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Podcast Italiano (2), Storia della lingua italiana: dal latino al volgare

Storia della lingua italiana: dal latino al volgare

Ciao a tutti ragazzi e ragazze, questo è Podcast Italiano, il podcast per imparare l'italiano attraverso contenuti interessanti e autentici. Io mi chiamo Davide e oggi ho deciso di iniziare una nuova serie di livello avanzato, una serie che non so quanti episodi durerà, una serie che è incentrata sulla storia della lingua italiana, che secondo me è un argomento abbastanza interessante per certe persone come me, che si interessano a questi argomenti. E quindi oggi parleremo delle origini, o meglio, del periodo precedente alle origini della lingua italiana, ovvero il passaggio dal latino al cosiddetto “volgare”, cioè quelle lingue che poi sono di fatto diventate le lingue romanze e che si sono evolute direttamente dal latino. Spero che vi possa piacere. Non è un episodio “a ruota libera” oppure “a braccio” come ho detto in passato, ormai forse conoscete questi termini: non parlo a braccio, non parlo spontaneamente perché sarebbe… sarebbe troppo difficile per un episodio del genere, quindi ho scritto un copione, ho scritto uno script che leggo. Spero che non sia troppo noioso, spero che sia abbastanza interessante il mio tono di voce, che chiaramente cambia un po' quando leggo qualcosa di scritto rispetto a quando parlo in maniera più spontanea. Trovate la trascrizione di questo episodio sul mio sito podcasitaliano.com, quindi andate nelle note, nelle informazioni di questo episodio per trovare il link.

Prima di partire voglio ringraziare Italki: Italki è lo sponsor di questo episodio e oramai credo che lo sappiate: è il sito dove io personalmente insegno la lingua italiana, dove l'ho insegnata per un po' di tempo e dove voi potete andare a imparare l'italiano con un insegnante, soprattutto a parlare l'italiano, che è una cosa che molte persone – come dico sempre – non fanno abbastanza. Stiamo vivendo oramai da un po' di tempo un periodo strano, un periodo in cui tante persone in tutto il mondo sono costrette a rimanere a casa, a lavorare da casa, e di conseguenza hanno molto più tempo a disposizione e hanno più tempo che possono potenzialmente dedicare all'apprendimento delle lingue. Io ho sempre pensato che l'apprendimento individuale di una lingua sia molto più efficace rispetto all'apprendimento in gruppo, quindi utilizzate la tecnologia del mondo in cui viviamo, che ci permette di fare lezione dal divano o dal giardino di casa vostra! Volevo dire dal bagno, però sarebbe un po' strano… Fate lezione su Italki, provate, se non avete mai provato… fatelo! Utilizzate il link che trovate nelle informazioni di questo episodio, che vi permetterà di avere 10 dollari in crediti Italki al primo acquisto che farete. E ora… sentiamoci l'episodio!

– Protoindoeuropeo.

La lingua italiana, come le altre lingue romanze, affonda le sue radici nel latino. Per questo l'italiano, lo spagnolo, il portoghese, il francese, il rumeno, ecc. sono anche note come “lingue neolatine. Se vogliamo tuttavia tornare indietro nel tempo per risalire al più antico antenato della lingua italiana conosciuto dai linguisti dobbiamo introdurre il concetto di “lingue indoeuropee”. Si dà il caso che la maggior parte delle lingue europee, ma anche molte lingue asiatiche come l'Hindi o il Farsi possiedano un antenato comune, una lingua alla quale è stato dato il nome di “proto-indoeuropeo” e che si stima fosse parlata tra il 4500 e il 2500 a.C. nelle steppe della moderna Ucraina. Il proto-indoeuropeo è una lingua ricostruita: ovviamente non siamo in possesso di testi scritti né di registrazioni che ci possano aiutare a capire come parlasse davvero il popolo indoeuropeo. Non possiamo quindi conoscere con certezza questa lingua, ma comparando tra di loro le lingue indoeuropee moderne e analizzandone le somiglianze e le differenze, i linguisti sono in grado di fare supposizioni su quali caratteristiche possedesse il loro antenato comune più antico: il proto-indoeuropeo, appunto.

Non voglio ora dilungarmi troppo sul protoindoeuropeo, ma se prendiamo termini molto comuni in ogni lingua, come quelli che si riferiscono ai membri della famiglia, possiamo chiaramente osservare alcune somiglianze non casuali:

– “pater” in latino (padre in italiano), “father” in inglese, “pater” in greco, “pitr” in sanscrito, “pitar” in farsi.

– “mater” in latino (madre in italiano), “mother” in inglese, “meter” in greco, “matr” in sanscrito, “matar” in farsi.

All'interno della grande famiglia di lingue indoeuropee ci sono dieci rami principali, tra i quali le lingue germaniche (ramo che ha dato origine all'inglese e il tedesco), le lingue balto-slaviche (da cui deriva il russo) e le lingue italiche (come il latino). Questo'ultimo grazie all'espansione dell'impero Romano si diffuse enormemente e diede origine a un sottogruppo linguistico, quello delle lingue romanze.

Riassumendo: la famiglia delle lingue indoeuropee si divide in dieci rami, uno di questi è il ramo delle lingue italiche, alle quali appartiene il latino, che ha dato origine al sottogruppo delle lingue romanze, tra cui il nostro amato italiano.

– Latino volgare.

Passiamo ora all'antenato più prossimo dell'italiano, ovvero il latino. Probabilmente avete una qualche familiarità con la storia dei Romani, che in un millennio sono passati da essere un popolo di contadini che abitavano nella regione del Lazio a creare un impero che nel momento di massima estensione occupava un territorio davvero vastissimo, pensate, di circa 4,4 milioni di km2.

L'espansione dell'impero Romano ha portato con sé la diffusione del latino, che ha dato origine nei secoli alle lingue romanze. Oggi ben un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo (quindi circa il 20% degli abitanti della terra) ha come lingua madre una lingua romanza.

Ma com'è avvenuto il passaggio da latino a lingue romanze? È importante operare una distinzione tra latino classico (o letterario) e latino volgare (ovvero il latino del cosiddetto “volgo”, ovvero il “popolo”). Il latino classico era la lingua colta, impiegata da letterati illustri come Cicerone, Catullo, Orazio, Virgilio, Seneca e molti altri di cui magari avete sentito parlare. È una lingua molto ben conosciuta grazie all'enorme quantità di opere letterarie prodotte dalla cultura romana: libri di poesia, commedia, tragedia, satira, storia, retorica e chi più ne ha più ne metta. La letteratura latina è stata molto studiata nel corso dei secoli e ha permesso alla lingua latina classica di cristallizzarsi e giungere fino a noi sostanzialmente immutata nel lessico e nella grammatica. L'età classica, anche definita “età d'oro” della letteratura latina coincide sostanzialmente con il primo secolo a.C. e metà del primo secolo d.C.

Se quindi è ben chiaro in che cosa consista il latino classico il termine “latino volgare” è invece molto meno univoco. Un primo significato di “volgare” indica il latino parlato dal popolo romano. È chiaro che la lingua parlata dai colti e dai letterati non fosse la stessa lingua parlata dalla popolazione comune già ai tempi dei famosi scrittori latini: è naturale, infatti, pensare che l'esercito romano parlasse una lingua abbastanza differente dalla lingua di Cicerone o dei funzionari dello stato. Anche oggi le lingue che conosciamo noi hanno varietà sociolinguistiche, ovvero modi diversi di essere parlate da classi sociali diverse. Ma con “latino volgare” si intende anche quella lingua (o meglio, quel sistema di lingue) quasi esclusivamente orale e non scritto che discende dal latino e ha dato origine alle lingue romanze. Potremmo definirla “proto-romanzo”.

