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Anna Karenina, Parte Secunda: Capitolo XVI

Parte Secunda: Capitolo XVI

Tornando a casa, Levin chiese tutti i particolari della malattia di Kitty e i progetti degli Šcerbackij, e in fondo (se ne vergognava persino nel confessarlo a se stesso) quello che aveva saputo gli faceva piacere. Gli faceva piacere e perché c'era ancora una speranza e ancor più perché soffriva chi aveva fatto soffrire tanto lui. Ma quando Stepan Arkad'ic cominciò a parlare della cause della malattia di Kitty e fece il nome di Vronskij, Levin lo interruppe.

— Io non ho alcun diritto di sapere i particolari di famiglia, e, a dire il vero, neanche nessun interesse.

Stepan Arkad'ic sorrise appena percettibilmente, cogliendo il mutamento subitaneo, e a lui così noto, del viso di Levin, divenuto tanto scuro quanto allegro era stato un momento prima.

— Hai concluso del tutto il taglio del bosco con Rjabinin? — chiese Levin.

— Sì, ho concluso. Il prezzo è ottimo, trentottomila rubli: otto anticipati e il resto in sei anni. Ho dovuto faticare per averlo. Nessuno mi offriva di più.

— In conclusione, l'hai regalato il bosco — disse torvo Levin.

— Come regalato? — disse Stepan Arkad'ic con un sorriso bonario, sapendo che ormai Levin avrebbe trovato tutto mal fatto.

— Perché quel bosco vale almeno un cinquecento rubli a desjatina — rispose Levin.

— Ah, eccoli questi proprietari di terre! — disse Stepan Arkad'ic scherzando. — Questo vostro tono di disprezzo verso noi cittadini!... Intanto, quando c'è da concludere un affare, siamo noi a far meglio. Credimi, ho calcolato tutto — disse — e il bosco è stato venduto a condizioni molto vantaggiose: temo persino che egli rifiuti. Certo non è un bosco conveniente — disse Stepan Arkad'ic desiderando con la parola «conveniente» convincere Levin dell'infondatezza dei suoi dubbi — più che altro è legna da ardere. E ce ne saranno non più di trenta sazeni per desjatina e lui me ne dà duecento rubli.

Levin sorrise sprezzante. «Conosco — pensò — questo modo di fare, non solo suo, ma di tutti gli abitanti di città; vengono in campagna due volte in dieci anni, annotano due o tre termini campagnoli, e li usano a proposito e a sproposito, fermamente convinti di sapere tutto. ‘Conveniente, ce ne saranno trenta sazeni '. Ripete delle parole, ma non ne conosce il senso».

— Io non starò a insegnarti quel che scrivi là al tuo ufficio — disse — ma se fosse necessario chiederei di apprendere da te. E tu, invece, sei così sicuro di capire tutto in materia di legname. È difficile. Hai dato una contata agli alberi?

— Come, la contata degli alberi? — disse, ridendo, Stepan Arkad'ic, desiderando sempre di far uscire Levin dal suo cattivo umore. — «Contar le sabbie, i raggi dei pianeti, potrebbe ancora un alto ingegno...».

— Eh, già, ma intanto l'alto ingegno di Rjabinin, sì, che lo può. E nessun compratore compra un taglio di bosco senza contare, a meno che non glielo regalino, così come hai fatto tu. Conosco il tuo bosco. Ci vado ogni anno a caccia e vale cinquecento rubli contanti a desjatina ; mentre lui te ne dà duecento a rate. Il che significa che tu, a lui, ne regali trentamila.

— Su, via, non esageriamo — disse con pena Stepan Arkad'ic — e allora perché nessuno me li offriva?

— Perché lui è d'accordo con gli altri. Ho avuto a che fare con tutti loro, li conosco. Non sono dei compratori, ma degli accaparratori. Se non c'è da guadagnare il dieci, il quindici per cento egli non avvia neppure l'affare; aspetta a comprare un rublo con venti copeche.

— Lascia andare! Tu vedi tutto nero.

— Niente affatto — disse cupo Levin, mentre si avvicinavano a casa.

