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Anna Karenina, Parte Secunda: Capitolo VI

Parte Secunda: Capitolo VI

La principessa Betsy, senza aspettare la fine dell'ultimo atto, uscì dal teatro.

Aveva fatto appena in tempo ad entrare nello spogliatoio, cospargere il lungo viso pallido di cipria e spalmarvela, ricomporsi e ordinare il tè nel salotto grande, che già una dietro l'altra cominciarono ad arrivare le carrozze alla sua enorme casa nella Bol'šaja Morskaja. Gli invitati raggiungevano la grande scala e il portiere imponente, che la mattina leggeva i giornali dietro la porta di vetro a edificazione dei passanti, apriva in silenzio la grande porta e faceva passare quelli che arrivavano. Entrarono quindi, nello stesso tempo, la padrona di casa, da una porta, con la pettinatura racconciata e il viso rinfrescato, e gli ospiti dall'altra nel salotto grande, dalle pareti scure e i tappeti lanosi, con la tavola illuminata a giorno su cui risplendevano, alla luce delle candele, il bianco della tovaglia, l'argento del samovar e la porcellana trasparente del servizio da tè.

La padrona di casa sedette al samovar e si tolse i guanti.

Spostando le sedie con l'aiuto dei camerieri che non si facevano notare, la compagnia si distribuì in due gruppi, uno accanto al samovar intorno alla padrona di casa, l'altro all'estremo opposto del salotto, intorno alla bella moglie di un ambasciatore, dalle sopracciglia scure marcate, in abito di velluto nero. La conversazione nei due gruppi, come del resto avviene sempre sulle prime in un ricevimento, oscillava interrotta dagli incontri, dai saluti, dal tè, come se cercasse un argomento su cui fissarsi. — È straordinaria come attrice: evidentemente si è studiata Kaulbach — diceva un diplomatico nel gruppo dell'ambasciatrice — avete notato con che arte è caduta...

— Ah, vi prego, non parliamo più della Nilsson!

Di lei ormai non si può dire nulla di nuovo — disse una signora grassa, rossa, senza sopracciglia e senza chignons , coi capelli bianchi e un vecchio vestito di seta. Era la principessa Mjagkaja, nota per la sua semplicità e ruvidezza di tratto, e soprannominata l'enfant terrible . La Mjagkaja sedeva tra i due gruppi e, tendendo l'orecchio, prendeva parte ora a questo ora a quello. — Oggi tre persone mi hanno detto questa stessa frase su Kaulbach, proprio come se si fossero messe d'accordo. E non so capire perché la frase fosse loro piaciuta tanto. La conversazione fu interrotta da questa osservazione, e bisognò trovare un altro tema.

— Raccontateci qualcosa di divertente, ma non di maligno — disse la moglie dell'ambasciatore, grande maestra di quella conversazione elegante che gli inglesi chiamano small-talk , rivolta al diplomatico che in quel momento non sapeva neanche lui che cosa dire.

— Sembra che non sia facile, perché solo quello che è maligno fa ridere — cominciò lui con un sorriso.

— Ma mi ci proverò. Datemi un tema. Tutto sta nel tema. Quando è dato il tema è più facile ricamarci su. Spesso penso che i famosi parlatori del secolo scorso si troverebbero oggigiorno in difficoltà a conversare con intelligenza. Tutto quello che è intelligente è così noioso... — Già detto da tempo — lo interruppe, ridendo, la moglie dell'ambasciatore.

La conversazione, incominciata piacevolmente, proprio perché già troppo cordiale, si arrestò di nuovo.

Era il caso di ricorrere al mezzo sicuro che non viene mai meno: la maldicenza. — Non trovate che in Tuškevic c'è qualcosa alla Louis XV ?

— disse il diplomatico indicando con gli occhi un bel giovane biondo che era in piedi accanto alla tavola. — Oh, sì!

È nello stesso stile del salotto; proprio per questo ci viene così spesso. Questo tema di conversazione attecchì, proprio perché alludeva a quello di cui non si sarebbe dovuto parlare in quel salotto, dei rapporti, cioè, di Tuškevic con la padrona di casa.

Intanto, anche intorno al samovar e alla padrona di casa, la conversazione, dopo aver oscillato allo stesso modo per un po' fra i tre temi inevitabili: l'ultima novità mondana, il teatro e la maldicenza, si era fatta stabile, appena toccato l'ultimo tema, quello della maldicenza.