Il 476 è una data importante nella storia europea ma anche nella storia della lingua latina e delle lingue romanze. Nel 476 d.C l'Impero romano d'occidente cade: ciò dà inizio a una serie di mutamenti politici che favoriranno l'evoluzione del latino nelle moderne lingue romanze. Nel medioevo si arriva gradualmente a una situazione in cui il latino classico, una lingua oramai letteraria sopravvissuta solamente nei libri e nei testi, poteva essere compreso solo se studiato. Il latino classico veniva impiegato nella liturgia della Chiesa Cattolica, nei libri scritti nei monasteri, insomma, dalle persone colte e non certo dai contadini.

Dall'altro lato c'era il latino volgare, il latino, se vogliamo, “vivo”, evoluzione diretta del latino parlato dalla popolazione romana. È difficile se non impossibile stabilire quando esattamente il latino è morto e si è trasformato in volgare, perché si tratta di un processo di mutamento lento e graduale. Pensate alla vostra lingua oggi e cinquant'anni fa: sicuramente ci sono alcune differenze, ma si tratta in linea di massima della stessa lingua. Però sono proprio queste differenze che nel corso dei secoli si accumulano e portano una lingua a mutare considerevolmente e diventare sempre meno intelligibile.

I linguisti, in ogni caso, considerano indicativamente il periodo tra il settimo e l'ottavo secolo d.C come il momento in cui la lingua latina diventò qualcosa di così diverso da quelli dei tempi di Cicerone e di Cesare da non potersi considerare più latino.

Ho impiegato finora il termine latino volgare, ma è importante capire che si tratta in realtà di un'astrazione: non esisteva un unico “latino volgare”, un'unica lingua standardizzata, bensì un insieme variegato di lingue parlate in territori distanti l'uno dall'altro e in epoche diverse.

Importanti erano inoltre le differenze di tipo geografico. Il latino volgare era diverso in ogni area dell'enorme territorio che costituiva l'Impero romano e risentiva dell'influenza di ciò che i linguisti chiamano “sostrati linguistici”.

Un sostrato (ovvero sub-strato, lo strato che sta sotto) nel caso del latino volgare è costituito dalle lingue pre-esistenti al latino, quindi tutti quegli idiomi che in determinate aree erano già parlati prima che i romani portassero con sé il latino, il quale veniva diffuso e imposto dall'esercito romano nelle aree conquistate. Tali lingue non venivano rimpiazzate senza lasciare alcuna traccia della loro esistenza, bensì esercitavano una qualche influenza sul latino volgare parlato dalla gente. Un esempio interessante in tal senso è il modo in cui in francese si forma il numero “ottanta”, ovvero “quatre-vingt”, quattro volte venti. Secondo le ricostruzioni dei linguisti questo peculiare metodo di formazione di alcuni numeri è un effetto del sostrato gallico: infatti prima che i Romani conquistassero la Gallia (la moderna Francia) la lingua parlata nel territorio era il gallico, una lingua indoeuropea ma appartenente a un altro ramo rispetto al latino, quello delle lingue celtiche. E rimanendo in territorio italiano numerosi fenomeni linguistici che differenziano i dialetti italiani sono stati spiegati proprio con l'influenza dei sostrati linguistici, da queste lingue preesistenti. L'Italia infatti era popolata non solo dai latini (o Romani che dir si voglia), ma da numerosi altri popoli che con il tempo sono stati sottomessi e assimilati alla cultura latina ma lasciando comunque una traccia su di essa.

Esempi di cambiamento da latino classico a volgare.

La lingua latina classica che viene ancora oggi studiata in tanti licei italiani e in tante scuole e università in tutto il mondo possedeva una grammatica piuttosto complicata: prendiamo per esempio le declinazioni, un concetto che è familiare a chi di voi conosce lingue slave oppure il tedesco.

Che cos'è una declinazione? Cerco di spiegarvelo in maniera semplice: in latino la funzione grammaticale di una parola era determinata dalla sua forma, o meglio, dal suo caso, ovvero il modo in cui terminava. Quindi per capire se una parola era un soggetto, un oggetto diretto, indiretto, un aggettivo bisogna vedere come finiva, il suo caso. Un nome poteva avere cinque casi in latino, quindi cinque terminazioni. Per esempio la parola “rosa” poteva declinarsi in rosa (caso nominativo, quindi il soggetto della frase) rosae (caso genitivo, in italiano diremmo “della rosa”), rosae, (caso dativo, “alla rosa”, oggetto indiretto), “rosam” (caso accusativo, “la rosa” come oggetto diretto), rosa (caso vocativo, quindi per chiamare l'attenzione della rosa) e rosa (caso ablativo, che aveva molte funzioni). Questi cinque casi costituiscono la prima declinazione singolare latina. Attenzione però: questi cinque casi esistono anche al plurale, quindi abbiamo a che fare con 10 casi. Ma non finisce qui: in latino non c'era solo una declinazione, quindi un set di casi come questo che vi ho illustrato, ma ben 5! Insomma, capite bene perché il latino è l'incubo di tanti ragazzi che lo devono studiare a scuola!

Nell'evoluzione da latino a lingue romanze le declinazioni si sono progressivamente semplificate fino a scomparire: nelle lingue romanze le preposizioni e l'ordine delle parole fanno il lavoro dei casi latini. Quest'ultimo è fondamentale per capire il significato di una frase e la funzione delle parole in italiano, mentre in latino era più libero. Il sistema dei casi sopravvive parzialmente solo nei pronomi personali: io e me, tu e te, ecc.

Anche il sistema dei verbi era piuttosto complesso in latino. I tempi verbali a livello di forme erano abbastanza diversi da quelli che conosciamo oggi nelle lingue romanze. In generale il latino era una lingua sintetica, che significa che i tempi verbali erano formati da parole singole; le lingue romanze sono lingue analitiche, in quanto i tempi verbali sono spesso formati da più parole (pensate a quanti tempi composti abbiamo in italiano: “ho detto”, “avevo mangiato”, “sono andato”, “avrei fatto”, “sia stato” ecc.). Il latino era sintetico, come abbiamo già visto, anche per le declinazioni: un nome latino spesso corrisponde a preposizione più nome in italiano. (rosae in latino significa “della rosa” in italiano).

Un altro aspetto che mostra il passaggio da latino a volgare e poi lingue romanze è il lessico: sono numerose le parole il cui significato nel corso dei secoli è mutato. Facciamo qualche esempio.

In italiano oggi parliamo di “testa” per indicare la parte superiore del corpo, ma in latino si utilizzava la parola “caput”. In italiano “caput” come “capo” (che non significa solo “persona principale in un'organizzazione”, ma è anche un sinonimo più letterario ed elegante di “testa”). Affianco alla parola “caput” in latino si cominciò ad utilizzare, all'inizio scherzosamente, la parola “testa(m)”, che indicava un vaso di terracotta (un po' come oggi scherzosamente possiamo utilizzare la parola “zucca” o “crapa” per indicare in maniera scherzosa e colloquiale la “testa”. Pian piano però “testa” ha perso la sua connotazione ironica ed è diventata una parola neutra, mentre “capo” si usa un po' meno.