All'ingresso c'era già una carretta tutta ricoperta di ferro e cuoio, con un cavallo ben pasciuto attaccato con corregge larghe ben tese. Nella carretta sedeva un inserviente che faceva da cocchiere a Rjabinin, fortemente stretto da una cintura, con una faccia turgida e iniettata di sangue. Lo stesso Rjabinin era già in casa, e venne incontro agli amici nell'anticamera. Era un uomo di mezza età, alto e rinsecchito, con i baffi, il mento raso sporgente e gli occhi torbidi all'infuori. Vestiva un soprabito turchino a lunghe falde, con i bottoni più in basso del dorso, e sopra agli alti stivali raggrinziti alle caviglie e tirati sui polpacci portava delle grosse calosce. Si asciugò tutto il viso in giro col fazzoletto e, allacciatosi il soprabito, che anche senza di questo chiudeva bene, salutò con un sorriso quelli che erano entrati, tendendo la mano a Stepan Arkad'ic come se volesse afferrare qualcosa.

— Ah, siete arrivato — disse Stepan Arkad'ic, dandogli la mano. — Benone.

— Non ho osato mancare a un ordine di vostra eccellenza, benché la strada fosse cattiva. Ho fatto tutta la strada positivamente a piedi, ma sono arrivato in tempo. Konstantin Dmitric, i miei rispetti — disse rivolto a Levin, cercando di afferrare anche a lui la mano. Ma Levin, accigliato, fingeva di non vedere e tirava fuori le beccacce. — I signori si sono divertiti a caccia? Ma che uccelli son codesti? — aggiunse Rjabinin guardando sprezzante le beccacce. — Bè, un certo sapore lo avranno! — E scosse il capo, disapprovando e dubitando assai che il giuoco valesse la candela.

— Vuoi andar nello studio? — disse Levin in francese, sempre scuro in viso, a Stepan Arkad'ic. — Accomodatevi nello studio, parlerete là.

— Ma dove a voi piace, signore — disse con aria dignitosa e altera Rjabinin per far intendere che per gli altri potevano esserci difficoltà, sul come e con chi trattare l'affare, ma per lui mai e per nessuna cosa.

Entrando nello studio, Rjabinin, per abitudine, guardò in giro a cercare l'icona, ma, trovatala, non si segnò. Esaminò gli armadi e gli scaffali coi libri, e con lo stesso atteggiamento di diffidenza assunto per le beccacce, sorrise sprezzante e scosse il capo disapprovando, deciso ormai a non ammettere che il giuoco valesse la candela.

— Bè, il denaro lo avete portato? — disse Oblonskij. — Sedete.

— Noi non ci faremo certo attendere pel denaro. Sono venuto per vedervi, per discorrere un po'. — Discorrere di che? Ma sedetevi.

— Questo sì — disse Rjabinin, sedendosi e appoggiandosi, nel modo più scomodo per lui, alla spalliera della poltrona. — Bisogna che abbassiate un po' il prezzo, principe. Sarebbe un peccato mandare a monte. E i denari son pronti, prontissimi. Fino all'ultima copeca. Pel pagamento non ci sarà ritardo.

Levin, che, nel frattempo, aveva riposto il fucile nell'armadio e già stava per uscire, udite le parole del compratore, si fermò sulla porta.

— E così, voi avete preso il bosco per niente — disse. — È giunto tardi da me, altrimenti il prezzo l'avrei fatto io.

Rjabinin si alzò e guardò Levin in silenzio con un sorriso di sotto in su.

— Siete molto attaccato al denaro, Konstantin Dmitric — disse, volgendosi a Stepan Arkad'ic con un sorriso. — Decisamente da lui non ci si può comprar nulla. Stavo trattando per il frumento, offrivo dei bei soldi, io.

— Perché dovrei regalarvi il mio? Non l'ho mica trovato per terra, né rubato.

— Vi prego. Al giorno d'oggi rubare è definitivamente impossibile. Tutto, al giorno d'oggi è definitivamente di dominio pubblico, oggi tutto è onesto; altro che rubare! Ma via, trattiamo onestamente. È caro questo legname, non ci esco neanche con le spese. Chiedo di cedere almeno di una piccolezza.

— Ma voi l'affare lo avete concluso sì o no? Se è concluso non c'è più nulla da trattare, se non è concluso — disse Levin — il bosco lo compro io.

Il sorriso scomparve a un tratto dal viso di Rjabinin. Una espressione di sparviero, rapace e dura, vi si fissò. Con le dita ossute e rapide sbottonò il soprabito, scoprendo la camicia che ne usciva fuori, i bottoni di rame del panciotto e la catena dell'orologio, e in fretta cavò fuori un grosso e vecchio portafoglio.