— Avete sentito, anche la Maltišceva, non la figlia, ma la madre, si fa un vestito diable rose .

— È impossibile!

No, questa è bella! — Mi meraviglio come con la sua intelligenza, non è mica sciocca, non s'accorga di quanto sia ridicola.

Ognuno aveva qualcosa da dire per criticare e prendere in giro la povera Maltišceva, e la conversazione scoppiettò allegra come un fastello di legna che prenda fuoco.

Il marito della principessa Betsy, un panciuto bonaccione, appassionato raccoglitore di stampe, saputo che la moglie aveva ospiti, era entrato in salotto prima di andare al circolo.

Silenziosamente, sul tappeto soffice, si era accostato alla Mjagkaja. — V'è piaciuta la Nilsson?

— disse. — Ah!...

ma è forse permesso avvicinarsi così? Come mi avete spaventata! — disse lei. — Con me, vi prego, non parlate dell'opera; voi non capite nulla di musica. Piuttosto discenderò io fino a voi a parlar delle vostre maioliche e delle vostre stampe. Dunque, qual'è l'ultimo tesoro che avete comprato dal rigattiere? — Volete che ve lo mostri?

Ma voi non capite nulla. — Mostratemelo.

Ho imparato da quei tali, come si chiamano... da quei banchieri... hanno delle stampe bellissime. Ce le han fatte vedere. — Come, siete stata dagli Schützburg?

— domandò la padrona di casa di là dal samovar. — Ci siamo stati, ma chère .

Ci hanno invitato, me e mio marito, a pranzo, e m'han detto che la salsa a quel pranzo era costata mille rubli — diceva a gran voce la Mjagkaja, sentendo che tutti l'ascoltavano — e per giunta una salsa pessima, una certa broda verdastra. Poi ho dovuto invitarli a casa mia, e io ho fatto preparare una salsa da ottantacinque copeche, e tutti sono rimasti molto soddisfatti. Io non posso far mica sempre salse da mille rubli! — È unica!

— disse la padrona di casa. — Sorprendente!

— disse qualcuno. L'effetto prodotto dai discorsi della principessa Mjagkaja era sempre lo stesso, e il segreto di questo effetto consisteva nel dire, anche se non del tutto a proposito, come adesso, delle cose semplici che avevano un certo senso.

Nella società in cui viveva queste parole producevano l'effetto dello scherzo più spiritoso. La Mjagkaja non riusciva a capire perché ciò accadesse, ma sapeva che così era, e ne approfittava. Dal momento che durante il discorso della Mjagkaja tutti avevano ascoltato lei e la conversazione intorno alla moglie dell'ambasciatore era cessata, la padrona di casa volle riunire i due gruppi e si rivolse all'ambasciatrice.

— Ma proprio non volete del tè?

Dovreste passare dalla parte nostra. — No, stiamo tanto bene qui — rispose con un sorriso la moglie dell'ambasciatore, e riprese la conversazione di poco prima.

La conversazione era molto piacevole.

Si criticavano i Karenin, marito e moglie. — Anna è molto cambiata dopo il viaggio a Mosca.

C'è in lei qualcosa di strano — diceva una sua amica. — Il cambiamento di maggior rilievo è che ha portato con sé l'ombra di Aleksej Vronskij — disse l'ambasciatrice.

— E che c'è di strano?

C'è una favola di Grimm: l'uomo senza ombra, l'uomo privato dell'ombra. E questo gli è dato in castigo di qualcosa. Non ho mai capito in che cosa consistesse il castigo. Ma per una donna, sì che deve essere triste non aver l'ombra. — Sì, ma le donne con l'ombra, di solito, vanno a finir male — disse l'amica di Anna.

— Che vi si secchi la lingua!

— disse di botto la principessa Mjagkaja a queste parole. — La Karenina è un'ottima donna. Il marito non mi piace, ma a lei voglio un gran bene. — Perché non vi piace il marito?

È un uomo così notevole — disse l'ambasciatrice. — Mio marito dice che uomini di stato come lui ce ne sono pochi in Europa. — Anche mio marito dice questo, ma io non ci credo — disse la Mjagkaja.

