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Anna Karenina, Parte seconda: Capitolo XIII

Parte seconda: Capitolo XIII

Levin infilò gli stivali alti e, per la prima volta, indossò, invece della pelliccia, un giubbotto di panno, e s'avviò per il podere, saltando fra i rigagnoli che ferivano gli occhi luccicando al sole, e mettendo il piede ora su un ghiacciolo ora sul fango viscido.

La primavera è il tempo dei progetti e dei propositi. Uscendo fuori, Levin, come un albero che non sa ancora, in primavera, dove e come spunteranno i germogli e i rami racchiusi nelle gemme turgide, non sapeva egli stesso bene a quali imprese si sarebbe particolarmente accinto ora, nella sua cara azienda; sentiva solo d'aver dentro di sé un mondo di pensieri e i migliori propositi. Per prima cosa andò a dare un'occhiata al bestiame. Le mucche erano state sospinte nel recinto e, luccicanti nel pelo liscio or ora mutato, riscaldatesi al sole, muggivano chiedendo di andare nei prati. Compiaciuto delle mucche che conosceva fin nei più piccoli particolari, Levin ordinò che venissero condotte al pascolo, e che nel recinto si lasciassero circolare i vitelli. Il mandriano corse allegro a prepararsi per andar nei campi. Le donne, sollevando le gonne e guazzando nel fango con i bianchi piedi nudi, non ancora abbronzati, correvano tenendo in mano frasche secche dietro i vitelli che muggivano e ruzzavano di gioia primaverile, e li sospingevano nel cortile.

Soddisfatto dell'incremento del bestiame, che quell'anno era stato eccezionalmente fecondo, (i vitelli, precoci, erano come vacche da lavoro, la figlia di Pava, di tre mesi appena, sembrava già di un anno), Levin fece portar fuori la mangiatoia e dare il fieno fuori dalle greppie. Ma nel recinto chiuso, non adoperato nell'inverno, constatò che le greppie costruite nell'autunno erano rotte. Fece chiamare il falegname a cui era stato dato l'ordine di lavorare ad una trebbiatrice. Gli dissero che il falegname, invece, stava riparando gli erpici che avrebbero dovuti essere pronti fin da carnevale. Questo spiacque molto a Levin. Era infatti spiacevole che si ripetesse l'eterno disordine dell'azienda, contro il quale da tanti anni lottava con tutte le sue forze. Venne a sapere che le greppie, inutilizzabili d'inverno, erano state trasferite nella stalla dei cavalli da tiro, e là s'erano spezzate perché, costruite per i vitelli, erano risultate troppo leggere per i cavalli. Inoltre, era ormai chiaro che gli erpici e tutti gli strumenti agricoli che egli aveva ordinato di esaminare e di riparare durante l'inverno (lavoro pel quale erano stati assunti tre falegnami), non erano stati riparati, e che agli erpici si andava provvedendo ora che era già tempo di erpicare. Levin mandò a chiamare l'amministratore, e poi andò a cercarlo egli stesso. L'amministratore, risplendente, come ogni cosa in quel giorno, in un pellicciotto di montone guarnito d'agnina, veniva dall'aia, sminuzzando nelle mani una pagliuzza.

— Perché il falegname non lavora alla trebbiatrice?

— Eh, già, ve lo volevo dire ieri; era necessario accomodare gli erpici. Ecco che è già tempo d'arare.

— E allora d'inverno che s'è fatto?

— Ma perché vi occorre il falegname?

— Dove sono le greppie del recinto dei vitelli?

— Ho detto di portarle al posto loro. Che volete fare, con questa gente... — disse l'amministratore, con un gesto della mano.

— Altro che con questa gente! Con questo amministratore! — disse Levin, riscaldandosi. — Ma allora che vi tengo a fare? — gridò.

Ma poi, ricordandosi che così non riparava a nulla, si fermò a mezzo il discorso e sospirò. — Su via, si può seminare? — domandò dopo essere rimasto per un po' in silenzio. — Al di là di Turkin sì, che si potrà, domani o domani l'altro.

— E il trifoglio?

— Ho mandato Vasilij e Miška a seminare. Ma non so se riusciranno a passare: c'è fango.

— Su quante desjatiny ?

— Su sei.

— E perché non su tutte? — urlò Levin.

Che il trifoglio venisse seminato soltanto su sei e non su venti desjatiny , era ancora più increscioso. La seminagione del trifoglio, e teoricamente, e per sua personale esperienza, rendeva solo se fatta al più presto possibile e quasi sulla neve. E Levin non riusciva mai a ottenere che così si facesse.

— Non ci sono gli operai; cosa mai volete che faccia con questa gente? Tre non sono venuti. Ma ecco Semën....

— Ma via, avreste dovuto toglierne dal lavoro della paglia.

— Ma ne ho tolti anche di là.

— Dove sono gli operai?

— Cinque fanno lo sconcio — voleva dire «il concio». — Quattro trasportano l'avena.... ma anche quella, purché non prenda a «sguigliare», Konstantin Dmitric!

Levin intendeva bene che «purché non prenda a sguigliare» significava che l'avena inglese da semenza l'avevano già fatta marcire; ancora una volta non era stato fatto quello che aveva ordinato.

— Ma se l'ho detto che era ancora quaresima, trombone! — gridò.

— Non v'inquietate, faremo tutto in tempo!