— Vi prego, il bosco è mio — pronunciò, dopo essersi fatto in fretta il segno della croce e tendendo la mano. — Ecco il denaro, il bosco è mio. Ecco come fa gli affari Rjabinin, e non bada agli spiccioli — disse accigliato, agitando il portafoglio.

— Io al posto tuo non avrei fretta — disse Levin.

— Ti prego — disse sorpreso Oblonskij. — Ho dato la parola.

Levin uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Rjabinin, guardando verso questa, scosse la testa con un sorriso.

— Gioventù, definitivamente; anzi fanciullaggine. Compro per tanto, credetemi sull'onore, solo per potermi vantare, ecco, che Rjabinin, e nessun altro, ha comprato il bosco da un Oblonskij. E anche, se Dio vuole, per guadagnarci su. Credete a Dio. Vi prego, signore. Scriviamo il contrattino.

Un'ora dopo il compratore, incrociatasi accuratamente la veste e agganciati gli uncini del soprabito, col contratto in tasca, sedette nella sua carretta ben ferrata per tornarsene a casa.

— Oh, questi signori! — disse all'inserviente — tutti a un modo!

— Proprio così — rispose l‘inserviente, dandogli le briglie e abbottonando il grembiule di cuoio. — E il vostro affaruccio com'è andato, Michail Ignat'ic?

— Bè, bè....


Parte Secunda: Capitolo XVI Parte Secunda: Chapter XVI Parte Secunda: Capítulo XVI

Tornando a casa, Levin chiese tutti i particolari della malattia di Kitty e i progetti degli Šcerbackij, e in fondo (se ne vergognava persino nel confessarlo a se stesso) quello che aveva saputo gli faceva piacere. Returning home, Levin asked for all the details of Kitty's illness and the plans of the Shcerbatsy, and after all (he was ashamed even to confess it to himself) what he had learned pleased him. Gli faceva piacere e perché c’era ancora una speranza e ancor più perché soffriva chi aveva fatto soffrire tanto lui. It pleased him and because there was still hope and even more because those who had made him suffer so much suffered. Ma quando Stepan Arkad’ic cominciò a parlare della cause della malattia di Kitty e fece il nome di Vronskij, Levin lo interruppe. But when Stepan Arkadic began to talk about the cause of Kitty's illness and mentioned Vronsky's name, Levin cut him off.

— Io non ho alcun diritto di sapere i particolari di famiglia, e, a dire il vero, neanche nessun interesse.

Stepan Arkad’ic sorrise appena percettibilmente, cogliendo il mutamento subitaneo, e a lui così noto, del viso di Levin, divenuto tanto scuro quanto allegro era stato un momento prima. Stepan Arkad'ic smiled faintly perceptibly, sensing the sudden change, and so familiar to him, in Levin's face, which had become as dark as it was cheerful a moment before.

— Hai concluso del tutto il taglio del bosco con Rjabinin? - Have you completed the cutting of the forest with Rjabinin completely? — chiese Levin.

— Sì, ho concluso. Il prezzo è ottimo, trentottomila rubli: otto anticipati e il resto in sei anni. The price is excellent, thirty-eight thousand rubles: eight in advance and the rest in six years. Ho dovuto faticare per averlo. I had to work hard to get it. Nessuno mi offriva di più. Nobody offered me more.

— In conclusione, l’hai regalato il bosco — disse torvo Levin. "In conclusion, you gave him the woods," Levin said grimly.

— Come regalato? — disse Stepan Arkad’ic con un sorriso bonario, sapendo che ormai Levin avrebbe trovato tutto mal fatto. Stepan Arkadic said with a good-natured smile, knowing that Levin would find everything badly done by now.

— Perché quel bosco vale almeno un cinquecento rubli a desjatina — rispose Levin. "Because that wood is worth at least five hundred rubles a desjatina," Levin replied.