— Se i nostri mariti non avessero detto ciò, noi vedremmo quello che è; e Aleksej Aleksandrovic, secondo me, è semplicemente scemo. Io lo dico sottovoce... Ma non è vero che così tutto diventa chiaro? Prima, quando m'imponevano di ritenerlo intelligente, non facevo che cercare, e trovavo che ero io la sciocca che non vedeva la sua intelligenza; non appena mi son detta: «è scemo», ma sottovoce, tutto è diventato così chiaro; non è vero, forse? — Come siete cattiva, oggi!

— Per nulla affatto.

Non c'è altra soluzione. Uno dei due è scemo. Certo, voi lo sapete, di se stessi non si arriva mai a dirlo. — Nessuno è contento del proprio stato e ciascuno è contento della propria intelligenza — disse il diplomatico con un verso francese.

— Ecco, ecco, proprio così — si voltò a lui la Mjagkaja.

— Ma il fatto è che io Anna non ve la do in pasto. È così simpatica, gentile. Che fare se tutti si innamorano di lei e le corrono dietro come ombre? — Ma io non penso affatto di criticarla — si andava giustificando l'amica di Anna.

— Se a noi non c'è nessuno che ci vien dietro come l'ombra, questa non è una ragione per aver il diritto di condannare.

E dopo aver conciato per le feste, così come si conveniva, l'amica di Anna, la principessa Mjagkaja s'alzò e, insieme con la moglie dell'ambasciatore, si unì a quelli della tavola dove era avviata una conversazione di ordine generale sul re di Prussia.

— Di chi stavate parlando male?

— chiese Betsy. — Dei Karenin.

La principessa ci ha dipinto le caratteristiche di Aleksej Aleksandrovic — rispose con un sorriso l'ambasciatrice, sedendosi a tavola. — Peccato che non abbiamo sentito — disse la padrona di casa, guardando la porta d'ingresso.

— Oh, eccovi, ci siete anche voi, finalmente! — disse rivolta con un sorriso a Vronskij che entrava. Vronskij non solo conosceva tutti, ma s'incontrava ogni giorno con tutti quelli ch'erano lì; entrò quindi con quel suo fare calmo, così come si entra nella stanza di persone che si sono allora allora lasciate.

— Di dove vengo?

— rispose ad una domanda dell'ambasciatrice. — Non c'è scampo, bisogna confessarlo: dai Bouffes . Per la centesima volta e sempre con piacere nuovo, a quanto pare. Un incanto! Lo so che è vergognoso, ma all'opera dormo, mentre ai Bouffes rimango a sedere fino all'ultimo momento e mi diverto. Oggi... Nominò un'attrice francese e voleva raccontare qualcosa su di lei, ma l'ambasciatrice l'interruppe con scherzoso raccapriccio.

— Vi prego, non parlate di quell'orrore.

— E sia, ve ne dispenserò, tanto più che tutti conoscono questi orrori.

— E tutti ci andrebbero, se questo fosse di moda come andare all'opera — aggiunse la Mjagkaja


Parte Secunda: Capitolo VI Parte Secunda: Chapter VI Parte Secunda: Capítulo VI

La principessa Betsy, senza aspettare la fine dell’ultimo atto, uscì dal teatro. Princess Betsy, without waiting for the end of the last act, exited the theater. A princesa Betsy, sem esperar pelo final do último ato, deixou o teatro.

Aveva fatto appena in tempo ad entrare nello spogliatoio, cospargere il lungo viso pallido di cipria e spalmarvela, ricomporsi e ordinare il tè nel salotto grande, che già una dietro l’altra cominciarono ad arrivare le carrozze alla sua enorme casa nella Bol’šaja Morskaja. He had barely made it in time to enter the dressing room, sprinkle his long pale face with powder and smear it on, compose himself and order tea in the large living room, when already one after another carriages began arriving at his huge house in Bol'šaja Morskaya. Gli invitati raggiungevano la grande scala e il portiere imponente, che la mattina leggeva i giornali dietro la porta di vetro a edificazione dei passanti, apriva in silenzio la grande porta e faceva passare quelli che arrivavano. The guests reached the grand staircase, and the imposing doorman, who read newspapers behind the glass door in the morning to the edification of passersby, quietly opened the large door and let those who came through pass. Entrarono quindi, nello stesso tempo, la padrona di casa, da una porta, con la pettinatura racconciata e il viso rinfrescato, e gli ospiti dall’altra nel salotto grande, dalle pareti scure e i tappeti lanosi, con la tavola illuminata a giorno su cui risplendevano, alla luce delle candele, il bianco della tovaglia, l’argento del samovar e la porcellana trasparente del servizio da tè. They then entered, at the same time, the lady of the house, through one door, with her hair styled and her face refreshed, and the guests through the other into the large living room, with its dark walls and woolly carpets, with its brightly lit table on which the white of the tablecloth, the silver of the samovar and the transparent china of the tea service shone in the candlelight.

