allí; tampoco las ruinas. Meglio così; le rovine non avrebbero carattere; un edifizio in piedi, abitato e custodito, mi costringerebbe a girar largo, per non dar noia o non riceverne dai suoi possessori. It's better that way; the ruins would have no character; a standing building, inhabited and guarded, would force me to turn wide, so as not to annoy or not receive any from its owners. Menos mal; las ruinas no tendrían carácter; un edificio en pie, habitado y vigilado, me obligaría a pasear para no molestar ni ser molestado por sus dueños. Quel gran viale, bontà sua, ti conduce ad una vasta prateria, ad una conca, ad un anfiteatro di verdura, più nobile di qualsivoglia edifizio. Esa gran avenida, Dios mío, te conduce a una vasta pradera, a una cuenca, a un anfiteatro de verdor, más noble que cualquier edificio. Che bellezza! e che pace, compimento di bellezza! y ¡qué paz, plenitud de belleza! Il dolce piano, leggermente incavato, è tutto un tappeto di verde tenero, che si ravviva di toni gialli al sorriso del sole; screziato a capriccio dalle candide rappe delle piantaggini tremolanti alla brezza sui loro elegantissimi steli, o dai rossi calici spampanati dei rosolacci in ritardo; rotto a larghi intervalli, o infoscato sui lembi, da cesti di sermollino, da ciuffi di règamo, da cespugli di mentastro. The sweet surface, slightly hollowed out, is all a carpet of tender green, which brightens up with yellow tones at the smile of the sun; speckled at a whim by the white rapes of the plantains flickering in the breeze on their elegant stems, or by the swollen red goblets of late corn poppies; broken at large intervals, or stuck on the edges, by baskets of sermollino, by tufts of règamo, by bushes of mint. La llanura suave y ligeramente ahuecada es una alfombra de un verde suave, iluminada con tonos amarillos por la sonrisa del sol; moteada a capricho por las rappas blancas del plátano que tiemblan con la brisa en sus elegantes tallos, o por los cálices rojos y separados de los rosolacci tardíos; rota a amplios intervalos, o con hoyuelos en los bordes, por cestas de sermollino, mechones de règamo y arbustos de mentol. In capo alla prateria, che sale via via come il labbro d'una coppa di malachite, sorge e si spande una siepe di carpinelle, oltre la quale si leva la costa del poggio, tutta densa di castagni fino al suo colmo, donde sbuca un campanile aguzzo e trapela il tetto della chiesuola di Santa Giustina. At the head of the prairie, which rises gradually like the lip of a malachite bowl, a hornbeam hedge rises and spreads, beyond which the coast of the hill rises, all dense with chestnut trees up to its peak, from which a pointed bell tower and the roof of the church of Santa Giustina transpires. En la cabecera de la pradera, que se eleva gradualmente como el labio de una copa de malaquita, se levanta y extiende un seto de carpes, más allá del cual se eleva la ladera de la colina, toda tupida de castaños hasta su cima, de donde emerge un puntiagudo campanario y surge el tejado de la pequeña iglesia de Santa Giustina. Non conosco la santa, e non ho ancora veduto il santuario. È la prima volta che mi decido a passare il fiume, e che quel campanile m'invita. Dicono che il fulmine l'abbia già visitato due volte. They say the lightning has already visited it twice. Dicen que el rayo ya le ha visitado dos veces. Certo, il fulmine è più volenteroso alpinista di me; ed anche più allegro. Por supuesto, el rayo es un alpinista más dispuesto que yo; y también más alegre. Lo ha notato il poeta nella indimenticabile strofa:

Il gentile terremoto     Con l'amabile suo moto     Diroccava le città; The gentle earthquake With his amiable motion He tore down the cities; Ed il fulmine giulivo     Che non lascia uomo vivo     Saltellava qua e là. And the joyful lightning That leaves no man alive Skipped here and there.