— Ah, eccoli questi proprietari di terre! - Ah, here they are these landowners! — disse Stepan Arkad’ic scherzando. — Questo vostro tono di disprezzo verso noi cittadini!... - Your tone of contempt towards us citizens! ... Intanto, quando c’è da concludere un affare, siamo noi a far meglio. Meanwhile, when there is a deal to be concluded, we are the ones who do better. Credimi, ho calcolato tutto — disse — e il bosco è stato venduto a condizioni molto vantaggiose: temo persino che egli rifiuti. Believe me, I have calculated everything - he said - and the wood has been sold on very advantageous terms: I am afraid that he will even refuse. Certo non è un bosco conveniente — disse Stepan Arkad’ic desiderando con la parola «conveniente» convincere Levin dell’infondatezza dei suoi dubbi — più che altro è legna da ardere. Certainly it is not a suitable forest - Stepan Arkadic said, wishing with the word "convenient" to convince Levin of the groundlessness of his doubts - more than anything else it is firewood. E ce ne saranno non più di trenta sazeni per desjatina e lui me ne dà duecento rubli. And there will be no more than thirty sazeni for desjatina and he gives me two hundred rubles.

Levin sorrise sprezzante. «Conosco — pensò — questo modo di fare, non solo suo, ma di tutti gli abitanti di città; vengono in campagna due volte in dieci anni, annotano due o tre termini campagnoli, e li usano a proposito e a sproposito, fermamente convinti di sapere tutto. ‘Conveniente, ce ne saranno trenta sazeni '. Ripete delle parole, ma non ne conosce il senso».

— Io non starò a insegnarti quel che scrivi là al tuo ufficio — disse — ma se fosse necessario chiederei di apprendere da te. E tu, invece, sei così sicuro di capire tutto in materia di legname. È difficile. Hai dato una contata agli alberi?

— Come, la contata degli alberi? — disse, ridendo, Stepan Arkad’ic, desiderando sempre di far uscire Levin dal suo cattivo umore. — «Contar le sabbie, i raggi dei pianeti, potrebbe ancora un alto ingegno...». - «Counting the sands, the rays of the planets, could still a high ingenuity ...».

— Eh, già, ma intanto l’alto ingegno di Rjabinin, sì, che lo può. E nessun compratore compra un taglio di bosco senza contare, a meno che non glielo regalino, così come hai fatto tu. Conosco il tuo bosco. Ci vado ogni anno a caccia e vale cinquecento rubli contanti a desjatina ; mentre lui te ne dà duecento a rate. Il che significa che tu, a lui, ne regali trentamila.

— Su, via, non esageriamo — disse con pena Stepan Arkad’ic — e allora perché nessuno me li offriva? - Come on, let's not exaggerate - Stepan Arkad'ic said painfully - so why was no one offering them to me?

— Perché lui è d’accordo con gli altri. - Because he agrees with the others. Ho avuto a che fare con tutti loro, li conosco. I've dealt with all of them, I know them. Non sono dei compratori, ma degli accaparratori. They are not buyers, but hoarders. Se non c’è da guadagnare il dieci, il quindici per cento egli non avvia neppure l’affare; aspetta a comprare un rublo con venti copeche. If there is no ten to be earned, fifteen per cent he does not even start the business; wait to buy a ruble with twenty kopecks.

— Lascia andare! - Let it go! Tu vedi tutto nero. You see everything black.

— Niente affatto — disse cupo Levin, mentre si avvicinavano a casa. "Not at all," Levin said grimly as they approached the house.

All’ingresso c’era già una carretta tutta ricoperta di ferro e cuoio, con un cavallo ben pasciuto attaccato con corregge larghe ben tese. At the entrance there was already a cart entirely covered with iron and leather, with a well-fed horse attached with wide, well-stretched straps. Nella carretta sedeva un inserviente che faceva da cocchiere a Rjabinin, fortemente stretto da una cintura, con una faccia turgida e iniettata di sangue. In the cart sat an attendant who acted as a coachman for Rjabinin, tightly bound by a belt, with a turgid and bloodshot face. Lo stesso Rjabinin era già in casa, e venne incontro agli amici nell’anticamera. Era un uomo di mezza età, alto e rinsecchito, con i baffi, il mento raso sporgente e gli occhi torbidi all’infuori. Vestiva un soprabito turchino a lunghe falde, con i bottoni più in basso del dorso, e sopra agli alti stivali raggrinziti alle caviglie e tirati sui polpacci portava delle grosse calosce. He wore a long-brimmed blue overcoat, with buttons lower than the back, and over his high boots wrinkled at the ankles and pulled over the calves he wore large caloshes. Si asciugò tutto il viso in giro col fazzoletto e, allacciatosi il soprabito, che anche senza di questo chiudeva bene, salutò con un sorriso quelli che erano entrati, tendendo la mano a Stepan Arkad’ic come se volesse afferrare qualcosa. He wiped his whole face around with his handkerchief and, fastening his overcoat, which even without it closed well, greeted those who had entered with a smile, holding out his hand to Stepan Arkad'ic as if he wanted to grab something.

