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Mattinate Napoletane, 08 - LA REGINA DI MEZZOCANNONE

08 - LA REGINA DI MEZZOCANNONE

Aprile 1886

Finora Mezzocannone ha avuto solo un re, quel buffo re di creta bronzata, mangiato dal tempo e dalle intemperie nel naso e nelle mani e negli occhi, nero, storto e contraffatto come un Esopo, bersaglio continuo delle invettive delle serve, le quali vanno ad attingere, e delle pietre e dei torsoli onde lo regalano i monelli impertinenti e democratici. Ma questo budello Mezzocannone, questo schifoso intestino napoletano, ha pur una regina. Il re è orribile; la regina è incantevole. Il re si chiamava, al tempo suo, Alfonso II

d'Aragona. Ma la regina? Ella vive e regna in fin della stradicciuola. Come si chiama la regina?

* * *

Le prime visite che feci alla via, mosse da ragioni affatto lontane dall'interesse artistico, me la resero sempre più antipatica. Sino a pochi anni fa, al quarto piano d'uno di quegli sporchi palazzetti vecchi, c'è stata una Ricevitoria brutta e scura, nella quale, ogni due mesi, io mi recavo a pagare la tassa della fondiaria, immaginate con quanta soddisfazione dell'anima! Poi,

un bel giorno, la Ricevitoria sloggiò; sloggiarono, rimossi in fretta e furia, i cancelletti di legno dai bastoni unti dalle mani dei poveri contribuenti, sloggiarono i gravi registri che chiudono tanti segreti di ristrettezze e di privazioni, sloggiò un cassiere malinconico insieme ad un piccolo gatto grigiastro, il quale annusava specie le gambe dei salumai che venivano a pagare. La Ricevitoria se n'andò e la casa rimase vuota, muta, spalancato l'uscio, sparse le camere di trucioli e di pezzetti di carta lacerata. I miei passi svegliavano un'eco breve e vibrante. Ancora sull'usciolino d'una delle stanzucce si vedeva un'addizione; i numeri erano segnati con la matita. Non avendo a fare altro collaudai l'addizione, con le mani in saccoccia e l'anima tutta dietro i miei tisici ricordi aritmetici. Il cassiere avea ragione, la somma era giusta; 14,780. Vi dirò pure, non senza una certa mortificazione, che, avendo, per una radicata superstizione napoletana, ripassati i numeri nel mio taccuino, quando scesi dalla casa abbandonata me gli andai a giocare al lotto. Naturalmente non vinsi nulla, la sfortuna mia essendo grande come la provvidenza del buon Gesù.

In verità, quando mi trovo per cose mie per gusto mio particolare a scendere per una cosiffatta stradicciuola, mi si stringe l'animo. Dov'è l'azzurro, dove il sole, dove il buon sangue e la buona salute nelle persone, dove l'aria e la luce nelle case e nelle botteghe? Da pertutto penombre ed oscurità fitte, facce smunte e scolorite, in cui solamente palpitano i neri e vivi occhi napoletani, pieni di desiderii e di curiosità, tutti luminosi d'anima. Una pietà grande queste povere donne pallide, questi lavoratori di metalli, dallo sguardo lento, dalla pelle sudata, traspirante il veleno delle ebollizioni di piombo o di rame, questi tintori che si movono nell'oscurità, sotto un lumicino che pende dal soffitto, un lumicino rosso, quasi infernale. E i bambini che trascinano i piedi nudi, per la mota, i piccoli piedi indolenziti, un vecchio che cerca invano un pezzetto di sole per la sua panchetta di franfellicche, e la buia, misteriosa cantina che raccoglie tutta la gente affamata e puzzolente del quartiere, la cantina della miseria, in cui, al venerdì, il fetore del baccalà fritto nell'olio soffoca il respiro, provocando le piccole tossi dei piccini che una famiglia di straccioni porta a mangiare nell'orrida caverna. * * *

Dirimpetto, l'antica fontanella mormora sempre. E par che il borbottio si parta dalla sconquassata bocca del re sovrastante, di questo ammantellato padrone della strada, e lamenti la miseria del tempo. Tutto roso dall'umido e dallo stesso tempo ingrato, che a poco a poco ha fatto di lui un personaggio da burla, vuote le occhiaie come colui della bibbia che in castigo ebbe mangiate le pupille dai vermi, l'infelice coronato pur vive ancora e concede la limpida vena dell'acqua a un popolo chiassone. L'acqua cade e si spande e allaga per buon tratto la via, commista a' nuovi rivoletti di un'altra fontanella che più in su è posta sul pendio, accanto alla bottega di un torniere—una fontanella municipale, delle solite. E però, di state e di verno la via è sempre lubrica; i pochi fanali che vengono fuori, uscendo come dalle finestre, lasciano piovere una scialba luce sul selciato sconnesso, che somiglia una disgregata sutura di un cranio in cui s'infiltrino fantastiche lacrime. E qua e là, per terra, si fanno bianche lucentezze sulle gobbe dei più gibbosi lastroni. Nel lontano, ove la strada è per finire, pende da un balconcello un fanaletto verde sul quale è scritto qualcosa in bianche lettere: Albergo del pavone. Un letto vi costa quattro soldi. Dal balconcello certo non si può aver sott'occhio un felice orizzonte; non c'è' dirimpetto eh? una scala, e in capo alla scala un immane Cristo in croce, rifatto dagli ultimi furori religiosi, dopo il colera. Nella notte, con innanzi ed ai lati alcune lampade accese, il gigantesco Cristo è vivo e terribile…