Facciamoci avanti. Acerquémonos. Tra la siepe delle carpinelle e le falde del monte, serrata ai fianchi dal margine naturale del terreno e da quello di un rialto artificiale tutto vestito di zolle verdeggianti, corre un'acqua profonda, limpida e cristallina. Entre el seto de carpes y las laderas de la montaña, aprisionadas a los lados por el borde natural del terreno y el de una elevación artificial revestida de verde césped, corre un agua profunda, clara y cristalina. Ah, capisco finalmente perchè il fiume abbia sete. Ah, por fin entiendo por qué el río tiene sed. Gli han fatto una pescaia molto più in su, e l'acqua se ne viene da un lato, per il suo canaletto, mormorando il suo saluto alle felci e ai capelveneri, cheta cheta immollando il terreno senza corroderlo. They have made a weir for it much further up, and the water comes from one side, through its little canal, murmuring its greeting to the ferns and capelveneri, quietly soaking the ground without corrode it. Han hecho un huerto de melocotones mucho más arriba, y el agua llega por la ladera, por su barranco, murmurando su saludo a los helechos y a las doncellas, empapando alegremente el suelo sin corroerlo. Quante erbe ci vivono, in quella grazia di Dio. succhiandola con mille e mille radici! quanti fiori ci pendon sopra, come se volessero covarla con gli occhi innamorati! ¡Cuántas flores cuelgan de él, como si quisieran incubarlo con sus ojos enamorados! Fiorellini, fiorellini, oserò dir io i vostri nomi, nella barbara lingua dotta che voi non sapete? Florecillas, florecillas, ¿me atreveré a decir vuestros nombres, en la bárbara lengua culta que no conocéis? Nella lingua del paese non li so io, e non ho tempo da perdere, volendo piuttosto ammirarvi. En la lengua del país no las conozco, y no tengo tiempo que perder, queriendo más bien admiraros. Il vostro nome è bellezza; e questo in tutte le lingue del mondo. Uno di essi è bianco di latte, e la sua corolla piccina, fatta di quattro petali spanti, pesa ancor molto sulla lunga asticciuola filiforme. Una de ellas es de color blanco lechoso, y su diminuta corola, formada por cuatro pétalos enjutos, sigue pesando sobre la larga vara filiforme. Dev'esser zuccherino, il suo calice, perchè troppo volentieri gl'insetti vanno ad immergere il muso là dentro. Su copa debe de ser azucarada, porque los insectos se zambullen en ella de buena gana. Un altro ha il gambo più grosso, almeno quanto un cordoncino di tre fili di refe; e porta in capo un tubetto rigonfio alla base, più stretto al collo, donde salgono arrovesciandosi quattro eleganti lacinie, per mezzo alle quali guardando s'intravvede nel fondo un giro di grumoletti d'oro, sospesi su tenui stami d'argento, come perle o gemme sulle punte d'una corona. Another has a thicker shank, at least as large as a three-strand cord; and wears a small tube swollen at the base, tighter at the neck, from which four elegant lacinias rise, through which, looking at the bottom, one glimpses a circle of gold lumps, suspended on tenuous silver stamens, like pearls or gems on the tips of a crown. Otra tiene un tallo más grueso, por lo menos tan grueso como una cuerda de tres hilos de bramante; y lleva en la cabeza un tubo hinchado en la base, más estrecho en el cuello, del que salen cuatro elegantes lacinias, a través de las cuales, mirando hacia abajo, se vislumbra un círculo de pequeñas cuentas de oro, suspendidas sobre tenues estambres de plata, como perlas o gemas en las puntas de una corona. A chi è destinato il tesoro? ¿A quién está destinado el tesoro? Qual genio minuscolo, della figliuolanza di Oberone e Titania, cingerà il grazioso diadema custodito in quell'urna di zaffiro? ¿Qué pequeño genio, de los vástagos de Oberón y Titania, ceñirá la graciosa diadema consagrada en esa urna de zafiro? Non indaghiamo, non facciamo almanacchi. We don't investigate, we don't do almanacs. Vegetiamo, sia la parola d'ordine per me, come a Pertinace il suo " Militemus " come il suo " Laboremus " a Settimio Severo. "Qui freno al corso," come dice David nella prima scena del  Saul ; qui siedo e me ne sto un paio d'ore al rezzo, contemplando i moscerini che volano nell'aria cupa, non trattenendo i pensieri che passano liberamente per l'anima, senza lasciarci una traccia. È in questo recesso ombroso una quiete, una calma tiepida, attraversata a quando a quando da soavissimi aliti di frescura, onde hai tutte le sensazioni del supremo benessere. Non so come sia che un miliardo e mezzo di creature, tra ragionanti, e sragionanti, sparse sulla faccia della terra, non l'abbiano ancora sentito. Capisco che per molti è questione di vivere, e i bisogni urgenti non danno agio a pensare: capisco ancora che la felicità suprema dell'estasi inerte richiede un alto grado di perfezione intellettuale. Ma tutti quelli che l'hanno raggiunto, quel grado, perchè si vengono moltiplicando senza ragione i bisogni? perchè vanno attorno cercando i malanni col lumicino? Why do they go around looking for ailments with a light? perchè ficcano la mano nel vaso di Pandora, rovistando nel fondo, se per caso ci fosse rimasto ancora un fastidio? A buon conto, io non mi prenderò quello di salire a Santa Giustina. Si sta qui tanto bene, mezzo appoggiati e mezzo seduti sulla spalla dell'argine! Passano a coppie le farfalle, pieridi e vanesse dorate, rincorrendosi tra le piante, apparendo e disparendo senza posa, contente di agitarsi e di vivere; vengono folgorando nell'aria, quasi radendo il pelo dell'acqua, le damigelle e i cavalocchi dalle diafane ali iridate, dai corpicini sottili, tutti a colori metallici, per andare a librarsi un tratto sulle rappe fiorite, donde guizzano e scintillano senza posa, come pennini di gioie tremolanti sul capo di una bella donna a teatro. The butterflies, pieridae and golden vanesse pass in pairs, chasing each other among the plants, appearing and disappearing without rest, happy to be agitated and to live; dazzling in the air, almost shaving the surface of the water, the bridesmaids and riders with their diaphanous iridescent wings, their slender bodies, all in metallic colors, to go and suddenly hover over the flowery patches, whence they dart and sparkle endlessly, as if nibs of flickering joys on the head of a beautiful woman in the theater. Las mariposas, las pyeridas y las vanesses doradas pasan en parejas, persiguiéndose entre las plantas, apareciendo y desapareciendo sin cesar, contentas de retozar y vivir; Las damiselas y los caballeros, con sus alas diáfanas y tornasoladas, sus esbeltos cuerpecillos de colores metálicos, surcan el aire, casi afeitando la superficie del agua, para revolotear un rato sobre las rappas en flor, desde donde parpadean y centellean sin cesar, como titilantes plumillas de alegría sobre la cabeza de una bella mujer en el teatro. E dove lascio gli uccellini? And where do I leave the birds? Ce ne sono di tutte le specie, che attendono ai fatti loro senza curarsi di me; cincie, pettirossi, cardellini, scriccioli; pigolanti, strillanti, zirlanti nella macchia, ch'è un piacere a sentirli. There are of all kinds, who attend to their business without caring about me; tits, robins, goldfinches, wrens; peeping, shrieking, squealing in the scrub, it's a pleasure to hear them. Le stonature non mancano. The discordant notes are not lacking. Laggiù, dagli olmi del gran viale, si sente un gracchio che non mi va niente a sangue. Over there, from the elm trees of the great avenue, there is a croak that I don't want anything to blood.