— Ah, siete arrivato — disse Stepan Arkad’ic, dandogli la mano. "Ah, you've arrived," Stepan Arkad'ic said, shaking his hand. — Benone. - Very good.

— Non ho osato mancare a un ordine di vostra eccellenza, benché la strada fosse cattiva. - I did not dare fail an order of your Excellency, although the road was bad. Ho fatto tutta la strada positivamente a piedi, ma sono arrivato in tempo. I walked all the way positively, but got there on time. Konstantin Dmitric, i miei rispetti — disse rivolto a Levin, cercando di afferrare anche a lui la mano. Konstantin Dmitric, my respects - he said to Levin, trying to grab his hand too. Ma Levin, accigliato, fingeva di non vedere e tirava fuori le beccacce. But Levin, frowning, pretended not to see and pulled out his woodcocks. — I signori si sono divertiti a caccia? Ma che uccelli son codesti? But what birds are these? — aggiunse Rjabinin guardando sprezzante le beccacce. — Bè, un certo sapore lo avranno! - Well, they'll have some flavor! — E scosse il capo, disapprovando e dubitando assai che il giuoco valesse la candela. And he shook his head, disapproving and doubting very much that the game was worth the candle.

— Vuoi andar nello studio? — disse Levin in francese, sempre scuro in viso, a Stepan Arkad’ic. — Accomodatevi nello studio, parlerete là. - Take a seat in the study, you will speak there.

— Ma dove a voi piace, signore — disse con aria dignitosa e altera Rjabinin per far intendere che per gli altri potevano esserci difficoltà, sul come e con chi trattare l’affare, ma per lui mai e per nessuna cosa. "But where you like it, sir," Ryabinin said with dignified and haughty air, to make it clear that there could be difficulties for the others, as to how and with whom to negotiate the deal, but for him never and for nothing.

Entrando nello studio, Rjabinin, per abitudine, guardò in giro a cercare l’icona, ma, trovatala, non si segnò. Upon entering the study, Ryabinin, out of habit, looked around for the icon, but finding it, he did not cross himself. Esaminò gli armadi e gli scaffali coi libri, e con lo stesso atteggiamento di diffidenza assunto per le beccacce, sorrise sprezzante e scosse il capo disapprovando, deciso ormai a non ammettere che il giuoco valesse la candela. He examined the cabinets and shelves with books, and with the same distrustful attitude assumed for woodcocks, he smiled contemptuously and shook his head disapprovingly, determined by now not to admit that the game was worth the candle.

— Bè, il denaro lo avete portato? "Well, did you bring the money?" — disse Oblonskij. — Sedete. - Sit.

— Noi non ci faremo certo attendere pel denaro. - We certainly won't be waiting for the money. Sono venuto per vedervi, per discorrere un po'. I came to see you, to talk a little. — Discorrere di che? Ma sedetevi.

— Questo sì — disse Rjabinin, sedendosi e appoggiandosi, nel modo più scomodo per lui, alla spalliera della poltrona. — Bisogna che abbassiate un po' il prezzo, principe. “You must lower the price a little, prince. Sarebbe un peccato mandare a monte. It would be a shame to screw up. E i denari son pronti, prontissimi. And the money is ready, very ready. Fino all’ultima copeca. Pel pagamento non ci sarà ritardo. There will be no delay in payment.

Levin, che, nel frattempo, aveva riposto il fucile nell’armadio e già stava per uscire, udite le parole del compratore, si fermò sulla porta. Levin, who, in the meantime, had placed the rifle in the closet and was already about to go out, hear the buyer's words, stopped on the door.

— E così, voi avete preso il bosco per niente — disse. "And so, you took the forest at all," he said. — È giunto tardi da me, altrimenti il prezzo l’avrei fatto io. - It came late to me, otherwise I would have done the price.

Rjabinin si alzò e guardò Levin in silenzio con un sorriso di sotto in su. Rjabinin got up and looked at Levin in silence with a smile below up.