Pensate anche alla parola “casa”: in latino questo termine indicava una casa rustica, una casa di campagna, mentre la parola neutra era “domus”: questa ha originato parole come “domestico”, “domicilio” e anche “duomo”, che deriva direttamente da “domus”, intesa come domus dei, la casa di Dio.

Se conosciamo molto bene il latino classico è perché la quantità di testi letterari che sono arrivati fino ai giorni nostri è davvero cospicua; è invece molto più difficile analizzare il latino volgare perché non siamo in possesso di molte testimonianze scritte, sia del latino volgare inteso come latino parlato dalla popolazione romana, sia delle lingue che si sono venute a creare dopo la caduta dell'Impero romano d'occidente.

Esiste tuttavia un documento che ci può dare qualche informazione sui cambiamenti che erano in atto nell'alto medioevo: l'Appendix Probi (‘Appendice di Probo'), un codice la cui datazione originaria è incerta ma è stimata intorno al terzo o quarto secolo. L'Appendix Probi riportava una lista di 227 parole latine seguite dalla loro versione volgarizzata. Il suo autore, un grammatico di nome Probo, scrisse il documento a scopo didattico, ma anche al fine di censurare alcune grafie (ovvero modi di scrivere una parola) che riteneva errate. L'autore riporta la versione da lui ritenuta corretta, quindi quella latina, seguita dalla versione scorretta, il che ci fa capire che alcune parole avevano già iniziato a cambiare nella lingua parlata dal popolo.

La lista per esempio riportava:

– speculum, non speclum. In italiano questa parola è diventata “specchio”

– vetulus, non veclus. In italiano diciamo “vecchio”, anche se sopravvivono parole come “vetusto”.

– columna, non colomna. In italiano diciamo “colonna”.

– frigida non fricda. In italiano diciamo “fredda” o “freddo”, ma esiste anche la parola “frigido”.

I cambiamenti sono tanti, di tipo grammaticale, lessicale, fonetico. Voglio ora però menzionare ancora un aspetto sempre di tipo lessicale che ha avuto un impatto abbastanza forte sul lessico della futura lingua italiana.

L'influenza germanica.

Forse non molte persone lo sanno, ma all'interno del lessico dell'italiano c'è un buon numero di parole che non hanno un'origine latina, bensì germanica. Attenzione: non mi riferisco al tedesco moderno, ma a lingue di tipo germanico molto più antiche. Com'è successo? Come abbiamo già detto l'Impero Romano d'occidente è caduto 476 d.C. e nei secoli successivi si sono susseguite tre invasioni importanti da parte di popoli germanici (che quindi, parlavano lingue germaniche) che hanno lasciato traccia nel lessico della lingua italiana. Sebbene l'italiano sia una lingua dal lessico perlopiù latino, è presente una buona quantità di parole che non hanno nulla a che vedere con il latino e sono piuttosto comuni.

La prima fu l'invasione dei goti nel 489, che non durò molto, solamente una cinquantina d'anni. I goti erano una popolazione germanica che, di conseguenza, parlava una lingua germanica che oggi è estinta, ovvero il gotico. Alcuni termini di origine gotica (e quindi non latina) che potreste conoscere sono “guardia” e “guardiano”, “albergo”, “nastro” e verbi come “arredare” e “strappare”.

Una seconda invasione fu quella dei longobardi, un'altra popolazione germanica, che dominò su buona parte della penisola italiana dal 568 al 774. A proposito, il nome della moderna regione italiana “Lombardia” deriva da “Longobardia”, quindi il territorio occupato dalla popolazione dei “Longobardi”, che in realtà era molto più esteso rispetto all'attuale “Lombardia”). Al periodo longobardo risalgono alcuni termini come “guancia”, “panca”, “scaffale”, “balcone”, palla” e alcuni verbi come “scherzare”, “spaccare”, “spruzzare”.

Il Regno dei Longobardi cessò di esistere a seguito della sconfitta subita dai Franchi, guidati dal celebre Carlo Magno.

La vittoria dei Franchi sui Longobardi nel 774 diede inizio alla terza dominazione germanica. A differenza però dei goti e dei longobardi i Franchi appartenevano a una classe sociale diversa, era un'élite ai vertici del potere civile e militare. Si trattava di un popolo probabilmente bilingue: i Franchi venivano dalla Gallia (moderna Francia) dove si trovavano già da due secoli e dove si parlava un latino volgare chiamato “galloromanzo”. Per questi due motivi l'influenza dei franchi sul lessico dell'italiano è meno importante Tuttavia ci sono alcuni termini che risalgono a questo periodo e sono parole relative all'organizzazione politica e sociale, come “conte”, “barone”, “dama”, ecc.

Un esempio lampante di una parola che non ha un'origine latina, bensì germanica è il termine “guerra”, che deriva dal francone “werra” (pensate all'inglese “war”). In latino infatti il termine impiegato era “bellum”, che ha dato origine a termini come bellicoso, bellico, belligerante e indicava un concetto di guerra organizzata e ordinata di tipo romano, contrapposto alla guerra degli invasori germanici, che era piuttosto disorganizzata e impetuosa.

Una regola generale che trovo interessante è la seguente: quando in italiano (o in altre lingue romanze) incontriamo parole che iniziano con “g” più vocale (guerra, guardare, guida, guarire, guanto) probabilmente si tratta di prestiti da lingue germaniche, in cui si utilizzava un suono semivocalico tipo -w (come in “werra”) che nelle lingue romanze si è sistematicamente trasformato nella combinazione “gw” (guardare, guida, ecc. ).

In conclusione, la trasformazione del latino nel volgare e quindi nelle lingue romanze è un processo lento e graduale, che è durato secoli e ha riguardato per molto tempo esclusivamente la lingua orale, parlata e solo in un secondo momento la lingua scritta. Le lingue che le persone parlavano nella vita di tutti giorni non godevano di dignità letteraria, non venivano scritte fino di fatto al tredicesimo secolo, in cui il destino dei volgari italiani mutò con, per esempio, Dante. Esistono tuttavia delle testimonianze precedenti, sebbene rade, di come parlavano le persone nell'Alto medioevo: documenti, atti burocratici, graffiti. Nella prossima parte di questa serie sulla storia della lingua italiana partiremo proprio dalle testimonianze scritte più antiche del volgare, che possiamo considerare le origini della lingua italiana.

Grazie per aver ascoltato questo episodio fin qua e come sempre vi ricordo di due modi in cui potete sostenere, supportare questo progetto e anche il vostro italiano: il primo modo è il mio Club, Podcast Italiano Club, sul sito Patreon. È un sistema di abbonamento che vi permette di ottenere dei bonus, degli extra che preparo ogni settimana, come per esempio il podcast esclusivo “Tre parole” oppure tutta una serie di bonus, di materiali che si integrano con i video che faccio per il mio canale YouTube oppure con gli episodi di questo podcast. E sono contento che il mio club sia molto cresciuto in questi mesi, adesso siamo arrivati a 243 membri, che io davvero non avrei mai pensato di raggiungere in pochi mesi, quindi sono davvero contento! E sono contento che ci siano così tante persone che aiutano me, che supportano quello che faccio. Quindi davvero grazie alle 243 persone che si sono iscritte finora. Se volete diventare membri del Club, oppure andare a dare un'occhiata a che cosa propone e offre il Club in descrizione trovate un link. E inoltre devo ringraziare le persone che invece fanno donazioni su PayPal, che potete fare se volete sostenere in un'altra maniera questo progetto, che non sia tramite il Club su Patreon. Devo ringraziare Brooke, nuovamente, davvero un abbraccio Brooke, perché nel corso di Podcast Italiano, della storia di Podcast Italiano ha fatto diverse donazioni, quindi grazie grazie grazie Brooke. E Simon, Cory, Anne, Emanuel, Delano, Patricia, Marisa, Frank, Lauri e Mary! Quindi chiedo scusa se ho sbagliato qualche pronuncia, non era mia intenzione, grazie a tutti per il sostegno, per la fiducia che mi accordate… Davvero, davvero sono molto contento di poter contare su tutti voi! E infine ci sentiamo ancora un messaggio da parte di uno di voi, di una di voi, Ania, che è un'ascoltatrice che viene dalla Polonia e ci racconta come ha imparato l'italiano, la sua storia con l'italiano, quindi lascio a lei la parola e sentiamo la sua storia!