La padrona di casa sedette al samovar e si tolse i guanti. The hostess sat at the samovar and took off her gloves.

Spostando le sedie con l’aiuto dei camerieri che non si facevano notare, la compagnia si distribuì in due gruppi, uno accanto al samovar intorno alla padrona di casa, l’altro all’estremo opposto del salotto, intorno alla bella moglie di un ambasciatore, dalle sopracciglia scure marcate, in abito di velluto nero. Shifting chairs with the help of the unobtrusive waiters, the company distributed themselves into two groups, one by the samovar around the hostess, the other at the opposite end of the living room, around the beautiful ambassador's wife, with marked dark eyebrows, in a black velvet dress. La conversazione nei due gruppi, come del resto avviene sempre sulle prime in un ricevimento, oscillava interrotta dagli incontri, dai saluti, dal tè, come se cercasse un argomento su cui fissarsi. — È straordinaria come attrice: evidentemente si è studiata Kaulbach — diceva un diplomatico nel gruppo dell’ambasciatrice — avete notato con che arte è caduta... - She is extraordinary as an actress: evidently she studied Kaulbach," said a diplomat in the ambassador's group, "did you notice with what art she fell...

— Ah, vi prego, non parliamo più della Nilsson! - Ah, please, let's not talk about Nilsson anymore!

Di lei ormai non si può dire nulla di nuovo — disse una signora grassa, rossa, senza sopracciglia e senza chignons , coi capelli bianchi e un vecchio vestito di seta. Nothing new can be said about her now - said a fat, red lady, without eyebrows or chignons , with white hair and an old silk dress. Era la principessa Mjagkaja, nota per la sua semplicità e ruvidezza di tratto, e soprannominata l’enfant terrible . She was Princess Mjagkaja, known for her simplicity and roughness of line, and nicknamed l'enfant terrible . La Mjagkaja sedeva tra i due gruppi e, tendendo l’orecchio, prendeva parte ora a questo ora a quello. Mjagkaja sat between the two groups and, straining her ear, took part now in this now in that. — Oggi tre persone mi hanno detto questa stessa frase su Kaulbach, proprio come se si fossero messe d’accordo. - Today three people said this same sentence to me about Kaulbach, just as if they had agreed. E non so capire perché la frase fosse loro piaciuta tanto. And I cannot understand why they liked the sentence so much. La conversazione fu interrotta da questa osservazione, e bisognò trovare un altro tema. The conversation was interrupted by this remark, and another topic had to be found.

— Raccontateci qualcosa di divertente, ma non di maligno — disse la moglie dell’ambasciatore, grande maestra di quella conversazione elegante che gli inglesi chiamano small-talk , rivolta al diplomatico che in quel momento non sapeva neanche lui che cosa dire. - Tell us something funny, but not malicious - said the ambassador's wife, a great master of that elegant conversation the British call small-talk, addressed to the diplomat who at that moment did not know what to say either.

— Sembra che non sia facile, perché solo quello che è maligno fa ridere — cominciò lui con un sorriso. - It seems that it is not easy, because only that which is malicious makes people laugh - he began with a smile.

— Ma mi ci proverò. - But I will try my hand at it. Datemi un tema. Give me a theme. Tutto sta nel tema. Everything is in the theme. Quando è dato il tema è più facile ricamarci su. When the theme is given, it is easier to embroider on it. Spesso penso che i famosi parlatori del secolo scorso si troverebbero oggigiorno in difficoltà a conversare con intelligenza. Tutto quello che è intelligente è così noioso... Everything that is intelligent is so boring.... — Già detto da tempo — lo interruppe, ridendo, la moglie dell’ambasciatore. - Long since said - the ambassador's wife interrupted him, laughing.