La via è sempre affollata. Vi sale e scende il commercio di Porto, della Marina, della vicina strada dei Mercanti, di tutte le stradicciuole circostanti. Gli operai, intenti alla loro bisogna nelle botteghe, non levano mai lo sguardo ai passanti e continuano a lavorare fino a notte, tra il gridio del difuori e l'interno affaccendarsi per l'opera. C'è, a un posto di Mezzocannone, presso un caffettuccio, ove si giuoca a carte, una bottega di ricamatrici. Intorno al telaio, come attorno al una tavola, seggono quattro o cinque povere ragazze, curve sui ghirigori d'argento o d'oro, sui cuori di seta cremisina, sui fiori dai pistilli di conterie luccicanti. Tra costoro è una rossa pallidissima, un po' lentigginata sulla faccia di madonnina bisantina. L'oro del ricamo non ha più luce di quello dei capelli di lei, che, a volte, rischiarati da un filo di sole, si accendono. Questa è la reginella di Mezzocannone.

* * *

La piccola rossa, le labbra strette, gli occhi intenti, le bianchissime mani ravvicinate trapassa con l'ago la trama e non ne stacca l'attenzione, per ore ed ore. È la prima dalla parte dell'uscio. Ma chi passa, in quei momenti di raccoglimento, non vede di lei altro se non la banda dei capelli fulvi, un impreciso profilo, un pò della guancia d'avorio fine. La reginella ricama.

In un tramonto estivo, nel quale si spegnevano l'ultime luci perfino nella bottega delle ricamatrici, la rossa—è chiarissimo il ricordo nell'anima mia— aveva poggiato il gomito sull'asse del telaio, e nella bianca mano raccolto il mento, leggermente china da un lato la testa angelica, gli occhi nel vuoto, sognava. Le altre sommessamente, chiacchieravano: la principale preparava i lumi. Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza del tramonto penetrando nell'anima la piccola rossa, socchiuse le labbra esangui, lo sguardo perduto, continuava a sognare, come una santarella in un'aureola di pulviscolo d'oro.


08 - LA REGINA DI MEZZOCANNONE 08 - THE QUEEN OF MEZZOCANNONE 08 - LA REINA DEL MEZZOCANNONE

Aprile 1886

Finora Mezzocannone ha avuto solo un re, quel buffo re di creta bronzata, mangiato dal tempo e dalle intemperie nel naso e nelle mani e negli occhi, nero, storto e contraffatto come un Esopo, bersaglio continuo delle invettive delle serve, le quali vanno ad attingere, e delle pietre e dei torsoli onde lo regalano i monelli impertinenti e democratici. Up to now Mezzocannone has had only one king, that funny king of bronzed clay, eaten by time and bad weather in the nose and hands and eyes, black, crooked and counterfeit like an Aesop, a continuous target of the invectives of the servants, who go to to draw, and stones and cores to give it impertinent and democratic brats. Ma questo budello Mezzocannone, questo schifoso intestino napoletano, ha pur una regina. But this Mezzocannone gut, this lousy Neapolitan gut, has a queen, though. Il re è orribile; la regina è incantevole. Il re si chiamava, al tempo suo, Alfonso II

d'Aragona. Ma la regina? Ella vive e regna in fin della stradicciuola. Come si chiama la regina?

* * *

Le prime visite che feci alla via, mosse da ragioni affatto lontane dall'interesse artistico, me la resero sempre più antipatica. The first visits I made to the street, driven by reasons far from artistic interest, made it increasingly unpleasant. Sino a pochi anni fa, al quarto piano d'uno di quegli sporchi palazzetti vecchi, c'è stata una Ricevitoria brutta e scura, nella quale, ogni due mesi, io mi recavo a pagare la tassa della fondiaria, immaginate con quanta soddisfazione dell'anima! Until a few years ago, on the fourth floor of one of those dirty old buildings, there was an ugly, dark Receiving Office, into which, every two months, I would go to pay the land tax, imagine with what satisfaction of soul! Poi,