— Siete molto attaccato al denaro, Konstantin Dmitric — disse, volgendosi a Stepan Arkad’ic con un sorriso. — Decisamente da lui non ci si può comprar nulla. “Definitely nothing can be bought from him. Stavo trattando per il frumento, offrivo dei bei soldi, io. I was treating for wheat, I offered some good money, me.

— Perché dovrei regalarvi il mio? - Why should I give you mine? Non l’ho mica trovato per terra, né rubato. I haven't found it on the floor or stolen it.

— Vi prego. Al giorno d’oggi rubare è definitivamente impossibile. Stealing is definitely impossible nowadays. Tutto, al giorno d’oggi è definitivamente di dominio pubblico, oggi tutto è onesto; altro che rubare! Everything nowadays is definitely in the public domain, today everything is honest; nothing but steal! Ma via, trattiamo onestamente. But come on, let's deal honestly. È caro questo legname, non ci esco neanche con le spese. This timber is expensive, I don't even go out with the shopping. Chiedo di cedere almeno di una piccolezza. I ask to yield at least one small thing.

— Ma voi l’affare lo avete concluso sì o no? - But you have concluded the deal yes or no? Se è concluso non c’è più nulla da trattare, se non è concluso — disse Levin — il bosco lo compro io. If it is concluded there is nothing more to negotiate, if it is not concluded - said Levin - I will buy the forest.

Il sorriso scomparve a un tratto dal viso di Rjabinin. Una espressione di sparviero, rapace e dura, vi si fissò. A sparrow hawk expression, rapacious and harsh, stared at it. Con le dita ossute e rapide sbottonò il soprabito, scoprendo la camicia che ne usciva fuori, i bottoni di rame del panciotto e la catena dell’orologio, e in fretta cavò fuori un grosso e vecchio portafoglio. With quick, bony fingers he unbuttoned his overcoat, uncovering the shirt sticking out of it, the copper buttons of his waistcoat and the watch chain, and hastily pulled out a big old wallet.

— Vi prego, il bosco è mio — pronunciò, dopo essersi fatto in fretta il segno della croce e tendendo la mano. - Please, the forest is mine - he pronounced, after having made the sign of the cross quickly and holding out his hand. — Ecco il denaro, il bosco è mio. Ecco come fa gli affari Rjabinin, e non bada agli spiccioli — disse accigliato, agitando il portafoglio. That's how Ryabinin does business, and he doesn't mind the change, 'he said frowning, waving his wallet.

— Io al posto tuo non avrei fretta — disse Levin. "I wouldn't be in a hurry in your place," Levin said.

— Ti prego — disse sorpreso Oblonskij. "Please," Oblonsky said in surprise. — Ho dato la parola. - I gave the floor.

Levin uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Levin left the room, slamming the door. Rjabinin, guardando verso questa, scosse la testa con un sorriso. Ryabinin, looking towards this, shook his head with a smile.

— Gioventù, definitivamente; anzi fanciullaggine. - Youth, definitely; indeed childishness. Compro per tanto, credetemi sull’onore, solo per potermi vantare, ecco, che Rjabinin, e nessun altro, ha comprato il bosco da un Oblonskij. I buy for a long time, believe me on the honor, only to be able to boast, well, that Rjabinin, and no one else, bought the wood from an Oblonsky. E anche, se Dio vuole, per guadagnarci su. And also, God willing, to make a profit. Credete a Dio. Believe in God. Vi prego, signore. Scriviamo il contrattino. We write the contract.

Un’ora dopo il compratore, incrociatasi accuratamente la veste e agganciati gli uncini del soprabito, col contratto in tasca, sedette nella sua carretta ben ferrata per tornarsene a casa. An hour later the buyer, having carefully crossed his robe and hooked the hooks of his overcoat, with the contract in his pocket, sat down in his well-shod cart to go home.

— Oh, questi signori! - Oh, these gentlemen! — disse all’inserviente — tutti a un modo! - he said to the attendant - all in one way!

— Proprio così — rispose l‘inserviente, dandogli le briglie e abbottonando il grembiule di cuoio. "That's right," replied the attendant, giving him the bridle and buttoning the leather apron. — E il vostro affaruccio com’è andato, Michail Ignat’ic? - And how did your business go, Mikhail Ignat'ic?

— Bè, bè....