[messaggio audio di Ania]

Grazie per la tua testimonianza Ania, mi piace davvero la tua mentalità, ovvero che non è importante la perfezione per te, ma è importante che ti piaccia, è importante divertirsi. Alla fine quella secondo me è la chiave delle persone che poi imparano bene una lingua e parlano bene, cioè si divertono in primo luogo. Quella secondo me è la cosa più importante, l'ingrediente che non deve mancare. E comunque posso assicurarti che il tuo livello è davvero buono, quindi… quindi complimenti! E se anche voi come Anja volete mandarmi la vostra storia potete mandarmi un messaggio, mi raccontate come avete imparato l'italiano, mi potete raccontare come avete utilizzato e usate ancora adesso questo podcast. Mi farebbe molto piacere e quindi aspetto i vostri messaggi! Grazie ancora per l'ascolto, ci vediamo, ci sentiamo nel prossimo episodio!


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Ciao a tutti ragazzi e ragazze, questo è Podcast Italiano, il podcast per imparare l'italiano attraverso contenuti interessanti e autentici. Hello to all boys and girls, this is Podcast Italiano, the podcast for learning Italian through interesting and authentic content. Cześć wszystkim, chłopcy i dziewczęta, oto Podcast Italiano, podcast do nauki włoskiego poprzez ciekawe i autentyczne treści. Io mi chiamo Davide e oggi ho deciso di iniziare una nuova serie di livello avanzato, una serie che non so quanti episodi durerà, una serie che è incentrata sulla storia della lingua italiana, che secondo me è un argomento abbastanza interessante per certe persone come me, che si interessano a questi argomenti. My name is Davide and today I decided to start a new advanced level series, a series that I don't know how many episodes will last, a series that is focused on the history of the Italian language, which in my opinion is a fairly interesting topic for some people like me. , who are interested in these topics. E quindi oggi parleremo delle origini, o meglio, del periodo precedente alle origini della lingua italiana, ovvero il passaggio dal latino al cosiddetto “volgare”, cioè quelle lingue che poi sono di fatto diventate le lingue romanze e che si sono evolute direttamente dal latino. And so today we will talk about the origins, or rather, of the period preceding the origins of the Italian language, that is the passage from Latin to the so-called "vulgar", that is, those languages which then in fact became the Romance languages and which evolved directly from Latin . Spero che vi possa piacere. I hope you like it. Non è un episodio “a ruota libera” oppure “a braccio” come ho detto in passato, ormai forse conoscete questi termini: non parlo a braccio, non parlo spontaneamente perché sarebbe… sarebbe troppo difficile per un episodio del genere, quindi ho scritto un copione, ho scritto uno script che leggo. It is not a "freewheel" or "off the cuff" episode as I said in the past, by now you may know these terms: I don't speak off the cuff, I don't speak spontaneously because it would be ... it would be too difficult for an episode like this, so I wrote a script, I wrote a script that I read. To nie jest epizod „swobodnego biegu” lub „szaleństwa”, jak powiedziałem w przeszłości, teraz możesz znać te terminy: nie mówię mimowolnie, nie mówię spontanicznie, ponieważ byłoby to… byłoby to zbyt trudne dla takiego odcinka, więc napisałem scenariusz, napisałem scenariusz, który przeczytałem. Spero che non sia troppo noioso, spero che sia abbastanza interessante il mio tono di voce, che chiaramente cambia un po' quando leggo qualcosa di scritto rispetto a quando parlo in maniera più spontanea. I hope it's not too boring, I hope my tone of voice is interesting enough, which clearly changes a bit when I read something written compared to when I speak more spontaneously. Trovate la trascrizione di questo episodio sul mio sito podcasitaliano.com, quindi andate nelle note, nelle informazioni di questo episodio per trovare il link. You can find the transcript of this episode on my website podcasitaliano.com, then go to the notes, in the information of this episode to find the link.

Prima di partire voglio ringraziare Italki: Italki è lo sponsor di questo episodio e oramai credo che lo sappiate: è il sito dove io personalmente insegno la lingua italiana, dove l'ho insegnata per un po' di tempo e dove voi potete andare a imparare l'italiano con un insegnante, soprattutto a parlare l'italiano, che è una cosa che molte persone – come dico sempre – non fanno abbastanza. Before leaving I want to thank Italki: Italki is the sponsor of this episode and by now I think you know it: it is the site where I personally teach the Italian language, where I have taught it for a while and where you can go and learn Italian with a teacher, especially speaking Italian, which is something that many people - as I always say - do not do enough. Stiamo vivendo oramai da un po' di tempo un periodo strano, un periodo in cui tante persone in tutto il mondo sono costrette a rimanere a casa, a lavorare da casa, e di conseguenza hanno molto più tempo a disposizione e hanno più tempo che possono potenzialmente dedicare all'apprendimento delle lingue. We have been experiencing a strange period for some time now, a period in which many people around the world are forced to stay at home, to work from home, and consequently have much more time available and have more time than they can potentially devote to language learning. Od jakiegoś czasu przeżywamy dziwny okres, okres, w którym tak wiele osób na całym świecie jest zmuszonych do pozostania w domu, pracy z domu, a co za tym idzie, posiadania znacznie większej ilości wolnego czasu i posiadania go tak dużo, jak tylko się da potencjalnie poświęcić na naukę języka. Io ho sempre pensato che l'apprendimento individuale di una lingua sia molto più efficace rispetto all'apprendimento in gruppo, quindi utilizzate la tecnologia del mondo in cui viviamo, che ci permette di fare lezione dal divano o dal giardino di casa vostra! I have always thought that individual language learning is much more effective than group learning, so use the technology of the world we live in, which allows us to teach from the sofa or from the garden of your home! Volevo dire dal bagno, però sarebbe un po' strano… Fate lezione su Italki, provate, se non avete mai provato… fatelo! I meant from the bathroom, but it would be a bit strange… Take a lesson on Italki, try it, if you've never tried it… do it! Miałem na myśli z łazienki, ale to byłoby trochę dziwne… Weź lekcję na Italkach, spróbuj, jeśli nigdy nie próbowałeś… zrób to! Utilizzate il link che trovate nelle informazioni di questo episodio, che vi permetterà di avere 10 dollari in crediti Italki al primo acquisto che farete. Use the link you find in the information of this episode, which will allow you to have 10 dollars in Italki credits on the first purchase you make. E ora… sentiamoci l'episodio! Und jetzt ... lass uns die Folge hören! And now… let's hear the episode!