Levin agitò con rabbia la mano, andò in granaio a dare un'occhiata all'avena, e tornò alla stalla. L'avena non era ancora andata a male; ma gli operai la rimovevano con le pale, quando sarebbe stato più facile farla scendere direttamente nella rimessa sottostante. Dati gli ordini in proposito, e tolti di lì due operai per la semina del trifoglio, Levin, rabbonito, si liberò della collera contro l'amministratore. Il tempo era così bello che non c'era modo di arrabbiarsi.

— Ignat! — gridò al cocchiere che, con le maniche rimboccate, lavava una carrozza accanto al pozzo. — Metti la sella a...

— Chi volete?

— Su, magari, vada per Kolpik.

— Sissignore.

Mentre sellavano il cavallo, Levin chiamò di nuovo l'amministratore che gli gironzolava intorno con l'evidente intenzione di far pace, e prese a parlargli dei lavori da farsi in primavera e dei suoi progetti agricoli.

Bisognava cominciare al più presto il trasporto del concio, in modo da finire alla prima falciatura. E arare senza interruzione il campo più lontano per serbarlo come maggese nero. Il fieno bisognava falciarlo tutto, non a mezzadria, ma coi braccianti.

L'amministratore ascoltava attento, ma era evidente che faceva uno sforzo per dare a intendere che approvava i progetti del padrone, e aveva, suo malgrado, quell'aria sfiduciata e rassegnata, ben nota a Levin, che sempre se ne irritava. Sembrava dire: «tutto va bene, ma sarà come Dio vorrà».

Nulla amareggiava Levin più di questo atteggiamento. Ma era l'atteggiamento comune a tutti gli amministratori, quanti gliene erano passati per le mani. Tutti si comportavano allo stesso modo verso le sue nuove idee, perciò egli non se ne adirava più, ma se ne amareggiava e si sentiva ancor più spinto a lottare contro questa forza primordiale che gli si opponeva continuamente e che egli non sapeva definire altrimenti che «come Dio vorrà».

— Se ce la faremo, Konstantin Dmitric — disse l'amministratore.

— Perché non si dovrebbe farcela?

— Bisogna ancora assumere almeno altri quindici operai. Ed ecco che non vengono. Oggi qualcuno è venuto, ma chiedono settanta rubli per l'estate.

Levin tacque. Di nuovo gli si parava di fronte quella forza. Sapeva che, per quanto si cercasse, non si sarebbe potuto assumere più di quaranta, trentasette, trentotto operai al prezzo giusto: forse anche quaranta se ne potevano assumere, ma certamente non di più; tuttavia non poteva non lottare.

— Mandateli a cercare a Sury, a cefirovka, se non vengono. Bisogna cercare.

— Per cercare io cerco — disse sommessamente Vasilij Fëdorovic. — Ma poi, anche i cavalli si sono infiacchiti.

— Ne compreremo degli altri. Perché io lo so — aggiunse, ridendo — quando fate voi, ne vien fuori sempre il meno e sempre il peggio; ma quest'anno non vi permetterò di fare a modo vostro. Farò tutto io.

— Ma voi, del resto, anche ora, mi pare, non state dormendo. Del resto, noi viviamo più contenti sotto l'occhio del padrone.

— Dunque, di là dal Berëzovyj Dol, si semina il trifoglio? Vado a vedere — disse, assestandosi sul piccolo Kolpik, il sauro che era stato condotto dal garzone.

— Per il ruscello non passerete Konstantin Dmitric — gridò il garzone.

— Su via, allora, per il bosco.

E sull'arzilla andatura del buon cavallino che era rimasto a lungo a riposo, e che sbruffava sulle pozzanghere, chiedendo le briglie, Levin si avviò attraverso il fango del cortile, oltre il portone, verso i campi.

Se Levin si rallegrava nel cortile del bestiame e in quello delle mucche, si rallegrava ancor più nei campi. Dondolandosi alla cadenza dell'ambio del buon cavallino, aspirando l'odore tiepido e fresco dell'aria e della neve, attraversava il bosco sul nevischio rimasto qua e là, sulla neve sfaldata sulla quale le impronte si andavano sciogliendo. Godeva di ogni pianta rigonfia di gemme, avvivata dal musco sulla corteccia. Quando uscì di là dal bosco, dinanzi a lui si distendevano, per uno spazio enorme, i prati verdi, come un liscio tappeto di velluto, senza piazzuole né pozzanghere, macchiati solo qua e là negli avvallamenti dai resti della neve che andava sciogliendosi. Levin non si turbò né alla vista di un cavallo da tiro e di uno stallone che calpestavano i suoi prati (ordinò a un contadino col quale s'era imbattuto di cacciarli via), né alla risposta canzonatoria e sciocca di Ipat, il contadino incontrato, il quale alla sua domanda: «Ohi, Ipat, si semina presto?» aveva risposto: «S'ha prima da arare, Konstantin Dmitric!». Quanto più andava avanti, tanto più gioiva, e i suoi piani di amministrazione gli sembravano l'uno migliore dell'altro: recingere di giunchi tutti i campi in linee meridiane, di modo che la neve non vi rimanesse a lungo; dividerli in sei campi da concio e in tre di riserva per la coltura delle erbe, costruire una stalla sull'estremo limite del campo e scavare una fossa per l'avena e per il concio, costruire dei recinti trasportabili per il bestiame al pascolo. E così avrebbe avuto trecento desjatiny di frumento, cento di patate, centocinquanta di trifoglio e neanche una desjatiny incolta.