—È il rosignuolo;—mi dice un contadino che passa e che mi ha dato il buon giorno.

—Il rosignuolo, quello?—esclamo io.—Avrei detto un corvo, piuttosto, o una gazza, sua parente.

—Nossignore, gli è proprio il rosignuolo. "No, sir, it's just the pinkbird." Da mezzo giugno in poi, canta così. È nel nido.

—In famiglia, non è vero?

—Eh sì, come vuole Vossignoria. —Yes, as your honor wants. La casa del rosignuolo è il suo nido, e la rosignuola è sua moglie.—

Ho capito, e ne sono tutto confuso. Dunque la storia è questa? Appaiato e contento, il rosignuolo non canta più così bene come quando faceva all'amore; anzi, non canta più affatto, dà fuori un grido rauco d'animale accidioso e brontolone. Ah, figlio d'un…. rosignuolo anche tu! Dopo le dolci pene del desiderio, la fiaccona del possesso; e addio le ventiquattro arie diverse, non tenendo conto delle variazioni, dei passaggi, delle rifiorite che nel tuo canto ha notate con diligenza tedesca il Bechstein. After the sweet pains of desire, the torch of possession; and farewell to the twenty-four different arias, not taking into account the variations, passages, and flourishes that Bechstein noticed with German diligence in your song. Tras los dulces dolores del deseo, la antorcha de la posesión; y adiós las veinticuatro arias diferentes, prescindiendo de las variaciones, de los pasajes, de las florituras que en tu canto Bechstein ha anotado con diligencia alemana. Ma sono uomini, dunque, i rosignuoli? ¿Pero son hombres, entonces, los ruiseñores? uomini anch'essi? ¿también los hombres? Ahi, triste cosa!