La conversazione, incominciata piacevolmente, proprio perché già troppo cordiale, si arrestò di nuovo. The conversation, which began pleasantly, precisely because it was already too cordial, came to a halt again.

Era il caso di ricorrere al mezzo sicuro che non viene mai meno: la maldicenza. It was a case of resorting to the sure means that never fails: backbiting. — Non trovate che in Tuškevic c’è qualcosa alla Louis XV ? - Don't you find that there is something in Tuškevic at Louis XV ?

— disse il diplomatico indicando con gli occhi un bel giovane biondo che era in piedi accanto alla tavola. - said the diplomat, pointing with his eyes to a handsome young blond man who was standing by the table. — Oh, sì!

È nello stesso stile del salotto; proprio per questo ci viene così spesso. Questo tema di conversazione attecchì, proprio perché alludeva a quello di cui non si sarebbe dovuto parlare in quel salotto, dei rapporti, cioè, di Tuškevic con la padrona di casa.

Intanto, anche intorno al samovar e alla padrona di casa, la conversazione, dopo aver oscillato allo stesso modo per un po' fra i tre temi inevitabili: l’ultima novità mondana, il teatro e la maldicenza, si era fatta stabile, appena toccato l’ultimo tema, quello della maldicenza.

— Avete sentito, anche la Maltišceva, non la figlia, ma la madre, si fa un vestito diable rose . - You heard, even the Maltišceva, not the daughter, but the mother, makes herself a diable rose dress .

— È impossibile!

No, questa è bella! — Mi meraviglio come con la sua intelligenza, non è mica sciocca, non s’accorga di quanto sia ridicola. - I'm amazed how with her intelligence, she's no fool, she doesn't realize how ridiculous she is.

Ognuno aveva qualcosa da dire per criticare e prendere in giro la povera Maltišceva, e la conversazione scoppiettò allegra come un fastello di legna che prenda fuoco. Everyone had something to say to criticize and make fun of poor Maltišceva, and the conversation crackled merrily like a fastel of wood catching fire.

Il marito della principessa Betsy, un panciuto bonaccione, appassionato raccoglitore di stampe, saputo che la moglie aveva ospiti, era entrato in salotto prima di andare al circolo.

Silenziosamente, sul tappeto soffice, si era accostato alla Mjagkaja. Silently, on the soft carpet, he had approached Mjagkaja. — V’è piaciuta la Nilsson? - Did you like Nilsson?

— disse. — Ah!...

ma è forse permesso avvicinarsi così? But is it permissible to approach like this? Come mi avete spaventata! How you frightened me! — disse lei. — Con me, vi prego, non parlate dell’opera; voi non capite nulla di musica. - With me, please do not talk about opera; you do not understand anything about music. Piuttosto discenderò io fino a voi a parlar delle vostre maioliche e delle vostre stampe. Dunque, qual’è l’ultimo tesoro che avete comprato dal rigattiere? — Volete che ve lo mostri?

Ma voi non capite nulla. — Mostratemelo. - Show me.

Ho imparato da quei tali, come si chiamano... da quei banchieri... hanno delle stampe bellissime. I learned from those guys, what are their names -- from those bankers -- they have beautiful prints. Ce le han fatte vedere. — Come, siete stata dagli Schützburg?

— domandò la padrona di casa di là dal samovar. - Asked the landlady across the samovar. — Ci siamo stati, ma chère .

Ci hanno invitato, me e mio marito, a pranzo, e m’han detto che la salsa a quel pranzo era costata mille rubli — diceva a gran voce la Mjagkaja, sentendo che tutti l’ascoltavano — e per giunta una salsa pessima, una certa broda verdastra. They invited us, me and my husband, to lunch, and they told me that the sauce at that lunch had cost a thousand rubles," Mjagkaya said loudly, feeling that everyone was listening to her, "and a very bad sauce to boot, a certain greenish swill. Poi ho dovuto invitarli a casa mia, e io ho fatto preparare una salsa da ottantacinque copeche, e tutti sono rimasti molto soddisfatti. Then I had to invite them to my house, and I had an eighty-five-copeche sauce made, and everyone was very satisfied. Io non posso far mica sempre salse da mille rubli! I can't make thousand-ruble sauces all the time! — È unica! - It is unique!