Con questi sogni, conducendo accorto il cavallo sui viottoli terminali per non calpestare i suoi prati, si avvicinò agli operai che seminavano il trifoglio. Il carro con la semenza era fermo, non sul limite, ma sul campo arato, e il frumento autunnale era solcato dalle ruote e scavato dalle zampe del cavallo. Tutti e due gli operai sedevano sulla proda, fumando la pipa, probabilmente a turno. La terra che era sul carro, frammischiata ai semi, non era impastata, ma tutta impiastricciata e a pallottole. Scorgendo il padrone, l'operaio Vasilij si mosse verso il carro e Miška si diede a seminare. Anche questo non andava bene, ma Levin si adirava di rado con gli operai. Quando Vasilij si avvicinò, Levin gli ordinò di portare il cavallo sulla proda.

— Non fa nulla, padrone, si rimargina — rispose Vasilij.

— Ti prego, non stare a discutere — disse Levin — ma fa' quello che ti vien detto. — Sissignore — rispose Vasilij e prese il cavallo per la cavezza. — Ma la semenza, Konstantin Dmitric — disse, adulando — è di prima qualità. Solo che camminare è un guaio! Tiri su un pud con un solo piede.

— E perché non avete setacciato la terra? — disse Levin.

— Ma la gramoliamo noi — rispose Vasilij, prendendo su della semenza e impastandovi un po' di terra nelle mani. Vasilij non aveva colpa lui, se gli avevano messo della terra non setacciata, tuttavia ciò era spiacevole.

Ma Levin, avendo sperimentato più di una volta, con profitto, un mezzo sicuro per soffocare il proprio dispetto e per far tornare ad andar bene quel che sembrava andar male, lo provò anche in questo momento. Vide che Miška camminava a grandi passi, facendo rotolare enormi zolle di terreno che gli si appiccicavano ai piedi; scese da cavallo, tolse a Vasilij il sacco della semenza e andò a seminare.

— Dove ti sei fermato?

Vasilij fece un segno col piede, e Levin andò a seminare, così come sapeva far lui, il terreno misto alla semenza. Andare avanti era difficile, proprio come in un pantano; e Levin, seminato che ebbe un solco, cominciò a sudare e, fermatosi, restituì il sacco con la semenza.

— Ohi, padrone, bada bene a non prendertela con me questa estate, per questo solco qua! — disse Vasilij.

— E che c'è — disse allegro Levin, scorgendo già l'effetto del mezzo adoperato.

— Sì, ecco, vedrete poi quest'estate. Si vedrà la differenza. Date un'occhiata dove ho seminato io la primavera scorsa. Come ho dato la semenza! Ecco, Konstantin Dmitric, io mi adopero, ecco, proprio come se foste il padre mio carnale. A me stesso non piace il lavoro fatto male, e non permetto che gli altri lo facciano male. Se va bene per il padrone, va bene anche per noi. Se dai un'occhiata laggiù — disse Vasilij, mostrando il campo — ti si rallegra il cuore.

— Che bella primavera, Vasilij!

— È una primavera che i vecchi non ricordano più bella. Io, ecco, sono stato a casa mia; anche là da noi il vecchietto ha seminato tre stai di frumento. Dice che non lo si distingue dalla segala.

— E voi, è un pezzo che avete preso a seminare il frumento?

— Ma se siete stato voi a insegnarcelo l'anno scorso! E me ne avete regalate pure due misure. Un quarto l'abbiamo venduto e tre stai l'abbiamo seminati.

— Su, guarda, sfarina le pallottole — disse Levin, avvicinandosi al cavallo — e da' un occhio a Miška. E se verrà su bene, ti darò cinquanta copeche per desjatina .

— Ringrazio umilmente! Noi, mi pare, anche così siamo molto contenti di voi.

Levin montò a cavallo e andò nel campo dove c'era il trifoglio dell'anno precedente, e in quello arato, pronto per il grano marzuolo.

Il trifoglio da stoppia veniva su magnificamente. S'era già tutto avvivato e verzicava dietro gli steli del frumento dell'anno prima. Il cavallo vi affondava fino al ginocchio e ogni sua zampata provocava uno scroscio quando si liberava dalla terra mezzo disgelata. Per i solchi arati non si poteva proprio passare; solo dove c'era un po' di ghiaccio il terreno sosteneva, ma nei solchi disgelati la zampa affondava fino a sopra il ginocchio. Ottima l'aratura; fra due giorni si sarebbe potuto erpicare e seminare. Tutto era bello, tutto era festoso. Levin decise di tornare indietro attraverso il ruscello, sperando che l'acqua vi fosse più bassa. E in effetti lo passò a guado, spaventando due anitre. «Ci devono essere anche le beccacce» pensò, e, proprio alla svolta per tornare a casa, incontrò il guardaboschi che lo confermò nella sua supposizione.

Levin tornò a casa al trotto, per fare in tempo a mangiare e a preparare il fucile per la sera.