– Protoindoeuropeo. - Proto-Indo-European.

La lingua italiana, come le altre lingue romanze, affonda le sue radici nel latino. The Italian language, like the other Romance languages, has its roots in Latin. Per questo l'italiano, lo spagnolo, il portoghese, il francese, il rumeno, ecc. For this reason, Italian, Spanish, Portuguese, French, Romanian, etc. sono anche note come “lingue neolatine. they are also known as “neo-Latin languages. Se vogliamo tuttavia tornare indietro nel tempo per risalire al più antico antenato della lingua italiana conosciuto dai linguisti dobbiamo introdurre il concetto di “lingue indoeuropee”. Wenn wir jedoch in die Vergangenheit zurückkehren wollen, um zum ältesten Vorfahren der italienischen Sprache zurückzukehren, den Linguisten kennen, müssen wir das Konzept der "indogermanischen Sprachen" einführen. However, if we want to go back in time to go back to the oldest ancestor of the Italian language known by linguists, we must introduce the concept of "Indo-European languages". Si dà il caso che la maggior parte delle lingue europee, ma anche molte lingue asiatiche come l'Hindi o il Farsi possiedano un antenato comune, una lingua alla quale è stato dato il nome di “proto-indoeuropeo” e che si stima fosse parlata tra il 4500 e il 2500 a.C. It happens that most European languages, but also many Asian languages such as Hindi or Farsi have a common ancestor, a language which has been given the name of "Proto-Indo-European" and which is estimated to be spoken between 4500 and 2500 BC Tak się składa, że większość języków europejskich, ale także wiele języków azjatyckich, takich jak hindi czy farsi, ma wspólnego przodka, język, któremu nadano nazwę „praindoeuropejski”, i który według szacunków był używany między 4500 i 2500 pne nelle steppe della moderna Ucraina. in the steppes of modern Ukraine. na stepach współczesnej Ukrainy. Il proto-indoeuropeo è una lingua ricostruita: ovviamente non siamo in possesso di testi scritti né di registrazioni che ci possano aiutare a capire come parlasse davvero il popolo indoeuropeo. Proto-Indo-European is a reconstructed language: obviously we do not have written texts or records that can help us understand how the Indo-European people really spoke. Non possiamo quindi conoscere con certezza questa lingua, ma comparando tra di loro le lingue indoeuropee moderne e analizzandone le somiglianze e le differenze, i linguisti sono in grado di fare supposizioni su quali caratteristiche possedesse il loro antenato comune più antico: il proto-indoeuropeo, appunto. We cannot therefore know this language with certainty, but by comparing modern Indo-European languages with each other and analyzing their similarities and differences, linguists are able to make assumptions about what characteristics their most ancient common ancestor possessed: the Proto-Indo-European, precisely.

Non voglio ora dilungarmi troppo sul protoindoeuropeo, ma se prendiamo termini molto comuni in ogni lingua, come quelli che si riferiscono ai membri della famiglia, possiamo chiaramente osservare alcune somiglianze non casuali: I don't want to dwell too much on Proto-Indo-European now, but if we take very common terms in each language, such as those referring to family members, we can clearly observe some non-coincidental similarities: Teraz nie chcę za bardzo rozwodzić się nad praindoeuropejskimi, ale jeśli weźmiemy pod uwagę terminy, które są bardzo powszechne w każdym języku, takie jak te odnoszące się do członków rodziny, możemy wyraźnie zauważyć pewne nieprzypadkowe podobieństwa:

– “pater” in latino (padre in italiano), “father” in inglese, “pater” in greco, “pitr” in sanscrito, “pitar” in farsi. - “pater” in Latin (father in Italian), “father” in English, “pater” in Greek, “pitr” in Sanskrit, “pitar” in Farsi.

– “mater” in latino (madre in italiano), “mother” in inglese, “meter” in greco, “matr” in sanscrito, “matar” in farsi. - “mater” in Latin (mother in Italian), “mother” in English, “meter” in Greek, “matr” in Sanskrit, “matar” in Farsi.

All'interno della grande famiglia di lingue indoeuropee ci sono dieci rami principali, tra i quali le lingue germaniche (ramo che ha dato origine all'inglese e il tedesco), le lingue balto-slaviche (da cui deriva il russo) e le lingue italiche (come il latino). Within the large family of Indo-European languages there are ten main branches, among which the Germanic languages (the branch that gave rise to English and German), the Balto-Slavic languages (from which Russian derives) and the italics (like Latin). Questo'ultimo grazie all'espansione dell'impero Romano si diffuse enormemente e diede origine a un sottogruppo linguistico, quello delle lingue romanze. The latter, thanks to the expansion of the Roman Empire, spread enormously and gave rise to a linguistic subgroup, that of the Romance languages.

Riassumendo: la famiglia delle  lingue indoeuropee si divide in dieci rami, uno di questi è il ramo delle lingue italiche, alle quali appartiene il latino, che ha dato origine al sottogruppo delle lingue romanze, tra cui il nostro amato italiano. Summarizing: the Indo-European language family is divided into ten branches, one of these is the branch of the Italic languages, to which Latin belongs, which gave rise to the subgroup of Romance languages, including our beloved Italian.

– Latino volgare. - Vulgar Latin.

Passiamo ora all'antenato più prossimo dell'italiano, ovvero il latino. Let's now pass to the closest ancestor of Italian, namely Latin. Probabilmente avete una qualche familiarità con la storia dei Romani, che in un millennio sono passati da essere un popolo di contadini che abitavano nella regione del Lazio a creare un impero che nel momento di massima estensione occupava un territorio davvero vastissimo, pensate, di circa 4,4 milioni di km2. You are probably somehow familiar with the history of the Romans, who in a millennium went from being a people of peasants who lived in the Lazio region to creating an empire that at the moment of maximum extension occupied a truly vast territory, just think, of about 4 , 4 million km2.

L'espansione dell'impero Romano ha portato con sé la diffusione del latino, che ha dato origine nei secoli alle lingue romanze. The expansion of the Roman Empire brought with it the spread of Latin, which over the centuries gave rise to the Romance languages. Oggi ben un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo (quindi circa il 20% degli abitanti della terra) ha come lingua madre una lingua romanza. Today as many as one and a half billion people around the world (therefore about 20% of the inhabitants of the earth) have a Romance language as their mother tongue.