— disse la padrona di casa. — Sorprendente! - Astonishing!

— disse qualcuno. L’effetto prodotto dai discorsi della principessa Mjagkaja era sempre lo stesso, e il segreto di questo effetto consisteva nel dire, anche se non del tutto a proposito, come adesso, delle cose semplici che avevano un certo senso. The effect produced by Princess Mjagkaya's speeches was always the same, and the secret of this effect consisted in saying, though not entirely apropos, as now, simple things that made some sense.

Nella società in cui viveva queste parole producevano l’effetto dello scherzo più spiritoso. La Mjagkaja non riusciva a capire perché ciò accadesse, ma sapeva che così era, e ne approfittava. Dal momento che durante il discorso della Mjagkaja tutti avevano ascoltato lei e la conversazione intorno alla moglie dell’ambasciatore era cessata, la padrona di casa volle riunire i due gruppi e si rivolse all’ambasciatrice. Since during Mjagkaya's speech everyone had been listening to her and the conversation around the ambassador's wife had ceased, the hostess wanted to bring the two groups together and addressed the ambassador.

— Ma proprio non volete del tè? - But you really don't want tea?

Dovreste passare dalla parte nostra. — No, stiamo tanto bene qui — rispose con un sorriso la moglie dell’ambasciatore, e riprese la conversazione di poco prima. - No, we are so comfortable here - replied the ambassador's wife with a smile, and resumed the conversation from just before.

La conversazione era molto piacevole. The conversation was very pleasant.

Si criticavano i Karenin, marito e moglie. — Anna è molto cambiata dopo il viaggio a Mosca. - Anna has changed a lot since the trip to Moscow.

C’è in lei qualcosa di strano — diceva una sua amica. There is something strange about her - one of her friends said. — Il cambiamento di maggior rilievo è che ha portato con sé l’ombra di Aleksej Vronskij — disse l’ambasciatrice.

— E che c’è di strano? - What's the big deal?

C’è una favola di Grimm: l’uomo senza ombra, l’uomo privato dell’ombra. There is a Grimm's fairy tale: the man without a shadow, the man deprived of a shadow. E questo gli è dato in castigo di qualcosa. And this is given to him in retribution for something. Non ho mai capito in che cosa consistesse il castigo. I never understood what the punishment consisted of. Ma per una donna, sì che deve essere triste non aver l’ombra. But for a woman, yes it must be sad not to have a shadow. — Sì, ma le donne con l’ombra, di solito, vanno a finir male — disse l’amica di Anna. - Yes, but women with shadows usually turn out badly - said Anna's friend.

— Che vi si secchi la lingua! - May your tongues dry up!

— disse di botto la principessa Mjagkaja a queste parole. - Princess Mjagkaya said suddenly at these words. — La Karenina è un’ottima donna. Il marito non mi piace, ma a lei voglio un gran bene. I don't like her husband, but I love her very much. — Perché non vi piace il marito? - Why don't you like the husband?

È un uomo così notevole — disse l’ambasciatrice. He is such a remarkable man," said the ambassador. — Mio marito dice che uomini di stato come lui ce ne sono pochi in Europa. - My husband says statesmen like him are few in Europe. — Anche mio marito dice questo, ma io non ci credo — disse la Mjagkaja. - My husband also says this, but I don't believe it - said Mjagkaja.

— Se i nostri mariti non avessero detto ciò, noi vedremmo quello che è; e Aleksej Aleksandrovic, secondo me, è semplicemente scemo. - If our husbands had not said that, we would see what he is; and Aleksej Aleksandrovic, in my opinion, is simply dumb. Io lo dico sottovoce... Ma non è vero che così tutto diventa chiaro? I say this under my breath... But isn't it true that then everything becomes clear? Prima, quando m’imponevano di ritenerlo intelligente, non facevo che cercare, e trovavo che ero io la sciocca che non vedeva la sua intelligenza; non appena mi son detta: «è scemo», ma sottovoce, tutto è diventato così chiaro; non è vero, forse? Before, when they forced me to think he was intelligent, I would just look it up, and find that I was the fool who didn't see his intelligence; as soon as I said to myself, "He's dumb," but under my breath, everything became so clear; didn't it, perhaps? — Come siete cattiva, oggi! - How mean you are today!