Parte seconda: Capitolo XIII Part Two: Chapter XIII Segunda parte: Capítulo XIII

Levin infilò gli stivali alti e, per la prima volta, indossò, invece della pelliccia, un giubbotto di panno, e s’avviò per il podere, saltando fra i rigagnoli che ferivano gli occhi luccicando al sole, e mettendo il piede ora su un ghiacciolo ora sul fango viscido. Levin put on his high boots and, for the first time, put on a cloth jacket instead of a fur coat, and set off for the farm, leaping among the rivulets that hurt the eyes, glistening in the sun, and now putting his foot on a icicle now on the slimy mud.

La primavera è il tempo dei progetti e dei propositi. Spring is the time for projects and resolutions. Uscendo fuori, Levin, come un albero che non sa ancora, in primavera, dove e come spunteranno i germogli e i rami racchiusi nelle gemme turgide, non sapeva egli stesso bene a quali imprese si sarebbe particolarmente accinto ora, nella sua cara azienda; sentiva solo d’aver dentro di sé un mondo di pensieri e i migliori propositi. Coming out, Levin, like a tree that does not yet know, in the spring, where and how the shoots and branches enclosed in the turgid buds will sprout, did not himself know very well what undertakings he would particularly undertake now, in his dear company; he only felt that he had a world of thoughts and best intentions within him. Per prima cosa andò a dare un’occhiata al bestiame. First he went to have a look at the cattle. Le mucche erano state sospinte nel recinto e, luccicanti nel pelo liscio or ora mutato, riscaldatesi al sole, muggivano chiedendo di andare nei prati. The cows had been pushed into the pen and, glistening in their now mutated smooth fur, warmed in the sun, bellowing asking to go out into the meadows. Compiaciuto delle mucche che conosceva fin nei più piccoli particolari, Levin ordinò che venissero condotte al pascolo, e che nel recinto si lasciassero circolare i vitelli. Pleased with the cows he knew down to the smallest detail, Levin ordered that they be led out to pasture, and that calves be allowed to circulate in the pen. Il mandriano corse allegro a prepararsi per andar nei campi. The herdsman ran merrily to get ready to go into the fields. Le donne, sollevando le gonne e guazzando nel fango con i bianchi piedi nudi, non ancora abbronzati, correvano tenendo in mano frasche secche dietro i vitelli che muggivano e ruzzavano di gioia primaverile, e li sospingevano nel cortile. The women, lifting their skirts and splashing in the mud with their bare white feet, not yet tanned, ran holding dry branches in their hands behind the calves that bellowed and roared with spring joy, and pushed them into the courtyard.

Soddisfatto dell’incremento del bestiame, che quell’anno era stato eccezionalmente fecondo, (i vitelli, precoci, erano come vacche da lavoro, la figlia di Pava, di tre mesi appena, sembrava già di un anno), Levin fece portar fuori la mangiatoia e dare il fieno fuori dalle greppie. Satisfied with the increase in cattle, which had been exceptionally fruitful that year, (the precocious calves were like working cows, Pava's daughter, just three months old, seemed already a year old), Levin had the manger and give the hay out of the cribs. Ma nel recinto chiuso, non adoperato nell’inverno, constatò che le greppie costruite nell’autunno erano rotte. But in the closed enclosure, not used in the winter, he found that the cribs built in the autumn were broken. Fece chiamare il falegname a cui era stato dato l’ordine di lavorare ad una trebbiatrice. He summoned the carpenter who had been ordered to work on a threshing machine. Gli dissero che il falegname, invece, stava riparando gli erpici che avrebbero dovuti essere pronti fin da carnevale. They told him that the carpenter, on the other hand, was repairing the harrows that should have been ready since carnival. Questo spiacque molto a Levin. This displeased Levin very much. Era infatti spiacevole che si ripetesse l’eterno disordine dell’azienda, contro il quale da tanti anni lottava con tutte le sue forze. It was in fact unfortunate that the eternal disorder of the company, against which it had fought with all its strength for many years, was repeated. Venne a sapere che le greppie, inutilizzabili d’inverno, erano state trasferite nella stalla dei cavalli da tiro, e là s’erano spezzate perché, costruite per i vitelli, erano risultate troppo leggere per i cavalli. He learned that the cribs, unusable in winter, had been moved to the draft horses' stable, and there they had broken because, built for the calves, they had proved too light for the horses. Inoltre, era ormai chiaro che gli erpici e tutti gli strumenti agricoli che egli aveva ordinato di esaminare e di riparare durante l’inverno (lavoro pel quale erano stati assunti tre falegnami), non erano stati riparati, e che agli erpici si andava provvedendo ora che era già tempo di erpicare. Furthermore, it was now clear that the harrows and all agricultural implements which he had ordered to be examined and repaired during the winter (a job for which three carpenters had been hired), had not been repaired, and that the harrows were now being taken care of. that it was already time to harrow. Levin mandò a chiamare l’amministratore, e poi andò a cercarlo egli stesso. Levin sent for the administrator, and then went to look for him himself. L’amministratore, risplendente, come ogni cosa in quel giorno, in un pellicciotto di montone guarnito d’agnina, veniva dall’aia, sminuzzando nelle mani una pagliuzza. The steward, resplendent, like everything else on that day, in a sheepskin coat garnished with lambskin, came from the barnyard, shredding a straw in his hands.

— Perché il falegname non lavora alla trebbiatrice? - Why doesn't the carpenter work on the threshing machine?