Ma com'è avvenuto il passaggio da latino a lingue romanze? But how did the transition from Latin to Romance languages come about? È importante operare una distinzione tra latino classico (o letterario) e latino volgare (ovvero il latino del cosiddetto “volgo”, ovvero il “popolo”). It is important to make a distinction between classical (or literary) Latin and vulgar Latin (ie the Latin of the so-called “vulgar”, or the “people”). Il latino classico era la lingua colta, impiegata da letterati illustri come Cicerone, Catullo, Orazio, Virgilio, Seneca e molti altri di cui magari avete sentito parlare. Classical Latin was the cultured language, used by illustrious writers such as Cicero, Catullus, Horace, Virgil, Seneca and many others you may have heard of. È una lingua molto ben conosciuta grazie all'enorme quantità di opere letterarie prodotte dalla cultura romana: libri di poesia, commedia, tragedia, satira, storia, retorica e chi più ne ha più ne metta. It is a very well known language thanks to the enormous amount of literary works produced by Roman culture: books of poetry, comedy, tragedy, satire, history, rhetoric and so on and so forth. La letteratura latina è stata molto studiata nel corso dei secoli e ha permesso alla lingua latina classica di cristallizzarsi e giungere fino a noi sostanzialmente immutata nel lessico e nella grammatica. Latin literature has been studied extensively over the centuries and has allowed the classical Latin language to crystallize and reach us substantially unchanged in terms of lexicon and grammar. L'età classica, anche definita “età d'oro” della letteratura latina coincide sostanzialmente con il primo secolo a.C. The classical age, also called the "golden age" of Latin literature substantially coincides with the first century BC e metà del primo secolo d.C. and mid-first century AD

Se quindi è ben chiaro in che cosa consista il latino classico il termine “latino volgare” è invece molto meno univoco. Therefore, if it is very clear what classical Latin consists of, the term "vulgar Latin" is much less univocal. Un primo significato di “volgare” indica il latino parlato dal popolo romano. A first meaning of "vulgar" indicates the Latin spoken by the Roman people. È chiaro che la lingua parlata dai colti e dai letterati non fosse la stessa lingua parlata dalla popolazione comune già ai tempi dei famosi scrittori latini: è naturale, infatti, pensare che l'esercito romano parlasse una lingua abbastanza differente dalla lingua di Cicerone o dei funzionari dello stato. It is clear that the language spoken by the educated and literate was not the same language spoken by the common population already at the time of the famous Latin writers: it is natural, in fact, to think that the Roman army spoke a language quite different from the language of Cicero or the state officials. Anche oggi le lingue che conosciamo noi hanno varietà sociolinguistiche, ovvero modi diversi di essere parlate da classi sociali diverse. Even today the languages we know have sociolinguistic varieties, that is, different ways of being spoken by different social classes. Ma con “latino volgare” si intende anche quella lingua (o meglio, quel sistema di lingue) quasi esclusivamente orale e non scritto che discende dal latino e ha dato origine alle lingue romanze. But with "vulgar Latin" we also mean that language (or rather, that system of languages) almost exclusively oral and unwritten which descends from Latin and gave rise to the Romance languages. Potremmo definirla “proto-romanzo”. We could define it "proto-novel".

Il 476 è una data importante nella storia europea ma anche nella storia della lingua latina e delle lingue romanze. 476 is an important date in European history but also in the history of the Latin language and the Romance languages. Nel 476 d.C l'Impero romano d'occidente cade: ciò dà inizio a una serie di mutamenti politici che favoriranno l'evoluzione del latino nelle moderne lingue romanze. In 476 AD the Western Roman Empire fell: this began a series of political changes that favored the evolution of Latin into modern Romance languages. Nel medioevo si arriva gradualmente a una situazione in cui il latino classico, una lingua oramai letteraria sopravvissuta solamente nei libri e nei testi, poteva essere compreso solo se studiato. In the Middle Ages we gradually arrive at a situation in which classical Latin, a literary language now surviving only in books and texts, could only be understood if studied. Il latino classico veniva impiegato nella liturgia della Chiesa Cattolica, nei libri scritti nei monasteri, insomma, dalle persone colte e non certo dai contadini. Classical Latin was used in the liturgy of the Catholic Church, in books written in monasteries, in short, by educated people and certainly not by peasants.

Dall'altro lato c'era il latino volgare, il latino, se vogliamo, “vivo”, evoluzione diretta del latino parlato dalla popolazione romana. On the other hand there was the vulgar Latin, the Latin, if you like, "alive", a direct evolution of the Latin spoken by the Roman population. È difficile se non impossibile stabilire quando esattamente il latino è morto e si è trasformato in volgare, perché si tratta di un processo di mutamento lento e graduale. It is difficult if not impossible to determine exactly when Latin died and turned into vernacular, because it is a slow and gradual process of change. Pensate alla vostra lingua oggi e cinquant'anni fa: sicuramente ci sono alcune differenze, ma si tratta in linea di massima della stessa lingua. Think of your language today and fifty years ago: surely there are some differences, but they are basically the same language. Però sono proprio queste differenze che nel corso dei secoli si accumulano e portano una lingua a mutare considerevolmente e diventare sempre meno intelligibile. But it is precisely these differences that over the centuries accumulate and lead a language to change considerably and become less and less intelligible.

I linguisti, in ogni caso, considerano indicativamente il periodo tra il settimo e l'ottavo secolo d.C come il momento in cui la lingua latina diventò qualcosa di così diverso da quelli dei tempi di Cicerone e di Cesare da non potersi considerare più latino. Linguists, in any case, consider indicatively the period between the seventh and eighth centuries AD as the moment in which the Latin language became something so different from that of the times of Cicero and Caesar that it could no longer be considered Latin.

Ho impiegato finora il termine latino volgare, ma è importante capire che si tratta in realtà di un'astrazione: non esisteva un unico “latino volgare”, un'unica lingua standardizzata, bensì un insieme variegato di lingue parlate in territori distanti l'uno dall'altro e in epoche diverse. I have used the term vulgar Latin so far, but it is important to understand that it is actually an abstraction: there was no single "vulgar Latin", a single standardized language, but a variegated set of languages spoken in distant territories. on the other and at different times.

Importanti erano inoltre le differenze di tipo geografico. Geographical differences were also important. Il latino volgare era diverso in ogni area dell'enorme territorio che costituiva l'Impero romano e risentiva dell'influenza di ciò che i linguisti chiamano “sostrati linguistici”. Vulgar Latin was different in every area of the enormous territory that constituted the Roman Empire and was influenced by what linguists call "linguistic substrates".

Un sostrato (ovvero sub-strato, lo strato che sta sotto) nel caso del latino volgare è costituito dalle lingue pre-esistenti al latino, quindi tutti quegli idiomi che in determinate aree erano già parlati prima che i romani portassero con sé il latino, il quale veniva diffuso e imposto dall'esercito romano nelle aree conquistate. A substrate (or sub-layer, the layer that lies below) in the case of vulgar Latin is made up of the languages pre-existing to Latin, therefore all those idioms that in certain areas were already spoken before the Romans brought Latin with them, which was spread and imposed by the Roman army in the conquered areas. Tali lingue non venivano rimpiazzate senza lasciare alcuna traccia della loro esistenza, bensì esercitavano una qualche influenza sul latino volgare parlato dalla gente. These languages were not replaced without leaving any trace of their existence, but exerted some influence on the vulgar Latin spoken by the people. Un esempio interessante in tal senso è il modo in cui in francese si forma il numero “ottanta”, ovvero “quatre-vingt”, quattro volte venti. An interesting example of this is the way in which in French the number "eighty" is formed, or "quatre-vingt", four times twenty. Secondo le ricostruzioni dei linguisti questo peculiare metodo di formazione di alcuni numeri è un effetto del sostrato gallico: infatti prima che i Romani conquistassero la Gallia (la moderna Francia) la lingua parlata nel territorio era il gallico, una lingua indoeuropea ma appartenente a un altro ramo rispetto al latino, quello delle lingue celtiche. According to the reconstructions of linguists, this peculiar method of forming some numbers is an effect of the Gallic substratum: in fact, before the Romans conquered Gaul (modern France) the language spoken in the territory was Gallic, an Indo-European language but belonging to another branch with respect to Latin, that of the Celtic languages. E rimanendo in territorio italiano numerosi fenomeni linguistici che differenziano i dialetti italiani sono stati spiegati proprio con l'influenza dei sostrati linguistici, da queste lingue preesistenti. And remaining in the Italian territory, numerous linguistic phenomena that differentiate the Italian dialects have been explained precisely with the influence of the linguistic substrates from these pre-existing languages. L'Italia infatti era popolata non solo dai latini (o Romani che dir si voglia), ma da numerosi altri popoli che con il tempo sono stati sottomessi e assimilati alla cultura latina ma lasciando comunque una traccia su di essa. In fact, Italy was populated not only by the Latins (or Romans if you prefer), but by numerous other peoples who over time were subdued and assimilated to the Latin culture but still leaving a trace on it.