— Per nulla affatto. - Not at all.

Non c’è altra soluzione. There is no other solution. Uno dei due è scemo. One of them is dumb. Certo, voi lo sapete, di se stessi non si arriva mai a dirlo. Of course, you know, about yourself you never get to say that. — Nessuno è contento del proprio stato e ciascuno è contento della propria intelligenza — disse il diplomatico con un verso francese. - No one is happy with his own state, and everyone is happy with his own intelligence - said the diplomat with a French verse.

— Ecco, ecco, proprio così — si voltò a lui la Mjagkaja. - There, that's it, just like that - Mjagkaja turned to him.

— Ma il fatto è che io Anna non ve la do in pasto. - But the thing is, I don't feed Anna to you. È così simpatica, gentile. She is so nice, kind. Che fare se tutti si innamorano di lei e le corrono dietro come ombre? What to do if everyone falls in love with her and runs after her like shadows? — Ma io non penso affatto di criticarla — si andava giustificando l’amica di Anna. - But I don't think of criticizing her at all - Anna's friend was justifying herself.

— Se a noi non c’è nessuno che ci vien dietro come l’ombra, questa non è una ragione per aver il diritto di condannare. - If there is no one coming after us like the shadow, that is no reason to have the right to condemn.

E dopo aver conciato per le feste, così come si conveniva, l’amica di Anna, la principessa Mjagkaja s’alzò e, insieme con la moglie dell’ambasciatore, si unì a quelli della tavola dove era avviata una conversazione di ordine generale sul re di Prussia. And after dressing for the festivities, as was fitting, Anna's friend Princess Mjagkaya got up and, together with the ambassador's wife, joined those at the table where a general conversation about the King of Prussia was underway.

— Di chi stavate parlando male? - Who were you talking bad about?

— chiese Betsy. — Dei Karenin.

La principessa ci ha dipinto le caratteristiche di Aleksej Aleksandrovic — rispose con un sorriso l’ambasciatrice, sedendosi a tavola. The princess painted us the characteristics of Aleksej Aleksandrovic - replied the ambassador with a smile, sitting down at the table. — Peccato che non abbiamo sentito — disse la padrona di casa, guardando la porta d’ingresso. - Too bad we didn't hear - said the landlady, looking at the front door.

— Oh, eccovi, ci siete anche voi, finalmente! - Oh, there you are, you're here at last! — disse rivolta con un sorriso a Vronskij che entrava. - said addressed with a smile to Vronsky who was entering. Vronskij non solo conosceva tutti, ma s’incontrava ogni giorno con tutti quelli ch’erano lì; entrò quindi con quel suo fare calmo, così come si entra nella stanza di persone che si sono allora allora lasciate. Vronsky not only knew everyone, but met every day with everyone who was there; he therefore entered with that calm manner of his, just as one enters the room of people who have then then left each other.

— Di dove vengo? - Where am I from?

— rispose ad una domanda dell’ambasciatrice. - answered a question from the ambassador. — Non c’è scampo, bisogna confessarlo: dai Bouffes . - There is no escape, it must be confessed: from the Bouffes . Per la centesima volta e sempre con piacere nuovo, a quanto pare. For the hundredth time and always with new pleasure, it seems. Un incanto! A charm! Lo so che è vergognoso, ma all’opera dormo, mentre ai Bouffes rimango a sedere fino all’ultimo momento e mi diverto. I know it's shameful, but at the opera I sleep, while at the Bouffes I stay in my seat until the last moment and enjoy myself. Oggi... Nominò un’attrice francese e voleva raccontare qualcosa su di lei, ma l’ambasciatrice l’interruppe con scherzoso raccapriccio. She nominated a French actress and wanted to tell something about her, but the ambassador jokingly interrupted her.

— Vi prego, non parlate di quell’orrore. - Please don't talk about that horror.

— E sia, ve ne dispenserò, tanto più che tutti conoscono questi orrori. - So be it, I will dispense with it, especially since everyone knows these horrors. - Assim seja, dispensarei isso, principalmente porque todo mundo conhece esses horrores.

— E tutti ci andrebbero, se questo fosse di moda come andare all’opera — aggiunse la Mjagkaja - And everyone would go there, if this was as fashionable as going to the opera - added Mjagkaja