— Eh, già, ve lo volevo dire ieri; era necessario accomodare gli erpici. - Oh, yes, I wanted to tell you yesterday; it was necessary to accommodate the harrows. Ecco che è già tempo d’arare. Here it is already plowing time.

— E allora d’inverno che s’è fatto? - So what happened in the winter?

— Ma perché vi occorre il falegname? - But why do you need a carpenter?

— Dove sono le greppie del recinto dei vitelli? - Where are the cribs in the calf pen?

— Ho detto di portarle al posto loro. - I said take them for them. Che volete fare, con questa gente... — disse l’amministratore, con un gesto della mano. What do you want to do with these people ... - said the administrator, with a wave of his hand.

— Altro che con questa gente! - Other than with these people! Con questo amministratore! With this administrator! — disse Levin, riscaldandosi. Levin said, warming himself. — Ma allora che vi tengo a fare? - But then what do I want to do? — gridò. - he shouted.

Ma poi, ricordandosi che così non riparava a nulla, si fermò a mezzo il discorso e sospirò. But then, remembering that in this way he was not making up for anything, he stopped in the middle of the conversation and sighed. — Su via, si può seminare? - Come on, can you sow? — domandò dopo essere rimasto per un po' in silenzio. - he asked after being silent for a while. — Al di là di Turkin sì, che si potrà, domani o domani l’altro. - Beyond Turkin, yes, it will be possible, tomorrow or the day after.

— E il trifoglio? - And the clover?

— Ho mandato Vasilij e Miška a seminare. - I sent Vasily and Miška to sow. Ma non so se riusciranno a passare: c’è fango. But I don't know if they will be able to pass: there is mud.

— Su quante desjatiny ? - On how many desjatiny?

— Su sei. - Out of six.

— E perché non su tutte? - And why not all of them? — urlò Levin.

Che il trifoglio venisse seminato soltanto su sei e non su venti desjatiny , era ancora più increscioso. That clover was sown only on six and not on twenty desjatiny was even more regrettable. La seminagione del trifoglio, e teoricamente, e per sua personale esperienza, rendeva solo se fatta al più presto possibile e quasi sulla neve. The sowing of the clover, and theoretically, and from his personal experience, yielded only if done as soon as possible and almost on the snow. E Levin non riusciva mai a ottenere che così si facesse. And Levin could never get that done.

— Non ci sono gli operai; cosa mai volete che faccia con questa gente? - There are no workers; what on earth do you want me to do with these people? Tre non sono venuti. Three did not come. Ma ecco Semën.... But here is Semën....

— Ma via, avreste dovuto toglierne dal lavoro della paglia. - Come on, you should have taken some out of the straw work.

— Ma ne ho tolti anche di là. - But I also removed some from there.

— Dove sono gli operai? - Where are the workers?

— Cinque fanno lo sconcio — voleva dire «il concio». "Five are filthy" meant "the ashlar". — Quattro trasportano l’avena.... ma anche quella, purché non prenda a «sguigliare», Konstantin Dmitric! - Four are carrying oats .... but that too, as long as it doesn't start "peeling", Konstantin Dmitric!

Levin intendeva bene che «purché non prenda a sguigliare» significava che l’avena inglese da semenza l’avevano già fatta marcire; ancora una volta non era stato fatto quello che aveva ordinato. Levin understood well that "as long as it doesn't peel" meant that the English seed oats had already rotted it; once again what he had ordered had not been done.

— Ma se l’ho detto che era ancora quaresima, trombone! - But if I said it was still Lent, trombone! — gridò.

— Non v’inquietate, faremo tutto in tempo! - Don't worry, we'll do everything in time!

Levin agitò con rabbia la mano, andò in granaio a dare un’occhiata all’avena, e tornò alla stalla. Levin waved his hand angrily, went into the barn to have a look at the oats, and went back to the barn. L’avena non era ancora andata a male; ma gli operai la rimovevano con le pale, quando sarebbe stato più facile farla scendere direttamente nella rimessa sottostante. The oats hadn't gone bad yet; but the workers removed it with the shovels, when it would have been easier to get it down directly into the garage below. Dati gli ordini in proposito, e tolti di lì due operai per la semina del trifoglio, Levin, rabbonito, si liberò della collera contro l’amministratore. Having given the orders on the subject, and having removed two workers from there for the sowing of the clover, Levin, appeased, relieved himself of the anger against the administrator. Il tempo era così bello che non c’era modo di arrabbiarsi. The weather was so beautiful that there was no way to get angry.

— Ignat! — gridò al cocchiere che, con le maniche rimboccate, lavava una carrozza accanto al pozzo. He shouted to the coachman who, with his sleeves rolled up, was washing a carriage next to the well. — Metti la sella a... - Put the saddle on ...

— Chi volete? - Who do you want?

— Su, magari, vada per Kolpik. - Come on, maybe, go to Kolpik.

— Sissignore.

Mentre sellavano il cavallo, Levin chiamò di nuovo l’amministratore che gli gironzolava intorno con l’evidente intenzione di far pace, e prese a parlargli dei lavori da farsi in primavera e dei suoi progetti agricoli. While they were saddling the horse, Levin again called the steward who was walking around him with the evident intention of making up, and began to talk to him about the work to be done in the spring and his agricultural plans.