un bel giorno, la Ricevitoria sloggiò; sloggiarono, rimossi in fretta e furia, i cancelletti di legno dai bastoni unti dalle mani dei poveri contribuenti, sloggiarono i gravi registri che chiudono tanti segreti di ristrettezze e di privazioni, sloggiò un cassiere malinconico insieme ad un piccolo gatto grigiastro, il quale annusava specie le gambe dei salumai che venivano a pagare. one fine day, the Ricevitoria went away; dislodged, quickly removed, the wooden gates from the sticks greased by the hands of the poor taxpayers, dislodged the serious registers that close so many secrets of hardship and deprivation, dislodged a melancholy cashier together with a small grayish cat, who sniffed species the legs of the delicatessens who came to pay. La Ricevitoria se n'andò e la casa rimase vuota, muta, spalancato l'uscio, sparse le camere di trucioli e di pezzetti di carta lacerata. The Receivership left and the house stood empty, mute, gaping wide open, scattering the rooms with shavings and bits of torn paper. I miei passi svegliavano un'eco breve e vibrante. Ancora sull'usciolino d'una delle stanzucce si vedeva un'addizione; i numeri erano segnati con la matita. little rooms an addition was seen; the numbers were marked with a pencil. Non avendo a fare altro collaudai l'addizione, con le mani in saccoccia e l'anima tutta dietro i miei tisici ricordi aritmetici. Not having anything else to do, I tested the addition, with my hands in my pocket and my soul behind my physical arithmetic memories. Il cassiere avea ragione, la somma era giusta; 14,780. Vi dirò pure, non senza una certa mortificazione, che, avendo, per una radicata superstizione napoletana, ripassati i numeri nel mio taccuino, quando scesi dalla casa abbandonata me gli andai a giocare al lotto. Naturalmente non vinsi nulla, la sfortuna mia essendo grande come la provvidenza del buon Gesù.

In verità, quando mi trovo per cose mie per gusto mio particolare a scendere per una cosiffatta stradicciuola, mi si stringe l'animo. Dov'è l'azzurro, dove il sole, dove il buon sangue e la buona salute nelle persone, dove l'aria e la luce nelle case e nelle botteghe? Da pertutto penombre ed oscurità fitte, facce smunte e scolorite, in cui solamente palpitano i neri e vivi occhi napoletani, pieni di desiderii e di curiosità, tutti luminosi d'anima. From everywhere penumbra and dense darkness, pale and discolored faces, in which only the black and alive Neapolitan eyes are throbbing, full of desires and curiosities, all bright in soul. Una pietà grande queste povere donne pallide, questi lavoratori di metalli, dallo sguardo lento, dalla pelle sudata, traspirante il veleno delle ebollizioni di piombo o di rame, questi tintori che si movono nell'oscurità, sotto un lumicino che pende dal soffitto, un lumicino rosso, quasi infernale. A great pity these poor pale women, these metal workers, slow-eyed, sweaty-skinned, perspiring the poison of lead or copper boils, these dyers moving in the darkness, under a little light hanging from the ceiling, a red, almost hellish light. E i bambini che trascinano i piedi nudi, per la mota, i piccoli piedi indolenziti, un vecchio che cerca invano un pezzetto di sole per la sua panchetta di franfellicche, e la buia, misteriosa cantina che raccoglie tutta la gente affamata e puzzolente del quartiere, la cantina della miseria, in cui, al venerdì, il fetore del baccalà fritto nell'olio soffoca il respiro, provocando le piccole tossi dei piccini che una famiglia di straccioni porta a mangiare nell'orrida caverna. And the children who drag their bare feet, for the mota, the small sore feet, an old man who seeks in vain a piece of sun for his bench of franfellicche, and the dark, mysterious cellar that gathers all the hungry and stinking people of the neighborhood , the cellar of misery, where, on Friday, the stench of cod fried in oil suffocates the breath, causing the small coughs of the little ones that a family of beggars brings to eat in the horrid cave. * * *