Esempi di cambiamento da latino classico a volgare. Examples of a change from classical to vulgar Latin.

La lingua latina classica che viene ancora oggi studiata in tanti licei italiani e in tante scuole e università in tutto il mondo possedeva una grammatica piuttosto complicata: prendiamo per esempio le declinazioni, un concetto che è familiare a chi di voi conosce lingue slave oppure il tedesco. The classical Latin language that is still studied today in many Italian high schools and in many schools and universities around the world had a rather complicated grammar: let's take for example the declensions, a concept that is familiar to those of you who know Slavic languages or German. .

Che cos'è una declinazione? What is a declension? Cerco di spiegarvelo in maniera semplice: in latino la funzione grammaticale di una parola era determinata dalla sua forma, o meglio, dal suo caso, ovvero il modo in cui terminava. I'll try to explain it to you in a simple way: in Latin the grammatical function of a word was determined by its form, or rather, by its case, that is, the way it ended. Quindi per capire se una parola era un soggetto, un oggetto diretto, indiretto, un aggettivo bisogna vedere come finiva, il suo caso. So to understand if a word was a subject, a direct, indirect object, an adjective, we need to see how its case ended. Un nome poteva avere cinque casi in latino, quindi cinque terminazioni. A name could have five cases in Latin, so five endings. Per esempio la parola “rosa” poteva declinarsi in rosa (caso nominativo, quindi il soggetto della frase) rosae (caso genitivo, in italiano diremmo “della rosa”), rosae, (caso dativo, “alla rosa”, oggetto indiretto), “rosam” (caso accusativo, “la rosa” come oggetto diretto), rosa (caso vocativo, quindi per chiamare l'attenzione della rosa) e rosa (caso ablativo, che aveva molte funzioni). For example, the word "rosa" could be declined in rosa (nominative case, therefore the subject of the sentence) rosae (genitive case, in Italian we would say "della rosa"), rosae, (dative case, "alla rosa", indirect object), “Rosam” (accusative case, “the rose” as a direct object), rosa (vocative case, therefore to call the attention of the rose) and rosa (ablative case, which had many functions). Questi cinque casi costituiscono la prima declinazione singolare latina. These five cases constitute the first Latin singular declension. Attenzione però: questi cinque casi esistono anche al plurale, quindi abbiamo a che fare con 10 casi. But be careful: these five cases also exist in the plural, so we are dealing with 10 cases. Ma non finisce qui: in latino non c'era solo una declinazione, quindi un set di casi come questo che vi ho illustrato, ma ben 5! But it does not end there: in Latin there was not only a declension, therefore a set of cases like this one that I have illustrated, but 5! Insomma, capite bene perché il latino è l'incubo di tanti ragazzi che lo devono studiare a scuola! In short, you understand why Latin is the nightmare of many children who have to study it at school!

Nell'evoluzione da latino a lingue romanze le declinazioni si sono progressivamente semplificate fino a scomparire: nelle lingue romanze le preposizioni e l'ordine delle parole fanno il lavoro dei casi latini. In the evolution from Latin to Romance languages the declensions have progressively simplified until they disappear: in Romance languages the prepositions and the order of words do the work of the Latin cases. Quest'ultimo è fondamentale per capire il significato di una frase e la funzione delle parole in italiano, mentre in latino era più libero. The latter is essential to understand the meaning of a sentence and the function of words in Italian, while in Latin it was freer. Il sistema dei casi sopravvive parzialmente solo nei pronomi personali: io e me, tu e te, ecc. The case system partially survives only in personal pronouns: me and me, you and you, etc.

Anche il sistema dei verbi era piuttosto complesso in latino. The verb system was also quite complex in Latin. I tempi verbali a livello di forme erano abbastanza diversi da quelli che conosciamo oggi nelle lingue romanze. The tenses at the level of forms were quite different from those we know today in Romance languages. In generale il latino era una lingua sintetica, che significa che i tempi verbali erano formati da parole singole; le lingue romanze sono lingue analitiche, in quanto i tempi verbali sono spesso formati da più parole (pensate a quanti tempi composti abbiamo in italiano: “ho detto”, “avevo mangiato”, “sono andato”, “avrei fatto”, “sia stato” ecc.). In general, Latin was a synthetic language, which means that the tenses were made up of single words; Romance languages are analytic languages, as tenses are often made up of several words (think of how many compound tenses we have in Italian: "I said", "I had eaten", "I went", "I would have done", "both state "etc.). Il latino era sintetico, come abbiamo già visto, anche per le declinazioni: un nome latino spesso corrisponde a preposizione più  nome in italiano. Latin was synthetic, as we have already seen, also for declensions: a Latin name often corresponds to a preposition plus a name in Italian. (rosae in latino significa “della rosa” in italiano). (rosae in Latin means "of the rose" in Italian).

Un altro aspetto che mostra il passaggio da latino a volgare e poi lingue romanze è il lessico: sono numerose le parole il cui significato nel corso dei secoli è mutato. Another aspect that shows the transition from Latin to vulgar and then Romance languages is the lexicon: there are numerous words whose meaning has changed over the centuries. Facciamo qualche esempio. Let's take some examples.

In italiano oggi parliamo di “testa” per indicare la parte superiore del corpo, ma in latino si utilizzava la parola “caput”. In italiano “caput” come “capo” (che non significa solo “persona principale in un'organizzazione”, ma è anche un sinonimo più letterario ed elegante di “testa”). Affianco alla parola “caput” in latino si cominciò ad utilizzare, all'inizio scherzosamente, la parola “testa(m)”, che indicava un vaso di terracotta (un po' come oggi scherzosamente possiamo utilizzare la parola “zucca” o “crapa” per indicare in maniera scherzosa e colloquiale la “testa”. Alongside the word "caput" in Latin, the word "testa(m)" began to be used jokingly, which indicated an earthenware vase (a bit like today we can jokingly use the word "zucca" or "crapa ” to indicate the “head” in a joking and colloquial way. Junto a la palabra "caput" en latín, se usó la palabra "testa (m)", al principio en broma, que indicaba una maceta de terracota (un poco como hoy podemos usar en broma la palabra "calabaza" o "crapa" para indicar la "cabeza" de una manera jocosa y coloquial. Pian piano però “testa” ha perso la sua connotazione ironica ed è diventata una parola neutra, mentre “capo” si usa un po' meno.

Pensate anche alla parola “casa”: in latino questo termine indicava una casa rustica, una casa di campagna, mentre la parola neutra era “domus”:  questa ha originato parole come “domestico”, “domicilio” e anche “duomo”, che deriva direttamente da “domus”, intesa come domus dei, la casa di Dio.

Se conosciamo molto bene il latino classico è perché la quantità di testi letterari che sono arrivati fino ai giorni nostri è davvero cospicua; è invece molto più difficile analizzare il latino volgare perché non siamo in possesso di molte testimonianze scritte, sia del latino volgare inteso come latino parlato dalla popolazione romana, sia delle lingue che si sono venute a creare dopo la caduta dell'Impero romano d'occidente.