Bisognava cominciare al più presto il trasporto del concio, in modo da finire alla prima falciatura. The transport of the segment had to be started as soon as possible, in order to finish at the first mowing. E arare senza interruzione il campo più lontano per serbarlo come maggese nero. And continuously plow the farthest field to keep it as black fallow. Il fieno bisognava falciarlo tutto, non a mezzadria, ma coi braccianti. The hay had to be cut all the way, not by sharecropping, but with the laborers.

L’amministratore ascoltava attento, ma era evidente che faceva uno sforzo per dare a intendere che approvava i progetti del padrone, e aveva, suo malgrado, quell’aria sfiduciata e rassegnata, ben nota a Levin, che sempre se ne irritava. The steward listened attentively, but it was evident that he was making an effort to imply that he approved of his master's plans, and had, in spite of himself, that disheartened and resigned air, well known to Levin, which was always irritated by them. Sembrava dire: «tutto va bene, ma sarà come Dio vorrà». He seemed to say: "everything is fine, but it will be as God wills".

Nulla amareggiava Levin più di questo atteggiamento. Nothing embittered Levin more than this attitude. Ma era l’atteggiamento comune a tutti gli amministratori, quanti gliene erano passati per le mani. But it was the attitude common to all administrators, those who had passed through their hands. Tutti si comportavano allo stesso modo verso le sue nuove idee, perciò egli non se ne adirava più, ma se ne amareggiava e si sentiva ancor più spinto a lottare contro questa forza primordiale che gli si opponeva continuamente e che egli non sapeva definire altrimenti che «come Dio vorrà». Everyone behaved in the same way towards his new ideas, therefore he was no longer angry at them, but he was embittered by them and felt even more compelled to fight against this primordial force that continually opposed him and that he could not define otherwise than " as God wills ».

— Se ce la faremo, Konstantin Dmitric — disse l’amministratore. "If we make it, Konstantin Dmitric," said the administrator.

— Perché non si dovrebbe farcela? - Why shouldn't it be done?

— Bisogna ancora assumere almeno altri quindici operai. - We still have to hire at least fifteen other workers. Ed ecco che non vengono. And here they do not come. Oggi qualcuno è venuto, ma chiedono settanta rubli per l’estate. Someone came today, but they are asking for seventy rubles for the summer.

Levin tacque. Levin fell silent. Di nuovo gli si parava di fronte quella forza. Again that force stood in front of him. Sapeva che, per quanto si cercasse, non si sarebbe potuto assumere più di quaranta, trentasette, trentotto operai al prezzo giusto: forse anche quaranta se ne potevano assumere, ma certamente non di più; tuttavia non poteva non lottare. He knew that, no matter how hard he was looking, he could not hire more than forty, thirty-seven, thirty-eight workers at the right price: perhaps even forty could be hired, but certainly no more; yet he could not help but fight.

— Mandateli a cercare a Sury, a cefirovka, se non vengono. - Send for them in Sury, in cefirovka, if they don't come. Bisogna cercare. One has to search.

— Per cercare io cerco — disse sommessamente Vasilij Fëdorovic. "To search, I search," Vasily Fyodorovich said softly. — Ma poi, anche i cavalli si sono infiacchiti. - But then, even the horses got tired.

— Ne compreremo degli altri. - We'll buy some more. Perché io lo so — aggiunse, ridendo — quando fate voi, ne vien fuori sempre il meno e sempre il peggio; ma quest’anno non vi permetterò di fare a modo vostro. Because I know - he added, laughing - when you do, the least and always the worst comes out of it; but this year I won't let you have your way. Farò tutto io. I'll do it all.

— Ma voi, del resto, anche ora, mi pare, non state dormendo. - But you, anyway, even now, it seems to me, are not sleeping. Del resto, noi viviamo più contenti sotto l’occhio del padrone. After all, we live happier under the eye of the master.

— Dunque, di là dal Berëzovyj Dol, si semina il trifoglio? - So, beyond the Berëzovyj Dol, is clover sown? Vado a vedere — disse, assestandosi sul piccolo Kolpik, il sauro che era stato condotto dal garzone. I'm going to see - he said, settling himself on little Kolpik, the chestnut that had been led by the boy.

— Per il ruscello non passerete Konstantin Dmitric — gridò il garzone. "You will not pass Konstantin Dmitric by the stream," cried the boy.

— Su via, allora, per il bosco. - On the way, then, through the woods.

E sull’arzilla andatura del buon cavallino che era rimasto a lungo a riposo, e che sbruffava sulle pozzanghere, chiedendo le briglie, Levin si avviò attraverso il fango del cortile, oltre il portone, verso i campi. And at the brisk gait of the good little pony that had been resting for a long time, and snorting in the puddles, asking for the reins, Levin walked through the mud of the courtyard, beyond the gate, towards the fields.