Dirimpetto, l'antica fontanella mormora sempre. E par che il borbottio si parta dalla sconquassata bocca del re sovrastante, di questo ammantellato padrone della strada, e lamenti la miseria del tempo. And it seems that the mumbling starts from the wretched mouth of the overhanging king, of this cloaked master of the street, and complains of the misery of time. Tutto roso dall'umido e dallo stesso tempo ingrato, che a poco a poco ha fatto di lui un personaggio da burla, vuote le occhiaie come colui della bibbia che in castigo ebbe mangiate le pupille dai vermi, l'infelice coronato pur vive ancora e concede la limpida vena dell'acqua a un popolo chiassone. All gnawed by the damp and at the same time ungrateful, who gradually made him a prank character, empty his dark circles like the one of the bible who in punishment had eaten his pupils from worms, the unhappy crowned though he still lives and grants the clear vein of water to a rowdy people. L'acqua cade e si spande e allaga per buon tratto la via, commista a' nuovi rivoletti di un'altra fontanella che più in su è posta sul pendio, accanto alla bottega di un torniere—una fontanella The water falls and spreads and floods the road for a good stretch, mingling with the new rivulets of another fountain that is higher up on the slope, next to the shop of a lathe - a fountain municipale, delle solite. municipal, the usual. E però, di state e di verno la via è sempre lubrica; i pochi fanali che vengono fuori, uscendo come dalle finestre, lasciano piovere una scialba luce sul selciato sconnesso, che somiglia una disgregata sutura di un cranio in cui s'infiltrino fantastiche lacrime. And yet, in state and in winter, the street is always lubricious; the few lights that come out, going out as if from the windows, let a dull light rain down on the uneven pavement, resembling a disjointed suture of a skull into which fantastic tears seep. E qua e là, per terra, si fanno bianche lucentezze sulle gobbe dei più gibbosi lastroni. And here and there, on the ground, white glitters are made on the humps of the most humped slabs. Nel lontano, ove la strada è per finire, pende da un balconcello un fanaletto verde sul quale è scritto qualcosa in bianche lettere: Albergo del pavone. In the distant, where the road is to end, a green lantern hangs from a balcony on which something is written in white letters: Albergo del Pavone. Un letto vi costa quattro soldi. A bed costs you four dollars. Dal balconcello certo non si può aver sott'occhio un felice orizzonte; non c'è' dirimpetto eh? From the balcony you certainly cannot have a happy horizon in sight; there is no opposite eh? una scala, e in capo alla scala un immane Cristo in croce, rifatto dagli ultimi furori religiosi, dopo il colera. Nella notte, con innanzi ed ai lati alcune lampade accese, il gigantesco Cristo è vivo e terribile… In the night, with some lamps lit in front and on the sides, the gigantic Christ is alive and terrible ...

La via è sempre affollata. The street is always crowded. Vi sale e scende il commercio di Porto, della Marina, della vicina strada dei Mercanti, di tutte le stradicciuole circostanti. Gli operai, intenti alla loro bisogna nelle botteghe, non levano mai lo sguardo ai passanti e continuano a lavorare fino a notte, tra il gridio del difuori e l'interno affaccendarsi per l'opera. C'è, a un posto di Mezzocannone, presso un caffettuccio, ove si giuoca a carte, una bottega di ricamatrici. Intorno al telaio, come attorno al una tavola, seggono quattro o cinque povere ragazze, curve sui ghirigori d'argento o d'oro, sui cuori di seta cremisina, sui fiori dai pistilli di conterie luccicanti. Around the frame, as around a table, four or five poor girls sit, curves on the silver or gold twirls, on the hearts of crimson silk, on the flowers with the pistils of glittering conterie. Tra costoro è una rossa pallidissima, un po' lentigginata sulla faccia di Among them is a very pale redhead, a little freckled on the face of madonnina bisantina. L'oro del ricamo non ha più luce di quello dei capelli di lei, che, a volte, rischiarati da un filo di sole, si accendono. Questa è la reginella di Mezzocannone.

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La piccola rossa, le labbra strette, gli occhi intenti, le bianchissime mani ravvicinate trapassa con l'ago la trama e non ne stacca l'attenzione, per ore ed ore. The little redhead, tight lips, intent eyes, very white close hands pierces the plot with the needle and does not detach its attention, for hours and hours. È la prima dalla parte dell'uscio. Ma chi passa, in quei momenti di raccoglimento, non vede di lei altro se non la banda dei capelli fulvi, un impreciso profilo, un pò della guancia d'avorio fine. But those who pass, in those moments of recollection, see nothing of her but the band of tawny hair, an imprecise profile, a bit of fine ivory cheek. La reginella ricama.

In un tramonto estivo, nel quale si spegnevano l'ultime luci perfino nella bottega delle ricamatrici, la rossa—è chiarissimo il ricordo nell'anima mia— In a summer sunset, in which the last lights went out even in the workshop of the embroiderers, the red - the memory in my soul is very clear - aveva poggiato il gomito sull'asse del telaio, e nella bianca mano raccolto il mento, leggermente china da un lato la testa angelica, gli occhi nel vuoto, sognava. had rested her elbow on the frame board, and in her white hand gathered her chin, slightly bowed her angelic head to one side, her eyes in the void, she dreamed. Le altre sommessamente, chiacchieravano: la principale preparava i lumi. Un grande silenzio s'era fatto per la via. La dolcezza del tramonto penetrando nell'anima la piccola rossa, socchiuse le labbra esangui, lo sguardo perduto, continuava a sognare, come una santarella in un'aureola di pulviscolo d'oro. The sweetness of the sunset penetrating the soul of the little redhead, half-closed lips, lost gaze, continued to dream, like a santarella in a halo of golden dust.