Esiste tuttavia un documento che ci può dare qualche informazione sui cambiamenti che erano in atto nell'alto medioevo: l'Appendix Probi (‘Appendice di Probo'), un codice la cui datazione originaria è incerta ma è stimata intorno al terzo o quarto secolo. L'Appendix Probi riportava una lista di 227 parole latine seguite dalla loro versione volgarizzata. Il suo autore, un grammatico di nome Probo, scrisse il documento a scopo didattico, ma anche al fine di censurare alcune grafie (ovvero modi di scrivere una parola) che riteneva errate. Its author, a grammarian named Probus, wrote the document for didactic purposes, but also in order to censor some spellings (that is, ways of writing a word) which he considered incorrect. L'autore riporta la versione da lui ritenuta corretta, quindi quella latina, seguita dalla versione scorretta, il che ci fa capire che alcune parole avevano già iniziato a cambiare nella lingua parlata dal popolo.

La lista per esempio riportava:

– speculum, non speclum. In italiano questa parola è diventata “specchio”

– vetulus, non veclus. In italiano diciamo “vecchio”, anche se sopravvivono parole come “vetusto”.

– columna, non colomna. In italiano diciamo “colonna”.

– frigida non fricda. In italiano diciamo “fredda” o “freddo”, ma esiste anche la parola “frigido”.

I cambiamenti sono tanti, di tipo grammaticale, lessicale, fonetico. Voglio ora però menzionare ancora un aspetto sempre di tipo lessicale  che ha avuto un impatto abbastanza forte sul lessico della futura lingua italiana. Now, however, I still want to mention one more lexical aspect that has had a fairly strong impact on the lexicon of the future Italian language.

L'influenza germanica.

Forse non molte persone lo sanno, ma all'interno del lessico dell'italiano c'è un buon numero di parole che non hanno un'origine latina, bensì germanica. Attenzione: non mi riferisco al tedesco moderno, ma a lingue di tipo germanico molto più antiche. Com'è successo? Come abbiamo già detto l'Impero Romano d'occidente è caduto 476 d.C. e nei secoli successivi si sono susseguite tre invasioni importanti da parte di popoli germanici (che quindi, parlavano lingue germaniche) che hanno lasciato traccia nel lessico della lingua italiana. Sebbene l'italiano sia una lingua dal lessico perlopiù latino, è presente una buona quantità di parole che non hanno nulla a che vedere con il latino e sono piuttosto comuni. Although Italian is a language with a mostly Latin lexicon, there is a good amount of words that have nothing to do with Latin and are quite common.

La prima fu l'invasione dei goti nel 489, che non durò molto, solamente una cinquantina d'anni. I goti erano una popolazione germanica che, di conseguenza, parlava una lingua germanica che  oggi è estinta, ovvero il gotico. Alcuni termini di origine gotica (e quindi non latina) che potreste conoscere sono “guardia” e “guardiano”, “albergo”, “nastro” e verbi come “arredare” e “strappare”.

Una seconda invasione fu quella dei longobardi, un'altra popolazione germanica,  che dominò su buona parte della penisola italiana dal 568 al 774. A proposito, il nome della moderna regione italiana “Lombardia” deriva da “Longobardia”, quindi il territorio occupato dalla popolazione dei “Longobardi”, che in realtà era molto più esteso rispetto all'attuale “Lombardia”). Al periodo longobardo risalgono alcuni termini come “guancia”, “panca”, “scaffale”, “balcone”, palla” e alcuni verbi come “scherzare”, “spaccare”, “spruzzare”.

Il Regno dei Longobardi cessò di esistere a seguito della sconfitta subita dai Franchi, guidati dal celebre Carlo Magno.

La vittoria dei Franchi sui Longobardi nel 774 diede inizio alla terza dominazione germanica. A differenza però dei goti e dei longobardi  i Franchi appartenevano a una classe sociale diversa, era un'élite ai vertici del potere civile e militare. Si trattava di un popolo probabilmente bilingue: i Franchi venivano dalla Gallia (moderna Francia) dove si trovavano già da due secoli e dove si parlava un latino volgare chiamato “galloromanzo”. Per questi due motivi l'influenza dei franchi sul lessico dell'italiano è meno importante  Tuttavia ci sono alcuni termini che risalgono a questo periodo e sono parole relative all'organizzazione politica e sociale, come  “conte”, “barone”, “dama”, ecc.

Un esempio lampante di una parola che non ha un'origine latina, bensì germanica è il termine “guerra”, che deriva dal francone “werra” (pensate all'inglese “war”). In latino infatti il termine impiegato era “bellum”, che ha dato origine a termini come bellicoso, bellico, belligerante e indicava un concetto di guerra organizzata e ordinata di tipo romano, contrapposto alla guerra degli invasori germanici, che era piuttosto disorganizzata e impetuosa.

Una regola generale che trovo interessante è la seguente: quando in italiano (o in altre lingue romanze) incontriamo parole che iniziano con “g” più vocale (guerra, guardare, guida, guarire, guanto) probabilmente si tratta di prestiti da lingue germaniche, in cui si utilizzava un suono semivocalico tipo -w (come in “werra”) che nelle lingue romanze si è sistematicamente trasformato nella combinazione “gw” (guardare, guida, ecc. ).

In conclusione, la trasformazione del latino nel volgare e quindi nelle lingue romanze è un processo lento e graduale, che è durato secoli e  ha riguardato per molto tempo esclusivamente la lingua orale, parlata e solo in un secondo momento la lingua scritta. Le lingue che le persone parlavano nella vita di tutti giorni non godevano di dignità letteraria, non venivano scritte fino di fatto al tredicesimo secolo, in cui il destino dei volgari italiani mutò con, per esempio, Dante. Esistono tuttavia delle testimonianze precedenti, sebbene rade, di come parlavano le persone nell'Alto medioevo: documenti, atti burocratici, graffiti. Sin embargo, existen algunas evidencias anteriores, aunque escasas, de cómo hablaba la gente en la Alta Edad Media: documentos, actos burocráticos, grafitis. Nella prossima parte di questa serie sulla storia della lingua italiana partiremo proprio dalle testimonianze scritte più antiche del volgare, che possiamo considerare le origini della lingua italiana.

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[messaggio audio di Ania]

Grazie per la tua testimonianza Ania, mi piace davvero la tua mentalità, ovvero che non è importante la perfezione per te, ma è importante che ti piaccia, è importante divertirsi. Thanks for your testimony Ania, I really like your mentality, which is that perfection is not important to you, but it is important that you like it, it is important to have fun. Alla fine quella secondo me è la chiave delle persone che poi imparano bene una lingua e parlano bene, cioè si divertono in primo luogo. In the end that in my opinion is the key to people who then learn a language well and speak well, that is, they have fun in the first place. Quella secondo me è la cosa più importante, l'ingrediente che non deve mancare. E comunque posso assicurarti che il tuo livello è davvero buono, quindi… quindi complimenti! E se anche voi come Anja volete mandarmi la vostra storia potete mandarmi un messaggio, mi raccontate come avete imparato l'italiano, mi potete raccontare come avete utilizzato e usate ancora adesso questo podcast. Mi farebbe molto piacere e quindi aspetto i vostri messaggi! Grazie ancora per l'ascolto, ci vediamo, ci sentiamo nel prossimo episodio!