Se Levin si rallegrava nel cortile del bestiame e in quello delle mucche, si rallegrava ancor più nei campi. If Levin rejoiced in the cattle yard and in the cow yard, he rejoiced even more in the fields. Dondolandosi alla cadenza dell’ambio del buon cavallino, aspirando l’odore tiepido e fresco dell’aria e della neve, attraversava il bosco sul nevischio rimasto qua e là, sulla neve sfaldata sulla quale le impronte si andavano sciogliendo. Rocking to the cadence of the good pony's pace, inhaling the warm and fresh smell of the air and snow, he crossed the forest on the sleet left here and there, on the flaking snow on which the footprints were melting. Godeva di ogni pianta rigonfia di gemme, avvivata dal musco sulla corteccia. He enjoyed every bud-swollen plant, enlivened by the moss on the bark. Quando uscì di là dal bosco, dinanzi a lui si distendevano, per uno spazio enorme, i prati verdi, come un liscio tappeto di velluto, senza piazzuole né pozzanghere, macchiati solo qua e là negli avvallamenti dai resti della neve che andava sciogliendosi. When he came out of the woods, green meadows stretched out in front of him, like a smooth velvet carpet, without squares or puddles, stained only here and there in the hollows by the remains of the melting snow. Levin non si turbò né alla vista di un cavallo da tiro e di uno stallone che calpestavano i suoi prati (ordinò a un contadino col quale s’era imbattuto di cacciarli via), né alla risposta canzonatoria e sciocca di Ipat, il contadino incontrato, il quale alla sua domanda: «Ohi, Ipat, si semina presto?» aveva risposto: «S’ha prima da arare, Konstantin Dmitric!». Levin was not troubled either at the sight of a draft horse and a stallion trampling his meadows (he ordered a farmer with whom he had come across to chase them away), or at the mocking and foolish reply of Ipat, the farmer he met, which to his question: "Ohi, Ipat, are sown early?" he replied: "You have to plow first, Konstantin Dmitric!" Quanto più andava avanti, tanto più gioiva, e i suoi piani di amministrazione gli sembravano l’uno migliore dell’altro: recingere di giunchi tutti i campi in linee meridiane, di modo che la neve non vi rimanesse a lungo; dividerli in sei campi da concio e in tre di riserva per la coltura delle erbe, costruire una stalla sull’estremo limite del campo e scavare una fossa per l’avena e per il concio, costruire dei recinti trasportabili per il bestiame al pascolo. The farther he went, the more he rejoiced, and his management plans seemed to him better than the other: to fence all the fields in meridian lines with rushes, so that the snow did not stay long; divide them into six ashlar fields and three reserve fields for the cultivation of herbs, build a barn on the extreme edge of the field and dig a pit for oats and ashlar, build transportable fences for grazing cattle. E così avrebbe avuto trecento desjatiny di frumento, cento di patate, centocinquanta di trifoglio e neanche una desjatiny incolta. And so he would have had three hundred desjatiny of wheat, one hundred of potatoes, one hundred and fifty of clover, and not even one overgrown desjatiny.

Con questi sogni, conducendo accorto il cavallo sui viottoli terminali per non calpestare i suoi prati, si avvicinò agli operai che seminavano il trifoglio. With these dreams, carefully leading the horse on the end paths so as not to tread on its meadows, he approached the workers who were sowing clover. Il carro con la semenza era fermo, non sul limite, ma sul campo arato, e il frumento autunnale era solcato dalle ruote e scavato dalle zampe del cavallo. The cart with the seed was stationary, not on the edge, but on the plowed field, and the autumn wheat was furrowed by the wheels and hollowed out by the legs of the horse. Tutti e due gli operai sedevano sulla proda, fumando la pipa, probabilmente a turno. Both workers sat on the bank, smoking their pipes, probably taking turns. La terra che era sul carro, frammischiata ai semi, non era impastata, ma tutta impiastricciata e a pallottole. The earth that was on the cart, mixed with the seeds, was not kneaded, but all smeared and shot. Scorgendo il padrone, l’operaio Vasilij si mosse verso il carro e Miška si diede a seminare. Seeing the master, the worker Vasily moved towards the cart and Miška set about sowing seeds. Anche questo non andava bene, ma Levin si adirava di rado con gli operai. This was also not good, but Levin was rarely angry with the workers. Quando Vasilij si avvicinò, Levin gli ordinò di portare il cavallo sulla proda. When Vassily approached, Levin ordered him to take the horse to the bank.

— Non fa nulla, padrone, si rimargina — rispose Vasilij. "It doesn't matter, master, it heals," Vassily replied.

— Ti prego, non stare a discutere — disse Levin — ma fa' quello che ti vien detto. "Please don't argue," Levin said, "but do what you are told." — Sissignore — rispose Vasilij e prese il cavallo per la cavezza. - Yes, sir - Vasily replied and took the horse by the halter. — Ma la semenza, Konstantin Dmitric — disse, adulando — è di prima qualità. "But the seed, Konstantin Dmitric," he said, flattering, "is of the first quality. Solo che camminare è un guaio! Only walking is bad! Tiri su un pud con un solo piede. Pull up a pud with one foot.

— E perché non avete setacciato la terra? - And why didn't you scour the earth? — disse Levin.

— Ma la gramoliamo noi — rispose Vasilij, prendendo su della semenza e impastandovi un po' di terra nelle mani. "But we knead it," replied Vassily, picking up some seed and kneading some earth in his hands. Vasilij non aveva colpa lui, se gli avevano messo della terra non setacciata, tuttavia ciò era spiacevole. Vasili was not to blame for having put unsifted earth on him, but that was unpleasant.

Ma Levin, avendo sperimentato più di una volta, con profitto, un mezzo sicuro per soffocare il proprio dispetto e per far tornare ad andar bene quel che sembrava andar male, lo provò anche in questo momento. But Levin, having experienced more than once, with profit, a sure means of stifling his spite and of making good what seemed to go wrong, he also tried it at this moment. Vide che Miška camminava a grandi passi, facendo rotolare enormi zolle di terreno che gli si appiccicavano ai piedi; scese da cavallo, tolse a Vasilij il sacco della semenza e andò a seminare. He saw that Miška strode, rolling huge clods of earth that clung to his feet; he got off his horse, took the sack of seed from Vasily and went to sow.

— Dove ti sei fermato? - Where did you stop?

Vasilij fece un segno col piede, e Levin andò a seminare, così come sapeva far lui, il terreno misto alla semenza. Vasily made a sign with his foot, and Levin went to sow, as he knew how to do, the soil mixed with the seed. Andare avanti era difficile, proprio come in un pantano; e Levin, seminato che ebbe un solco, cominciò a sudare e, fermatosi, restituì il sacco con la semenza. Moving forward was difficult, just like in a quagmire; and Levin, sown that had a furrow, began to sweat and, having stopped, returned the sack with the seed.

— Ohi, padrone, bada bene a non prendertela con me questa estate, per questo solco qua! - Oh, master, take care not to blame me this summer, for this furrow here! — disse Vasilij.

— E che c’è — disse allegro Levin, scorgendo già l’effetto del mezzo adoperato. "And what is it," Levin said cheerfully, already seeing the effect of the means used.

— Sì, ecco, vedrete poi quest’estate. - Yes, here, you will see later this summer. Si vedrà la differenza. You will see the difference. Date un’occhiata dove ho seminato io la primavera scorsa. Take a look where I sowed last spring. Come ho dato la semenza! How I gave the seed! Ecco, Konstantin Dmitric, io mi adopero, ecco, proprio come se foste il padre mio carnale. Here, Konstantin Dmitric, I do my best, here, just as if you were my carnal father. A me stesso non piace il lavoro fatto male, e non permetto che gli altri lo facciano male. I don't like bad work myself, and I don't allow others to do it badly. Se va bene per il padrone, va bene anche per noi. If it's good enough for the master, it's good enough for us. Se dai un’occhiata laggiù — disse Vasilij, mostrando il campo — ti si rallegra il cuore. If you take a look over there - Vasily said, showing the field - your heart rejoices.

— Che bella primavera, Vasilij!

— È una primavera che i vecchi non ricordano più bella. Io, ecco, sono stato a casa mia; anche là da noi il vecchietto ha seminato tre stai di frumento. I, behold, have been to my house; there too the old man sowed three bushels of wheat. Dice che non lo si distingue dalla segala. He says it is not distinguished from rye.

— E voi, è un pezzo che avete preso a seminare il frumento? - And you, have you been sowing wheat for a long time?

— Ma se siete stato voi a insegnarcelo l’anno scorso! - But if you were the one who taught us last year! E me ne avete regalate pure due misure. And you also gave me two sizes. Un quarto l’abbiamo venduto e tre stai l’abbiamo seminati. We sold a quarter and we sowed three of them.

— Su, guarda, sfarina le pallottole — disse Levin, avvicinandosi al cavallo — e da' un occhio a Miška. "Come on, look, grind the bullets," Levin said, approaching the horse, "and keep an eye on Miška." E se verrà su bene, ti darò cinquanta copeche per desjatina . And if it turns out well, I'll give you fifty kopeks for a meal.

— Ringrazio umilmente! - I humbly thank! Noi, mi pare, anche così siamo molto contenti di voi. We, it seems to me, are also very happy with you.

Levin montò a cavallo e andò nel campo dove c’era il trifoglio dell’anno precedente, e in quello arato, pronto per il grano marzuolo. Levin mounted his horse and went to the field where the clover was from the previous year, and to the one plowed, ready for the marzuolo grain.

Il trifoglio da stoppia veniva su magnificamente. The stubble clover was growing beautifully. S’era già tutto avvivato e verzicava dietro gli steli del frumento dell’anno prima. It was already all alive and green behind the stalks of the previous year's wheat. Il cavallo vi affondava fino al ginocchio e ogni sua zampata provocava uno scroscio quando si liberava dalla terra mezzo disgelata. The horse sank into it to the knee, and every leg of it caused a splash as it freed itself from the half-thawed earth. Per i solchi arati non si poteva proprio passare; solo dove c’era un po' di ghiaccio il terreno sosteneva, ma nei solchi disgelati la zampa affondava fino a sopra il ginocchio. You really couldn't go through the plowed furrows; only where there was some ice did the ground support, but in the thawed furrows the paw sank to above the knee. Ottima l’aratura; fra due giorni si sarebbe potuto erpicare e seminare. Excellent plowing; in two days it would be possible to harrow and sow. Tutto era bello, tutto era festoso. Everything was beautiful, everything was festive. Levin decise di tornare indietro attraverso il ruscello, sperando che l’acqua vi fosse più bassa. Levin decided to go back across the stream, hoping that the water was lower there. E in effetti lo passò a guado, spaventando due anitre. And he actually waded through it, frightening two ducks. «Ci devono essere anche le beccacce» pensò, e, proprio alla svolta per tornare a casa, incontrò il guardaboschi che lo confermò nella sua supposizione. "There must be woodcocks too," he thought, and, just at the turn to go home, he met the forester who confirmed his guess.

Levin tornò a casa al trotto, per fare in tempo a mangiare e a preparare il fucile per la sera. Levin trotted home to have time to eat and get his rifle ready for the evening.